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Macerata città spettatrice in regione: "Da tempo non siamo più capoluogo. Serve credibilità politica"

Macerata città spettatrice in regione: "Da tempo non siamo più capoluogo. Serve credibilità politica"

MACERATA – Una sala dell’Asilo Ricci gremita, con una buona presenza di pubblico e diversi esponenti della giunta comunale: così si è svolto oggi, venerdì 14 novembre, l’incontro promosso dal Circolo della Rosa per riflettere sul futuro politico di Macerata dopo le elezioni regionali 2025, che hanno lasciato il capoluogo senza alcun rappresentante in Giunta. Un evento che, nelle intenzioni degli organizzatori, doveva essere un momento di analisi profonda e di confronto franco. Così è stato, grazie a interventi che non hanno risparmiato critiche, autocritiche e richiami alla necessità di ricostruire una classe dirigente credibile. L’avvocato Bruno Mandrelli, promotore dell’iniziativa, ha introdotto le ragioni dell’incontro: “Lo spunto arriva dal risultato delle regionali, che consegnano una Macerata completamente assente dalla Giunta regionale. È un dato che ritengo preoccupante, e che non possiamo archiviare in modo superficiale. La domanda che pongo – e che affido anche ai giornalisti – è se questo risultato possa essere collegato al calo costante dell’affluenza. È un tema che riguarda la credibilità della politica, la capacità di coinvolgere, la distanza dai cittadini”. Mandrelli ha poi chiesto ai giornalisti presenti – Patrassi, Porzi e Cambi – di offrire una lettura indipendente e radicata nella vita quotidiana della città. Luca Patrassi ha fornito un’analisi dura, a tratti impietosa: “Siamo di fronte a un fatto storico: per la prima volta in cinquant’anni di Regione Marche, Macerata non esprime un rappresentante in Giunta. Questo non è un incidente: è la fotografia di una classe politica cittadina che è scomparsa da tempo. Per descriverla ci sarebbe da osservare un minuto di silenzio”. Patrassi ha criticato la tendenza di destra e sinistra a scaricarsi le responsabilità: “A forza di dire che è colpa dell’altro, siamo arrivati a non sapere più nemmeno di chi sia la colpa. Forse è anche dei maceratesi, che non sono riusciti a fare squadra come invece è accaduto nei piccoli centri della provincia, dove la politica locale ha prodotto risultati più coesi e una rappresentanza più forte”. Ha aggiunto un passaggio significativo sulle dinamiche istituzionali: “Macerata subisce decisioni prese altrove. Benediciamo interventi del PNRR senza che ci sia una reale capacità di incidere sulla loro utilità o priorità. La filiera di centrodestra non ha offerto spazi di dialogo, ma non si può ignorare che anche i partiti locali non sono riusciti a sostenere i propri candidati”. Il suo auspicio finale: “Spero che ci sia ancora qualcuno disposto a costruire un progetto di squadra, serio e credibile, capace di dare concretezza alla politica maceratese”. Gaetano Porzi ha scelto di intervenire riportando uno spunto emerso nei giorni successivi al voto: “Ho sentito Carancini dire che forse il messaggio non è arrivato. Ma l’ho percepita come una frase che tendeva più a chiudere la questione che ad aprirla. La domanda vera è: cosa si è sbagliato? Si è fatta una valutazione seria, approfondita? Io non l’ho vista”. Porzi ha chiarito: “Non credo che il problema sia di linguaggio. Non è una questione di parole più morbide o più dure. Il problema è di metodo: di come ci si confronta, di come si costruisce una campagna elettorale, di come ci si presenta come gruppo dirigente. Servono autocritica e ripartenza, non recriminazioni rituali”. L’intervento di Carlo Cambi è stato tra i più analitici e radicali. Ha esaminato il voto numericamente: “I numeri dicono una cosa molto chiara: a Macerata le elezioni le ha perse il centrodestra. Acquaroli nel 2020 prese 12.251 voti: oggi ne perde quasi tremila. Il centrosinistra perde meno di mille voti in città”. Da qui, la lettura più ampia: “Ha perso il centrodestra, ha perso Parcaroli, perché il suo ‘brand’ non tira più. Ma soprattutto ha perso Macerata. Non abbiamo consiglieri regionali non per un incidente della storia, ma perché la città non è più in grado di esprimere un peso politico reale”. Cambi ha delineato un quadro del declino: “Siamo l’unico capoluogo senza segretari provinciali nei principali partiti: l’unico è il PD. Tutti gli altri hanno segreterie altrove. Non abbiamo imprese leader: nessuna delle più importanti delle Marche ha sede a Macerata. La città ha perso la propria capacità produttiva, e con essa quella politica. Come possiamo competere con territori come Tolentino, Civitanova, San Severino, Treia? Pretendere rappresentanza senza un sistema economico, culturale e amministrativo forte è illusorio”. Sulla sanità: “Le baruffe sul tema sanitario sono state incredibili. Si è discusso senza affrontare il punto fondamentale: vogliamo un sistema efficiente o efficace? La riforma che ha trasformato gli ospedali in AST è vecchia. Se in campagna elettorale non sfidi l’elettore su temi veri, poi vincono le tessere, e infatti così è stato”. Massimiliano “Sport” Bianchini ha portato un punto di vista molto critico sul sistema elettorale: “A Macerata si parla di politica solo durante la campagna elettorale. Il resto dell’anno c’è silenzio totale. La legge elettorale regionale penalizza il centrosinistra, ma il problema è più ampio: mancano liste vere. La lista Ricci non era una vera lista. Quella di Parcaroli, per chi l’ha vissuta, è stata un’esperienza terrificante. Questo modo di fare politica allontana i cittadini e contribuisce al crollo della partecipazione.” Bianchini ha aggiunto un giudizio sulla storia recente: “Macerata ha perso tanto quando Marcolini non è diventato presidente della Regione. È stata una ferita profonda per il centrosinistra. Carancini in città ha avuto un risultato altissimo, quasi anomalo, mentre Menghi ha fatto una campagna isolata. La domanda è: siamo in grado di mettere insieme il meglio della politica cittadina?”. A questo punto hanno preso la parola i consiglieri regionali uscenti, i primi sconfitti da questo risultato elettorale. L’intervento di Anna Menghi ha mescolato memoria politica, autocritica e appello alla trasparenza: “Sono in politica da 35 anni e già allora a Macerata c’era confusione tra destra e sinistra. La politica deve trovare soluzioni, deve parlare ai problemi delle persone. Io ho sempre fatto opposizione con chiarezza e responsabilità".  Ha riconosciuto un merito a Parcaroli: “Gli va dato atto di aver reso possibile un’alternativa per il centrodestra". E sul clima politico: “L’elettore è stanco. Io faccio politica vecchio stile: chi mi ama mi segua. Ma questa città deve trovare più coraggio. Bisogna tornare a dire le cose senza paura, riconoscere i difetti e le responsabilità politiche, non quelle personali”. Romano Carancini ha portato un’analisi dettagliata: “Manca un consigliere regionale sia al centrodestra che al centrosinistra. Ma è il centrosinistra ad aver perso più gravemente. Ricci ha 23mila voti in meno rispetto ai precedenti appuntamenti, 16mila persi nella provincia di Pesaro. Anche se avesse pareggiato il 2024, sarebbe comunque arrivato dietro ad Acquaroli”. L'ex consigliere regionale ha individuato l’errore principale: “Non abbiamo capito che la campagna elettorale doveva parlare alla sfiducia. Tema enorme, certificato dall’astensione. È stata un’occasione persa".  Guardando all'imminente appuntamento elettorale dell'elezioni comunali: “Tra 7-8 mesi si vota ia Macerata ma anche in altre città importanti come Fermo, Senigallia, San Benedetto. Dobbiamo affrontare questa fase con convinzione. Tornare a essere una città che partecipa è fondamentale”. Il segretario provinciale del PD Angelo Sciapichetti invece ha posto tre emergenze, relative a partecipazione, partiti e coalizioni, “La provincia di Macerata è quella in cui si è votato di meno. È un dato drammatico, segno di un male profondo per la democrazia. La politica non interessa più ai cittadini perché si concentra sullo scontro personale invece che sui problemi concreti. Il PD ha responsabilità precise. Dobbiamo fare un’analisi seria e capire perché non riusciamo più a interpretare le trasformazioni della regione. Il centrosinistra non è credibile agli occhi dell’elettorato. Le liste civiche o sono vere o non hanno senso. Il centrodestra da trent’anni si presenta unito: il centrosinistra no”. Ha chiuso con un ritratto della città: “Macerata ha perso il ruolo di capoluogo da tempo: Banca Marche, la riforma delle province, la debolezza della classe dirigente. Ora dobbiamo ascoltare i cittadini, proporre idee nuove, costruire una partecipazione vera”. A concludere la giornata sono stati gli interventi di Fabio Pallotta, Nicola Perfetti e Marco Sigona, che hanno portato una riflessione sul futuro della città e sulle possibili strategie per rilanciare la politica locale.  Il dibattito si è così chiuso lasciando alla città un quadro chiaro delle sfide da affrontare: partecipazione, rappresentanza e qualità della classe dirigente saranno le chiavi per il futuro politico del capoluogo, che deve tornare ad esser tale, non solo sulla carta. 

