Fuga rocambolesca, ladri scappano dopo lo scontro con i carabinieri. È quanto avvenuto dopo un tentativo di furto in un’abitazione di viale Buozzi, a Tolentino, nella serata di sabato. Tentativo che ha dato il via a un intervento immediato dei carabinieri, culminato in una fuga spericolata e in un incidente con un'auto di servizio dell’Arma. Dei responsabili, al momento, nessuna traccia. Un episodio simile a quello avvenuto all'inizio del mese (leggi qui).
L’allarme è scattato poco dopo le 19, quando il proprietario della casa presa di mira ha contattato le forze dell’ordine, consentendo ai militari di intervenire rapidamente. Sul posto è stata individuata un’auto già segnalata nei giorni scorsi, elemento che ha fatto subito ipotizzare il coinvolgimento di una banda organizzata.
Secondo una prima ricostruzione, tre uomini sarebbero stati coinvolti nel tentativo di furto. Due si sono dileguati a piedi, mentre il terzo, alla guida di un Nissan Qashqai grigio, avrebbe avuto il ruolo di autista e di supporto per la fuga dei complici. L’intervento dei carabinieri ha fatto scattare un inseguimento durato pochi minuti, conclusosi in via Madre Teresa di Calcutta, lungo la direttrice che conduce alla frazione delle Grazie.
Nel tentativo di bloccare il mezzo, i militari hanno ristretto lo spazio di manovra, ma il conducente ha abbandonato improvvisamente il veicolo, lanciandosi nei campi circostanti. Il suv, rimasto senza controllo, è andato a collidere con la portiera della gazzella dei carabinieri. L’uomo è riuscito a fuggire a piedi in direzione del fiume Chienti, sfruttando il buio.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti della polizia locale per i rilievi, oltre ai vigili del fuoco, che hanno illuminato la carreggiata, e al carroattrezzi per la rimozione del mezzo. Le operazioni hanno causato rallentamenti al traffico, trattandosi di un orario di punta. Presente anche il maggiore Giulia Maggi, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Tolentino, che ha coordinato le attività di ricerca.
I due militari a bordo dell’auto di servizio non hanno riportato gravi conseguenze: uno di loro ha subito solo lievi ferite. Le ricerche dei fuggitivi proseguono senza sosta.
Fuga rocambolesca, ladri scappano dopo lo scontro con i carabinieri. È quanto avvenuto dopo un tentativo di furto in un’abitazione di viale Buozzi, a Tolentino, nella serata di sabato. Tentativo che ha dato il via a un intervento immediato dei carabinieri, culminato in una fuga spericolata e in un incidente con un'auto di servizio dell’Arma. Dei responsabili, al momento, nessuna traccia. Un episodio simile a quello avvenuto all'inizio del mese (leggi qui).
L’allarme è scattato poco dopo le 19, quando il proprietario della casa presa di mira ha contattato le forze dell’ordine, consentendo ai militari di intervenire rapidamente. Sul posto è stata individuata un’auto già segnalata nei giorni scorsi, elemento che ha fatto subito ipotizzare il coinvolgimento di una banda organizzata.
Secondo una prima ricostruzione, tre uomini sarebbero stati coinvolti nel tentativo di furto. Due si sono dileguati a piedi, mentre il terzo, alla guida di un Nissan Qashqai grigio, avrebbe avuto il ruolo di autista e di supporto per la fuga dei complici. L’intervento dei carabinieri ha fatto scattare un inseguimento durato pochi minuti, conclusosi in via Madre Teresa di Calcutta, lungo la direttrice che conduce alla frazione delle Grazie.
Nel tentativo di bloccare il mezzo, i militari hanno ristretto lo spazio di manovra, ma il conducente ha abbandonato improvvisamente il veicolo, lanciandosi nei campi circostanti. Il suv, rimasto senza controllo, è andato a collidere con la portiera della gazzella dei carabinieri. L’uomo è riuscito a fuggire a piedi in direzione del fiume Chienti, sfruttando il buio.
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti della polizia locale per i rilievi, oltre ai vigili del fuoco, che hanno illuminato la carreggiata, e al carroattrezzi per la rimozione del mezzo. Le operazioni hanno causato rallentamenti al traffico, trattandosi di un orario di punta. Presente anche il maggiore Giulia Maggi, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Tolentino, che ha coordinato le attività di ricerca.
I due militari a bordo dell’auto di servizio non hanno riportato gravi conseguenze: uno di loro ha subito solo lievi ferite. Le ricerche dei fuggitivi proseguono senza sosta.
Cede una grata metallica: uomo rimane ferito dopo essere precipitato in una tomba di famiglia, nel cimitero di Civitanova Alta. Secondo le prime informazioni, l'anziano si trovava all’interno della tomba quando la struttura metallica ha ceduto, facendolo precipitare per circa cinque metri. Le sue condizioni hanno subito destato preoccupazione, tanto che è stato richiesto l’intervento immediato dell’eliambulanza.
Sul posto sono giunti rapidamente il personale del 118, la Croce Verde di Civitanova, i vigili del fuoco e i carabinieri, che hanno coordinato le operazioni di soccorso e messo in sicurezza l’area.
Dopo le prime cure sul luogo, il ferito è stato caricato sull’elicottero e trasportato d'urgenza all'ospedale Torrette di Ancona per ulteriori accertamenti e trattamenti.
(Foto di repertorio)
Si sarebbe spacciato per un carabiniere per raggirare una coppia di anziani e farsi consegnare oggetti in oro. È quanto emerso da una complessa attività investigativa condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Macerata, che ha portato alla denuncia di un 23enne originario di Acerra e residente a Casalnuovo di Napoli, ritenuto responsabile di truffa in concorso.
Le indagini sono scattate alla fine dello scorso ottobre, dopo la querela presentata da un 83enne maceratese presso la locale stazione dei carabinieri. L’anziano ha raccontato ai militari di aver ricevuto una telefonata da un uomo che, qualificandosi falsamente come appartenente all’Arma, lo informava della necessità di effettuare un controllo sugli oggetti in oro presenti in casa, per verificarne la presunta provenienza lecita.
Durante la conversazione, il falso carabiniere – con la complicità di un altro soggetto al momento non identificato – avrebbe tenuto occupate le linee telefoniche dei coniugi. Nel frattempo, un uomo si è presentato direttamente presso l’abitazione, anch’egli spacciandosi per militare dell’Arma, riuscendo così a farsi consegnare i monili in oro, per poi allontanarsi rapidamente, facendo perdere le proprie tracce.
Fondamentali, ai fini delle indagini, sono state le descrizioni dettagliate fornite dalle vittime, che hanno consentito ai carabinieri di svolgere mirati accertamenti. Al termine delle attività investigative, i coniugi hanno riconosciuto fotograficamente il presunto autore della truffa, successivamente denunciato all’Autorità Giudiziaria.
Un passo falso in una zona impervia, poi la caduta nel vuoto e la richiesta di aiuto. Mattinata di apprensione a Massignano, dove un boscaiolo è rimasto ferito dopo essere precipitato in un burrone, rendendo necessario un complesso soccorso congiunto via terra e dall'alto.
L’allarme è scattato intorno alle 9:30, in contrada Montecatino, una zona particolarmente impervia dell’entroterra massignanese. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento di San Benedetto del Tronto, allertati per il recupero di un uomo scivolato all’interno di un fosso profondo tra i dieci e i quindici metri.
Le operazioni di soccorso si sono rivelate fin da subito complesse, sia per la morfologia del terreno sia per la fitta vegetazione, che ha impedito all’elicottero Icaro 02 di effettuare il verricellamento diretto dell’équipe sanitaria. I medici sono quindi stati sbarcati in una zona limitrofa e hanno raggiunto il ferito a piedi, calandosi nel fosso insieme ai pompieri e a un tecnico del soccorso alpino e speleologico.
Una volta raggiunto, il boscaiolo è stato stabilizzato sul posto, adagiato su una barella e recuperato grazie all’impiego di tecniche speleo-alpino-fluviali (S.A.F.), con il supporto di tre tecnici del Soccorso Alpino sopraggiunti in un secondo momento. L’uomo è stato, quindi, riportato in superficie e affidato alle cure dei sanitari.
Conclusa la fase di recupero, il ferito è stato trasportato fino al punto di incontro con l’eliambulanza, che ha provveduto al trasferimento all'ospedale regionale di Torrette per ulteriori accertamenti e cure. Le operazioni si sono concluse nel corso della mattinata.
Nel corso delle festività natalizie il Comando Provinciale dei Carabinieri di Macerata ha intensificato i servizi di prevenzione e controllo del territorio, con l’obiettivo di garantire sicurezza e legalità sull’intero territorio provinciale. L’attività si è concentrata in particolare sul contrasto ai reati predatori, allo spaccio e all’uso di sostanze stupefacenti, nonché sulla prevenzione degli incidenti stradali, soprattutto quelli legati alla guida in stato di ebbrezza.
Il dispositivo ha interessato numerosi comuni della provincia e i principali snodi viari, con posti di controllo mirati in prossimità di obiettivi sensibili, giardini pubblici e luoghi di maggiore aggregazione giovanile. Al termine delle attività sono stati conseguiti diversi risultati operativi.
