Nella notte di ieri, i carabinieri della sezione radiomobile della Compagnia di Macerata sono intervenuti a Monte San Giusto in seguito a una segnalazione per una lite in ambito familiare. A chiedere aiuto sono state due donne presenti nell’abitazione: la compagna di un uomo di 31 anni e la madre di lei.
Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno trovato nell’appartamento il 31enne - disoccupato e già noto alle forze dell’ordine - insieme alla compagna, al figlio minore della coppia e ai genitori della donna. Secondo quanto riferito, l’uomo, al culmine di una discussione nata per futili motivi, avrebbe minacciato le due donne e le avrebbe aggredite fisicamente utilizzando un coltello da cucina. In particolare, le avrebbe colpite al capo con la parte piatta della lama.
La madre della compagna ha riportato una vistosa ecchimosi al volto. Nonostante le ferite, entrambe le donne hanno rifiutato sia il trasporto al pronto soccorso per le cure mediche, sia la possibilità di essere accolte in una struttura protetta, come proposto dal personale sanitario del 118, intervenuto insieme ai carabinieri.
Al termine degli accertamenti, il 31enne è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria con l’accusa di percosse e minacce.
Nella notte di ieri, i carabinieri della sezione radiomobile della Compagnia di Macerata sono intervenuti a Monte San Giusto in seguito a una segnalazione per una lite in ambito familiare. A chiedere aiuto sono state due donne presenti nell’abitazione: la compagna di un uomo di 31 anni e la madre di lei.
Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno trovato nell’appartamento il 31enne - disoccupato e già noto alle forze dell’ordine - insieme alla compagna, al figlio minore della coppia e ai genitori della donna. Secondo quanto riferito, l’uomo, al culmine di una discussione nata per futili motivi, avrebbe minacciato le due donne e le avrebbe aggredite fisicamente utilizzando un coltello da cucina. In particolare, le avrebbe colpite al capo con la parte piatta della lama.
La madre della compagna ha riportato una vistosa ecchimosi al volto. Nonostante le ferite, entrambe le donne hanno rifiutato sia il trasporto al pronto soccorso per le cure mediche, sia la possibilità di essere accolte in una struttura protetta, come proposto dal personale sanitario del 118, intervenuto insieme ai carabinieri.
Al termine degli accertamenti, il 31enne è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria con l’accusa di percosse e minacce.
È in corso la riattivazione graduale della fornitura di gas metano nella zona di Villa Potenza, a Macerata, dopo l’incidente avvenuto ieri vicino al ponte Sandro Pertini (leggi qui). Un cavo di media pressione era stato tranciato accidentalmente mentre operai di una ditta stavano effettuando trivellazioni per la posa di tubature elettriche, lasciando circa cento famiglie senza gas.
I tecnici della società che gestisce la rete gas hanno completato la riparazione della tubazione e stanno ora passando casa per casa per riattivare le utenze. L’intervento ha richiesto la chiusura temporanea di un tratto della SS77, all’altezza del km 95, per garantire la sicurezza durante le operazioni.
Sul posto erano intervenuti vigili del fuoco e polizia locale, insieme ai tecnici specializzati. Non è stata necessaria l’evacuazione dei residenti, nonostante la copiosa fuga di gas, ma la chiusura della strada ha inevitabilmente causato disagi alla viabilità, con deviazioni e rallentamenti per gli automobilisti.
Con la conclusione dei lavori e il progressivo ripristino del servizio, la situazione sta lentamente tornando alla normalità, garantendo alle famiglie di Villa Potenza la regolare fornitura di gas metano.
È un periodo intenso per Andrea Bertini, chef recanatese e anima di Casa Bertini, fresco dell'ambitissima stella Michelin, l'unica in provincia di Macerata. Un riconoscimento arrivato dopo appena tre anni e mezzo dall’apertura del ristorante, che lo chef ha ripercorso ai microfoni del Picchio Podcast, dove si è presentato con la consueta umiltà: “È un momento impegnativo, ma bellissimo”.
La passione di Bertini nasce da bambino, “quando cercavo di imitare mia madre cucinando frittate di nascosto”. Ma la scintilla più forte arrivava dalle tavolate di famiglia, simbolo di quella convivialità che oggi è l’anima del ristorante: “Il cibo ha un potere bellissimo: unisce. Io sono cresciuto con i pranzi della domenica dalle nonne, in tanti, con mille attenzioni”.
Proprio da quel mondo familiare nasce il nome Casa Bertini. “Per me l’hotel a 5 stelle era casa di nonna. Ti coccolava dall’inizio alla fine, anche quando andavi via. È quella cura che voglio dare ai miei ospiti”. Bertini parla spesso delle sue nonne: una marchigiana, una milanese. Due cucine diverse, due mondi da cui trae costante ispirazione. “La cucina di nonna Irma è per me inarrivabile. Quel livello di dedizione, di lavoro, è qualcosa che oggi non esiste più”. È da quei ricordi che nascono i suoi piatti: prima il gusto, poi la tecnica. “Non parto mai dal tecnicismo, che rischia di essere freddo. L’idea nasce dai sapori della mia infanzia, poi li contamino con quello che ho imparato”.
Le esperienze nei grandi templi della cucina hanno segnato profondamente il suo percorso. “Gualtiero Marchesi è stato un’esperienza unica, la rifarei tutta la vita. Mauro Uliassi è un genio assoluto. E da Davide Palluda ho imparato non solo la cucina, ma l’equilibrio tra lavoro, famiglia e territorio”. Tutte influenze che oggi si incontrano nella sua cucina “emotiva, tradizionale, ma aperta al mondo”.
Casa Bertini nasce nel 2022 “partendo da zero”. Nessun investitore alle spalle, ma tanta determinazione e una persona chiave: l’amico Matteo, conosciuto in Piemonte, che ha lasciato tutto per seguirlo in questa avventura.
Oggi la brigata è giovane e internazionale: “Una ragazza canadese, un ragazzo malese, una ragazza di Perugia… è bello far parlare delle Marche persone che vengono dall’altra parte del mondo”. Ma a far funzionare tutto, dice Bertini, è lo spirito di gruppo: “Facciamo tutto. Io pitturo, Sara all’inizio aiutava in cucina, Luca passa l’aspirapolvere. Non esiste ‘non è il mio ruolo’. Chi ha pulito i calamaretti oggi ha una stella Michelin”.
La stella è arrivata quasi inaspettata. “Ti arriva solo una mail con l’invito alla cerimonia. Pensi: hanno sbagliato destinatario. Poi senti pronunciare Casa Bertini… e non capisci più nulla”. Il primo pensiero è corso al nonno, che non c’è più. La prima chiamata è stata per la moglie: “È iniziato tutto con lei, tanti anni fa, su un foglio bianco. Sognare è gratuito, dicevamo. Oggi quei sogni stanno prendendo forma”.
Quando gli chiediamo cosa abbia convinto la Guida Michelin, non ha una risposta precisa: “Non abbiamo contatti con loro. So solo che chi entra da noi deve sentirsi a casa, come dalle nonne. La differenza la fa tutto ciò che non è il piatto”.
Nonostante le grandi esperienze, Bertini non ha mai avuto dubbi: voleva tornare nelle Marche. “Amo Recanati. Quando ero fuori vedevo che altri territori valorizzavano i propri prodotti e mi chiedevo: perché noi no? Abbiamo borghi meravigliosi, mille tradizioni, dialetti che cambiano in 5 chilometri. È una ricchezza incredibile”. La scelta di aprire proprio lì era considerata rischiosa da molti, ma lui ha seguito il suo istinto: “Avevo paura, ma sapevo che se avessi messo in pratica ciò che avevo imparato, qualcuno l’avrebbe riconosciuto. È andata così”.
Con la stella Michelin, Andrea Bertini celebra una filosofia di vita e di cucina fatta di passione, dedizione e cura per chi siede al tavolo. Casa Bertini è la materializzazione di un sogno iniziato in cucina da bambino, tra i profumi di una frittata e i pranzi di famiglia. È il luogo in cui le radici marchigiane incontrano le esperienze internazionali, dove ogni piatto racconta una storia e ogni gesto riflette attenzione e generosità.
Per Bertini, il foglio bianco rimane sempre davanti: ogni giorno un’opportunità per reinventarsi, crescere e sorprendere. E mentre la stella illumina la provincia di Macerata, il messaggio dello chef è chiaro: con curiosità, umiltà e passione, si può partire da zero e arrivare a toccare le vette più alte.
Serata di alta tensione quella di ieri a Tolentino, teatro di un inseguimento da cardiopalma terminato con un violento impatto e la fuga a piedi dei malviventi. Una vera e propria "scena da film" che ha messo in allarme i residenti poco prima delle 20:30.
La vicenda ha avuto inizio a Caldarola, in seguito a un furto in abitazione. Una pattuglia dei Carabinieri della Compagnia di Tolentino, impegnata in un servizio di controllo mirato al contrasto dei furti, è riuscita a intercettare una Volvo sospetta. L'auto, grazie a un riscontro sulla targa, è risultata essere un mezzo più volte segnalato in zona e collegato ai recenti "colpi a raffica" nelle case del territorio.
È scattato immediatamente l’inseguimento, che ha condotto i due veicoli – quello dell’Arma a sirene spiegate – da Caldarola fino in via Nazionale a Tolentino. La folle corsa, che ha generato un rapido "tam tam" tra i cittadini, ha visto i malviventi tentare ogni manovra pur di eludere il controllo.
Usciti dalla superstrada e rientrati in città, i ladri a bordo della Volvo hanno tentato una disperata manovra, imboccando una strada contromano per evitare di essere bloccati dalla pattuglia. Questo tentativo si è concluso con un violento schianto contro l'auto dei Carabinieri.
L’impatto è stato molto violento; l'urto e le sgommate hanno portato molti residenti a pensare, nei momenti concitati, che si trattasse addirittura di una sparatoria. Dopo l'urto, i due occupanti della Volvo sono usciti dall'abitacolo e si sono dati alla fuga a piedi, dileguandosi rapidamente nei campi limitrofi.
I due carabinieri coinvolti nell’inseguimento sono illesi e non hanno avuto bisogno di cure mediche. Sul posto sono intervenuti per i rilievi gli agenti della Polizia stradale di Macerata, e la scena è stata gestita dal maggiore Giulia Maggi, comandante della Compagnia di Tolentino, e dal colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del reparto operativo di Macerata.
Le indagini proseguono senza sosta e la caccia ai ladri in fuga è aperta.
"Scrigno di biodiversità" è il sottotitolo della nuovissima edizione di "Le Terre del Tartufo", un viaggio enogastronomico alla riscoperta delle ricchezze del nostro territorio e di una delle sue più pregiate risorse, il fungo ipogeo che nasce all'ombra dei boschi e che può essere scovato solo dal fiuto di qualche abilissimo amico a quattro zampe e dagli esperti vanghetti dei cosiddetti "cavatori". Il tartufo, insomma, è un bene tanto raro, quanto prezioso, e a Pieve Torina lo si celebra con un evento che compie il suo quarto anniversario e che vedrà la piccola cittadina dell'entroterra marchigiano protagonista il 6, il 7, il 13 e il 14 dicembre.
