Nel cuore del centro storico di Sant'Angelo in Pontano, sotto le suggestive volte dei sotterranei del teatro comunale “Nicola Antonio Angeletti”, prende vita una delle realtà culturali più affascinanti delle Marche: il Museo Tipologico del Presepe Cassese, una collezione permanente che racconta secoli di storia, arte e tradizione presepiale. Dal 2022 la raccolta è custodita in questo spazio grazie a un progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale e seguito da Gianni Berarducci, consigliere comunale che ha curato l’allestimento insieme alla figlia di Domenico Cassese, storico collezionista.
«Questa collezione è stata proposta dalla figlia di Domenico Cassese», spiega Berarducci, «anche perché Sant'Angelo in Pontano ha da tempo la nomina di Paese dei presepi. Il paese è diventato famoso per il percorso espositivo che allestivamo ogni anno e, conoscendo il sindaco, è nata l’idea di creare una mostra permanente». Una proposta che si è concretizzata nel momento in cui la famiglia Cassese doveva lasciare l’abitazione che ospitava la raccolta, rendendo necessaria una nuova collocazione capace di valorizzarne il prestigio.
La scelta dei sotterranei del teatro non è stata casuale. «Il locale si adattava molto bene alla mostra», sottolinea Berarducci, «è stato completamente recuperato, rifatto con tutte le illuminazioni a led nelle bacheche e oggi la collezione è esposta in modo molto più pertinente e consono al valore che ha». Un allestimento che esalta ogni dettaglio e accompagna il visitatore in un viaggio tra epoche e tradizioni diverse.
Tra i pezzi più importanti della collezione spicca il celebre presepe di Matera, realizzato da «uno scultore molto famoso di Trapani», come racconta Berarducci, «ed è sicuramente uno dei pezzi più pregiati». Accanto a questo capolavoro, il museo conserva presepi e statue risalenti anche al Settecento, oltre a opere provenienti da numerose aree d’Europa. «Ci sono pezzi di Cesi, visto che Domenico era originario di quella zona», aggiunge, «ma anche presepi polacchi, napoletani, spagnoli e francesi. È una collezione davvero internazionale».
La figura di Domenico Cassese rappresenta il cuore pulsante di questo patrimonio. Nato a Brindisi nel 1908 da famiglia napoletana e vissuto tra Pollenza e Macerata, Cassese ha dedicato l’intera vita al presepe, trasformando una passione infantile in un percorso culturale di rilievo nazionale. Partecipò a convegni, mostre e scambi con collezionisti italiani ed esteri, arrivando a creare un vero museo tipologico nella propria abitazione, visitato da appassionati e scolaresche fino alla sua scomparsa nel 1997.
Oggi quella lunga storia continua a vivere a Sant'Angelo in Pontano, rafforzando l’identità di un borgo che, come ricordato anche dal sindaco Vanda Broglia, è conosciuto in tutto il centro Italia come “il paese dei cento presepi”. Un riconoscimento che trova nuova linfa proprio nella presenza della collezione Cassese, destinata a rimanere in dotazione al Comune per dieci anni.
La visita al museo è possibile su appuntamento durante la settimana, mentre nei giorni festivi l’apertura è prevista dalle 15:30 alle 19:30. Un’occasione preziosa per scoprire un patrimonio artistico e culturale unico, dove il presepe diventa racconto, memoria e identità condivisa.
Nel cuore del centro storico di Sant'Angelo in Pontano, sotto le suggestive volte dei sotterranei del teatro comunale “Nicola Antonio Angeletti”, prende vita una delle realtà culturali più affascinanti delle Marche: il Museo Tipologico del Presepe Cassese, una collezione permanente che racconta secoli di storia, arte e tradizione presepiale. Dal 2022 la raccolta è custodita in questo spazio grazie a un progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale e seguito da Gianni Berarducci, consigliere comunale che ha curato l’allestimento insieme alla figlia di Domenico Cassese, storico collezionista.
«Questa collezione è stata proposta dalla figlia di Domenico Cassese», spiega Berarducci, «anche perché Sant'Angelo in Pontano ha da tempo la nomina di Paese dei presepi. Il paese è diventato famoso per il percorso espositivo che allestivamo ogni anno e, conoscendo il sindaco, è nata l’idea di creare una mostra permanente». Una proposta che si è concretizzata nel momento in cui la famiglia Cassese doveva lasciare l’abitazione che ospitava la raccolta, rendendo necessaria una nuova collocazione capace di valorizzarne il prestigio.
La scelta dei sotterranei del teatro non è stata casuale. «Il locale si adattava molto bene alla mostra», sottolinea Berarducci, «è stato completamente recuperato, rifatto con tutte le illuminazioni a led nelle bacheche e oggi la collezione è esposta in modo molto più pertinente e consono al valore che ha». Un allestimento che esalta ogni dettaglio e accompagna il visitatore in un viaggio tra epoche e tradizioni diverse.
Tra i pezzi più importanti della collezione spicca il celebre presepe di Matera, realizzato da «uno scultore molto famoso di Trapani», come racconta Berarducci, «ed è sicuramente uno dei pezzi più pregiati». Accanto a questo capolavoro, il museo conserva presepi e statue risalenti anche al Settecento, oltre a opere provenienti da numerose aree d’Europa. «Ci sono pezzi di Cesi, visto che Domenico era originario di quella zona», aggiunge, «ma anche presepi polacchi, napoletani, spagnoli e francesi. È una collezione davvero internazionale».
La figura di Domenico Cassese rappresenta il cuore pulsante di questo patrimonio. Nato a Brindisi nel 1908 da famiglia napoletana e vissuto tra Pollenza e Macerata, Cassese ha dedicato l’intera vita al presepe, trasformando una passione infantile in un percorso culturale di rilievo nazionale. Partecipò a convegni, mostre e scambi con collezionisti italiani ed esteri, arrivando a creare un vero museo tipologico nella propria abitazione, visitato da appassionati e scolaresche fino alla sua scomparsa nel 1997.
Oggi quella lunga storia continua a vivere a Sant'Angelo in Pontano, rafforzando l’identità di un borgo che, come ricordato anche dal sindaco Vanda Broglia, è conosciuto in tutto il centro Italia come “il paese dei cento presepi”. Un riconoscimento che trova nuova linfa proprio nella presenza della collezione Cassese, destinata a rimanere in dotazione al Comune per dieci anni.
La visita al museo è possibile su appuntamento durante la settimana, mentre nei giorni festivi l’apertura è prevista dalle 15:30 alle 19:30. Un’occasione preziosa per scoprire un patrimonio artistico e culturale unico, dove il presepe diventa racconto, memoria e identità condivisa.
Sono stati individuati e denunciati nove tifosi, in gran parte giovanissimi, ritenuti responsabili dei gravi tafferugli avvenuti domenica 14 dicembre nei pressi del parcheggio del “Megauno Store” di Civitanova Marche. L’operazione è stata condotta dalla Polizia di Stato della questura di Macerata, al termine di una complessa attività investigativa avviata immediatamente dopo gli episodi di violenza.
Nei confronti dei nove soggetti deferiti all’autorità giudiziaria, la Divisione Anticrimine, diretta dal primo dirigente Patrizia Peroni, ha emesso altrettanti provvedimenti di Daspi, con durate variabili da un minimo di un anno fino a un massimo di cinque anni, a seconda delle responsabilità accertate.
Fondamentale per l’identificazione dei presunti responsabili è stato il lavoro del Gabinetto di Polizia Scientifica, che ha analizzato e comparato le immagini acquisite, consentendo agli investigatori della D.I.G.O.S., diretti dal commissario capo Di Francesco, di risalire all’identità dei nove soggetti coinvolti negli scontri.
L’attività investigativa, fanno sapere dalla questura, "è tuttora in corso e mira all’individuazione di ulteriori responsabili, al fine di ricostruire con precisione l’intera dinamica dei fatti e assicurare alla giustizia tutti coloro che hanno preso parte ai disordini".
I carabinieri della stazione di Macerata hanno denunciato all'autorità giudiziaria un 30enne del posto, ritenuto responsabile di un furto in abitazione ai danni di una donna di 67 anni. L’episodio risale alla metà di dicembre ed è emerso a seguito della denuncia presentata dalla vittima il 19 dicembre presso il comando locale dell’Arma.
Secondo quanto ricostruito, la donna aveva ospitato il 16 dicembre un uomo di sua conoscenza che, dopo un presunto litigio con la compagna e l’allontanamento dall’abitazione condivisa, le aveva chiesto un riparo temporaneo. La 67enne, acconsentendo alla richiesta, gli aveva consegnato anche le chiavi di casa.
La mattina successiva l’uomo si è allontanato dall’abitazione con il pretesto di uscire per acquistare delle sigarette, senza però fare più ritorno. Solo in un secondo momento la donna si è accorta che dall’appartamento mancavano il bancomat, un orologio in oro marca Breitling e il mazzo di chiavi. Nonostante le successive rassicurazioni ricevute dall’uomo circa una presunta restituzione degli oggetti, quanto promesso non si è mai concretizzato.
Le indagini avviate dai carabinieri hanno consentito di raccogliere elementi utili all’identificazione del presunto responsabile, che è stato quindi denunciato per furto in abitazione. Il procedimento è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Sempre nell’ambito dell’attività di controllo del territorio in provincia, nei giorni scorsi i carabinieri della stazione di Corridonia hanno dato esecuzione a un provvedimento restrittivo emesso dall’ufficio di sorveglianza di Macerata, arrestando una 25enne di origini moldave, senza fissa dimora. La misura è scaturita dalla sospensione cautelare di una misura alternativa alla detenzione, disposta a seguito di ripetute e gravi violazioni commesse dalla giovane all’interno di una comunità terapeutica dove si trovava in affidamento in prova.
Al termine delle formalità di rito, la 25enne è stata condotta presso la casa circondariale di Pesaro, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Questa mattina, nell’Aula Biblioteca dell’Ospedale di Macerata, si è tenuta l'inaugurazione del nuovo angiografo donato dalla Fondazione Carima alla Radiologia Interventistica, diretta dal dottor Salvatore Alborino. Un passaggio decisivo per il rafforzamento dell’offerta sanitaria del territorio e per la qualità delle prestazioni rivolte ai cittadini.
