Attualità

Pioraco, ricostruzione al via per lo storico Istituto Sacro Cuore: arrivano oltre 3 milioni

Pioraco, ricostruzione al via per lo storico Istituto Sacro Cuore: arrivano oltre 3 milioni

È in arrivo un importante intervento nel cuore del borgo di Pioraco, nel Maceratese, che segna un passo significativo nella rigenerazione post-sisma. L’Ufficio Speciale per la Ricostruzione delle Marche ha firmato il decreto n. 11887 dell’11 novembre 2025, che assegna un contributo di 3.192.176,31 euro per il recupero e il miglioramento sismico del complesso dell’Istituto del Sacro Cuore, un edificio attiguo alla Parrocchia di San Vittorino e gravemente danneggiato dal terremoto del 2016. Dopo la riapertura della chiesa del Santo patrono nel 2020, tocca ora a questo complesso che ha scandito la storia sociale della "città dell’acqua". Costruito negli anni ‘30 dai cartai, l’edificio ospitò per decenni le suore della Congregazione delle Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena, che gestivano l'asilo per i figli dei lavoratori delle cartiere e insegnavano l'arte del ricamo alle ragazze. Prima del sisma, il complesso, di proprietà della parrocchia guidata da Don Cherubino Ferretti nell'ambito dell’Arcidiocesi di Camerino - San Severino di monsignor Francesco Massara, era un centro nevralgico per la comunità. I locali ospitavano le attività di oratorio e catechismo per i giovani, mentre una parte era destinata alla ricettività turistica e per ritiri di squadre calcistiche provenienti da tutta Italia, specialmente in primavera ed estate. Le scosse dell’ottobre 2016 resero inagibile l'intera struttura, privando la comunità di un fondamentale spazio di incontro e catechesi. L’intervento di ricostruzione, che rientra nella procedura semplificata del Testo unico della ricostruzione privata (Ordinanza n. 130/2022), prevede un accurato progetto di miglioramento sismico. L’edificio, riconosciuto per il suo rilevante valore storico e architettonico, ha superato un iter tecnico rigoroso, ottenendo la verifica e la determinazione positiva della Conferenza Regionale che ha sostituito i pareri paesaggistici e sismici necessari. Don Cherubino Ferretti, parroco, ha espresso grande soddisfazione: "Sono molto contento che la struttura torni a vivere come luogo di incontro per i parrocchiani, i ragazzi e i bambini. L’idea è mantenere anche il doppio uso che aveva prima del sisma, con una parte destinata alla ricettività di gruppi e turisti". Il commissario straordinario per la Ricostruzione, Guido Castelli, ha sottolineato l'importanza del recupero: "Con questo intervento restituiamo alla comunità di Pioraco, uno dei borghi più suggestivi del Maceratese, un edificio che rappresenta un luogo di identità, educazione e socialità. L’Istituto Sacro Cuore tornerà ad essere non solo uno spazio vivo per i giovani, ma anche una struttura capace di contribuire alla crescita economica legata al turismo. È un esempio concreto di come la ricostruzione possa essere non solo recupero edilizio, ma rigenerazione di comunità e di futuro". Anche il sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi, ha espresso gratitudine, evidenziando il forte legame affettivo del borgo con l'edificio: "L’idea di riprendere la funzione ricettiva è fondamentale per il nostro bellissimo borgo visitato da tante persone che spesso non hanno la possibilità di fermarsi per la penuria di posti letto". Il sindaco ha ringraziato l'arcivescovo monsignor Massara per la sua efficienza nella ricostruzione dei beni della Chiesa, essenziali per ricucire il tessuto umano del territorio, e ha lodato la sinergia con l’Usr Marche e il commissario Castelli.

13/11/2025 16:09
San Severino, modifiche alla viabilità in viale Eustachio e via Matteotti per cantieri post sisma

San Severino, modifiche alla viabilità in viale Eustachio e via Matteotti per cantieri post sisma

Il Comando di polizia Locale della città di San Severino Marche informa che a partire da lunedì 17 novembre la circolazione in viale Eustachio e via Matteotti subirà modifiche temporanea per consentire l'esecuzione di lavori in un cantiere post terremoto che andranno avanti per diversi mesi. Le principali prescrizioni sono le seguenti: verrà istituito un restringimento di carreggiata con deviazione del transito sul lato sinistro in viale Eustachio, nel tratto compreso tra l'intersezione con via Matteotti e l'intersezione con via C. Procacci, sarà istituito il divieto di sosta e fermata con rimozione coatta in viale Eustachio, dall'intersezione con via Matteotti fino al civico n. 31. Inoltre sarà in vigore il limite di velocità di 30 km/h in tutto viale Eustachio e verrà istituito un attraversamento pedonale provvisorio (con segnaletica orizzontale gialla) tra il civico n. 22 e il civico n. 25 (in corrispondenza di gelateria Samba e lato opposto, negozio di scarpe). Sarà inoltre imposto il divieto di transito ai pedoni sul lato oggetto dei lavori, con obbligo di utilizzare il lato opposto. Su via Matteotti verrà istituito il divieto di sosta dal civico n. 5 fino all'intersezione con viale Eustachio.  

