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Ricostruzione post-sisma: sinergia tra le Forze dell’Ordine per tutelare legalità e trasparenza (FOTO e VIDEO)
Si è svolta venerdì 20 giugno 2025, presso la sala riunioni della Prefettura di Macerata, una conferenza stampa dedicata all’attività di controllo e prevenzione svolta dalle Forze dell’Ordine nei cantieri della ricostruzione post-sisma. Un’occasione per fare il punto su uno dei più delicati e strategici fronti del dopo terremoto: garantire che la ricostruzione avanzi nel pieno rispetto della legalità, preservando il territorio dal rischio di infiltrazioni criminali e illeciti economici. Ad aprire i lavori è stata la prefetta Isabella Fusiello, che ha evidenziato come la ricostruzione non rappresenti soltanto un progetto tecnico o economico, ma un vero e proprio atto di rivincita delle comunità colpite. “La ricostruzione avanza – ha dichiarato – con molti cantieri attivi e numerose aziende che hanno ripreso il lavoro. Questo significa speranza, ma anche responsabilità. Dove si muovono ingenti risorse pubbliche, il rischio di interessi criminali è alto. Per questo è fondamentale il nostro lavoro congiunto”. Il sistema di vigilanza messo in atto si fonda sulla collaborazione interforze: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Ispettorato del Lavoro, Nucleo Ispettivo dei Carabinieri e Direzione Investigativa Antimafia. Una rete ampia e integrata che, grazie a protocolli di legalità, monitoraggio finanziario e verifiche antimafia, ha l’obiettivo di garantire che ogni fase dei lavori si svolga secondo trasparenza e norme. Il vicario del prefetto, Emanuele D’Amico, ha sottolineato come Macerata si distingua a livello nazionale per numero di accessi ai cantieri. “Siamo la prefettura più attiva sul fronte dei controlli – ha dichiarato – e questo grazie a un lavoro sinergico. Mi preme anche evidenziare che le aziende allontanate dai cantieri non sono nate nella nostra provincia. È un segnale positivo, ma non ci autorizza ad abbassare la guardia”. Dello stesso tenore l’intervento del questore Gianpaolo Patruno, che ha illustrato le due modalità principali dei controlli: sul campo e documentali. “Ci muoviamo a 360 gradi – ha spiegato – e nessun Comune del cratere è rimasto fuori dalla nostra attività. La vigilanza capillare è un principio cardine del nostro approccio”. Anche l’Arma dei Carabinieri, con il comandante provinciale Raffaele Ruocco, ha ribadito l’importanza dell’azione su più fronti: dalla partecipazione al gruppo antimafia, ai controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, fino al monitoraggio ambientale per evitare smaltimenti illeciti. “Abbiamo bloccato cinque cantieri per gravi violazioni in materia di sicurezza – ha spiegato Ruocco – e continuiamo a vigilare anche sull’impatto ambientale delle attività di cantiere”. Infine, il comandante della Guardia di Finanza, Ferdinando Mazzacuva, ha evidenziato come la parte contabile e finanziaria degli appalti sia costantemente sotto osservazione. “Abbiamo effettuato 53 interventi su 24 imprese – ha detto – rilevando diverse irregolarità. Il controllo dei flussi di denaro è essenziale per evitare derive illecite”. Dalla conferenza è emerso con forza un messaggio condiviso: la ricostruzione, per essere davvero efficace, deve poggiare su basi solide di trasparenza e legalità. E solo attraverso una stretta collaborazione tra istituzioni e forze investigative è possibile garantire un futuro sicuro e onesto alle comunità del cratere. Come ha concluso la prefetta Fusiello, “la ricostruzione è un diritto che va tutelato, e questo è il compito che ogni giorno ci assumiamo con responsabilità e determinazione”.

Macerata, montaggio gru in via Marche: come cambia la viabilità
A causa dell’intervento di montaggio di una gru a torre all’altezza dei civici 54-56, la Polizia Locale di Macerata ha emesso un’ordinanza che regola temporaneamente la circolazione stradale in via Marche nei giorni domenica 23 e lunedì 24 giugno, dalle ore 8:00 alle 18:00. L’ordinanza prevede il divieto di sosta con rimozione forzata per l’intero tratto interessato dai lavori. A partire dall’intersezione con via Ancona sarà istituito anche il divieto di transito, fatta eccezione per i mezzi d’opera impegnati nel cantiere. Tutti i veicoli in uscita da via Marche avranno l’obbligo di svoltare a destra verso via Ancona, tranne i residenti fino al civico 52. È inoltre previsto un senso unico alternato a vista, con precedenza ai veicoli in uscita da via Marche, nel tratto compreso tra i civici 56 e 80. I residenti tra i civici 56 e 112 potranno uscire dal parcheggio antistante il civico 84 svoltando a sinistra, come eccezione. In questo stesso tratto verrà installata temporaneamente anche la segnaletica verticale di “Strada senza uscita”. Per quanto riguarda via Ancona, nel tratto compreso tra via Weiden e via Marche, è disposto il divieto di transito, ad eccezione dei residenti, con l’indicazione di “strada chiusa a 100 metri”. I veicoli provenienti dal sottopasso ferroviario avranno l’obbligo di svoltare a destra verso via Weiden. L’amministrazione invita i cittadini a prestare particolare attenzione alla segnaletica temporanea e a rispettare le disposizioni indicate per garantire la sicurezza di tutti e il regolare svolgimento dei lavori.