Il giornalista Giocchino Bonsignore, ospite d'onore e mediatore dell'evento, ha definito il tartufo come prodotto identitario ma anche come decisivo elemento di coesione per un territorio ancora in fase di ripresa: "Si tratta di un bene immateriale, un bene che il terremoto non ci ha potuto sottrarre, un bene che è rimasto. Negli ultimi anni si è rafforzata sempre di più l'idea che il tartufo possa diventare una bandiera per la ricostruzione. Certo, c'è ancora molta strada da fare e il tartufo non risolverà tutti i problemi locali, ma io sono sicuro che ci darà una grande mano."
L'unicità di questo pregiatissimo fungo, come ha affermato il professore Andrea Spaterna dell'Università di Camerino, sta proprio nelle sue straordinarie caratteristiche organolettiche, caratteristiche che derivano da un contesto ambientale quasi completamente incontaminato, ma anche nella sua "irriproducibilità": "Il tartufo è un prodotto che nessuno può copiarci, perché le sue qualità sono il risultato di un'interazione con un contesto ambientale e territoriale all'interno del quale questo fungo ipogeo cresce e matura. L'Università di Camerino fa e farà sempre la sua parte, sia sul versante della formazione - basta ricordare il corso di laurea in scienze gastronomiche -, sia sul versante della ricerca, dimostrandosi ancora una volta l'Università non del territorio, ma per il territorio."
Il sindaco Alessandro Gentilucci ha parlato, a proposito di "Le terre del tartufo", di "ricostruzione immateriale che viaggia di fianco alla ricostruzione fisica e che proietta questi territori in un percorso rivolto al futuro, dando così ai giovani l'opportunità di restare, ma anche di ritornare." E di giovani ha voluto parlare anche Guido Castelli, Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016, sottolineando il ruolo centrale che, all'interno di una comunità, deve svolgere il "principio della restanza", ossia la volontà di rimanere nella propria terra: "Dobbiamo rappresentare i nostri ragazzi, in modo che se anche dovessero decidere legittimamente di andare in giro per il mondo spinti dalla curiosità di conoscere nuove culture, possano trovare dentro di sé il desiderio di tornare. E il desiderio di tornare c'è solo se il rapporto con il tuo luogo d'origine è positivo, è bello, è un archetipo."
Dal simpatico duo de Il doppiatore marchigiano, al divulgatore scientifico Francesco Broccolo, alcuni dei più conosciuti influencer marchigiani sono stati chiamati al rapporto per collaborare nella promozione dell'evento. "Si parla molto spesso del tartufo come alimento nutritivo, ma mai come essere vivente che ruota attorno a tutto il sistema che c'è, ad esempio, in un bosco. Oggi, quindi, parleremo della biodiversità che ruota attorno al tartufo, sia come pianta tartufigena, sia nel contributo che esso fornisce alle piante sotto cui nasce: c'è uno scambio vicendevole, quindi bisogna imparare a comprenderne il meccanismo per preservarlo al meglio in questo momento di cambiamenti climatici e ambientali."
Questo profumatissimo fungo ipogeo, dunque, non rappresenta soltanto un prodotto straordinarioda da proteggere e tramandare come bene immateriale del nostro territorio, ma costituisce anche il perno di una ripresa economica, turistica e sociale per i luoghi che sono stati devastati dal sisma; e gli appuntamenti con "Le terre del tartufo" si pongono proprio questo obiettivo: quello di valorizzare una ricchezza inestimabile che merita di essere messa in risalto.
L'evento, che si svolge nel Palazzetto dello sport di Pieve Torina, ospita diversi espositori, ognuno con le proprie tipicità: dai dolci, ai cosmetici, ai liquori. Immancabili, ovviamente, gli stand dedicati al tartufo, dal bianco al nero pregiato: una vera e propria officina di sapori - e di odori. Durante le giornate del 6 e del 7 dicembre si svolgeranno diversi eventi incentrati sulle varie declinazioni culinarie del fungo, dai laboratori e gli showcooking con chef stellati, fino al cibo di strada e alla pizza. Insomma, ce n'è per tutti gusti!
MACERATA - Disagi alla circolazione e nella frazione di Villa Potenza, dove in tarda mattinata un tratto della provinciale 77 è stato chiuso al traffico in entrambe le direzioni a causa di una fuga di gas.
L'incidente è avvenuto intorno alle ore 11:30, quando una ditta impegnata in lavori di trivellazione ha accidentalmente danneggiato una tubazione del metano all’altezza del chilometro 95. Il danno alla condotta ha richiesto l'immediato isolamento del ponte per garantire la sicurezza.
Sul posto sono intervenuti prontamente i Vigili del fuoco di Macerata, che hanno delimitato l’area interessata e, utilizzando strumenti per il rilevamento gas, hanno effettuato controlli nelle abitazioni vicine al punto di rottura. Non si è resa necessaria l’evacuazione di alcun edificio.
La chiusura della Provinciale 77 è in corso per consentire l'intervento urgente di riparazione da parte della società di gestione della rete del gas. Il blocco del traffico ha richiesto l'immediata deviazione sulla viabilità alternativa.
Sul posto, oltre ai Vigili del fuoco, sono presenti le squadre dell’Anas, le forze dell’ordine e la Polizia locale per gestire il flusso dei veicoli e per assicurare la riapertura del tratto stradale nel più breve tempo possibile.
L'intervento è ancora in fase di svolgimento.
+++AGGIORNAMENTO+++
L'emergenza è rientrata: il ponte Pertini riaprirà martedì 9 dicembre. L'uscita dalla frazione era stata interdetta per consentire ai Vigili del Fuoco di completare gli essenziali lavori di messa in sicurezza della struttura
Operazione di soccorso complessa e ad alto contenuto tecnico quella portata a termine nella notte dai tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico Marche, intervenuti sulla cresta dell’anfiteatro a Falcioni di Genga, nel cuore del Parco Naturale della Gola della Rossa e di Frasassi.
I soccorritori sono stati allertati tramite il 112 da tre alpinisti originari di Bologna che, impegnati sulle vie multipitch della zona, avevano perso la corretta linea di salita ritrovandosi bloccati su un tratto estremamente esposto. Nonostante le difficoltà del contesto, i tre erano in buone condizioni ma impossibilitati a proseguire in autonomia.
Le squadre del Soccorso Alpino, una volta raggiunta la sommità della parete, si sono calate per oltre cento metri utilizzando manovre alpinistiche complesse fino a localizzare gli escursionisti in difficoltà. Dopo averli messi in sicurezza, i tecnici hanno proceduto all’evacuazione verso punti più agevoli, effettuando ulteriori manovre su corda per consentire il trasferimento in zone accessibili.
L’intervento, reso particolarmente delicato sia dall’orografia del luogo sia dalle condizioni operative notturne, è stato svolto in collaborazione con i bigili del fuoco, che hanno contribuito alle operazioni di coordinamento e supporto. Grazie alla rapidità e alla professionalità delle squadre impegnate, l’operazione si è conclusa senza conseguenze per gli alpinisti.
Si è svolta questa mattina, presso il carcere di Montacuto ad Ancona, l’udienza di convalida del fermo per omicidio volontario aggravato nei confronti di Nazif Muslija, l’operaio macedone di 50 anni accusato di aver picchiato a morte la moglie, Sadjide Muslija, 49 anni, sarta, nella loro casa di Pianello Vallesina (Monte Roberto) lo scorso 3 dicembre.
Al termine dell'udienza, tenutasi in videocollegamento, la GIP di Macerata, Daniela Bellesi, ha convalidato il fermo dell'uomo e ha disposto nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere.
Nazif Muslija, assistito dall'avvocatessa d'ufficio Gloria Droghetti del Foro di Macerata, ha cambiato la versione inizialmente fornita ai Carabinieri. Se in un primo momento aveva farfugliato ammissioni sull'accaduto, stamattina ha risposto alle contestazioni della GIP con una serie di "non so" e "non ricordo".
L'uomo ha affermato di essersi risvegliato al pronto soccorso dell'ospedale di Camerino senza avere contezza di quanto successo, respingendo l'accusa di aver ucciso la coniuge a colpi di tubo metallico. Alle domande relative alla fuga in auto con denaro e carte di credito, al presunto tentativo di suicidio e alla dinamica dell'omicidio, Muslija ha costantemente negato di ricordare.
Nonostante fosse apparso scosso e quasi piangente a inizio udienza, Muslija non ha speso alcuna parola per la moglie. Agli inquirenti è noto che la vittima fosse stata sottoposta ad aggressioni e maltrattamenti da parte del marito in diverse circostanze negli ultimi due anni.
Alla domanda se si fosse arrabbiato con la coniuge il giorno del femminicidio, l'uomo ha risposto di essere agitato per la paura di tornare in carcere – pur avendo patteggiato in precedenza con l'obbligo di frequentare un centro per uomini maltrattanti – ma non ha menzionato alcun litigio o colluttazione con Sadjide, asserendo di essere uscito di casa alle 5 del mattino quel giorno.
Su richiesta della difesa, è stata disposta una relazione da parte dei servizi sanitari del carcere sulle condizioni psicofisiche del detenuto.
Il comando di polizia locale di Civitanova Marche interviene per fare chiarezza sulle recenti notizie riguardanti i misuratori elettronici di velocità e annuncia un cambio di passo nelle strategie di controllo del territorio. «È fondamentale garantire una corretta informazione alla cittadinanza», fanno sapere dal Comando, smentendo ricostruzioni considerate «fuorvianti» e illustrando un nuovo corso orientato alla sicurezza attiva.
Al centro delle polemiche, la presunta irregolarità nell’inserimento dei dispositivi – il Telelaser Trucam e il Velomatic 512d – nella piattaforma ministeriale. Una ricostruzione che la polizia locale definisce «totalmente infondata». I due strumenti, spiegano dagli uffici di via Marinetti, sono stati registrati «entro i termini perentori del 28 novembre» e secondo le procedure tecniche previste.
Resta da completare l’inserimento di alcune informazioni residue, attività già affidata al personale competente e legata a un semplice «disallineamento informatico».
Se gli autovelox risultano pienamente in regola, la loro sospensione non è legata agli adempimenti ministeriali, ma alla recente ordinanza della Corte di Cassazione che ha introdotto dubbi sulla distinzione tra approvazione e omologazione dei dispositivi. Il Comune ha quindi deciso una pausa «cautelativa e temporanea», in attesa di un chiarimento normativo definitivo e dei necessari interventi tecnici.
«Non appena il legislatore avrà fatto chiarezza - assicura il Comando - i controlli sulla velocità riprenderanno regolarmente».
Parallelamente, la polizia locale punta su nuove tecnologie per rafforzare la sicurezza stradale. È stato infatti acquistato il Targa System 5.0, un dispositivo in grado di individuare in tempo reale veicoli privi di assicurazione, revisione, rubati o collegati a reati. Uno strumento «più evoluto» rispetto al precedente, che consente un controllo dinamico ed efficace della legalità su strada.