13/11/2025 15:35
Civitanova, via libera al progetto per la strada San Nicolò: 15mila euro per la messa in sicurezza

Civitanova, via libera al progetto per la strada San Nicolò: 15mila euro per la messa in sicurezza

La Giunta comunale di Civitanova Marche ha approvato il progetto esecutivo per la manutenzione straordinaria di un primo, cruciale tratto della strada vicinale di uso pubblico denominata “San Nicolò”. L’intervento, interamente coperto da un contributo regionale di 15.000 euro, è stato inserito dall’Amministrazione comunale nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2025-2027 e nell’elenco annuale 2025. Il progetto generale mira alla sistemazione completa di 472 metri di strada, ma i lavori sono stati suddivisi in stralci funzionali. L’Ufficio tecnico ha inizialmente predisposto il progetto di fattibilità tecnico-economica per una porzione di 95 metri, partendo dall’innesto con la strada comunale di accesso “Alviano – Monteforano”. La vicinale “San Nicolò”, classificata come di uso pubblico dal 1986 (Delibera di Giunta n. 793), riveste una notevole importanza per la viabilità locale, fungendo da collegamento essenziale tra la comunale Alviano-Monteforano e la strada comunale Pisciarelle, oltre a servire fondi agricoli, frazioni rurali e residenze private. Attualmente, la strada presenta un fondo inghiaiato in avanzato stato di degrado. Le continue deformazioni e gli avvallamenti che si formano anche con precipitazioni di lieve entità rendono inefficaci i consueti interventi di manutenzione ordinaria e costituiscono un serio pericolo per la sicurezza della circolazione. L’intervento di riqualificazione si concentrerà sul miglioramento della funzionalità e della sicurezza, prevedendo la regimentazione delle acque superficiali, la sistemazione del fondo e la realizzazione dello strato finale in conglomerato bituminoso di tipo binder chiuso. Il primo stralcio, come detto, è coperto per l'intero importo dal finanziamento regionale, senza alcun onere a carico del bilancio comunale, e si stima che richiederà circa due settimane di lavori dalla data di consegna. Il completamento dei restanti 377 metri è previsto in un secondo stralcio funzionale, per un costo stimato di 87.500 euro. In questo caso, i costi saranno ripartiti tra l’Ente e i privati frontisti, con il 40% a carico del bilancio comunale e il 60% a carico dei proprietari confinanti. Il Responsabile Unico del Progetto per l’opera è l’Istruttore Tecnico Ing. Salvatore De Meo.

13/11/2025 15:00
"Per salvare uno scampo in più rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori"

"Per salvare uno scampo in più rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori"

É di questi giorni la notizia che l’intera flotta italiana che opera nel Mare Tirreno dovrà rimanere inattiva per tutto il mese di novembre, in quanto sono già stati tutti utilizzati i pochi giorni di pesca che la Commissione Europea concede per il Mediterraneo occidentale. "É di ieri, invece, una notizia ancora più drammatica per i pescatori marchigiani e civitanovesi in particolare, dove operano circa 40 pescherecci a strascico, ovvero la chiusura nel 2026 per ben sette mesi di una vastissima area di mare di fronte Civitanova Marche, dove i pescatori sono soliti calare le reti; chiusura disposta da una raccomandazione della General Fisheries Commission for the Mediterranean (Agenzia della FAO) in occasione dell’ultima assemblea plenaria tenutasi a Malaga la settimana scorsa che individua la zona come principale area di riproduzione dello scampo". Ad annunciarlo è Giuseppe Micucci, vicepresidente di Confcooperative Marche e coordinatore del settore pesca di Fedagripesca Marche.  "Tale assurda misura andrà di pari passo con la riduzione del 12,9% delle giornate lavorative che sono già al minimo - dichiara Micucci - un’imbarcazione italiana può pescare nel Mare Adriatico, infatti, non più di 3 giorni o 72 ore". "A fronte di queste limitazioni draconiane all’attività di pesca italiana, che seguono a un taglio del 40% delle giornate di pesca posto in essere negli ultimi anni, il Ministro sta autorizzando l’arresto definitivo delle attività solamente a una minima parte delle circa 1000 imprese italiane che hanno fatto richiesta di demolire la propria imbarcazione - prosegue il vicepresidente di Confcooperative Marche -. Tale altissima richiesta di dismissione delle imbarcazioni è chiaramente dovuta al fatto che la pesca, ormai come pensata dalla Commissione Europea e dalla FAO (è la GFCM agenzia della FAO che disciplina la pesca in Adriatico) è ampiamente antieconomica, in quanto i guadagni non riescono più a coprire i costi". "Quindi non si fanno demolire tutte le imbarcazioni che lo richiedano e poi si impediscono alle stesse imbarcazioni di pescare giorni sufficienti e in aree sufficienti per sopravvivere. Mentre la sostenibilità ambientale è di fatto stata raggiunta, il Mare Adriatico oggi è in buone condizioni con uno sforzo di pesca minimo, non è stata in alcun modo raggiunta la sostenibilità economica e sociale del settore. Per salvare, forse, uno scampo in più, - conclude Giuseppe Micucci - rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori. Di fronte a tale scenario cosa fanno le Istituzioni? Fedagripesca fa appello al Governo nazionale e regionale affinché ci si opponga a tali ingiustificati e ulteriori tagli all’attività di pesca". 

13/11/2025 10:50
"Tanto tempo fa a Macerata": la città 'rivive' grazie all’intelligenza artificiale (VIDEO)

"Tanto tempo fa a Macerata": la città 'rivive' grazie all’intelligenza artificiale (VIDEO)