Il valore umano e collettivo dell’iniziativa è stato sottolineato dal presidente della Fondazione Carima Francesco Sabbatucci Friscioni Stendardi, che ha voluto ringraziare chi quotidianamente rende possibile questo impegno: “Tutto questo è grazie a quelle persone vestite con le camicie verdi e bianche che ci aiutano tutti i giorni”. Il presidente ha poi ricordato come si tratti di una donazione che va oltre ogni confine: “È una cosa che serve a tutti, non solo alla provincia di Macerata, ma anche a chi arriva da fuori regione per curarsi qui”.
Soddisfazione anche da parte dell’amministrazione comunale. Il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli ha evidenziato l’importanza della collaborazione con la Fondazione Carima, dichiarando: “Ringrazio la Fondazione con la quale collaboriamo su più fronti e che aiuta concretamente la città di Macerata”. Una sinergia che nel tempo ha prodotto risultati tangibili per la comunità.
Il quadro complessivo degli investimenti è stato illustrato dal segretario della Fondazione Gianni Fermanelli, che ha parlato di un percorso iniziato un anno fa e oggi portato a compimento: “Dopo un anno esatto si chiude un cerchio nel migliore dei modi. Abbiamo completato una campagna di donazioni sanitarie che conta 17 apparecchiature distribuite su tutti e tre i presidi ospedalieri per un valore complessivo di circa 1 milione e 600 mila euro”. Il nuovo angiografo, ha aggiunto, rappresenta “il fiore all’occhiello di un impegno che ha come obiettivo l’accrescimento del benessere sociale, culturale e fisico del territorio”.
Dal punto di vista sanitario, la dirigente Ast Macerata Daniela Corsi ha sottolineato come questa donazione completi un percorso di crescita già avviato: “Avevamo grandi professionalità e oggi l’unità operativa è finalmente come deve essere. Questi nuovi macchinari eliminano molti spostamenti per la radiologia e permettono un’offerta che cresce ed è sempre più disponibile per i cittadini”.
A rimarcare l’importanza istituzionale dell’evento è intervenuto anche l’assessore regionale Paolo Calcinaro, che ha definito l’inaugurazione “un momento importante”, ribadendo un concetto chiave: “Il pubblico da solo non ce la può fare, mentre quando c’è un’alleanza con il privato si cresce”. Un ringraziamento sentito alla Fondazione Carima e un riconoscimento al valore dell’ospedale di Macerata, già protagonista di ottimi risultati nei dati Agenas: “È un’acquisizione di ulteriore qualità per professionalità riconosciute anche a livello ultraregionale”.
Il direttore generale Ast Macerata Alessandro Marini ha evidenziato il livello tecnologico dell’angiografo e il valore del lavoro di squadra: “Si tratta di una dotazione di altissima fascia, molto performante. Questa tecnologia, unita alla grande professionalità del dottor Alborino, del suo gruppo e di tutta la struttura, ci consente di mantenere performance tra le migliori a livello nazionale”. Marini ha inoltre annunciato che, completate le verifiche tecniche, la macchina sarà operativa dall’inizio del nuovo anno.
A spiegare nel dettaglio l’impatto clinico del nuovo angiografo è stato il direttore della Radiologia Interventistica Salvatore Alborino, che ha ricordato come questo settore sia ormai centrale nella medicina moderna: “La radiologia interventistica riduce gli interventi invasivi e anche i costi”. Grazie a questa apparecchiatura, ha spiegato, “potremo lavorare con maggiore precisione, accuratezza e velocità, trattando più pazienti”. Alborino ha aggiunto che alcuni interventi, soprattutto in ambito oncologico e vascolare, “possono essere eseguiti solo con apparecchiature di questo livello, permettendoci procedure molto più avanzate e complesse rispetto a quelle già oggi di altissima difficoltà che eseguiamo”.
L’inaugurazione del nuovo angiografo si configura così non solo come un traguardo tecnologico, ma come il simbolo concreto di una collaborazione virtuosa tra istituzioni, sanità e mondo privato, capace di tradursi in qualità delle cure, innovazione e maggiore attenzione ai bisogni dei cittadini.
Sono stati restituiti nei giorni scorsi ai legittimi proprietari alcuni gioielli trafugati nel novembre 2022, al termine del procedimento penale e a seguito del dissequestro dei beni. A darne notizia sono i carabinieri della stazione di Matelica, che hanno curato la riconsegna dei preziosi alle famiglie coinvolte.
I fatti risalgono al 21 novembre 2022, quando un corto circuito provocò l’incendio di un’autovettura parcheggiata nei garage di una palazzina residenziale di Matelica. Le fiamme si propagarono rapidamente all’intero edificio, composto da tre piani e sei appartamenti, causando gravi danni strutturali e il crollo parziale del solaio del primo piano. Per ragioni di pubblica incolumità, tutti i nuclei familiari residenti furono evacuati e ospitati temporaneamente presso abitazioni di parenti.
Nei giorni immediatamente successivi all’evento, i militari della stazione di Matelica avviarono specifici servizi di prevenzione antisciacallaggio, intensificando i controlli nell’area colpita dall’incendio. Proprio durante una di queste attività, il 23 novembre 2022, all’interno della palazzina ormai disabitata, i carabinieri arrestarono un cittadino kosovaro di 36 anni, colto in flagranza mentre stava perpetrando furti ai danni dei sei appartamenti resi inagibili dal rogo. L’uomo oppose anche una tenace resistenza all’atto dell’intervento.
Nel corso dell’operazione, l’arrestato fu trovato in possesso di numerosi oggetti in oro, oltre a denaro contante per circa 300 euro e 150 dollari statunitensi. I successivi accertamenti e una perquisizione domiciliare consentirono inoltre di rinvenire diversi arnesi da scasso, confermando la natura predatoria dell’azione criminosa.
A distanza di circa tre anni, con la conclusione dell’iter giudiziario e il conseguente dissequestro, i beni sono stati finalmente restituiti ai legittimi proprietari. La riconsegna ha rappresentato per le famiglie coinvolte la chiusura definitiva di un periodo particolarmente difficile, segnato prima dall’incendio e poi dal furto subito in una fase di grande vulnerabilità.
I cittadini interessati hanno espresso sincera gratitudine ai carabinieri della stazione di Matelica, ringraziandoli per la professionalità e la costante presenza sul territorio, sottolineando il ruolo fondamentale dell’Arma nella tutela della legalità e della sicurezza della comunità.
Dopo mesi di trambusti, trattative, contestazioni e un clima sempre più teso attorno al club, la Civitanovese cambia ufficialmente proprietà. A comunicarlo è stata la stessa società rossoblù attraverso un comunicato ufficiale che sancisce il passaggio del 100% delle quote societarie da Mondo Service Srl a Francesco Borrelli.
«In data odierna si è ufficialmente perfezionato il passaggio del 100% delle quote societarie da Mondo Service Srl a Francesco Borrelli. L’operazione sancisce un nuovo assetto proprietario del club, garantendo continuità gestionale e una visione orientata alla stabilità e allo sviluppo della società nel prosieguo della stagione sportiva in corso», si legge nella nota diffusa dalla società.
Nel comunicato, la nuova proprietà ha voluto ringraziare Mauro Profili per il lavoro svolto negli ultimi anni: «Un lavoro caratterizzato da impegno, dedizione e senso di responsabilità, che ha contribuito in modo significativo al percorso del club e alla sua struttura organizzativa». Borrelli ha inoltre annunciato l’intenzione di incontrare nei prossimi giorni tutte le componenti della Civitanovese — dirigenti, staff tecnico, collaboratori e tesserati — per instaurare un rapporto diretto, collaborativo e costruttivo, con l’obiettivo di proseguire la stagione nel migliore dei modi, nel rispetto dei valori storici del club.
Francesco Borrelli, presidente di Enerfin, spa all’avanguardia nella trasformazione energetica delle aziende italiane, arriva a Civitanova Marche con entusiasmo e consapevolezza dell’importanza storica e sportiva della Civitanovese e del forte legame che unisce la società alla città e ai suoi tifosi. Enerfin, che nel 2024 ha registrato un fatturato di € 90.726.694,00 e conta 6 dipendenti nel 2025, era comparso già all’inizio di novembre sulle maglie rossoblù, lasciando intuire che qualcosa sul fronte societario si stesse muovendo. Borrelli, erede dell’omonima famiglia di costruttori napoletani trapiantato a Roma e sposato con la giornalista Lisa Marzoli, prende in mano una Civitanovese oggi all’ultimo posto nel campionato di Eccellenza: un compito tutt’altro che semplice, che passa dalla difficile missione di salvare la categoria e, magari, di riavvicinare i tifosi rossoblù a un Polisportivo rimasto quasi deserto nelle ultime gare casalinghe.
Con questo passaggio di proprietà si chiude definitivamente l’era di Mauro Profili. L’imprenditore aveva rilevato la Civitanovese all’asta fallimentare il 12 luglio 2017, ripartendo dalla Prima Categoria. In sette anni era riuscito a riportare il club fino alla Serie D, centrando un doppio salto di categoria grazie alle vittorie nei campionati di Promozione ed Eccellenza nelle stagioni 2022/23 e 2023/24. Un percorso sportivo importante, macchiato però dall’amaro epilogo della scorsa stagione: il ritorno nella categoria nazionale è durato un solo anno, concluso con la retrocessione dopo la sconfitta nei playout contro il Notaresco, che ha acceso definitivamente la protesta della tifoseria contro la gestione societaria.
In estate Profili sembrava vicino a cedere la società all’imprenditore romano Ciaccia, salvo poi rimanere al comando e iscrivere la squadra al campionato di Eccellenza. Da lì, mesi di turbolenze, scritte “Profili vattene” apparse in ogni angolo di Civitanova, confronti durissimi con la tifoseria, sfociati in più occasioni in momenti di forte tensione, quasi al contatto fisico. Ora, a pochi giorni dal Natale, arriva l’epilogo: il 23 dicembre Mauro Profili consegna la Civitanovese e esce di scena.
Per il club rossoblù si apre una nuova fase, carica di incognite ma anche di speranze. Il campo dirà se il cambio di proprietà saprà tradursi in risultati e serenità, ma intanto Civitanova volta pagina, affidando il proprio futuro a Francesco Borrelli e a una nuova visione societaria chiamata a ricucire il rapporto con la città e con la sua gente.