Accanto al nuovo sistema, le pattuglie intensificheranno verifiche su soste irregolari, uso del cellulare alla guida - anche con agenti in borghese - e guida in stato di ebbrezza.
Il dirigente della Polizia Locale, Cristian Lupidi, rivendica la linea adottata: «La sicurezza non si misura con il numero di misuratori presenti in un elenco, ma con la capacità di adeguare i controlli al contesto normativo. Abbiamo scelto la massima prudenza giuridica sospendendo il rilevamento della velocità: è un atto di rispetto verso i cittadini».
E lancia un messaggio chiaro: niente "liberi tutti". Domani, per la festività dell’8 dicembre, sono previste sette pattuglie sul territorio, inclusi agenti in abiti civili per verifiche su traffico, conduzione degli animali e conferimento dei rifiuti.
Piena sintonia anche dall’assessorato alla sicurezza urbana. L’assessore Giuseppe Cognigni conferma la strategia: «Il decreto parla chiaro: va limitato l’uso indiscriminato dei dispositivi di controllo della velocità. A Civitanova abbiamo scelto strumenti più intelligenti, come il Targa System, in grado di individuare veicoli rubati, non assicurati, non revisionati o intestati a prestanome. Un alleato prezioso per la sicurezza urbana».
È il 6 Dicembre. Finalmente puoi postare Natale senza sentirti in colpa.
Per un mese intero hai resistito. Hai visto gli altri partire con gli alberi a Novembre, con le lucine, con i "let the magic begin". Tu hai tenuto duro. E ora, finalmente, è Dicembre. Il momento giusto. Quello ufficiale. Quello in cui anche tu puoi entrare nel gioco del Natale social.
Ma ecco il problema: adesso che puoi, come si fa a farlo bene? Come si comunica il Natale sui social senza cadere nella trappola della perfezione finta, del copia incolla natalizio?
Come esperta di comunicazione digitale, Dicembre è sempre il mese più delicato. Perché tutti vogliono comunicare Natale, ma pochissimi sanno davvero come farlo in modo efficace. La maggior parte si butta sui template scaricati, sulle frasi fatte lunghissime con tante emoji di ChatGpt, sulle foto generiche di alberi e pacchi regalo. Il risultato? Rumore. Tanto rumore che si perde nel feed senza lasciare traccia.
Quindi parliamo chiaro: ecco cosa funziona davvero e cosa è meglio lasciar perdere se vuoi sopravvivere a Dicembre senza perdere l'anima!
Prima regola: l'autenticità batte la perfezione
Lo so, lo dicono tutti. Ma pochi lo applicano davvero. Perché quando arriva Dicembre, scatta l'ansia da prestazione. Devi avere l'albero perfetto. La casa perfetta. I pacchi perfetti. Tutto deve essere instagrammabile. Tutto deve sembrare uscito da un film.
Sbagliato. Completamente sbagliato.
Dopo 36 anni nel settore della comunicazione posso dirti una cosa: le persone non si connettono con la perfezione. Si connettono con la verità. E la verità del Natale non è un albero perfettamente simmetrico con decorazioni coordinate. La verità del Natale è tua madre che ti chiama per la terza volta a controllare se hai comprato il pandoro. È il gatto che tira giù le palline dall'albero. È il pacco che hai incartato di fretta perché hai scoperto all'ultimo che mancava un regalo.
Questo funziona sui social. Questo crea connessione. Non i template scaricati da Canva con la scritta dorata "Merry Christmas" che useranno altri 50.000 account.
Se vuoi comunicare il Natale in modo efficace, inizia da qui: mostra la tua versione del Natale, non quella che pensi gli altri si aspettino. Il dietro le quinte funziona meglio del risultato finale. Sempre.
Quindi sì all'albero, ma anche al caos di scatole mentre lo monti. Sì ai pacchi, ma anche alla carta da regalo sbagliata e al nastro che non si incolla. Sì alla tavola imbandita, ma anche alla lista della spesa scritta di fretta. Questo è il Natale vero. E il Natale vero è quello che la gente vuole vedere.
Secondo: dosare è un'arte
Dicembre dura 31 giorni. Non puoi sparare tutti i contenuti natalizi la prima settimana e poi ritrovarti senza idee a metà mese. E soprattutto non puoi postare Natale ogni singolo giorno per un mese intero. Esaurisci te, esaurisci il pubblico, e il 20 Dicembre nessuno aprirà più i tuoi post.
Il trucco è alternare. Contenuti natalizi mescolati a contenuti normali. Perché la vita non si ferma a Dicembre. Continui a lavorare, a vivere, a fare le cose di sempre. E anche la tua comunicazione deve riflettere questo equilibrio.
Pensa a Dicembre come a una playlist. Se metti solo canzoni di Natale, dopo tre giorni le salti tutte. Ma se alterni, se inserisci pause, se crei ritmo, arrivi fino al 25 senza saturazione.
Io suggerisco sempre questa proporzione: 60% contenuti normali, 40% contenuti natalizi. Così mantieni la tua identità, continui a comunicare il tuo lavoro o i tuoi progetti, ma lasci spazio all'atmosfera festiva senza che diventi invasiva.
E un altro consiglio da professionista: non postare l'albero il primo giorno e poi sparire fino alla vigilia. Il Natale sui social funziona se crei un percorso. Un countdown naturale. L'albero, poi i preparativi, poi i dettagli, poi i momenti. È un crescendo, non un fuoco d'artificio isolato.
Terzo: timing
Il Natale social ha un suo timing naturale che vale la pena rispettare. Inizio dicembre: albero e decorazioni. È il momento dell'allestimento, della preparazione, dell'atmosfera che si crea. Qui funzionano i momenti di costruzione.
Metà Dicembre: shopping e preparativi. Regali, liste, idee, suggerimenti. È il momento più frenetico e la gente è ricettiva a contenuti pratici. Se vendi qualcosa, è questo il momento di spingere, non a ridosso della vigilia quando tutti hanno già comprato.
Ultimi giorni prima di Natale: rallenta. Qui funzionano i contenuti più riflessivi, più emotivi, più lenti. Le persone sono già stanche, sovraccariche di stimoli. Un contenuto più intimo, più autentico, più semplice fa la differenza.
E il 25? Il 25 puoi fare gli auguri se vuoi, ma sappi che nessuno sarà sui social. Quindi non aspettarti miracoli di engagement. Il momento migliore per gli auguri è il 24 sera o il 26. Quando la gente torna online e cerca connessione.
Quarto: cosa evitare assolutamente
Primo errore: i template natalizi generici. Quelli con Babbo Natale, la scritta dorata, il font corsivo. Li riconosci al volo. Li hanno tutti. Non ti distinguono, ti annegano nel mare di contenuti identici. Se proprio vuoi usare un template, almeno personalizzalo. Cambia i colori, aggiungi il tuo logo, inserisci un elemento che sia tuo.
Secondo errore: gli auguri copia-incolla. "Tanti auguri di Buone Feste a tutti voi". Fine. Niente di personale, niente di autentico, niente che faccia capire che dietro quel post c'è una persona o un brand che ci tiene davvero. Se fai gli auguri, falli con il cuore. Scrivi qualcosa di tuo. Anche due righe, ma tue.
Terzo errore: postare per dovere. "È Natale, devo postare qualcosa". No. Non devi. Se non hai niente di significativo da dire, se non hai un contenuto che aggiunga valore, se stai postando solo per riempire il feed, non farlo. Il silenzio strategico è sempre meglio del rumore inutile.
Quarto errore: dimenticarti del tuo pubblico. Non tutti celebrano il Natale nello stesso modo. Non tutti sono felici a Dicembre. Non tutti hanno famiglie perfette e tavole imbandite. Quindi attenzione alla retorica della "famiglia del Mulino Bianco" e del "momento più bello dell'anno". Per molti Dicembre è complicato. La tua comunicazione deve essere inclusiva, non presupporre che tutti vivano il Natale come te.
La verità finale
Natale sui social non è una gara. Non devi avere i contenuti più belli, più creativi, più perfetti. Devi avere i contenuti più tuoi. Quelli che raccontano la tua versione del Natale, il tuo modo di viverlo, il tuo approccio alle feste. Perché alla fine, quello che resta nella mente delle persone non è il post perfetto. È il post vero. Quello che li ha fatti sorridere, annuire, sentire compresi. Quello che ha creato connessione.
Il Natale vero non ha fretta. E quello social nemmeno!
Nel pomeriggio di venerdì si è tenuta l’Assemblea della Sarnano Terzo Millennio Srl, convocata dal nuovo amministratore per aggiornare i soci sulla situazione patrimoniale riscontrata dopo il suo insediamento nel mese di settembre. Alla riunione hanno preso parte anche gli advisor nominati dalla società, "favorendo un ampio dibattito e un confronto approfondito", sottolinea l'amministrazione comunale di Sarnano.
"Nei mesi scorsi il socio di maggioranza aveva indicato come strada preferibile il ricorso a un concordato preventivo in continuità diretta. L’attuale amministratore, invece, sulla base delle valutazioni emerse e delle indicazioni del nuovo revisore dei conti, ritiene più adeguato avviare una procedura di composizione negoziata della crisi - si legge in una nota diffusa dal Comune -. Lo scenario emerso dal lavoro di ricognizione del bilancio e dall’analisi delle manifestazioni d’interesse ricevute, infatti, risulta diverso da quello inizialmente ipotizzato con il precedente organo amministrativo".
La situazione patrimoniale rimane comunque grave: i debiti superano i 3 milioni di euro e manca una reale continuità aziendale. "Ciò rende urgente l’avvio di una procedura che salvaguardi la società e che consenta di individuare un soggetto terzo, solido e affidabile, capace di garantire un nuovo futuro all’impresa, come richiesto dallo stesso socio di maggioranza - sottolinea il Comune -. È stato inoltre evidenziato come, nonostante la crisi fosse nota da tempo, in passato non sia mai stata attivata alcuna procedura né approfondita la possibilità di una privatizzazione: un elemento che desta particolare sconcerto".
"La nuova gestione, al contrario, ha ritenuto necessario intervenire tempestivamente. È in corso la redazione di una perizia di valutazione che, nell’ambito della procedura di composizione negoziata, verrà sottoposta al Tribunale per assicurare trasparenza, correttezza e oggettività dei valori. Tale documento costituirà anche la base d’asta per la valutazione dei piani industriali che verranno presentati dai soggetti interessati - conclude il Comune -. Rimane chiaro che occorre procedere con rapidità, superando l’immobilismo del passato, con l’auspicio di individuare al più presto un interlocutore realmente motivato a rilevare e risanare la società".
Leonardo Piergentili, co-portavoce provinciale di Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), lancia un attacco contro l'amministrazione e la scelta di destinare 15mila euro di fondi pubblici al festival "Letture maceratesi, Rassegna esplicita". AVS si unisce così al coro delle opposizioni che stanno contestando l'iniziativa, la quale vedrebbe coinvolte associazioni con collegamenti a CasaPound e che in passato hanno ospitato relatori antisemiti.
