Attualità
Lavori sulla rete idrica, sospensione dell'acqua a Macerata il due dicembre: ecco le zone interessate
Interruzione dell'acqua lunedì 2 dicembre 2024: lavori di manutenzione straordinaria. L'Apm SpA di Macerata informa l'utenza che lunedì 2 dicembre 2024 sarà sospesa l'erogazione dell'acqua per lavori di manutenzione straordinaria sulla rete idrica. L'interruzione avrà inizio alle ore 8.00 e si prevede che termini entro le 20.00, salvo imprevisti. Le zone interessate dall'interruzione dell'acqua sono le seguenti: via dei Velini, via Due Fonti, via Panfilo, via Vittime delle Foibe, via Ghino Valenti, via Ireneo Vinciguerra, contrada Fontezucca, via Famiglia Palmieri, Borgo Pompeo Compagnoni, contrada Montanello, contrada Acquesalate, contrada Furiasse, contrada Madonna del Monte, contrada Santo Stefano, contrada Cimarella, via Enrico De Nicola, contrada Helvia Recina. Per garantire un approvvigionamento alternativo, l'utenza potrà rifornirsi d'acqua nelle fontane pubbliche situate nei seguenti punti: viale Indipendenza, viale Martiri della Libertà, parcheggio presso i vigili del fuoco, scuola di via Panfilo, dove sarà disponibile anche un’autobotte. L'Apm Spa si scusa per il disagio e ringrazia per la comprensione. Eventuali aggiornamenti saranno comunicati attraverso i canali ufficiali dell'azienda.
Macerata, quanto ci mancherà la svolta a destra su via Diomede Pantaleoni? È già polemica sui social
Macerata si rinnova, e questa volta i lavori in corso interessano la zona intorno allo Sferisterio. Non sarà passato inosservato il cantiere attivo da circa una settimana che riguarda il progetto “Sferisterio Inclusivo”, che punta a rendere l'area più accessibile e sicura per i pedoni. Tra gli interventi principali, il prolungamento del marciapiede lungo via Diomede Pantaleoni per agevolare l'attraversamento pedonale da via Maffeo Pantaleoni. Se l'obiettivo è infatti quello di favorire i pedoni, gli automobilisti non possono dirsi altrettanto soddisfatti. Con il nuovo assetto, chi percorre via Maffeo Pantaleoni per immettersi su via Diomede Pantaleoni dovrà obbligatoriamente passare per la rotatoria, un nodo già congestionato in tempi normali. Il marciapiede favorisce certamente l’attraversamento pedonale (c’era comunque già un sottopassaggio, che se illuminato a dovere potrebbe rimanere aperto anche la sera), ma il traffico sulla rotonda, già molto intenso prima dei lavori, sta già mostrando i primi segnali di cedimento. La voce dei cittadini non si è fatta attendere sui social, dove il dibattito è acceso: “Speriamo di sbagliarci, ma non ci vuole un genio per capire che la rotatoria andrà in tilt,” scrive un residente. “Tutto molto bello, ma le auto che da via Maffeo Pantaleoni potevano girare direttamente su via Diomede Pantaleoni saranno tutte convogliate nella rotatoria e temo che il traffico ne risentirà non poco”. Questi alcuni dei commenti. Un altro utente, con una punta di ironia, commenta: “Con tutti i fenomeni che affrontano le rotatorie a Macerata, sarà sicuramente un successo!” Il vincitore assoluto, però, è l'umorismo tagliente di chi, in riferimento agli innumerevoli cantieri attivi in città, ha immaginato un futuro distopico per Macerata con tanto di serie tv: “Netflix sta pensando a una nuova serie: 2030 – Fuga da Macerata . Parla di una cittadina ostaggio dei cantieri, da cui gli abitanti non possono uscire. Solo un manipolo di eroi guidati dall'Umarell Maximo riuscirà a superare le transenne e scoprire la realtà che si cela oltre il cantiere”. Se è vero che lo "Sferisterio Inclusivo" punta a mettere al centro i pedoni, il rischio è che alla fine gli automobilisti si sentono un po'… esclusi.
Piazza Vittorio Veneto, riqualificazione in corso: nuovo volto per uno spazio simbolo di Macerata
Prendono piede i lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto e delle aree limitrofe, tra cui vicolo dell'Abbondanza e argo Donatori del Sangue (piazza Li Madou). L'intervento, dal valore complessivo di 414.091,77 euro, punta a valorizzare uno degli spazi più rappresentativi del centro storico, combinando recupero storico e funzionalità moderna. A seguire il progetto, l'assessore all’urbanistica Silvano Iommi, insieme all'ingegnere Giorgio Gregori, progettista e direttore dei lavori. Non tutti sanno che sotto piazza Vittorio Veneto si cela un autentico tesoro storico: un pozzo cisterna seicentesco, utilizzato in passato anche come neviera, legato al Collegio Gesuitico e alla Collegiata di San Giovanni, oggi Biblioteca Comunale Mozzi Borgetti e Cattedrale di San Giovanni. “Questo antico pozzo, che in passato ho definito il più grande portacenere della città per l'uso improprio che se ne faceva, sarà ora un elemento simbolico e identitario”, ha spiegato l'assessore Iommi. Il progetto prevede l'installazione di una copertura in vetro, del diametro di 1,5 metri e retroilluminata, che renderà visibile il pozzo a 10 metri di profondità come testimonianza dell'antico uso dell'area. Nel frattempo, si sta lavorando anche alla sistemazione degli arredi urbani. Verranno collocate alcune vasche alberate, in numero compreso tra cinque e sei, per richiamare la disposizione degli anni '20, quando la piazza era circondata da una fitta alberatura. Tra una pianta e l'altra troveranno posto delle panchine, pensate per favorire la socialità. Si sta inoltre predisponendo la segnaletica orizzontale per il parcheggio e la chiusura della parte pedonale con una serie di dissuasori in pietra. L'obiettivo è completare i lavori entro Natale, restituendo alla città una piazza pronta per eventi, ma con un livello di decoro adeguato al contesto storico e alla vicinanza della cattedrale. “Piazza Vittorio Veneto è un luogo storico e vissuto, un punto di incontro sociale grazie alla presenza dell'Accademia, della caserma e della biblioteca. Questo intervento darà nuova vita a uno spazio che sarà ancora più accogliente e funzionale,” ha concluso l'assessore. Una piazza rinnovata dunque, pronta a raccontare la storia di Macerata e a ospitare momenti di vita cittadina, in equilibrio tra passato e futuro.