14/11/2025 20:33
Recupero dei Castagneti Bassi a Pioraco: in autunno il bosco torna vivo tra sentieri e castagne (VIDEO)

Recupero dei Castagneti Bassi a Pioraco: in autunno il bosco torna vivo tra sentieri e castagne (VIDEO)

Novembre è il mese dei frutti maturi e delle passeggiate tra boschi dai colori caldi. Siamo quindi stati sulle pendici del Monte Gualdo, a Pioraco, dove i Castagneti Bassi offrono un ultimo assaggio dell’autunno, la stagione tradizionalmente dedicato alle castagne.  A guidarci tra i sentieri è Luca Ciccola, guida ambientale escursionistica, che ci ha illustrato come i recenti lavori di riqualificazione ambientali hanno letteralmente "portato i loro frutti": “Questo è un castagneto recentemente riqualificato. Abbiamo lavorato sugli alberi ad alto fusto per stimolare una fruttificazione più abbondante, e durante l’autunno chi desiderava poteva raccogliere castagne, frutti commestibili e saporiti, anche se più piccoli rispetto ai marroni”. Il castagno qui è un simbolo storico: oltre al legno pregiato, le castagne hanno fornito per secoli nutrimento alle comunità locali. “Del castagno non si butta via niente – continua Ciccola – il legno è ottimo per costruzioni e, storicamente, il castagno era chiamato l’albero del pane. Nei secoli passati le sue castagne fornivano farina alle comunità locali, in aree dove i terreni coltivabili erano scarsi e poveri di sostanze nutritive". Le castagne, naturalmente, diventano protagoniste anche durante gli eventi: “Domenica scorsa abbiamo organizzato un incontro qui nei castagneti – racconta Ciccola – e le castagne sono state servite sia alla brace che come dolce tipico realizzato da una signora del posto. È un modo di unire natura, gusto e comunità”. Il progetto di recupero non si limita però alla valorizzazione della frutta: punta anche a promuovere il turismo sostenibile e il benessere nella natura. Grazie al bando regionale “Benessere e qualità della vita nelle foreste”, Pioraco è al secondo posto ex aequo con Montecavallo nel programma dedicato alla qualità della vita nelle foreste. L’obiettivo è rendere i sentieri più accessibili, con la collaborazione dell'Università di Camerino, associazioni locali e guide ambientali, attraverso segnaletica, eventi e iniziative educative. “L’obiettivo è valorizzare le foreste locali come luoghi di benessere, fruizione turistica sostenibile e tutela ambientale, promuovendo la qualità della vita dei cittadini e dei visitatori attraverso interventi mirati di manutenzione, educazione ambientale e riqualificazione dei sentieri". Il futuro dei Castagneti Bassi è dunque legato a una visione di turismo lento e sostenibile. “Speriamo che Pioraco diventi meta di chi vuole ritrovare la pace, evadere dal contesto urbano e riscoprire relazioni autentiche – conclude Ciccola – passeggiare qui significa riconnettersi con la natura e con gli altri".  In effetti l’autunno a Pioraco è un invito a immergersi nei colori caldi dei boschi, a respirare l’aria fresca e a riscoprire tradizioni antiche che legano l’uomo alla natura. In un mondo sempre più frenetico, staccare dal contesto urbano e ritagliarsi momenti di calma e meraviglia tra castagni e sentieri è diventato più importante che mai: un’esperienza che nutre corpo e mente, e che ricorda quanto la bellezza semplice e autentica possa restituire equilibrio e serenità.    