Piergentili bolla come intollerabile il tentativo di "far passare tutto questo per normale," evidenziando la tendenza a sdoganare posizioni estreme. "Stanno cercando di far passare tutto questo per normale. Ieri si accettano editori che fanno revisionismo storico su fascismo e nazismo alle fiere sui libri, oggi, a Macerata, si danno 15mila euro ad associazioni con collegamenti a Casa Pound", tuona il co-portavoce di AVS.
L'attacco si estende alla decisione dell'amministrazione Parcaroli di sostituire la dicitura "Città della Pace" con "Città dell’Arte." "Beh, con questi ospiti e questo spreco di soldi pubblici, il festival rientra sicuramente in una categoria artistica, quella delle pagliacciate" , affonda Piergentili.
AVS si rivolge direttamente ai partiti di maggioranza – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – chiedendo di interrompere immediatamente il processo di normalizzazione di associazioni e partiti neofascisti nel dibattito pubblico.
"Come insegnava un antifascista vero, Sandro Pertini, il fascismo non è un ideale, ma un crimine. Davvero i partiti di destra vogliono amalgamarsi a questo tipo di narrativa revisionista?" – prosegue Leonardo Piergentili - .
La richiesta è poi perentoria: cancellare questa iniziativa e destinare i 15mila euro ad associazioni i cui principi fondanti siano l’antifascismo e la lotta alle discriminazioni, magari cercandole "a Macerata invece che arrivare a Voghera".
Infine, Piergentili ringrazia il consigliere comunale Alberto Cicarè per aver sollevato per primo la questione, sottolineando che "la vigilanza su questi temi deve restare alta e non arretreremo di fronte ad esempi di revisionismo storico che insultano la memoria delle italiane e degli italiani".
La stipsi cronica non è solo un piccolo fastidio occasionale, ma una condizione che può accompagnare la quotidianità di molte persone, influenzando energia, umore e qualità della vita. Gonfiore, senso di pesantezza, evacuazioni difficili o poco frequenti diventano spesso una fonte di stress, imbarazzo e frustrazione.
Negli ultimi mesi sono state pubblicate nuove e importanti raccomandazioni dalla British Dietetic Association, una delle società scientifiche più autorevoli in ambito nutrizionale. Gli esperti hanno analizzato numerosi studi per capire quali strategie alimentari funzionano davvero nella stipsi cronica. E le risposte sono molto più concrete, e più semplici, di quanto si possa immaginare.
Non esiste una “dieta miracolosa”, ma esistono alcuni alimenti e abitudini che, con costanza e gradualità, aiutano realmente l’intestino a ritrovare il suo ritmo.
Uno degli alimenti che ha mostrato i risultati più interessanti è il kiwi. Non solo per il contenuto di fibre, ma anche per la presenza di sostanze naturali che stimolano delicatamente la motilità intestinale. Consumare uno o due kiwi al giorno, con regolarità, è stato associato a evacuazioni più frequenti, meno sforzo e una maggiore sensazione di svuotamento completo. Non serve esagerare: è la continuità, più che la quantità, a fare la differenza.
Anche il pane di segale, rispetto al classico pane bianco, si è dimostrato un valido alleato. La sua struttura, più ricca in fibre, favorisce un transito intestinale più fluido, senza l’effetto “bloccante” tipico degli alimenti troppo raffinati. Non è necessario eliminare del tutto il pane “tradizionale”, ma imparare ad alternare, a variare, scegliendo versioni meno raffinate quando possibile.
Un altro strumento spesso sottovalutato è l’acqua minerale, soprattutto quella con un buon contenuto di magnesio e solfati. Non si parla solo di “bere di più”, ma di scegliere un’acqua che possa sostenere anche la funzionalità intestinale. In alcune persone questo semplice cambiamento può fare una grande differenza sulla consistenza delle feci e sulla regolarità dell’alvo.
Le nuove raccomandazioni parlano poi anche di fibre solubili, come lo psillio, e di alcuni probiotici specifici. Non sono soluzioni “magiche”, ma strumenti utili, soprattutto quando l’alimentazione da sola non basta. L’aspetto più importante è che vengano inseriti con gradualità, per evitare gonfiore e fastidi, e sempre adattandoli alla propria storia clinica e alle proprie abitudini.
Un messaggio fondamentale che emerge dalle linee guida è questo: l’intestino non ama gli interventi bruschi. Aumentare all’improvviso le fibre, bere litri d’acqua da un giorno all’altro, introdurre più integratori insieme raramente è la strada giusta. Il corpo ha bisogno di tempo per adattarsi, di piccoli passi mantenuti con costanza.
E poi c’è un ingrediente che non può mancare: il movimento. Anche una semplice camminata quotidiana aiuta l’intestino a “riattivarsi”, soprattutto in chi trascorre molte ore seduto.
La stipsi cronica non è un problema da ignorare o banalizzare. È una condizione complessa, che merita rispetto, ascolto e soluzioni personalizzate. Le nuove evidenze scientifiche ci dicono che, con piccoli cambiamenti mirati si può migliorare davvero la qualità della vita di chi convive con questo disturbo. Senza estremismi. Senza rigidità. Con continuità, pazienza e gentilezza verso il proprio corpo.
Importante riconoscimento per il territorio maceratese: Fabio Angeloro, infermiere dell’Utic dell’Ospedale di Macerata, è stato nominato Consigliere Nazionale della UGL Salute in occasione del Consiglio Nazionale del sindacato, svoltosi a Roma il 4 e 5 dicembre.
L’assemblea, ospitata nel cuore della Capitale, ha visto due giornate intense di confronto su alcune delle questioni più urgenti che riguardano il mondo sanitario: la carenza di personale, il potenziamento dei servizi territoriali, la sicurezza degli operatori, le retribuzioni e le criticità legate ai rinnovi contrattuali, soprattutto nel settore privato. A chiudere la prima giornata è stato anche l’intervento del ministro della Salute Orazio Schillaci.
In questo contesto di dibattito nazionale è arrivata la nomina di Angeloro, che rappresenta non solo un riconoscimento personale, ma anche un risultato significativo per tutta la comunità professionale maceratese.
«È un incarico che mi riempie d’orgoglio – ha dichiarato Angeloro –. Premia il lavoro svolto finora e mi dà nuovi stimoli per ciò che verrà. È un’opportunità che desidero condividere con il mio territorio e con tutti coloro che credono nel valore del nostro impegno quotidiano».
Angeloro ha voluto esprimere la sua gratitudine ai vertici del sindacato: «Ringrazio il Segretario Nazionale Gianluca Giuliano, il Segretario Regionale Benito Rossi e Fabrizio Fabbri, responsabile della comunicazione. Il loro sostegno è stato fondamentale».
Il nuovo Consigliere Nazionale ha poi concluso con una riflessione personale: «Ci sono persone con cui puoi sederti su un marciapiede ed essere la persona più felice del mondo… non è mai dove, ma con chi».
Al PalaQuaresima ieri sera si è scritta una pagina di sport marchigiano e cingolano. La Macagi Cingoli, infatti, ha ottenuto la qualificazione alla Coppa Italia 2025-2026 di pallamano, 8 anni dopo la prima storica partecipazione del 2017-2018. I ragazzi di Laera hanno battuto 24-23 il Trieste nella 13^ giornata di Serie A Gold, rimontando a più riprese dal -3 al -4 e vincendo grazie al gol del cingolano Lorenzo Nocelli a pochi secondi dalla sirena, trascinato dal calore incessante del suo pubblico. Perché ancora non è notte a Cingoli.
Con il settimo posto in classifica, senza consultare i risultati degli altri campi, Strappini e compagni sono sicuri di partecipare alla kermesse della Play Hall di Riccione che si disputerà tra il 26 febbraio e il 1° marzo. E ora la zona play-out è lontana 6 punti: con il sistema a 2 punti per vittoria, dunque, si tratta di un buon vantaggio alla fine del girone d’andata.
Non è stato facile, però, avere la meglio di un Trieste veloce, fantasioso in attacco e arcigno in difesa. Nei primi 10 minuti ci sono solo 4 gol, con i triestini che vanno sull’1-3 con il mini-break a denominazione Lindiström, Pauloni e Vanoli. Merito dei portieri: Martini da una parte fa gli straordinari su Vanoli ed Esparon dai 7 metri, Garcia dice no a Giambartolomei, a Makhlouf e a Lezaun dai 7 metri. Senza dimenticare un palo di Vanoli e una traversa di Parisato.
Dopo la virgola del 2-3 di Mangoni, quindi, gli ospiti piazzano uno 0-3 firmato Pernic, Esparoni e Parisato, con tre gol uno più bello dell’altro, così il parziale è di 2-6 al 12’. La Macagi si riorganizza e dimezza lo svantaggio con Mangoni e Strappini dopo 4 minuti (5-7), ma Vanoli e Lindiström ribadiscono il +3 (6-9). Strappini e Pauloni colpiscono un palo ciascuno, Nocelli accorcia sul 7-9.
Parisato riallunga, però dall’altra parte i padroni di casa piazzano un 3-0 con due reti di Makhlouf e il sigillo di Mangoni, parziale sul 10-10 al 25’. Si viaggia punto-punto fino alla fine del primo tempo, chiuso sul 13-13, con Parisato a fallire il possibile +1 ospite e Garcia a murare la sua porta da Mangoni.
Nella ripresa Cingoli ci crede di più e, approfittando del calo fisiologico di Trieste, riesce a spuntarla al fotofinish. L’inizio di secondo tempo è promettente, visto che Makhlouf e Mangoni firmano l’1-2 del 15-13, con Martini a dire di no a Pauloni ed Esparon. Trieste risponde con un contro-break di 1-6 con i colpi di Pauloni (2), Esparon (3) e Bono, portandosi sul 16-19 al 41’. Gran parte del merito è di Garcia, che neutralizza le conclusioni di Ciattaglia, Giambartolomei, Strappini e Naghavialhosseini. Naghavialhosseini sblocca la Macagi dopo 8 minuti senza segnare, ma gli alabardati sembrano in controllo, tanto che, dopo la traversa di Nocelli, volano sul 19-22 al 50’.
Ancora non è notte a Cingoli, però, e arriva la clamorosa rimonta. Tutto nasce da un 2 minuti comminato a Lindiström: i locali ne approfittano per piazzare un 4-0 firmato Martini (dalla sua porta in situazione di extraplayer), Nocelli, Rossi e Rossetti, per il 23-22 a 5 minuti dalla sirena. Martini, oltre a segnare, para anche i tentativi di Bono e Vanoli.