Unione storica delle Avis marchigiane: nasce "La salute vien donando"
In un'epoca in cui le sfide locali richiedono soluzioni innovative e condivise, alcune delle principali comunali Avis dell'entroterra maceratese (e non solo) hanno dato il via all’iniziativa “La Salute Vien Donando”. Sefro, Pioraco, Fiuminata, Esanatoglia, Camerino, Castelraimondo, San Severino Marche, Matelica, Visso, Pieve Torina, Pievebovigliana, Fabriano e Cerreto d'Esi si sono unite in questo progetto rivoluzionario per affrontare le difficoltà derivanti dallo spopolamento e dal calo di nuovi donatori. La carta: uno strumento di promozione, non un premio. La card “La Salute Vien Donando” non è una ricompensa per il gesto della donazione, ma un incentivo a promuovere e mantenere uno stile di vita sano. Donare sangue non è solo un atto di altruismo, ma anche un’opportunità per prendersi cura di sé stessi, attraverso controlli regolari, un’alimentazione equilibrata e un’attenzione costante alla propria salute. «La card non premia il donatore, ma lo supporta nel prendersi cura di sé stesso – spiega il coordinatore del progetto Nico Procaccini (presidente dell' Avis comunale di Esanatoglia) –, vogliamo che la donazione diventi parte di un circolo virtuoso, in cui il gesto altruistico si traduce in benefici diffusi per tutta la comunità». Come funziona la card? La card consente ai donatori di accedere a una rete di centri medici convenzionati, dove è possibile usufruire di sconti su servizi sanitari come visite specialistiche, esami diagnostici e percorsi di prevenzione. Ogni card è dotata di un QR code, che consente ai donatori di consultare un elenco sempre aggiornato dei centri aderenti. Basta scansionare il codice per accedere a una piattaforma digitale con i dettagli completi delle strutture, i servizi disponibili e i contatti. Questo sistema garantisce trasparenza, facilità d’uso e una gestione dinamica delle convenzioni. Ma non finisce qui: il progetto prevede di ampliare nel tempo il circuito delle convenzioni, includendo centri sportivi e strutture per il benessere fisico, come palestre, piscine e corsi di fitness. In questo modo, la card non solo promuove cure mediche accessibili, ma incoraggia anche uno stile di vita attivo e sano. Un modello innovativo e replicabile. L’unione delle Avis marchigiane rappresenta un modello virtuoso, capace di ispirare altre regioni. In un periodo in cui le sfide territoriali richiedono soluzioni condivise, “La Salute Vien Donando” dimostra come la solidarietà possa diventare un potente motore di coesione sociale e promozione della salute pubblica. Un ponte tra generazioni. Oltre a consolidare il numero dei donatori attivi, l’iniziativa punta a coinvolgere le nuove generazioni. Educare i giovani al valore della donazione e alla cura del proprio benessere è uno degli aspetti centrali del progetto, che mira a costruire un dialogo tra tradizione e futuro. «La donazione non è solo un gesto per chi ha bisogno, ma un’opportunità per ogni donatore di prendersi cura di sé e di chi lo circonda. Attraverso la card – conclude il coordinatore – vogliamo rendere visibile questo circolo virtuoso». Un messaggio di speranza. In una regione che non si arrende alle difficoltà dello spopolamento e delle sfide sanitarie, l’unione delle Avis locali manda un messaggio forte e chiaro: insieme si può fare la differenza. “La Salute Vien Donando” non è solo un progetto, ma un esempio concreto di come la solidarietà possa trasformarsi in un motore di cambiamento positivo e duraturo, migliorando la salute individuale e il benessere collettivo.
