L'Arte di Essere Felici

"Quale eredità emotiva lasceremo ai nostri figli?"

"Quale eredità emotiva lasceremo ai nostri figli?"

Ci affacciamo alla vita come anime pure pronte a vivere le infinite esperienze che siamo destinati ad esplorare. Il dna, il contesto sociale e le dinamiche di attaccamento dei nostri genitori andranno poi ad influenzare l’identità di ciascuno di noi. Non abbiamo molte possibilità di uscire illesi da questi condizionamenti esterni, i quali costituiranno le prove che dovremo affrontare per evolvere e ritrovare noi stessi in un percorso di evoluzione. In tale viaggio chiamato vita, avremo l’opportunità di scegliere chi siamo, dove andare e quale talento desideriamo esprimere. Ci viene concessa una grande responsabilità, scegliere se essere felici o accontentarci di condurre un’esistenza più o meno rassicurante, cercando di navigare a vista su di un mare imprevedibile, che non conosciamo così bene, nella speranza che la nostra barchetta possa reggere ai colpi delle onde. Ci rilassiamo quando il tempo è sereno ed il mare ci coccola con il suo dolce dondolio e andiamo in panico quando la burrasca prende il sopravvento. Cerchiamo di sopravvivere seguendo dinamiche interne di cui non siamo consapevoli che ci portano a ripetere spesso gli stessi errori. Così abbiamo costruito la nostra Comfort Zone in cui appunto barcamenarci, senza porci troppe domande. Altro è prendere il timone della nostra barca e scegliere in quale direzione andare; ciò è possibile lavorando su di noi per comprendere le nostre forze e le fragilità, cosa appartiene alla nostra essenza più pura ed arcaica e cosa invece ci è stato introiettato in maniera inconsapevole dai nostri genitori, i quali a loro volta hanno ricevuto dai loro genitori altre dinamiche psicologiche, così fino ad andare indietro di molte generazioni. Noi siamo il frutto non solo delle nostre esperienze ma anche di quelle vissute dai nostri avi con gioie e dolori, con il loro carico di traumi non elaborati, che purtroppo ricadono su di noi, ignari di tutto ciò. C’è un modo, però, per spezzare questa catena, per fare in modo che noi, i nostri figli e le generazioni future possano vivere in maniera più consapevole e serena: noi possiamo essere coloro che, lavorando sui traumi irrisolti ereditati dalle generazioni passate, riusciranno a spezzare la catena generazionale offrendo ai noi stessi e ai nostri discendenti un’esistenza più vera, felice e consapevole.  

25/08/2024 11:05
“La Libertà, tanto infinita quanto personale: come rendere le nostre scelte consapevoli”

“La Libertà, tanto infinita quanto personale: come rendere le nostre scelte consapevoli”

La parola libertà contiene in sè infinite possibilità. È un potere innato nell'essere umano di esternare i propri pensieri, emozioni, desideri, paure, bisogni, fantasie; è una condizione che ci permette di tradurre in azioni ciò che sentiamo. Se da un lato questo concetto ci consegna un infinito potere, dall'altro ci dà anche una grande responsabilità e un senso di smarrimento...dove possiamo arrivare nell'esprimerci e nel prendere, quindi, decisioni che porteranno a quelle azioni che definiranno la nostra vita? Credo che la consapevolezza che abbiamo di noi stessi e dei nostri valori possa guidarci alla nostra personale libertà. Quando mi sento libero di decidere, non condizionato da aspettative ed esigenze sociali, quando sono congruente con il mio sentire più vero, comincio a dar vita alla mia libertà. Abbiamo bisogno di ascoltarci e conoscerci per orientare le nostre scelte e per poter esprimere il significato più profondo della nostra esistenza. Quando l'azione ci avvicina a noi stessi, alla  nostra autenticità e decidiamo seguendo il richiamo della nostra anima, assaporiamo quella sensazione di leggerezza che la parola libertà contiene in sè. In tali decisioni non esistono compromessi, tutto fluisce come nuvole nel cielo che cambiano forma nello spazio immenso, senza alcun condizionamento. Nel momento in cui appartieni a te stesso e ti senti libero nasce una grande forza, superi i limiti della mente, è l'intelligenza del cuore a guidarti. Per essere liberi ci vuole appunto coraggio da "cor habeo" che vuol dire agire con il cuore; allora tali scelte porteranno in dono un senso di dignità e pace, perchè sentiamo di vivere una vita congruente con chi siamo. Per essere liberi di scegliere dobbiamo essere pienamente consapevoli di cosa stiamo scegliendo e credo che per raggiungere la consapevolezza sia necessario porci alcune domande: "Cosa sto scegliendo? Perchè faccio questa scelta? Cosa rappresenta per me percorrere questa strada? Come posso arrivare al mio obiettivo? Se facessi diversamente? Quale parte di me sta scegliendo? Mi sto esprimendo liberamente?" Le scelte sono grandi opportunità per ascoltarsi e vivere un’esistenza consapevolmente libera.          

