Quattro persone sono state trasferite nel pomeriggio di domenica 7 dicembre al Centro Iperbarico di Ravenna per una grave intossicazione da fumo. I pazienti stavano preparando la salata, detta "pista" in dialetto maceratese, quando si è verificato l’incidente. È atteso in pronto soccorso anche un quinto soggetto coinvolto.
L’episodio è avvenuto nella mattinata di oggi in una casa di campagna a Pollenza. Mentre i presenti erano impegnati nella preparazione, utilizzavano una bombola a gas e il camino acceso per scaldate. Quest'ultimo avrebbe saturato l’ambiente di fumo, provocando il malore del più anziano del gruppo, un uomo di 67 anni, che ha perso i sensi ed è stato subito portato al pronto soccorso. Gli altri tre, di 58, 26 e 30 anni, si sono recati a loro volta in ospedale per accertamenti; dagli esami del sangue sono emersi livelli elevati di monossido di carbonio.
A quel punto si è reso necessario il trasferimento urgente in Emilia-Romagna. I quattro sono stati portati a Ravenna con due ambulanze e in serata trascorreranno circa due ore in camera iperbarica. Al termine del trattamento, tre di loro verranno riportati a Macerata, mentre il paziente più grave resterà a Ravenna per ulteriori accertamenti.
Quattro persone sono state trasferite nel pomeriggio di domenica 7 dicembre al Centro Iperbarico di Ravenna per una grave intossicazione da fumo. I pazienti stavano preparando la salata, detta "pista" in dialetto maceratese, quando si è verificato l’incidente. È atteso in pronto soccorso anche un quinto soggetto coinvolto.
L’episodio è avvenuto nella mattinata di oggi in una casa di campagna a Pollenza. Mentre i presenti erano impegnati nella preparazione, utilizzavano una bombola a gas e il camino acceso per scaldate. Quest'ultimo avrebbe saturato l’ambiente di fumo, provocando il malore del più anziano del gruppo, un uomo di 67 anni, che ha perso i sensi ed è stato subito portato al pronto soccorso. Gli altri tre, di 58, 26 e 30 anni, si sono recati a loro volta in ospedale per accertamenti; dagli esami del sangue sono emersi livelli elevati di monossido di carbonio.
A quel punto si è reso necessario il trasferimento urgente in Emilia-Romagna. I quattro sono stati portati a Ravenna con due ambulanze e in serata trascorreranno circa due ore in camera iperbarica. Al termine del trattamento, tre di loro verranno riportati a Macerata, mentre il paziente più grave resterà a Ravenna per ulteriori accertamenti.
Nella notte di ieri, i carabinieri della sezione radiomobile della Compagnia di Macerata sono intervenuti a Monte San Giusto in seguito a una segnalazione per una lite in ambito familiare. A chiedere aiuto sono state due donne presenti nell’abitazione: la compagna di un uomo di 31 anni e la madre di lei.
Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno trovato nell’appartamento il 31enne - disoccupato e già noto alle forze dell’ordine - insieme alla compagna, al figlio minore della coppia e ai genitori della donna. Secondo quanto riferito, l’uomo, al culmine di una discussione nata per futili motivi, avrebbe minacciato le due donne e le avrebbe aggredite fisicamente utilizzando un coltello da cucina. In particolare, le avrebbe colpite al capo con la parte piatta della lama.
La madre della compagna ha riportato una vistosa ecchimosi al volto. Nonostante le ferite, entrambe le donne hanno rifiutato sia il trasporto al pronto soccorso per le cure mediche, sia la possibilità di essere accolte in una struttura protetta, come proposto dal personale sanitario del 118, intervenuto insieme ai carabinieri.
Al termine degli accertamenti, il 31enne è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria con l’accusa di percosse e minacce.
È in corso la riattivazione graduale della fornitura di gas metano nella zona di Villa Potenza, a Macerata, dopo l’incidente avvenuto ieri vicino al ponte Sandro Pertini (leggi qui). Un cavo di media pressione era stato tranciato accidentalmente mentre operai di una ditta stavano effettuando trivellazioni per la posa di tubature elettriche, lasciando circa cento famiglie senza gas.
I tecnici della società che gestisce la rete gas hanno completato la riparazione della tubazione e stanno ora passando casa per casa per riattivare le utenze. L’intervento ha richiesto la chiusura temporanea di un tratto della SS77, all’altezza del km 95, per garantire la sicurezza durante le operazioni.
Sul posto erano intervenuti vigili del fuoco e polizia locale, insieme ai tecnici specializzati. Non è stata necessaria l’evacuazione dei residenti, nonostante la copiosa fuga di gas, ma la chiusura della strada ha inevitabilmente causato disagi alla viabilità, con deviazioni e rallentamenti per gli automobilisti.
Con la conclusione dei lavori e il progressivo ripristino del servizio, la situazione sta lentamente tornando alla normalità, garantendo alle famiglie di Villa Potenza la regolare fornitura di gas metano.
È un periodo intenso per Andrea Bertini, chef recanatese e anima di Casa Bertini, fresco dell'ambitissima stella Michelin, l'unica in provincia di Macerata. Un riconoscimento arrivato dopo appena tre anni e mezzo dall’apertura del ristorante, che lo chef ha ripercorso ai microfoni del Picchio Podcast, dove si è presentato con la consueta umiltà: “È un momento impegnativo, ma bellissimo”.
La passione di Bertini nasce da bambino, “quando cercavo di imitare mia madre cucinando frittate di nascosto”. Ma la scintilla più forte arrivava dalle tavolate di famiglia, simbolo di quella convivialità che oggi è l’anima del ristorante: “Il cibo ha un potere bellissimo: unisce. Io sono cresciuto con i pranzi della domenica dalle nonne, in tanti, con mille attenzioni”.
Proprio da quel mondo familiare nasce il nome Casa Bertini. “Per me l’hotel a 5 stelle era casa di nonna. Ti coccolava dall’inizio alla fine, anche quando andavi via. È quella cura che voglio dare ai miei ospiti”. Bertini parla spesso delle sue nonne: una marchigiana, una milanese. Due cucine diverse, due mondi da cui trae costante ispirazione. “La cucina di nonna Irma è per me inarrivabile. Quel livello di dedizione, di lavoro, è qualcosa che oggi non esiste più”. È da quei ricordi che nascono i suoi piatti: prima il gusto, poi la tecnica. “Non parto mai dal tecnicismo, che rischia di essere freddo. L’idea nasce dai sapori della mia infanzia, poi li contamino con quello che ho imparato”.
Le esperienze nei grandi templi della cucina hanno segnato profondamente il suo percorso. “Gualtiero Marchesi è stato un’esperienza unica, la rifarei tutta la vita. Mauro Uliassi è un genio assoluto. E da Davide Palluda ho imparato non solo la cucina, ma l’equilibrio tra lavoro, famiglia e territorio”. Tutte influenze che oggi si incontrano nella sua cucina “emotiva, tradizionale, ma aperta al mondo”.
Casa Bertini nasce nel 2022 “partendo da zero”. Nessun investitore alle spalle, ma tanta determinazione e una persona chiave: l’amico Matteo, conosciuto in Piemonte, che ha lasciato tutto per seguirlo in questa avventura.
Oggi la brigata è giovane e internazionale: “Una ragazza canadese, un ragazzo malese, una ragazza di Perugia… è bello far parlare delle Marche persone che vengono dall’altra parte del mondo”. Ma a far funzionare tutto, dice Bertini, è lo spirito di gruppo: “Facciamo tutto. Io pitturo, Sara all’inizio aiutava in cucina, Luca passa l’aspirapolvere. Non esiste ‘non è il mio ruolo’. Chi ha pulito i calamaretti oggi ha una stella Michelin”.
La stella è arrivata quasi inaspettata. “Ti arriva solo una mail con l’invito alla cerimonia. Pensi: hanno sbagliato destinatario. Poi senti pronunciare Casa Bertini… e non capisci più nulla”. Il primo pensiero è corso al nonno, che non c’è più. La prima chiamata è stata per la moglie: “È iniziato tutto con lei, tanti anni fa, su un foglio bianco. Sognare è gratuito, dicevamo. Oggi quei sogni stanno prendendo forma”.
Quando gli chiediamo cosa abbia convinto la Guida Michelin, non ha una risposta precisa: “Non abbiamo contatti con loro. So solo che chi entra da noi deve sentirsi a casa, come dalle nonne. La differenza la fa tutto ciò che non è il piatto”.
Nonostante le grandi esperienze, Bertini non ha mai avuto dubbi: voleva tornare nelle Marche. “Amo Recanati. Quando ero fuori vedevo che altri territori valorizzavano i propri prodotti e mi chiedevo: perché noi no? Abbiamo borghi meravigliosi, mille tradizioni, dialetti che cambiano in 5 chilometri. È una ricchezza incredibile”. La scelta di aprire proprio lì era considerata rischiosa da molti, ma lui ha seguito il suo istinto: “Avevo paura, ma sapevo che se avessi messo in pratica ciò che avevo imparato, qualcuno l’avrebbe riconosciuto. È andata così”.
Con la stella Michelin, Andrea Bertini celebra una filosofia di vita e di cucina fatta di passione, dedizione e cura per chi siede al tavolo. Casa Bertini è la materializzazione di un sogno iniziato in cucina da bambino, tra i profumi di una frittata e i pranzi di famiglia. È il luogo in cui le radici marchigiane incontrano le esperienze internazionali, dove ogni piatto racconta una storia e ogni gesto riflette attenzione e generosità.
Per Bertini, il foglio bianco rimane sempre davanti: ogni giorno un’opportunità per reinventarsi, crescere e sorprendere. E mentre la stella illumina la provincia di Macerata, il messaggio dello chef è chiaro: con curiosità, umiltà e passione, si può partire da zero e arrivare a toccare le vette più alte.
Serata di alta tensione quella di ieri a Tolentino, teatro di un inseguimento da cardiopalma terminato con un violento impatto e la fuga a piedi dei malviventi. Una vera e propria "scena da film" che ha messo in allarme i residenti poco prima delle 20:30.