14/11/2025 19:00
Civitanova, proroga delle borse di studio per gli studenti delle scuole di secondo grado

Civitanova, proroga delle borse di studio per gli studenti delle scuole di secondo grado

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha comunicato che è stata prevista un’estensione temporale del periodo di durata delle Carte PostePay contenenti gli importi delle borse di studio come di seguito riportato: le Carte relative alle borse di studio di cui agli AA.SS. 2021/2022 e 2022/2023, già generate, possono essere ritirate ed utilizzate dagli utenti beneficiari fino al 31 dicembre 2026; le Carte relative alle borse di studio di cui agli AA.SS. 2023/2024 e 2024/2025 possono essere generate fino al 31 agosto 2026, nonché ritirate ed utilizzate dagli utenti beneficiari entro il 31 dicembre 2026. Tale estensione temporale consente ai beneficiari che non hanno avuto la possibilità di ritirare nei tempi stabiliti la propria carta PostePay contenente l’importo della borsa assegnata, di poterlo fare entro le scadenze sopra riportate attraverso le modalità più volte indicate. L’avviso è stato pubblicato anche sulla rete civica del Comune di Civitanova Marche per la massima diffusione.

14/11/2025 17:10
Cultura, luci e ombre nelle Marche: adolescenti poco nei musei, ma 1 su 2 legge libri extra scuola

Cultura, luci e ombre nelle Marche: adolescenti poco nei musei, ma 1 su 2 legge libri extra scuola

Nelle Marche gli adolescenti tra i 13 e i 19 anni visitano meno musei e siti archeologici rispetto alla media nazionale, ma mantengono una buona abitudine alla lettura. È quanto emerge dalla sedicesima edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio in Italia, intitolata “Senza filtri”, diffusa da Save the Children a pochi giorni dalla Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza. Secondo il rapporto, il 52,7% dei ragazzi marchigiani legge libri al di fuori dei testi scolastici, una quota in linea con il dato italiano del 53,8%. Sul fronte della fruizione culturale, invece, i valori risultano più bassi: solo il 44,5% ha visitato mostre o musei (50,1% la media nazionale) e il 37,3% ha visitato siti archeologici, contro il 40,2% del resto del Paese. Ancora più contenuta la partecipazione agli spettacoli dal vivo: il 28,3% è stato a teatro e il 31,9% a un concerto, dati inferiori a quelli nazionali. Un elemento positivo arriva però dall’attività fisica: il 15,3% degli adolescenti marchigiani non pratica alcuno sport, una percentuale migliore rispetto alla media italiana del 18,1%. In totale, gli adolescenti nelle Marche rappresentano il 6,7% della popolazione, un valore leggermente sotto la media nazionale (6,86%). Lo studio di Save the Children dedica un capitolo importante al sistema di cura. Nella regione sono disponibili 18 posti letto in Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza (Npia), su poco più di 400 presenti complessivamente in Italia. Critica, invece, la situazione della presa in carico successiva al ricovero: nelle Marche non esiste alcuna struttura residenziale pubblica o accreditata gratuita destinata agli adolescenti. Sul fronte dell’istruzione, il rapporto rileva che il tasso di dispersione implicita nella scuola marchigiana è pari al 7,5%, inferiore alla media italiana dell’8,7%. L’Atlante indaga anche il benessere adolescenziale attraverso un ascolto diretto dei ragazzi. In Italia il 60% degli adolescenti si dichiara soddisfatto di sé, ma il 9% ha vissuto periodi di auto-isolamento dovuti a problemi psicologici. Preoccupano due fenomeni in crescita: quasi un adolescente su otto ha usato psicofarmaci senza prescrizione e il 41,8% ha chiesto aiuto all’intelligenza artificiale nei momenti di tristezza, ansia o solitudine. “L'Atlante fotografa le tante, diverse, adolescenze vissute in Italia da una generazione duramente segnata dall'emergenza Covid, in termini di uso problematico di internet e rischi di isolamento, ma che oggi cerca con forza nuovi spazi di protagonismo – spiega Raffaela Milano, direttrice del Polo Ricerche di Save the Children – Le disuguaglianze economiche, educative e sociali si fanno più pesanti proprio in questa fase cruciale della crescita, rischiando di compromettere il futuro”.      

14/11/2025 11:40
Morrovalle, a Borgo Pintura via al nuovo centro sportivo da 1,2 milioni di euro

Morrovalle, a Borgo Pintura via al nuovo centro sportivo da 1,2 milioni di euro

Viaggiano spediti i lavori per la rigenerazione del centro sportivo di Borgo Pintura, che vedrà trasformare il vecchio campo di terra rossa in una superficie polivalente attrezzata per diversi sport. Il progetto, del valore di circa 1,2 milioni di euro, prevede la realizzazione di un campo da calcio a 8 e a 5 per ipovedenti da 64 metri per 40 con tribuna annessa, due campi da padel e un campo da basket 3x3, ma anche di un percorso vita outdoor per la ginnastica dolce e funzionale, con posa delle attrezzature fitness e di una pavimentazione antitrauma. Sarà inoltre costruito un nuovo blocco spogliatoi e sistemato il verde circostante. Il Comune aveva intercettato le risorse necessarie attraverso il bando del Dipartimento per lo sport della Presidenza del Consiglio dei ministri “Sport e periferie”. «Continuiamo sulla strada tracciata della riqualificazione di tutte le strutture sportive del territorio comunale – evidenzia il sindaco Andrea Staffolani – un intervento che è solo l’ultimo di una lunga serie: basta ricordarne solo alcuni di quelli realizzati negli ultimi anni, dal campo sportivo di Trodica ai campi da tennis passando per la bocciofila e tanti altri ancora. Vogliamo continuare a tenere alta l’attenzione su questo fronte perché crediamo che lo sport vada sostenuto sia sotto il profilo agonistico che sociale. Il prossimo impianto su cui interverremo sarà il palasport, che sarà oggetto di un importante restyling».