18/08/2024 09:30
"Le stelle son desideri", guardare al cielo per riscoprire sé stessi

"Le stelle son desideri", guardare al cielo per riscoprire sé stessi

Le magiche notti d'estate ci portano ad alzare gli occhi al cielo e a perderci nel firmamento sopra di noi, restiamo così sopraffatti dallo spettacolo di infiniti diamanti che, irraggiungibili e misteriosi, ci illuminano. L'immenso ci pervade e ci affidiamo alla speranza che, in quell’istante, dall’alto, una stella cadente decida di farci un dono, conducendoci verso i nostri desideri. Fin dai tempi lontani i latini associavano il desiderio alle stelle, infatti il termine Desiderio deriva dal latino Desiderium che è composto dalla particella "De" e dalla parola "Sidus" che significa Stella. Già da allora credevano che il desiderio nascesse dalle Stelle. Dunque per desiderare bisogna guardare in alto, oltre i propri limiti terreni, è una spinta che ha un sapore misterioso quasi divino che ci porta oltre le nostre possibilità, è un’energia propulsiva che ci illumina e ci conduce verso nuove strade. Il desiderare mette in moto la mente, il cuore ed il corpo. Ci stimola ad uscire dalla nostra comfort zone per permetterci di mettere in gioco le nostre risorse alla scoperta del mondo. Il desiderio ci consente di raggiungere i nostri obiettivi, è quella scintilla che si accende dentro di noi, che ci smuove dall'apatia e che sa esattamente dove arrivare. Quando riusciamo a vivere per soddisfare non solo i bisogni e per adempiere ai doveri, ma per realizzare anche i nostri desideri, iniziamo una vita di qualità, in cui siamo noi a scegliere per la nostra esistenza, meno condizionati dall'esterno. Quindi scegliamo con cura le parole che pensiamo ed utilizziamo e poniamo più attenzione a ciò che sentiamo dentro di noi, è ben diverso approcciarsi ad un progetto con un "devo" rispetto ad un "desidero". È importante essere consapevoli delle nostre scelte, per comprendere ciò che realmente vogliamo, guidati dalla nostra anima e dai nostri sogni per vivere momenti di felicità autentica. Per cui alziamo gli occhi al cielo ed impariamo a desiderare e a chiedere. L’Universo è generoso e ci ascolterà. Le stelle continueranno in eterno ad illuminare il buio per ricordarci che si può sempre sognare.      

11/08/2024 10:40
"Il silenzio: una risorsa per contattare la nostra essenza più profonda"

"Il silenzio: una risorsa per contattare la nostra essenza più profonda"

Ci vuole coraggio nel saper stare nel silenzio, sentiamo spesso il bisogno di colmare il silenzio per riempire un vuoto. Esso ci insegna l’arte dell’ascolto di noi stessi: ci svuotiamo di ogni influenza esterna e ci affidiamo alla voce dell’anima. È il momento creativo più intenso perché tutto nasce nel silenzio, il seme che darà vita all’albero crescerà nel silenzio. Ho sempre provato una profonda stima per quelle persone che in presenza di altre non hanno bisogno di parlare se ritengono di non avere nulla di interessante da dire, sento in loro una forza calma che nasce da centratura e consapevolezza. Avverto chi è a suo agio nel silenzio, non preme e non forza ma accoglie il momento presente, ascolta il silenzio dell’altro e la comunicazione avviene su di un piano diverso, molto più profondo e vero. Accettare il vuoto significa lasciare che sia, che le cose accadano senza controllare, perché sapere stare nel silenzio significa anche aver fiducia nella vita senza il bisogno di controllare il momento con parole o azioni; essere fiduciosi ci fa accadere le cose senza alcuno sforzo, diventiamo magneti che attirano. L’arte del silenzio si impara dal saper stare serenamente soli; noi esseri umani tendiamo ad aver paura della solitudine, così colmiamo il vuoto dell’assenza con presenze che, purtroppo, hanno l’unica funzione di placare la paura del silenzio. Quando riusciamo a vivere momenti di solitudine in un silenzio ricco di presenza di noi stessi, entriamo in un contatto profondo con la nostra essenza perché stiamo semplicemente con ciò che sentiamo della nostra persona. Il silenzio ci permette di dare maggior valore alla parola proferita, perché questa esprimerà il vero e la sostanza, non saranno parole pronunciate senza valore alcuno o con superficialità; il silenzio lascerà, inoltre, spazio alla fantasia e al mistero perché non dobbiamo dire tutto all’altro, lasciando il desiderio della scoperta. Come possiamo imparare il silenzio? Ogni volta in cui esso si presenterà e saremo tentati di colmarlo con il rumore, accogliamolo e accettiamo questa forma di vuoto fertile, perché soltanto così potremo ritrovarci nella nostra integrità.                  