Esparon prima sbaglia, poi pareggia i conti sul 23-23. Garcia dice di no a Nocelli, dall’altra parte Naghavialhosseini prende il palo. Ultimo minuto: sull’attacco di Trieste, i direttori di gara chiamano il VR per un possibile 7 metri ai danni della Macagi su Esparon, ma dopo aver rivisto l’azione riconsegnano palla ai locali. Coach Laera, a 19 secondi dalla fine, chiama il time-out: al rientro dal campo Lorenzo Nocelli, uno di quelli che a Conversano nel 2018 c’era, segna il gol del 24-23 a fil di sirena, facendo festeggiare il PalaQuaresima.
Tabellino
Macagi Cingoli 24-23 Trieste (13-13)
MACAGI CINGOLI - Martini 1, Albanesi, Gharbi, Ciattaglia 1, Naghavialhosseini 1, Morganti, Mangoni 5, Lezaun 2, Latini, Strappini 1, Rossi 1, Giambartolomei 1, Rossetti 1, Compagnucci, Gharbi, Nocelli 5, Makhlouf 5. All. Laera
TRIESTE – Garcia, Postogna, Bono 1, Mazzarol, Antonutti, Pernic 1, Parisato 2, Andreotta, Pauloni 5, Lindiström 5, Vanoli 2, Bendjilali 1, Sandrin, Esparon 6. All. Carpanese
ARBITRI – Carrino-Pellegrino
(Foto Doriano Picirchiani)
Preziosa vittoria di cuore e carattere per la CBF Balducci HR che supera al tie break Bergamo e chiude il girone di andata della Serie A1 Tigotà dopo tredici giornate a quota 13 punti. Due volte avanti e due volte rimontate dalle lombarde, le arancionere tirano fuori gli artigli nel quinto set conquistandolo ai vantaggi, con la mvp Decortes sugli scudi (23 punti), contro i 21 dell’ex Bolzonetti, protagoniste tra le bergamasche. Da segnalare la prestazione delle centrali maceratesi Mazzon (13, 71% in attacco) e Clothier (12, 3 muri). 7 gli ace di Bergamo, 5 quelli della CBF Balducci HR.
Il primo set si tinge di arancionero con i 7 punti di Decortes, il 100% in attacco di Kokkonen (4) e i 5 muri vincenti di squadra: il break arriva sul 16-13 e poi ancora sul 22-17 per il 25-21 finale, le maceratesi sopra al 50%, Bergamo si ferma al 41%. Nel secondo le lombarde salgono in attacco con Kipp (7 al 57%, 2 muri) e più solidità in ricezione, prendono il break del +2 e lo tengono fino in fondo con Bolzonetti protagonista nel finale con i due attacchi del 21-25, per la CBF Balducci HR altri 8 punti per Decortes.
Terzo set con le arancionere che provano a spingere ancora con Decortes (12-9), ma riecco Bolzonetti (13-14, 7 punti nel parziale): le ragazze di coach Lionetti non mollano e si va punto a punto fino in fondo, con il break CBF Balducci HR proprio al momento giusto, sul set ball dopo un lungo scambio (25-23). Bergamo non ci sta e scatta sull’8-14 nel quarto set, le maceratesi tentano la rimonta (12-14) ma le ragazze di coach Parisi tengono duro (21-25) spinte ancora da Bolzonetti (9 punti nel set) e Mlejnkova (5 con il 66%).
Nel tie break la CBF Balducci HR parte meglio (5-3), Bergamo rientra e sorpassa (6-8), le arancionere restano attaccate agganciando sul 12-12 e trovano lo slancio vincente ai vantaggi 16-14 al secondo match ball.
LA CRONACA - Coach Lionetti schiera Bonelli-Decortes, Clothier-Mazzon, Kokkonen-Piomboni, Caforio libero. Coach Parisi inizia con Eze-Kipp, Manfredini-Meli, Cese Montalvo-Mlejnkova, Armini libero.
Avvio punto a punto nel primo set (2-2 ace Decortes, 5-5 Kokkonen), Piomboni a segno (7-7), Decortes ferma Cese (8-7), muro anche di Clothier (9-7), risponde Meli (9-9), la sfida a muro prosegue con Clothier che ferma ancora Kipp, 10-10. Cese non passa (11-10), toccato l’attacco Piomboni (12-11), pipe Decortes (14-13), muro Mazzon (15-13), Kokkonen contrattacca il 16-13.
Ancora Kokkonen (17-14), l’errore arancionero riavvicina Bergano (17-16), Decortes mani out (18-16), invasione Manfredini, 19-16. Muro Piomboni (20-16), Decortes gran lungolinea (21-17), poi mette l’ace (22-17), entra Bolzonetti per Cese, ace Eze (22-19), poi sbaglia (23-19). Kokkonen contrattacco (24-19), ace Bolzonetti (24-21), chiude Clothier 25-21.
Equilibrio anche all’inizio del secondo set (3-3), arriva l’ace di Kipp (4-6), Piomboni a segno (5-6), Bergamo tiene il +2 (7-9). Decortes pallonetto vincente (8-9), Piomboni a segno (9-10), Kipp contrattacco (9-12), Decortes ancora, 10-12. Clothier fast (11-13), Mlejnkova out (12-13), Cese a segno (12-15), muro Clothier, 13-15. Mazzon ferma Cese (14-16), poi primo tempo (15-17), rientra Bolzonetti per Cese, Decortes pallonetto (16-18), poi in diagonale, 17-18. C’è Bresciani in seconda linea, Kipp ferma Piomboni (17-20), entra Kockarevic, Decortes pipe (19-21), ace Kockarevic (20-21), Decortes palla sulla riga, 21-22. Bolzonetti contrattacco (21-24), chiude lei 21-25.
Nel terzo Decortes continua a passare (5-3), Piomboni a filo rete (7-4), Clothier passa (8-5), ace Bolzonetti (8-7), Kipp non passa, 9-7. Kokkonen diagonale (10-8), ancora lei (11-9), Decortes contrattacco (12-9), Bolzonetti mura due volte (12-12). Mazzon primo tempo (13-12), toccato l’attacco Bolzonetti (13-14), ace Decortes (15-14), Bonelli ferma Bolzonetti (17-15), Clothier fast, 18-16. Decortes out (18-18), Mazzon a segno (20-19). Toccato l’attacco Mlejnkova (20-21), ancora Mazzon (21-21), Piomboni contrattacco (22-21), Decortes a segno (23-22), toccato l’attacco Piomboni (24-23), entra Kockarevic al servizio, chiude Decortes 25-23.
Punto a punto l’avvio di quarto (4-4), Decortes out (4-6), Manfredini contrattacco (4-7), muro Manfredini (5-9). Bolzonetti out (6-9), Piomboni sbaglia (6-11), al suo posto entra Kockarevic, Bolzonetti a segno (6-12), Kipp errore, 8-12. Bolzonetti pallonetto (8-14), entra Ornoch per Kokkonen, la polacca a segno (9-14), muro Bonelli (10-14), muro Ornoch, 11-14.
Mazzon a filo rete (12-14), Decortes palla all’incrocio righe (13-15), Ornoch ferma Kipp (14-16), Mlejnkova contrattacco, 14-18. Muro Kockarevic (15-18), Bolzonetti contrattacco (15-20), Clothier primo tempo (16-20), invasione Bolzonetti, 17-20. Clothier passa (19-22), Mazzon fast (20-23), Meli sbaglia (21-23), out Decortes, 21-25.
Clothier a segno nel tie break (2-1), muro Mazzon (3-1), out Decortes (3-3), Mazzon vincente (4-3), Kokkonen contrattacco, 5-3. Ace Kipp (5-5), Kokkonen a segno (6-5), entra Kockarevic per Piomboni, Bolzonetti contrattacco, 6-7. Ace Mlejnkova (6-8), Manfredini sbaglia (7-8), Decortes passa (8-9), Eze errore al servizio, 9-10.
Out Mlejnkova (10-11), rientra Piomboni, Mazzon in fast (11-12), ancora lei (12-12), Kokkonen non trova le mani del muro (12-13), errore al servizio Kipp (13-13), muro Decortes (14-13), Mlejnkova annulla (14-14). Decortes passa (15-14), Bolzonetti errore, 16-14.
IL TABELLINO
CBF BALDUCCI HR MACERATA - BERGAMO 3-2 (25-21 21-25 25-23 21-25 16-14)
CBF BALDUCCI HR MACERATA: Mazzon 13, Decortes 23, Piomboni 9, Clothier 12, Bonelli 3, Kokkonen 9, Caforio (L), Ornoch 2, Kockarevic 2, Bresciani, Sismondi, Crawford (L), Batte. Allenatore Lionetti.
BERGAMO: Mlejnkova 16, Manfredini 7, Eze 3, Cese Montalvo 5, Meli 9, Kipp 17, Armini (L), Bolzonetti 21, Micheletti, Strubbe, Carraro, Mosser, Weske, Ferrario (L). Allenatore Parisi.
Arbitri: Canessa, Papadopol.
Note - Spettatori: 760, Durata set: 23', 26', 26', 27', 22'; Totale: 124'. MVP: Decortes.
(Credit foto: Roberto Bartomeoli)
Migliaia di cittadini e imprese in Italia si trovano oggi a fronteggiare un'ondata di solleciti, ingiunzioni e pignoramenti, spesso scatenati da debiti bancari che affondano le radici nel passato. L'azione è condotta dalle cosiddette SPV (Società Veicolo per la Cartolarizzazione) o cessionarie di crediti deteriorati, un ecosistema che conta oltre 970 entità nel Paese. A sollevare un caso emblematico è il cavalier Giuseppe Tosoni, presidente dell'Associazione Tutela Impresa, che denuncia un'anomalia inquietante: ben 294 di queste società avrebbero la sede operativa nello stesso, unico indirizzo a Conegliano Veneto (TV), in via Vittorio Alfieri 1.
Questa concentrazione, unita al fatto che quasi tutte queste società presentano un capitale sociale irrisorio (10.000 euro), spesso detenuto da soggetti residenti in noti paradisi fiscali, alimenta seri interrogativi sulla loro solidità e trasparenza. La questione ha superato la soglia del dibattito, sfociando in un'azione concreta: nei giorni scorsi, una rappresentante dell'Associazione Tutela Impresa di Tolentino ha presentato una denuncia alla Guardia di Finanza di Conegliano Veneto, chiedendo chiarezza e una valutazione su eventuali irregolarità procedurali.
Il nodo centrale della preoccupazione riguarda l'eventualità di contestare le azioni di recupero. Se un debitore dovesse avanzare la richiesta di risarcimento danni per azioni illegittime, anche di entità significativa (decine di migliaia di euro), il capitale sociale minimo e la presenza di soci stranieri nei paradisi fiscali sollevano un interrogativo cruciale: chi pagherebbe i danni?
Al di là della solvibilità, vi è il problema della legittimità delle azioni. Per poter procedere al recupero giudiziale dei crediti, queste società devono essere in possesso di un'adeguata licenza ai sensi dell'art. 106 del Testo Unico Bancario (TUB). Molte di esse, invece, operano unicamente con una licenza ex art. 115 T.U.L.P.S., rilasciata dalla Questura, che le abilita esclusivamente al recupero stragiudiziale. L'uso improprio di questa licenza per intentare azioni legali costituisce un palese superamento dei limiti operativi, spesso ignorato a danno del debitore.