A Macerata, i Carabinieri hanno segnalato alla Prefettura un 42enne di origine egiziana, residente a Jesi, fermato nel centro abitato e trovato in possesso di oltre un grammo di hashish. La sostanza è stata sottoposta a sequestro amministrativo per detenzione ad uso personale non terapeutico. Analogo provvedimento è scattato nei confronti di un 33enne di nazionalità afgana, residente in città, trovato con circa due grammi di hashish durante un controllo effettuato per il suo atteggiamento sospetto.
Sempre nel capoluogo, la Sezione Radiomobile del N.O.R.M. ha denunciato una 35enne di nazionalità peruviana, residente a Macerata, sorpresa alla guida con un tasso alcolemico pari a 1,44 g/l. La donna è stata denunciata all’autorità giudiziaria, con il ritiro immediato della patente e l’affidamento del veicolo a persona idonea.
Nel corso di un altro controllo, un 51enne peruviano, anch’egli residente a Macerata, è risultato positivo all’etilometro con un valore di 1,61 g/l ed è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza, con ritiro della patente.
Nel territorio provinciale un 49enne, residente a Corridonia, già sottoposto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per reati legati agli stupefacenti, è stato raggiunto da un’ulteriore misura di detenzione domiciliare, disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Ancona. L’uomo dovrà scontare quattro mesi di arresto a seguito di una condanna per guida in stato di ebbrezza.
A Civitanova Marche, infine, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato un 49enne di nazionalità albanese, su disposizione dell’Ufficio di Sorveglianza di Macerata, traducendolo presso la Casa Circondariale di Fermo. L’uomo, oltre ad aver violato gli obblighi connessi alla misura alternativa dell’affidamento ai servizi sociali, è ritenuto responsabile di un furto commesso lo scorso 22 dicembre, quando avrebbe sottratto a una 35enne del posto un pacco contenente un capo di abbigliamento appena consegnato da un corriere.
SAN SEVERINO MARCHE - Poteva avere conseguenze ben più gravi l’incendio divampato intorno alle 12:15 di questa mattina nella palazzina dei servizi dell’impianto comunale del crossodromo di San Pacifico. Solo la prontezza di due cittadini e il rapido intervento dei Vigili del Fuoco hanno impedito che le fiamme si propagassero all’intera struttura.
A lanciare l’allarme al numero unico di emergenza 112 sono stati il consigliere comunale Valter Bianchi e Mauro Appignanesi, che stavano rientrando da un’escursione a piedi quando hanno notato una densa colonna di fumo fuoriuscire dal secondo piano dell’edificio, dove sono collocati gli uffici.
La segnalazione immediata si è rivelata decisiva: l’arrivo tempestivo dei soccorsi ha consentito di circoscrivere l’incendio al piano superiore, salvaguardando i locali del bar e gli spazi al piano terra. Al momento del rogo l’impianto risultava chiuso.
Secondo una prima ricostruzione, le fiamme si sarebbero originate in un corridoio del secondo piano, dove erano presenti due fotocopiatrici. Un possibile cortocircuito avrebbe innescato l’incendio, che in pochi istanti ha avvolto i macchinari, sprigionando una fitta coltre di fumo diffusasi negli ambienti adiacenti.
Sul posto sono intervenute più squadre dei Vigili del Fuoco provenienti dai distaccamenti di Tolentino e Camerino, con il supporto della centrale di Macerata. I pompieri hanno operato con diverse autopompe e con un’autoscala, necessaria per raggiungere il piano superiore e mettere in sicurezza tetto e locali interessati dalle fiamme. Per facilitare l’evacuazione dei fumi e le operazioni di spegnimento si è resa necessaria anche la rottura di alcuni vetri.
Le fiamme sono state domate prima che potessero compromettere la stabilità della struttura o estendersi ulteriormente. Le operazioni di bonifica degli uffici al secondo piano, l’area maggiormente colpita, sono proseguite per diverse ore.
Sul luogo dell’incendio sono giunti per seguire l’evolversi della situazione l’assessore comunale Sara Clorinda Bianchi, l’assessore Paolo Paoloni, il responsabile dell’Ufficio Manutenzioni del Comune Massimo Boldrini e il presidente del Motoclub Settempedano, ente gestore dell’impianto, Danilo Marasca. Il sindaco Rosa Piermattei è stata costantemente aggiornata sull’andamento delle operazioni. Presenti anche i carabinieri per gli accertamenti di competenza.
Le cause dell’incendio restano al vaglio dei tecnici e delle autorità competenti. Nelle prossime ore i tecnici comunali procederanno a una stima dettagliata dei danni e alle verifiche sull’agibilità della porzione di edificio interessata.
L’Amministrazione comunale ha espresso un sentito ringraziamento ai Vigili del Fuoco per la professionalità e l’efficacia dimostrate, sottolineando come il loro intervento abbia evitato conseguenze ben più gravi per l’impianto.
Il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, è stata costantemente informata sull’evolversi della situazione sin dai primi istanti successivi alla chiamata al numero unico di emergenza 112. Insieme a lei, seguono con apprensione le operazioni l’assessore comunale allo Sport, Paolo Paoloni, e il presidente del Motoclub Settempedano, Danilo Marasca, ente gestore dello storico impianto sportivo.
Le operazioni di spegnimento sono tuttora in corso.
E' stato necessario il trasporto in ospedale per un giovane di Tolentino che, nel primo pomeriggio di oggi, è rimasto coinvolto in un sinistro stradale. La Polizia locale si è occupata dei rilievi per chiarire la dinamica dell'accaduto, supportata sul posto dall'intervento dei Vigili del Fuoco.
Il ventenne stava percorrendo via Madre Teresa di Calcutta verso le 14:00, procedendo in direzione Belforte. Mentre si trovava alla guida, il veicolo è uscito dalla carreggiata per motivi ancora da accertare. L'auto ha terminato la sua corsa ribaltata in un campo situato ai margini della strada.
Nonostante il violento capovolgimento, il ragazzo è riuscito ad abbandonare l'abitacolo con le proprie forze. I sanitari dell'emergenza, giunti immediatamente sul luogo, hanno comunque disposto il trasferimento al Pronto Soccorso per una serie di controlli precauzionali. Fortunatamente, il quadro clinico del conducente non sembra destare allarmi.
Sono due giovani romani di 18 e 19 anni i responsabili dell’imbrattamento della sede di Fratelli d’Italia a San Severino Marche, avvenuto nella serata dell’11 ottobre. Sulla facciata del locale, situato in piazzale Gramsci, era comparsa la scritta “Fuori i fasci”, tracciata con una bomboletta spray di colore nero.
Le indagini, condotte dalla D.I.G.O.S. e coordinate dal dottor Jacopo Di Francesco, hanno permesso di risalire rapidamente all’identità dei due ragazzi grazie all’incrocio delle immagini dei sistemi di videosorveglianza cittadini con quelle delle telecamere di lettura targhe.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i due giovani si trovavano a San Severino Marche per trascorrere il fine settimana in compagnia di amici e parenti. Intorno alle ore 21 si sarebbero recati in piazzale Gramsci, dove uno dei due avrebbe svolto il ruolo di “palo”, mentre l’altro ha materialmente imbrattato la sede del partito.
Subito dopo l’episodio, gli agenti hanno avviato un’attenta attività investigativa, acquisendo e analizzando le immagini delle telecamere presenti in città e ricostruendo con precisione movimenti e spostamenti dei due giovani.
Una volta identificati, i ragazzi sono stati denunciati a piede libero dagli agenti della D.I.G.O.S. di Macerata, con il supporto dei colleghi della D.I.G.O.S. di Roma. Entrambi risultano residenti nella Capitale.
Sono le 11 del mattino del 27 dicembre. Sei in pigiama, sul divano, con una fetta di panettone avanzato, l’albero è ancora acceso ma nessuno lo guarda più. I regali sono già stati scartati, provati, e alcuni già dimenticati.
E tu apri Instagram cercando ispirazione per un post. Qualsiasi post. Ma non c’è. Il vuoto. Benvenuta nella settimana fantasma dei social. Quella in cui nessuno sa cosa postare perché Natale è passato ma Capodanno è ancora lontano. E come esperta di comunicazione digitale, posso dirti una cosa: è perfetto così.
Il momento migliore per non postare nulla
Questa settimana è l’unica dell’anno in cui hai il permesso ufficiale di non fare un cavolo sui social. Sul serio. Nessuno si aspetta contenuti brillanti. Nessuno sta scrollando il feed con attenzione. Tutti sono in quella bolla strana tra abbuffate e propositi, tra divano e sensi di colpa, tra “dovrei muovermi” e “ma è ancora festa”.
Quindi perché sforzarti? Perché cercare il contenuto perfetto? Perché inventarti qualcosa solo per riempire il feed? Il silenzio, in questa settimana, è oro. È strategico. È intelligente. Lascia che il tuo pubblico respiri. Lascia respirare anche te.
Se proprio devi postare qualcosa
Il pandoro alle 10 di mattina. La maratona Netflix in pigiama. Il momento in cui realizzi che hai mangiato cioccolatini per colazione. Il gatto che dorme sui regali scartati. Il divano che è diventato la tua casa. Questo è il contenuto vero di fine dicembre. Ed è perfetto così.