C’è un modo nuovo di guardare al passato, un modo che unisce nostalgia e tecnologia, poesia e pixel. A mostrarcelo è Officina Fotografica, l’associazione culturale fondata da Daniele Simoni, fotografo di Porto San Giorgio che ha deciso di riportare in vita le immagini storiche di Macerata grazie all’intelligenza artificiale. Nel video pubblicato, chiamato "Tanto tempo fa a Macerata", scorrono luoghi che ogni maceratese riconosce subito: piazza della Libertà, corso della Repubblica, piazza Nazario Sauro e lo Sferisterio, i cancelli e il monumento a Garibaldi, con corso Cavour sullo sfondo, fino alla Chiesa di Santa Croce. Poi, come in un sogno, ecco viale Trieste, attraversato da auto d’epoca che sembrano muoversi di nuovo, lente, leggere, come fantasmi gentili del Novecento. In ogni scorcio si percepisce la frizzantezza della città, con piazze e strade che, pur nei toni pacati del passato, trasmettono la vita, i passi, le chiacchiere e il ritmo delle giornate di allora. «Noi di Officina Fotografica – racconta Daniele Simoni – ci occupiamo un po’ di tutto: eventi, reportage, produzioni video. Ma in questo periodo il pubblico è affascinato da ciò che riguarda le ricostruzioni storiche e l’intelligenza artificiale. È un linguaggio che cattura, emoziona, e che se usato bene può diventare una risorsa preziosa per la memoria collettiva». Un punto, quello dell’equilibrio, che per Simoni resta fondamentale: «L’AI può essere uno strumento straordinario, ma anche pericoloso se finisce in mani sbagliate. Io stesso, restaurando una vecchia foto di mia nonna del 1945, mi sono accorto che l’intelligenza artificiale aveva “creato” un volto maschile dove c’era una donna. Serve attenzione, perché la tecnologia può confondere la realtà con la finzione». Dietro ogni fotogramma del video su Macerata c’è un lavoro paziente di restauro digitale: «Le immagini che utilizzo sono tutte vere, autentiche, comprese tra il 1920 e il 1960. Prima le restauro con un software tradizionale, non basato su AI, per eliminare pieghe e graffi della carta. Solo dopo affido il materiale all’intelligenza artificiale, che “ricostruisce” ciò che manca e ridà respiro ai dettagli». Il risultato è sorprendente: la città torna a vivere come in un vecchio film in bianco e nero, ma con una luce nuova. «Macerata si presta magnificamente a questo tipo di lavoro – spiega Simoni – perché custodisce una grande storia e un ricco archivio fotografico. Dal punto di vista paesaggistico, è davvero eccezionale: ogni scorcio, ogni collina, ogni vicolo racconta bellezza». E guardando al futuro, Daniele Simoni non ha dubbi: «Siamo solo agli inizi. L’intelligenza artificiale sta crescendo, si evolve ogni giorno. Se usata con coscienza, può diventare un mezzo per educare, per far rivivere luoghi, volti, emozioni che il tempo aveva sepolto. È come restituire voce ai ricordi». Così, in un gioco sottile tra memoria e innovazione, “Tanto tempo fa a Macerata” non è solo un viaggio nel passato, ma un atto d’amore verso la città. Un modo per dire che la storia, se guardata con occhi nuovi, può ancora parlarci — e incantarci. E non a caso, molte persone hanno contattato Simoni chiedendogli di realizzare lavori simili per le loro città, per far rivivere scorci e memorie di luoghi che appartengono al cuore di ciascuno.

12/11/2025 14:39
Distretti biologici a confronto, Marche protagoniste a Ecomondo 2025

Distretti biologici a confronto, Marche protagoniste a Ecomondo 2025

Nell’ambito della manifestazione Ecomondo 2025, la piattaforma fiera evento dedicata all’economia circolare e alla transizione ecologica che si è svolta a Rimini dal 4 al 7 novembre, Confagricoltura ha promosso l’incontro “Distretti biologici a confronto” con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dei Distretti del biologico come leve strategiche per lo sviluppo agricolo e territoriale sostenibile. Tra i protagonisti del dibattito, coordinato da Silvia Piconcelli, referente nazionale del Bio per Confagricoltura, il Distretto biologico delle Marche rappresentato dal presidente Andrea Passacantando accompagnato dai vertici di Confagricoltura Marche, Antonio Trionfi Honorati e Stefano Giorgi. Durante il suo intervento, Passacantando ha illustrato la visione del modello marchigiano sottolineando come il biologico debba evolversi da “nicchia” di mercato a scelta diffusa e strutturale: <<Il nostro impegno è quello di far essere il biologico non più una “nicchia”, ma di farlo diventare una scelta ordinaria per le imprese, per i consumatori e per il territorio. Il Distretto biologico delle Marche deve diventare una piattaforma di valorizzazione territoriale, di filiera e di reputazione>>. Ha evidenziato, inoltre, che il Distretto si propone come un coordinatore e facilitatore tra aziende agricole, associazioni, istituzioni e consumatori con l’obiettivo di trasformare la produzione biologica in un motore di qualità, sviluppo locale e sostenibilità. Il Distretto biologico delle Marche rappresenta una realtà significativa: la Regione Marche è tra le prime in Italia e in Europa per superficie agricola destinata al biologico e per grado di organizzazione del comparto. La superficie agricola coltivata in biologico è di quasi il 30% della sau, superficie agricola utlizzata, regionale. Nelle Marche sono attivi oltre 4.200 operatori biologici. Il Distretto è concepito come modello di governance territoriale in cui agricoltori, cittadini, istituzioni e filiera collaborano per sviluppo integrato. L’incontro ha delineato alcuni orientamenti operativi per i Distretti del biologico: rafforzare la governance territoriale, favorendo alleanze tra imprese, associazioni, enti pubblici e ricerca; superare l’approccio burocratico della produzione biologica e puntare su filiera e mercato; integrare il biologico nella strategia di transizione ecologica e nella digitalizzazione dell’agricoltura; promuovere il consumo interno e la riconoscibilità del bio come scelta quotidiana del consumatore; supportare la competitività delle imprese biologiche, anche in chiave export e turismo rurale. L’intervento del Distretto biologico delle Marche durante Ecomondo 2025, rappresentato da Andrea Passacantando, ha offerto una visione concreta di come il biologico possa trasformarsi da scelta isolata a componente strutturale di un’agricoltura regionale più sostenibile, competitiva e territoriale. Come sintetizzato dallo stesso Passacantando: «La vera partita si gioca sul mercato, non più solo sul campo».    