Camerino, da geologa ad allevatrice per passione: "La Rinascita" di Barbara Bonifazi
Barbara Bonifazi è la titolare della Società Agricola “La Rinascita”, situata in località Sellano a Camerino. A maggio del 2017, dopo alcuni rallentamenti burocratici, Barbara ha costruito questa società, dandole un nome sia di speranza, visto che venivano dal terremoto, sia di rinascita sua personale, poiché ha cambiato del tutto sia stile di vita sia l’ambito in cui aveva studiato. Barbara ha quasi 36 anni ed è nata e vissuta a Camerino, nel 2016 ha preso la sua laurea magistrale in Geologia. Ma la vocazione per l’azienda agricola era forte in lei, gli ultimi due anni di università infatti li ha fatti lavorando nella società e studiando. All’inizio è stata dura, la laurea magistrale l’ha terminata soprattutto per i suoi genitori che erano orgogliosi che avesse preso questo titolo di studio. Barbara si era informata se poteva fare un’altra laurea, con la convalida di alcuni esami già dati, per qualcosa di più attinente a questo lavoro, ma non è stato possibile. Ha quindi chiuso il capitolo studi e nel 2016 è entrata a pieno ritmo in azienda nonostante le molteplici proposte arrivate per un lavoro da geologa. Ha fatto un cambiamento di vita drastico, con l’assunzione di diverse responsabilità, in particolare l’avere gli animali ed il dover stare comunque sempre lì, assentandosi solamente per brevi periodi. Puoi raccontarci la storia della società agricola “La Rinascita”? L’attività è nata dai tuoi bisnonni giusto? “L’attività era già nata dai miei bisnonni, poi i miei nonni hanno continuato con molte più pecore ma poche mucche e poi dopo la morte di mio nonno l’azienda era rimasta con pochi capi sia di ovini che di bovini. Da quando io sono entrata in azienda, abbiamo aumentato i capi, oggi contiamo tra fattrici e vitelli da ingrasso o da allevo 35-40 capi e per quanto riguarda le pecore sono circa 80, Vogliamo aumentarle perché abbiamo partecipato al CSR Marche che è scaduto lo scorso dicembre e ci hanno approvato la domanda. A breve dovremo fare una stalla più grande per aumentare la produzione di ovini. Poi abbiamo anche i maiali con i quali produciamo saluminel modo più naturale possibile, conservandone i vecchi sapori. Devo dire che è uno dei prodotti che le persone apprezzano di più, poi vendiamo anche carni fresche, soprattutto ovini e bovini. Eravamo partiti macellando pochi vitelli l’anno, ora ne macelliamo uno al mese, perché le persone apprezzano comunque il modo di allevarli. Coltiviamo sui 60 ettari di terra e poi abbiamo una parte di pascolo, in totale con i boschi ecc… sono sui 130 ettari. Non facciamo inseminazioni artificiali per le fattrici ma abbiamo il toro, cerchiamo di seguire il più possibile il ritmo della natura e l’allevamento viene cibato del raccolto dei nostri campi, quindi foraggio, abbiamo un mulino in cui facciamo una miscela di cereali, vengono ingrassati quindi con questi prodotti”. Come mai hai fatto questa scelta di vita “Ho fatto questa scelta non a caso, c’era da portare avanti o comunque affittare, io sono cresciuta in questo posto insieme ai miei nonni che mi hanno tramandato dei forti valori sia per la terra, sia per i sacrifici, sia per gli animali. La maggior parte degli insegnamenti li devo a loro ma anche a mio padre da cui ho avuto il pieno appoggio alla mia scelta, mia madre non era d’accordo e tuttora ancora si ostina a farmi cambiare idea, credo che arriverà ad un punto che si rassegnerà. Mio papà nei periodi più intensi mi aiuta, è stata una scelta per passione, per presidio del territorio. Era un brutto periodo, con il terremoto tutti lasciavano o si allontanavano da queste zone che erano state colpite, io invece ho deciso di rimanere e di lottare per quello che avevo deciso, nonostante i tanti problemi e difficoltà. Non è stato assolutamente un ripiego, è un lavoro che non riesci a fare se non hai la passione, è stato un qualcosa che mi è venuto da dentro, anche il non abbandonare tutto quello che avevano fatto i miei nonni. Sicuramente è un lavoro in cui non si finisce mai di imparare, si può sempre migliorare. Il contadino non è più una figura come quella di una volta, non è quella persona che non è studiata, anzi ci vuole formazione e conoscenze in tutti gli ambiti, specialmente quando si parla di allevamento e di coltivazione. Non si tratta solo di governare le bestie, devi avere un po’ la cultura di tutto. Puoi ritrovarti a fare il meccanico, il veterinario, è un po’ un lavoro multitasking. Se non ti piace quello che fai non riesci a farlo. Il discorso che ho fatto a mia madre è il seguente: ‘Ma tu vuoi vedere una figlia felice o una figlia triste obbligata a fare un lavoro che non le piace?’, ed allora È una scelta di cui devi essere consapevole, dei sacrifici, degli sforzi e dei giorni estivi in cui i lavori sono molto più intensi, e vedi amici ed amiche al mare o in giro e te non puoi andare. Devi averci tanta passione per decidere di fare questo”. Carni, salumi, confetture e non solo… puoi parlarci un po’ dei tuoi prodotti? Qual è secondo te il più caratteristico? “Carni ovine, suine e bovine, salumi, confetture e miele perché abbiamo anche circa 60 arnie posizionate in un luogo incontaminato, sono poste sotto il Monte Primo, il miele è prodotto in modo totalmente naturale. Sono parecchi anni che non riusciamo più a produrre miele d’acacia o melata di bosco, ma solo millefiori, perché il clima sta cambiando e quindi la raccolta dei fiori nel periodo dell’acacia non riescono a farla. Il prodotto più apprezzato direi che è il salame spalmabile, amato sia dai grandi che dai piccoli, ma anche delle carni le persone sono molto soddisfatte”. Hai un sogno nel cassetto? “Ho tantissimi sogni nel cassetto, ma il mio sogno più grande è stato realizzato perché faccio quello che mi piace. Se un lavoro si fa con passione, non è mai un lavoro, soprattutto ho trovato anche un ragazzo accanto a me che mi dà la possibilità di seguire questo sogno e che mi aiuta insieme a mio papà. Vorremmo ampliare la nostra offerta facendo godere l’entroterra in ogni suo aspetto con un progetto che prevede la realizzazione di un B&B, ma i passi vanno fatti piano piano. Le persone apprezzano questi luoghi, molte ci hanno chiesto se avevamo un agriturismo o un B&B dove trascorrere le giornate, ci piacerebbe quindi realizzare questo progetto. Ci vorrà del tempo e dei sacrifici ma spero che un giorno ci riusciremo”.