Niente forzature. Niente “recap 2025” fatti di corsa. Niente “obiettivi per il 2026” quando non hai ancora capito cosa hai mangiato ieri. Solo vita vera. Quella lenta. Quella un po’ confusa. Quella che non fa grandi numeri ma crea connessione.
La leggerezza senza pressione
Sai qual è il bello di questa settimana? Che puoi permetterti di essere leggera. Ironica. Disimpegnata. Non serve il post profondo. Non serve la riflessione esistenziale. Non serve la performance.
Una foto del calzino spaiato ricevuto a Natale. Una storia del tuo look h24 pigiama. Questo basta. Questo funziona. Perché è reale. La gente non vuole contenuti patinati tra Natale e Capodanno. Vuole sapere che anche tu sei sul divano. Anche tu non sai cosa fare.
Il segreto della transizione
Dal 27 al 30 dicembre non cercare di gestire la transizione Natale-Capodanno sui social. Lascia che accada da sola.
Il 31 arriverà. E con lui la frenesia dei propositi, dei recap, dei “new year new me”. Avrai tutto il tempo per postare. Per ripartire. Per ricominciare. Ma adesso? Adesso è il momento del vuoto. E il vuoto fa bene. Resetta. Ripulisce. Ti dà spazio per respirare prima della prossima corsa.
Quindi chiudi l’app. Finisci il panettone. Guarda quel film che hai in lista da mesi. Stai con le persone. O stai da sola. Ma stai. Senza telefono in mano. Perché il miglior contenuto che puoi creare questa settimana è il non-contenuto. Il silenzio consapevole. La pausa strategica.
E quando il 31 arriverà, sarai riposata, piena di energia, pronta a ripartire. Invece di essere già esausta prima ancora di cominciare.
Social Relax. È l’ultimo regalo di Natale.
Un nuovo, prestigiosissimo riconoscimento si aggiunge al palmarès di Dante Ferretti. Lo scenografo maceratese è tra i vincitori dell’ottava edizione degli International Opera Awards – “Stella della lirica”, il più autorevole premio dedicato ai protagonisti della lirica mondiale, ideato da Alfredo Torrisi. A Ferretti è stato assegnato il premio Opera Star per la scenografia, consacrandolo definitivamente anche come figura centrale nella storia del teatro d’opera. La cerimonia si è tenuta lunedì 22 dicembre al Teatro dell’Opera di Roma, in un contesto di assoluto prestigio internazionale. Un riconoscimento che certifica, ancora una volta, la statura di un artista che ha attraversato cinema, teatro e lirica con una forza visionaria senza eguali.
I numeri, del resto, parlano da soli: 3 Premi Oscar, 5 David di Donatello, 14 Nastri d’Argento, per un totale di 175 premi ricevuti nel corso della sua carriera. Un curriculum che non ha eguali nel panorama artistico italiano e che colloca Dante Ferretti tra i più grandi scenografi di tutti i tempi, non solo del cinema ma dell’intera storia dello spettacolo.
Collaboratore di maestri assoluti come Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini e Martin Scorsese, Ferretti ha costruito mondi, epoche e immaginari entrati nella memoria collettiva. Eppure, a fronte di una celebrazione continua da parte delle istituzioni culturali nazionali e internazionali, emerge con sempre maggiore evidenza una discrasia che per Macerata dovrebbe far riflettere. Mentre l’Italia e il mondo continuano a rendere omaggio a uno dei più grandi artisti viventi, la sua città natale sembra mantenere una distanza difficile da comprendere. Un paradosso evidente: Macerata, città di cultura, università e spettacolo, fatica a riconoscere e valorizzare uno dei suoi figli più illustri, una personalità che ha portato il nome della sua terra ai vertici mondiali dell’arte.
Lo scorso 18 dicembre, al Pio Sodalizio dei Piceni a Roma, è stata presentata l’opera “Bellezza imperfetta. Io e Pasolini”, il libro a cura di David Miliozzi che racconta il rapporto umano e artistico tra Dante Ferretti e Pier Paolo Pasolini. Un evento di grande successo, inserito in un tour di presentazioni che sta attraversando numerose città italiane. Tutte, finora, tranne Macerata.
A rendere il quadro ancora più emblematico è la notizia, diffusa nei mesi scorsi, della nomina del tre volte Premio Oscar a direttore artistico del Museo della Civiltà del Mare Adriatico, progetto portante della candidatura di Ancona a Capitale Italiana della Cultura 2028. Ancora una volta, dunque, Dante Ferretti viene scelto per rappresentare l’eccellenza italiana nel mondo. Ancora una volta, lontano da Macerata.
Il Consiglio comunale di Civitanova Marche ha approvato il Bilancio di Previsione, un atto fondamentale per la programmazione amministrativa e per la stabilità finanziaria dell’ente, che definisce priorità e investimenti per lo sviluppo della città nei prossimi anni.
«Si tratta di un bilancio solido e responsabile – ha dichiarato il sindaco Fabrizio Ciarapica – che conferma una visione chiara e di lungo periodo, capace di garantire servizi, investimenti e attenzione alle fasce più fragili della popolazione».
Il documento prevede infatti lo stanziamento di risorse significative a favore di servizi essenziali, infrastrutture, sicurezza, cultura e sostegno alle famiglie, confermando l’impostazione dell’amministrazione orientata alla crescita e alla coesione sociale.
Tra le misure più rilevanti figura l’introduzione dei voucher sportivi, pensati per garantire il diritto allo sport anche a giovani e famiglie che incontrano difficoltà economiche. «Lo sport è inclusione, educazione e benessere – ha sottolineato Ciarapica – e nessuno deve esserne escluso per motivi economici».
Sul fronte del welfare, l’amministrazione ha innalzato a 20.000 euro la soglia ISEE per l’accesso al trasporto pubblico gratuito per gli over 65, ampliando una misura di equità sociale già apprezzata dai cittadini. È stato inoltre istituito un nuovo sportello di sostegno per famiglie e imprese indebitate, pensato come punto di ascolto e accompagnamento per chi attraversa momenti di difficoltà economica.
Il Bilancio di Previsione prevede anche la creazione di un fondo dedicato alla promozione della cultura della pace, un tema ritenuto centrale per la comunità e condiviso nel tempo anche con le forze di opposizione.
La seduta consiliare è stata tuttavia segnata da un fatto definito «inedito» dall’amministrazione: l’assenza totale dei consiglieri di opposizione, che non hanno preso parte alla discussione e al voto sul bilancio. «Su un atto così importante – ha commentato il sindaco – sarebbe stato doveroso partecipare al confronto democratico e avanzare eventuali proposte utili alla città».
«Nonostante ciò – ha concluso Ciarapica – la maggioranza ha lavorato con serietà, trasparenza e senso del dovere. Civitanova merita presenza, impegno e responsabilità, soprattutto nei momenti decisivi della programmazione pubblica».
Dopo le dichiarazioni del sindaco Fabrizio Ciarapica sul voto al bilancio e sulla posizione della Lega e dei Civici (leggi qui), interviene Giorgio Pollastrelli, consigliere comunale e capogruppo Lega + Civici, per chiarire i fatti e rispondere a quelle che definisce "illazioni".
Pollastrelli ricostruisce quanto avvenuto prima del consiglio comunale del 20 novembre, respingendo l’idea che vi siano stati incontri sul bilancio 2026: "Il sottoscritto, in qualità di capogruppo, ha incontrato l’assessore Morresi e Carassai prima del consiglio comunale del 20 novembre per circa 15 minuti in sala giunta per essere portato a conoscenza del contenuto della variazione di bilancio che il 20 novembre abbiamo prontamente votato come gruppo Lega + Civici".
Un confronto breve e circoscritto, nel quale l’ingresso del sindaco sarebbe avvenuto solo al termine dell’incontro: "Mentre ero in piedi per andarmene via è entrato il sindaco e abbiamo scambiato due battute sui lavori da eseguire al Mic, considerato che la Regione Marche ha finanziato una parte dei lavori di messa in sicurezza e ammodernamento grazie a fondi europei. Preciso che ero in piedi e con la giacca sul ciglio della porta per uscire".
Il capogruppo sottolinea inoltre di aver sempre documentato gli incontri istituzionali: "Di questa riunione ho gli appunti come faccio sempre da 23 anni, poiché ho imparato che spesso taluni soggetti hanno la memoria corta". Da qui la critica al primo cittadino: "Mi domando come mai il sindaco usi una riunione per la variazione di bilancio 2025 per far intendere che ci sia stato un incontro per il bilancio 2026. Forse è confuso, ma soprattutto non distingue i due atti e allora è ancora più grave".
Sul bilancio 2026, Pollastrelli ribadisce che la posizione della Lega + Civici era stata resa nota da tempo: "Per il bilancio 2026 da un mese abbiamo scritto sui giornali e sui verbali della commissione bilancio che non avremmo partecipato al voto se non si chiariva la posizione dell’attuale maggioranza sulla variante Paolo Ricci e Cristallo".