12/11/2025 05:00
Tolentino, lavori in corso: cambia la viabilità in viale dei Cappuccini. Ecco come

Tolentino, lavori in corso: cambia la viabilità in viale dei Cappuccini. Ecco come

TOLENTINO - La circolazione veicolare su viale dei Cappuccini a Tolentino sarà interessata da significative limitazioni nei giorni di mercoledì 12 e giovedì 13 novembre 2025 per consentire l'esecuzione di lavori programmati. I provvedimenti, volti a garantire la sicurezza delle operazioni, si concentrano sul tratto di strada compreso tra il civico n. 31 e il civico n. 65. In primo luogo, per l'intera durata dell'intervento (12 e 13 novembre), è istituito il divieto di sosta con rimozione forzata esteso a tutti i veicoli. Questo divieto si applica non solo nel tratto di viale dei Cappuccini tra il civico n. 31 e il civico n. 65, ma anche lungo tutte le rampe di Porta dei Cappuccini. Saranno esclusi da tale divieto i soli mezzi impiegati per le operazioni di cantiere. Oltre al divieto di sosta, nella fascia oraria diurna, dalle ore 8:00 alle ore 17:00 di entrambi i giorni, è previsto il divieto di transito veicolare. L'interdizione interessa il tratto di viale dei Cappuccini adiacente e compreso tra i civici indicati (31 e 65). È importante sottolineare che la circolazione sarà invece regolarmente consentita per i veicoli lungo le rampe di Porta dei Cappuccini anche durante queste ore. Infine, si prevede la possibilità di sospendere temporaneamente la circolazione, sia veicolare che pedonale, nel caso in cui le operazioni lo rendano strettamente necessario. Tale sospensione sarà gestita attraverso l'impiego di personale addetto, ovvero i movieri, per garantire la massima rapidità nel ripristino della viabilità.  

11/11/2025 16:45
I carabinieri come "eroi quotidiani": il calendario 2026 dell'Arma all'insegna della Pop Art (FOTO e VIDEO)

I carabinieri come "eroi quotidiani": il calendario 2026 dell'Arma all'insegna della Pop Art (FOTO e VIDEO)

Il calendario dell'Arma dei carabinieri è giunto alla sua 93esima edizione. Il colonnello Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, ha affermato che si tratta di "un momento molto importante per l'Arma, sia a livello nazionale, sia a livello locale". Il nuovo calendario, infatti, ha già venduto 6.500 copie solo nel Maceratese, ed è stato tradotto in ben otto lingue, con versioni anche in sardo e friulano. Le tavole, illustrate dall'esponente della Pop-Art Luigi Valeno - in arte René -, sono accompagnate dai testi di Aldo Cazzullo, Maurizio de Giovanni e Luigi Lugli, e sono incentrate sulla raffigurazione di "eventi universali, che possono accadere nella carriera di ogni carabiniere". A fare da fil rouge tra gli episodi illustrati è il tema dell'eroismo quotidiano perché, come afferma il govane carabiniere protagonista del racconto di de Giovanni, "aiutare non è un super-potere, ma è la capacità di prendersi cura degli altri". Dal salvataggio di una lupa che era stata investita da un pirata della strada, all'assistenza fornita ad una donna che è entrata in travaglio proprio davanti ad una stazione di comando, fino addirittura alla sensibilità dimostrata in una situazione estremamente delicata e imprevedibile come la telefonata disperata di una ragazza intenzionata a togliersi la vita, il calendario racconta storie autentiche, reali e universali. "Si tratta di episodi che si possono incontrare ovunque, anche nella nostra provincia. Le tavole rappresentano l'Arma nella sua essenza di organismo sociale: le azioni repressive costituiscono solo l'estrema ratio" ha affermato Ruocco. La prefazione di Aldo Cazzullo, inoltre, testimonia il valore storico dell'Arma, dal 1814 ai giorni nostri, con particolare riferimento alla sua attività durante il Risorgimento e la Resistenza.  Il calendario può essere acquistato presso l'Anc (Associazione Nazionale Carabinieri) o direttamente al comando stazione, insieme all'agenda, al planning e al calendario da tavolo. I proventi del planning e del calendario tavolo saranno devoluti agli orfani dell'Arma dei Carabinieri.

11/11/2025 14:40
Imposta provinciale di trascrizione, scattano nuove esenzioni: ecco tutte le novità

Imposta provinciale di trascrizione, scattano nuove esenzioni: ecco tutte le novità

Esenzioni dal pagamento per le associazioni di volontariato, facilitazioni per le persone con disabilità nella sostituzione del proprio veicolo e riduzioni nel pagamento per le successioni ereditarie. Sono queste le novità inserite nel nuovo Regolamento dell'imposta provinciale di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli (Ipt) al pubblico registro automobilistico approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale. Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, infatti, prevede l'esenzione totale dal pagamento dell'imposta per le Organizzazioni di volontariato (Odv) iscritte al Registro unico nazionale del Terzo settore che debbano comprare un veicolo da utilizzare per lo svolgimento della propria attività, così come una facilitazione per le persone con disabilità che vogliano sostituire il loro veicolo e che adesso potranno godere di un periodo di "tolleranza" di 30 giorni durante la sostituzione del mezzo, quando quindi potrebbero figurare intestatari di due auto, ma durante il quale non dovranno pagare il doppio tributo. Restano invariate le altre esenzioni già previste nel precedente regolamento. Il nuovo regolamento, infine, prevede anche una riduzione del 90% dell’imposta di trascrizione in caso di successione ereditaria, per agevolare l’eventuale passaggio dei mezzi agli eredi. "È stato fatto un lavoro molto approfondito e riteniamo che le modifiche introdotte al Regolamento, verificate anche con l’Aci e le Associazioni di volontariato, saranno importanti per il territorio - spiegano il presidente Sandro Parcaroli e la consigliera delegata ai trasporti, Tiziana Gazzellini -. Ringraziamo gli uffici per il lavoro di ascolto e sintesi e con questo nuovo Regolamento l’amministrazione dimostra ancora una volta, con atti concreti, il suo impegno e la vicinanza agli utenti e al territorio in generale".