Il quadro si complica ulteriormente, come sottolinea Tosoni, a causa delle numerose irregolarità che le cessionarie tendono a nascondere. "Uno degli aspetti più gravi è l'attuazione di pluri-passaggi tra diverse SPV, spesso con l'unico scopo di creare confusione e fini speculativi. Tali passaggi, se contestati formalmente dal debitore ceduto, possono essere considerati nulli".
"Per difendersi efficacemente e contrastare queste azioni, è indispensabile che il debitore si attivi per verificare e contestare diverse criticità. Deve mettere in discussione la titolarità effettiva del credito e la legittimazione ad agire della società che lo sollecita, che spesso risultano non chiare o valide. È fondamentale che vi sia trasparenza obbligatoria in tutti i passaggi di cessione, con l'indicazione chiara del credito specifico. A ciò si aggiungono il difetto di notifiche obbligatorie al debitore e l'irregolarità delle deleghe rilasciate ai vari soggetti incaricati della riscossione, sia essa stragiudiziale o giudiziale".
"Tutte queste eccezioni non sono meri tecnicismi, ma costituiscono un valido sostegno per bloccare persino le esecuzioni immobiliari. È necessario che il debitore agisca prontamente per non far ritenere implicitamente approvate le modalità avanzate dal creditore procedente. Sollecitando i giudici dell'esecuzione con indicazioni precise, si facilita l'obbligo di verifica delle irregolarità procedurali, rendendo più agevole la risoluzione delle problematiche".
"L'associazione Tutela Impresa, rappresentata da Giuseppe Tosoni, si mette a disposizione dei debitori, anche con l'intervento di APS (Associazioni Promozione Sociale) autorizzate, per chiarire e definire queste incresciose posizioni e offrire un percorso verso la risoluzione", conclude la nota.
Un progetto che potrebbe rivoluzionare il trasporto merci mondiale quello proposto dalla start up maceratese Kubo Pallet, vincitrice nei giorni scorsi della settima edizione di "Esefunzionasse?", il concorso per il supporto all’avvio di nuove imprese promosso dal Comitato regionale Giovani imprenditori di Confindustria Marche con la collaborazione della Camera di Commercio delle Marche, il patrocinio della Regione, la collaborazione delle quattro università marchigiane, di Istao - Scuola di formazione manageriale Istituto superiore Adriano Olivetti e The Hive Business Accelerator.
Fondatore e amministratore della Kubo Pallet è il 23enne potentino Natan Crucianelli, ideatore del primo pallet in plastica riciclata al mondo. Progetto che ha attirato l’attenzione dei commissari di giuria del prestigioso premio indetto da Confindustria, al quale hanno partecipato oltre 70 giovani start up, tenendo conto di parametri legati a creatività, fattibilità, circolarità e sostenibilità economica.
"Vincere un premio, legato a concrete opportunità di sviluppo, dopo meno di un mese dalla fondazione della nostra società è senza dubbio gratificante e motivante – ha sottolineato Natan Crucianelli – si tratta di un progetto a cui sto lavorando da qualche anno e che sta trovando concretezza con l’avvio di una start up innovativa ma con profonde radici sul nostro territorio. Io sono di Potenza Picena, ho studiato all’Istituto Tecnico Industriale di Recanati e la sede della Kubo Pallet è a Macerata".
“Il progetto, già brevettato, si basa sulla realizzazione del primo pallet in plastica riciclata eterogenea al mondo, identico all'attuale Euro pallet in legno - ha spiegato Crucianelli -. Riciclabile all'infinito e con caratteristiche meccaniche e di durabilità nettamente superiori, nonché perfettamente riparabile".
"L’aspetto ecologico non è affatto secondario: si recupera un materiale che di fatto è diventato un rifiuto, evitando così inquinamento ambientale, e al tempo stesso vengono salvate piante che altrimenti diventerebbero legno per i pallet tradizionali. Basti pensare che una tonnellata di plastica riciclata fa risparmiare circa 2 tonnellate di emissioni di CO2, 5.774 chilowattora di energia, 16,3 barili di petrolio e 22 metri cubi di discarica. Crediamo che una economia virtuosa a tutela dell’ambiente sia determinante per il nostro futuro", ha concluso Crucianelli.
“Donne e Leadership in Medicina: un nuovo paradigma scientifico-culturale o una differente sanità?” è stato il tema dell’evento di formazione permanente organizzato oggi dall’Università di Camerino con il patrocinio del Cug-Comitato Unico di Garanzia e della Scuola di Studi Superiori “Carlo Urbani”.L’incontro ha approfondito il ruolo crescente delle donne nelle professioni mediche e sanitarie, tema che negli ultimi decenni ha assunto una rilevanza strategica non solo sul piano della rappresentanza, ma soprattutto in relazione alla trasformazione dei modelli organizzativi e culturali della sanità pubblica. Durante i lavori è emerso come il contributo femminile stia introducendo nuovi approcci alla gestione, alla comunicazione e alla cura, favorendo sistemi più inclusivi, collaborativi e orientati al benessere globale della persona.
La giornata, rivolta in particolare alle studentesse e agli studenti dei corsi Unicam afferenti all’ambito sanitario e giuridico, oltre che alle professioniste e ai professionisti del territorio, ha visto un’ampia partecipazione e un significativo coinvolgimento del pubblico.
La mattinata si è aperta con i saluti istituzionali del rettore Graziano Leoni e con la prima sessione moderata da Anna Maria Schimizzi, direttrice della UOC Medicina Interna ospedale di Camerino Ast Macerata. Melanie Sara Palermo e Isabella Crespi di Unimc hanno tenuto un intervento dedicato a Gender equality e Stem nei percorsi formativi delle donne in Italia, seguito dalla relazione di Giovanna Vicarelli del CRISS–UnivPM, che ha illustrato l’evoluzione della presenza femminile in Medicina attraverso il tema Donne in Medicina: da intruse a protagoniste. Il contributo di Lorenza Garrino della Società Italiana di Pedagogia Medica ha poi offerto una riflessione originale sul ruolo della medicina narrativa parlando di donne che curano e leadership nella rappresentazione filmica.La seconda sessione, moderata dalla professoressa Giulia Bonacucina prorettrice alla Didattica di Unicam, ha posto l’attenzione sulle evidenze scientifiche e sugli strumenti utili a favorire modelli di leadership innovativi. Rosita Gabbianelli, docente della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute di Unicam, ha presentato i dati riguardanti l’impatto dello stress lavorativo sul lavoro di cura, mentre Sandra Morano docente dell’Università di Genova e responsabile dell’Area Formazione Femminile Anaao Assomed, ha analizzato sfide, opportunità e strumenti per sostenere percorsi professionali orientati alla leadership femminile.La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda che ha visto dialogare Giovanna Vicarelli, Gigliola Paviotti di Unimc, Maria Paola Mantovani, delegata del rettore Unicam per la Parità di genere, Anna Maria Schimizzi e Giulia Bonacucina. Il confronto ha evidenziato come il protagonismo femminile in Medicina non riguardi soltanto la distribuzione del potere, ma rappresenti una leva fondamentale per ripensare la sanità in senso partecipato e universalistico, costruendo modelli di leadership capaci di valorizzare diversità, collaborazione e responsabilità condivisa.
Si avvia alla conclusione in questi giorni il Progetto “ECO – Ecosistemi di Comunità = Opportunità”, risultato tra i vincitori del Bando Habitat 2022 della Fondazione Cariverona. Il progetto, che ha coinvolto i territori dei Comuni di Senigallia (AN) e Chiampo (VI), ha avuto come capofila la cooperativa sociale Gruppo Pleiadi e l’obiettivo di attivare percorsi innovativi di tutela ambientale, rigenerazione urbana e sensibilizzazione della cittadinanza.
L’Università di Camerino, sotto la responsabilità scientifica della prof.ssa Paola Scocco, in collaborazione con il prof. Andrea Catorci e con lo staff tecnico dell’Erbarium Camerinensis, il dott. Federico M. Tardella ed il dott. Ernesto Venturi, è stata partner del progetto per le attività del Comune di Senigallia.Unicam ha curato tre ambiti fondamentali: l’ideazione e la realizzazione di attività di Citizen Science, la progettazione botanica per l’arricchimento della biodiversità in un’area pilota del Parco della Cesanella, il Monitoraggio pre e post-intervento della biodiversità vegetale.
Il Parco della Cesanella è un sito di circa 16 ettari di superficie ubicato nella zona nord di Senigallia, ed è stato oggetto di un progetto di riforestazione previsto dalla valutazione di impatto ambientale nella realizzazione della terza corsia dell’autostrada. L’intervento non ha, tuttavia, tenuto in considerazione il potenziale che l’area della Cesanella avrebbe potuto avere per quanto riguarda la fruizione da parte degli abitanti.Uno degli obiettivi del Progetto ECO è la rigenerazione di questo sito e la sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti delle pratiche verdi, ecocompatibili, di cura, rispettose dell’ambiente e della biodiversità.Attività di Citizen Science riguardanti questi concetti sono state oggetto di vari eventi rivolti ai cittadini, nonché della tesi triennale dal titolo “Progettazione e realizzazione di materiale di supporto finalizzato ad attività scientifico-divulgative in seno al Progetto Cariverona ECO 2022.023#52390” della dott.ssa Anna Paniccià. L’Università di Camerino ha attivato anche due borse di approfondimento, una riguardante il censimento delle specie arboree piantumate, la zonazione dell'area, la valutazione della capacità di assorbimento della CO2 e la realizzazione di materiale divulgativo, e l’altra finalizzata al monitoraggio e alla valutazione dell’incremento della biodiversità vegetale relativo all'intervento progettuale e alla preparazione del materiale per l'evento di chiusura del Progetto.
Per quanto riguarda la progettazione botanica del Parco della Cesanella, ha preso il via la rigenerazione di 5 aree, seguendo una precisa filosofia di intervento. L’idea essenziale è stata quella di creare quadri ambientali (stanze verdi)che richiamino i paesaggi mediterranei e possano costituire un valido strumento didattico per la cittadinanza e per le scuole. Le specie utilizzate e la loro disposizione spaziale costituiranno dei piacevoli punti di sosta e potranno essere degli spunti per il verde privato. Sono state utilizzate piante perfettamente adattate ai cambiamenti climatici e che, una volta affrancate, richiedano un livello molto basso di manutenzione (in particolar modo acqua, potature, fertilizzanti e pesticidi).