La vicenda ha avuto inizio a Caldarola, in seguito a un furto in abitazione. Una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Tolentino, impegnata in un servizio di controllo mirato al contrasto dei furti, è riuscita a intercettare una Volvo sospetta. L'auto, grazie a un riscontro sulla targa, è risultata essere un mezzo più volte segnalato in zona e collegato ai recenti "colpi a raffica" nelle case del territorio.
È scattato immediatamente l’inseguimento, che ha condotto i due veicoli – quello dell’Arma a sirene spiegate – da Caldarola fino in via Nazionale a Tolentino. La folle corsa, che ha generato un rapido "tam tam" tra i cittadini, ha visto i malviventi tentare ogni manovra pur di eludere il controllo.
Usciti dalla superstrada e rientrati in città, i ladri a bordo della Volvo hanno tentato una disperata manovra, imboccando una strada contromano per evitare di essere bloccati dalla pattuglia. Questo tentativo si è concluso con un violento schianto contro l'auto dei Carabinieri.
L’impatto è stato molto violento; l'urto e le sgommate hanno portato molti residenti a pensare, nei momenti concitati, che si trattasse addirittura di una sparatoria. Dopo l'urto, i due occupanti della Volvo sono usciti dall'abitacolo e si sono dati alla fuga a piedi, dileguandosi rapidamente nei campi limitrofi.
I due carabinieri coinvolti nell’inseguimento sono illesi e non hanno avuto bisogno di cure mediche. Sul posto sono intervenuti per i rilievi gli agenti della Polizia stradale di Macerata, e la scena è stata gestita dal maggiore Giulia Maggi, comandante della Compagnia di Tolentino, e dal colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del reparto operativo di Macerata.
Le indagini proseguono senza sosta e la caccia ai ladri in fuga è aperta.
MACERATA - Disagi alla circolazione e nella frazione di Villa Potenza, dove in tarda mattinata un tratto della provinciale 77 è stato chiuso al traffico in entrambe le direzioni a causa di una fuga di gas.
L'incidente è avvenuto intorno alle ore 11:30, quando una ditta impegnata in lavori di trivellazione ha accidentalmente danneggiato una tubazione del metano all’altezza del chilometro 95. Il danno alla condotta ha richiesto l'immediato isolamento del ponte per garantire la sicurezza.
Sul posto sono intervenuti prontamente i Vigili del fuoco di Macerata, che hanno delimitato l’area interessata e, utilizzando strumenti per il rilevamento gas, hanno effettuato controlli nelle abitazioni vicine al punto di rottura. Non si è resa necessaria l’evacuazione di alcun edificio.
La chiusura della Provinciale 77 è in corso per consentire l'intervento urgente di riparazione da parte della società di gestione della rete del gas. Il blocco del traffico ha richiesto l'immediata deviazione sulla viabilità alternativa.
Sul posto, oltre ai Vigili del fuoco, sono presenti le squadre dell’Anas, le forze dell’ordine e la Polizia locale per gestire il flusso dei veicoli e per assicurare la riapertura del tratto stradale nel più breve tempo possibile.
L'intervento è ancora in fase di svolgimento.
+++AGGIORNAMENTO+++
L'emergenza è rientrata: il ponte Pertini riaprirà martedì 9 dicembre. L'uscita dalla frazione era stata interdetta per consentire ai Vigili del Fuoco di completare gli essenziali lavori di messa in sicurezza della struttura
Operazione di soccorso complessa e ad alto contenuto tecnico quella portata a termine nella notte dai tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Marche, intervenuti sulla cresta dell’anfiteatro a Falcioni di Genga, nel cuore del Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi.
I soccorritori sono stati allertati tramite il 112 da tre alpinisti originari di Bologna che, impegnati sulle vie multipitch della zona, avevano perso la corretta linea di salita ritrovandosi bloccati su un tratto estremamente esposto. Nonostante le difficoltà del contesto, i tre erano in buone condizioni ma impossibilitati a proseguire in autonomia.
Le squadre del Soccorso Alpino, una volta raggiunta la sommità della parete, si sono calate per oltre cento metri utilizzando manovre alpinistiche complesse fino a localizzare gli escursionisti in difficoltà. Dopo averli messi in sicurezza, i tecnici hanno proceduto all’evacuazione verso punti più agevoli, effettuando ulteriori manovre su corda per consentire il trasferimento in zone accessibili.
L’intervento, reso particolarmente delicato sia dall’orografia del luogo sia dalle condizioni operative notturne, è stato svolto in collaborazione con i bigili del fuoco, che hanno contribuito alle operazioni di coordinamento e supporto. Grazie alla rapidità e alla professionalità delle squadre impegnate, l’operazione si è conclusa senza conseguenze per gli alpinisti.
Si è svolta questa mattina, presso il carcere di Montacuto ad Ancona, l’udienza di convalida del fermo per omicidio volontario aggravato nei confronti di Nazif Muslija, l’operaio macedone di 50 anni accusato di aver picchiato a morte la moglie, Sadjide Muslija, 49 anni, sarta, nella loro casa di Pianello Vallesina (Monte Roberto) lo scorso 3 dicembre.
Al termine dell'udienza, tenutasi in videocollegamento, la GIP di Macerata, Daniela Bellesi, ha convalidato il fermo dell'uomo e ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere.
Nazif Muslija, assistito dall'avvocatessa d'ufficio Gloria Droghetti del Foro di Macerata, ha cambiato la versione inizialmente fornita ai Carabinieri. Se in un primo momento aveva farfugliato ammissioni sull'accaduto, stamattina ha risposto alle contestazioni della GIP con una serie di "non so" e "non ricordo".
L'uomo ha affermato di essersi risvegliato al pronto soccorso dell'ospedale di Camerino senza avere contezza di quanto successo, respingendo l'accusa di aver ucciso la coniuge a colpi di tubo metallico. Alle domande relative alla fuga in auto con denaro e carte di credito, al presunto tentativo di suicidio e alla dinamica dell'omicidio, Muslija ha costantemente negato di ricordare.
Nonostante fosse apparso scosso e quasi piangente a inizio udienza, Muslija non ha speso alcuna parola per la moglie. Agli inquirenti è noto che la vittima fosse stata sottoposta ad aggressioni e maltrattamenti da parte del marito in diverse circostanze negli ultimi due anni.
Alla domanda se si fosse arrabbiato con la coniuge il giorno del femminicidio, l'uomo ha risposto di essere agitato per la paura di tornare in carcere – pur avendo patteggiato in precedenza con l'obbligo di frequentare un centro per uomini maltrattanti – ma non ha menzionato alcun litigio o colluttazione con Sadjide, asserendo di essere uscito di casa alle 5 del mattino quel giorno.
Su richiesta della difesa, è stata disposta una relazione da parte dei servizi sanitari del carcere sulle condizioni psicofisiche del detenuto.
Il comando di polizia locale di Civitanova Marche interviene per fare chiarezza sulle recenti notizie riguardanti i misuratori elettronici di velocità e annuncia un cambio di passo nelle strategie di controllo del territorio. «È fondamentale garantire una corretta informazione alla cittadinanza», fanno sapere dal Comando, smentendo ricostruzioni considerate «fuorvianti» e illustrando un nuovo corso orientato alla sicurezza attiva.
Al centro delle polemiche, la presunta irregolarità nell’inserimento dei dispositivi – il Telelaser Trucam e il Velomatic 512d – nella piattaforma ministeriale. Una ricostruzione che la polizia locale definisce «totalmente infondata». I due strumenti, spiegano dagli uffici di via Marinetti, sono stati registrati «entro i termini perentori del 28 novembre» e secondo le procedure tecniche previste.
Resta da completare l’inserimento di alcune informazioni residue, attività già affidata al personale competente e legata a un semplice «disallineamento informatico».
Se gli autovelox risultano pienamente in regola, la loro sospensione non è legata agli adempimenti ministeriali, ma alla recente ordinanza della Corte di Cassazione che ha introdotto dubbi sulla distinzione tra approvazione e omologazione dei dispositivi. Il Comune ha quindi deciso una pausa «cautelativa e temporanea», in attesa di un chiarimento normativo definitivo e dei necessari interventi tecnici.
«Non appena il legislatore avrà fatto chiarezza - assicura il Comando - i controlli sulla velocità riprenderanno regolarmente».
Parallelamente, la polizia locale punta su nuove tecnologie per rafforzare la sicurezza stradale. È stato infatti acquistato il Targa System 5.0, un dispositivo in grado di individuare in tempo reale veicoli privi di assicurazione, revisione, rubati o collegati a reati. Uno strumento «più evoluto» rispetto al precedente, che consente un controllo dinamico ed efficace della legalità su strada.
Accanto al nuovo sistema, le pattuglie intensificheranno verifiche su soste irregolari, uso del cellulare alla guida - anche con agenti in borghese - e guida in stato di ebbrezza.
Il dirigente della Polizia Locale, Cristian Lupidi, rivendica la linea adottata: «La sicurezza non si misura con il numero di misuratori presenti in un elenco, ma con la capacità di adeguare i controlli al contesto normativo. Abbiamo scelto la massima prudenza giuridica sospendendo il rilevamento della velocità: è un atto di rispetto verso i cittadini».
E lancia un messaggio chiaro: niente "liberi tutti". Domani, per la festività dell’8 dicembre, sono previste sette pattuglie sul territorio, inclusi agenti in abiti civili per verifiche su traffico, conduzione degli animali e conferimento dei rifiuti.
Piena sintonia anche dall’assessorato alla sicurezza urbana. L’assessore Giuseppe Cognigni conferma la strategia: «Il decreto parla chiaro: va limitato l’uso indiscriminato dei dispositivi di controllo della velocità. A Civitanova abbiamo scelto strumenti più intelligenti, come il Targa System, in grado di individuare veicoli rubati, non assicurati, non revisionati o intestati a prestanome. Un alleato prezioso per la sicurezza urbana».
È il 6 Dicembre. Finalmente puoi postare Natale senza sentirti in colpa.