Si è risolta nel migliore dei modi una complessa operazione di soccorso che nel pomeriggio odierno ha tenuto con il fiato sospeso i soccorritori sui Monti Sibillini. Due alpinisti, provenienti rispettivamente da Roma e Bologna, sono rimasti bloccati lungo l'impegnativa parete nord della Cima del Lago mentre affrontavano l'ascesa del "Canale Nord", una via invernale che richiede grande perizia tecnica. La richiesta di aiuto è scattata tramite il Numero Unico di Emergenza 112 quando i due scalatori si sono trovati nell'impossibilità di proseguire a poca distanza dalla vetta.
Il Soccorso Alpino e Speleologico Marche ha immediatamente attivato il protocollo di ricerca, impiegando una risorsa tecnologica rivelatasi fondamentale: un drone condotto da un pilota specializzato. Grazie alla ricognizione aerea, è stato possibile individuare rapidamente i due uomini nell'impervio scenario montano, permettendo alle squadre di terra di coordinare i movimenti con precisione. Nel frattempo, i due scalatori sono riusciti con estrema fatica a raggiungere autonomamente il Bivacco Zilioli, dove sono stati finalmente intercettati dai soccorritori che erano saliti a piedi per andare loro incontro.
L'operazione ha visto un imponente dispiegamento di forze a valle, con due squadre dei Vigili del Fuoco e altre cinque del Soccorso Alpino pronte a intervenire da Forca di Presta per ogni eventualità. Una volta messi in sicurezza e presi in carico dai tecnici, gli alpinisti sono stati riaccompagnati lungo il sentiero fino alle loro auto. Nonostante il grande spavento e la situazione critica vissuta in parete, l'intervento si è concluso senza conseguenze fisiche per i protagonisti, che hanno potuto far rientro a casa sani e salvi.
Pieve Torina – I Carabinieri della Stazione di Pieve Torina, con il supporto dei militari di Serravalle di Chienti, hanno arrestato un cittadino rumeno di 37 anni, domiciliato a Muccia, con l’accusa di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.
L’operazione è scattata nel corso dei consueti servizi di controllo del territorio. Durante un controllo, l’uomo ha esibito un documento che ha subito insospettito i militari, i quali hanno deciso di approfondire gli accertamenti. Accompagnato presso la caserma, gli ulteriori controlli hanno permesso di accertare che il documento presentato era falso.
Al termine delle operazioni di identificazione e fotosegnalamento, per il 37enne è scattato l’arresto. L’uomo è stato quindi condotto presso la camera di sicurezza della Stazione dei Carabinieri di Pioraco, dove è rimasto a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’udienza di convalida.
Un nuovo, prestigiosissimo riconoscimento si aggiunge al palmarès di Dante Ferretti. Lo scenografo maceratese è tra i vincitori dell’ottava edizione degli International Opera Awards – “Stella della lirica”, il più autorevole premio dedicato ai protagonisti della lirica mondiale, ideato da Alfredo Torrisi. A Ferretti è stato assegnato il premio Opera Star per la scenografia, consacrandolo definitivamente anche come figura centrale nella storia del teatro d’opera. La cerimonia si è tenuta lunedì 22 dicembre al Teatro dell’Opera di Roma, in un contesto di assoluto prestigio internazionale. Un riconoscimento che certifica, ancora una volta, la statura di un artista che ha attraversato cinema, teatro e lirica con una forza visionaria senza eguali.
I numeri, del resto, parlano da soli: 3 Premi Oscar, 5 David di Donatello, 14 Nastri d’Argento, per un totale di 175 premi ricevuti nel corso della sua carriera. Un curriculum che non ha eguali nel panorama artistico italiano e che colloca Dante Ferretti tra i più grandi scenografi di tutti i tempi, non solo del cinema ma dell’intera storia dello spettacolo.
Collaboratore di maestri assoluti come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini e Martin Scorsese, Ferretti ha costruito mondi, epoche e immaginari entrati nella memoria collettiva. Eppure, a fronte di una celebrazione continua da parte delle istituzioni culturali nazionali e internazionali, emerge con sempre maggiore evidenza una discrasia che per Macerata dovrebbe far riflettere. Mentre l’Italia e il mondo continuano a rendere omaggio a uno dei più grandi artisti viventi, la sua città natale sembra mantenere una distanza difficile da comprendere. Un paradosso evidente: Macerata, città di cultura, università e spettacolo, fatica a riconoscere e valorizzare uno dei suoi figli più illustri, una personalità che ha portato il nome della sua terra ai vertici mondiali dell’arte.
Lo scorso 18 dicembre, al Pio Sodalizio dei Piceni a Roma, è stata presentata l’opera “Bellezza imperfetta. Io e Pasolini”, il libro a cura di David Miliozzi che racconta il rapporto umano e artistico tra Dante Ferretti e Pier Paolo Pasolini. Un evento di grande successo, inserito in un tour di presentazioni che sta attraversando numerose città italiane. Tutte, finora, tranne Macerata.
A rendere il quadro ancora più emblematico è la notizia, diffusa nei mesi scorsi, della nomina del tre volte Premio Oscar a direttore artistico del Museo della Civiltà del Mare Adriatico, progetto portante della candidatura di Ancona a Capitale Italiana della Cultura 2028. Ancora una volta, dunque, Dante Ferretti viene scelto per rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo. Ancora una volta, lontano da Macerata.
L'inverno a Sassotetto è partito con il piede giusto, dimostrando che la voglia di montagna va ormai oltre le semplici previsioni del tempo. Alla Baita Solaria, la stagione procede con un entusiasmo che conferma quanto le vette marchigiane sappiano essere attrattive anche fuori dai canoni tradizionali. Grazie a un equilibrio tra accoglienza calorosa e capacità di reinventarsi, la struttura, gestita da Giulia Antonelli, è diventata un punto di ritrovo fondamentale: tra i celebri "pranzi spettacolo" e una programmazione attenta alle nuove esigenze del pubblico, la baita racconta oggi un modo nuovo e originale di vivere il turismo d'alta quota.
L'andamento della stagione ha beneficiato di un avvio anticipato, garantendo una continuità nelle presenze fin dai primi freddi. Giulia Antonelli spiega: "Non ci possiamo lamentare; avendo iniziato con la neve già da fine novembre, siamo riusciti a riempire fin da subito sia gli impianti che le baite. Anche in questo fine settimana, pure senza neve, è stato quasi pieno”.
In vista del calendario natalizio, la scelta è stata quella di modulare l'offerta alternando momenti di quiete a grandi appuntamenti collettivi. La gestione sottolinea: "Il 24, 25 dicembre vorremmo mantenere un'atmosfera più calma e tranquilla. Per il 26, però, abbiamo in programma un grende evento e siamo già abbondantemente sopra con le prenotazioni".
Proprio la domenica è diventata il baricentro dell'animazione a Sassotetto, con un format che fonde enogastronomia e intrattenimento. Sulla natura di questi appuntamenti, Antonelli dichiara: "Le domeniche sono sempre all’insegna dei pranzi spettacolo: un pranzo lungo che inizia dall’ora di pranzo e va a finire verso le 16:30 o le 17:00. Tra una portata e l’altra ci sono vari momenti di intrattenimento dove si balla".
L'ottima risposta del pubblico si riflette chiaramente anche nelle prenotazioni per l'ultima notte dell'anno, che registrano numeri vicini alla capienza massima. In merito al prossimo Capodanno, viene precisato: "Siamo già quasi sold out. Per l'ospitalità delle camere siamo pieni, mentre per il cenone sono rimasti gli ultimi posti a disposizione. Anche la navetta siamo riusciti a riempirla tutta”.
L'affluenza a Baita Solaria rivela inoltre una doppia anima, capace di attrarre target differenti a seconda del periodo della settimana. Sulla tipologia di clientela, la gestrice osserva: "Il fine settimana è più vivo, con un pubblico giovane e ragazzi che ballano. Durante la settimana, invece, è una montagna più da passeggiata, più autentica".
Infine, l'analisi si sposta sulla necessità di ripensare il modello economico della montagna per far fronte alle incertezze climatiche. Riguardo alle difficoltà gestionali, Giulia Antonelli conclude: "Il clima è drasticamente cambiato, per questo stiamo puntando sulla destagionalizzazione. Se la montagna restasse impostata solamente per la parte invernale, non riuscirebbe più a essere sostenibile".
Nuove nomine per Azione nella provincia maceratese: l’avvocato Federico Valori è stato designato segretario Comunale di Macerata, mentre Alessandro Cognigni ricoprirà il ruolo di segretario comunale di Civitanova Marche.
Un passo che il partito interpreta come un rafforzamento del radicamento sul territorio e come una conferma della continuità di un percorso politico già avviato. L’obiettivo dichiarato è costruire “un’alternativa politica seria e credibile” a partire dai Comuni, dando nuovo impulso all’attività e all’organizzazione locale.
"Le nomine arrivano in un momento di rilancio per Azione nella provincia, confermando l’attenzione del partito al dialogo con i cittadini e alla costruzione di un progetto politico solido, fondato sul territorio e sulle istanze locali".
Ingresso di peso nel panorama politico cittadino per i Civici Marche. Il consigliere comunale di maggioranza Claudio Carbonari ha ufficialmente aderito al movimento civico che fa capo al vicepresidente del Consiglio regionale Giacomo Rossi, rafforzando la presenza del gruppo a Macerata in vista delle prossime elezioni amministrative.
«Metto a disposizione dei Civici Marche la mia esperienza pluridecennale da consigliere comunale di Macerata – afferma Carbonari –. Si apre un percorso importante in vista delle prossime elezioni comunali, con l’obiettivo di dare nuovo slancio alla città e superare alcune criticità che ancora persistono». Il consigliere sottolinea inoltre la volontà di costruire un progetto politico aperto e condiviso: «Per raggiungere questi obiettivi dialogheremo e ascolteremo tutti coloro che hanno a cuore il futuro di Macerata, al di fuori di logiche di partito e incrostazioni ideologiche».