04/08/2024 10:30
"Il tempo dell'infinito in cui la magia avviene": tra Kronos e Kairòs, come leggere il 'momento perfetto'

"Il tempo dell'infinito in cui la magia avviene": tra Kronos e Kairòs, come leggere il 'momento perfetto'

Quando penso al tempo immagino una musica che con il suo ritmo scandisce l’esistenza di ogni uomo, ciascuno balla la propria melodia dando un valore personale al momento. I Greci chiamavano Kronos il tempo oggettivo che scandisce il susseguirsi degli istanti in secondi, minuti, ore, giorni; che considera un prima ed un dopo, un ieri ed un domani. Questo è un tempo lineare, in continuo movimento, di cui abbiamo bisogno per organizzare e scandire la vita. Poi esiste il Kairòs, un altro concetto di tempo molto più affascinante che ha una natura qualitativa, esso esprime il momento giusto in cui qualcosa di magico accade. Nella mitologia greca viene rappresentato come un giovane con delle ali ai piedi che vola velocemente e che diventa inafferrabile per chi non è pronto a coglierlo tempestivamente. Il Kairòs ci indica esattamente il momento giusto da prendere al volo, è il Carpe Diem in cui il Fato ci dà l’opportunità di afferrare e vivere quell’istante che si rivelerà fondamentale per l’evoluzione della nostra anima. È un tempo "a-temporale", indeterminato che sfugge alla linearità di Kronos, in cui qualcosa di speciale avviene. Sta a noi saper intuire l’opportunità che l’Universo ci sta donando, in cui siamo chiamati a decidere, non possiamo anticipare, esitare o ritardare. È il momento propizio del cambiamento, del rinnovamento è quell’istante unico e irripetibile che ci porta a dar vita a qualcosa di nuovo nella nostra vita. Il tempo in questa dimensione si ferma perché tutto concorre a donarci la possibilità del cambiamento. Nel Kairòs sentiamo l’Infinito, la coscienza si affievolisce per lasciare spazio all’intuizione, è il momento dell’illuminazione e della magia in cui possiamo accedere al nostro sè più profondo, in cui l’anima ci guida affinché possiamo esprimere le nostre potenzialità ancora inespresse. Tanto più saremo connessi con noi stessi e centrati, tanto più saremo pronti a decifrare e comprendere i messaggi che la vita ci offre, donandoci la possibilità di cogliere le occasioni che in quell’attimo si presenteranno lungo il nostro cammino. 

28/07/2024 11:00
"Abbracciare il proprio bambino (interiore) vuol dire crescere: il paradosso del pensiero per scoprire se stessi"

"Abbracciare il proprio bambino (interiore) vuol dire crescere: il paradosso del pensiero per scoprire se stessi"

Esiste un momento nella vita in cui cominci a spogliarti di ciò che non ti appartiene più e scopri con meraviglia che cose, persone e situazioni che prima credevi fondamentali e di cui non avresti mai potuto fare a meno, ora hanno molto meno peso. Nelle tue scelte lasci andare il Bisogno per accogliere il Desiderio, concedendoti di essere libero, perché non più condizionato da quelle esigenze che prima ritenevi impellenti. Così cominci ad alleggerire i pensieri: si dissolvono quelli che non ti appartengono più e che adesso riconosci essere di qualcun altro, magari di tua madre, tuo padre o del tuo partner. In questo modo ti accorgi di come cambia anche il tuo sentire ed il tuo agire, intraprenderai una nuova strada che inevitabilmente ti condurrà verso te stesso. Scompare ogni forma di aspettativa ed il peso del dover dimostrare per essere accettato, non temi più di pronunciare un No quando un Sì, concesso per compiacere l’altro, violenta la tua identità. Tutto si semplifica nell’essere semplicemente chi sei. Accade una sorta di miracolo per cui il tuo sguardo si sposta dall’esterno verso l’interno di te stesso, ora ciò che conta veramente sei tu, con le tue emozioni e cominci a guardare con amore e rispetto le tue fragilità e le tue aspirazioni che fino a quel momento avevi lasciato in balia degli altri, nell’attesa che qualcuno un giorno ti avrebbe capito e salvato. In tale preciso momento comprendi che solo tu hai il potere di salvarti ed inizi ad abbracciare il tuo bambino interiore che vuole ricevere amore; in questa tappa del tuo viaggio diventi quell’adulto in grado di condurti ovunque i tuoi sogni vogliano portarti. Così scopri il grande potere di creare la tua felicità senza dover aspettare il partner giusto o la situazione giusta. Inizia un grande percorso di consapevolezza in cui cominci ad ascoltarti e a conoscerti veramente, riconosci i tuoi talenti, i tuoi sogni ed aspiri ad evolvere per diventare la migliore versione di te stesso, non lasci più che gli altri decidano per te e tu diventi l’unico artefice della tua vita.  Ora tieni le redini del tuo destino, diventi così leggero da riuscire a volare, scompare la confusione, conosci un nuovo silenzio ed una nuova pace che ti permetteranno di ascoltare quella vocina interiore che si chiama Anima, che ti indicherà la giusta strada verso la tua realizzazione.

21/07/2024 10:47
"L'empatia, una dote meravigliosa ma non a portata di tutti. È possibile allenarla?"

"L'empatia, una dote meravigliosa ma non a portata di tutti. È possibile allenarla?"