Camporotondo, al via il progetto per l’autonomia dei giovani con disabilità grazie ai fondi Pnrr
Sviluppare l’autonomia dei giovani con disabilità. È questo l’obiettivo principale del progetto dell’Ambito Territoriale Sociale 16 - presentato ieri mattina alla Mediateca di Camporotondo di Fiastrone - finanziato con i fondi del Pnrr, Missione 5 Inclusione e coesione. Un percorso partito a ottobre 2023 - che proseguirà fino a marzo 2026 con l’obiettivo di crescere e proseguire anche successivamente - che offre a 18 ragazzi con disabilità una occasione concreta verso l’autonomia abitativa e lavorativa. L’iniziativa - come detto - nasce all’interno dell’Ambito Territoriale Sociale 16, che fa capo all’Unione Montana dei Monti Azzurri, e coinvolge tutti i 15 Comuni dell’Ats dai quali provengono i partecipanti. Fondamentale la collaborazione tra i vari attori locali che vede la gestione affidata alle Cooperative Cooss Marche (per l’autonomia abitativa) e Opera (per la formazione e le attività lavorative). Il Comune di Camporotondo di Fiastrone ha messo a disposizione l’ostello comunale all’interno del quale, tramite la cooperativa Opera che lo gestisce, si stanno realizzando i laboratori per l’autonomia e la formazione lavorativa nell’ambito informatico e dell’accoglienza turistica, e il Comune di Tolentino ha provveduto a ristrutturare tre appartamenti (con dodici posti) dove dopo l’estate si realizzerà il percorso per l’autonomia abitativa. I dettagli del progetto - finanziato con 715mila euro - sono stati illustrati ieri mattina agli amministratori dei Comuni dell’Ats 16 e alle famiglie dei giovani coinvolti. «Il nostro legame con la Cooperativa Opera - ha detto il sindaco di Camporotondo, Massimiliano Micucci - parte ormai da lontano. Questa realtà aveva già avviato la gestione del nostro ostello comunale che per l’ente sarebbe stato difficile far funzionare e quando si è presentata l’occasione del bando abbiamo deciso di mettere insieme le forze e dar vita a un progetto più grande che, ci auguriamo, possa essere da esempio nel territorio». Presente all’incontro anche il direttore generale dell’Ast di Macerata, Alessandro Marini: «Sono piacevolmente colpito - le sue parole - nel vedere questa grande sinergia. Il progetto è l’esempio concreto di quando le idee, le persone e le risorse giuste si incontrano e danno vita a risultati straordinari per la società». Gli ha fatto eco il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi, sottolineando come si sia creato un contesto «dove i giovani possono muoversi e crescere liberamente e in sicurezza, in uno spazio protetto e a loro familiare. Perché difendere chi non può farlo da sé è il primo principio di una società civile». Il Presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, con orgoglio e commozione ha ricordato l’impegno dell’ente per la realizzazione del progetto che vuole «creare delle occasioni nelle quali poter garantire una formazione spendibile per la creazione di possibilità lavorative - ha detto - e allo stesso tempo acquisire competenze per muoversi in modo adeguato e più autonomo possibile nel quotidiano in una prospettiva futura di vita autonoma. Il confronto continuo con le persone coinvolte e le loro famiglie ha consentito di mettere in risalto le risorse di ciascuno e di definire le attività più adeguate. Ci tengo a ricordare come l’Ats abbia le stesse linee guida per tutte le tre Unioni Montane (Monti Azzurri, Marca di Camerino e Potenza Esino Musone)». Dunque la parola al coordinatore dell’Ats 16, Valerio Valeriani: «In questo caso i fondi del Pnrr hanno consentito di avviare un percorso fondamentale per i giovani - ha detto -. Ma non dimentichiamo che nell’ambito della disabilità si può e si deve fare ancora molto. Basti pensare ai posti letto per i disabili gravi: l’Atd 16 ne conta 13 liberi in attesa di convenzionamento e ha fatto richiesta per altri 12 con oltre 120 persone in lista di attesa nella provincia di Macerata; basterebbe avviare le convenzioni per poterli rendere fruibili e alleggerire il peso generale». Le conclusioni affidate al presidente della Coop Opera, Fabio Alessandrelli, intervenuto anche in rappresentanza della responsabile di Cooss Marche, Patrizia Branchesi (presente alla conferenza). «Si parla spesso di luoghi da rivitalizzare nei centri dell’entroterra - la riflessione di Alessandrelli -. La gestione dell’ostello di Camporotondo ci dimostra come la rinascita possa partire dal basso, da progetti di inclusione sociale affiancati all’accoglienza turistica che, in un unico percorso, possono perseguire obiettivi diversi ma di grande valore per il territorio. Basta guardarsi intorno, capire se ci sono altre strutture simili e opportunità per collaborare. Questo potrebbe essere un buon inizio per non fermarsi una volta concluso il progetto, ma anzi farlo crescere e andare avanti».