Soddisfazione è stata espressa anche dal vicepresidente del Consiglio regionale Giacomo Rossi, che ha rimarcato l’identità del movimento: «Civici Marche rappresenta la casa di chi vuole portare avanti una politica radicata nel territorio e lontana da vuoti slogan. Un modo di fare politica che coincide pienamente con il sentire del consigliere Carbonari». Rossi evidenzia come l’ingresso di Carbonari, avvocato noto e apprezzato, contribuisca a rafforzare il movimento nel capoluogo: «Con Claudio cresciamo anche nel Maceratese. È stato in prima linea nell’affrontare con serietà e concretezza temi fondamentali per il futuro della città e continuerà a difendere esclusivamente gli interessi dei maceratesi».
Sulla stessa linea il presidente dei Civici Marche Matteo Pompei e il presidente provinciale Jacopo Orlandani, che parlano di un passaggio naturale: «L’ingresso di Carbonari è il frutto di una collaborazione avviata da tempo e che ora si ufficializza». I due dirigenti annunciano inoltre il ruolo che il consigliere ricoprirà nel movimento: «Carbonari sarà il nostro referente su Macerata, con l’obiettivo di far crescere e strutturare il movimento in vista delle elezioni della prossima primavera, nelle quali vogliamo essere protagonisti».
Un successo di partecipazione è stato il convegno organizzato questo fine settimana dal direttore dell'Allergologia di Civitanova, Stefano Pucci, che ha visto la partecipazione di numerosi Medici di Medicina Generale provenienti da tutta la Regione Marche.
L'edizione 2025 di "MMG&Allergie" è stato un evento pensato a misura del Medico di Medicina Generale e focalizzato sulla appropriatezza e sulle innovazioni nella gestione delle allergopatie.
Le patologie allergiche, respiratorie e non respiratorie, rappresentano un problema di salute pubblica in costante crescita, con un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti e sui sistemi sanitari.
“In un contesto in cui l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e l’introduzione di nuovi strumenti diagnostici e terapeutici procedono rapidamente, diventa fondamentale aggiornare le competenze dei professionisti sanitari coinvolti nella gestione di queste patologie", ha affermato il Dr. Pucci.
Nel corso delle varie sessioni focus specifici sono stati dedicati al tema dell’inappropriatezza in allergologia, cruciale per ottimizzare le risorse e garantire cure efficaci e sostenibili, alle dimostrazioni pratiche delle varie procedure diagnostiche e all’impiego dell’intelligenza artificiale in allergologia.
Il corso, che si è svolto presso il Cosmopolitan di Civitanova, è stato un importante momento di aggiornamento, confronto e formazione attiva per i Medici di Medicina Generale coinvolti nella presa in carico dei pazienti allergici per una gestione sempre più efficace, appropriata e personalizzata delle allergopatie.
Tra i relatori che hanno preso parte al convegno erano presenti autorità di assoluto prestigio, quali il professor Antonino Romano, uno dei massimi esperti al mondo di allergie ai farmaci.
Il periodo delle feste porta spesso pranzi e cene più ricchi e brindisi frequenti. In questo contesto, mantenere una corretta idratazione è fondamentale per sostenere il corpo, ridurre la sensazione di stanchezza e prevenire i fastidi legati al consumo di alcol.
Prima di entrare nel merito degli effetti dell’alcol sull’organismo, è utile chiarire un punto spesso frainteso. Le evidenze scientifiche più recenti indicano che non esiste una quantità di alcol che possa essere definita completamente sicura per la salute. Allo stesso tempo, però, l’alcol è parte integrante della nostra cultura alimentare e dei momenti di convivialità, soprattutto durante le feste. Riconoscere entrambe queste dimensioni permette di adottare un approccio più realistico e consapevole: non basato su divieti rigidi, ma su scelte informate, attenzione alle quantità e rispetto dei segnali del proprio corpo.
L’alcol influisce direttamente sull’equilibrio dei liquidi nell’organismo: aumenta la diuresi, favorendo la perdita di acqua e sali minerali, e può portare a disidratazione anche lieve. Questo spiega perché, dopo aver bevuto, ci si possa sentire più stanchi e con mal di testa. Ma gli effetti dell’alcol non si limitano alla sete: rallenta la digestione, può provocare sensazione di pesantezza e interferire con il normale ritmo intestinale, alterare il sonno e influenzare la regolazione della glicemia e del metabolismo epatico.
Ma come possiamo affrontare pranzi e brindisi senza sentirci eccessivamente appesantiti o disidratati? Distribuire l’assunzione di liquidi nell’arco della giornata è la strategia più efficace: bere acqua regolarmente, anche prima di sedersi a tavola, aiuta a mantenere l’equilibrio idrico e sostiene tutte le funzioni metaboliche. Durante i pasti, alternare acqua e bevande alcoliche in quantità moderate riduce gli effetti negativi sull’organismo.
Le tisane, come quelle a base di camomilla, melissa o zenzero, apportano liquidi e favoriscono la digestione, riducendo la sensazione di gonfiore e sostenendo il rilassamento. Anche le acque aromatizzate naturali, con fettine di agrumi, frutti di bosco o erbe aromatiche, rappresentano un modo piacevole per aumentare l’apporto di liquidi.
È importante ricordare che le esigenze idriche variano in base a età, attività fisica, stato di salute e, naturalmente, quantità di alcol consumata. Bambini, anziani, donne in gravidanza e persone con condizioni cliniche particolari devono prestare maggiore attenzione all’idratazione. L’attività fisica, anche una semplice passeggiata dopo i pasti, favorisce il bilancio idrico e supporta la digestione.
Non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di vivere le feste, ma esiste la possibilità di farlo con maggiore attenzione al proprio benessere. Idratarsi correttamente e moderare l’alcol sono strumenti accessibili a tutti per sostenere il corpo e attraversare questo periodo con maggiore equilibrio e serenità.
Dopo un’edizione maceratese estremamente partecipata e ricca di soddisfazioni, c’è spazio anche per una prestigiosissima trasferta europea nel 2025 targato Overtime, il Festival nazionale del racconto, dell’etica e del giornalismo sportivo che giovedì 11 dicembre ha fatto tappa a Bruxelles per celebrare lo sport e i suoi valori in un’occasione davvero speciale.
Insieme ai rappresentanti dei municipi italiani, europei e mondiali che in vista del 2026 sono stati riconosciuti come capitali, città, comune, isola, regione e comunità dello sport, l’organizzatore Angelo Spagnuolo ha preso parte alla 26esima edizione dell’ACES Gala 2025, il consueto appuntamento promosso dall’associazione per celebrare le città, le regioni e le comunità più virtuose del panorama sportivo internazionale.
Nella sala Alcide De Gasperi della sede del Parlamento Europeo, di fronte ad europarlamentari e amministratori provenienti da tutto il mondo, Angelo Spagnuolo ha presentato la sesta edizione del Premio audiovisivo ACES International Video Awards (AIVA), che come da tradizione sarà ospitata nell’ambito della sedicesima edizione di Overtime.
Il nuovo record di partecipazione fatto registrare sul palco del Teatro Lauro Rossi di Macerata dall’edizione 2025, con ben 28 partecipanti da ogni angolo del pianeta, conferma il percorso di crescita di un contest che celebra la creatività e lo spirito di collaborazione di tutti i partner del network ACES, da riproporre anche nel 2026 in un Overtime dedicato al tema del desiderio.
In attesa di conoscere i nomi delle amministrazioni premiate per il miglior video di candidatura ai titoli assegnati da ACES, Macerata e il Festival sono pronte a celebrare ancora una volta l’impegno delle amministrazioni locali nella promozione dello sport, della salute e del benessere per i propri cittadini, evidenziando l'importanza dello sport come strumento di inclusione sociale e sviluppo territoriale.
«Gli ACES International Video Awards rappresentano per Overtime Festival uno spazio di confronto e racconto in cui lo sport diventa linguaggio universale - spiega Angelo Spagnuolo - Oltre a riconoscere la qualità tecnica dei prodotti audiovisivi in concorso, il contest premia i valori che da sempre guidano l’impegno di ACES e Overtime, a partire dall’accessibilità e dal diritto di tutti a praticare sport. Guardiamo alla prossima edizione con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente il coinvolgimento degli enti locali, che invitiamo a continuare a raccontare con creatività e passione l’impegno delle comunità nello sviluppo di uno sport sempre più aperto, inclusivo e condiviso».
Appuntamento, dunque, sabato 10 ottobre 2026 al Teatro Lauro Rossi di Macerata con le emozioni che solo lo sport è in grado di regalare.
Si dividono la posta CBF Balducci HR e Il Bisonte Firenze: le toscane passano al tie break al Fontescodella dopo una sfida con tanti capovolgimenti di fronte nella terza giornata di ritorno Serie A1 Tigotà. Le arancionere salgono a quota 17 punti in classifica con il punto guadagnato, le fiorentine tornano al successo dopo 7 ko consecutivi raggiungendo quota 15. Non bastano i 30 punti di Decortes alle maceratesi (in doppia cifra anche Kokkonen, 19, e Mazzon, 12): Firenze viene trascinata dalla MVP Acciarri (19 punti con 5 muri)
Nel primo set Firenze trova il break due volte: prima sul 13-16 (attacco al 50%, Knollema 5), poi sul 18-21 dopo essere stata agganciata dalle arancionere sul 17-17: la CBF Balducci HR ci riprova con Decortes (7 punti) ma gli errori al servizio (saranno 7 alla fine) proprio nel finale permettono alle toscane di conquistare il parziale 23-25. Completamente diverso il secondo set: le arancionere azzerano gli errori in battuta, salgono oltre il 50% in attacco (altri 7 per Decortes), Il Bisonte crolla al 22% di percentuale offensiva, la CBF Balducci HR dilaga prima sul 16-9 poi sul 23-11 fino al 25-12 conclusivo. Reazione Firenze nel terzo set, le toscane trovano subito il break grazie a muro e servizio con Acciarri protagonista (5-11, 8 punti e 3 muri a fine set per la centrale), trovando poi la continuità giusta in attacco: Macerata rientra fino al 20-22 con la solita Decortes (9 punti) ma le toscane trovano il guizzo giusto per il 21-25. Quarto set che torna invece di marca arancionera, grazie a 3 muri e un attacco CBF Balducci HR superiore in efficienza rispetto a quello delle toscane (39% vs 29%), i 6 punti di Kokkonen fanno il resto fino al 25-20 finale. Nel tie break Firenze parte meglio (3-6), tiene il +3 con le maceratesi che non sfruttano alcune occasioni in contrattacco (5-8 e 8-11), poi riesce ad agganciare Il Bisonte sul 13-13, ma la zampata finale è delle fiorentine (13-15)
LA CRONACA
Coach Lionetti schiera Bonelli-Decortes, Mazzon-Crawford, Kokkonen-Piomboni, Caforio libero. Coach Chiavegatti sceglie Agrifoglio-Bukilic, Acciarri-Malesevic, Knollema-Tanase, Valoppi libero.