Porto Recanati, la tabaccheria Monaldi "colpisce" ancora: vinti quasi 50mila euro
La fortuna è tornata a sorridere alla Tabaccheria Monaldi di Porto Recanati, che si conferma un vero e proprio "tempio della fortuna" per i suoi clienti. Questa volta, a incassare un'importante vincita è stato un sessantenne del posto, che nel fine settimana ha messo in gioco una schedina da 5 euro al SuperEnalotto. Il risultato? Una maxi vincita da 48.266,23 euro. L'uomo, un cliente abituale della tabaccheria, ha scelto di giocare una combinazione di numeri e, nell'estrazione di sabato sera, ha centrato ben quattro numeri su cinque: 15, 29, 32, 35 e 67. L'unico numero mancante era il 22, sostituito dal 49, ma la sua scheda è comunque stata premiata con una somma considerevole. Si tratta della vincita più alta registrata nel fine settimana in tutta Italia, insieme ad altre tre dello stesso importante. La Monaldi non è nuova a questo tipo di fortunate coincidenze. Già in passato, la tabaccheria aveva registrato altre vincite clamorose. Nel marzo del 2019, un venditore ambulante della zona aveva vinto 260mila euro con un "gratta e vinci" da due euro. A novembre del 2016, un altro fortunato cliente, sempre con un gratta e vinci, aveva ottenuto la stessa somma. Ma la vittoria più clamorosa risale al maggio del 2014, quando un loretano acquistò un biglietto del "Mega miliardario" da 10 euro e vinse oltre due milioni di euro.
Una "Coccodance" contro il bullismo: Piero Romitelli bis allo Zecchino d'Oro con l'amico e collega Emilio Munda
La 67esima edizione dello Zecchino d'Oro, in programma nel fine settimana, vedrà nuovamente protagonista la provincia di Macerata. Dopo la partecipazione dello scorso anno che gli valse il secondo posto con il brano 'Ci pensa mamma', l'autore morrovallese Piero Romitelli sarà di nuovo presente in concorso ma quest'anno c'è una novità. Ad "affiancarlo" sarà anche il paroliere e compositore Emilio Munda, origini fermane ma da anni residente a Macerata. I due artisti, noti per le loro collaborazioni con grandi nomi della musica italiana (da Il Volo a Marco Mengono ed Eros Ramazzotti), presenteranno il brano "Coccodance", interpretato dalla giovane Elisabetta di 8 anni. In vista delle semifinali e della finale dello Zecchino d'Oro, abbiamo intervistato Emilio Munda per sapere qualche informazione in più sul brano in gara. Sta per andare in onda la 67esima edizione dello Zecchino d’Oro e insieme a Piero Romitelli porterete un brano contro il bullismo. Puoi raccontarci come è nata l'idea? "Piero ha partecipato già lo scorso anno con il brano 'Ci pensa mamma', arrivato secondo. Quest’anno ha voluto riprovare coinvolgendomi, dal momento che scriviamo insieme da tanti anni, da quando eravamo piccoli: io scrivo per la Sugar Music e lui per la Sony Music. Sono stato molto contento di prendere parte a quest’esperienza per me nuova. Piero ha due bambine gemelle e ha voluto fare questo tentativo; io, sinceramente non ci avevo mai pensato, nonostante abbia due bambini anche io. In questo caso, ho collaborato dal punto di vista della composizione musicale mentre lui è l’autore del testo. Il brano si chiama ‘Coccodance’, è un brano a tempo, di quelli che si ballano, bello spensierato però, al contempo, per quanto riguarda la parte del testo, emerge un importante insegnamento contro il bullismo. Dal punto di vista metaforico, vengono richiamati quei volatili che volano più in alto e prendono in giro quelli che volano più in basso come, per fare un esempio, l’aquila che schermisce il pollo, la gallina, il pinguino, lo struzzo...per cui abbiamo voluto trasmettere questo piccolo insegnamento". Per quanto riguarda un contesto più generale sul modo di comporre: scrivi canzoni per i maggiori cantautori italiani Ramazzotti, Renga, il Volo e moltissimi altri. Testi di canzoni per generi diversi, come avviene la genesi della composizione fra parola e musica? "Generalmente può avvenire da un'idea musicale e poi si sviluppa il testo. In questo caso, per quanto riguarda lo Zecchino d’Oro è stata un’iniziativa di Piero Romitelli che poi mi ha coinvolto. Ho quindi rimesso mano sulla parte musicale, in genere capita che lui viene in studio da me e lavoriamo insieme su un’idea. Un altro modo di comporre parte dall’artista, proviamo a capire il suo mondo, il suo linguaggio, la metrica che utilizza, le melodie ecc. Studiamo la sua discografia e cerchiamo di mettere quel qualcosa in più che chiaramente può mandare un po’ più avanti quell’artista, senza mai snaturarlo".