Macerata, edificio storico in via Crispi: 700mila euro per il restauro
La Giunta comunale di Macerata ha approvato il progetto definitivo di miglioramento sismico e rigenerazione dell’edificio comunale in via Crispi 113, sede di associazioni cittadine; l’intervento, approvato in linea tecnica in attesa del parere definitivo dell’USR, è finanziato per 700mila euro con il Programma Unitario Rigenerazione Urbana. Attualmente l’edificio, costruito nella prima metà dell’Ottocento, è fortemente compromesso sia dal punto di vista strutturale che impiantistico e i solai mostrano evidenti segni di degrado funzionale e strutturale. Gli interventi permetteranno di coniugare la solidità dell’impianto murario con la nuova organizzazione funzionale, attenta ai criteri di sicurezza e accessibilità. L’intervento interesserà tutti e quattro i piani, la copertura e la scala esistente e sarà eseguito in completa armonia con il vicino auditorium “Dante Cecchi” della biblioteca Mozzi Borgetti. Su tutti i piani sono previsti il consolidamento delle mura tramite la tecnica del cuci e scuci, la sistemazione dei pavimenti, dell’intonaco, delle porte interne ed esterne e degli infissi e, infine, la ritinteggiatura. I piani saranno interessati anche dalla creazione di un corridoio che collegherà le due scale e le stanze che saranno destinate a sede di associazioni. I lavori prevedono, inoltre, anche la manutenzione delle aperture che insistono sua via Crispi e vicolo dell’Abbondanza e la sistemazione dei servizi igienici. "Sono tanti i progetti di recupero del patrimonio edilizio comunale che stiamo portando a compimento con le alte professionalità dell’Ufficio Tecnico – ha commentato l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori -. Il programma di ricostruzione post sisma è ormai nel vivo della sua attuazione con grandi benefici per la comunità maceratese".

Civitanova, torna il servizio navetta per il lungomare: collegamenti da Fontespina agli stabilimenti
Riparte questo sabato (21 giugno) la navetta dell’Atac per raggiungere il lungomare nord, che sarà attiva inizialmente per tre week end consecutivi e poi tutti i giorni dal 12 luglio al 24 agosto dalle ore 08,00 alle 13,00 e il pomeriggio dalle 15,00 alle 20,00. Il servizio garantisce il trasporto di residenti e turisti dai parcheggi periferici alle zone centrali facilitando l’accesso al mare e alla città, decongestionando il traffico, in considerazione del rilevante afflusso di persone che si registra in estate. Il capolinea del bus è a Fontespina nel quartiere IV Marine – ex Liceo Scientifico (parcheggi di via Costa e via della Giustizia) Le fermate saranno effettuate in via Bragadin, Saragat, Friuli, Doria, fino a raggiungere gli stabilimenti di viale IV Novembre con tempo di attesa 25 minuti. L'Amministrazione comunale anche quest’anno conferma la gratuità dell'utilizzo della navetta, coprendo le spese all’Atac spa.

Caldarola dice “no” alla guerra: il Comune aderisce alla campagna R1PUD1A di Emergency
Il Consiglio comunale di Caldarola ha approvato all’unanimità una delibera che sancisce l’adesione alla campagna R1PUD1A, promossa dall’organizzazione umanitaria Emergency. Con questo gesto, l’Amministrazione riafferma il valore centrale dell’Articolo 11 della Costituzione italiana, che recita: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». In un periodo segnato da nuovi conflitti globali e instabilità internazionale, il Consiglio comunale ha voluto esprimere con forza il proprio impegno a favore della pace, della giustizia e della solidarietà tra i popoli. Per rendere visibile questo impegno, da oggi sulla facciata del Municipio è esposto lo striscione con la scritta: «Questo Comune R1PUD1A la guerra». Un simbolo forte e chiaro di adesione ai principi costituzionali e di vicinanza alla popolazione che chiede un futuro di pace. «Continueremo a promuovere iniziative di sensibilizzazione sul territorio – ha dichiarato il sindaco Giuseppe Fabbroni – coinvolgendo le scuole, la biblioteca e tutti i cittadini, per diffondere la cultura della pace e il rispetto dei diritti umani». Caldarola si unisce così al crescente numero di Comuni italiani che scelgono di non restare in silenzio di fronte alla minaccia della guerra, riaffermando i valori fondanti della Repubblica.