Punto a punto l’avvio, Piomboni a segno (3-2), risponde Knollema (3-4), Decortes passa, 4-4. Knollema allunga in pallonetto (5-7), poi Bonelli la ferma (6-7), Crawford in fast (7-8), poi sbaglia, 7-10. Toccato l’attacco Decortes (8-10), Piomboni mani out (9-10), Decortes a segno (10-11), ancora lei, 11-12. Bonelli a filo rete (12-13), Mazzon contrattacco (13-13), Bukilic mani out (13-15), muro Knollema, 13-16. Invasione Firenze (14-16), Kokkonen vincente (15-17), Decortes pallonetto (16-17), ancora lei a segno, 17-17. Di nuovo Decortes (18-17), muro Acciarri (18-19), ace Malesevic (18-20), Acciarri a filo rete, 18-21. Out Bukilic (20-21), errore Crawford (21-23), Piomboni vincente (22-23), ancora errore al servizio arancionero (22-24), Mazzon passa (23-24), la terza battuta consecutiva in rete chiude il set 23-25.
Kokkonen mani out nel secondo set (3-2), Decortes pipe (4-3), stesso colpo per il 5-4, Bukilic sbaglia, 6-4. Errore Decortes (6-6), Kokkonen lungolinea (7-6), tocco vincente Decortes (8-6), Piomboni mani out, 9-6. Decortes contrattacco (10-6), ancora Decortes (12-7), Mazzon a filo rete (13-7), in campo Zuccarelli per Firenze. Piomboni a segno (14-8), Mazzon fast (15-9), Decortes contrattacco (16-9), Tanase sbaglia, 17-9. Entra Morello in regia, muro Mazzon (18-9), Kokkonen mani out (19-9), ancora la finlandese, 20-10. Ace Bonelli (22-11), muro Kokkonen (23-11), Decortes a filo rete (24-12), invasione aerea Morello, 25-12.
(Foto Roberto Bartomeoli)
Nel terzo set subito break di Firenze sul servizio di Malesevic (2-4), muro Tanase (2-5), risponde Mazzon (3-5), muro Acciarri, 3-7. Invasione arancionera (3-8), Decortes pipe (4-8), ace Acciarri col nastro (5-11), Kokkonen a segno, 6-11. Crawford primo tempo (7-12), Tanase sbaglia (8-13), toccato l’attacco Decortes (9-13), muro Acciarri, 9-15. Piomboni a segno (10-15), Agrifoglio ferma Kokkonen (11-17), poi la finlandese vincente in contrattacco, 13-17. Kokkonen errore (13-19), poi a segno (14-19), Decortes lungolinea (15-20), c’è Kockarevic per Piomboni, ancora l’opposta, 16-20. Tanase a segno (16-22), Mazzon primo tempo, 18-22. Dentro Kacmaz per Malesevic, out Bukilic (19-22), Decortes pallonetto (20-22), poi da seconda linea a segno, 21-23. Chiude Acciarri in primo tempo e a muro, 21-25.
Equilibrio in avvio di quarto set (2-2), Crawford primo tempo (3-3), muro Kokkonen (4-3), pallonetto della finlandese, 5-4. Knollema out (6-5), Decortes a segno (7-6), Piomboni mani out, 8-7. Mazzon contrattacco (9-7), Decortes vincente (10-8), Kokkonen contrattacco (11-8), muro Crawford, 12-8. Kokkonen a segno (14-10), entra Kockarevic per Piomboni, Crawford primo tempo (15-11), Knollema non passa, 16-12. Decortes contrattacco (17-12), Kacmaz a filo rete (17-14), Kokkonen mani out (19-14), ancora la finlandese, 20-15. Muro Bonelli (21-16), Knollema sbaglia dopo le difese di Bresciani (22-17), Kockarevic a segno (23-18), Decortes passa (24-19), chiude Mazzon 25-20.
Break Firenze in avvio di tie break con Agrifoglio (1-3), Kokkonen gran colpo (2-3), Knollema a segno per il 3-6. Errore Acciarri (4-6), Mazzon primo tempo (5-7), out Knollema (6-8), Decortes a segno, 7-9. Muro Crawford (8-10), Knollema non passa (9-10), Decortes mani out (11-12), poi sbaglia (11-13), Mazzon primo tempo (12-13), Kockarevic contrattacco (13-13), muro Kacmaz (13-14), chiude Tanase 13-15.
IL TABELLINO
CBF BALDUCCI HR MACERATA - IL BISONTE FIRENZE 2-3 (23-25 25-12 21-25 25-20 13-15)
CBF BALDUCCI HR MACERATA: Bonelli 5, Kokkonen 19, Crawford 6, Decortes 30, Piomboni 9, Mazzon 12, Caforio (L), Kockarevic 2, Sismondi, Batte, Ornoch, Bresciani. All. Lionetti.
IL BISONTE FIRENZE: Knollema 17, Malesevic 2, Bukilic 12, Tanase 15, Acciarri 19, Agrifoglio 2, Valoppi (L), Kacmaz 5, Zuccarelli 1, Villani, Morello, Colzi, Lapini (L), Bertolino. All. Chiavegatti.
ARBITRI: Vagni, Luciani.
NOTE - Spettatori: 730, Durata set: 24', 26', 28', 27', 18'; Tot: 123'. MVP: Acciarri.
La ricerca "Le equilibriste. La maternità in Italia 2025" a cura di Alessandra Minello per Save the Children fotografa un decennio di persistenti squilibri tra genitorialità e partecipazione al lavoro. In Italia, le madri continuano a confrontarsi con un mercato del lavoro che penalizza la presenza di figli, in un contesto sociale che ancora attribuisce alla donna la responsabilità principale della cura familiare. La denatalità e il calo delle nascite, insieme a nuclei familiari sempre più piccoli e fragili, accentuano il fenomeno. Nel 2024 sono nati 370.000 bambini, con un calo del 2,6% rispetto al 2023, e il tasso di fecondità totale è sceso a 1,18 figli per donna, mentre l’età media al parto è di 32,6 anni (ISTAT, 2025).
Nel Centro Italia e nelle Marche emerge chiaramente lo svantaggio occupazionale femminile legato alla maternità. Nel 2024, il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 54 anni senza figli era del 74,3%, scendendo al 69,2% tra le madri con figli minori. La penalizzazione cresce con il numero di figli e nelle fasce d’età centrali: tra le donne 35-44enni con due o più figli minori, il tasso di occupazione scende al 67,1%, contro il 95% degli uomini nella stessa condizione.
L’inattività delle donne aumenta dal 19,9% senza figli al 26,4% con figli minori, mentre per gli uomini con figli minori l’inattività è solo del 3% (Save the Children, 2025). Per quanto riguarda i nuclei monoparentali, al Centro Italia le quote di madri sole e padri soli con figli risultano più elevate rispetto alla media nazionale, pari rispettivamente al 20,6% e al 6,0% del totale dei nuclei.
Nelle Marche e in altre regioni centrali, tra il 2011 e il 2021, l’aumento dei nuclei con madri sole ha superato il 40% (ISTAT, 2021). Anche la distribuzione dei figli mostra una prevalenza del figlio unico tra i nuclei monoparentali, con il 70% dei nuclei con un solo figlio residente, spesso maggiorenne.
A livello nazionale, i dati confermano uno scenario complesso: il tasso di occupazione femminile nella fascia 25-54 anni è del 64,9%, quasi venti punti inferiore a quello maschile, con un tasso di disoccupazione del 7,5% rispetto al 5,6% degli uomini. L’inattività cresce sensibilmente con la maternità, e le famiglie monoparentali mostrano livelli più elevati di povertà e deprivazione materiale.
Le politiche familiari, pur in aumento di spesa rispetto al Pil (1,55% nel 2022), non hanno ancora colmato le disparità strutturali tra donne e uomini, né risposto adeguatamente alle esigenze delle madri sole. La fotografia complessiva del Paese evidenzia l’urgenza di interventi mirati a sostenere la maternità, garantire pari opportunità nel lavoro e ridurre le disuguaglianze territoriali e di genere, in particolare nel Centro e nel Sud Italia (Save the Children, 2025).
Questi dati suggeriscono una riflessione più ampia sul legame tra lavoro e genitorialità in Italia. Lo svantaggio occupazionale che le donne affrontano mette di fronte molte madri a una scelta difficile: conciliare la maternità con la propria carriera o rinunciare temporaneamente - o permanentemente - alla genitorialità per preservare l’indipendenza economica e professionale.
Negli ultimi anni, alcune misure legislative hanno cercato di sostenere i genitori: il Bonus per le nuove nascite (1.000 euro una tantum per figli nati o adottati dal 2025 con ISEE fino a 40.000 euro), le maggiorazioni dell’Assegno unico e universale (AUU) per il primo anno di vita dei figli, la decontribuzione per le madri lavoratrici fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo, e l’incremento dell’indennità del congedo parentale all’80% della retribuzione per tre mesi entro il sesto anno di vita del bambino.
A queste si aggiungono gli investimenti nei servizi educativi per la prima infanzia attraverso il Pnrr e la Legge di Bilancio 2022, con l’obiettivo di raggiungere il 33% di copertura dei bambini 0-3 anni, e strumenti di welfare aziendale per migliorare la conciliazione tra lavoro e cura dei figli.
Tuttavia, nonostante queste misure, molte famiglie - in particolare quelle a basso reddito - restano escluse dai benefici dei servizi e dei trasferimenti monetari, e le difficoltà di accesso ai nidi d’infanzia rimangono rilevanti. L’insieme delle politiche dimostra che, senza interventi più mirati e integrati, il peso della genitorialità continua a ricadere in misura sproporzionata sulle donne, confermando il fenomeno della scelta forzata tra essere madri o mantenere indipendenza professionale, con effetti diretti sulla denatalità e sulla partecipazione femminile al lavoro (Save the Children, 2025; ISTAT, 2025).