11/11/2025 12:00
Dal Cile di Pinochet alle macerie di Sarajevo, Andrea Angeli: "Non siamo lì per fare le star, ma per aiutare" (VIDEO)

Dal Cile di Pinochet alle macerie di Sarajevo, Andrea Angeli: "Non siamo lì per fare le star, ma per aiutare" (VIDEO)

C’è una vita che attraversa mezzo secolo di storia, fatta di frontiere, convogli umanitari, città bombardate e volti di speranza. È la vita di Andrea Angeli, maceratese, funzionario delle Nazioni Unite, testimone diretto di alcuni dei conflitti più sanguinosi del Novecento e del nuovo millennio. Dal Cile di Pinochet all’Iraq, dalla Namibia alla Cambogia, fino alla Sarajevo assediata, Angeli ha vissuto la guerra con il compito più difficile di tutti: servire la pace. Una vita spesa tra diplomazia e umanità, tra coraggio e paura, tra silenzi e scelte impossibili. Nel nuovo episodio del Picchio Podcast, racconta la sua storia con lucidità e passione, ma soprattutto con quella modestia tipica di chi, davvero, ha fatto la differenza. “Ho sempre ricordato che la strada l’ha aperta Giorgio Pagnanelli, il primo funzionario italiano dell’ONU nel 1957,” racconta Angeli. “Quando entrai io, nel 1987, non feci nulla di nuovo: la via era già stata tracciata”. Un ragazzo curioso, attratto dal mondo e dalle persone. “Molti cercavano sedi comode come New York o Ginevra,” prosegue, “io invece accettai missioni difficili: Cile, Iraq, Namibia, Sarajevo. Luoghi dove si rischiava, ma dove serviva davvero esserci”. Dal Cile sotto dittatura alle sabbie dell’Iraq, Angeli ha attraversato decenni di crisi. “C’è un filo che lega tutte queste esperienze: la sofferenza delle persone comuni,” spiega. “In Cile si respirava ancora paura, in Iraq la gente cercava solo di sopravvivere. Ogni guerra è diversa, ma la disperazione ha sempre lo stesso volto”. Quando arrivò a Sarajevo, nell’inverno del 1993, la guerra era al secondo anno. “Le istruzioni da New York furono chiare: non abbiamo nulla da offrire ai sarajevesi, tenete le posizioni e buona fortuna. Era una missione quasi impossibile". In mezzo a quella tragedia, una storia spicca per umanità e coraggio: il salvataggio di Rosaria Bartoletti, 69 anni, l’ultima italiana rimasta a Sarajevo. “Un giorno mi trovai tra le mani una busta con mille marchi tedeschi,” racconta. “Era un contributo d’emergenza destinato a lei. Sapere che una connazionale era là, sola e in pericolo, e non fare nulla… era impensabile”. Rintracciarla fu un’impresa. “Mi aiutò un gruppo cattolico, i Beati Costruttori di Pace, che facevano un servizio postale umanitario. Dopo giorni di ricerche scoprii dov’era: viveva in uno scantinato sulla linea del fronte”. Quando finalmente la trovò, “mi abbracciò e mi disse: sei mio figlio. Fu un’emozione fortissima”. Grazie all’aiuto dell’Alto Commissariato ONU e di una famiglia siciliana pronta ad accoglierla, Rosaria riuscì a tornare in Italia nel febbraio del 1994. “Riuscire a identificarne la casa non è stato facile,” ricorda Angeli. “Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. È tornata a casa, e per me quella fu la vittoria più bella”. “La paura c’è sempre, ma diventa abitudine,” confessa Angeli. “Io non avevo moglie né figli, quindi spesso mi esponevo più degli altri. Ma ogni parola sbagliata, in quei contesti, può costare vite”. Durante la missione, subì anche un rapimento, di cui parla con discrezione. “Fa parte del mestiere. Noi non siamo lì per fare le star, ma per aiutare. Il silenzio, a volte, è l’unica protezione”. Nel libro J’accuse l’Onu di Zlatko Dizdarević e Gigi Riva, Angeli viene citato come “uno dei pochi che hanno fatto la differenza”. “Era così,” conferma. “L’ONU nei palazzi di New York era paralizzata. Ma sul campo c’erano pochi di noi, rimasti anni in mezzo alle bombe. E la gente del posto lo capiva. Ci rispettavano perché rischiavamo con loro”. Un ricordo che lo segna ancora oggi: “La messa di Natale a Sarajevo. Cinque posti riservati in prima fila, due civili e tre militari. La gente ci guardava come a dire: questi o sono pazzi, o sono venuti a rischiare con noi. Forse avevano ragione”. Per il suo impegno, Angeli ha ricevuto numerosi riconoscimenti: dal Premio San Tommaso Apostolo al Premio Antonio Russo, fino alla nomina a Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Nel 2019 è stato onorato nel Giardino Virtuale del Monte Stella, a Milano, per le sue azioni di coraggio a Sarajevo. L’ultima tappa del suo percorso è il libro “Fede, ultima speranza” (prefazione del cardinale Camillo Ruini), un racconto intenso e corale che esplora la dimensione spirituale nei luoghi di guerra. Nel libro, Angeli ripercorre gli incontri con religiosi di ogni credo: intrepidi missionari, suore-rambo, cappellani militari, vescovi trascinatori, monsignori fuori dal coro, archimandriti sotto assedio e rabbini erranti. Figure straordinarie, conosciute sul campo “dal Cile all’Iraq, dalla Cambogia a Timor Est, dai Balcani all’Afghanistan”, che hanno scelto di restare accanto ai più deboli anche sotto le bombe. Un riconoscimento prestigioso è arrivato proprio per quest’opera: Andrea Angeli si è aggiudicato la sesta edizione del Premio Letterario degli Ambasciatori presso la Santa Sede (LEGGI QUI). A consegnarglielo è stato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che ha voluto rendere omaggio al valore umano e narrativo del volume, definendolo “un caleidoscopio di storie di presenza di religiosi in aree di conflitto”. Sull’attualità, Angeli resta lucido ma critico. “La crisi in Medio Oriente va avanti dal 1948. L’Ucraina è diversa: è la prima volta che un paese membro del Consiglio di Sicurezza è parte in causa. Questo complica tutto.” Eppure non rinuncia alla speranza. “Dobbiamo restare con i piedi per terra, ma credere che la pace, prima o poi, vincerà. Perché ogni guerra, prima o poi, finisce”. Qualche rimpianto sul suo operato? Angeli risponde così: “Forse, a Sarajevo, avrei potuto fare di più,” riflette. “Ma chi ha spinto troppo spesso è stato allontanato o peggio. Bisogna trovare un equilibrio: aiutare quanto si può, senza diventare un bersaglio”. Dalla Macerata dei suoi studi al fango di Sarajevo, dalla quiete dei palazzi dell’ONU al fragore delle bombe, Angeli ha costruito una testimonianza che non appartiene solo al passato: è un monito per il presente. Perché la pace, prima di essere firmata nei trattati, nasce nei gesti di chi non si arrende all’indifferenza.