"Non possiamo più permettere che gli uomini decidano per noi": la voce di Martina contro la violenza di genere
Questa mattina, la Piazza della Libertà di Macerata ha ospitato la manifestazione "Indossava i jeans", promossa dal Forum Donne Cgil con la partecipazione di Officina Universitaria. L'evento ha scelto di porre l'accento su un aspetto meno evidente ma profondamente radicato della violenza di genere: la vittimizzazione secondaria , ovvero ciò che accade quando una vittima, dopo aver denunciato un abuso, è sottoposta a interrogatori e giudizi che mettono in dubbio la sua esperienza. Abbiamo incontrato Martina Gagliardi, rappresentante degli studenti e coordinatrice di Officina Universitaria, poco dopo la manifestazione. Martina Gagliardi, ha sottolineato l'importanza di affrontare insieme la violenza di genere: “La lotta contro la violenza di genere e il patriarcato è una lotta intergenerazionale. Colpisce tutte le persone socializzate come donne, a qualsiasi età e in ogni momento della loro vita. È una realtà quotidiana che limita le nostre libertà ei nostri diritti. Per questo è fondamentale scendere in piazza e continuare a farlo”. Tra i messaggi più forti della mattinata, uno in particolare, pronunciato da Martina Gagliardi, ha attirato la nostra attenzione: “Vogliamo essere liberi da uomini che vogliono decidere per noi” . La coordinatrice di Officina Universitaria ha spiegato il significato profondo di queste parole: “Da bambina, gli uomini hanno sempre preso decisioni al posto mio. Dal modo di vestirmi fino a temi più gravi, come la violenza psicologica, economica e riproduttiva. Questo potere esercitato sul nostro corpo non può più essere accettato. La battaglia per l'autodeterminazione, per il diritto all'aborto, è una battaglia di tutti noi, e non ci fermeremo finché non saremo davvero libere di vivere e non più costrette a sopravvivere". Interpellata sulle recenti dichiarazioni di esponenti politici come Salvini e Valditara, che hanno collegato la violenza di genere al tema dell'immigrazione, Martina non ha nascosto la sua indignazione: “Non ci sorprende, ma ci fa arrabbiare. A un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, lo Stato non ha ancora messo in campo azioni strutturali contro la violenza patriarcale. Il ministro Valditara sostiene che il patriarcato non esista più, ma se io non mi sento libera di camminare per strada o di uscire la sera, allora il patriarcato è ancora vivo. Questa è una responsabilità collettiva, che riguarda tutti, anche lo Stato.” Negli ultimi giorni, la frase "Sorella, io ti credo" è apparsa in bacheche, corridoi e bagni delle sedi Unimc, così come su muri e strade di Macerata. È un messaggio di cura e solidarietà che si oppone al continuo “ma” che spesso accompagna i racconti delle vittime. “La nostra risposta sta nell'ascolto, nella cura e nella creazione di spazi sicuri. Un forte 'noi ti crediamo' contro ogni tentativo di colpevolizzazione,”ha aggiunto Dopo il corteo arrabbiato di sabato scorso, la manifestazione odierna sarà seguita domani sera da un'assemblea di autocoscienza presso l'auletta autogestita di via Santa Maria della Porta alle 21:00. “Sarà un momento per condividere emozioni, idee e pratiche di sostegno. Un'occasione per riflettere insieme e rafforzare il nostro messaggio: 'Sorella, io ti credo'.”
"Non aspettare, denuncia subito", tre donne dell'Arma raccontano la realtà delle vittime di violenza di genere
L'Arma dei carabinieri contro la violenza di genere: Le esperienze di tre donne dell'Arma In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, l’Arma dei carabinieri conferma il suo ruolo cruciale nella lotta contro la violenza di genere, con una presenza attiva sul territorio e una continua formazione per affrontare questo fenomeno sempre più pervasivo. In un'intervista esclusiva, il maggiore Giulia Maggi, il maresciallo Giorgia Melillo e il carabiniere Sara Roma raccontano il loro impegno quotidiano a supporto delle vittime di violenza. Maggiore Giulia Maggi:Comandante della Compagnia carabinieri di Tolentino, Maggi sottolinea come la tutela delle vittime vulnerabili sia una priorità per l'Arma. «La violenza di genere ha molte sfaccettature – fisica, psicologica, morale ed economica – e ogni tipo di abuso, anche quello più sottile, deve essere riconosciuto e affrontato tempestivamente. Il nostro compito è ascoltare e intervenire, senza mai sottovalutare i segnali, che spesso si manifestano in forme sottili ma altrettanto pericolose». Secondo Maggi, i segnali da non ignorare comprendono atteggiamenti denigratori, l'isolamento sociale, la manipolazione psicologica, e qualsiasi forma di intimidazione che possa minare l'autostima della vittima. La violenza, infatti, può anche manifestarsi come una serie di piccoli atti che, sommati, sfociano nella violenza fisica. Il ruolo della comunità e delle istituzioni:La maggiore ha notato con piacere come nella zona di Tolentino ci sia una forte consapevolezza del problema. La collaborazione tra Forze di Polizia, magistratura, assistenti sociali e scuole è fondamentale per una risposta efficace. "La rete istituzionale deve lavorare in sinergia, e la sensibilizzazione continua è la chiave". Maresciallo Giorgia Melillo: comandante della Stazione Carabinieri di Fiastra, Melillo, arrivata nel piccolo comune nel luglio 2023, condivide la sua esperienza di contatto diretto con la comunità. "L'approccio umano è fondamentale. Quando ci si sente parte di una comunità, è più facile per le persone chiedere aiuto". Secondo Melillo, la violenza di genere è un fenomeno che assume diverse forme a seconda del contesto socio-culturale. Tuttavia, la chiave per contrastarlo rimane sempre la sensibilizzazione. «Le campagne informative devono coinvolgere tutte le fasce d’età e ogni livello della società», afferma, ricordando come molte donne, in particolare le più giovani, spesso non riconoscano come abuso quello che pensano essere "amore". Il suo consiglio? Parlare e confidarsi, perché solo così si può iniziare a spezzare il ciclo di violenza. Carabiniere Sara Roma: Sara Roma, 25 