Quante volte abbiamo sentito parlare di empatia? Come sono le persone realmente empatiche? Questo termine, che deriva dal greco “En-pathos”, “sentire dentro”, indica una dote meravigliosa con la quale riusciamo a comprendere le emozioni dell’altro, percependone i pensieri. Con tale qualità possiamo vedere il mondo altrui senza giudizio, con le sue lenti, ne comprendiamo i sentimenti, mantenendoli distinti dai nostri. Alla base di una comunicazione autentica dove vi sia un reale scambio, in cui si vuole ascoltare tutto dell’altro, non si può prescindere dall’empatia; purtroppo si assiste spesso ad un dialogo sterile tra due mondi che viaggiano paralleli nella propria solitudine concettuale ed emozionale. Alla base di molte discussioni e di relazioni finite si nasconde l’incapacità della persona di andare oltre la propria visione personale per aprirsi a comprendere non solo il pensiero dell’altro ma anche il suo messaggio più recondito psico-emotivo. La persona empatica coglie ogni sfumatura dell’interlocutore: la luce negli occhi, l’espressione della bocca, l’inclinazione della testa, la postura, il tono della voce, poi, per ultimo, le parole… A volte l’empatico, con la sua elevata intuizione, comprende ancora prima che l’altro parli, è un talento magico che, se condiviso tra due persone che interagiscono tra loro, può portare ad alti livelli di affinità e complicità. La conversazione, in questo caso, risulta leggera e fluente non esistono fraintendimenti o interpretazioni dettate dai preconcetti di chi ascolta, infatti l’ascolto è puro da ogni pregiudizio o critica e chi parla è libero di esprimersi certo che l’altro comprenderà. L’empatico sa essere inoltre assertivo nel saper dire la cosa giusta e nel modo giusto all’altro ed è propenso alla positività. Questa capacità ha una base scientifica ed è legata ad un’attività neuronale del nostro cervello che ci permette di non concentrarci solo su noi stessi ma di riuscire ad essere più attenti nei confronti degli altri e del mondo che ci circonda. Questa scoperta ci conferma che l’uomo è stato creato per relazionarsi e non può esistere una mente isolata. L'empatia si rivela dunque una qualità necessaria all’essere umano per raggiungere un equilibrio personale con una sana identità, in grado di costruire relazioni solide e durature. Non tutti sono dotati della stessa empatia, sicuramente il contesto sociale, l’educazione e le esperienze vissute durante l’infanzia o l’adolescenza possono influenzarla; la forte competizione, il narcisismo, le relazioni tossiche o la scarsa autostima hanno un’influenza negativa, ma con la consapevolezza e l’allenamento possiamo alimentarla. D’altra parte, le persone troppo empatiche dovranno imparare a sapersi gestire perché, vivendo tutto molto intensamente, rischiano di rimanere spesso senza energie assorbendo tutto ciò che viene dall’esterno. Inoltre in amore attenzione a non incontrare persone che possano scambiare tale dono prezioso in debolezza!  

14/07/2024 10:20
"L'ansia? Non va vista come un mostro da combattere ma come un'amica fedele. Ecco come farlo"

"L'ansia? Non va vista come un mostro da combattere ma come un'amica fedele. Ecco come farlo"

L’ansia è una reazione innata dell’essere umano che compare in situazioni stressanti o di incertezza, causandoci un senso di apprensione e preoccupazione. La sua origine etimologica dal latino “Angere”, significa opprimere, chiudere la gola e indica perfettamente l’aspetto somatico del soffocamento. L’ ansia ha una sua motivazione necessaria alla sopravvivenza, infatti costituisce una reazione naturale ad un momento complesso per allertarci, per essere pronti a reagire e ci permette di aumentare le nostre potenzialità. In tal caso l’ansia è funzionale all’uomo, compare con una lieve sudorazione o un aumento del battito cardiaco ed è proporzionata all’evento scatenante, che può essere un esame, un colloquio di lavoro. Una volta risolta la causa, scompare senza influenzare la nostra quotidianità, nel frattempo ci ha permesso di ottenere una maggiore concentrazione e a migliorare il risultato. In queste circostanze la possiamo gestire con una respirazione appropriata, con l’attività fisica o con la meditazione. Quando, invece, cominciamo a vivere uno stato d’allarme in circostanze apparentemente innocue e l’ansia comincia a manifestarsi spesso e in maniera prolungata, con una reazione sproporzionata rispetto alla realtà, allora il livello di controllo è andato oltre la sua funzione, cominciando ad inficiare il normale svolgersi della quotidianità. In tal caso l’ansia smette di essere funzionale e compromette le nostre capacità, le nostre risorse ed energie. Si inizia allora a vivere in uno stato di realtà alterato, completamente staccato dal qui ed ora, si comincia a proiettare ogni evento al futuro, pre-occupandoci, appunto, in maniera prematura di qualcosa che ancora dovrà accadere e che magari non accadrà, ma che noi abbiamo già costruito nel nostro peggior immaginario, magari in base ad esperienze negative passate. In questa situazione, in cui non si riesce a vivere il presente, si convive con una preoccupazione cronica, che porta a problemi respiratori, palpitazioni, dolori al petto, fino ad arrivare agli attacchi di panico. Quando sentiamo queste sensazioni cosi sgradevoli vediamo l’ansia come un mostro da sconfiggere, contro cui lottare; in tal caso proviamo a rovesciare la prospettiva e immaginiamola, invece, come un’amica fedele che ci vuole mandare un messaggio ben chiaro per aiutarci a vedere un aspetto di noi che non riusciamo a cogliere. Potrebbe essere il nostro inconscio che vuole comunicarci che c’è qualcosa nella nostra vita che non ci piace, è come se fosse la nostra energia vitale che chiede di essere ascoltata per farci vivere liberi, esprimendo la nostra vera natura che in qualche modo stiamo reprimendo. Non è un caso che l’ansia sia spesso presente nelle persone che prediligono il pensiero, la razionalità e il controllo; infatti essa rappresenta il grido di ribellione della nostra parte più istintiva e primordiale che implora di essere ascoltata, è un inno alla vita, un messaggio della nostra anima che vuole condurci a un’esistenza degna di essere vissuta.  