09/11/2025 13:50
USA pronti ad aggredire il Venezuela? Noi stiamo con Maduro e con il patriottismo socialista

USA pronti ad aggredire il Venezuela? Noi stiamo con Maduro e con il patriottismo socialista

La situazione pare poter precipitare da un momento all’altro. Sta salendo vertiginosamente di ora in ora la tensione tra Stati Uniti d’America e Venezuela. Leggiamo che, tra l’altro, è in arrivo nei Caraibi la portaerei Usa Gerald Ford. Dunque, la civiltà dell’hamburger si prepara a una nuova nefanda opera di esportazione della democrazia e dei diritti umani a suon di bombardamenti umanitari, missili democratici, embarghi terapeutici e imperialismo etico? Non è affatto da escludere, benché Donald Trump stia provando a smentire almeno teoricamente questa eventualità. Se gli Stati Uniti d’America dovessero aggredire il Venezuela o propiziare un regime change, non ce ne stupiremmo affatto. Si tratterebbe, a ben vedere, di un episodio coerente di questa quarta guerra mondiale, divampata nel 1989, successiva alla terza (la cosiddetta guerra fredda) e caratterizzata dall’espansionismo militare statunitense contro tutti i paesi non ancora allineati al Washington consensus, subito delegittimati come stati canaglia e come dittature degne di essere rovesciate manu militari. Le ragioni della eventuale aggressione statunitense ai danni del Venezuela sarebbero soprattutto due: anzitutto, il petrolio, che abbonda in Venezuela e che con tutta evidenza fa gola a Washington e alla sua fame di dominio. In secondo luogo, il governo di Maduro risulta massimamente detestabile per la civiltà dell’hamburger. Maduro, infatti, è un patriota socialista, antiglobalista e anti-imperialista, che sta con coraggio difendendo la gloriosa eredità di Chavez, opponendosi fermamente tanto al modello neoliberale, quanto all’imperialismo della civiltà del dollaro. Per questo, i media occidentali e l’ordine discorsivo monopolisticamente gestito dai padroni della parola continuano da anni a diffamarlo e a presentarlo come un efferato dittatore degno di essere abbattuto. Non sfugga che, poche settimane fa, è stata insignita del Nobel per la pace la signora Machado, ferma oppositrice di Maduro e aperta sostenitrice di Washington e della neoliberalizzazione del Venezuela. Per parte sua, Maduro ha già telefonato a Putin chiedendo supporto. È da sperare che Russia, Cina e Paesi disallineati supportino il Venezuela in caso di infame aggressione statunitense. Per parte nostra, auguriamo lunga vita a Maduro e al Venezuela libero dal neoliberismo e dall’imperialismo. Quanto a Washington, non ci stupiamo del suo contegno: continua pomposamente a presentarsi come soluzione, quando in realtà è il principale problema. Per questo, noi stiamo con il patriota socialista Maduro e con tutti gli Stati che resistono al criminale imperialismo a stelle e strisce. È da anni che Washington prova a destabilizzare il Venezuela di Maduro: prima con il guitto Guaidò, ora con la signora Machado. Il Venezuela di Maduro è uno degli eroici Stati a socialismo patriottico che costellano l’America Latina, dalla Cuba del defunto Fidel alla Bolivia dell’eroico Morales. La monarchia del dollaro ha inscenato, ancora una volta, la sua patetica commedia volta a delegittimare il Venezuela per poterlo poi aggredire manu militari. La stagione del chavismo può anche essere letta in questa chiave: un governo socialista sottoposto al vile e sempre reiterato tentativo di destabilizzazione ad opera della potenza del dollaro. In nome di un pluriverso multipolare, resistente alle bieche logiche del mondialismo a stelle e strisce, è bene appoggiare gli Stati che resistono e che mantengono vivo il senso della resistenza e della lotta contro i crimini dell’imperialismo made in Usa. Con le parole di Che Guevara: “Patria o muerte”.

09/11/2025 13:10
Marche, la febbre dell'azzardo: oltre 3,8 miliardi giocati nel 2024.  Ad Ascoli la spesa pro capite più alta

Marche, la febbre dell'azzardo: oltre 3,8 miliardi giocati nel 2024. Ad Ascoli la spesa pro capite più alta