14/11/2025 09:51
Pioraco, ricostruzione al via per lo storico Istituto Sacro Cuore: arrivano oltre 3 milioni

Pioraco, ricostruzione al via per lo storico Istituto Sacro Cuore: arrivano oltre 3 milioni

È in arrivo un importante intervento nel cuore del borgo di Pioraco, nel Maceratese, che segna un passo significativo nella rigenerazione post-sisma. L’Ufficio Speciale per la Ricostruzione delle Marche ha firmato il decreto n. 11887 dell’11 novembre 2025, che assegna un contributo di 3.192.176,31 euro per il recupero e il miglioramento sismico del complesso dell’Istituto del Sacro Cuore, un edificio attiguo alla Parrocchia di San Vittorino e gravemente danneggiato dal terremoto del 2016. Dopo la riapertura della chiesa del Santo patrono nel 2020, tocca ora a questo complesso che ha scandito la storia sociale della "città dell’acqua". Costruito negli anni ‘30 dai cartai, l’edificio ospitò per decenni le suore della Congregazione delle Sorelle dei Poveri di Santa Caterina da Siena, che gestivano l'asilo per i figli dei lavoratori delle cartiere e insegnavano l'arte del ricamo alle ragazze. Prima del sisma, il complesso, di proprietà della parrocchia guidata da Don Cherubino Ferretti nell'ambito dell’Arcidiocesi di Camerino - San Severino di monsignor Francesco Massara, era un centro nevralgico per la comunità. I locali ospitavano le attività di oratorio e catechismo per i giovani, mentre una parte era destinata alla ricettività turistica e per ritiri di squadre calcistiche provenienti da tutta Italia, specialmente in primavera ed estate. Le scosse dell’ottobre 2016 resero inagibile l'intera struttura, privando la comunità di un fondamentale spazio di incontro e catechesi. L’intervento di ricostruzione, che rientra nella procedura semplificata del Testo unico della ricostruzione privata (Ordinanza n. 130/2022), prevede un accurato progetto di miglioramento sismico. L’edificio, riconosciuto per il suo rilevante valore storico e architettonico, ha superato un iter tecnico rigoroso, ottenendo la verifica e la determinazione positiva della Conferenza Regionale che ha sostituito i pareri paesaggistici e sismici necessari. Don Cherubino Ferretti, parroco, ha espresso grande soddisfazione: "Sono molto contento che la struttura torni a vivere come luogo di incontro per i parrocchiani, i ragazzi e i bambini. L’idea è mantenere anche il doppio uso che aveva prima del sisma, con una parte destinata alla ricettività di gruppi e turisti". Il commissario straordinario per la Ricostruzione, Guido Castelli, ha sottolineato l'importanza del recupero: "Con questo intervento restituiamo alla comunità di Pioraco, uno dei borghi più suggestivi del Maceratese, un edificio che rappresenta un luogo di identità, educazione e socialità. L’Istituto Sacro Cuore tornerà ad essere non solo uno spazio vivo per i giovani, ma anche una struttura capace di contribuire alla crescita economica legata al turismo. È un esempio concreto di come la ricostruzione possa essere non solo recupero edilizio, ma rigenerazione di comunità e di futuro". Anche il sindaco di Pioraco, Matteo Cicconi, ha espresso gratitudine, evidenziando il forte legame affettivo del borgo con l'edificio: "L’idea di riprendere la funzione ricettiva è fondamentale per il nostro bellissimo borgo visitato da tante persone che spesso non hanno la possibilità di fermarsi per la penuria di posti letto". Il sindaco ha ringraziato l'arcivescovo monsignor Massara per la sua efficienza nella ricostruzione dei beni della Chiesa, essenziali per ricucire il tessuto umano del territorio, e ha lodato la sinergia con l’Usr Marche e il commissario Castelli.

13/11/2025 16:09
San Severino, modifiche alla viabilità in viale Eustachio e via Matteotti per cantieri post sisma

San Severino, modifiche alla viabilità in viale Eustachio e via Matteotti per cantieri post sisma

Il Comando di polizia Locale della città di San Severino Marche informa che a partire da lunedì 17 novembre la circolazione in viale Eustachio e via Matteotti subirà modifiche temporanea per consentire l'esecuzione di lavori in un cantiere post terremoto che andranno avanti per diversi mesi. Le principali prescrizioni sono le seguenti: verrà istituito un restringimento di carreggiata con deviazione del transito sul lato sinistro in viale Eustachio, nel tratto compreso tra l'intersezione con via Matteotti e l'intersezione con via C. Procacci, sarà istituito il divieto di sosta e fermata con rimozione coatta in viale Eustachio, dall'intersezione con via Matteotti fino al civico n. 31. Inoltre sarà in vigore il limite di velocità di 30 km/h in tutto viale Eustachio e verrà istituito un attraversamento pedonale provvisorio (con segnaletica orizzontale gialla) tra il civico n. 22 e il civico n. 25 (in corrispondenza di gelateria Samba e lato opposto, negozio di scarpe). Sarà inoltre imposto il divieto di transito ai pedoni sul lato oggetto dei lavori, con obbligo di utilizzare il lato opposto. Su via Matteotti verrà istituito il divieto di sosta dal civico n. 5 fino all'intersezione con viale Eustachio.  