“Macerata, l’Acropoli delle Marche” oggi su Rai 3: tra i protagonisti anche il direttore di Picchio News Guido Picchio (VIDEO)
Oggi pomeriggio, alle ore 16:00 su Rai 3, andrà in onda la nuova puntata di Di là dal fiume e tra gli alberi, dal titolo “Macerata, l’Acropoli delle Marche”, ideata dal regista e giornalista marchigiano Luigi Maria Perotti. Il programma racconta l’Italia attraverso territori minori ma ricchi di memoria, trasformazioni e identità. E Macerata, in questa cornice, si mostra come una città capace di raccontare il proprio tempo attraverso storie autentiche e profondamente radicate. Tra i protagonisti principali della puntata figura Guido Picchio, direttore di Picchio News, volto conosciuto non solo per la sua attività giornalistica in ambito locale, ma anche per la lunga carriera da paparazzo e reporter di guerra. Nel documentario, Picchio ripercorre gli inizi nella Roma della Dolce Vita, al fianco del "king dei paparazzi" Rino Barillari, fino alle zone di conflitto nei Balcani e in Afghanistan, come quella nel 1994 a Sarajevo, dove riuscì a partire grazie al sostegno del portavoce ONU Andrea Angeli – anch’egli intervistato – che gli fornì un giubbotto, un elmetto e un pass per imbarcarsi su un volo militare. Tra i ricordi più drammatici, anche il rapimento sulla linea di fuoco a Birach insieme a Lucia Annunziata e Federico Bugno. Il documentario è un mosaico di voci, ciascuna portatrice di un frammento dell’anima maceratese. C’è Padre Giovanni Battista, primo prete cinese ordinato a Macerata, emblema di spiritualità e integrazione. Lo scrittore Filippo Davoli riflette sull’identità culturale della città, mentre il creator Andrea Petinari, fenomeno su TikTok, rappresenta una nuova generazione che racconta Macerata in chiave digitale. La giornalista Alessandra Pierini ricorda il drammatico raid razzista del 2018 compiuto da Luca Traini e le ferite lasciate sulla città, tema ripreso nell’opera teatrale firmata dal regista Andrea Fazzini e dall’attrice Meri Bracalente. In questo percorso trova spazio anche la Cantina di Via Crispi, un vero crocevia culturale, frequentato da artisti come la regista e performer Fabiana Ruiz Diaz, che incarna la vitalità creativa di una città in continuo fermento. La guida turistica Daniela Perroni racconta lo Sferisterio e il suo legame con la lirica, mentre il melomane Pietro Molini, presenza fissa al Macerata Opera Festival, rivive il momento in cui, ascoltando per la prima volta il preludio della Traviata, decise di non perdersi mai più uno spettacolo. Da Macerata ci si sposta a Treia, dove Raffaele Pietrucci e Leonardo Piermattei raccontano la Disfida del Bracciale, uno dei giochi popolari più antichi delle Marche. Poi a Montecosaro, dove il direttore Paolo Marinozzi apre le porte del Cinema a Pennello, museo che custodisce autentici tesori del cinema d’autore. Il documentario raccoglie anche la voce dell’avvocato-esploratore Gianfranco Borgani, che racconta la figura affascinante dell’orientalista Giuseppe Tucci, e riflette sull’importanza del cammino come metafora dell’apprendimento e della vita. Si parla di cultura anche attraverso l’esperienza di Michela Avi, direttrice di Ars in Fabula, l’accademia del libro illustrato dove è nato un volume entrato nella top ten del New York Times nel 2015. La professoressa Gianna Angelini, per dieci anni docente e ricercatrice all’Università di Macerata, analizza il volto universitario della città e la sua evoluzione. Mentre il poeta Giorgio Cipolletta e lo scrittore Adrian Bravi portano il racconto su un piano intellettuale e riflessivo. A loro si affiancano Domenico Guzzini e Alessandro Carlorosi, rispettivamente presidente e direttore di Paesaggio Eccellenza, che parlano del valore della bellezza, della cura e della promozione culturale del territorio. Non manca uno sguardo al mondo naturale, grazie al contributo di Silvia Amicucci, apicoltrice che custodisce la biodiversità locale e ne difende la sostenibilità. E c’è anche spazio per la musica e il mito con Michele Serafini, ideatore del Montelago Celtic Festival, che ogni anno richiama migliaia di persone sull’altopiano di Colfiorito, a Serravalle di Chienti, per vivere l’incanto della cultura celtica tra le montagne marchigiane. A Castelrotto, invece, il regista Damiano Giacomelli presenta un cinema indipendente e coraggioso, nato lontano dai grandi centri ma capace di arrivare al Festival di Torino. Il documentario si chiude con una riflessione sul valore del cammino e sul senso del luogo. Come spiega il rettore Davide Tisato, riprendendo le parole di Kiko Argüello, Macerata non è solo “l’Atene delle Marche” per la sua cultura, ma anche “la Betlemme delle Marche” per la capacità di far nascere qualcosa di nuovo dal silenzio e dall’ascolto. Di là dal fiume e tra gli alberi ci consegna una Macerata fatta di anime, storie, arte, dolore e riscatto. Una città che si svela a chi la sa ascoltare, e che – proprio come ricorda la voce narrante – può insegnare ancora molto su noi stessi. Perché, alla fine, perdersi è l’unico modo per ritrovarsi.