Per un mese intero hai resistito. Hai visto gli altri partire con gli alberi a Novembre, con le lucine, con i "let the magic begin". Tu hai tenuto duro. E ora, finalmente, è Dicembre. Il momento giusto. Quello ufficiale. Quello in cui anche tu puoi entrare nel gioco del Natale social.
Ma ecco il problema: adesso che puoi, come si fa a farlo bene? Come si comunica il Natale sui social senza cadere nella trappola della perfezione finta, del copia incolla natalizio?
Come esperta di comunicazione digitale, Dicembre è sempre il mese più delicato. Perché tutti vogliono comunicare Natale, ma pochissimi sanno davvero come farlo in modo efficace. La maggior parte si butta sui template scaricati, sulle frasi fatte lunghissime con tante emoji di ChatGpt, sulle foto generiche di alberi e pacchi regalo. Il risultato? Rumore. Tanto rumore che si perde nel feed senza lasciare traccia.
Quindi parliamo chiaro: ecco cosa funziona davvero e cosa è meglio lasciar perdere se vuoi sopravvivere a Dicembre senza perdere l'anima!
Prima regola: l'autenticità batte la perfezione
Lo so, lo dicono tutti. Ma pochi lo applicano davvero. Perché quando arriva Dicembre, scatta l'ansia da prestazione. Devi avere l'albero perfetto. La casa perfetta. I pacchi perfetti. Tutto deve essere instagrammabile. Tutto deve sembrare uscito da un film.
Sbagliato. Completamente sbagliato.
Dopo 36 anni nel settore della comunicazione posso dirti una cosa: le persone non si connettono con la perfezione. Si connettono con la verità. E la verità del Natale non è un albero perfettamente simmetrico con decorazioni coordinate. La verità del Natale è tua madre che ti chiama per la terza volta a controllare se hai comprato il pandoro. È il gatto che tira giù le palline dall'albero. È il pacco che hai incartato di fretta perché hai scoperto all'ultimo che mancava un regalo.
Questo funziona sui social. Questo crea connessione. Non i template scaricati da Canva con la scritta dorata "Merry Christmas" che useranno altri 50.000 account.
Se vuoi comunicare il Natale in modo efficace, inizia da qui: mostra la tua versione del Natale, non quella che pensi gli altri si aspettino. Il dietro le quinte funziona meglio del risultato finale. Sempre.
Quindi sì all'albero, ma anche al caos di scatole mentre lo monti. Sì ai pacchi, ma anche alla carta da regalo sbagliata e al nastro che non si incolla. Sì alla tavola imbandita, ma anche alla lista della spesa scritta di fretta. Questo è il Natale vero. E il Natale vero è quello che la gente vuole vedere.
Secondo: dosare è un'arte
Dicembre dura 31 giorni. Non puoi sparare tutti i contenuti natalizi la prima settimana e poi ritrovarti senza idee a metà mese. E soprattutto non puoi postare Natale ogni singolo giorno per un mese intero. Esaurisci te, esaurisci il pubblico, e il 20 Dicembre nessuno aprirà più i tuoi post.
Il trucco è alternare. Contenuti natalizi mescolati a contenuti normali. Perché la vita non si ferma a Dicembre. Continui a lavorare, a vivere, a fare le cose di sempre. E anche la tua comunicazione deve riflettere questo equilibrio.
Pensa a Dicembre come a una playlist. Se metti solo canzoni di Natale, dopo tre giorni le salti tutte. Ma se alterni, se inserisci pause, se crei ritmo, arrivi fino al 25 senza saturazione.
Io suggerisco sempre questa proporzione: 60% contenuti normali, 40% contenuti natalizi. Così mantieni la tua identità, continui a comunicare il tuo lavoro o i tuoi progetti, ma lasci spazio all'atmosfera festiva senza che diventi invasiva.
E un altro consiglio da professionista: non postare l'albero il primo giorno e poi sparire fino alla vigilia. Il Natale sui social funziona se crei un percorso. Un countdown naturale. L'albero, poi i preparativi, poi i dettagli, poi i momenti. È un crescendo, non un fuoco d'artificio isolato.
Terzo: timing
Il Natale social ha un suo timing naturale che vale la pena rispettare. Inizio dicembre: albero e decorazioni. È il momento dell'allestimento, della preparazione, dell'atmosfera che si crea. Qui funzionano i momenti di costruzione.
Metà Dicembre: shopping e preparativi. Regali, liste, idee, suggerimenti. È il momento più frenetico e la gente è ricettiva a contenuti pratici. Se vendi qualcosa, è questo il momento di spingere, non a ridosso della vigilia quando tutti hanno già comprato.
Ultimi giorni prima di Natale: rallenta. Qui funzionano i contenuti più riflessivi, più emotivi, più lenti. Le persone sono già stanche, sovraccariche di stimoli. Un contenuto più intimo, più autentico, più semplice fa la differenza.
E il 25? Il 25 puoi fare gli auguri se vuoi, ma sappi che nessuno sarà sui social. Quindi non aspettarti miracoli di engagement. Il momento migliore per gli auguri è il 24 sera o il 26. Quando la gente torna online e cerca connessione.
Quarto: cosa evitare assolutamente
Primo errore: i template natalizi generici. Quelli con Babbo Natale, la scritta dorata, il font corsivo. Li riconosci al volo. Li hanno tutti. Non ti distinguono, ti annegano nel mare di contenuti identici. Se proprio vuoi usare un template, almeno personalizzalo. Cambia i colori, aggiungi il tuo logo, inserisci un elemento che sia tuo.
Secondo errore: gli auguri copia-incolla. "Tanti auguri di Buone Feste a tutti voi". Fine. Niente di personale, niente di autentico, niente che faccia capire che dietro quel post c'è una persona o un brand che ci tiene davvero. Se fai gli auguri, falli con il cuore. Scrivi qualcosa di tuo. Anche due righe, ma tue.
Terzo errore: postare per dovere. "È Natale, devo postare qualcosa". No. Non devi. Se non hai niente di significativo da dire, se non hai un contenuto che aggiunga valore, se stai postando solo per riempire il feed, non farlo. Il silenzio strategico è sempre meglio del rumore inutile.
Quarto errore: dimenticarti del tuo pubblico. Non tutti celebrano il Natale nello stesso modo. Non tutti sono felici a Dicembre. Non tutti hanno famiglie perfette e tavole imbandite. Quindi attenzione alla retorica della "famiglia del Mulino Bianco" e del "momento più bello dell'anno". Per molti Dicembre è complicato. La tua comunicazione deve essere inclusiva, non presupporre che tutti vivano il Natale come te.
La verità finale
Natale sui social non è una gara. Non devi avere i contenuti più belli, più creativi, più perfetti. Devi avere i contenuti più tuoi. Quelli che raccontano la tua versione del Natale, il tuo modo di viverlo, il tuo approccio alle feste. Perché alla fine, quello che resta nella mente delle persone non è il post perfetto. È il post vero. Quello che li ha fatti sorridere, annuire, sentire compresi. Quello che ha creato connessione.
Il Natale vero non ha fretta. E quello social nemmeno!
Nel pomeriggio di venerdì si è tenuta l’Assemblea della Sarnano Terzo Millennio Srl, convocata dal nuovo amministratore per aggiornare i soci sulla situazione patrimoniale riscontrata dopo il suo insediamento nel mese di settembre. Alla riunione hanno preso parte anche gli advisor nominati dalla società, "favorendo un ampio dibattito e un confronto approfondito", sottolinea l'amministrazione comunale di Sarnano.
"Nei mesi scorsi il socio di maggioranza aveva indicato come strada preferibile il ricorso a un concordato preventivo in continuità diretta. L’attuale amministratore, invece, sulla base delle valutazioni emerse e delle indicazioni del nuovo revisore dei conti, ritiene più adeguato avviare una procedura di composizione negoziata della crisi - si legge in una nota diffusa dal Comune -. Lo scenario emerso dal lavoro di ricognizione del bilancio e dall’analisi delle manifestazioni d’interesse ricevute, infatti, risulta diverso da quello inizialmente ipotizzato con il precedente organo amministrativo".
La situazione patrimoniale rimane comunque grave: i debiti superano i 3 milioni di euro e manca una reale continuità aziendale. "Ciò rende urgente l’avvio di una procedura che salvaguardi la società e che consenta di individuare un soggetto terzo, solido e affidabile, capace di garantire un nuovo futuro all’impresa, come richiesto dallo stesso socio di maggioranza - sottolinea il Comune -. È stato inoltre evidenziato come, nonostante la crisi fosse nota da tempo, in passato non sia mai stata attivata alcuna procedura né approfondita la possibilità di una privatizzazione: un elemento che desta particolare sconcerto".
"La nuova gestione, al contrario, ha ritenuto necessario intervenire tempestivamente. È in corso la redazione di una perizia di valutazione che, nell’ambito della procedura di composizione negoziata, verrà sottoposta al Tribunale per assicurare trasparenza, correttezza e oggettività dei valori. Tale documento costituirà anche la base d’asta per la valutazione dei piani industriali che verranno presentati dai soggetti interessati - conclude il Comune -. Rimane chiaro che occorre procedere con rapidità, superando l’immobilismo del passato, con l’auspicio di individuare al più presto un interlocutore realmente motivato a rilevare e risanare la società".
Leonardo Piergentili, co-portavoce provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), lancia un attacco contro l'amministrazione e la scelta di destinare 15mila euro di fondi pubblici al festival "Letture maceratesi, Rassegna esplicita". AVS si unisce così al coro delle opposizioni che stanno contestando l'iniziativa, la quale vedrebbe coinvolte associazioni con collegamenti a CasaPound e che in passato hanno ospitato relatori antisemiti.
Piergentili bolla come intollerabile il tentativo di "far passare tutto questo per normale," evidenziando la tendenza a sdoganare posizioni estreme. "Stanno cercando di far passare tutto questo per normale. Ieri si accettano editori che fanno revisionismo storico su fascismo e nazismo alle fiere sui libri, oggi, a Macerata, si danno 15mila euro ad associazioni con collegamenti a Casa Pound", tuona il co-portavoce di AVS.