Un Paese in bilico. Il grido d'allarme arriva da Libera con il dossier "Azzardomafie", curato da Toni Mira, Maria Josè Fava, Gianpiero Cioffredi e Peppe Ruggiero, che traccia un quadro drammatico dell'Italia stretta nella morsa del gioco d'azzardo, dove il confine tra legale e criminale è sempre più labile. L'Italia si scopre una nazione che nel solo 2024 ha "giocato" oltre 157 miliardi di euro. Sono almeno 18 milioni gli italiani che nell'ultimo anno hanno "tentato la fortuna" tra videopoker, slot-machine, Gratta e Vinci e sale bingo, spinti dalla speranza di un riscatto sociale per molti irraggiungibile. Ma dietro l'illusione di cambiare vita, si cela un meccanismo che specula sulle fragilità umane e produce un costo sociale altissimo. Il fenomeno ha dimensioni sanitarie preoccupanti: i giocatori patologici sono 1 milione e 500 mila (il 3% della popolazione maggiorenne), mentre quelli a rischio moderato sono 1 milione e 400 mila (2,8%), per un totale di 2 milioni e 900 mila persone. L'Ombra della Criminalità Organizzata Quando il gioco si fa duro, a vincere sono le mafie. L'analisi incrociata delle relazioni della Direzione Nazionale Antimafia e della Direzione Investigativa Antimafia tra il 2010 e il 2024 è chiara: sono 147 i clan censiti che hanno investito nell’azzardo, operando in attività sia legali che illegali e coinvolgendo ben 25 Procure Antimafia. Gli interessi della criminalità organizzata si diffondono in modo capillare, con 16 regioni coinvolte in inchieste che hanno visto la presenza dei clan. Il gioco d'azzardo non è solo un affare, ma una delle voci più remunerative del bilancio mafioso, un'enorme "roulette" per riciclare denaro sporco e imporre beni e servizi, estorcere o prestare denaro a usura ai giocatori in difficoltà, e truffare lo Stato. Il dato fornito dal Generale della Guardia di Finanza, Nicola Altiero, vicedirettore operativo della Dia, è inequivocabile: "un euro investito dalle mafie nel narcotraffico produce profitti per 6-7 euro, uno investito nell’azzardo 8-9, con molti meno rischi". A livello nazionale, è la Campania a guidare la triste classifica con 40 clan che hanno messo le mani sul gioco d'azzardo, seguita dalla Calabria con 39 clan. Marche, un Allarme Regionale Nelle Marche, il volume di gioco è sbalorditivo. Nel 2024 sono andati in "fumo" oltre 3,8 miliardi di euro (esattamente 3.813.334.632,77 euro), di cui la parte preponderante è frutto del giocato telematico (2.213.244.213,64 euro) che supera il giocato fisico. Questo si traduce in una spesa media di 2.574 euro all’anno per abitante, bambini compresi. Tra i capoluoghi, la città dove si è giocato di più in termini assoluti è Ancona con oltre 236 milioni di euro, seguita da Pesaro (228 milioni) e Ascoli Piceno (141 milioni). Tuttavia, se si rapportano i dati alla popolazione, la classifica cambia, evidenziando una maggiore intensità del fenomeno nei centri minori: in testa finisce Ascoli Piceno con 3.118 euro all’anno per abitante, seguita da Fermo con 2.902 euro e solo terza Ancona con 2.732 euro. Chiudono Pesaro (2.399 euro) e Macerata (1.578 euro). Per quanto riguarda l'infiltrazione mafiosa, nelle Marche è stato riscontrato il coinvolgimento della mafia albanese in un'operazione del 2022 ad Ancona, e l'ultima relazione della Dia 2024 evidenzia l'attenzione sulla regione per la presenza di "propaggini riconducibili ad organizzazioni di matrice ‘ndranghetista con interessi nel riciclaggio". A livello di regolamentazione, le Marche conquistano sei "semafori verdi" nell'analisi di Libera sulle normative regionali, ma permangono criticità da affrontare, in particolare riguardo la disponibilità di ore di apertura delle sale e la loro distanza dai luoghi sensibili. L'Azzardo Passivo e la Contraddizione dello Stato La dipendenza dal gioco ha ricadute devastanti che vanno oltre il singolo. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, per ogni giocatore, ben altre sette persone sono coinvolte, i familiari, che in totale ammontano a 20 milioni e 400 mila persone, facendo dell'Italia vittima di un vero e proprio "azzardo passivo". La conseguenza è una perdita stimata di 7,6 punti percentuali di qualità della vita, che si manifesta con isolamento sociale, malessere e ansia. Eppure, come conclude Luigi Ciotti, "lo Stato sembra guardare altrove: ai proventi che incassa grazie alle tasse sul gioco", denaro che solo in minima parte viene reinvestito in percorsi di prevenzione e cura per le vittime di questa dipendenza. Libera è perentoria: "Occorrono politiche che mettano al centro la salute della gente, non il guadagno delle aziende o dell’erario". Di fronte a una legislazione frammentaria e ambivalente che favorisce l'espansione dell'offerta di giochi, l'associazione propone un intervento articolato che preveda: il mantenimento di uno spazio di autonomia per gli Enti locali, un reale stop alla pubblicità del gioco d’azzardo, il divieto di compartecipazione alle Regioni del gettito delle slot, la ricostituzione dell'Osservatorio nazionale contro la dipendenza, e l'aumento dei controlli su tutta la filiera del gioco.