07/07/2024 11:06
"Quando una parola può scaldare come fa un raggio di sole: il senso della vivezza"

"Quando una parola può scaldare come fa un raggio di sole: il senso della vivezza"

Vivezza, quando recentemente ho sentito pronunciare questa parola, subito mi ha colpito come un raggio di sole, richiamando in me tanta luce. In tale vocabolo ho subito avvertito l'energia dell'esistenza. La Vivezza racchiude in sé l’essenza dell’essere vivi ed immediata è stata la sua associazione ad un volto solare ed espressivo, agli occhi luminosi e vivaci dei bambini, ad una conversazione brillante, ad una distesa di girasoli in un pomeriggio soleggiato di giugno. Ho così piacevolmente scoperto in questo semplice vocabolo un suo suono onomatopeico che evoca in sé la gioia di vivere. Quante volte proviamo la vivezza nelle nostre giornate? Quante volte sentiamo la vita vibrare dentro di noi senza una ragione ben definita? Quante volte riusciamo a gioire, dando il giusto valore alle persone che ci amano in maniera incondizionata e totale, senza dare per scontato cose apparentemente banali ,come sentire il dolce suono della voce di tua madre che pronuncia il tuo nome, che poi si riveleranno le più preziose al mondo nel momento in cui inesorabilmente apprenderai che non potrai più viverle? Per cui godere della vivezza nelle piccole cose di ogni giorno è la felicità. Svegliarsi ogni mattino con gratitudine in piena presenza del presente, provare meraviglia per ogni sorriso scambiato, per un cielo stellato o l’abbraccio rassicurante di un amico sono doni preziosi che ci offrono l'opportunità di affrontare con una diversa energia le vicissitudini della nostra realtà. Possiamo scegliere soltanto noi se danzare con la vita seguendo la vivezza o lottare, focalizzandoci su ciò che non ci piace, togliendo luce alla nostra quotidianità. Ho imparato che la Vivezza è nella semplicità del cuore, nella creatività, nell’intuito ripulito da ogni condizionamento mentale, nella libertà, nelle relazioni tra anime affini. In questa nuova visione ci alleggeriamo dalle innumerevoli pressioni sociali e cominciamo a dare valore all’essenziale, eliminando tutto ciò che sentiamo superfluo ed esterno a noi. Impariamo a volare sopra la superficialità della competizione, del potere personale e del giudizio per lasciare spazio all'accoglienza, alla condivisione e al sostegno reciproco.  

30/06/2024 11:00
"Fisica quantistica e anima: come il nostro pensiero incide sulla realtà"

"Fisica quantistica e anima: come il nostro pensiero incide sulla realtà"

Anima, una parola che fin da ragazzina mi ha risuonato dentro, l’ho sempre associata ad una sorta di vocina magica che ogni essere umano può scegliere di ascoltare o lasciare silente, sovrastata dal rumore della vita. Oggi con il riconoscimento di una fisica dell’anima sta nascendo una nuova sensibilità che ci porta a considerare l’esistenza di un’energia che ci appartiene, che non possiamo toccare o vedere ma che possiamo sentire a livello vibrazionale. Ascoltare questa forza intangibile ci guida verso la felicità, perché ci tiene connessi con la nostra natura più intima. Il metodo scientifico classico ha sempre ritenuto reale solo ciò che è osservabile ripetibile e dimostrabile, ciò va benissimo per produrre tecnologia, ma dal punto di vista umano a cosa ci ha portato? Questa visione rappresenta una realtà limitata, in cui l’essere umano si sente separato da ciò che lo circonda, dove tutto ciò che non è dimostrabile non esiste, rendendo la nostra esistenza abbastanza piatta, con poco entusiasmo e speranza. Secondo tale modello tradizionale, la realtà che ci circonda è esterna  e sconnessa da noi, essa esiste indipendentemente da noi ed è uguale per tutti. Ciò ci rende spettatori inermi della nostra vita. Il modello quantistico della realtà ci dice, invece, che esiste ciò che interagisce e nel momento in cui accade; non si guarda il passato ma solo il presente per costruire in nostro futuro.  Il nostro pensiero positivo può contribuire a creare e ad influenzare la nostra realtà esterna. Ognuno vive la sua verità soggettiva ed è libero di dirigere la propria vita verso la direzione che desidera, noi partecipiamo a creare ciò che ci circonda perché la realtà stessa attinge dalla nostra mente per creare. La fisica dell’anima è un’estensione della fisica quantistica all’esperienza umana, per aprire la mente ad una realtà più ampia. La realtà è composta dall’unione di tutte le nostre anime che sono interconnesse. Con questa teoria dovremmo cominciare ad osservare la vita considerando anche l’invisibile, accettando che esiste anche ciò che non possiamo vedere e toccare. Accogliere l’esistenza della nostra anima, ci apre ad una vita più gioiosa dove non ci sentiamo più separati ma uniti anche a distanza; non esistendo più uno spazio che ci allontana non temeremo più la solitudine. Accettare un'anima che supera lo spazio ed il tempo ci porta ad approcciare anche un nuovo concetto di morte che fa molto meno paura, perché l’anima resterebbe immortale. Coltivare la nostra anima ci alimenta l’intuizione e lascia spazio all’empatia perché gli altri non sono più qualcosa di esterno a noi e diverso da giudicare in un’ottica di competizione. Anzi, l’incontro di più anime diverse crea un’energia immensa proprio come succede quando sulla base della legge quantistica si uniscono due unità elementari di carica elettrica opposta. In tal caso la loro diversità crea qualcosa di infinitamente più grandioso della semplice somma delle parti.