L'attacco si estende alla decisione dell'amministrazione Parcaroli di sostituire la dicitura "Città della Pace" con "Città dell’Arte." "Beh, con questi ospiti e questo spreco di soldi pubblici, il festival rientra sicuramente in una categoria artistica, quella delle pagliacciate" , affonda Piergentili.
AVS si rivolge direttamente ai partiti di maggioranza – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – chiedendo di interrompere immediatamente il processo di normalizzazione di associazioni e partiti neofascisti nel dibattito pubblico.
"Come insegnava un antifascista vero, Sandro Pertini, il fascismo non è un ideale, ma un crimine. Davvero i partiti di destra vogliono amalgamarsi a questo tipo di narrativa revisionista?" – prosegue Leonardo Piergentili - .
La richiesta è poi perentoria: cancellare questa iniziativa e destinare i 15mila euro ad associazioni i cui principi fondanti siano l’antifascismo e la lotta alle discriminazioni, magari cercandole "a Macerata invece che arrivare a Voghera".
Infine, Piergentili ringrazia il consigliere comunale Alberto Cicarè per aver sollevato per primo la questione, sottolineando che "la vigilanza su questi temi deve restare alta e non arretreremo di fronte ad esempi di revisionismo storico che insultano la memoria delle italiane e degli italiani".
La stipsi cronica non è solo un piccolo fastidio occasionale, ma una condizione che può accompagnare la quotidianità di molte persone, influenzando energia, umore e qualità della vita. Gonfiore, senso di pesantezza, evacuazioni difficili o poco frequenti diventano spesso una fonte di stress, imbarazzo e frustrazione.
Negli ultimi mesi sono state pubblicate nuove e importanti raccomandazioni dalla British Dietetic Association, una delle società scientifiche più autorevoli in ambito nutrizionale. Gli esperti hanno analizzato numerosi studi per capire quali strategie alimentari funzionano davvero nella stipsi cronica. E le risposte sono molto più concrete, e più semplici, di quanto si possa immaginare.
Non esiste una “dieta miracolosa”, ma esistono alcuni alimenti e abitudini che, con costanza e gradualità, aiutano realmente l’intestino a ritrovare il suo ritmo.
Uno degli alimenti che ha mostrato i risultati più interessanti è il kiwi. Non solo per il contenuto di fibre, ma anche per la presenza di sostanze naturali che stimolano delicatamente la motilità intestinale. Consumare uno o due kiwi al giorno, con regolarità, è stato associato a evacuazioni più frequenti, meno sforzo e una maggiore sensazione di svuotamento completo. Non serve esagerare: è la continuità, più che la quantità, a fare la differenza.
Anche il pane di segale, rispetto al classico pane bianco, si è dimostrato un valido alleato. La sua struttura, più ricca in fibre, favorisce un transito intestinale più fluido, senza l’effetto “bloccante” tipico degli alimenti troppo raffinati. Non è necessario eliminare del tutto il pane “tradizionale”, ma imparare ad alternare, a variare, scegliendo versioni meno raffinate quando possibile.
Un altro strumento spesso sottovalutato è l’acqua minerale, soprattutto quella con un buon contenuto di magnesio e solfati. Non si parla solo di “bere di più”, ma di scegliere un’acqua che possa sostenere anche la funzionalità intestinale. In alcune persone questo semplice cambiamento può fare una grande differenza sulla consistenza delle feci e sulla regolarità dell’alvo.
Le nuove raccomandazioni parlano poi anche di fibre solubili, come lo psillio, e di alcuni probiotici specifici. Non sono soluzioni “magiche”, ma strumenti utili, soprattutto quando l’alimentazione da sola non basta. L’aspetto più importante è che vengano inseriti con gradualità, per evitare gonfiore e fastidi, e sempre adattandoli alla propria storia clinica e alle proprie abitudini.
Un messaggio fondamentale che emerge dalle linee guida è questo: l’intestino non ama gli interventi bruschi. Aumentare all’improvviso le fibre, bere litri d’acqua da un giorno all’altro, introdurre più integratori insieme raramente è la strada giusta. Il corpo ha bisogno di tempo per adattarsi, di piccoli passi mantenuti con costanza.
E poi c’è un ingrediente che non può mancare: il movimento. Anche una semplice camminata quotidiana aiuta l’intestino a “riattivarsi”, soprattutto in chi trascorre molte ore seduto.
La stipsi cronica non è un problema da ignorare o banalizzare. È una condizione complessa, che merita rispetto, ascolto e soluzioni personalizzate. Le nuove evidenze scientifiche ci dicono che, con piccoli cambiamenti mirati si può migliorare davvero la qualità della vita di chi convive con questo disturbo. Senza estremismi. Senza rigidità. Con continuità, pazienza e gentilezza verso il proprio corpo.
Importante riconoscimento per il territorio maceratese: Fabio Angeloro, infermiere dell’Utic dell’Ospedale di Macerata, è stato nominato Consigliere Nazionale della UGL Salute in occasione del Consiglio Nazionale del sindacato, svoltosi a Roma il 4 e 5 dicembre.
L’assemblea, ospitata nel cuore della Capitale, ha visto due giornate intense di confronto su alcune delle questioni più urgenti che riguardano il mondo sanitario: la carenza di personale, il potenziamento dei servizi territoriali, la sicurezza degli operatori, le retribuzioni e le criticità legate ai rinnovi contrattuali, soprattutto nel settore privato. A chiudere la prima giornata è stato anche l’intervento del ministro della Salute Orazio Schillaci.
In questo contesto di dibattito nazionale è arrivata la nomina di Angeloro, che rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche un risultato significativo per tutta la comunità professionale maceratese.
«È un incarico che mi riempie d’orgoglio – ha dichiarato Angeloro –. Premia il lavoro svolto finora e mi dà nuovi stimoli per ciò che verrà. È un’opportunità che desidero condividere con il mio territorio e con tutti coloro che credono nel valore del nostro impegno quotidiano».
Angeloro ha voluto esprimere la sua gratitudine ai vertici del sindacato: «Ringrazio il Segretario Nazionale Gianluca Giuliano, il Segretario Regionale Benito Rossi e Fabrizio Fabbri, responsabile della comunicazione. Il loro sostegno è stato fondamentale».
Il nuovo Consigliere Nazionale ha poi concluso con una riflessione personale: «Ci sono persone con cui puoi sederti su un marciapiede ed essere la persona più felice del mondo… non è mai dove, ma con chi».
Non ci si poteva aspettare altro che un grande spettacolo tra le due prime della classe. E spettacolo è stato al palasport di Castelraimondo dove Halley Matelica e B-Chem Civitanova se le sono date (sportivamente parlando) di santa ragione. Vince la Vigor, che sul +18 di metà secondo quarto pregustava un successo sul velluto. E invece la Virtus ha dato battaglia fino in fondo, ha ricucito il gap, ha più volte messo il naso avanti e ha mollato la presa solo nel finale.
Tra le due squadre sono scintille sin dai primi minuti. Civitanova si accende subito coi canestri di Luciani e Santi, ma la Vigor preme sull’acceleratore e con un parzialone di 13-0 prende il comando delle operazioni (16-5 al 5’ con Mariani a iscriversi al match dall’arco). La Halley è pressoché perfetta in attacco e tiene a bada gli spauracchi Santi e Fofana: così a inizio secondo quarto il vantaggio vigorino tocca addirittura le 18 lunghezze (36-18 al 12’ con una grande tripla di Marrucci). Tutto troppo perfetto per poter durare a lungo per Matelica e infatti la Virtus stringe le viti in difesa e pian piano rosicchia terreno. Fofana inizia a produrre con le sue scorribande, Sorrentino e Mwambila sono fattori sotto le plance e così la B-Chem tocca anche il -7 prima che un delizioso sottomano mancino di Mariani chiuda il primo tempo sul 44-35 Vigor.
Che il vento sia cambiato lo conferma anche il terzo quarto, nel quale i biancoblu richiudono completamente il gap e mettono pure più volte il naso avanti, guidati da un Santi che improvvisamente prende fuoco (10 punti nel terzo periodo). La Vigor si aggrappa al suo “gaucho” e ricaccia nuovamente indietro gli ospiti (62-56 a fine terzo quarto), ma ora la battaglia è rusticana. L’intensità della B-Chem mette alle corde la Halley, che scivola a -3 quando Fofana colpisce dai 6,75 con 6’ da giocare. Ma quando la palla pesa, è sempre lui, Lorenzo Panzini, a salire in cattedra: canestro dalla media e due triple in rapida successione alimentano il 12-0 che riporta la Halley al nuovo +9 (75-66 con poco più di 2’ da giocare). Ma è sul secondo canestro pesante del play dorico che arriva il turning point della partita: Fofana reagisce all’esultanza di Panzini rifilandogli uno spintone che fa volare a terra il veterano biancorosso, arrivano l’espulsione sacrosanta, i tiri liberi (con un 1/2 di Panzini e un 2/2 di Mariani) e con loro il sipario su un match per 37’ di altissimo livello.
Ora la Halley si gode il primo posto solitario e ricarica le pile in vista di un altro match da brividi: quello di sabato sera nella tana della Sì con te Porto Recanati.