Caso Bollette a Pieve Torina: “Paghiamo 2,20 euro invece di 1, perché manca il QR delle Poste”
Un nuovo disguido nella gestione delle bollette luce e gas sta creando confusione e piccoli disagi economici tra i cittadini più anziani di Pieve Torina, in particolare tra i residenti delle SAE (Soluzioni Abitative in Emergenza). La segnalazione arriva da uno degli abitanti della zona, che racconta una situazione anomala legata alle modalità di pagamento delle bollette inviate dalla società denominata “Per Te”. "Ci hanno inviato il modello di pagamento tramite il sistema PagoPA. Il problema è che, senza il marchio delle Poste Italiane, siamo costretti a pagare un bollo di 2,20 euro, invece del consueto euro", racconta il cittadino. Un piccolo importo, ma per chi ha segnalato l'accaduto, ci deve essere la possibilità di scegliere la modalità di pagamento, come avvenuto fino ad ora: "Siamo un gruppo di pensionati, tutti sopra i 70 anni – prosegue – e fino ad ora pagavamo un euro. Ho parlato con alcuni responsabili, i quali mi hanno detto che questa situazione non doveva accadere e che era sufficiente andare alle Poste per ottenere il rimborso della differenza". L’uomo però ha voluto vederci chiaro e si è recato personalmente allo sportello: “Non è per l’euro e venti, ma per capire cosa fosse successo. L’operatore mi ha spiegato che, non essendoci il QR code delle Poste – che non ci è stato inviato – il sistema applica automaticamente il costo maggiorato di 2,20 euro previsto per i pagamenti con PagoPA”.

"Cristo delle Marche", il corpo bandistico accende l’alba di Cingoli
Anche quest’anno sarà all’insegna di Musica e Natura la prima domenica dell’estate cingolana, con cui si aprirà il ricco cartellone di eventi organizzato dal Comune di Cingoli per la stagione estiva 2025. E continuando una bella e applaudita tradizione protagonista dell’evento sarà il grande ensemble strumentale del Corpo Bandistico di Villa Strada. A grande richiesta, dopo la straordinaria e acclamatissima edizione 2022 (che aprì il festival RisorgiMarche), si torna nella suggestiva spettacolare ambientazione del panoramico pianoro erboso del “Cristo delle Marche”, nell’attesa delle prime luci dell’alba della prima domenica dell’estate 2025. Domenica 22 giugno, alle ore 5.00 (al sorgere del sole). Sul palco con la formazione strumentale cingolana, diretta dal maestro Luca Pernici, ci sarà quale ospite d’eccezione: il cantate e trombettista Michele Samory, entusiasmante musicista marchigiano, che da un po’ sta facendo parlare di sé in giro per il mondo! Attorno a cui è stato costruito il nuovissimo repertorio, che spazia nel grande e appassionante repertorio della musica italiana d’autore». «Portiamo avanti una bella e fortunata tradizione – ha dichiarato il sindaco di Cingoli Michele Vittori – che si configura quale stupenda occasione di promozione e di valorizzazione della bellezza e della ricchezza del nostro territorio, come dei suoi tanti talenti. Si dia il via all’Estate 2025Al termine del concerto ricca colazione curata dello storico Forno Ciattaglia di Cingoli, con dolci della tradizione.

Montecassiano, fu ucciso dai nazisti per salvare una ragazza: a Carbognano il cippo per Italo Biondini
Italo Biondini, di Montecassiano, fu ucciso dai nazisti per aver difeso una giovane ragazza, che grazie al suo gesto di coraggio riuscì a salvarsi. Un sacrificio che oggi viene finalmente riconosciuto e onorato. Mattinata di grande emozione e profondo significato storico quella che si è svolta oggi a Carbognano, in provincia di Viterbo, dove è stato inaugurato il cippo commemorativo dedicato a Italo Biondini, martire della Resistenza, originario di Montecassiano. Alla cerimonia hanno partecipato i rappresentanti delle istituzioni dei due comuni, uniti nel ricordo di un eroe rimasto troppo a lungo nell’ombra. «In un mondo in cui dilagano violenza e indifferenza verso i più deboli, dove il potere vuole reprimere il dissenso politico e limitare le libertà di manifestazione pacifica — ha detto il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, durante il suo intervento — è emozionante ricordare coloro che con coraggio sacrificarono la loro vita per combattere ingiustizie, soprusi e consegnarci un mondo migliore. La nostra democrazia, la nostra Repubblica sono nate da gesti eroici come quello di Italo Biondini, di coloro che diedero la vita per riconquistare la libertà che i fascisti e i nazisti ci avevano tolto». La cerimonia si è svolta nelle vicinanze del ponte della ferrovia, in località Morciano di Carbognano. Accanto al sindaco Catena sono intervenuti Agostino Gasbarri, sindaco di Carbognano, il ricercatore storico Arnaldo Ricci e il docente Andrea Trubbiani, che con le sue ricerche ha ricostruito la vicenda storica di Biondini e curato i contatti tra i due Comuni per la realizzazione del cippo commemorativo. «Voglio ringraziare il professor Andrea Trubbiani per le sue ricerche storiche e per aver contribuito a tenere i contatti con il sindaco di Carbognano Agostino Gasbarri — ha aggiunto Catena —. Un ringraziamento va inoltre all’Anpi di Montecassiano e al circolo Scaramuccia per l’importante lavoro di memoria e sensibilizzazione svolto in questi anni».