23/06/2024 10:10
"Sognare una persona e poi incontrarla: come la sincronicità si manifesta nelle nostre vite"

"Sognare una persona e poi incontrarla: come la sincronicità si manifesta nelle nostre vite"

Nella mia vita ho sempre sentito che nulla sia mai avvenuto per puro caso, per me il caso non esiste, ogni evento accade per una ragione, perché siamo tutti connessi. Mi piace credere in una sorta di magia che pervade la nostra esistenza, un filo invisibile, molto più sapiente di noi che lega avvenimenti, persone e luoghi per condurre ogni anima lungo il percorso che è destinata a seguire. La mente umana razionale tende a cercare un nesso di causa – effetto tra due eventi e quando non lo trova, lascia andare, pensando ad una semplice coincidenza fine a sé stessa; in questo modo, ci priviamo della possibilità di utilizzare uno strumento potente più ampio e profondo per interpretare ciò che ci accade. La psicologia chiama tale fenomeno sincronicità, per indicare appunto la coincidenza di eventi che non hanno una relazione causale evidente o che non hanno proprio alcun rapporto di natura causale, ma accadono in strettissima successione o addirittura contemporaneamente. Carl Gustav Jung per primo nel 1950 definì la sincronicità come "il principio dei nessi a-causali, in virtù del quale accadono una serie di coincidenze senza una relazione causale evidente tra esse". La sincronicità, se ben letta, ci può aiutare ad orientarci nella vita, come una bussola invisibile, per comprendere il significato vero degli eventi che ci capitano. È una forza misteriosa e allo stesso tempo reale che coinvolge l’intero universo, se ci affidiamo ad essa, facendoci guidare dal nostro istinto e dal nostro inconscio, possiamo accedere ad un’ulteriore consapevolezza. Così ognuno di noi in base alla propria unica esperienza può connettere tra di loro e dare un senso più ampio ad esperienze che, ad un occhio estraneo, potrebbero risultare del tutto disgiunte ed insignificanti. Esempi di sincronicità possono essere: - pensare o sognare una persona e poi incontrarla o ricevere una telefonata dalla stessa; - cercare una soluzione ad un problema e imbatterci in qualcosa che sembra suggerirci la risposta che desideravamo; - elementi simbolici legati a numeri, date, nomi; - perdere un treno o cambiare un programma all’ultimo momento che si rivelano poi determinanti nella nostra vita. Per accedere a questa ulteriore conoscenza è importante sentirsi connessi e mettere in gioco la nostra intelligenza emotiva che ci permette di utilizzare l’intuito e di volare sopra al ragionamento cognitivo e razionale, per ricevere quelle risposte ed indicazioni che l’universo desidera donarci per la nostra evoluzione.  

16/06/2024 11:15
Dal lamento alla gratitudine: un ribaltamento necessario per aprire le barriere della nostra mente

Dal lamento alla gratitudine: un ribaltamento necessario per aprire le barriere della nostra mente