Così coach Trullo a fine partita: «Prima di andare sul tecnico, vorrei ringraziare i tifosi, sia gli ultras che la gente di Matelica, Castelraimondo e dintorni che oggi sono stati un vero sesto uomo in campo, aiutandoci nei momenti in cui eravamo punto a punto. Abbiamo giocato un gran primo quarto, muovendo la palla e limitandoli molto in difesa con le cose che avevamo preparato, poi nel secondo tempo, anche a causa dei falli e dei conseguenti quintetti particolari che abbiamo dovuto schierare, abbiamo subito tanto a rimbalzo e questo ha dato loro modo di rientrare. Hanno preso oltre 20 rimbalzi offensivi e questo ha pesato, rendendoci tutto più difficile. Devo comunque dire bravi ai ragazzi che non hanno perso la testa e non è scontato quando da +18 arrivi a -3. Abbiamo ritrovato il filo e ci siamo rimessi in carreggiata alternando zona e uomo. I canestri decisivi di Panzini e Mariani? Chiaro loro per noi sono giocatori importantissimi, ma devo dire che tutti hanno dato qualcosa: pensiamo a Marrucci che ha fatto un ottimo lavoro difensivo, ma anche Fea e Mattarelli. Ma davvero tutti hanno portato qualcosa alla causa. Oggi si sfidavano le prime della classifica, mi aspettavo una partita così. Ora ci godiamo questo successo sapendo che già sabato torniamo in campo a Porto Recanati contro una squadra che in questo weekend riposava e che quindi avrà avuto tutto il tempo per preparare al meglio la sfida. Un campo difficile e ripeto ancora una volta che ritengo l’Attila Junior, insieme a Recanati, la squadra da battere per esperienza e lunghezza di roster. Ma ce la giocheremo, stiamo giocando con lo spirito giusto, siamo tosti, abbiamo perso solo una partita nel finale a Recanati: sono convinto che faremo una buona gara».
HALLEY MATELICA-B-CHEM CIVITANOVA 81-68
MATELICA: Marrucci 9, Pacini ne, Panzini 12, Mentonelli ne, Fea 5, Ferretti ne, Dell’Anna 3, Eliantonio ne, Mazzotti 10, Mariani 25, Mattarelli 2, Mozzi 15. All.: Trullo.
CIVITANOVA: Santi 14, Cegna, Buccolini ne, Mwambila 9, Liberati 14, De Florio 1, Baleani ne, Fofana 17, Dembele 2, Iannotti 2, Sorrentino 6, Luciani 3. All.: Domizioli
ARBITRI: Zambotto, Pratola.
PARZIALI: 30-16, 14-19, 16-21, 21-12.
Non bastano il top scorer del campionato Karyagin e il rientro, a gara in corso, di bomber Novello a una Banca Macerata Fisiomed che, nella nona giornata d’andata della Serie A2 Credem Banca, si arrende in quattro set alla Prisma La Cascina Taranto, non senza rimpianti.
Il match si chiude 3-1 per i padroni di casa (25-22, 25-22, 22-25, 25-23), al termine di una sfida equilibrata e ben interpretata da entrambe le formazioni. Taranto si dimostra più aggressiva nei fondamentali e nella determinazione, mentre i biancoverdi hanno molto da recriminare soprattutto nei finali dei set ceduti agli ionici. Zero punti in tasca per gli uomini di coach Giannini, che restano a quota 10 e scivolano all’undicesimo posto, superati da Fano e Sorrento, entrambe vincenti in questo turno. Top scorer dell’incontro è l’opposto rossoblù Lawani, autore di 23 punti.
Primo set. Macerata spinge sul piede dell’acceleratore a inizio partita. Prende subito le redini del parziale con la millimetrica parallela di Zhelev confermata dal videocheck (2-5). Fall consolida il +3 dal centro, ma i turni al servizio di Lawani e Cianciotta creano non pochi grattacapi ai biancorossi, con Giannini costretto a interrompere il gioco sul 15-14. Si prosegue sul filo dell’equilibrio, col regista Yamamoto sempre molto abile a smarcare i suoi laterali: fa lo stesso Pedron, Ambrose schiaccia dal centro il 17-16. I rossoblù provano a scappare, ma l’asse bulgaro maceratese permette di siglare il 21-20. Cianciotta è l’MVP del parziale e chiude in pipe un set dove i biancoverdi possono rammaricarsi qualcosa (25-22).
Secondo set. Rientra Novello come titolare in sostituzione di Garello. Taranto sfrutta l’entusiasmo del set appena conquistato per esaltarsi in difesa e in contrattacco (4-2). I padroni di casa viaggiano a una velocità di crociera sostenuta, ma i due attacchi vincenti di Karyagin permettono ai biancoverdi di rimanere in partita (8-7). Taranto risale sul +3 sul servizio di Antonov, ma Fall stasera dal centro è una garanzia. L’ex Sanfilippo fa male a muro su Ambrose: 13-9 a metà set. Proprio vicino al capitolare, ecco la reazione, un videocheck e un muro imperioso regalano a Macerata un -2 inaspettato (15-13). Lawani riallontana i suoi sul +5 in un parziale con Fall e compagni sempre a rincorrere. Ci prova il capitano a riaprire il set con il muro del 20-16, ma non basta. Gli ionici mantengono la distanza di sicurezza e, nonostante qualche patema nel finale, volano in vantaggio di due set (25-22).
Terzo set. Ecco Novello coi suoi turni di battuta spacca-set: ci prova subito all’inizio con due consecutivi, 3-6 ospite in avvio e timeout Lorizio. La musica non cambia, il sistema muro-difesa biancoverde funziona e permette a Macerata di allungare sul 4-9. Fase del match un po’ a elastico, ma molto importante per rientrare in partita. I biancoverdi volano sul +7 con un Novello incontenibile (10-17). Taranto rientra subito, anche con un po’ di fortuna: break importante dei salentini con un sestetto inedito senza regista. Zhelev cicatrizza la ferita (17-18).Hopt spara fuori per un +2 dall’importanza capitale (19-21). Pierotti sbaglia, Novello (7 punti, 46% in attacco nel parziale) no: Macerata riapre la partita (22-25).
Quarto set. Inizio di set punto a punto. Il primo vantaggio marchigiano arriva sull’8-9 con un muro subito da Antonov. Karyagin ha la palla del +2, ma manca il killer istinct: lo possiede Lawani che propizia il 12-10. Pedron indovina il turno in battuta che fa rientrare i suoi dopo qualche amnesia, ma solo molti i muri subiti: Taranto conduce 18-17.L’errore di Novello – rilevato dal videocheck – porta i padroni di casa sul +2 (20-18). Intuizione di Giannini che “regala” un punto ai suoi in una fase molto delicata (21-20), ma l’invasione di Fall costa cara ai biancoverdi. Chiude la contesa Lawani, dopo una gestione non precisa del contrattacco maceratese (25-23).
Il tabellino.
PRISMA LA CASCINA TARANTO – BANCA MACERATA FISIOMED 3-1 (25-22, 25-22, 22-25, 25-23)
Taranto: Antonov 10, Lusetti, Cianciotta 20, Sanfilippo 13, Yamamoto 1, Hopt 2, Pierotti 1, Bossi 3, Lawani 23, Gollini (L1), Luzzi (L2). NE: Galiano, Lorusso, Zanotti. All: Lorizio, Ass: Giosa
Macerata: Novello 19, Pedron 2, Garello 5, Fall 8, Diaferia 1, Ambrose 4, Zhelev 14, Karyagin 21, Talevi, Becchio, Gabbanelli (L1), Dolcini (L2). NE: Pesciaioli. All: Giannini, Ass. Leoni
Durata set: 30’, 32’, 29’, 32’ per due ore e 3 minuti.
Note: Battute punto Taranto 4 con 13 errori, Macerata 8 con 16 errori. Muri punto Taranto 14, Macerata 8, Attacco punto Taranto 53%, Macerata 52%, Ricezione positiva Taranto 57% (25% perfetta), Macerata 48% (24% perfetta).
Photo credits: Prisma La Cascina Taranto
Migliaia di cittadini e imprese in Italia si trovano oggi a fronteggiare un'ondata di solleciti, ingiunzioni e pignoramenti, spesso scatenati da debiti bancari che affondano le radici nel passato. L'azione è condotta dalle cosiddette SPV (Società Veicolo per la Cartolarizzazione) o cessionarie di crediti deteriorati, un ecosistema che conta oltre 970 entità nel Paese. A sollevare un caso emblematico è il cavalier Giuseppe Tosoni, presidente dell'Associazione Tutela Impresa, che denuncia un'anomalia inquietante: ben 294 di queste società avrebbero la sede operativa nello stesso, unico indirizzo a Conegliano Veneto (TV), in via Vittorio Alfieri 1.
Questa concentrazione, unita al fatto che quasi tutte queste società presentano un capitale sociale irrisorio (10.000 euro), spesso detenuto da soggetti residenti in noti paradisi fiscali, alimenta seri interrogativi sulla loro solidità e trasparenza. La questione ha superato la soglia del dibattito, sfociando in un'azione concreta: nei giorni scorsi, una rappresentante dell'Associazione Tutela Impresa di Tolentino ha presentato una denuncia alla Guardia di Finanza di Conegliano Veneto, chiedendo chiarezza e una valutazione su eventuali irregolarità procedurali.
Il nodo centrale della preoccupazione riguarda l'eventualità di contestare le azioni di recupero. Se un debitore dovesse avanzare la richiesta di risarcimento danni per azioni illegittime, anche di entità significativa (decine di migliaia di euro), il capitale sociale minimo e la presenza di soci stranieri nei paradisi fiscali sollevano un interrogativo cruciale: chi pagherebbe i danni?
Al di là della solvibilità, vi è il problema della legittimità delle azioni. Per poter procedere al recupero giudiziale dei crediti, queste società devono essere in possesso di un'adeguata licenza ai sensi dell'art. 106 del Testo Unico Bancario (TUB). Molte di esse, invece, operano unicamente con una licenza ex art. 115 T.U.L.P.S., rilasciata dalla Questura, che le abilita esclusivamente al recupero stragiudiziale. L'uso improprio di questa licenza per intentare azioni legali costituisce un palese superamento dei limiti operativi, spesso ignorato a danno del debitore.
Il quadro si complica ulteriormente, come sottolinea Tosoni, a causa delle numerose irregolarità che le cessionarie tendono a nascondere. "Uno degli aspetti più gravi è l'attuazione di pluri-passaggi tra diverse SPV, spesso con l'unico scopo di creare confusione e fini speculativi. Tali passaggi, se contestati formalmente dal debitore ceduto, possono essere considerati nulli".