anni, serve presso la Stazione Carabinieri di Macerata da circa due anni. Roma sottolinea l'importanza di non isolarsi: «Le vittime non devono affrontare da sole il problema. L'Arma è sempre pronta ad ascoltare, consigliare e intervenire, anche prima che la violenza fisica diventi evidente. Ogni caserma deve essere un punto di riferimento sicuro per le donne che necessitano di aiuto». Una volta che la vittima decide di denunciare, il percorso di supporto non finisce con la registrazione della denuncia. Melillo spiega che ogni passo successivo sarà seguito attentamente, con la possibilità di essere indirizzate a strutture protette e centri di accoglienza. Le "stanze per le vittime": Maggi parla anche delle "stanze tutte per sé", ambienti protetti e confortevoli, creati per fare in modo che le vittime di violenza, donne e bambini, si sentano a proprio agio durante le audizioni. Queste stanze, come quella inaugurata a Tolentino grazie al Soroptimist Club, sono arredate con colori vivaci e oggetti che possano distrarre e rassicurare chi si trova in una situazione di vulnerabilità. «Le stanze sono un passo fondamentale per offrire alle vittime un ambiente protetto, dove sentirsi ascoltate e rispettate», conclude Maggi. Il momento in cui non si può più rimandare: per il carabiniere Roma, il momento di chiedere aiuto arriva quando una donna realizza di essere una vittima. «Una volta che si riconosce che una situazione non è normale, che un comportamento non è amore, allora non si può più aspettare. La violenza non ha mai una giustificazione, e ogni forma di violenza deve essere fermata, subito». Il messaggio finale. Il contrasto alla violenza di genere è un impegno continuo che coinvolge tutta la comunità. Come ribadiscono Maggi, Melillo e Roma, l'ascolto, la prevenzione e il supporto costante sono le armi più potenti in questa lotta. «Le vittime non sono mai sole», concludono all'unisono. «L'Arma dei Carabinieri è sempre pronta ad ascoltare, intervenire e proteggere».
Macerata, lavori in corso per rifacimento marciapiedi a Piediripa: come cambia la viabilità e fino a quando
Regolamentazione temporanea della circolazione stradale lungo la SR 485 Carrareccia e borgo Piediripa di Macerata per l’esecuzione di lavori di rifacimento marciapiedi. A stabilirlo una nuova ordinanza della Polizia locale in vigore da oggi, lunedì 25 novembre, fino al 21 dicembre, con orario 0 -24, in base all’andamento dei lavori prevede: - borgo Piediripa e SR 485: divieto di sosta con rimozione coatta, dove segnalato, attuazione di una regolamentazione dei flussi di circolazione con semaforo temporaneo. Nelle ore di particolare transito veicolare, cioè tra le ore 07:45 e le ore 08:15 e le ore 12:45 e le ore 13:15, gli impianti semaforici verranno disattivati con obbligo di regolamentazione del senso unico alternato con movieri. Previsto anche il divieto di sorpasso, il limite di velocità a 30 km/h. Inoltre, il provvedimento stabilisce per oggi, lunedì 25 novembre, in Borgo Piediripa intersezione via Bramante: divieto di transito eccetto veicoli diretti all’autolavaggio, mezzi di soccorso, polizia e trasporto pubblico urbano e direzione obbligatoria dritto su entrambe le direzioni di marcia di via Bramante; - da domani martedì 26 novembre fino a mercoledì 27 novembre con orario h0/24, sulla SR 485 Carrareccia – tratto compreso tra la rotatoria (strada Cluentina e via Bramante) e borgo Piediripa: divieto di transito, con sbarramento fisico secondo la direzione di marcia Piediripa 🡪 Sforzacosta, direzione consentita a destra e sinistra per i veicoli provenienti da via Cluentina, direzione consentita a destra e diritto per i veicoli provenienti da via Bramante lato Corridonia, direzione consentita diritto e a sinistra per i veicoli provenienti da via Bramante lato Macerata e direzione obbligatoria a destra per tutti i veicoli in uscita da Borgo Piediripa; - piazzale Salvo d’Acquisto: direzione obbligatoria a destra per tutti i veicoli che si immettono sulla SR485. Durante l’esecuzione dei lavori i veicoli diretti verso Sforzacosta dovranno seguire il seguente itinerario: via Bramante, borgo Piediripa, SR 485.
Le vetrine di Macerata si colorano di solidarietà per la Giornata contro la violenza sulle donne
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’associazione Commercianti del Centro Storico e l’associazione Commercianti di Macerata hanno aderito alle iniziative promosse dal Comune - Assessorato alle Pari Opportunità - per sensibilizzare sul tema; gli esercizi commerciali della città esporranno le vetrofanie, che sono state realizzate proprio dal Comune, nei rispettivi negozi aderendo così ai progetti di sensibilizzazione e informazione promossi dall’Amministrazione. “Ogni azione, grande o piccola, credo possa contribuire a sensibilizzare la cittadinanza su un tema importante quanto delicato qual è quello sulla violenza contro le donne – afferma la vicesindaco e assessore alle Pari opportunità Francesca D’Alessandro -. L’Amministrazione comunale ha deciso di utilizzare le vetrine dei negozi come strumento di comunicazione e riflessione. Le vetrofanie che i commercianti esporranno non sono semplici decorazioni, ma veri e propri messaggi di solidarietà e di impegno nella lotta contro la violenza di genere". "L’immagine che verrà esposta nelle vetrine dei negozi non solo attirerà l'attenzione, ma servirà anche a stimolare dialogo e consapevolezza su un tema che purtroppo è ancora troppo presente nella nostra quotidianità; per questo ringrazio le associazioni dei commercianti di Macerata che hanno aderito attivamente a questa iniziativa. Non si tratta solo di esporre una vetrofania, ma di attivarsi come comunità per dire "basta" alla violenza. Attraverso questa campagna, vogliamo inviare un messaggio chiaro: non siamo indifferenti. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a un problema così rilevante. Le vetrine dei negozi, frequentati da tante persone, diventano uno specchio della nostra collettività, un segno tangibile del nostro impegno a favore delle pari opportunità e del rispetto reciproco”.