Secondo il consigliere, un confronto era possibile ma non è mai stato cercato dal sindaco. «"l sindaco poteva convocarci per un chiarimento ma non lo ha voluto fare". Una scelta che ha portato il gruppo a mantenere una linea coerente: "Pertanto, coerenti come sempre, abbiamo mantenuto fede a quanto dichiarato perché onestà e lealtà sono i nostri valori, ma onestà e lealtà sono in primis verso gli elettori che ci hanno votato".
Pollastrelli richiama, infine, il mandato ricevuto dai cittadini: "Gli elettori chiedono ai consiglieri della Lega di abbassare le tasse, migliorare i servizi, offrire opportunità di sviluppo per la città e garantire una vivibilità sempre maggiore. Di questo volevamo parlare con il sindaco, ma non ci è stata data occasione".
Netta anche la conclusione: "Rigettiamo le sue illazioni e lo invitiamo a riposarsi sotto le festività natalizie per ritrovare energie e buon senso per un confronto sereno con i consiglieri comunali eletti dai cittadini". E sul ruolo politico aggiunge: "Noi consiglieri della Lega + Civici siamo la maggioranza perché eletti dai cittadini e non è certo Ciarapica che può definire chi è dentro o chi è fuori".
Un appello finale al sindaco affinché torni ad ascoltare il Consiglio: "Il tuo ruolo è ascoltare i tuoi consiglieri e fare sintesi, non escludere chi ti chiede di volare alto. Giocare a ribasso fa perdere la città e i suoi cittadini, che invece noi vogliamo difendere con onestà intellettuale e coraggio".
Un nuovo e fondamentale presidio di soccorso entra a far parte del parco mezzi del Comitato di San Severino Marche della Croce Rossa Italiana. È stata ufficialmente inaugurata la nuova ambulanza da soccorso base, un progetto dal valore di circa 98 mila euro che segna un passaggio storico per il sodalizio locale: il nuovo mezzo va infatti a sostituire l’ormai vecchia ambulanza che, dopo quasi vent’anni di onorato servizio, è stata posta a riposo.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte le massime autorità cittadine, a testimonianza del profondo legame tra la CRI e il territorio: il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, il vice sindaco Jacopo Orlandani, il presidente del Consiglio comunale, Sandro Granata, e l'assessore Vanna Bianconi. Presenti anche i rappresentanti della Polizia Locale. Il nuovo mezzo è stato benedetto da don Aldo Romagnoli, in un momento di sentita partecipazione collettiva.
Anche nel corso dell’ultimo anno l’impegno dei volontari settempedani della Cri è stato incessante: hanno percorso 304.443 chilometri ed effettuato ben 3.148 trasporti, assistendo migliaia di persone. La Croce Rossa locale garantisce quotidianamente la copertura dei servizi di trasporto sanitario, sia per privati che in convenzione con l’Ast, oltre al prezioso servizio con pulmino per persone con disabilità e ai servizi di taxi sociale e sanitario.
“L'aumento dei trasporti richiesti, specialmente per dimissioni, visite e spostamenti tra presidi ospedalieri, riflette i nuovi fabbisogni del territorio legati anche all'innalzamento dell’età media - ha sottolineato la presidente del Comitato, Cristina Grillo, aggiungendo - Questo nuovo mezzo è essenziale per rispondere con efficienza e sicurezza a una domanda di assistenza sempre più necessaria”.
Il raggiungimento dell’importante obiettivo è stato possibile grazie a una straordinaria rete di generosità che la presidente Grillo e il Consiglio direttivo della Cri hanno voluto ricordare ringraziando pubblicamente chi ha dato una mano. A partire dal Comitato Jake Jam per la donazione del defibrillatore installato a bordo per proseguire con il fotografo Claudio Scarponi che ha devoluto il ricavato della sua mostra “Occhi del mondo” per l’acquisto di un secondo defibrillatore, con la famiglia Rondelli-Piantoni per il sostegno al mercatino solidale e con l’Amministrazione comunale e la Pro Loco per l’accoglienza durante il mercatino dell’Immacolata.
La nuova ambulanza è un bene che appartiene a tutta la comunità settempedana che potrà continuare a contribuire per l’acquisto del nuovo mezzo con donazioni al Comitato Cri.
L’AST di Macerata rafforza l’organico con l’assunzione di 116 nuove figure professionali, a seguito delle analoghe iniziative già realizzate nelle AST di Fermo e Pesaro Urbino. Lo ha confermato l’assessore regionale alla Sanità, Paolo Calcinaro, evidenziando che si tratta di un’operazione straordinaria inserita nel Piano Integrato di Attività ed Organizzazione (PIAO) 2025‑2027.
«Queste assunzioni – spiega Calcinaro – avvengono in deroga ai tetti ordinari di spesa e senza impatto sul bilancio regionale, rendendole ancora più rilevanti. Rappresentano un passo concreto per rafforzare il sistema sanitario territoriale».
Le nuove assunzioni riguardano: 3 medici, 3 psicologi, 78 infermieri, 21 operatori socio-sanitari, 3 assistenti sociali e 8 assistenti amministrativi. Il personale sarà destinato a Case di Comunità (Camerino, San Severino Marche, Treia, Corridonia, Macerata, Civitanova Marche e Recanati), Ospedali di Comunità (Corridonia e Treia), Centrali operative territoriali (COT) di San Severino Marche, Macerata e Civitanova Marche e Unità di continuità assistenziale (UCA) del territorio.
«Strutture adeguatamente attrezzate – sottolinea Calcinaro – che stanno finalmente assumendo la forma necessaria per affrontare le criticità locali. Presto tutte le AST avranno le loro Case e Ospedali di Comunità, con personale idoneo al loro funzionamento».
Il direttore generale dell’AST di Macerata, Alessandro Marini, ringrazia l’assessore e la Regione Marche per aver risposto alle specifiche esigenze di un territorio geograficamente complesso: «Queste assunzioni permetteranno di portare assistenza di qualità nei luoghi di vita delle persone».
L’assessore infine ricorda che tutte le assunzioni saranno a tempo indeterminato, "contribuendo a rendere più stabile il sistema sanitario regionale e a rafforzare i servizi in ogni parte delle Marche".
Niente da fare per la Banca Macerata Fisiomed di coach Giannini che, nella complicata trasferta di Lagonegro valevole per la dodicesima giornata di Serie A2 Credem Banca, esce sconfitta 3-1 (25-21, 25-20, 23-25, 25-21) incassando la settima sconfitta del suo campionato, la sesta lontana dalle mura del Banca Macerata Forum. Complice l’assenza dell’ultimo minuto del centrale Ambrose per problemi di salute, Macerata prova un nuovo assetto adattando Diaferia al centro, pagando inevitabilmente dazio in termini di imprevedibilità. L’ago della bilancia dei numeri, infatti, sembrano essere le 23 battute sbagliate e i 14 muri subiti, il doppio rispetto a quelli siglati. La ricezione delle due squadre si equivale a livello di positività, lo stesso può dirsi per le percentuali d’attacco.
I primi due set sono simili nell’andamento: Macerata non riesce mai a imporre il suo gioco, subendo quello lucano. Nel terzo ecco la scintilla, sale il livello del gioco biancoverde e, anche aiutato da una buona efficacia dai nove metri, permette a Karyagin di allungare la contesa. Il quarto è il parziale dei rimpianti: Macerata scappa sul +3, ma degli errori evitabili la condannano a uscire da Lagonegro con zero punti. 13 punti e decima posizione per i maceratesi. MVP dell’incontro è il regista Sperotto.
LA CRONACA: I padroni di casa della Rinascita Lagonegro si presentano con la diagonale principale collaudata Sperotto-Cantagalli, Armenante e Raffaelli sono gli schiacciatori, Tognoni-Arasomwan come centrali, Fortunato libero. Versione inedita per i biancoverdi che provano il blitz in Basilicata con Pedron al palleggio opposto a Novello, Zhelev e Karyagin in posto 4, Fall e l’adattato Diaferia al centro, staffetta Gabbanelli-Dolcini in seconda linea.
Primo set: Il match è aperto da un super ace di Zhelev, ma sono due muri consecutivi su Karyagin a portare Lagonegro sul +2 in avvio (6-4). L’attacco di Novello è vincente dalla seconda linea (8-6), ma Macerata fatica a trovare continuità sia dai nove metri che in cambio palla. Lagonegro prova ad allungare grazie a una buona vena offensiva di Cantagalli: Giannini si vede costretto a chiamare il primo timeout discrezionale sul 14-10 per i padroni di casa. Grande reazione dei biancoverdi a metà set: due invenzioni di Zhelev e un errore lucano portano al secondo timeout del parziale, stavolta chiamato da coach Kantor (18-17). Macerata ci prova, ma Lagonegro riallunga nelle fasi clou e fa suo il primo parziale 25-21.
Secondo set: I biancoverdi sanno di poter fare di più con un Karyagin che ancora deve ingranare marce alte: il suo errore in pipe costa un’iniziale 5-3. L’efficacia di Armenante dai nove metri apre la forbice, l’ace subito da Gabbanelli vale il -4 Macerata (9-5). La diagonale di Karyagin dell’11-6 vale il prezzo del biglietto, ma è Lagonegro ancora a condurre le operazioni grazie a una maggiore efficacia nei fondamentali (+5, 15-10). Ci provano prima Talevi, poi Garello e Becchio a risvegliare la squadra dal torpore, ma non basta. I padroni di casa si aggiudicano anche il secondo col punteggio di 25-20 dopo un errore di Zhelev.