La nostra mente, a volte, tende a non riconoscere la bellezza e a porre, invece, attenzione alle mancanze, con sguardo critico a ciò che ci circonda. Veniamo, in questo modo, appesantiti dai nostri stessi pensieri focalizzati sul problema. Tutto ciò contribuisce ad abbassare l’energia, alimentando un senso di disagio. Così, senza nemmeno rendercene conto, veniamo inglobati velocemente in un vortice di negatività in cui il lamento ha la meglio. Purtroppo quando ci lamentiamo creiamo tossicità intorno a noi, abbassiamo le nostre vibrazioni e di quelli che ci circondano. Il lamento crea un'emozione negativa che condiziona le nostre azioni, determinando le nostre giornate e la nostra vita. Ad un’analisi attenta colui che cede ad un lamento sterile non fa altro che mettere l’accento sulle proprie mancanze, egli ammette la propria impotenza di fronte alla vita, entra nel ruolo della vittima vivendo un’esistenza poco felice. Trovo più costruttivo osservare la mancanza e comprendere che forse dovremmo impegnarci di più per colmarla; in tal modo, diventiamo propositivi ed invece di lamentarci aspettando che dall'esterno ci arrivi ciò che desideriamo, cominciamo a creare noi stessi ciò che ci manca. Così scopriamo di avere il potere di integrarci da soli senza bisogno degli altri. In tal modo ci prendiamo la nostra responsabilità e cominciamo a cambiare dall’interno e nell’istante in cui noi cambiamo, poi, per magia, tutto intorno a noi cambia. Non siamo più in balia dei fattori esterni ma riconosciamo la nostra capacità di creare la realtà e di non farci condizionare da nessuno; così restiamo centrati sulle nostre consapevolezze che ci permettono di non essere succubi delle circostanze esterne ma di essere al contrario pro-attivi. Se desideriamo spostare l’ago della bilancia dal lamento alla costruzione, elevando la nostra energia, la gratitudine svolge un ruolo fondamentale. È una sorta di medicina naturale, infatti possiamo trovare un grande sollievo svegliandoci la mattina con parole di gratitudine per ogni regalo ricevuto dall'universo come respirare, esser in salute, avere un tetto sotto cui vivere, poter mangiare,contemplare la natura, avere accanto le persone che amiamo. Possiamo affrontare anche le esperienze difficili in un’ottica di riconoscenza, perché saranno necessarie per portarci un nuovo insegnamento e per poter evolvere. La gratitudine ci permette di passare da uno stato di mancanza ad una condizione di abbondanza, abbiamo l’opportunità di vedere la nostra vita in una nuova prospettiva di ricchezza in cui viene dato valore ad ogni sorriso, parola gentile o raggio di sole attraversi le nostre esistenze. Accogliere la vita come un dono prezioso, dispensatrice di prosperità allontana dai pensieri tossici e ci permette di rimetterci in gioco con fiducia.            

09/06/2024 10:00
"Parlare in continuazione non significa comunicare": come ascoltare davvero l'altro

"Parlare in continuazione non significa comunicare": come ascoltare davvero l'altro

La comunicazione vera avviene quando nella nostra essenza viviamo il momento presente con l'altro; è un atto di presenza a noi stessi che ci permette di entrare in relazione al di là delle parole; è una questione di cuore, di occhi, di ascolto e di vibrazioni. Questo concetto è magistralmente espresso dalle parole dello psicoterapeuta Fritz Perls che così scrisse: "Se avete orecchio, dell’altro sapete già tutto, non avete bisogno di ascoltare quello che la persona vi dice, ascoltatene il Suono. Per - Sona: Mediante Il Suono Il Suono dice Tutto" Stiamo parlando di un ascolto empatico, con il quale si cerca di comprendere cosa prova l'altro, senza interrompere, giudicare o provare a fargli cambiare idea, dove ognuno espone il suo punto di vista nel rispetto altrui con accettazione autentica. Nella quotidianità, quando siamo disponibili con gli altri, ci fermiamo ad ascoltare le parole, ma ciò non basta a comprendere veramente; dietro alle parole, a volte, si nascondono ulteriori realtà che le persone stesse non hanno il coraggio di esprimere o di cui non sono consapevoli. Se vogliamo conoscere veramente l’altro oltre le barriere della mente, dobbiamo prestare attenzione al tono della voce, ai silenzi, agli sguardi, alle minime espressioni del viso, ai gesti ed ai movimenti. In una comunicazione sana oltre all'ascolto diamo valore alle parole che pronunciamo, prima di parlare chiediamoci se ciò che stiamo per dire è utile, vero, onesto e gentile. Abbiamo una grande responsabilità, perché ogni parola andrà ad influenzare la mente, lo stato emotivo ed il corpo degli altri, è come un alimento che può portare benessere ma può anche avvelenare. Ci viene richiesta coerenza tra cuore e verbo, se le parole non sono collegate alla coscienza, sono solo parole vuote, parole che non nutrono l’anima; quando sono il frutto di un dolore e dirette a ferire volontariamente, non danno vita ad una comunicazione consapevole e costruttiva, sono parole dettate dal nostro ego, lontane dalla nostra essenza più autentica. Allora soffermiamoci a riflettere un attimo prima di parlare, possiamo imparare a dire ciò che vogliamo con assertività, esprimendo i nostri pensieri e le nostre emozioni con le giuste parole, scegliendo il momento più opportuno. La parola è un dono prezioso che ci è stato concesso, facciamo in modo che rappresenti uno strumento di crescita personale e di relazione, così da portare gentilezza ed armonia nella nostra vita.    

02/06/2024 10:16
"Amare sé stessi è una corsa a tappe: quanti di noi arrivano davvero al traguardo?"

"Amare sé stessi è una corsa a tappe: quanti di noi arrivano davvero al traguardo?"