Peppe Cotto, lo show cooking prima dei blogger: a Loro Piceno c'è un macellaio "visionario" (FOTO e VIDEO)
Lo show cooking prima dei blogger. Solo un visionario come Giuseppe Dell'Orso, in arte Peppe Cotto, poteva pensarci. Siamo andati a trovarlo nella storica macelleria di famiglia nel cuore di Loro Piceno, dove ci ha regalato una giornata all'insegna delle risate e della buona cucina. Arriviamo davanti al suo portone e leggiamo 'Bed, Breakfast & Butcher'. Peppe Cotto si presenta alla porta, con tanto di grembiule a scacchi e papillon in pura cotenna, e ci accoglie nel suo tempio. Ci mostra subito la storica macelleria di famiglia e ci racconta un po' la sua storia. "La macelleria l’hanno lasciata a me nel 1991. Mio nonno, primo macellaio, l’aprì nel 1938, anche il fratello era un macellaio. Mia madre era sarta e aiutava mio padre disegnando i tagli di carne. Come detto poi nel 1991 la macelleria è passata a me, dopo aver fatto 5 anni di perito meccanico, in piena attinenza col mestiere che svolgo", scherza Peppe Cotto. Da buon padrone di casa ci offre il suo aperitivo di benvenuto "Made in Loro Piceno", con l'immancabile vino cotto e una fetta di ciauscolo a mo' di ombrellino da cocktail. Ci spiega l'origine del nome della sua invenzione e del suo nome d'arte, frutto di ispirazioni poetiche. "Nelle Marche lui è nato ed è il re del salato, lo si mangia con dolcezza è il ciauscolo, bellezza. L’idea di mettere il ciauscolo a decorare il calice e un po’ di vino cotto. Questo abbinamento dolce e salato è un buon risultato ed è un po’ come le colline marchigiane: mangia e bevi. Terminologia utilizzata da un mio direttore sportivo di ciclismo che con mangia e bevi faceva riferimento alle salite e alle discese tipiche dell’entroterra maceratese". Proprio la bici è, infatti, stata una parte importante della sua esistenza, della quale ha fatto una metafora di vita. E proprio in sella ad una bici, partendo dalla sua Loro Piceno, ha percorso migliaia di km, arrivando addirittura fino a Parigi e Berlino. Tornando all'aperitivo di benvenuto ci racconta: "Questa creazione mi è valsa il nome d’arte di Peppe Cotto, ovviamente dal vino cotto di Loro Piceno. Mi fu dato dal poeta Giovanni Prosperi. È stato sempre il mio marchio quando venivano a trovarmi turisti. Appena entravano gli offrivo questo aperitivo". A questo punto inizia il vero show e come tale non possono mancare gli strumenti musicali: Peppe impugna la sua tromba di cotenna e ci suona qualche motivo intervallato dalle sue originali filastrocche. Poi alza la musica e, con uno strumento del tutto inedito (un bastone infilato in mezzo a delle ossa suine) ci offre uno spettacolo degno delle migliori majorette di New York. Il pranzo è un trionfo di tradizione e di sapori, con Peppe Cotto che tra una portata e l'altra ci intrattiene con le originalissime filastrocche con le quali introduce i suoi piatti. Se oggi quando si va a mangiare fuori si cerca un'esperienza, da Peppe Cotto si compie un vero e proprio viaggio: "Il cibo è convivialità, in tutte le situazioni. Quel miglior modo di viaggiare, anche senza benzina, dello stare ad un tavolo fra amici assaggiando un prodotto e l’altro". Fra qualche giorno Peppe Cotto farà ritorno nel nord della Francia, dove sta esportando tutta la sua originalità nelle cucine della Normandia. La macelleria però rimane sempre lì al suo posto, con Peppe Cotto che di tanto in tanto continuerà a dilettare chiunque voglia passargli a fare un saluto con il suo show cooking. Lo salutiamo chiedendogli, alla luce delle tante esperienze fatte, cosa si aspetta ora dal futuro. "Progetti per il futuro? Vivere, continuando a stare in salute, che è la cosa più importante, continuando a fare le mie cose, sperando che la mia creatività non mi abbandonerà mai".