Terzo set: Diaferia dal centro è poco attenzionato dal muro lucano, Pedron lo sa e lo sfrutta: sono suoi i primi due punti del parziale per Macerata (2-2). Si vedono difese in campo biancoverde ed è questa la ricetta per poter lottare: Fall chiude in contrattacco (4-6). Magia di Pedron per mantenere un +2 in un set ancora equilibrato con Lagonegro che prova a fuggire con dei buoni muri; Macerata rimane lì grazie a Novello (13-12). Ci pensa Pedron a muro, poi capitan Fall suona la carica dal centro (15-17). Battuta fortunosa di Sperotto, è imperiosa la successiva diagonale di Zhelev (20-21). Finale di set al cardiopalma, il contributo dai nove metri degli entranti Mastracci e Garello è preziosissimo. Accorcia le distanze Macerata con due muri di Fall e Karyagin su Cantagalli (23-25).
Quarto set: Macerata deve sfruttare l’inerzia del set precedente: Karyagin torna ai suoi livelli in attacco (5-7). Buon livello di gioco ora tra le due squadre al Palasport Villa D’Agri, Novello rigioca intelligentemente sul muro per permettere ai suoi di mantenere il +2 (7-9). Ace Diaferia, 8-11. Lagonegro rientra con qualche imprecisione ospite di troppo lato ospite: Garello sigla ancora il +1 (16-17), ma il primo vantaggio casalingo arriva grazie a una difesa biancoverde semplice mancata (18-17). Il primo break sul venti è di Arasomwan che blocca Fall per il +2 Lagonegro (21-19). Degli errori banali condannano la Banca Macerata Fisiomed a uscire a mani vuote da Marsicovetere, chiude Lagonegro (25-20).
RINASCITA LAGONEGRO - BANCA MACERATA FISIOMED 3-1 (25-21, 25-20, 23-25, 25-20)
Lagonegro: Arasomwan 8, Esposito, Raffaelli 15, Pegoraro, Cantagalli 24, Tognoni 8, Armenante 5, Sperotto 2, Andonovic, Mastracci 1, Fortunato (L1), De Angelis (L2). NE: Pegoraro. All. Kantor, Ass. Viaggiano
Macerata: Novello 17, Pedron 3, Garello 3, Fall 13, Diaferia 6, Zhelev 12, Karyagin 15, Becchio, Talevi, Gabbanelli (L1), Dolcini (L2). NE: Pesciaioli. All. Giannini.
Durata set: 26’, 26’, 30’, 31’ per un’ora e 53 minuti.
Note: Battute punto: Lagonegro 2 con 11 errori, Macerata 2 con 23 errori. Muri punto: Lagonegro 14, Macerata 7. Attacco punto: Lagonegro 48%, Macerata 50%. Ricezione positiva: Lagonegro 65% (35% perfetta), Macerata 64% (34% perfetta).
Photo credits: Rinascita Lagonegro
È un ritorno che profuma di storia, ma senza spazio per la nostalgia. Giovanni Pagliari riparte da Recanati con idee chiare, piedi ben piantati a terra e un obiettivo preciso: rimettere in corsa la Recanatese. Le sue prime parole da allenatore giallorosso, pronunciate dopo l’ufficialità di questa mattina, raccontano emozione sì, ma soprattutto concretezza. “Questo è un altro momento, un altro campionato. C’è solo da lavorare, mettersi sotto e risollevare questa squadra, che non ha tantissimi punti”.
Alla chiamata della Recanatese il tecnico non è rimasto indifferente. Qualche riflessione iniziale, inevitabile, prima di dire sì: “Quando torni in un posto dove hai fatto bene hai sempre un po’ di paura di cancellare qualcosa. Però l’amore per questa piazza mi ha dato il là. Ho accettato quasi subito, avevo troppa voglia di tornare in campo”.
Pagliari la squadra l’ha già osservata da vicino, anche recentemente: “L’ho vista due o tre volte qui a Recanati, l’ultima nel derby con la Maceratese finito 2-2. La conosco e sono convinto che possiamo fare bene. Questo è un campionato molto livellato, basta guardare i punti delle ultime sette-otto squadre. Non c’è tutta questa differenza”.
La ricetta è semplice, almeno nelle parole: lavoro, lavoro e ancora lavoro. “Dobbiamo migliorare su tante cose, lavorare su alcuni concetti e principi di gioco che voglio vedere. Serve allenarsi, lavorare, lavorare, lavorare”.
Il primo contatto con la squadra è stato anche umano, non solo tecnico. Pagliari non dimentica il suo predecessore: “C’è sempre dispiacere quando va via un allenatore. Savini è una persona seria, per bene. Oltre al calcio c’è l’aspetto umano, e io capisco perché sono stato anche dall’altra parte”.
Poi lo sguardo torna subito sul gruppo: “Sono convinto che i ragazzi si metteranno a disposizione. È un gruppo sano”. Niente proclami, dunque. Solo consapevolezza, esperienza e la volontà di rimboccarsi le maniche. Pagliari è tornato: ora parla il campo.
La ricerca "Le equilibriste. La maternità in Italia 2025" a cura di Alessandra Minello per Save the Children fotografa un decennio di persistenti squilibri tra genitorialità e partecipazione al lavoro. In Italia, le madri continuano a confrontarsi con un mercato del lavoro che penalizza la presenza di figli, in un contesto sociale che ancora attribuisce alla donna la responsabilità principale della cura familiare. La denatalità e il calo delle nascite, insieme a nuclei familiari sempre più piccoli e fragili, accentuano il fenomeno. Nel 2024 sono nati 370.000 bambini, con un calo del 2,6% rispetto al 2023, e il tasso di fecondità totale è sceso a 1,18 figli per donna, mentre l’età media al parto è di 32,6 anni (ISTAT, 2025).
Nel Centro Italia e nelle Marche emerge chiaramente lo svantaggio occupazionale femminile legato alla maternità. Nel 2024, il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 54 anni senza figli era del 74,3%, scendendo al 69,2% tra le madri con figli minori. La penalizzazione cresce con il numero di figli e nelle fasce d’età centrali: tra le donne 35-44enni con due o più figli minori, il tasso di occupazione scende al 67,1%, contro il 95% degli uomini nella stessa condizione.
L’inattività delle donne aumenta dal 19,9% senza figli al 26,4% con figli minori, mentre per gli uomini con figli minori l’inattività è solo del 3% (Save the Children, 2025). Per quanto riguarda i nuclei monoparentali, al Centro Italia le quote di madri sole e padri soli con figli risultano più elevate rispetto alla media nazionale, pari rispettivamente al 20,6% e al 6,0% del totale dei nuclei.
Nelle Marche e in altre regioni centrali, tra il 2011 e il 2021, l’aumento dei nuclei con madri sole ha superato il 40% (ISTAT, 2021). Anche la distribuzione dei figli mostra una prevalenza del figlio unico tra i nuclei monoparentali, con il 70% dei nuclei con un solo figlio residente, spesso maggiorenne.
A livello nazionale, i dati confermano uno scenario complesso: il tasso di occupazione femminile nella fascia 25-54 anni è del 64,9%, quasi venti punti inferiore a quello maschile, con un tasso di disoccupazione del 7,5% rispetto al 5,6% degli uomini. L’inattività cresce sensibilmente con la maternità, e le famiglie monoparentali mostrano livelli più elevati di povertà e deprivazione materiale.
Le politiche familiari, pur in aumento di spesa rispetto al Pil (1,55% nel 2022), non hanno ancora colmato le disparità strutturali tra donne e uomini, né risposto adeguatamente alle esigenze delle madri sole. La fotografia complessiva del Paese evidenzia l’urgenza di interventi mirati a sostenere la maternità, garantire pari opportunità nel lavoro e ridurre le disuguaglianze territoriali e di genere, in particolare nel Centro e nel Sud Italia (Save the Children, 2025).
Questi dati suggeriscono una riflessione più ampia sul legame tra lavoro e genitorialità in Italia. Lo svantaggio occupazionale che le donne affrontano mette di fronte molte madri a una scelta difficile: conciliare la maternità con la propria carriera o rinunciare temporaneamente - o permanentemente - alla genitorialità per preservare l’indipendenza economica e professionale.
Negli ultimi anni, alcune misure legislative hanno cercato di sostenere i genitori: il Bonus per le nuove nascite (1.000 euro una tantum per figli nati o adottati dal 2025 con ISEE fino a 40.000 euro), le maggiorazioni dell’Assegno unico e universale (AUU) per il primo anno di vita dei figli, la decontribuzione per le madri lavoratrici fino al compimento del decimo anno del figlio più piccolo, e l’incremento dell’indennità del congedo parentale all’80% della retribuzione per tre mesi entro il sesto anno di vita del bambino.
A queste si aggiungono gli investimenti nei servizi educativi per la prima infanzia attraverso il Pnrr e la Legge di Bilancio 2022, con l’obiettivo di raggiungere il 33% di copertura dei bambini 0-3 anni, e strumenti di welfare aziendale per migliorare la conciliazione tra lavoro e cura dei figli.