"Per difendersi efficacemente e contrastare queste azioni, è indispensabile che il debitore si attivi per verificare e contestare diverse criticità. Deve mettere in discussione la titolarità effettiva del credito e la legittimazione ad agire della società che lo sollecita, che spesso risultano non chiare o valide. È fondamentale che vi sia trasparenza obbligatoria in tutti i passaggi di cessione, con l'indicazione chiara del credito specifico. A ciò si aggiungono il difetto di notifiche obbligatorie al debitore e l'irregolarità delle deleghe rilasciate ai vari soggetti incaricati della riscossione, sia essa stragiudiziale o giudiziale".
"Tutte queste eccezioni non sono meri tecnicismi, ma costituiscono un valido sostegno per bloccare persino le esecuzioni immobiliari. È necessario che il debitore agisca prontamente per non far ritenere implicitamente approvate le modalità avanzate dal creditore procedente. Sollecitando i giudici dell'esecuzione con indicazioni precise, si facilita l'obbligo di verifica delle irregolarità procedurali, rendendo più agevole la risoluzione delle problematiche".
"L'associazione Tutela Impresa, rappresentata da Giuseppe Tosoni, si mette a disposizione dei debitori, anche con l'intervento di APS (Associazioni Promozione Sociale) autorizzate, per chiarire e definire queste incresciose posizioni e offrire un percorso verso la risoluzione", conclude la nota.
Un progetto che potrebbe rivoluzionare il trasporto merci mondiale quello proposto dalla start up maceratese Kubo Pallet, vincitrice nei giorni scorsi della settima edizione di "Esefunzionasse?", il concorso per il supporto all’avvio di nuove imprese promosso dal Comitato regionale Giovani imprenditori di Confindustria Marche con la collaborazione della Camera di Commercio delle Marche, il patrocinio della Regione, la collaborazione delle quattro università marchigiane, di Istao - Scuola di formazione manageriale Istituto superiore Adriano Olivetti e The Hive Business Accelerator.
Fondatore e amministratore della Kubo Pallet è il 23enne potentino Natan Crucianelli, ideatore del primo pallet in plastica riciclata al mondo. Progetto che ha attirato l’attenzione dei commissari di giuria del prestigioso premio indetto da Confindustria, al quale hanno partecipato oltre 70 giovani start up, tenendo conto di parametri legati a creatività, fattibilità, circolarità e sostenibilità economica.
"Vincere un premio, legato a concrete opportunità di sviluppo, dopo meno di un mese dalla fondazione della nostra società è senza dubbio gratificante e motivante – ha sottolineato Natan Crucianelli – si tratta di un progetto a cui sto lavorando da qualche anno e che sta trovando concretezza con l’avvio di una start up innovativa ma con profonde radici sul nostro territorio. Io sono di Potenza Picena, ho studiato all’Istituto Tecnico Industriale di Recanati e la sede della Kubo Pallet è a Macerata".
“Il progetto, già brevettato, si basa sulla realizzazione del primo pallet in plastica riciclata eterogenea al mondo, identico all'attuale Euro pallet in legno - ha spiegato Crucianelli -. Riciclabile all'infinito e con caratteristiche meccaniche e di durabilità nettamente superiori, nonché perfettamente riparabile".
"L’aspetto ecologico non è affatto secondario: si recupera un materiale che di fatto è diventato un rifiuto, evitando così inquinamento ambientale, e al tempo stesso vengono salvate piante che altrimenti diventerebbero legno per i pallet tradizionali. Basti pensare che una tonnellata di plastica riciclata fa risparmiare circa 2 tonnellate di emissioni di CO2, 5.774 chilowattora di energia, 16,3 barili di petrolio e 22 metri cubi di discarica. Crediamo che una economia virtuosa a tutela dell’ambiente sia determinante per il nostro futuro", ha concluso Crucianelli.
“Donne e Leadership in Medicina: un nuovo paradigma scientifico-culturale o una differente sanità?” è stato il tema dell’evento di formazione permanente organizzato oggi dall’Università di Camerino con il patrocinio del Cug-Comitato Unico di Garanzia e della Scuola di Studi Superiori “Carlo Urbani”.L’incontro ha approfondito il ruolo crescente delle donne nelle professioni mediche e sanitarie, tema che negli ultimi decenni ha assunto una rilevanza strategica non solo sul piano della rappresentanza, ma soprattutto in relazione alla trasformazione dei modelli organizzativi e culturali della sanità pubblica. Durante i lavori è emerso come il contributo femminile stia introducendo nuovi approcci alla gestione, alla comunicazione e alla cura, favorendo sistemi più inclusivi, collaborativi e orientati al benessere globale della persona.
La giornata, rivolta in particolare alle studentesse e agli studenti dei corsi Unicam afferenti all’ambito sanitario e giuridico, oltre che alle professioniste e ai professionisti del territorio, ha visto un’ampia partecipazione e un significativo coinvolgimento del pubblico.
La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali del rettore Graziano Leoni e con la prima sessione moderata da Anna Maria Schimizzi, direttrice della UOC Medicina Interna ospedale di Camerino Ast Macerata. Melanie Sara Palermo e Isabella Crespi di Unimc hanno tenuto un intervento dedicato a Gender equality e Stem nei percorsi formativi delle donne in Italia, seguito dalla relazione di Giovanna Vicarelli del CRISS–UnivPM, che ha illustrato l’evoluzione della presenza femminile in Medicina attraverso il tema Donne in Medicina: da intruse a protagoniste. Il contributo di Lorenza Garrino della Società Italiana di Pedagogia Medica ha poi offerto una riflessione originale sul ruolo della medicina narrativa parlando di donne che curano e leadership nella rappresentazione filmica.La seconda sessione, moderata dalla professoressa Giulia Bonacucina prorettrice alla Didattica di Unicam, ha posto l’attenzione sulle evidenze scientifiche e sugli strumenti utili a favorire modelli di leadership innovativi. Rosita Gabbianelli, docente della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam, ha presentato i dati riguardanti l’impatto dello stress lavorativo sul lavoro di cura, mentre Sandra Morano docente dell’Università di Genova e responsabile dell’Area Formazione Femminile Anaao Assomed, ha analizzato sfide, opportunità e strumenti per sostenere percorsi professionali orientati alla leadership femminile.La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda che ha visto dialogare Giovanna Vicarelli, Gigliola Paviotti di Unimc, Maria Paola Mantovani, delegata del rettore Unicam per la Parità di genere, Anna Maria Schimizzi e Giulia Bonacucina. Il confronto ha evidenziato come il protagonismo femminile in Medicina non riguardi soltanto la distribuzione del potere, ma rappresenti una leva fondamentale per ripensare la sanità in senso partecipato e universalistico, costruendo modelli di leadership capaci di valorizzare diversità, collaborazione e responsabilità condivisa.
Si avvia alla conclusione in questi giorni il Progetto “ECO – Ecosistemi di Comunità = Opportunità”, risultato tra i vincitori del Bando Habitat 2022 della Fondazione Cariverona. Il progetto, che ha coinvolto i territori dei Comuni di Senigallia (AN) e Chiampo (VI), ha avuto come capofila la cooperativa sociale Gruppo Pleiadi e l’obiettivo di attivare percorsi innovativi di tutela ambientale, rigenerazione urbana e sensibilizzazione della cittadinanza.
L’Università di Camerino, sotto la responsabilità scientifica della prof.ssa Paola Scocco, in collaborazione con il prof. Andrea Catorci e con lo staff tecnico dell’Erbarium Camerinensis, il dott. Federico M. Tardella ed il dott. Ernesto Venturi, è stata partner del progetto per le attività del Comune di Senigallia.Unicam ha curato tre ambiti fondamentali: l’ideazione e la realizzazione di attività di Citizen Science, la progettazione botanica per l’arricchimento della biodiversità in un’area pilota del Parco della Cesanella, il Monitoraggio pre e post-intervento della biodiversità vegetale.
Il Parco della Cesanella è un sito di circa 16 ettari di superficie ubicato nella zona nord di Senigallia, ed è stato oggetto di un progetto di riforestazione previsto dalla valutazione di impatto ambientale nella realizzazione della terza corsia dell’autostrada. L’intervento non ha, tuttavia, tenuto in considerazione il potenziale che l’area della Cesanella avrebbe potuto avere per quanto riguarda la fruizione da parte degli abitanti.Uno degli obiettivi del Progetto ECO è la rigenerazione di questo sito e la sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti delle pratiche verdi, ecocompatibili, di cura, rispettose dell’ambiente e della biodiversità.Attività di Citizen Science riguardanti questi concetti sono state oggetto di vari eventi rivolti ai cittadini, nonché della tesi triennale dal titolo “Progettazione e realizzazione di materiale di supporto finalizzato ad attività scientifico-divulgative in seno al Progetto Cariverona ECO 2022.023#52390” della dott.ssa Anna Paniccià. L’Università di Camerino ha attivato anche due borse di approfondimento, una riguardante il censimento delle specie arboree piantumate, la zonazione dell'area, la valutazione della capacità di assorbimento della CO2 e la realizzazione di materiale divulgativo, e l’altra finalizzata al monitoraggio e alla valutazione dell’incremento della biodiversità vegetale relativo all'intervento progettuale e alla preparazione del materiale per l'evento di chiusura del Progetto.
Per quanto riguarda la progettazione botanica del Parco della Cesanella, ha preso il via la rigenerazione di 5 aree, seguendo una precisa filosofia di intervento. L’idea essenziale è stata quella di creare quadri ambientali (stanze verdi)che richiamino i paesaggi mediterranei e possano costituire un valido strumento didattico per la cittadinanza e per le scuole. Le specie utilizzate e la loro disposizione spaziale costituiranno dei piacevoli punti di sosta e potranno essere degli spunti per il verde privato. Sono state utilizzate piante perfettamente adattate ai cambiamenti climatici e che, una volta affrancate, richiedano un livello molto basso di manutenzione (in particolar modo acqua, potature, fertilizzanti e pesticidi).