Obesità e stigma, perché colpevolizzare non aiuta a perdere peso
Quando si parla di obesità, l’attenzione è spesso rivolta all’impatto che l’eccesso di peso può avere sulla salute fisica della persona. Tuttavia, uno degli aspetti più debilitanti del vivere con l’obesità è lo stigma associato a questa malattia cronica e a chi ne è affetto. Per stigma verso l’obesità si intende un giudizio negativo costante, pervasivo e ampiamente tollerato nei confronti di chi soffre di questa patologia. Questo atteggiamento non solo rende la vita di queste persone più difficile, ma ha anche effetti negativi, diretti e indiretti, sulla loro salute. Infatti, le persone con obesità sono spesso bersaglio di stereotipi negativi che le descrivono come golose, pigre, prive di forza di volontà e incuranti della propria salute; in altre parole, vengono considerate colpevoli della loro condizione. Lo stigma si manifesta in diversi modi: commenti (spesso rivolti all’aspetto fisico o alle abitudini alimentari), atteggiamenti di evitamento o marginalizzazione, e vere e proprie forme di discriminazione nelle aree più importanti della vita, come scuola, lavoro, cure sanitarie e relazioni interpersonali. Questo si traduce in penalizzazioni salariali, mancate assunzioni, valutazioni accademiche inferiori e cure mediche sommarie o frettolose. Le evidenze mostrano che i medici dedicano meno tempo ed educazione sanitaria ai pazienti con obesità rispetto a quelli normopeso. Inoltre, i pazienti che subiscono discriminazioni in ambito sanitario traggono meno beneficio dai trattamenti e hanno maggiori probabilità di evitare cure future. Ma da dove nasce questa ostilità? Spesso deriva da una visione semplicistica e poco realistica dell’obesità e delle sue cause, ridotte alla combinazione di iperalimentazione e sedentarietà. Questa visione porta a considerare l’individuo goloso e pigro, responsabile del proprio male, e suggerisce che la soluzione sia altrettanto semplice: mangiare meno e muoversi di più. Chi non riesce a farlo viene quindi percepito come poco determinato, incapace o dedito agli stravizi. Questi stereotipi, poi, sono amplificati dai mezzi di comunicazione, che mostrano spesso immagini di persone intente a mangiare eccessivamente, in atteggiamenti passivi, o mettono in evidenza corpi non conformi agli standard sociali. Ma colpevolizzare chi è in sovrappeso aiuta davvero a farlo dimagrire? Se così fosse, probabilmente oggi la popolazione mondiale sarebbe in peso forma. Al contrario, numerosi studi dimostrano che lo stigma e il giudizio negativo aumentano il consumo calorico e l’evitamento di comportamenti salutari, per paura di essere ulteriormente incolpati e stigmatizzati. Quali sono quindi le strategie efficaci? È necessario considerare l’obesità non solo come un problema medico, ma anche come una questione di diritti umani, riconoscendo che ogni individuo, indipendentemente dal proprio peso, merita dignità, rispetto e accesso a cure sanitarie di qualità. Inoltre, è importante promuovere la salute senza legarla esclusivamente alla perdita di peso, concentrandosi invece su comportamenti modificabili e ricordando che la perdita di peso non è, di per sé, un comportamento.
San Ginesio, 518 mila euro per il restauro della sede del municipio
Trasferiti 518 mila euro all'Ufficio Speciale per la Ricostruzione della Regione Marche per la sede del municipio di San Ginesio, in provincia di Macerata. Si tratta del primo acconto sul totale di 2,5 milioni di euro che saranno necessari per l’intervento nel suo insieme. A disporre il trasferimento tramite decreto il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016 Guido Castelli. “I municipi sono sedi strategiche e spesso edifici di grande importanza anche culturale e simbolica per le comunità locali – dichiara il Commissario Castelli -. L’intervento di San Ginesio, per cui vanno ringraziati il presidente Francesco Acquaroli, l’Usr e il sindaco Giuliano Ciabocco, si inserisce in una più ampia e conclamata tendenza positiva della ricostruzione pubblica, di cui i municipi fanno parte. Abbiamo inaugurato nelle ultime settimane già altre due ‘case del Comune’, a San Severino e Matelica, e procediamo fiduciosi per restituire il prima possibile alla piena funzionalità anche tutti gli altri municipi danneggiati dal sisma”. Il resto del contributo programmato sarà trasferito man mano che le procedure avanzeranno, fino all’ultimazione dei lavori.