Fonti: Le equilibriste. La maternità in Italia 2025, maggio 2025, a cura di Alessandra Minello, Save the Children; I nuclei familiari nei Censimenti della popolazione, anni 2011-2021, ISTAT; Indicatori demografici - Anno 2024, Istat
Mentre l’Italia si prepara alle luci e ai pranzi in famiglia, per milioni di contribuenti e professionisti il mese di dicembre si è trasformato in un vero e proprio "assedio fiscale". A lanciare l'allarme è il Giuseppe Tosoni, dell’associazione Tutela Impresa di Civitanova Marche, che fotografa senza giri di parole una realtà fatta di fiato corto e nervi a pezzi.
Secondo Tosoni, ci troviamo di fronte a una maratona forzata di adempimenti che quest’anno ha raggiunto livelli definiti "grotteschi". Un concentrato di obblighi che, a detta dell'esponente di Tutela Impresa," sembra studiato appositamente per mettere a dura prova la pazienza dei cittadini". "Dicembre è diventato un labirinto – afferma Tosoni – dove tra acconti, saldi, dichiarazioni tardive e ravvedimenti, ogni giorno spunta un termine nuovo, spesso più pesante del precedente".
L'analisi di Tosoni si sofferma su un calendario trasformato in un "campo minato": le date dell’11, 16, 18, 27, 30 e 31 dicembre rappresentano tappe di un percorso dove ogni distrazione può costare carissima in termini di sanzioni e more. "Lo Stato continua a pretendere una puntualità assoluta – sottolinea il presidente di Tutela Impresa– ignorando che famiglie e imprese sono già schiacciate da costi alle stelle e da una burocrazia che non concede tregua".
Ciò che più indigna, secondo l'associazione Tutela Impresa, è l’assurdità di questa concentrazione temporale. Tosoni si chiede perché il Paese debba vivere un "incubo fiscale" proprio quando dovrebbe tirare il fiato: "L’impressione diffusa è che la macchina fiscale non tenga minimamente conto della realtà né della sostenibilità di un simile carico. Il risultato è un accumulo di malcontento e frustrazione, la sensazione di essere prigionieri di un sistema che chiede moltissimo senza restituire".
Il quadro delineato da Tosoni è inesorabile: "Il secondo acconto delle imposte sui redditi che si somma ai versamenti Iva, ai contributi previdenziali, alle rateazioni e alle dichiarazioni integrative. Un elenco infinito che rischia di trasformare anche il giorno di San Silvestro in un frenetico conteggio di cassa anziché in un momento di riposo".
"L’Italia reclama un sistema fiscale più umano, razionale e rispettoso del tempo dei cittadini", conclude Giuseppe Tosoni. Il messaggio inviato da Tutela Impresa è chiaro: finché non si correggerà questa stortura, lo spirito delle feste sarà sempre soffocato dal "ticchettio implacabile delle scadenze", rendendo ogni Natale "un periodo di trincea invece che di serenità".
Si è svolta nei giorni scorsi a Bruxelles, presso Casa Veneto, la conferenza internazionale “Famiglia & Patrimonio: quali diritti?”, un incontro di alto profilo scientifico dedicato all’evoluzione del diritto europeo di famiglia e successorio e alle sfide poste dalla crescente dimensione transnazionale dei rapporti familiari e patrimoniali.
L’evento, organizzato con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Bruxelles, ha riunito studiosi, magistrati e funzionari delle istituzioni europee per un confronto interdisciplinare sui principali nodi giuridici legati alla tutela delle famiglie internazionali, alla gestione del patrimonio familiare e all’applicazione del diritto dell’Unione europea in contesti caratterizzati da elementi di internazionalità.
I lavori sono stati aperti dai saluti istituzionali del Console Generale d’Italia a Bruxelles, Francesco Varriale, il quale ha evidenziato l’importanza di una cultura giuridica attenta alle esigenze delle famiglie che per ragioni di lavoro operano al di fuori dell’Italia.
Tra gli interventi principali, quello della professoressa Lucia Ruggeri, direttrice della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, che ha affrontato il tema del diritto di famiglia europeo e delle nuove forme di protezione per le famiglie internazionali, e del dott. Paolo Bruno, magistrato distaccato presso la Direzione Generale Giustizia della Commissione europea, che ha analizzato l’approccio regolatorio dell’Unione in materia di patrimonio e legge applicabile.
Il confronto è stato ulteriormente arricchito dai contributi di Manuel Ignacio Feliu Rey, professore ordinario di Diritto Civile presso l’Università “Carlos III” di Madrid, sul ruolo del trust nei rapporti familiari, di Giuseppe Rosanova, specialista in diritto civile, sui profili comparatistici di nuda proprietà e usufrutto tra Italia e Belgio, e di Maria Cristina Gruppuso, assegnista di ricerca dell’Università di Torino e membro della Jean Monnet CLOSER, che ha approfondito la gestione del patrimonio familiare nelle successioni con elementi di internazionalità.
Nel corso dell’incontro è stato inoltre presentato l’Osservatorio sul diritto europeo di famiglia e successorio, frutto del Progetto europeo PSEFS, con l’obiettivo di offrire uno strumento stabile di analisi, ricerca e divulgazione sui temi del diritto di famiglia e delle successioni in ambito europeo.
L’iniziativa ha confermato il ruolo di Bruxelles come luogo privilegiato di dialogo tra accademia e istituzioni e ha messo in luce la crescente rilevanza del diritto europeo nella tutela delle famiglie e del patrimonio in una società sempre più integrata e mobile.
«È ora di ringraziare, perché tante volte ciascuno, nel proprio piccolo, dimentica di dire quel grazie a tutti coloro che in vari modi aiutano a costruire questa bellissima realtà che è la nostra scuola delle Marche. Molti già lo sanno: sono stata riconfermata per un altro triennio. Avremo modo di costruire ancora di più e ancora meglio, grazie al contributo di ciascuno».
Con queste parole, pronunciate durante il consueto incontro per gli auguri di Natale, il direttore generale Donatella D’Amico ha ufficializzato la sua permanenza alla guida dell’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche per i prossimi tre anni. Il messaggio del direttore non è stato un semplice atto formale, ma un riconoscimento del contributo corale di tutta la comunità scolastica: dai dirigenti ai docenti, dal personale amministrativo e Ata fino agli studenti e alle loro famiglie.
D’Amico ha sottolineato come i risultati “eccellenti” raggiunti dalle Marche siano il frutto di una "collaborazione condivisa", resa possibile da un impegno che, pur essendo spesso “immane”, viene sostenuto con volontà ed entusiasmo da tutte le componenti del sistema scolastico.
Per il prossimo triennio, l’obiettivo dichiarato resta quello di consolidare una scuola aperta, dinamica e inclusiva. Come ribadito fin dal suo insediamento nel 2023, la visione della direzione generale punta a sviluppare negli studenti lo “spirito del viaggiatore”, orientato al confronto critico e a una dimensione cosmopolita. I pilastri dell’azione educativa continueranno a essere la determinazione nell’impegno costante, l’attitudine al cambiamento e la capacità di lavorare in gruppo, valori ritenuti essenziali sia per il personale scolastico sia per gli alunni.
Il rinnovo del mandato garantisce una necessaria stabilità istituzionale, fondamentale per affrontare le sfide complesse che attendono la scuola italiana nei prossimi anni.
La ruota della fortuna, Ok il prezzo è giusto, Rischiatutto, Chi vuol essere milionario. Sono solo alcuni nomi dei tantissimi game show che da decenni intrattengono milioni e milioni di persone in giro per il mondo. Una moda nata negli anni ’20 e ’30 in radio e poi evolutasi con l’arrivo della Tv negli anni ’50. Sono diventate trasmissioni iconiche, che hanno creato anche personaggi tra i loro partecipanti, ma che in un modo o nell’altro sono conosciuti da tutti ancora oggi. Ormai diversi game show, infatti, sono talmente noti da essere conosciuti anche a chi non li segue assiduamente e la loro popolarità ha permesso ad alcuni giochi di essere proposti persino a distanza di anni in veste di contenuto digitale.
Insomma, se certi quiz a premi erano concepiti soprattutto per intrattenere il pubblico da casa, da diverso tempo anche il pubblico stesso arriva ad immedesimarsi a tutti gli effetti nei concorrenti in studio. Il settore dell'intrattenimento virtuale non è rimasto insensibile a questi format e negli ultimi anni sono apparsi così giochi come il The Money Drop o anche il Crazy Time live, delle specie di incarnazioni tech degli show visti in tv. Il game show piace e diverte perché lo spettatore vuole essere coinvolto e, a suo modo, fatto partecipe delle domande ma anche delle emozioni del concorrente.
Gli inizi e l’età dell’oro dei quiz: dagli anni ’30 agli anni ‘60
Il primissimo game show riconosciuto in assoluto è lo Spelling Bee della BBC, andato in onda nel 1938: si trattava di una gara di spelling di parole difficili, concepita sia per radio che per televisione. Negli Stati Uniti, un punto di svolta fu segnato da Truth or Consequences, programma diffuso a partire dal 1940 via radio e sperimentalmente in televisione a partire dal 1941.
Con l’affermarsi della televisione nelle case, i game show conquistarono un ruolo centrale nella programmazione, diventando popolari e capaci di attirare vasti segmenti di pubblico. Un esempio emblematico di quel periodo è “The $64,000 Question”, lanciato nel 1955: grazie al meccanismo di domande sempre più difficili e premi in denaro crescenti, il programma registrò ascolti record e scatenò una vera e propria “febbre” per i quiz a premi.
Il consolidamento internazionale e l’arrivo in Italia
Dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, il modello del game show si diffuse rapidamente anche in altri paesi, con adattamenti nazionali. In Italia, già nelle prime fasi della televisione, emersero produzioni originali e edizioni locali di format stranieri. Programmi come Campanile Sera, Lascia o raddoppia? e altri contribuirono a rendere il game show parte integrante della cultura televisiva italiana, modellando gusti, stile e aspettative del pubblico. Accanto ai programmi entrarono nelle case degli italiani i presentatori. Da Corrado a Walter Chiari, da Noschese a Mike Bongiorno, tutti diventati emblemi della televisione italiana, i telespettatori assistettero all’evoluzione e alla rivoluzione della TV. Negli anni successivi il genere si diversificò ulteriormente: quiz, prove di abilità, giochi a premi, show di intrattenimento con ritmo e spettacolarità, mixando intrattenimento, suspense, competizione e spettacolo.
