"Valencia si rialzerà sempre": le voci di tre ragazzi in Erasmus a Macerata dopo la catastrofe (VIDEO e FOTO)
La pioggia torrenziale che ha devastato Valencia e i suoi dintorni ha lasciato dietro di sé un bilancio straziante: oltre 200 morti, migliaia di sfollati e interi paesi sommersi dall’acqua. Le immagini di case distrutte, strade sommerse e soccorsi disperati hanno fatto il giro del mondo, mostrando il volto più tragico della calamità. Mentre Valencia tenta di riprendersi con il sostegno di esercito, volontari e organizzazioni di soccorso, la tragedia ha toccato profondamente anche chi vive lontano da casa. È il caso di Jorge, Sonia e Hugo, tre giovani valenciani in Erasmus a Macerata. Li abbiamo invitati nella nostra redazione per farci raccontare come hanno vissuto quei momenti, fra la preoccupazioni per le loro famiglie e una riflessione critica sulla gestione dell’emergenza. I tre studenti ci raccontano come la notizia della catastrofe è arrivata loro con un denominatore comune: l’incredulità. Jorge, 23 anni, originario di Valencia, ricorda: “Quella sera stavo giocando a calcio con Hugo. Finita la partita, ho controllato il telefono e ho trovato messaggi e video inquietanti. Una pioggia torrenziale aveva fatto straripare un fiume vicino alla città. Il resto lo sapete già”. Sonia, 20 anni, di Paterna, ha avuto una reazione simile: “Mi ci è voluto un giorno per metabolizzare l’accaduto. Pensavo fosse meno grave di quello che realmente poi è stato”. Per Hugo, anche lui 20enne e residente a Cuart de Poblet, paese vicino Valencia, l’impatto è stato immediato: “Arrivavano video terribili di persone trascinate via dall’acqua. È stata una situazione difficile da affrontare”. I giorni successivi alla catastrofe sono stati carichi di tensione. Sonia racconta: “Mi sentivo impotente e piena di rabbia perché non potevo fare nulla per aiutare”. Jorge, la cui famiglia vive in centro a Valencia, al sicuro dalle inondazioni, ha comunque avvertito il bisogno di rendersi utile: “Sono tornato a Valencia per aiutare i volontari in un paesino vicino. C’è molto da fare e tutti stanno dando una mano”. Hugo, invece, ha vissuto il dramma più da vicino: “Il mio paese è stato colpito, anche se fortunatamente non ci sono state vittime. Alcuni amici mi hanno raccontato di persone disperate che non riuscivano a rintracciare i loro familiari”. A Macerata, fortunatamente, il supporto non è mancato: “Ci siamo fatti forza insieme, anche grazie agli altri studenti spagnoli in Erasmus”, spiega Sonia. Jorge aggiunge: “Quando diciamo che veniamo da Valencia, tutti si dimostrano solidali”. Non mancano le critiche alla gestione politica della crisi. Sonia accusa una cattiva organizzazione: “I politici non sono riusciti a informare per tempo né ad allertare le persone. La comunicazione è stata caotica e fuorviante”. Hugo condivide il pensiero, puntando il dito contro entrambe le autorità regionali e nazionali: “Il governatore di Valencia non ha richiesto tempestivamente lo stato di emergenza, mentre il governo centrale non è intervenuto in modo adeguato”. Nonostante le difficoltà che purtroppo persistono, i tre ragazzi mostrano ottimismo per la resilienza della loro terra. “Valencia si rialza sempre”, afferma Jorge, ricordando un episodio simile negli anni ’50: “La forza della gente è incredibile. Attraverso il volontariato e la cooperazione, stiamo già facendo passi avanti”.