Villa Potenza, via al restauro dell’ex sede delle associazioni: approvato il progetto esecutivo
MACERATA - È stato approvato il progetto esecutivo in linea tecnica relativo al miglioramento sismico dell’edificio comunale di Borgo Peranzoni 51-53-55 a Villa Potenza, attualmente inagibile e sede, in passato, delle associazioni cittadine. L’intervento, finanziato per 2 milioni di euro con il Programma Unitario Rigenerazione Urbana, prevede la manutenzione, il restauro e il risanamento conservativo dell’edificio finalizzati al mantenimento e al recupero delle originarie caratteristiche dello stabile, costruito alla fine dell’Ottocento. L’immobile, a seguito degli eventi sismici del 2016, presenta attualmente diverse lesioni e fenomeni di erosione sui quali si interverrà per eseguire una totale rigenerazione; saranno eseguiti interventi strutturali sulle finiture interne ed esterne, sulle cornici, sugli apparati decorativi, sui muri perimetrali, sulla copertura e sugli infissi. Tutti gli interventi sono finalizzati a garantire un restauro conservativo dell’immobile di Borgo Peranzoni che, negli anni, è stato interessato da diverse fasi edilizie. “Un finanziamento importante i cui lavori, terminate le dovute verifiche e una volta espletata la gara di appalto, potrebbero partire già alla fine dell’anno – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. L’intervento riguarderà un edificio simbolo per Villa Potenza sia dal punto di vista storico e strutturale che sociale”. “Portiamo avanti l’impegno di restituire alla frazione di Villa Potenza un immobile strategico per le attività associative e sociali – ha aggiunto l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Marchiori -. Con questa rigenerazione il patrimonio edilizio comunale si arricchisce ancora con l’obiettivo di programma di favorire in ogni quartiere e frazione l’attività delle associazioni in ambienti confortevoli e sicuri”.

Il grido silenzioso di una generazione: fuori 'Emotivamente Intsabile', il nuovo brano di Jamie
In un’epoca in cui si urla sempre più forte per essere ascoltati, Jamie – all’anagrafe Aziz Gazzella, artista marchigiano classe 2002 – sceglie un altro modo: quello di sussurrare parole vere, crude, difficili. “Emotivamente Instabile”, il suo nuovo brano, è una ballad pop dalle tinte emo che diventa rifugio per chi non riesce più a fingere, per chi sente troppo, per chi vive con il cuore in disordine. Dopo aver aperto i live di Rose Villain e Medy e collaborato con nomi della scena come La Sad, xDiemondx, Venz ed Ethos, Jamie pubblica oggi quello che definisce il suo brano “più viscerale e necessario”. Un brano nato da dentro, e dentro il tempo che stiamo vivendo: il 2025, un anno ancora segnato da guerre, femminicidi e normalizzazione della violenza. Solo a fine maggio, Jamie è salito su un palco teatrale per uno spettacolo sulla parità di genere. Pochi giorni dopo, un altro femminicidio ha colpito Tolentino, a pochi chilometri da casa sua. Sebbene Emotivamente Instabile non parli esplicitamente di questi eventi, ne è intriso nello spirito: nasce in un contesto che soffoca l’empatia, e vuole diventare voce per chi quel dolore lo vive ogni giorno senza riuscire a spiegarlo. Prodotta da Moka, Emotivamente Instabile è un brano che suona come una confessione. La musica è minimale ma incisiva, lo spazio sonoro lascia emergere i testi, che colpiscono come pugni nello stomaco. “Prendo gocce di Xanax, così il mondo è meno finto”“Siamo tutti da soli, siamo soltanto anime in pena”“Vivo dentro le tenebre, scendono lacrime che marcano il mio corpo proprio come facevi te” Queste parole non offrono soluzioni, ma accoglienza. Perché chi ascolta, spesso, non ha bisogno di essere salvato: ha bisogno di sapere di non essere solo. Jamie lo sa bene. Ha iniziato a scrivere dopo la perdita di sua sorella, quando parlare non bastava più. Le canzoni sono diventate la sua terapia, e ora il suo messaggio. Jamie non si nasconde dietro estetiche patinate o storytelling costruiti. La sua forza è nella fragilità. In un panorama urban che spesso esalta l’invulnerabilità, lui si presenta nudo, instabile, vero. Non è una posa: è una necessità. E forse proprio per questo riesce a parlare davvero a una generazione che vive tra ansia e iperconnessione, solitudine cronica e like effimeri, desiderio di appartenenza e paura di mostrarsi per ciò che è. Con influenze che spaziano dall’emo-rap al sad trap fino al pop punk – in una linea ideale che unisce Lil Peep, Yungblud, MGK e XXXTentacion – Jamie costruisce un’identità sonora personale e riconoscibile. Ogni brano è un pezzo del suo diario emotivo. Ogni frase è una cicatrice che si fa arte. Emotivamente Instabile non è solo una canzone: è uno specchio. Un brano che riflette i pensieri di chi spesso si sente sbagliato, fuori posto, rotto. Ma non lo è. È solo umano. Il ritornello resta addosso, la voce si incrina e poi si rialza. La produzione di Moka accompagna, senza invadere. Il silenzio tra le parole è tanto potente quanto le parole stesse. Disponibile da oggi su Spotify, YouTube e tutte le piattaforme digitali, Emotivamente Instabile è il brano che mancava: non per riempire classifiche, ma per riempire un vuoto.