13/11/2025 15:35
Civitanova, via libera al progetto per la strada San Nicolò: 15mila euro per la messa in sicurezza

Civitanova, via libera al progetto per la strada San Nicolò: 15mila euro per la messa in sicurezza

La Giunta comunale di Civitanova Marche ha approvato il progetto esecutivo per la manutenzione straordinaria di un primo, cruciale tratto della strada vicinale di uso pubblico denominata “San Nicolò”. L’intervento, interamente coperto da un contributo regionale di 15.000 euro, è stato inserito dall’Amministrazione comunale nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche 2025-2027 e nell’elenco annuale 2025. Il progetto generale mira alla sistemazione completa di 472 metri di strada, ma i lavori sono stati suddivisi in stralci funzionali. L’Ufficio tecnico ha inizialmente predisposto il progetto di fattibilità tecnico-economica per una porzione di 95 metri, partendo dall’innesto con la strada comunale di accesso “Alviano – Monteforano”. La vicinale “San Nicolò”, classificata come di uso pubblico dal 1986 (Delibera di Giunta n. 793), riveste una notevole importanza per la viabilità locale, fungendo da collegamento essenziale tra la comunale Alviano-Monteforano e la strada comunale Pisciarelle, oltre a servire fondi agricoli, frazioni rurali e residenze private. Attualmente, la strada presenta un fondo inghiaiato in avanzato stato di degrado. Le continue deformazioni e gli avvallamenti che si formano anche con precipitazioni di lieve entità rendono inefficaci i consueti interventi di manutenzione ordinaria e costituiscono un serio pericolo per la sicurezza della circolazione. L’intervento di riqualificazione si concentrerà sul miglioramento della funzionalità e della sicurezza, prevedendo la regimentazione delle acque superficiali, la sistemazione del fondo e la realizzazione dello strato finale in conglomerato bituminoso di tipo binder chiuso. Il primo stralcio, come detto, è coperto per l'intero importo dal finanziamento regionale, senza alcun onere a carico del bilancio comunale, e si stima che richiederà circa due settimane di lavori dalla data di consegna. Il completamento dei restanti 377 metri è previsto in un secondo stralcio funzionale, per un costo stimato di 87.500 euro. In questo caso, i costi saranno ripartiti tra l’Ente e i privati frontisti, con il 40% a carico del bilancio comunale e il 60% a carico dei proprietari confinanti. Il Responsabile Unico del Progetto per l’opera è l’Istruttore Tecnico Ing. Salvatore De Meo.

13/11/2025 15:00
"Per salvare uno scampo in più rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori"

"Per salvare uno scampo in più rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori"

É di questi giorni la notizia che l’intera flotta italiana che opera nel Mare Tirreno dovrà rimanere inattiva per tutto il mese di novembre, in quanto sono già stati tutti utilizzati i pochi giorni di pesca che la Commissione Europea concede per il Mediterraneo occidentale. "É di ieri, invece, una notizia ancora più drammatica per i pescatori marchigiani e civitanovesi in particolare, dove operano circa 40 pescherecci a strascico, ovvero la chiusura nel 2026 per ben sette mesi di una vastissima area di mare di fronte Civitanova Marche, dove i pescatori sono soliti calare le reti; chiusura disposta da una raccomandazione della General Fisheries Commission for the Mediterranean (Agenzia della FAO) in occasione dell’ultima assemblea plenaria tenutasi a Malaga la settimana scorsa che individua la zona come principale area di riproduzione dello scampo". Ad annunciarlo è Giuseppe Micucci, vicepresidente di Confcooperative Marche e coordinatore del settore pesca di Fedagripesca Marche.  "Tale assurda misura andrà di pari passo con la riduzione del 12,9% delle giornate lavorative che sono già al minimo - dichiara Micucci - un’imbarcazione italiana può pescare nel Mare Adriatico, infatti, non più di 3 giorni o 72 ore". "A fronte di queste limitazioni draconiane all’attività di pesca italiana, che seguono a un taglio del 40% delle giornate di pesca posto in essere negli ultimi anni, il Ministro sta autorizzando l’arresto definitivo delle attività solamente a una minima parte delle circa 1000 imprese italiane che hanno fatto richiesta di demolire la propria imbarcazione - prosegue il vicepresidente di Confcooperative Marche -. Tale altissima richiesta di dismissione delle imbarcazioni è chiaramente dovuta al fatto che la pesca, ormai come pensata dalla Commissione Europea e dalla FAO (è la GFCM agenzia della FAO che disciplina la pesca in Adriatico) è ampiamente antieconomica, in quanto i guadagni non riescono più a coprire i costi". "Quindi non si fanno demolire tutte le imbarcazioni che lo richiedano e poi si impediscono alle stesse imbarcazioni di pescare giorni sufficienti e in aree sufficienti per sopravvivere. Mentre la sostenibilità ambientale è di fatto stata raggiunta, il Mare Adriatico oggi è in buone condizioni con uno sforzo di pesca minimo, non è stata in alcun modo raggiunta la sostenibilità economica e sociale del settore. Per salvare, forse, uno scampo in più, - conclude Giuseppe Micucci - rischiamo di togliere il lavoro a decine di migliaia di pescatori. Di fronte a tale scenario cosa fanno le Istituzioni? Fedagripesca fa appello al Governo nazionale e regionale affinché ci si opponga a tali ingiustificati e ulteriori tagli all’attività di pesca". 

13/11/2025 10:50
"Tanto tempo fa a Macerata": la città 'rivive' grazie all’intelligenza artificiale (VIDEO)

"Tanto tempo fa a Macerata": la città 'rivive' grazie all’intelligenza artificiale (VIDEO)