La trasformazione moderna
Nel corso dei decenni il genere ha continuato a evolversi, integrando nuovi stili narrativi, elementi comici, partecipazione di celebrità, meccaniche originali. In certe stagioni, i game show sostituirono costose varietà televisive e consolidarono un pubblico fedele. Oggi la tradizione dei quiz televisivi convive con trasformazioni tecnologiche e culturali: il concetto di “gioco in diretta” o “gioco partecipato” si è espanso, accogliendo nuovi canali di fruizione e interazione. In tal senso molti format sono diventati ibridi: non più solo “uno studio + un conduttore + concorrenti”, ma anche “multicanale, interattivo, condivisibile, on demand”.
È stata inaugurata oggi, sabato 20 dicembre, ai Musei Civici di Palazzo Bonaccorsi la mostra “Punti di vista tra percezione e figura”, curata da Maria Dolores Picciau. L'evento, che amplia un nucleo di opere già esposte a Cagliari, rappresenta un’occasione imperdibile per approfondire la storia e la ricerca di Lia Drei e Francesco Guerrieri, figure centrali dell’arte italiana tra gli anni Sessanta e Ottanta.
La mostra ricostruisce il percorso di questi due artisti, uniti da una profonda sintonia intellettuale e creativa, il cui cammino è stato caratterizzato da una costante tensione verso l'esplorazione rigorosa delle potenzialità comunicative della pittura. L'evoluzione della loro poetica fu scandita da momenti chiave come la fondazione del gruppo Sperimentale P nel 1963 e la successiva adesione alla Metapittura negli anni Ottanta.
Al cuore della loro indagine si poneva una rigorosa analisi della percezione visiva, profondamente influenzata dai principi della Psicologia della Gestalt. L'obiettivo comune era stabilire un linguaggio universale attraverso l'efficacia fenomenologica dell'opera d'arte, collocando artista e spettatore sullo stesso piano di interrelazione psichico-percettiva. Nonostante le premesse teoriche condivise, i due svilupparono metodologie distinte: Drei scomponeva la realtà in rigorose strutture geometriche, mentre Guerrieri la traduceva in sequenze ritmico-musicali attraverso l'uso di moduli seriali, le cosiddette Continuità.
Il percorso espositivo mette in luce i momenti salienti della loro ricerca attraverso opere chiave. Per Lia Drei, sono esposti il celebre "Cristallo trasgredito" del 1972, i libri d'artista della quadrilogia del triangolo rettangolo – che evidenziano l'interesse per la poesia visiva – e alcuni disegni inediti che ne svelano il processo analitico. Francesco Guerrieri è rappresentato in modo significativo da due versioni di "Interno d'artista" di diverse dimensioni, opere che testimoniano la sua adesione alla Metapittura e la sua peculiare sintesi tra rigore formale e suggestioni figurative.
Il percorso espositivo sottolinea, inoltre, il legame cruciale e duraturo con la città di Macerata, che affonda le radici nel 1979 con la partecipazione alla rassegna Verifica tra due decenni. Il capoluogo marchigiano ha svolto un ruolo decisivo nell'affermazione critica e teorica del loro lavoro. In particolare, le mostre seminali del 1981 e 1982, curate da Elverio Maurizi e qui rievocate, sono considerate pietre miliari per la corretta interpretazione della loro opera.
Questa nuova esposizione si pone in perfetta continuità storica e culturale con quel periodo fecondo, offrendo una necessaria e aggiornata rilettura del contributo dei due maestri a oltre quarant'anni di distanza. Attraverso un costante dialogo tra rigore teorico e sensibilità percettiva, gli artisti hanno confermato la coerenza del loro percorso. L'eredità di Lia Drei e Francesco Guerrieri - secondo la curatrice - risiede infatti “nella sfida intellettuale che ci hanno lasciato: la loro arte richiede allo spettatore uno sguardo attivo e consapevole, invitandoci a riscoprire la capacità critica dell'occhio. Per questa ragione, il loro lavoro non si limita a chiudere un capitolo della storia dell'arte, ma spalanca una porta sul futuro della percezione, dimostrando che i linguaggi pittorici storicizzati sono ancora in grado di offrire preziose lezioni di struttura, etica e verità estetica, essenziali per orientarsi nella complessità del nostro presente”.
Si è svolta martedì 23 dicembre 2025, nel Comune di Loro Piceno, una cerimonia carica di emozione e gratitudine durante la quale il sindaco Robertino Paoloni, a nome e per conto dell’Amministrazione comunale, ha conferito la civica benemerenza al vigile del fuoco Elvio Tedeschi, cittadino lorese prossimo al termine del suo servizio.
Un riconoscimento sentito e doveroso per una figura che ha rappresentato, nei momenti più difficili della storia recente del territorio, un punto di riferimento per l’intera comunità. Sulla pergamena consegnata è riportata la motivazione ufficiale, che sottolinea l’“altissimo spirito di sacrificio e l’instancabile dedizione dimostrati durante l’emergenza sismica del 2016”.
Capo distaccamento dei Vigili del Fuoco a Tolentino, Elvio Tedeschi ha operato senza sosta tra le macerie e all’interno di edifici a rischio di crollo, distinguendosi per coraggio, professionalità e profondo senso del dovere. Un impegno che non si è limitato agli interventi di soccorso, ma che ha riguardato anche la messa in sicurezza e la tutela dei beni storici, culturali e delle opere d’arte di Loro Piceno, contribuendo in modo determinante alla salvaguardia del patrimonio della comunità.
Nel corso della cerimonia, il sindaco ha evidenziato come Tedeschi abbia incarnato i più nobili valori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, offrendo speranza, sicurezza e vicinanza nei giorni più bui seguiti al sisma.
«Con questa benemerenza – ha dichiarato il sindaco – la nostra comunità vuole dire grazie a Elvio Tedeschi per l’esempio straordinario di dedizione, coraggio e umanità che ha saputo offrire nei momenti più difficili. Il suo impegno e l’amore dimostrato verso Loro Piceno rappresentano un patrimonio morale che resterà impresso nella storia del nostro paese».
Con questa benemerenza, Loro Piceno ha voluto esprimere pubblicamente la propria riconoscenza a un uomo che, con discrezione e coraggio, ha saputo trasformare il suo lavoro in una missione al servizio degli altri.
Un angolo nascosto del centro storico è tornato a vivere. Nel pomeriggio di martedì 23 dicembre è stato ufficialmente riaperto alla fruizione pubblica il vicolo ex Pietrarelli, nel tratto che si affaccia su corso della Repubblica, al termine di un importante intervento di rigenerazione urbana promosso dal Comune di Macerata – Assessorato all’Urbanistica. Un momento atteso, che ha restituito alla città uno spazio carico di storia, oggi rinnovato nelle funzioni e nell’immagine, e presentato alla cittadinanza insieme ai lavori realizzati.
Grazie all’intervento concluso, non solo è stata riaperta una parte del passaggio, ma sono stati valorizzati anche nuovi spazi sotterranei e ambienti al piano terra, destinati ad arricchire il tessuto del centro storico e a rafforzarne la vocazione culturale e turistica. Locali rimasti inutilizzati per decenni diventano ora un primo e suggestivo punto di accesso alla Macerata sotterranea, un patrimonio ancora poco conosciuto ma fondamentale per comprendere le origini e lo sviluppo urbano della città.
«Questo spazio, chiuso da 155 anni, torna finalmente a vivere», ha dichiarato l’assessore Silvano Iommi, presente all'inaugurazione, annunciando la rinomina del passaggio come Ponte dell’Oratorio. "Un luogo dalla storia antichissima, documentato già nelle carte duecentesche e cinquecentesche, che affonda le sue radici nel cuore più profondo della città antica. La riapertura rappresenta il primo passo di un lavoro complesso di riscoperta della “Macerata sotterranea”, una dimensione ipogea insolita e ricca di suggestioni, destinata a diventare oggetto di un più ampio progetto di valorizzazione futura".
La storia del vicolo ex Pietrarelli è profondamente intrecciata con quella della città. Il passaggio fu chiuso in seguito al completamento della facciata del complesso nel 1875, il cui disegno è attribuito al Valadier, che unificò il Palazzo Bourbon del Monte, oggi sede della Società Filarmonico Drammatica, e l’ex Palazzo Pellicani, di proprietà della Cassa Edile. Il terminale a ponte del vicolo, aperto sulla “Via Nova” nel 1606, l’attuale corso della Repubblica, venne adattato nel 1889 a sartoria Pietrarelli, attività rimasta operativa fino a circa venticinque anni fa. Già nei primi decenni del XVIII secolo, tuttavia, questo percorso era utilizzato come via breve per raggiungere il rinomato Oratorio Filippino, sede delle celebri “laudi” musicali.
L’intervento ha interessato in gran parte spazi sotterranei e, in parte, il piano terra dell’ex vicolo, restituendo alla città luoghi a lungo inutilizzati e trasformandoli in una nuova risorsa culturale e urbana.
Il risultato è stato possibile anche grazie a una significativa collaborazione tra istituzioni e soggetti privati. Un contributo determinante è arrivato dalla Cassa Edile, che ha donato al Comune gli spazi ipogei dell’ex palazzo Palmucci dei Pellicani, e dalla Società Filarmonica, che ha manifestato la disponibilità a una convenzione per l’uso dei locali sotterranei di palazzo Bourbon del Monte. Questi ultimi saranno oggetto di un intervento successivo, non finanziato dal PNRR, nell’ala est del vicolo.
Dal punto di vista culturale, il recupero del vicolo ex Pietrarelli rappresenta un primo passo verso una narrazione più ampia della Macerata sotterranea. Gli spazi saranno infatti dotati di monitor e piccoli schermi dedicati al racconto dei siti ipogei della città, offrendo un percorso di conoscenza didattica e storica capace di aiutare cittadini e visitatori a comprendere le strutture originarie dell’insediamento urbano.