Tuttavia, nonostante queste misure, molte famiglie - in particolare quelle a basso reddito - restano escluse dai benefici dei servizi e dei trasferimenti monetari, e le difficoltà di accesso ai nidi d’infanzia rimangono rilevanti. L’insieme delle politiche dimostra che, senza interventi più mirati e integrati, il peso della genitorialità continua a ricadere in misura sproporzionata sulle donne, confermando il fenomeno della scelta forzata tra essere madri o mantenere indipendenza professionale, con effetti diretti sulla denatalità e sulla partecipazione femminile al lavoro (Save the Children, 2025; ISTAT, 2025).
Fonti: Le equilibriste. La maternità in Italia 2025, maggio 2025, a cura di Alessandra Minello, Save the Children; I nuclei familiari nei Censimenti della popolazione, anni 2011-2021, ISTAT; Indicatori demografici - Anno 2024, Istat
Mentre l’Italia si prepara alle luci e ai pranzi in famiglia, per milioni di contribuenti e professionisti il mese di dicembre si è trasformato in un vero e proprio "assedio fiscale". A lanciare l'allarme è il Giuseppe Tosoni, dell’associazione Tutela Impresa di Civitanova Marche, che fotografa senza giri di parole una realtà fatta di fiato corto e nervi a pezzi.
Secondo Tosoni, ci troviamo di fronte a una maratona forzata di adempimenti che quest’anno ha raggiunto livelli definiti "grotteschi". Un concentrato di obblighi che, a detta dell'esponente di Tutela Impresa," sembra studiato appositamente per mettere a dura prova la pazienza dei cittadini". "Dicembre è diventato un labirinto – afferma Tosoni – dove tra acconti, saldi, dichiarazioni tardive e ravvedimenti, ogni giorno spunta un termine nuovo, spesso più pesante del precedente".
L'analisi di Tosoni si sofferma su un calendario trasformato in un "campo minato": le date dell’11, 16, 18, 27, 30 e 31 dicembre rappresentano tappe di un percorso dove ogni distrazione può costare carissima in termini di sanzioni e more. "Lo Stato continua a pretendere una puntualità assoluta – sottolinea il presidente di Tutela Impresa– ignorando che famiglie e imprese sono già schiacciate da costi alle stelle e da una burocrazia che non concede tregua".
Ciò che più indigna, secondo l'associazione Tutela Impresa, è l’assurdità di questa concentrazione temporale. Tosoni si chiede perché il Paese debba vivere un "incubo fiscale" proprio quando dovrebbe tirare il fiato: "L’impressione diffusa è che la macchina fiscale non tenga minimamente conto della realtà né della sostenibilità di un simile carico. Il risultato è un accumulo di malcontento e frustrazione, la sensazione di essere prigionieri di un sistema che chiede moltissimo senza restituire".
Il quadro delineato da Tosoni è inesorabile: "Il secondo acconto delle imposte sui redditi che si somma ai versamenti Iva, ai contributi previdenziali, alle rateazioni e alle dichiarazioni integrative. Un elenco infinito che rischia di trasformare anche il giorno di San Silvestro in un frenetico conteggio di cassa anziché in un momento di riposo".
"L’Italia reclama un sistema fiscale più umano, razionale e rispettoso del tempo dei cittadini", conclude Giuseppe Tosoni. Il messaggio inviato da Tutela Impresa è chiaro: finché non si correggerà questa stortura, lo spirito delle feste sarà sempre soffocato dal "ticchettio implacabile delle scadenze", rendendo ogni Natale "un periodo di trincea invece che di serenità".
Si è svolta nei giorni scorsi a Bruxelles, presso Casa Veneto, la conferenza internazionale “Famiglia & Patrimonio: quali diritti?”, un incontro di alto profilo scientifico dedicato all’evoluzione del diritto europeo di famiglia e successorio e alle sfide poste dalla crescente dimensione transnazionale dei rapporti familiari e patrimoniali.
L’evento, organizzato con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Bruxelles, ha riunito studiosi, magistrati e funzionari delle istituzioni europee per un confronto interdisciplinare sui principali nodi giuridici legati alla tutela delle famiglie internazionali, alla gestione del patrimonio familiare e all’applicazione del diritto dell’Unione europea in contesti caratterizzati da elementi di internazionalità.
I lavori sono stati aperti dai saluti istituzionali del Console Generale d’Italia a Bruxelles, Francesco Varriale, il quale ha evidenziato l’importanza di una cultura giuridica attenta alle esigenze delle famiglie che per ragioni di lavoro operano al di fuori dell’Italia.
Tra gli interventi principali, quello della professoressa Lucia Ruggeri, direttrice della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, che ha affrontato il tema del diritto di famiglia europeo e delle nuove forme di protezione per le famiglie internazionali, e del dott. Paolo Bruno, magistrato distaccato presso la Direzione Generale Giustizia della Commissione europea, che ha analizzato l’approccio regolatorio dell’Unione in materia di patrimonio e legge applicabile.
Il confronto è stato ulteriormente arricchito dai contributi di Manuel Ignacio Feliu Rey, professore ordinario di Diritto Civile presso l’Università “Carlos III” di Madrid, sul ruolo del trust nei rapporti familiari, di Giuseppe Rosanova, specialista in diritto civile, sui profili comparatistici di nuda proprietà e usufrutto tra Italia e Belgio, e di Maria Cristina Gruppuso, assegnista di ricerca dell’Università di Torino e membro della Jean Monnet CLOSER, che ha approfondito la gestione del patrimonio familiare nelle successioni con elementi di internazionalità.
Nel corso dell’incontro è stato inoltre presentato l’Osservatorio sul diritto europeo di famiglia e successorio, frutto del Progetto europeo PSEFS, con l’obiettivo di offrire uno strumento stabile di analisi, ricerca e divulgazione sui temi del diritto di famiglia e delle successioni in ambito europeo.
L’iniziativa ha confermato il ruolo di Bruxelles come luogo privilegiato di dialogo tra accademia e istituzioni e ha messo in luce la crescente rilevanza del diritto europeo nella tutela delle famiglie e del patrimonio in una società sempre più integrata e mobile.
«È ora di ringraziare, perché tante volte ciascuno, nel proprio piccolo, dimentica di dire quel grazie a tutti coloro che in vari modi aiutano a costruire questa bellissima realtà che è la nostra scuola delle Marche. Molti già lo sanno: sono stata riconfermata per un altro triennio. Avremo modo di costruire ancora di più e ancora meglio, grazie al contributo di ciascuno».
Con queste parole, pronunciate durante il consueto incontro per gli auguri di Natale, il direttore generale Donatella D’Amico ha ufficializzato la sua permanenza alla guida dell’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche per i prossimi tre anni. Il messaggio del direttore non è stato un semplice atto formale, ma un riconoscimento del contributo corale di tutta la comunità scolastica: dai dirigenti ai docenti, dal personale amministrativo e Ata fino agli studenti e alle loro famiglie.
D’Amico ha sottolineato come i risultati “eccellenti” raggiunti dalle Marche siano il frutto di una "collaborazione condivisa", resa possibile da un impegno che, pur essendo spesso “immane”, viene sostenuto con volontà ed entusiasmo da tutte le componenti del sistema scolastico.
Per il prossimo triennio, l’obiettivo dichiarato resta quello di consolidare una scuola aperta, dinamica e inclusiva. Come ribadito fin dal suo insediamento nel 2023, la visione della direzione generale punta a sviluppare negli studenti lo “spirito del viaggiatore”, orientato al confronto critico e a una dimensione cosmopolita. I pilastri dell’azione educativa continueranno a essere la determinazione nell’impegno costante, l’attitudine al cambiamento e la capacità di lavorare in gruppo, valori ritenuti essenziali sia per il personale scolastico sia per gli alunni.
Il rinnovo del mandato garantisce una necessaria stabilità istituzionale, fondamentale per affrontare le sfide complesse che attendono la scuola italiana nei prossimi anni.
Prosegue il percorso culturale dedicato alla memoria storica e alla riflessione sui temi della guerra e della pace con il terzo appuntamento di presentazione del libro “Oltre le trincee – ‘Ricordi’ di guerra per costruire la Pace”. Dopo l’interesse e la partecipazione registrati nei precedenti incontri di Colmurano e Loro Piceno, gli autori Marco Vissani, Patrizio Quintili, Mario Lambertucci e Giovanni Paolo Carlino-Giuliani continuano il loro “tour della Storia” nell’entroterra maceratese, facendo tappa nel suggestivo borgo di Ripe San Ginesio.
L’evento, aperto liberamente al pubblico, si terrà domenica 28 dicembre alle ore 16.30 presso il Centro Culturale Elena Pasquali, in piazza Vittorio Emanuele II. Un’occasione di incontro e confronto rivolta a tutta la cittadinanza, nel segno della memoria e del dialogo.
Il volume, pubblicato dalla casa editrice indipendente Giaconi Editore di Recanati, affronta temi sociali di grande attualità, legati al dramma della guerra e al valore universale della pace. In un momento storico particolarmente complesso, segnato da conflitti e da una crescente difficoltà nei rapporti umani, il libro invita a riscoprire l’importanza dell’ascolto, della comprensione e del confronto come strumenti fondamentali per costruire un futuro più dignitoso da consegnare alle nuove generazioni.