"Ti ami?". Nella mia esperienza, ogni volta in cui pronuncio questa domanda, vedo negli occhi della persona un senso di smarrimento, perché d’istinto verrebbe da dire: "Si, certo!". Poi, invece, ad una riflessione più attenta qualche dubbio arriva. Amare realmente sé stessi implica un percorso che prevede dei passaggi, direi, quasi inevitabili: - Guardarsi per quello che siamo realmente, oltre le maschere costruite inconsciamente per compiacere la società o il partner; - Riconoscersi nell'essenza più pura, entrando in contatto con la nostra anima; - Accettarsi con gratitudine per quello che vediamo di noi, accogliendo sia luci che ombre; -  Ed infine amarsi, traducendo questo amore in azioni che ci donano un grande senso di serenità. Quando cominciamo ad amarci veramente, usciamo dal giudizio nei confronti di noi stessi, comprendiamo che non dobbiamo essere perfetti e che è possibile sbagliare; allora ci permettiamo di  essere vulnerabili, con le nostre emozioni e fragilità. Non dobbiamo dimostrare nulla a nessuno, se non cercare di essere la nostra miglior versione. Così impariamo a dire 'no' quando sentiamo che quel 'sì' andrebbe a tradire noi stessi, a violare la nostra pace e il nostro spazio sacro. Un 'no' pronunciato con rispetto e consapevolezza ci avvicina al nostro fulcro, permettendoci di percorrere l’unico e speciale cammino che appartiene solo alla nostra anima. In virtù di ciò, concediamoci la possibilità di cambiare anche se ciò potrebbe portare a deludere le aspettative degli altri o ad allontanare delle persone, importante è non deludere noi stessi. Amarsi significa anche perdonare situazioni o persone che ci hanno ferito, così facendo lasciamo fluire la vita, non alimentiamo odio o rancori ma consapevolizziamo l’accaduto; cerchiamo di comprenderne l’insegnamento e salutiamo tutto ciò che ormai non ci serve più per la nostra crescita. Facciamo ciò che amiamo anche da soli, senza dover aspettare qualcuno, trascorriamo del tempo di qualità con noi stessi, perché la persona con cui trascorrerai tutta la vita sei tu, quindi cerca di essere il tuo miglior compagno di viaggio. Non cerchiamo un uomo o una donna che possano donarci quell’amore che soltanto noi possiamo darci, viviamo nella speranza che qualcuno venga a colmare tutte le mancanze che il nostro bambino interiore sente di aver subito dai propri genitori; ciò è solo un’illusione, perché un compagno non può farci da padre o da madre, soltanto noi potremo amare il nostro bambino. Per cui cominciamo ad abbracciare il bambino o la bambina che siamo stati, relazioniamoci a lui/lei con rispetto, attenzione ed immenso amore, accompagnandolo con coraggio a raggiungere i suoi sogni.       

26/05/2024 11:50
"Il dolore come grande opportunità di cambiamento: non va anestetizzato, ma affrontato"

"Il dolore come grande opportunità di cambiamento: non va anestetizzato, ma affrontato"

C’è un momento nella nostra vita in cui avviene un cambiamento, può essere il verificarsi di un avvenimento esterno doloroso o semplicemente succede che dentro di noi qualcosa ci richiama all’attenzione ed, in genere, se non siamo attenti ad ascoltare questa voce, il corpo inizia a mandarci segnali di disagio. È il tempo della verità, da questo istante c’è un prima ed un dopo, così cominciamo a vivere una trasformazione che richiede tanta forza e fiducia; all’inizio tutto ci apparirà confuso e difficile, in realtà stiamo evolvendo, stiamo per iniziare una nuova fase della nostra esistenza, che, se sapremo vivere fino in fondo, segnerà il momento di una rinascita. Da qui in poi, non saremo più gli stessi di prima. Affrontare l’esperienza dolorosa è un'occasione che ci consente di guardarci dentro, facendoci conoscere le nostre risorse ma anche le fragilità; ci permette di sviluppare una consapevolezza che ci darà la possibilità di vedere il mondo che ci circonda con nuove lenti, per vivere una vita più intensa e quasi magica, in cui poter cogliere la bellezza di ogni giorno come un dono tutt’altro che scontato.  Così iniziamo un nuovo ciclo dell’esistenza, una fase più vera, in cui ogni scelta, rappresenta ciò che siamo, portandoci a realizzare la nostra vera Identità. A volte, però, può succedere che non si abbiano gli strumenti e l’energia per poter ascoltare ed attraversare il nostro dolore, per metterci completamente in gioco ed affrontare  le difficoltà, allora si preferisce soffocare la sofferenza con anestetici come alcool, droghe o altre dipendenze che ci allontano da noi stessi con effimere e fugaci ricompense.  In questo modo scegliamo di non vivere la nostra esistenza, ma quella che le circostanze, il contesto sociale, l’educazione hanno deciso per noi, così ci allontaniamo sempre più dal nostro fulcro e decidiamo di non conoscere la nostra anima, precludendoci la meravigliosa opportunità di farla risplendere e di essere felici. Ci vuole un atto di coraggio, dal latino Cor Habeo Agire con il Cuore, per mettersi in discussione, uscire dal vittimismo e scoprire il grande poter di essere gli artefici del nostro destino. Ci viene chiesto, appunto, un atto di amore per assaporare la bellezza di questa esistenza, per trasformare le nostre paure in amore per noi stessi, per gli altri e per la vita che scegliamo. Se impariamo a trasformare le nostre ombre in luce potremmo raggiungere grandi risultati.

19/05/2024 10:50
Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.