Il Parco della Cesanella ha dunque iniziato la sua trasformazione in Bosco Urbano per la quale determinante sarà la partecipazione attiva dei cittadini e la capitalizzazione di questo progetto pilota.I boschi urbani sono aree che hanno lo scopo di abbattere la quantità di CO2 prodotta dalle attività antropiche, in linea con le direttive del Protocollo di Kyoto del 1997 e dello United Nation Framework Convention on Climate Change. Sono, quindi, dei siti che possono offrire una serie di servizi o, meglio, benefici, ecosistemici.I boschi urbani possono svolgere in piccolo alcuni dei servizi ecosistemici normalmente svolti delle foreste, come la purificazione dell’aria tramite l’assorbimento della CO2 e la produzione di fitoncidi, sostanze con azione di difesa per la pianta e con effetti benefici sull’uomo, e la regolazione del clima urbano in qualità di Rifugio Climatico. Le aree verdi urbane, inoltre, sono dei punti strategici per quanto riguarda le attività culturali, ricreative e sociali della città.
Sabato 6 dicembre, alle 21.30, il Teatro delle Logge di Montecosaro accoglierà un debutto atteso da tempo: quello dei Moreish Idols, una delle band più sorprendenti e ricercate dell’attuale scena britannica. Arrivano in Italia per la prima volta, in esclusiva nazionale, ospiti della rassegna Mount Echo’, con un concerto che promette di essere uno di quei rari momenti in cui ci si rende conto di assistere alla nascita di qualcosa che, tra qualche anno, potremmo ricordare come “lo spettacolo da non perdere”.
Nati a Falmouth ma pienamente immersi in quella Londra sotterranea che negli ultimi anni ha rimesso in circolo energie musicali nuove e irrequiete, i Moreish Idols sono una creatura collettiva e multiforme. La loro forza non sta nel tentativo di reinventare la ruota, ma nel prodigioso accumulo di idee che, messe insieme, finiscono per suonare come qualcosa che non si era ancora sentito così, tutto d’un fiato. “All in the Game”, pubblicato lo scorso marzo dalla label di culto Speedy Wunderground, è esattamente questo: un debutto che non cerca di fare il verso a nessuno e che, proprio per questo, indica una direzione. Uno degli esordi più notevoli degli ultimi anni.
L’album, dopo i primi EP che avevano messo in luce la loro inclinazione art-punk più ruvida, apre scenari molto più ampi: melodie folk psichedeliche che si avvolgono intorno a sassofoni gorgoglianti, chitarre sfiorate, sintetizzatori instabili come un pensiero improvviso, voci che si sovrappongono come un dialogo interiore. È un disco che parla di tempo e di fragilità, di memoria e di perdita, ma senza indulgere in malinconie facili. “Tempo speso, tempo sprecato, tempo che ti scappa”, riflette il bassista Caspar Swindells, per poi ribaltare tutto con un’affermazione che è quasi una filosofia di band: “Il tempo è ciò che ne fai”.
La formazione è guidata dalle penne e dalle chitarre di Tom Kellett e Jude Lilley, sostenuti dal drumming nervoso di Sol Lamey e dal sax di Dylan Muchanyuka Humphreys, elemento che più di ogni altro caratterizza il suono sospeso, febbrile, dei Moreish Idols. Individuati da Dan Carey – produttore visionario, co-fondatore di Speedy Wunderground e vero talent scout degli ultimi dieci anni – hanno conquistato fin da subito testate come NME, Stereogum, The Fader, CLASH e BBC Radio 6 Music, grazie ai primi lavori “Float” (2022) e “Locked Eyes And Collide” (2023), già ricchi di quell’urgenza compositiva che oggi arriva a maturazione nel loro primo album.
“All in the Game” è un disco che affronta domande esistenziali senza la pretesa di dare risposte risolutive. Lilley racconta che molte canzoni nascono dal bisogno di “ridere in faccia alla disperazione”, come se l’unico modo per attraversare certe oscurità fosse quello di illuminarle dall’interno. Il reale e l’immaginario scorrono l’uno nell’altro, e il risultato è un’opera che, pur trattando temi complessi, atterra sempre su qualcosa di profondamente umano, quasi confortante. Una specie di messaggio implicito: anche quando la vita traballa, c’è sempre una melodia da cui ripartire.
Vederli dal vivo significa entrare in questo mondo vibrante e nervoso, in cui l’imprevedibilità non è un incidente, ma una scelta estetica. Ed è per questo che il loro arrivo in Italia ha il sapore dell’evento speciale: perché i Moreish Idols sono una band che sta ancora crescendo, ancora mutando, e che proprio per questo, ora più che mai, va ascoltata nel momento stesso in cui accade.
Il 6 dicembre, al Teatro delle Logge, non si assisterà semplicemente a un concerto. Si entrerà dentro un’idea di musica che ha voglia di sorprendere, di rischiare, di sporcarsi le mani. Un’idea giovane, urgente, luminosa. In una parola: necessaria.
È stato inaugurato ieri pomeriggio, mercoledì 3 dicembre, alle ore 17, il nuovo Baby Pit Stop Unicef allestito all’interno della Biblioteca comunale "Libero Bigiaretti". Si tratta di uno spazio pensato per offrire ai genitori un luogo tranquillo e accogliente dove allattare e cambiare il pannolino ai propri bambini, in un ambiente protetto e dedicato.
Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Denis Cingolani, l’assessore alla Cultura Barbara Cacciolari, la presidente di Unicef Marche Mirella Mazzarini e la presidente Unicef provinciale Patrizia Scaramazza.
Durante il suo intervento, la presidente provinciale Patrizia Scaramazza ha evidenziato il valore sociale dell’iniziativa: «Il Baby Pit Stop non rappresenta solo un luogo per provvedere ai bisogni del bambino, ma è la dimostrazione della sensibilità dell’amministrazione comunale nei confronti delle famiglie e dei più piccoli, scopo essenziale dell’Unicef».
Un concetto ribadito anche dalla presidente regionale Mirella Mazzarini, che ha inserito l’inaugurazione di Matelica nel più ampio progetto nazionale: «Il nuovo Baby Pit Stop rientra nell’impegno dell’Unicef a realizzare entro il 2026 almeno 1.500 punti sul territorio italiano. La sua presenza mira a valorizzare l’unione tra genitori e bambini, creando occasioni per leggere, giocare e stimolare la creatività».
Soddisfazione è stata espressa anche dall’amministrazione comunale. «Una grande novità per la nostra città e per l’intero territorio – hanno commentato Cingolani e Cacciolari –. Ringraziamo l’Unicef per aver scelto Matelica per questo importante progetto che ci auguriamo possa essere apprezzato da tutta la cittadinanza».
Il nuovo Baby Pit Stop è ora attivo all’interno della Biblioteca Bigiaretti e rappresenta un servizio in più per le famiglie, confermando l’attenzione della città verso l’infanzia e la genitorialità.
La Via Lauretana si illuminerà il 9 dicembre alla vigilia della Venuta della Santa Casa. Da Roma a Loreto, lungo comuni e località delle Marche, dell’Umbria e del Lazio, l’iniziativa “Illuminiamo la Via Lauretana” nasce a pochi mesi dalla conclusione della Peregrinatio Mariae. Evento giubilare che ha visto la statua della Madonna Pellegrina essere benedetta da papa Leone XIV: si è trattato di insieme di appuntamenti a carattere spirituale che ha avuto l’obiettivo di evidenziare il forte legame tra le comunità attraversate e che ora si rinnova.
Secondo una tradizione lauretana diffusa nel Centro Italia, particolarmente nelle aree rurali, la sera del 9 dicembre si accendono i tradizionali fuochi o “focaracci” in onore della Madonna di Loreto. Tali fuochi evocano la luce che idealmente accompagnò il prodigioso volo della Santa Casa attraverso l’Italia Centrale fino a raggiungere Loreto. In molti luoghi delle Marche tale tradizione si rinnova ogni anno con l’accensione di un fuoco insieme ad un breve momento di preghiera, alla presenza delle autorità civili e religiose.
Nei territori attraversati dalla Via Lauretana, in occasione del Giubileo della Speranza, tale tradizione sarà così riproposta con una particolare intenzione di preghiera per la pace in Terra Santa e in Ucraina.
«Ringraziamo fin d’ora tutte le comunità che hanno potuto aderire – ha affermato mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana e vescovo di Macerata –, iniziative semplici e proporzionate alla realtà locale contribuiranno a rendere più viva e feconda la memoria della Peregrinatio Mariae e della Via Lauretana, come itinerario di fede che collega Roma a Loreto».
L’evento giubilare è promosso dalla Regione Ecclesiastica Marche e organizzato dalla Fondazione Giustiniani Bandini in collaborazione con il Tavolo di Concertazione per il Recupero e la Valorizzazione della Via Lauretana e con tutte le Diocesi lungo il percorso.
La Peregrinatio Mariae si colloca, inoltre, tra le iniziative più significative previste per il Giubileo 2025 dalla Regione Marche, nell’ambito del progetto “Pellegrini di Speranza”.
"Scrigno di biodiversità" è il sottotitolo della nuovissima edizione di "Le Terre del Tartufo", un viaggio enogastronomico alla riscoperta delle ricchezze del nostro territorio e di una delle sue più pregiate risorse, il fungo ipogeo che nasce all'ombra dei boschi e che può essere scovato solo dal fiuto di qualche abilissimo amico a quattro zampe e dagli esperti vanghetti dei cosiddetti "cavatori". Il tartufo, insomma, è un bene tanto raro, quanto prezioso, e a Pieve Torina lo si celebra con un evento che compie il suo quarto anniversario e che vedrà la piccola cittadina dell'entroterra marchigiano protagonista il 6, il 7, il 13 e il 14 dicembre.
Il giornalista Giocchino Bonsignore, ospite d'onore e mediatore dell'evento, ha definito il tartufo come prodotto identitario ma anche come decisivo elemento di coesione per un territorio ancora in fase di ripresa: "Si tratta di un bene immateriale, un bene che il terremoto non ci ha potuto sottrarre, un bene che è rimasto. Negli ultimi anni si è rafforzata sempre di più l'idea che il tartufo possa diventare una bandiera per la ricostruzione. Certo, c'è ancora molta strada da fare e il tartufo non risolverà tutti i problemi locali, ma io sono sicuro che ci darà una grande mano."