Ascoltare la Storia e lasciarsi guidare dai suoi insegnamenti diventa quindi essenziale per riconoscere gli errori del passato ed evitare di ripeterli. In questo senso, la Prima guerra mondiale rappresenta una lezione ancora attuale, capace di parlare al presente.
In “Oltre le trincee” le piccole storie individuali si intrecciano con la grande Storia, accompagnate da un ricco apparato fotografico che ritrae persone, oggetti e testimonianze di un’epoca lontana, ma ancora profondamente viva. Un racconto che consente al lettore di immergersi direttamente nelle pagine del libro, rendendo la memoria un’esperienza personale e condivisa.
L’iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione e all’accoglienza dell’amministrazione comunale e della Pro Loco di Ripe San Ginesio, che gli organizzatori ringraziano sentitamente. Al termine della presentazione è previsto un piccolo rinfresco.
La ruota della fortuna, Ok il prezzo è giusto, Rischiatutto, Chi vuol essere milionario. Sono solo alcuni nomi dei tantissimi game show che da decenni intrattengono milioni e milioni di persone in giro per il mondo. Una moda nata negli anni ’20 e ’30 in radio e poi evolutasi con l’arrivo della Tv negli anni ’50. Sono diventate trasmissioni iconiche, che hanno creato anche personaggi tra i loro partecipanti, ma che in un modo o nell’altro sono conosciuti da tutti ancora oggi. Ormai diversi game show, infatti, sono talmente noti da essere conosciuti anche a chi non li segue assiduamente e la loro popolarità ha permesso ad alcuni giochi di essere proposti persino a distanza di anni in veste di contenuto digitale.
Insomma, se certi quiz a premi erano concepiti soprattutto per intrattenere il pubblico da casa, da diverso tempo anche il pubblico stesso arriva ad immedesimarsi a tutti gli effetti nei concorrenti in studio. Il settore dell'intrattenimento virtuale non è rimasto insensibile a questi format e negli ultimi anni sono apparsi così giochi come il The Money Drop o anche il Crazy Time live, delle specie di incarnazioni tech degli show visti in tv. Il game show piace e diverte perché lo spettatore vuole essere coinvolto e, a suo modo, fatto partecipe delle domande ma anche delle emozioni del concorrente.
Gli inizi e l’età dell’oro dei quiz: dagli anni ’30 agli anni ‘60
Il primissimo game show riconosciuto in assoluto è lo Spelling Bee della BBC, andato in onda nel 1938: si trattava di una gara di spelling di parole difficili, concepita sia per radio che per televisione. Negli Stati Uniti, un punto di svolta fu segnato da Truth or Consequences, programma diffuso a partire dal 1940 via radio e sperimentalmente in televisione a partire dal 1941.
Con l’affermarsi della televisione nelle case, i game show conquistarono un ruolo centrale nella programmazione, diventando popolari e capaci di attirare vasti segmenti di pubblico. Un esempio emblematico di quel periodo è “The $64,000 Question”, lanciato nel 1955: grazie al meccanismo di domande sempre più difficili e premi in denaro crescenti, il programma registrò ascolti record e scatenò una vera e propria “febbre” per i quiz a premi.
Il consolidamento internazionale e l’arrivo in Italia
Dagli Stati Uniti e dal Regno Unito, il modello del game show si diffuse rapidamente anche in altri paesi, con adattamenti nazionali. In Italia, già nelle prime fasi della televisione, emersero produzioni originali e edizioni locali di format stranieri. Programmi come Campanile Sera, Lascia o raddoppia? e altri contribuirono a rendere il game show parte integrante della cultura televisiva italiana, modellando gusti, stile e aspettative del pubblico. Accanto ai programmi entrarono nelle case degli italiani i presentatori. Da Corrado a Walter Chiari, da Noschese a Mike Bongiorno, tutti diventati emblemi della televisione italiana, i telespettatori assistettero all’evoluzione e alla rivoluzione della TV. Negli anni successivi il genere si diversificò ulteriormente: quiz, prove di abilità, giochi a premi, show di intrattenimento con ritmo e spettacolarità, mixando intrattenimento, suspense, competizione e spettacolo.
La trasformazione moderna
Nel corso dei decenni il genere ha continuato a evolversi, integrando nuovi stili narrativi, elementi comici, partecipazione di celebrità, meccaniche originali. In certe stagioni, i game show sostituirono costose varietà televisive e consolidarono un pubblico fedele. Oggi la tradizione dei quiz televisivi convive con trasformazioni tecnologiche e culturali: il concetto di “gioco in diretta” o “gioco partecipato” si è espanso, accogliendo nuovi canali di fruizione e interazione. In tal senso molti format sono diventati ibridi: non più solo “uno studio + un conduttore + concorrenti”, ma anche “multicanale, interattivo, condivisibile, on demand”.
Il Palazzetto dello Sport di Colmurano ha registrato il "tutto esaurito" in occasione della Tombolata di Santo Stefano, un appuntamento che ha superato ogni aspettativa, confermando la vivacità del tessuto sociale del borgo.
L'evento è stato il frutto della collaudata sinergia tra la Società Operaia di Mutuo Soccorso (SOMS) e la Pro Loco di Colmurano. Le due associazioni hanno lavorato fianco a fianco per offrire ai cittadini un momento di svago che sapesse coniugare la tradizione delle festività natalizie con la voglia di stare insieme.
Il dato più significativo della giornata è stata la straordinaria partecipazione dei giovani. Vedere le nuove generazioni riempire i tavoli, divertendosi con un gioco classico come la tombola, è il segno che quando le proposte sono ben organizzate, la risposta della comunità è corale. Tra una cinquina e una tombola, l'atmosfera è stata scandita da un clima di allegria e non sono mancati i simboli della tavola delle feste, con fette di pandoro e torrone.
"Vedere così tanta gente, e soprattutto così tanti ragazzi, partecipare con questo entusiasmo è la nostra vittoria più grande," commentano gli organizzatori. "Colmurano ha dimostrato ancora una volta una voglia immensa di fare festa".
È un flusso continuo di persone quello che sta attraversando il sentiero delle acque di Pieve Torina in questi giorni di festa. “Sono migliaia e migliaia coloro che hanno deciso di venire a respirare aria buona immergendosi nella natura e scoprire la bellezza delle luminarie e dei mercatini di Natale lungo il percorso kneipp” commenta il sindaco, Alessandro Gentilucci.
“Numeri record che ci confermano che siamo sulla buona strada per quel che concerne il rilancio delle nostre terre anche dal punto di vista turistico”. Di sicuro le ultime iniziative di promozione affidate anche a una campagna pubblicitaria sulle reti RAI hanno avuto un peso significativo. “È un piano strategico di marketing quello che abbiamo messo in atto e che prevede una serie di attività di valorizzazione delle bellezze del nostro territorio” prosegue Gentilucci.
“È importante investire nel turismo perché questo rappresenta una delle più forti linee di sviluppo dell’entroterra, un traino fondamentale per l’economia dei territori che stanno riemergendo dal dramma del sisma. Quindi il mio invito” conclude Gentilucci “è venite o tornate a trovarci perché qui troverete una natura incontaminata, l’atmosfera del Natale, ottimi prodotti tipici, insomma una terra operosa che sa unire innovazione e tradizione nel segno delle eccellenze”.
Il giorno di Natale, a Monte San Martino, un tradizionale gioco di carte si è trasformato in un originale rito collettivo, capace di unire generazioni e rafforzare il senso di comunità. È nato così il “Mercante in Fiera monsammartinese”, una versione inedita del celebre gioco, dove al posto di simboli e figure astratte compaiono volti, soprannomi, luoghi e memorie che raccontano l’anima del paese.
Da anni i giovani del borgo si ritrovano per un grande pranzo natalizio, diventato nel tempo un appuntamento fisso che supera ormai i cento partecipanti, includendo anche partner arrivati da fuori e presto conquistati dalla forte identità locale. Quest’anno, però, l’idea è andata oltre il semplice convivio.
«Volevamo ritrovarci anche per giocare insieme durante le feste – spiega Luca Palombi, ideatore del progetto insieme a Mattia Recchioni – un modo diverso per celebrare il ritorno a casa di chi vive e lavora lontano, spesso anche all’estero».
Il cuore dell’iniziativa è il mazzo di 51 carte, ognuna delle quali racconta un frammento di Monte San Martino: personaggi del passato recente, luoghi identificati da toponimi tipici, monumenti, attività storiche e modi di dire che «solo chi ha vissuto qui può riconoscere», sottolinea Palombi. Tra le carte compaiono, ad esempio, lo storico sindaco Mauro Virgili, il polittico del Crivelli, le suore del monastero e tanti soprannomi entrati nel racconto collettivo del paese. Più che un gioco, un vero album di comunità.
La serata ha registrato una partecipazione così ampia da richiedere un’organizzazione a squadre. «Per permettere a tutti di giocare abbiamo dovuto rivedere il format», racconta Giovanni Peretti, frontman della band locale Se Docet e animatore della serata. Anche le regole del Mercante in Fiera sono state adattate: per conquistare le carte non bastava la fortuna, ma era necessario dimostrare di conoscere il paese attraverso quiz, prove e giochi, ribattezzati con ironia “cultura generale paesana”.