C’è un modo nuovo di guardare al passato, un modo che unisce nostalgia e tecnologia, poesia e pixel. A mostrarcelo è Officina Fotografica, l’associazione culturale fondata da Daniele Simoni, fotografo di Porto San Giorgio che ha deciso di riportare in vita le immagini storiche di Macerata grazie all’intelligenza artificiale. Nel video pubblicato, chiamato "Tanto tempo fa a Macerata", scorrono luoghi che ogni maceratese riconosce subito: piazza della Libertà, corso della Repubblica, piazza Nazario Sauro e lo Sferisterio, i cancelli e il monumento a Garibaldi, con corso Cavour sullo sfondo, fino alla Chiesa di Santa Croce. Poi, come in un sogno, ecco viale Trieste, attraversato da auto d’epoca che sembrano muoversi di nuovo, lente, leggere, come fantasmi gentili del Novecento. In ogni scorcio si percepisce la frizzantezza della città, con piazze e strade che, pur nei toni pacati del passato, trasmettono la vita, i passi, le chiacchiere e il ritmo delle giornate di allora. «Noi di Officina Fotografica – racconta Daniele Simoni – ci occupiamo un po’ di tutto: eventi, reportage, produzioni video. Ma in questo periodo il pubblico è affascinato da ciò che riguarda le ricostruzioni storiche e l’intelligenza artificiale. È un linguaggio che cattura, emoziona, e che se usato bene può diventare una risorsa preziosa per la memoria collettiva». Un punto, quello dell’equilibrio, che per Simoni resta fondamentale: «L’AI può essere uno strumento straordinario, ma anche pericoloso se finisce in mani sbagliate. Io stesso, restaurando una vecchia foto di mia nonna del 1945, mi sono accorto che l’intelligenza artificiale aveva “creato” un volto maschile dove c’era una donna. Serve attenzione, perché la tecnologia può confondere la realtà con la finzione». Dietro ogni fotogramma del video su Macerata c’è un lavoro paziente di restauro digitale: «Le immagini che utilizzo sono tutte vere, autentiche, comprese tra il 1920 e il 1960. Prima le restauro con un software tradizionale, non basato su AI, per eliminare pieghe e graffi della carta. Solo dopo affido il materiale all’intelligenza artificiale, che “ricostruisce” ciò che manca e ridà respiro ai dettagli». Il risultato è sorprendente: la città torna a vivere come in un vecchio film in bianco e nero, ma con una luce nuova. «Macerata si presta magnificamente a questo tipo di lavoro – spiega Simoni – perché custodisce una grande storia e un ricco archivio fotografico. Dal punto di vista paesaggistico, è davvero eccezionale: ogni scorcio, ogni collina, ogni vicolo racconta bellezza». E guardando al futuro, Daniele Simoni non ha dubbi: «Siamo solo agli inizi. L’intelligenza artificiale sta crescendo, si evolve ogni giorno. Se usata con coscienza, può diventare un mezzo per educare, per far rivivere luoghi, volti, emozioni che il tempo aveva sepolto. È come restituire voce ai ricordi». Così, in un gioco sottile tra memoria e innovazione, “Tanto tempo fa a Macerata” non è solo un viaggio nel passato, ma un atto d’amore verso la città. Un modo per dire che la storia, se guardata con occhi nuovi, può ancora parlarci — e incantarci. E non a caso, molte persone hanno contattato Simoni chiedendogli di realizzare lavori simili per le loro città, per far rivivere scorci e memorie di luoghi che appartengono al cuore di ciascuno.

12/11/2025 14:39
Distretti biologici a confronto, Marche protagoniste a Ecomondo 2025

Distretti biologici a confronto, Marche protagoniste a Ecomondo 2025

Nell’ambito della manifestazione Ecomondo 2025, la piattaforma fiera evento dedicata all’economia circolare e alla transizione ecologica che si è svolta a Rimini dal 4 al 7 novembre, Confagricoltura ha promosso l’incontro “Distretti biologici a confronto” con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dei Distretti del biologico come leve strategiche per lo sviluppo agricolo e territoriale sostenibile. Tra i protagonisti del dibattito, coordinato da Silvia Piconcelli, referente nazionale del Bio per Confagricoltura, il Distretto biologico delle Marche rappresentato dal presidente Andrea Passacantando accompagnato dai vertici di Confagricoltura Marche, Antonio Trionfi Honorati e Stefano Giorgi. Durante il suo intervento, Passacantando ha illustrato la visione del modello marchigiano sottolineando come il biologico debba evolversi da “nicchia” di mercato a scelta diffusa e strutturale: <<Il nostro impegno è quello di far essere il biologico non più una “nicchia”, ma di farlo diventare una scelta ordinaria per le imprese, per i consumatori e per il territorio. Il Distretto biologico delle Marche deve diventare una piattaforma di valorizzazione territoriale, di filiera e di reputazione>>. Ha evidenziato, inoltre, che il Distretto si propone come un coordinatore e facilitatore tra aziende agricole, associazioni, istituzioni e consumatori con l’obiettivo di trasformare la produzione biologica in un motore di qualità, sviluppo locale e sostenibilità. Il Distretto biologico delle Marche rappresenta una realtà significativa: la Regione Marche è tra le prime in Italia e in Europa per superficie agricola destinata al biologico e per grado di organizzazione del comparto. La superficie agricola coltivata in biologico è di quasi il 30% della sau, superficie agricola utlizzata, regionale. Nelle Marche sono attivi oltre 4.200 operatori biologici. Il Distretto è concepito come modello di governance territoriale in cui agricoltori, cittadini, istituzioni e filiera collaborano per sviluppo integrato. L’incontro ha delineato alcuni orientamenti operativi per i Distretti del biologico: rafforzare la governance territoriale, favorendo alleanze tra imprese, associazioni, enti pubblici e ricerca; superare l’approccio burocratico della produzione biologica e puntare su filiera e mercato; integrare il biologico nella strategia di transizione ecologica e nella digitalizzazione dell’agricoltura; promuovere il consumo interno e la riconoscibilità del bio come scelta quotidiana del consumatore; supportare la competitività delle imprese biologiche, anche in chiave export e turismo rurale. L’intervento del Distretto biologico delle Marche durante Ecomondo 2025, rappresentato da Andrea Passacantando, ha offerto una visione concreta di come il biologico possa trasformarsi da scelta isolata a componente strutturale di un’agricoltura regionale più sostenibile, competitiva e territoriale. Come sintetizzato dallo stesso Passacantando: «La vera partita si gioca sul mercato, non più solo sul campo».    

12/11/2025 05:00
Tolentino, lavori in corso: cambia la viabilità in viale dei Cappuccini. Ecco come

Tolentino, lavori in corso: cambia la viabilità in viale dei Cappuccini. Ecco come

TOLENTINO - La circolazione veicolare su viale dei Cappuccini a Tolentino sarà interessata da significative limitazioni nei giorni di mercoledì 12 e giovedì 13 novembre 2025 per consentire l'esecuzione di lavori programmati. I provvedimenti, volti a garantire la sicurezza delle operazioni, si concentrano sul tratto di strada compreso tra il civico n. 31 e il civico n. 65. In primo luogo, per l'intera durata dell'intervento (12 e 13 novembre), è istituito il divieto di sosta con rimozione forzata esteso a tutti i veicoli. Questo divieto si applica non solo nel tratto di viale dei Cappuccini tra il civico n. 31 e il civico n. 65, ma anche lungo tutte le rampe di Porta dei Cappuccini. Saranno esclusi da tale divieto i soli mezzi impiegati per le operazioni di cantiere. Oltre al divieto di sosta, nella fascia oraria diurna, dalle ore 8:00 alle ore 17:00 di entrambi i giorni, è previsto il divieto di transito veicolare. L'interdizione interessa il tratto di viale dei Cappuccini adiacente e compreso tra i civici indicati (31 e 65). È importante sottolineare che la circolazione sarà invece regolarmente consentita per i veicoli lungo le rampe di Porta dei Cappuccini anche durante queste ore. Infine, si prevede la possibilità di sospendere temporaneamente la circolazione, sia veicolare che pedonale, nel caso in cui le operazioni lo rendano strettamente necessario. Tale sospensione sarà gestita attraverso l'impiego di personale addetto, ovvero i movieri, per garantire la massima rapidità nel ripristino della viabilità.  