Il Parco della Cesanella ha dunque iniziato la sua trasformazione in Bosco Urbano per la quale determinante sarà la partecipazione attiva dei cittadini e la capitalizzazione di questo progetto pilota.I boschi urbani sono aree che hanno lo scopo di abbattere la quantità di CO2 prodotta dalle attività antropiche, in linea con le direttive del Protocollo di Kyoto del 1997 e dello United Nation Framework Convention on Climate Change. Sono, quindi, dei siti che possono offrire una serie di servizi o, meglio, benefici, ecosistemici.I boschi urbani possono svolgere in piccolo alcuni dei servizi ecosistemici normalmente svolti delle foreste, come la purificazione dell’aria tramite l’assorbimento della CO2 e la produzione di fitoncidi, sostanze con azione di difesa per la pianta e con effetti benefici sull’uomo, e la regolazione del clima urbano in qualità di Rifugio Climatico. Le aree verdi urbane, inoltre, sono dei punti strategici per quanto riguarda le attività culturali, ricreative e sociali della città.
Sabato 6 dicembre, alle 21.30, il Teatro delle Logge di Montecosaro accoglierà un debutto atteso da tempo: quello dei Moreish Idols, una delle band più sorprendenti e ricercate dell’attuale scena britannica. Arrivano in Italia per la prima volta, in esclusiva nazionale, ospiti della rassegna Mount Echo’, con un concerto che promette di essere uno di quei rari momenti in cui ci si rende conto di assistere alla nascita di qualcosa che, tra qualche anno, potremmo ricordare come “lo spettacolo da non perdere”.
Nati a Falmouth ma pienamente immersi in quella Londra sotterranea che negli ultimi anni ha rimesso in circolo energie musicali nuove e irrequiete, i Moreish Idols sono una creatura collettiva e multiforme. La loro forza non sta nel tentativo di reinventare la ruota, ma nel prodigioso accumulo di idee che, messe insieme, finiscono per suonare come qualcosa che non si era ancora sentito così, tutto d’un fiato. “All in the Game”, pubblicato lo scorso marzo dalla label di culto Speedy Wunderground, è esattamente questo: un debutto che non cerca di fare il verso a nessuno e che, proprio per questo, indica una direzione. Uno degli esordi più notevoli degli ultimi anni.
L’album, dopo i primi EP che avevano messo in luce la loro inclinazione art-punk più ruvida, apre scenari molto più ampi: melodie folk psichedeliche che si avvolgono intorno a sassofoni gorgoglianti, chitarre sfiorate, sintetizzatori instabili come un pensiero improvviso, voci che si sovrappongono come un dialogo interiore. È un disco che parla di tempo e di fragilità, di memoria e di perdita, ma senza indulgere in malinconie facili. “Tempo speso, tempo sprecato, tempo che ti scappa”, riflette il bassista Caspar Swindells, per poi ribaltare tutto con un’affermazione che è quasi una filosofia di band: “Il tempo è ciò che ne fai”.
La formazione è guidata dalle penne e dalle chitarre di Tom Kellett e Jude Lilley, sostenuti dal drumming nervoso di Sol Lamey e dal sax di Dylan Muchanyuka Humphreys, elemento che più di ogni altro caratterizza il suono sospeso, febbrile, dei Moreish Idols. Individuati da Dan Carey – produttore visionario, co-fondatore di Speedy Wunderground e vero talent scout degli ultimi dieci anni – hanno conquistato fin da subito testate come NME, Stereogum, The Fader, CLASH e BBC Radio 6 Music, grazie ai primi lavori “Float” (2022) e “Locked Eyes And Collide” (2023), già ricchi di quell’urgenza compositiva che oggi arriva a maturazione nel loro primo album.
“All in the Game” è un disco che affronta domande esistenziali senza la pretesa di dare risposte risolutive. Lilley racconta che molte canzoni nascono dal bisogno di “ridere in faccia alla disperazione”, come se l’unico modo per attraversare certe oscurità fosse quello di illuminarle dall’interno. Il reale e l’immaginario scorrono l’uno nell’altro, e il risultato è un’opera che, pur trattando temi complessi, atterra sempre su qualcosa di profondamente umano, quasi confortante. Una specie di messaggio implicito: anche quando la vita traballa, c’è sempre una melodia da cui ripartire.
Vederli dal vivo significa entrare in questo mondo vibrante e nervoso, in cui l’imprevedibilità non è un incidente, ma una scelta estetica. Ed è per questo che il loro arrivo in Italia ha il sapore dell’evento speciale: perché i Moreish Idols sono una band che sta ancora crescendo, ancora mutando, e che proprio per questo, ora più che mai, va ascoltata nel momento stesso in cui accade.
Il 6 dicembre, al Teatro delle Logge, non si assisterà semplicemente a un concerto. Si entrerà dentro un’idea di musica che ha voglia di sorprendere, di rischiare, di sporcarsi le mani. Un’idea giovane, urgente, luminosa. In una parola: necessaria.
È stato inaugurato ieri pomeriggio, mercoledì 3 dicembre, alle ore 17, il nuovo Baby Pit Stop Unicef allestito all’interno della Biblioteca comunale "Libero Bigiaretti". Si tratta di uno spazio pensato per offrire ai genitori un luogo tranquillo e accogliente dove allattare e cambiare il pannolino ai propri bambini, in un ambiente protetto e dedicato.
Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Denis Cingolani, l’assessore alla Cultura Barbara Cacciolari, la presidente di Unicef Marche Mirella Mazzarini e la presidente Unicef provinciale Patrizia Scaramazza.
Durante il suo intervento, la presidente provinciale Patrizia Scaramazza ha evidenziato il valore sociale dell’iniziativa: «Il Baby Pit Stop non rappresenta solo un luogo per provvedere ai bisogni del bambino, ma è la dimostrazione della sensibilità dell’amministrazione comunale nei confronti delle famiglie e dei più piccoli, scopo essenziale dell’Unicef».
Un concetto ribadito anche dalla presidente regionale Mirella Mazzarini, che ha inserito l’inaugurazione di Matelica nel più ampio progetto nazionale: «Il nuovo Baby Pit Stop rientra nell’impegno dell’Unicef a realizzare entro il 2026 almeno 1.500 punti sul territorio italiano. La sua presenza mira a valorizzare l’unione tra genitori e bambini, creando occasioni per leggere, giocare e stimolare la creatività».
Soddisfazione è stata espressa anche dall’amministrazione comunale. «Una grande novità per la nostra città e per l’intero territorio – hanno commentato Cingolani e Cacciolari –. Ringraziamo l’Unicef per aver scelto Matelica per questo importante progetto che ci auguriamo possa essere apprezzato da tutta la cittadinanza».
Il nuovo Baby Pit Stop è ora attivo all’interno della Biblioteca Bigiaretti e rappresenta un servizio in più per le famiglie, confermando l’attenzione della città verso l’infanzia e la genitorialità.
La Via Lauretana si illuminerà il 9 dicembre alla vigilia della Venuta della Santa Casa. Da Roma a Loreto, lungo comuni e località delle Marche, dell’Umbria e del Lazio, l’iniziativa “Illuminiamo la Via Lauretana” nasce a pochi mesi dalla conclusione della Peregrinatio Mariae. Evento giubilare che ha visto la statua della Madonna Pellegrina essere benedetta da papa Leone XIV: si è trattato di insieme di appuntamenti a carattere spirituale che ha avuto l’obiettivo di evidenziare il forte legame tra le comunità attraversate e che ora si rinnova.
Secondo una tradizione lauretana diffusa nel Centro Italia, particolarmente nelle aree rurali, la sera del 9 dicembre si accendono i tradizionali fuochi o “focaracci” in onore della Madonna di Loreto. Tali fuochi evocano la luce che idealmente accompagnò il prodigioso volo della Santa Casa attraverso l’Italia Centrale fino a raggiungere Loreto. In molti luoghi delle Marche tale tradizione si rinnova ogni anno con l’accensione di un fuoco insieme ad un breve momento di preghiera, alla presenza delle autorità civili e religiose.
Nei territori attraversati dalla Via Lauretana, in occasione del Giubileo della Speranza, tale tradizione sarà così riproposta con una particolare intenzione di preghiera per la pace in Terra Santa e in Ucraina.
«Ringraziamo fin d’ora tutte le comunità che hanno potuto aderire – ha affermato mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana e vescovo di Macerata –, iniziative semplici e proporzionate alla realtà locale contribuiranno a rendere più viva e feconda la memoria della Peregrinatio Mariae e della Via Lauretana, come itinerario di fede che collega Roma a Loreto».
L’evento giubilare è promosso dalla Regione Ecclesiastica Marche e organizzato dalla Fondazione Giustiniani Bandini in collaborazione con il Tavolo di Concertazione per il Recupero e la Valorizzazione della Via Lauretana e con tutte le Diocesi lungo il percorso.
La Peregrinatio Mariae si colloca, inoltre, tra le iniziative più significative previste per il Giubileo 2025 dalla Regione Marche, nell’ambito del progetto “Pellegrini di Speranza”.
Oggi, sabato 6 dicembre, Loro Piceno ha vissuto una giornata di forte valore simbolico e istituzionale con l’inaugurazione del palazzo comunale dopo il lungo e complesso intervento di ristrutturazione post sisma. Alla cerimonia, molto partecipata, erano presenti numerosi sindaci del territorio, il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli e il presidente dell’Unione Montana Monti Azzurri Gianpiero Feliciotti. Ad accogliere le autorità e i cittadini è stato il sindaco Robertino Paoloni che, con visibile commozione, ha restituito alla comunità la casa comunale completamente rinnovata, nel cuore del centro storico.
Dopo anni di delocalizzazione in un piano della scuola secondaria fuori dal centro, la sede municipale torna nella sua collocazione originaria, tra la chiesa di Santa Maria di Piazza e il Castello. Un ritorno che segna non solo la fine di un cantiere, ma anche un passaggio fondamentale nel percorso di rinascita del borgo. Il palazzo, eretto nel 1624 e ridisegnato nel 1780 dall’architetto Pietro Augustoni, è stato interessato da un intervento di riparazione dei danni e miglioramento sismico finanziato dalla Struttura commissariale sisma 2016 con un contributo complessivo di 1.506.200 euro. Il restauro è stato di tipo conservativo, privilegiando soluzioni poco invasive e rispettose dell’autenticità dell’edificio.
«La consegna di un edificio pubblico storico, restituito alla sua comunità più sicuro, più funzionale e pienamente adeguato dal punto di vista sismico, testimonia l’efficacia e la concretezza della ricostruzione in corso», ha dichiarato il commissario Guido Castelli, sottolineando come interventi di questo tipo riportino la vita nel cuore dei borghi. Castelli ha ricordato anche il valore istituzionale del rientro nel centro storico: «È qui che avevo lasciato il Comune di Loro Piceno quando, anni fa, da assessore regionale, mi confrontai con il sindaco Paoloni per trovare le soluzioni migliori affinché il centro storico tornasse a respirare anche dal punto di vista istituzionale. È un lavoro complesso su un palazzo antico, ma oggi vediamo un risultato concreto che documenta come la ricostruzione abbia preso il verso giusto».