L’evento si è trasformato in uno spettacolo durato oltre tre ore, con Peretti a guidare il gioco tra racconti, imitazioni e aneddoti capaci di far rivivere personaggi e luoghi del paese. «È un modo per fare comunità – spiega – perché giocando così si mantiene viva la memoria e si rafforzano le radici».
La carta vincitrice è stata “Memi”, al secolo Ermete Conti, monsammartinese emigrato in Inghilterra e poi rientrato in pensione, portando con sé le storie raccolte a Nottingham.
Al di là del risultato, il senso dell’iniziativa è chiaro: «Volevamo un pretesto per ritrovarci e raccontare la nostra storia recente, per non disperdere un patrimonio di conoscenze fortemente identitario», conclude Palombi.
Un’esperienza destinata a non restare isolata: i giovani del paese, riuniti anche nell’associazione “Martinelli 603”, sono già al lavoro su nuove iniziative per continuare a coltivare relazioni, memoria e senso di appartenenza.
Il cuore delle Marche entra nelle case degli italiani grazie a una campagna di comunicazione senza precedenti. In questi giorni e per tutto il periodo natalizio, uno spot promozionale dedicato all’area interna dell’Alto Maceratese viene trasmesso all’interno dei programmi Rai più seguiti, nelle fasce orarie di massima visibilità.
L’iniziativa rientra nelle attività di marketing previste dalla Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) ed è promossa dall’Unione Montana Marca di Camerino, soggetto attuatore della SNAI Alto Maceratese.
Da "Affari tuoi" a "GEO", passando per il Tg2 e le trasmissioni di Antonella Clerici, lo spot mira a raccontare un territorio autentico, ancora poco conosciuto, ma ricco di storia, paesaggi e tradizioni.
"Abbiamo voluto valorizzare il territorio e farlo conoscere a un pubblico ampio con l’obiettivo di accrescerne la notorietà a livello nazionale e intercettare nuovi flussi turistici interessati a un’offerta autentica, sostenibile e legata ai valori delle aree interne", spiega Alessandro Gentilucci, presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino.
Si tratta di una operazione mediatica inedita per l’area: "È un'azione mai fatta prima – prosegue Gentilucci – utile ad accompagnare la rinascita delle aree interne, che sono finalmente pronte ad accogliere i turisti che vorranno immergersi nel Cuore delle Marche". Un messaggio che guarda al futuro, puntando su un turismo consapevole e di qualità, capace di valorizzare le comunità locali e il loro patrimonio identitario.
A rafforzare ulteriormente la strategia di comunicazione contribuisce anche la realizzazione di un calendario fotografico dedicato ai 17 Comuni dell’area interna alto maceratese, che sarà distribuito nei prossimi giorni. Le immagini raccontano borghi, paesaggi ed eventi, offrendo uno sguardo unitario su un territorio variegato ma legato da una forte identità comune.
"Un ulteriore strumento di racconto del territorio – conclude Gentilucci – capace di mettere a sistema eventi, esperienze e identità locali in una visione condivisa di sviluppo turistico". Con televisione e immagini d’autore, l’Alto Maceratese si prepara così a presentarsi al grande pubblico, trasformando il Natale in un’occasione di rilancio e nuova attenzione nazionale.
Ebbene sì, lo ha detto nuovamente. L’ha sparata grossa, anzi grossissima. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio ed esponente di punta del giullaresco governo della destra bluette neoliberale e filoatlantista, filobancaria e filoisraeliana, ha infatti di nuovo dichiarato si vis pacem, para bellum.
Deve piacerle particolarmente questa frase latina o forse, si potrebbe malignamente commentare, è la sola che conosca. Sia quel che sia, l’ha nuovamente pronunciata per giustificare l’inaudito e demenziale riarmo dell’Europa sotto l’egida del manicomiale Piano Rearm Europe, voluto dalla sacerdotessa dei mercati apatridi Ursula von der Leyen.
Sarebbe d’uopo ricordare a Giorgia Meloni che sprecare risorse pubbliche per il riarmo o per l’invio di armi a Kiev, sacrificando i diritti dei cittadini italiani o, come il suo governo ha fatto, alzando l’età pensionabile, non rappresenta una brillante mossa politica.
Oltretutto, continuare a provocare sciaguratamente la Russia, nel tentativo folle di trascinarla nel conflitto, fingendo che sia la Russia stessa a volerlo, rappresenta la pietra angolare di ogni velleità suicidaria di un’Europa sempre più simile a un treno in corsa verso l’abisso.
Eppure, se il governo giullaresco di Giorgia Meloni continua a godere di ampio consenso, nonostante le malefatte che produce indefessamente, lo deve a una opposizione inesistente, composta da una vera e propria armata Brancaleone politica, che di fatto condivide la stessa visione atlantista e neoliberale.
Pur non nutrendo alcuna simpatia per l’esiziale governo Meloni, lo si può affermare senza tema di smentita e senza perifrasi edulcoranti: con un’opposizione di questo genere, il governo è destinato a rimanere in carica per i prossimi 200 anni.
Come sempre, destra e sinistra rappresentano oggi soltanto l’omogeneità bipolare e l’alternanza senza alternativa, ossia le due ali dell’aquila neoliberale che vola dominante nei cieli della globalizzazione turbocapitalistica.
Al pari della destra bluette dei sovranisti di cartone e dei patrioti del Fiscal Compact, la sinistra fucsia – sinistrash – non può essere la soluzione, perché è essa stessa il problema. Destra e sinistra sono oggi le due ali dell’aquila neoliberale.
La miseria della politica italiana contemporanea riflette in modo perfetto la miseria della politica occidentale, o meglio dell’“uccidente” liberal-atlantista, come sarebbe ormai più corretto definirlo.
Secondo quanto analizzato nello studio “Demofobia”, viviamo da anni nel tempo dell’alternanza senza alternativa, in cui destra neoliberale e sinistra neoliberale si succedono al governo garantendo la perpetuazione dell’ordine liberale dominante.
Una sicurezza alimentata da like e filtri su Instagram è reale? Esiste un confine tra una finta fiducia in sè, basata su approvazione altrui, pura espressione di un forte ego e quella vera, interiore che nasce da una consapevolezza che non teme di mostrare fragilità o crepe dell’immagine.
Mentre la prima è debole ed ha bisogno di conferme, crollando al primo errore, la seconda è resiliente e si rafforza con le avversità.
Essere sicuri significa esporre le proprie imperfezioni con empatia ed umanità, vivere l’incertezza con equilibrio, accettando il dubbio e la vulnerabilità. Richiede di saper convivere con la possibilità del fallimento, con la serenità di chi crede nella crescita.
Socrate fu il primo a demolire l’illusione di una certezza apparente. Quando disse “So di non sapere” espresse un concetto di sicurezza nell’ammettere i propri limiti, che permettono di progredire, lontano da chi con arroganza ostenta ciò che non è e che, volando troppo in alto, rischia di cadere.
I greci compresero che la temperanza nell’integrare anima e corpo può costituire la radice della grandezza di chi non si vanta, ma sa trovare un proprio equilibrio, misurandosi con un universo imprevedibile.
Oggi la ricercatrice americana Brenè Brown parla del “potere della vulnerabilità”, che non è debolezza, ma espressione di forza di chi non ha bisogno di ostentare perfezione ma preferisce vivere pienamente, di chi si espone emotivamente con coraggio e di chi ammette paure o errori, rischiando di non essere accettato o venire giuducato.
Alla base c’è l’amore per se stessi e per le proprie imperfezioni, che si contrappone alla rigidità della finta forza.
Solo dove ci si mette in discussione si ha la possibilità di crescere con autenticità. Chi evita il rischio e si chiude nella convinzione di un’illusoria perfezione è destinato ad una vita a metà.
La vulnerabilità non è minaccia, ma fonte di connessione autentica, perché nella compassione per il limite umano si vverte un senso di appartenenza.
In linea con la Brown, il filosofo Umberto Galimberti ci insegna che bisogna saper abitare la propria precarietà, anche nella coppia, nella quale, in nome di una sicurezza immobilizzante, si evita il desiderio vero.Si accetta, così, una noia confortevole, invece di una passione che non ha regole, quindi temibile.
Nelle relazioni si tende a ignorare i cambiamenti dell’altro per paura di rinunciare a ciò che è prevedibile e rassicurante, tendiamo a cristallizzare la coppia in una tenerezza sicura, ma priva di desiderio.Si rinuncia alle emozioni forti perché portatrici di vulnerabilità.
Galimberti invita alla vera sicurezza che non significa difendere la stabilità, ma accettare la mutevolezza dell’essere umano e dell’esistenza imprevedibile.
La stabilità emotiva nasce da una voce che sa esprimere i propri bisogni, che non teme di parlare per paura di essere giudicato o allontanato.
Chi è sicuro rischia il rifiuto in nome di una crescita e condivide le proprie emozioni con connessione empatica. Sa mettere confini chiari, non li testa semplicemente, discute per risolvere e non per non sentirsi sbagliato.
La sicurezza non arriva da un partner affidabile o dalle continue rassicurazioni, ma nasce quando smetti di fingere di essere chi non sei, in nome di una noia protettiva.