Sul piano tecnico, i lavori hanno incluso una complessa bonifica igienico-sanitaria di un’area che si presentava in condizioni critiche, la sistemazione delle fognature e l’installazione di una rete di protezione per impedire l’ingresso dei volatili, garantendo decoro e sicurezza. Il progetto è stato curato dall’architetto Giuseppe Rinaldesi, direttore dei lavori con il suo studio, mentre il ruolo di responsabile unico del procedimento è stato svolto dall’ingegner Tristano Luchetti. Un ringraziamento è stato rivolto anche all’impresa esecutrice, che ha dimostrato particolare sensibilità consentendo l’apertura immediata delle parti già ultimate del vicolo e degli spazi sotterranei.
La riapertura del vicolo ex Pietrarelli si inserisce in una visione più ampia di rigenerazione urbana del centro storico di Macerata. Un luogo nuovamente accessibile, in una posizione strategica tra le attività di corso della Repubblica, che contribuisce ad ampliare l’offerta turistica e culturale della città. Lo sguardo è ora rivolto al futuro, con l’obiettivo di completare il percorso e di creare, quando le condizioni lo permetteranno, un ulteriore sbocco verso via Gramsci. Un intervento che tiene insieme memoria e innovazione e che restituisce alla comunità uno spazio capace di raccontare, ancora una volta, la storia profonda di Macerata.
Anche quest’anno, in occasione del Natale, l’associazione Li Matti de Montecò di Montecosaro unisce tradizione e solidarietà. Il gruppo folk ha aderito alla campagna di Telethon, sostenendo la ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.
La proposta è semplice e allo stesso tempo speciale: con un contributo di 15 euro, interamente devoluto alla Fondazione Telethon, sarà possibile ricevere un cofanetto contenente 15 cioccolatini a forma di cuore, tra latte e fondente, custoditi in eleganti scatole-scrigno con calamita, facilmente riutilizzabili. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Federazione Italiana Tradizioni Popolari, a sottolineare come il folklore possa essere strumento di identità e sensibilità verso cause nobili.
«Il folklore è molto più di una tradizione – spiega Monia Scocco, insegnante del gruppo – è identità, passione e forza collettiva. Quando questi valori si uniscono a una causa nobile come quella di Telethon, il risultato è straordinario. La comunità si mobilita e fa la differenza».
La promozione natalizia del gruppo conferma il dinamismo e la generosità che da sempre caratterizzano Li Matti de Montecò, presieduti da Claudio Scocco. Negli anni, l’associazione si è distinta per numerose iniziative solidali, come a favore dell’ospedale Salesi di Ancona, e domani, vigilia di Natale, il gruppo animerà per la prima volta una comunità per minori a Morrovalle.
Un esempio concreto di come tradizione e impegno sociale possano convivere, trasformando il folklore in occasione di solidarietà e partecipazione.
Traguardo importante per l'azienda CLC di Capecci Benito & C., storica realtà produttiva di Tolentino con sede in via Cristoforo Colombo, che in questi giorni ha celebrato 30 anni di attività, essendo stata fondata nel 1995.
A rendere ancora più speciale l’anniversario è stata la visita a sorpresa del sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi, che ha voluto incontrare titolari e maestranze per consegnare una pergamena ricordo, simbolo di riconoscenza e vicinanza dell’amministrazione comunale a una realtà imprenditoriale in continua crescita.
L’incontro, semplice ma molto partecipato, ha rappresentato un momento di festa e condivisione per un’azienda che nel corso degli anni si è affermata nel settore delle lavorazioni in lamiera e ferramenta, specializzandosi anche nella realizzazione di mobili, letti e sistemi di allungamento per tavoli, distinguendosi per qualità e competenza.
I soci e i collaboratori hanno espresso un sentito ringraziamento al primo cittadino per la visita, definita inaspettata ma particolarmente gradita, sottolineando come il gesto abbia rappresentato una ricompensa simbolica per anni di lavoro e sacrifici. Un riconoscimento che ha rafforzato il senso di appartenenza e ha fatto sentire tutti parte integrante della comunità produttiva, non solo di Tolentino ma dell’intero territorio.
L'universo delle slot machine è un microcosmo di narrativa digitale e casualità matematica. Questi giochi racchiudono storie di fortune istantanee e di caos finanziario. Per molti giocatori, l'evoluzione verso il digitale ha significato l'accesso a piattaforme per slot online con soldi veri, dove il rischio e la ricompensa assumono una forma immediata. Questo passaggio ha ridefinito l'esperienza stessa del gioco. L'attrattiva risiede nella fusione perfetta di tecnologia e speranza.
Fatti Essenziali sul Fenomeno Slot
La popolarità delle slot machine si basa su dati concreti e tendenze misurabili. L'industria del gioco online continua a crescere, spinta da innovazioni tecnologiche e da un pubblico globale. I bonus di benvenuto restano un potente strumento di acquisizione per gli operatori. Esploriamo alcuni numeri che delineano questo panorama.
1) Nel 2023, le entrate globali del mercato delle slot online hanno superato i 90 miliardi di dollari USA, con una crescita annuale prevista del 7% fino al 2025.
2) Il jackpot progressivo più alto mai vinto online ammonta a 24 milioni di euro, pagato da un singolo spin nel gennaio 2021.
3) Circa il 65% dei nuovi giocatori sceglie una piattaforma basandosi principalmente sull'offerta di bonus di deposito.
4) Il ritorno al giocatore (RTP) medio per le video slot si attesta tra il 94% e il 97%, mentre le slot meccaniche tradizionali spesso scendono sotto il 90%.
5) Un analista stima che entro il 2025, oltre l'80% delle nuove slot avrà un modo di gioco bonus basato su una narrativa interattiva.
6) La vincita media più frequente su una slot a 20 linee è circa 50-100 volte la puntata per linea.
La Psicologia Dietro il Rullo che Gira
Il design delle slot moderne sfrutta principi psicologici consolidati. Le luci, i suoni e le animazioni creano un ciclo di feedback positivo immediato. Anche una piccola vincita innesca una scarica di dopamina. Questo rinforzo intermittente è potentissimo. I giochi trasformano l'astrazione matematica in un'esperienza emotiva tangibile. I creatori studiano attentamente il "casi vicino", dove i simboli del jackpot appaiono appena fuori dalla linea vincente. Questo fenomeno spinge il giocatore a credere che la grande vincita sia imminente. La ricerca di quel momento di gloria diventa il motore principale dell'azione.
Innovazione Tecnologica Ridefinisce il Gioco
Le slot non sono più semplici rulli con simboli di frutta. L'integrazione di grafica 3D cinematografica e motori di gioco complessi ha cambiato tutto. I provider sviluppano meccaniche ispirate ai videogiochi, come missioni, livelli e storymode. Questi elementi aumentano notevolmente il tempo di sessione. L'intelligenza artificiale ora personalizza le esperienze di gioco in tempo reale. Alcuni sistemi adattano la difficoltà dei round bonus in base al comportamento del giocatore. La realtà virtuale rappresenta la prossima frontiera, promettendo ambienti di casinò immersivi. Questa costante evoluzione mantiene viva l'attenzione del mercato e spinge i limiti del divertimento digitale.
Gestione del Caos: Un Approccio Pratico
Il caos finanziario è un rischio reale in questo ambiente. La disciplina è l'unico vero contrappeso alla casualità del gioco. Stabilisci un budget di gioco definito e consideralo un costo per l'intrattenimento. Non inseguire mai le perdite con depositi aggiuntivi e impulsivi. Utilizza gli strumenti di autocontrollo offerti dalle piattaforme serie, come limiti di deposito e timer di sessione. Ricorda sempre che ogni spin è indipendente e il risultato è determinato da un generatore di numeri casuali certificato. La fortuna non ha memoria e non esiste una strategia per "battere" la slot nel lungo periodo. L'obiettivo deve essere la gestione responsabile della tua esperienza.
Il mondo delle slot machine rimane un affascinante crocevia tra tecnologia, psicologia e caso. La fortuna può manifestarsi in un singolo istante, ma il caos si gestisce con consapevolezza e disciplina. L'innovazione continuerà a offrire esperienze sempre più coinvolgenti. Il vero successo, tuttavia, non si misura solo con un jackpot, ma con la capacità di godersi il gioco mantenendo il pieno controllo delle proprie decisioni. Questo equilibrio è la vittoria più significativa.
Il Consiglio Comunale di Civitanova Marche ha approvato il Piano di Emergenza Comunale, uno strumento fondamentale per la sicurezza e la tutela della popolazione in caso di eventi emergenziali. Il Piano definisce l’organizzazione, le procedure operative e il sistema di coordinamento che il Comune attiva in presenza di emergenze, a partire da quella idrogeologica.
Si tratta di un documento strategico che consente di intervenire in modo tempestivo ed efficace per proteggere persone, beni e servizi essenziali. "Non è soltanto un adempimento amministrativo, ma un vero investimento sulla sicurezza e sulla responsabilità della nostra comunità - ha dichiarato il Sindaco Fabrizio Ciarapica nel corso del Consiglio Comunale, alla presenza dell’architetto Picchietti e del professor Fazzini, coordinatore del Piano -. È lo strumento che definisce come la città reagisce alle emergenze: un patto tra l’amministrazione, le forze operative, il volontariato e i cittadini, che ci permette di sapere cosa fare e come coordinarci nelle situazioni più difficili".
Il Piano è il frutto di un lavoro congiunto portato avanti da oltre un anno, basato su un’approfondita analisi del territorio, aggiornamenti normativi e un costante confronto con gli uffici comunali, tenendo conto anche dei cambiamenti climatici e delle specificità di un comune costiero come Civitanova Marche.
Per ogni scenario di rischio sono state individuate risposte chiare e coordinate da parte delle istituzioni, delle forze dell’ordine e della cittadinanza, in un’ottica di collaborazione e responsabilità condivisa. Il Piano, inoltre, è concepito come uno strumento dinamico, che prevede un aggiornamento costante per garantire efficacia e aderenza alle evoluzioni del territorio e dei rischi.
"L’approvazione del documento rappresenta un punto di partenza - ha concluso il sindaco - e conferma una visione chiara: Civitanova Marche vuole essere una città preparata, consapevole e capace di reagire con ordine e tempestività anche nelle situazioni più critiche, mettendo sempre al centro la tutela delle persone e della comunità”.