Da Macerata a Loreto: in 70mila per il 47° Pellegrinaggio. "Vicinanza spirituale" da Papa Leone XIV
Un’umanità allegra, piena di volti, storie, intenzioni. C’erano zaini carichi, bastoncini da nordic walking, seggiolini, cuscini e anche cartoni per sedersi. Sono arrivati da tutta Italia - da Pisa a Reggio Emilia, da Roma a Termoli - e persino dall’estero: Svizzera, Colombia, Madrid. In decine di migliaia, si sono dati appuntamento ieri pomeriggio al Centro Fiere di Villa Potenza per prendere parte al 47° Pellegrinaggio Macerata-Loreto, intitolato quest’anno "Dove abiti? La casa della Speranza". Alle 18.30 si sono aperti i cancelli: in diecimila si sono radunati per la Messa iniziale, in un clima di grande raccoglimento. Prima della celebrazione, tanti si sono avvicinati a un tavolo ornato di fiori per lasciare le proprie intenzioni di preghiera, da bruciare poi a Loreto. Molti hanno fotografato i Qr code per fare un’offerta o scaricare il libretto dei canti. La Messa, celebrata nei padiglioni aperti della fiera, è stata introdotta dalla lettura del messaggio di Papa Leone XIV, inviato tramite il cardinale Pietro Parolin: "Il Santo Padre desidera rivolgere il suo beneaugurante saluto, assicurando spirituale vicinanza a quanti vi prenderanno parte", ha detto Parolin, esortando tutti a "imparare lo stile umile e silenzioso della Vergine" e a diventare "testimoni gioiosi e autentici del Vangelo". Alla celebrazione erano presenti numerose autorità civili e religiose: il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, l’onorevole Lucia Albano, il viceprefetto Emanuele D’Amico, il rettore John McCourt, consiglieri regionali, rappresentanti delle forze dell’ordine e i sindaci del territorio. Commovente l’intervento del vescovo di Macerata Nazzareno Marconi, che ha ricordato il dramma del femminicidio avvenuto poche ore prima a Tolentino (leggi qui): "Preghiamo per tutte le vittime - ha detto - perché la guerra non è solo una cosa lontana, ma entra anche nelle nostre case. Serve rispetto per la vita". Alla fiaccolata hanno partecipato anche venti podisti accompagnati da un tedoforo che ha portato la fiaccola della pace, benedetta da Papa Leone mercoledì scorso. All’alba di oggi, 70.000 pellegrini sono arrivati a Loreto, accolti dal cardinale Marcello Semeraro, dall’arcivescovo Mons. Fabio Dalcin, dal sindaco della città mariana e da migliaia di cittadini in festa. A guidare il cammino, come ogni anno, Mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo emerito e fondatore del Pellegrinaggio nel 1978, insieme a Mons. Marconi. Il sindaco Parcaroli ha invitato tutti "a superare scoraggiamento e apatia per continuare a camminare nella pace, nel perdono, nella misericordia", mentre don Luigi Traini ha esortato a "tenere lo sguardo fisso sull’Incarnazione, che ha cambiato la storia in tempi ben peggiori dei nostri". Una notte di fede, di speranza e di testimonianza, che continua a scrivere una storia iniziata 47 anni fa. In un mondo sempre più disorientato, questo cammino vuole ricordare che la casa della Speranza non è un’utopia: è un luogo da cercare, da abitare e da custodire insieme.

“Chic & Social” – La gentilezza sui social è sopravvalutata? Forse sì, ma anche no
C’era una volta l’educazione. Poi sono arrivati i commenti. E infine le tastiere, che rendono tutti esperti, giudici, polemici e… cattivissimi. La verità? Sui social, la gentilezza è vista spesso come debolezza. Chi è diretto “dice le cose in faccia”. Chi risponde con garbo “non ha carattere”. Chi dissente con eleganza “non fa abbastanza rumore”. Ma davvero funziona così? O abbiamo solo smesso di distinguere tra essere gentili e farsi mettere i piedi in testa? Perché la gentilezza viene snobbata (ma cliccata lo stesso) Perché non fa notizia: lo scontro attira più dello scambio. Perché il like premia l’estremo, anche se non lo ammettiamo. Perché la voce più alta (scritto in maiuscolo!) è quella che passa, non quella più sensata. Eppure… Hai mai letto un commento intelligente in mezzo a una rissa virtuale e pensato: “Ecco, questo è il tono che vorrei vedere di più online”? La gentilezza colpisce, ma non urla. E forse per questo ci dimentichiamo quanto sia potente. Gentili, sì. Ma non fessi. Essere gentili non vuol dire non avere opinioni. Vuol dire saperle esprimere senza distruggere. Senza umiliare. Senza trasformare ogni discussione in un’arena. Gentile non vuol dire passivo. Educato non vuol dire invisibile. Silenzioso non vuol dire senza spina dorsale. La vera provocazione? Restare eleganti anche quando gli altri non lo sono. È difficile? Sì. Premia subito? No. Ma nel tempo, chi sa parlare con stile viene ricordato. Chi urla, invece, viene silenziato. Prima o poi. E tu? Hai mai provato a rispondere con gentilezza in una discussione accesa? Ti è mai capitato di cambiare tono per “farti notare”? Raccontamelo nei commenti (anche se educati, vanno benissimo lo stesso!). Nel prossimo episodio di Chic & Social, arriva l’estate e con lei… la grande domanda: “Postare la vacanza è meglio di farla?” Siamo davvero capaci di vivere un tramonto senza storie o ci serve condividerlo per sentirlo vero? Ne parliamo, sotto l’ombrellone.