11/11/2025 16:45
I carabinieri come "eroi quotidiani": il calendario 2026 dell'Arma all'insegna della Pop Art (FOTO e VIDEO)

I carabinieri come "eroi quotidiani": il calendario 2026 dell'Arma all'insegna della Pop Art (FOTO e VIDEO)

Il calendario dell'Arma dei carabinieri è giunto alla sua 93esima edizione. Il colonnello Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, ha affermato che si tratta di "un momento molto importante per l'Arma, sia a livello nazionale, sia a livello locale". Il nuovo calendario, infatti, ha già venduto 6.500 copie solo nel Maceratese, ed è stato tradotto in ben otto lingue, con versioni anche in sardo e friulano. Le tavole, illustrate dall'esponente della Pop-Art Luigi Valeno - in arte René -, sono accompagnate dai testi di Aldo Cazzullo, Maurizio de Giovanni e Luigi Lugli, e sono incentrate sulla raffigurazione di "eventi universali, che possono accadere nella carriera di ogni carabiniere". A fare da fil rouge tra gli episodi illustrati è il tema dell'eroismo quotidiano perché, come afferma il govane carabiniere protagonista del racconto di de Giovanni, "aiutare non è un super-potere, ma è la capacità di prendersi cura degli altri". Dal salvataggio di una lupa che era stata investita da un pirata della strada, all'assistenza fornita ad una donna che è entrata in travaglio proprio davanti ad una stazione di comando, fino addirittura alla sensibilità dimostrata in una situazione estremamente delicata e imprevedibile come la telefonata disperata di una ragazza intenzionata a togliersi la vita, il calendario racconta storie autentiche, reali e universali. "Si tratta di episodi che si possono incontrare ovunque, anche nella nostra provincia. Le tavole rappresentano l'Arma nella sua essenza di organismo sociale: le azioni repressive costituiscono solo l'estrema ratio" ha affermato Ruocco. La prefazione di Aldo Cazzullo, inoltre, testimonia il valore storico dell'Arma, dal 1814 ai giorni nostri, con particolare riferimento alla sua attività durante il Risorgimento e la Resistenza.  Il calendario può essere acquistato presso l'Anc (Associazione Nazionale Carabinieri) o direttamente al comando stazione, insieme all'agenda, al planning e al calendario da tavolo. I proventi del planning e del calendario tavolo saranno devoluti agli orfani dell'Arma dei Carabinieri.

11/11/2025 14:40
Imposta provinciale di trascrizione, scattano nuove esenzioni: ecco tutte le novità

Imposta provinciale di trascrizione, scattano nuove esenzioni: ecco tutte le novità

Esenzioni dal pagamento per le associazioni di volontariato, facilitazioni per le persone con disabilità nella sostituzione del proprio veicolo e riduzioni nel pagamento per le successioni ereditarie. Sono queste le novità inserite nel nuovo Regolamento dell'imposta provinciale di trascrizione, iscrizione e annotazione dei veicoli (Ipt) al pubblico registro automobilistico approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale. Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, infatti, prevede l'esenzione totale dal pagamento dell'imposta per le Organizzazioni di volontariato (Odv) iscritte al Registro unico nazionale del Terzo settore che debbano comprare un veicolo da utilizzare per lo svolgimento della propria attività, così come una facilitazione per le persone con disabilità che vogliano sostituire il loro veicolo e che adesso potranno godere di un periodo di "tolleranza" di 30 giorni durante la sostituzione del mezzo, quando quindi potrebbero figurare intestatari di due auto, ma durante il quale non dovranno pagare il doppio tributo. Restano invariate le altre esenzioni già previste nel precedente regolamento. Il nuovo regolamento, infine, prevede anche una riduzione del 90% dell’imposta di trascrizione in caso di successione ereditaria, per agevolare l’eventuale passaggio dei mezzi agli eredi. "È stato fatto un lavoro molto approfondito e riteniamo che le modifiche introdotte al Regolamento, verificate anche con l’Aci e le Associazioni di volontariato, saranno importanti per il territorio - spiegano il presidente Sandro Parcaroli e la consigliera delegata ai trasporti, Tiziana Gazzellini -. Ringraziamo gli uffici per il lavoro di ascolto e sintesi e con questo nuovo Regolamento l’amministrazione dimostra ancora una volta, con atti concreti, il suo impegno e la vicinanza agli utenti e al territorio in generale".

11/11/2025 12:00
Dal Cile di Pinochet alle macerie di Sarajevo, Andrea Angeli: "Non siamo lì per fare le star, ma per aiutare" (VIDEO)

Dal Cile di Pinochet alle macerie di Sarajevo, Andrea Angeli: "Non siamo lì per fare le star, ma per aiutare" (VIDEO)