L'unicità di questo pregiatissimo fungo, come ha affermato il professore Andrea Spaterna dell'Università di Camerino, sta proprio nelle sue straordinarie caratteristiche organolettiche, caratteristiche che derivano da un contesto ambientale quasi completamente incontaminato, ma anche nella sua "irriproducibilità": "Il tartufo è un prodotto che nessuno può copiarci, perché le sue qualità sono il risultato di un'interazione con un contesto ambientale e territoriale all'interno del quale questo fungo ipogeo cresce e matura. L'Università di Camerino fa e farà sempre la sua parte, sia sul versante della formazione - basta ricordare il corso di laurea in scienze gastronomiche -, sia sul versante della ricerca, dimostrandosi ancora una volta l'Università non del territorio, ma per il territorio."
Il sindaco Alessandro Gentilucci ha parlato, a proposito di "Le terre del tartufo", di "ricostruzione immateriale che viaggia di fianco alla ricostruzione fisica e che proietta questi territori in un percorso rivolto al futuro, dando così ai giovani l'opportunità di restare, ma anche di ritornare." E sul tema "giovani" si è soffermato anche Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016, sottolineando il ruolo centrale che, all'interno di una comunità, deve svolgere il "principio della restanza", ossia la volontà di rimanere nella propria terra: "Dobbiamo rappresentare i nostri ragazzi, in modo che se anche dovessero decidere legittimamente di andare in giro per il mondo spinti dalla curiosità di conoscere nuove culture, possano trovare dentro di sé il desiderio di tornare. E il desiderio di tornare c'è solo se il rapporto con il tuo luogo d'origine è positivo, è bello, è un archetipo."
Dal simpatico duo de Il doppiatore marchigiano, al divulgatore scientifico Francesco Broccolo, alcuni dei più conosciuti influencer marchigiani sono stati chiamati al rapporto per collaborare nella promozione dell'evento. "Si parla molto spesso del tartufo come alimento nutritivo, ma mai come essere vivente e come parte integrante di un sistema. Oggi, quindi, parleremo della biodiversità che ruota attorno al tartufo, anche per l'importante contributo che esso fornisce alle piante sotto cui nasce: c'è uno scambio vicendevole, quindi bisogna imparare a comprenderne il meccanismo per preservarlo al meglio in questo momento di cambiamenti climatici e ambientali."
Questo profumatissimo fungo ipogeo, dunque, non rappresenta soltanto un prodotto straordinariodda proteggere e tramandare come bene immateriale del nostro territorio, ma costituisce anche il perno di una ripresa economica, turistica e sociale per i luoghi che sono stati devastati dal sisma; e gli appuntamenti con "Le terre del tartufo" si pongono proprio questo obiettivo: quello di valorizzare una ricchezza inestimabile che merita di essere messa in risalto.
L'evento, che si svolge nel Palazzetto dello sport di Pieve Torina, ospita diversi espositori, ognuno con le proprie tipicità. Immancabili, ovviamente, gli stand dedicati al tartufo, dall'intramontabile bianco al nero pregiato: una vera e propria officina di sapori... e di odori. Durante le giornate del 6 e del 7 dicembre si svolgeranno diversi eventi incentrati sulle varie declinazioni culinarie del fungo, dai laboratori e dagli showcooking con chef stellati, fino al cibo di strada e alla pizza. Insomma, ce n'è per tutti gusti!
Una serata di festa, colori e orgoglio comunitario quella vissuta ieri a Montefano, dove è stato inaugurato il nuovo albero all’uncinetto posizionato sotto il loggiato del Comune. Un progetto nato da un’idea di Graziella Coltrinari, da sempre attiva nella vita del paese, che ha deciso di portare anche a Montefano una tradizione creativa già diffusa nei centri limitrofi.
«Tutti i paesi vicini avevano l’albero realizzato all’uncinetto, noi no. Così ho pensato che fosse il momento di farlo anche qui», racconta Coltrinari, che ha coinvolto nel lavoro le volontarie dell’Avulss. Entusiasmo e partecipazione sono stati immediati: «Le signore non sono state felici… di più! Hanno collaborato in modo eccezionale e con tanto entusiasmo».
Il risultato è un’opera corale e impegnativa: oltre 400 piastrelle lavorate all’uncinetto, più di 100 stelle e mesi di lavoro meticoloso che hanno dato forma a un albero unico nel suo genere.
All’inaugurazione erano presenti il sindaco, la giunta comunale e molte delle donne che hanno contribuito alla realizzazione. Nonostante il freddo, la partecipazione è stata ampia e calorosa. «Montefano ha vissuto un momento davvero bello di festa - raccontano le promotrici -. L’albero non è stato apprezzato… ma molto di più: è piaciuto tantissimo».
L’opera resterà visibile per tutto il periodo natalizio sotto il loggiato del Comune, dove cittadini e visitatori sono invitati a fermarsi per ammirarla da vicino.
Nella mattinata di oggi, il sindaco di Pollenza Mauro Romoli e la vicesindaco Antonella Menichelli hanno portato i saluti e gli auguri dell’intera comunità alla neocentenaria pollentina Fulvia Colotti, che ha spento 100 candeline. Il suo sorriso, decennio dopo decennio, si è arricchito di maturità e saggezza, ma anche della premurosa tenerezza del suo essere mamma e nonna.
“Oggi è una giornata storica per la nostra comunità – dichiara il sindaco Mauro Romoli – dobbiamo essere orgogliosi e consapevoli che la sua testimonianza di vita custodisce i sani valori della vita. Alla Concittadina Fulvia ho voluto porgere a nome mio personale, dell’Amministrazione Comunale e di tutta la comunità, i migliori auguri per il raggiungimento di questo splendido traguardo dei 100 anni.”
La signora Fulvia ha festeggiato presso la Residenza Protetta di Pollenza circondata dall’affetto dei familiari che si sono ritrovati per festeggiarla.
È scomparsa improvvisamente Anna Pagnozzi, colpita venerdì alle 22.30 da una crisi respiratoria mentre si trovava in casa. Nonostante il pronto intervento del marito, Valentino Ruffoni, e l’arrivo immediato degli operatori del 118, per lei non c’è stato nulla da fare. Aveva 64 anni e la notizia della sua morte ha profondamente scosso la città: Anna, conosciuta da tutti come "la romana" per le sue origini capitoline, era una figura molto amata dai civitanovesi.
Per 35 anni è stata il volto e il pilastro della pasticceria La Romana, in corso Umberto I, gestita insieme a Sergio Torresi fino alla chiusura nel 2018. La sua presenza quotidiana, allegra e solare, era accompagnata da un sorriso e da una battuta pronta per i clienti. La sua romanità autentica le permetteva di relazionarsi con tutti con schiettezza e generosità, offrendo spesso brioche a chi non poteva permettersele, lasciando un ricordo indelebile in chi frequentava il locale.
La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto nei familiari, in particolare nei figli Alessio e Ylenia e nel marito Valentino, che insieme a lei e a Sergio Torresi ha condiviso l’epopea della pasticceria. La data dei funerali non è stata ancora fissata, in attesa degli esami diagnostici per accertare la causa precisa del decesso, decisione presa dal medico. Numerosi messaggi di cordoglio sono arrivati ai familiari, anche tramite i social, ricordando la sua gentilezza e il carattere straordinario.
Piazza Leopardi resa speciale dall’albero illuminato dal suggestivo gioco di luci. Ma ci saranno anche alberi in città addobbati con i pensieri degli alunni. “Sarà un Natale di Luce, Inclusione e Calore”, spiega il sindaco Emanuele Pepa.
Alle ore 18 il Natale è ufficialmente arrivato con l’accensione dell’albero in Piazza Leopardi, che domina la scena anche grazie a uno splendido gioco di luci e alle luminarie che impreziosiscono la piazza storica della città leopardiana. Un magnifico albero addobbato e acceso porta con sé il calore vivo del Natale e delle festività, rappresentando in grande ciò che in tante famiglie è presente in proporzioni più ridotte: alberi di Natale a rendere più magica l’atmosfera di questi giorni. A precedere e seguire l’accensione, spettacoli di gospel.
Ma non c’è solo il grande albero di Piazza Leopardi a rendere suggestivo il Natale recanatese: altri alberi sono posizionati in città per una festa diffusa e partecipata. “Sarà un Natale di Luce, Inclusione e Calore: gli alberi della nostra città si accendono di storie”, dice il sindaco Emanuele Pepa. “Il Natale è la festa che, più di ogni altra, ci ricorda il valore inestimabile della famiglia, della condivisione e dell’inclusione”.
Quest’anno questi valori prendono vita in modo davvero speciale nella città. “Dal nido alla primaria sono stati preparati con cura migliaia di cuori come messaggi di famiglia, di legami, di pace. Le nostre associazioni, i comitati e i rappresentanti delle vie del centro storico hanno collaborato con entusiasmo per creare addobbi unici che celebrano la solidarietà natalizia. Più che semplici decorazioni, i nostri alberi saranno veri e propri ‘teatri’ di riflessione. L’obiettivo che abbiamo condiviso è portare nei cuori la fiamma dell’amore e della cura verso il prossimo, una luce che desideriamo accompagni e riscaldi per tutto il nuovo anno che verrà. Ogni decorazione racconta una storia di volontariato, inclusione e condivisione”.
Le festività sono quindi iniziate: “È proprio vero, come indica il titolo di questo Natale 2025, che siamo di fronte a una ‘Magia tutta da scoprire’, giorno per giorno, evento per evento, organizzati nelle diverse parti della città. Ci sono gli alberi di Natale, il presepe, le luminarie, le cartoline; vogliamo lasciare a cittadini e turisti ricordi indelebili”. È così che Recanati apre le proprie porte al Natale.