Caos vento, strade provinciali riaperte al traffico: "A Castelraimondo e Gualdo le situazioni più difficili"
Sono state completamente riaperte al traffico tutte le strade provinciali che in questi giorni erano state interessate da interruzioni dovute al cedimento di rami e alberi spezzati dal vento. I tecnici del settore Viabilità della Provincia di Macerata, anche con l’ausilio di alcune ditte private incaricate dall'ente, hanno lavorato negli ultimi due giorni e due notti per mettere in sicurezza le strade nel modo più veloce possibile. Gli operai sono intervenuti lungo: la Sp 1 Abbadia di Fiastra – Mogliano, Sp 2 Apirese, Sp 3 Apiro - Poggio San Vicino, Sp 5/7 Rustano, Sp 8/7 Serrapetrona - Torre Beregna, Sp 9/7 Mulini, Sp 12 Bivio Rotelli - Gioacchino Murat, Sp 14 Braccano, Sp 15 Brondoleto, Sp 16 Caldarola – Camporotondo, Sp 21 Castelletta – Becerica, Sp 23 Cervidone, Sp 25 Cingolana, Sp 34 Corridoniana, Sp 42 Elcito, Sp 45 Faleriense – Ginesina, Sp 49 Fiastrone, Sp 52 Frontale - Poggio San Vicino, Sp 54 Gualdo - Penna San Giovanni, Sp 55 Gualdo - Santa Croce - San Ginesio, Sp 60 Le Grazie – Serrapetrona, Sp 61 Loro Macina, Sp 76 Montecassiano – Cimarella, Sp 77 bis Montecassiano – Sambucheto. E ancora lungo la: Sp 80 Monte San Pietrangeli, Sp 81 Montefano - Osteria Nuova, Sp 88 Passo Morico - Pintura del Grillo, Sp 90 Pian dell'Elmo, Sp 93 Piane di Potenza, Sp 98 Polverina – Fiastra, Sp 101 Potentina, Sp 103 Rambona - San Giuseppe, Sp 108 Rotelli, Sp 113 Sant'Angelo - Monte San Martino, - Sp 114 Santa Sperandia, Sp 117 Sant'Urbano, Sp 118 San Valentino, Sp 127 Tolentino - San Severino, Sp 140 Cervara, Sp 169 San Lorenzo, Sp 171 San Vittore, Sp 177 Val Musone ed Sp 180 ex SS 77 (Tolentino – Camerino). "Il maltempo, e soprattutto il forte vento di questi giorni, hanno provocato il cedimento di diversi alberi e rami - spiegano il presidente Sandro Parcaroli e il vicepresidente Luca Buldorini -. Le situazioni più difficili si sono verificate lungo la Sp 15 Brondoleto (Castelraimondo) e lungo la Sp 55 a Gualdo per due grossi alberi che sono crollati lungo la carreggiata, fortunatamente senza danni per gli automobilisti. L'intervento dei tecnici della Provincia è stato tempestivo e li ringraziamo per non essersi fermati nemmeno di notte per permettere di riaprire tutte le strade nel più breve tempo possibile. L'attività di controllo, però, proseguirà anche in questi giorni visto che la situazione meteorologica resta variabile”.
"L'Arma dei carabinieri come un cuore pulsante": Macerata celebra la 'Virgo Fidelis'
Nella mattinata odierna, alle ore 10:30, presso la Chiesa "San Giorgio" di Macerata, il comandante provinciale dei carabinieri di Macerata, Raffaele Ruocco, ha celebrato la ricorrenza della "Virgo Fidelis", patrona dell’Arma dei carabinieri, con una santa messa officiata dal vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi. Quest’ultimo, durante l’omelia, ha paragonato l'Arma dei Carabinieri al cuore pulsante del corpo umano, sottolineandone il buon stato di salute e la "sana e robusta costituzione", come dimostrano i suoi 210 anni di vita. "Come il cuore umano, l’Arma dei Carabinieri ha fatto proprie le caratteristiche della regolarità e della capillarità", ha evidenziato il vescovo. "L’Arma, infatti, con regolarità ogni giorno svolge i propri compiti al servizio della comunità, con una presenza continua, discreta e rassicurante, che la porta ad essere una delle Istituzioni più amate dai cittadini. L’Arma è un cuore che batte di giorno e di notte, su cui puoi contare sempre. Inoltre, come il muscolo cardiaco funziona per sistole e diastole, con interscambi dal centro alla periferia, così l’Arma dei Carabinieri compie quotidianamente ogni sforzo per raggiungere anche i posti più remoti", ha proseguito monsignor Marconi. Il colonnello Raffaele Ruocco, al termine delle celebrazioni, ha ringraziato il vescovo per l’onore riservato e per le parole rivolte all’Arma nel corso dell’omelia, che "hanno aperto i cuori a riflessioni profonde sul senso della vita e sul servizio - ha sottolineato -. La ricorrenza odierna, che si intreccia con i sentiti festeggiamenti per la Madonna della Salute, costituisce nel calendario di un carabiniere un appuntamento molto sentito". Alla cerimonia hanno partecipato il prefetto di Macerata Isabella Fusiello, il presidente del Tribunale di Macerata Paolo Vadalà, il procuratore Giovanni Narbone, il questore Gianpaolo Patruno, il comandante della guardia di finanza Ferdinando Mazzacuva, il comandante del gruppo carabinieri forestali Simone Di Donato, il comandante dei carabinieri parco nazionale dei Sibillini Silvano Sampaolesi, il comandante della polizia stradale Alberto Luigi Valentini, il vicesindaco di Macerata Francesca D'Alessandro, il vicepresidente della Provincia di Macerata Luca Buldorini, il comandante della polizia locale Danilo Doria, il tenente di vascello Chiara Boncompagni, il comandante provinciale dei vigili del fuoco Leonardo Rampino, la presidente della Croce Rossa Rosaria Del Balzo Ruiti, nonché molti comuni cittadini. Alla cerimonia hanno anche partecipato una rappresentanza dei carabinieri del Comando Provinciale di Macerata, alcuni familiari e alcuni soci dell'Associazione Nazionale Carabinieri e delle Associazioni d'Arma. Sono state celebrate, altresì, la "Giornata dell’Orfano" dedicata appunto agli orfani dei Caduti, e l’83° Anniversario della "Battaglia di Culqualber", quando il 1° Battaglione Carabinieri, mobilitato il 21 novembre del 1941, si sacrificò in una delle ultime e più cruente battaglie in terra d’Africa, scrivendo una delle pagine più gloriose ed eroiche dell’Arma, per la quale venne conferita alla Bandiera la seconda Medaglia d’Oro al Valor Militare.