08/11/2025 15:38
Novembre fantasma: il mese che i social hanno cancellato

Novembre fantasma: il mese che i social hanno cancellato

È l’8 novembre. Apri Instagram e non sai cosa postare. Non sei tu il problema. È novembre. Il mese invisibile. Il buco nero del calendario social. Quello che tutti fingono non esista. Il 31 ottobre togli la zucca. Il 1° dicembre metti l’albero. E novembre? Novembre sparisce. IL LIMBO DIGITALE Come social media manager lo vedo ogni anno. Novembre manda in crisi tutti. Creator, brand, influencer. Nessuno sa cosa postare. Ottobre ha Halloween, le foglie, i colori caldi, l’autunno. Dicembre ha Natale e ci campi per sei settimane di contenuti. E novembre? Novembre ha… cosa esattamente? Pioggia? Grigio? Freddo senza neve? Non proprio materiale da feed virale.  Il risultato? Sui social novembre semplicemente non esiste. Si passa da “Happy Halloween” a “Merry Christmas” come se in mezzo non ci fossero 30 giorni.  IL MESE CHE NON SI VENDE Il problema vero è che novembre non è monetizzabile. Ad Halloween vendi costumi, trucchi, decorazioni. A Natale vendi tutto. Ma a novembre? Cosa sponsorizzi? Le giornate corte? La nebbia? L’ansia esistenziale?  L’unica data che emerge è il 25: la Giornata contro la Violenza sulle Donne. Scarpette rosse, segni rossi sotto l’occhio, post di circostanza. Poi il 26 si torna al vuoto. I brand lo sanno. Infatti a metà novembre partono già con i “regali di Natale”, le wishlist, le guide regalo. Saltano direttamente al vendibile. Novembre diventa terra di nessuno. Il mese che nessuno vuole nel calendario editoriale.  L’ANSIA DEL VUOTO DI CONTENUTO  E gli utenti? Ancora peggio. Tutti a cercare qualcosa da postare. Qualsiasi cosa. Foto vecchie. Quote motivazionali random. Perché il feed non può restare vuoto. Il silenzio social fa paura. Quindi si anticipa. Albero il 10 novembre. Lucine il 15. Playlist natalizia il 20. Tanto novembre non conta. Oppure si tira avanti. Ancora foglie secche a metà novembre. Ancora “autumn vibes” quando fuori piove da tre settimane. Perché l’alternativa è ammettere che non hai niente da dire.  IL PARADOSSO  La cosa divertente? Novembre sarebbe perfetto per i social. È il mese del rallentare. Del riposo. Del non fare. Perfetto per staccare, per non postare, per esistere senza performance.  Ma sui social il “non fare” non esiste. Il silenzio non è un’opzione. Devi esserci, sempre, con contenuti, sempre. Così novembre, l’unico mese che ti permetterebbe davvero di respirare, diventa quello dell’ansia da vuoto. Il mese in cui ti senti inadeguato perché non sai cosa postare. LA VERITÀ Novembre non è il problema. Siamo noi. Abbiamo trasformato i social in una corsa continua a riempire spazi, produrre contenuti, restare rilevanti. Abbiamo reso ogni giorno una occasione commerciale, ogni mese un tema, ogni momento una performance. E quando arriva un mese che non si presta al gioco? Lo cancelliamo. Lo saltiamo. Come se non esistesse. Forse la lezione di novembre è proprio questa: non tutto ha bisogno di essere postato. Non tutto deve diventare contenuto. Non tutto merita un hashtag. Ma noi, invece, mettiamo le lucine e fingiamo che sia già dicembre. Perché novembre non vende. E sui social, se non vendi, non esisti.

08/11/2025 15:05
Il fico bianco è platinum: l’eccellenza maceratese sul podio del Merano Wine Festival

Il fico bianco è platinum: l’eccellenza maceratese sul podio del Merano Wine Festival

Una specialità maceratese premiata al Merano Wine Festival. È la “Delizia di Fichi interi in agrodolce” la “chicca” gourmet regionale che si è aggiudicata il Platinum, il massimo riconoscimento della kermesse altoatesina, con Silvano Buccolini che ieri ha ritirato il premio, iscrivendo la sua azienda nell’albo d’oro di Merano per la terza volta dopo gli anni dei Morici (gelsi neri interi) e della Pera Coscia marinata. La ricetta premiata nasce dal Fico Bianco, detto “Fico de la Signora”.La tradizione lega il nome a una nobildonna maceratese dell’Ottocento, viaggiatrice che avrebbe introdotto in zona piante dal frutto dolce e delicato, poi adottate dai contadini delle colline. Un patrimonio di tradizione che rischiava di perdersi senza il recupero che nasce dalla collaborazione tra SiGi, Regione Marche e AMAP – Agenzia Marche Agricoltura Pesca, nell’ambito del progetto “Agricoltori Custodi” per la tutela della biodiversità agricola.“Ancora una volta gli agricoltori marchigiani hanno saputo coniugare il cuore antico delle tradizioni con la modernità. Il percorso degli Agricoltori Custodi unisce recupero varietale, lavorazioni lente e narrazione del territorio - hanno evidenziato il presidente di Coldiretti Macerata, Francesco Fucili e il direttore David Donninelli – da parte di tutta la federazione maceratese le nostre più sentite congratulazioni per questo riconoscimento”.Il Fico de la Signora sarà protagonista anche l’8 e 9 novembre a Treia, alla Mostra Pomologica Antica delle Marche. “Ricevere ancora una volta il Platinum ci emoziona profondamente — afferma Silvano Buccolini — È un riconoscimento al cammino intrapreso: recuperare varietà antiche, lavorarle con cura artigianale e trasformarle in conserve che raccontino il territorio e la sua storia”.     

08/11/2025 10:32
Riflettere sulla mascolinità: a Macerata parte il "Gruppo di Autocoscienza maschile"

Riflettere sulla mascolinità: a Macerata parte il "Gruppo di Autocoscienza maschile"

La libreria indipendente La Cicogna Triste propone un nuovo e importante spazio di confronto a Macerata: il Gruppo di Autocoscienza maschile, un percorso di riflessione condivisa dedicato a chi desidera interrogarsi sui modelli di mascolinità e sui privilegi che spesso li accompagnano. La presentazione del progetto si terrà lunedì 17 novembre alle ore 18:30 presso la sede della libreria, in Largo Mario Affede 10/b, con la partecipazione di alcuni ospiti del collettivo “Fallol” di Ancona, gruppo che da tempo lavora su questi temi. L’iniziativa nasce con l’intento di "attivare uno spazio in cui riflettere su mascolinità e privilegi a partire dai propri vissuti, per esplorare l'impatto della cultura patriarcale e sostenere nuove forme di responsabilizzazione e fratellanza", spiegano gli organizzatori. Il Gruppo di Autocoscienza maschile si propone dunque come "un laboratorio di ascolto e consapevolezza, in cui condividere esperienze e costruire insieme nuove modalità di relazione, fuori dagli schemi imposti dal patriarcato". Il percorso è rivolto alle persone socializzate come uomini, ma l’incontro di presentazione è aperto a tutti, per favorire un dialogo ampio e inclusivo su un tema che riguarda l'intera comunità.

07/11/2025 15:50
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