Dal canto suo, il sindaco Paoloni ha rimarcato il forte significato simbolico del ritorno nella sede storica: «La cosa più importante è rientrare qui, nel centro storico. I nostri borghi, pur bellissimi, soffrono lo spopolamento, e riportare il Comune nel cuore del paese significa farlo rivivere. Non è un punto di ripartenza, ma una tappa fondamentale di un percorso che ci sta riportando alla piena ricostruzione dei nostri centri storici». Il primo cittadino ha voluto inoltre ricordare come il cammino che ha portato all’inaugurazione sia stato possibile grazie al lavoro di più figure istituzionali: «È un percorso che ha coinvolto due commissari, l’onorevole Giovanni Legnini prima e Guido Castelli poi, che sono stati davvero molto vicini alla nostra comunità». Paoloni ha anche sottolineato come, negli ultimi anni, vi sia stata una forte accelerazione sulla ricostruzione pubblica, che si è aggiunta a quella privata già ben avviata.
I lavori hanno interessato il ripristino della continuità muraria, il consolidamento delle volte in canna e gesso, la ricostruzione di porzioni della copertura, l’inserimento di cordoli e tramezzi strutturali, il rafforzamento del torrino e una profonda riorganizzazione funzionale degli spazi interni, con nuovi collegamenti, servizi igienici, impianti aggiornati e nuove finiture. Particolare cura è stata riservata al restauro degli affreschi presenti nella sala del Sindaco e nell’aula consiliare, riportati alla loro piena leggibilità. L’iter amministrativo si è chiuso con l’approvazione del progetto esecutivo nel novembre 2022, la concessione del contributo nel dicembre dello stesso anno e l’avvio dei lavori nel 2023, conclusi dopo una variante progettuale nell’agosto 2024.
Il presidente dell’Unione Montana Monti Azzurri Gianpiero Feliciotti ha evidenziato il valore territoriale dell’intervento: «Piano piano stiamo rimettendo in linea tutti i borghi. Oggi Loro Piceno ha la sua nuova casa comunale ed è un successo, perché con fiducia si riesce a riportare ogni paese nella sua giusta dimensione. Il Comune rappresenta la casa di tutti e dà il senso della sicurezza e della ripresa tanto attesa».
Il palazzo comunale rappresenta anche uno scrigno di tesori d’arte. Nella Sala Consiliare sono conservati il ritratto del cardinale Giuseppe Mori, quello di Padre Donato Camacci, una serie di ritratti dei cardinali protettori della comunità dal XVI al XIX secolo, un antico leggio dei Cappuccini, un lampadario in cristallo dell’Ottocento e un importante nucleo di panche lignee tra XVII e XVIII secolo. Lo studio del Sindaco custodisce invece una Madonna con Bambino in terracotta invetriata della scuola di Andrea della Robbia, specchiere artistiche tra Settecento e Ottocento, un inginocchiatoio del Seicento, un dipinto di San Giorgio e il Drago e un tavolo ligneo in marmo verde del XVIII secolo. Due opere, ancora temporaneamente esposte nella chiesa di Santa Maria di Piazza, torneranno prossimamente nella loro sede originaria quando vi saranno le condizioni ideali per la conservazione.
Di grande valore anche l’archivio storico comunale, con documenti che risalgono ai primi del XIII secolo, tra cui registri, catasti e una preziosa trascrizione in caratteri gotici di un’iscrizione bronzea di epoca romana legata alla figura di Valerio Arunzio, inviato dall’imperatore Augusto per restaurare una fortificazione già esistente a Loro Piceno.
L’inaugurazione del palazzo comunale si inserisce in un quadro di ricostruzione molto avanzato per Loro Piceno. Oltre il 70 per cento delle pratiche di ricostruzione privata ha già portato all’apertura dei cantieri e più della metà degli interventi è conclusa, con un importo liquidato che sfiora i 30 milioni di euro. Anche la ricostruzione pubblica è in pieno sviluppo, con numerose opere tra cantieri avviati, conclusi e in progettazione. Oggi, con il ritorno del Municipio nel suo centro storico, la comunità di Loro Piceno compie un altro passo concreto verso il pieno recupero della propria identità urbana, civile e istituzionale.
Una serata di festa, colori e orgoglio comunitario quella vissuta ieri a Montefano, dove è stato inaugurato il nuovo albero all’uncinetto posizionato sotto il loggiato del Comune. Un progetto nato da un’idea di Graziella Coltrinari, da sempre attiva nella vita del paese, che ha deciso di portare anche a Montefano una tradizione creativa già diffusa nei centri limitrofi.
«Tutti i paesi vicini avevano l’albero realizzato all’uncinetto, noi no. Così ho pensato che fosse il momento di farlo anche qui», racconta Coltrinari, che ha coinvolto nel lavoro le volontarie dell’Avulss. Entusiasmo e partecipazione sono stati immediati: «Le signore non sono state felici… di più! Hanno collaborato in modo eccezionale e con tanto entusiasmo».
Il risultato è un’opera corale e impegnativa: oltre 400 piastrelle lavorate all’uncinetto, più di 100 stelle e mesi di lavoro meticoloso che hanno dato forma a un albero unico nel suo genere.
All’inaugurazione erano presenti il sindaco, la giunta comunale e molte delle donne che hanno contribuito alla realizzazione. Nonostante il freddo, la partecipazione è stata ampia e calorosa. «Montefano ha vissuto un momento davvero bello di festa - raccontano le promotrici -. L’albero non è stato apprezzato… ma molto di più: è piaciuto tantissimo».
L’opera resterà visibile per tutto il periodo natalizio sotto il loggiato del Comune, dove cittadini e visitatori sono invitati a fermarsi per ammirarla da vicino.
Nella mattinata di oggi, il sindaco di Pollenza Mauro Romoli e la vicesindaco Antonella Menichelli hanno portato i saluti e gli auguri dell’intera comunità alla neocentenaria pollentina Fulvia Colotti, che ha spento 100 candeline. Il suo sorriso, decennio dopo decennio, si è arricchito di maturità e saggezza, ma anche della premurosa tenerezza del suo essere mamma e nonna.
“Oggi è una giornata storica per la nostra comunità – dichiara il sindaco Mauro Romoli – dobbiamo essere orgogliosi e consapevoli che la sua testimonianza di vita custodisce i sani valori della vita. Alla Concittadina Fulvia ho voluto porgere a nome mio personale, dell’Amministrazione Comunale e di tutta la comunità, i migliori auguri per il raggiungimento di questo splendido traguardo dei 100 anni.”
La signora Fulvia ha festeggiato presso la Residenza Protetta di Pollenza circondata dall’affetto dei familiari che si sono ritrovati per festeggiarla.
Grande partecipazione ieri (sabato 6 dicembre) all’accensione delle luminarie a Castelraimondo, come ogni anno segnano l’inizio del periodo più atteso e sentito dalla comunità. Nelle festività e nel weekend sono in programma numerose iniziative ed eventi per questo magico periodo dell’anno.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Patrizio Leonelli ha dichiarato: “Un gesto semplice quello dell’accensione delle luminarie, ma dal profondo significato, perché le luci di Natale hanno sempre rappresentato per Castelraimondo la voglia di stare insieme, di condividere la bellezza delle piccole cose e di custodire quella magia che appartiene soprattutto ai bambini. Come Amministrazione crediamo che queste luci siano importanti perché ci ricordano che la magia del Natale nasce dall’unione, dalla possibilità di ritrovarci nelle nostre piazze e nei nostri quartieri, di vivere insieme i tanti momenti di festa che ci accompagneranno nelle prossime settimane.
Stare insieme significa stare bene, e questo è ciò che desideriamo per tutta la nostra comunità. Un grazie speciale all’Istituto Comprensivo N. Strampelli e a tutti gli studenti che oggi si sono esibiti con i loro canti, portando emozione, gioia e luce vera nel cuore del nostro paese. Sono loro che illuminano Castelraimondo oggi e sempre: i nostri giovani, il cuore pulsante del nostro agire quotidiano e il nostro futuro più prezioso. Che queste luci possano accompagnarci verso un Natale ricco di serenità, condivisione e calore. Buone feste a tutta la comunità!”
Inaugurato oggi 6 Dicembre 2025 il Nuovo Studio di Consulenza Bandi: Boom di Presenze e Grande Interesse del TerritorioNoi, Cav. Rag. Giuseppe Tosoni e Avv. Roberto Germani, comunichiamo con grande soddisfazione che oggi si è svolta, con un boom di presenze inaspettato, l’inaugurazione del nuovo Studio di “Consulenza Bandi” in Via Zavatti n. 4, Civitanova Marche (Mc).
L’affluenza straordinaria ha confermato l’interesse e il bisogno concreto del territorio di avere un punto di riferimento professionale dedicato al supporto e alla consulenza in finanza agevolata per imprese, cittadini e start-up.Un parterre ricco di autorità, professionisti e imprenditori. All’inaugurazione infatti hanno partecipato numerosi avvocati, imprenditori e professionisti del territorio, esponenti di istituzioni e autorità locali, rappresentanti del Comune di Civitanova Marche ed infine l’Assessore al Turismo dott.ssa Mara Orazi, la cui presenza ha dato ulteriore rilievo all’evento.
Le imprese oggi hanno bisogno di punti di riferimento competenti per orientarsi tra bandi e opportunità di finanziamento; un servizio strutturato come questo secondo noi può facilitare nuovi investimenti e rafforzare il tessuto produttivo locale.La collaborazione con lo studio di commercialisti Tosoni&Partners è fondamentale per mettere insieme competenze diverse e permettere di offrire servizi completi di alto livello; vogliamo dare un segnale forte della rilevanza che questo nuovo polo di consulenza riveste per la comunità, creando una vera sinergia, esempio positivo di come lavorare in rete possa generare valore per le imprese.
Lo Studio offrirà supporto qualificato in un insieme di servizi come bandi a fondo perduto e agevolazioni, contributi per imprese e start-up, internazionalizzazione e sviluppo commerciale, soluzioni per persone e imprese indebitate, procedure di tutela e blocco aste giudiziarie, un insieme di competenze pensato per le aziende che faticano a districarsi tra procedure, norme, scadenze, al fine di sostenere la crescita e proteggere chi vive situazioni economiche delicate.Focus inaugurale: contributi a fondo perduto del 70% e 80% riservati per l’Area Cratere – Bandi USR (Ufficio Speciale per la Ricostruzione).
L’incontro ha previsto anche un approfondimento sui finanziamenti regionali destinati all’Area Cratere, tema centrale per lo sviluppo del nostro territorio post-sisma; la presenza di figure istituzionali e professionisti ha arricchito il dibattito, rendendo l’evento un vero momento di confronto e collaborazione.
Al termine, i partecipanti hanno condiviso un momento conviviale con un buffet offerto dai titolari. Per ulteriori informazioni e per fissare un appuntamento, vi invitiamo a contattarci ai seguenti riferimenti qui riportati: Cav. Rag. Giuseppe Tosoni Tosoni&Partners Tel: 329/2448198, e-mail: tosoni@studiotosoni.it, sito: www.studiotosoni.it, Avv. Roberto Germani Tel: 328/7352543, e-mail: info@consulenzabandi.it, sito: www.consulenzabandi.it