C’è una vita che attraversa mezzo secolo di storia, fatta di frontiere, convogli umanitari, città bombardate e volti di speranza. È la vita di Andrea Angeli, maceratese, funzionario delle Nazioni Unite, testimone diretto di alcuni dei conflitti più sanguinosi del Novecento e del nuovo millennio. Dal Cile di Pinochet all’Iraq, dalla Namibia alla Cambogia, fino alla Sarajevo assediata, Angeli ha vissuto la guerra con il compito più difficile di tutti: servire la pace. Una vita spesa tra diplomazia e umanità, tra coraggio e paura, tra silenzi e scelte impossibili. Nel nuovo episodio del Picchio Podcast, racconta la sua storia con lucidità e passione, ma soprattutto con quella modestia tipica di chi, davvero, ha fatto la differenza. “Ho sempre ricordato che la strada l’ha aperta Giorgio Pagnanelli, il primo funzionario italiano dell’ONU nel 1957,” racconta Angeli. “Quando entrai io, nel 1987, non feci nulla di nuovo: la via era già stata tracciata”. Un ragazzo curioso, attratto dal mondo e dalle persone. “Molti cercavano sedi comode come New York o Ginevra,” prosegue, “io invece accettai missioni difficili: Cile, Iraq, Namibia, Sarajevo. Luoghi dove si rischiava, ma dove serviva davvero esserci”. Dal Cile sotto dittatura alle sabbie dell’Iraq, Angeli ha attraversato decenni di crisi. “C’è un filo che lega tutte queste esperienze: la sofferenza delle persone comuni,” spiega. “In Cile si respirava ancora paura, in Iraq la gente cercava solo di sopravvivere. Ogni guerra è diversa, ma la disperazione ha sempre lo stesso volto”. Quando arrivò a Sarajevo, nell’inverno del 1993, la guerra era al secondo anno. “Le istruzioni da New York furono chiare: non abbiamo nulla da offrire ai sarajevesi, tenete le posizioni e buona fortuna. Era una missione quasi impossibile". In mezzo a quella tragedia, una storia spicca per umanità e coraggio: il salvataggio di Rosaria Bartoletti, 69 anni, l’ultima italiana rimasta a Sarajevo. “Un giorno mi trovai tra le mani una busta con mille marchi tedeschi,” racconta. “Era un contributo d’emergenza destinato a lei. Sapere che una connazionale era là, sola e in pericolo, e non fare nulla… era impensabile”. Rintracciarla fu un’impresa. “Mi aiutò un gruppo cattolico, i Beati Costruttori di Pace, che facevano un servizio postale umanitario. Dopo giorni di ricerche scoprii dov’era: viveva in uno scantinato sulla linea del fronte”. Quando finalmente la trovò, “mi abbracciò e mi disse: sei mio figlio. Fu un’emozione fortissima”. Grazie all’aiuto dell’Alto Commissariato ONU e di una famiglia siciliana pronta ad accoglierla, Rosaria riuscì a tornare in Italia nel febbraio del 1994. “Riuscire a identificarne la casa non è stato facile,” ricorda Angeli. “Ma alla fine ce l’abbiamo fatta. È tornata a casa, e per me quella fu la vittoria più bella”. “La paura c’è sempre, ma diventa abitudine,” confessa Angeli. “Io non avevo moglie né figli, quindi spesso mi esponevo più degli altri. Ma ogni parola sbagliata, in quei contesti, può costare vite”. Durante la missione, subì anche un rapimento, di cui parla con discrezione. “Fa parte del mestiere. Noi non siamo lì per fare le star, ma per aiutare. Il silenzio, a volte, è l’unica protezione”. Nel libro J’accuse l’Onu di Zlatko Dizdarević e Gigi Riva, Angeli viene citato come “uno dei pochi che hanno fatto la differenza”. “Era così,” conferma. “L’ONU nei palazzi di New York era paralizzata. Ma sul campo c’erano pochi di noi, rimasti anni in mezzo alle bombe. E la gente del posto lo capiva. Ci rispettavano perché rischiavamo con loro”. Un ricordo che lo segna ancora oggi: “La messa di Natale a Sarajevo. Cinque posti riservati in prima fila, due civili e tre militari. La gente ci guardava come a dire: questi o sono pazzi, o sono venuti a rischiare con noi. Forse avevano ragione”. Per il suo impegno, Angeli ha ricevuto numerosi riconoscimenti: dal Premio San Tommaso Apostolo al Premio Antonio Russo, fino alla nomina a Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana. Nel 2019 è stato onorato nel Giardino Virtuale del Monte Stella, a Milano, per le sue azioni di coraggio a Sarajevo. L’ultima tappa del suo percorso è il libro “Fede, ultima speranza” (prefazione del cardinale Camillo Ruini), un racconto intenso e corale che esplora la dimensione spirituale nei luoghi di guerra. Nel libro, Angeli ripercorre gli incontri con religiosi di ogni credo: intrepidi missionari, suore-rambo, cappellani militari, vescovi trascinatori, monsignori fuori dal coro, archimandriti sotto assedio e rabbini erranti. Figure straordinarie, conosciute sul campo “dal Cile all’Iraq, dalla Cambogia a Timor Est, dai Balcani all’Afghanistan”, che hanno scelto di restare accanto ai più deboli anche sotto le bombe. Un riconoscimento prestigioso è arrivato proprio per quest’opera: Andrea Angeli si è aggiudicato la sesta edizione del Premio Letterario degli Ambasciatori presso la Santa Sede (LEGGI QUI). A consegnarglielo è stato il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, che ha voluto rendere omaggio al valore umano e narrativo del volume, definendolo “un caleidoscopio di storie di presenza di religiosi in aree di conflitto”. Sull’attualità, Angeli resta lucido ma critico. “La crisi in Medio Oriente va avanti dal 1948. L’Ucraina è diversa: è la prima volta che un paese membro del Consiglio di Sicurezza è parte in causa. Questo complica tutto.” Eppure non rinuncia alla speranza. “Dobbiamo restare con i piedi per terra, ma credere che la pace, prima o poi, vincerà. Perché ogni guerra, prima o poi, finisce”. Qualche rimpianto sul suo operato? Angeli risponde così: “Forse, a Sarajevo, avrei potuto fare di più,” riflette. “Ma chi ha spinto troppo spesso è stato allontanato o peggio. Bisogna trovare un equilibrio: aiutare quanto si può, senza diventare un bersaglio”. Dalla Macerata dei suoi studi al fango di Sarajevo, dalla quiete dei palazzi dell’ONU al fragore delle bombe, Angeli ha costruito una testimonianza che non appartiene solo al passato: è un monito per il presente. Perché la pace, prima di essere firmata nei trattati, nasce nei gesti di chi non si arrende all’indifferenza.

09/11/2025 13:50
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