"Un incontro non è mai casuale", mi ripeteva mia nonna. Ero ancora una bambina e le sue parole, secche e morbide nel contempo, mi attraversavano con un senso di monito misto a magia.
"Lucia ricorda, ogni persona che incrocerà la tua strada, non importa per quanto tempo, un giorno o una vita, sarà lì per un insegnamento. Angeli e, a volte, anche diavoli ti guideranno lungo il cammino. Fai attenzione, perchè dovrai essere tu brava a coglierne il messaggio!".
Sono cresciuta con la sensazione che nella vita nulla sia mai avvenuto per caso, mi sono sempre sentita, in qualche modo, connessa agli altri. Ho creduto in un filo invisibile molto più sapiente di noi, in grado di legare avvenimenti, persone e luoghi, per condurci lungo il percorso che siamo destinati a seguire.
Così accadde quel giorno in una mattina come tante. Il suono della sveglia mi riporta violentemente alla realtà, ancora prima di alzarmi, inizia una personale lotta quotidiana con la mia pressione bassa. Un passo dopo l’altro mi trascino alla moka , mia inseparabile alleata.
Credo che il caffè sia la migliore droga legalizzata e con questa considerazione, un piccolo sorso alla volta, eccomi riconciliarmi con la vita! Milano, con la sua energia frenetica, mi risucchia nel vortice; a volte mentre cammino per strada ho la sensazione di dover essere sempre pronta ad afferrare pezzi di vita, come se mi sfuggissero di mano.
Guardo l’orologio, no!! È tardi! Come al solito mi perdo nei pensieri, mi pongo domande alle quali riesco a dare almeno tre risposte diverse, completamente in antitesi tra di loro. Mente e cuore affollati, una grande confusione dove ognuno vuole dire la sua!
Il suono del clacson mi riporta alla realtà e comincio a correre, arrabbiata con me stessa per essere sempre in ritardo! Scendo le scale della metro, sorpasso l’uomo con il cappello, poi la signora con il passeggino, accelero ed ecco ci ricasco, cavolo, mi sto distraendo di nuovo!
La mia mente è ripartita...sto ammirando, con un pizzico di invidia, la signorina qui davanti a me tutta imbellettata alle otto del mattino che con andamento elegante e pacato cammina sui suoi tacchi dieci. L’unica cosa che io sono riuscita a fare oggi è mettere del gel nei capelli per dar loro un senso di apparente compostezza.
Arrivo trafelata ai binari della linea gialla che mi porterà diretta alla fermata, vicino alla redazione, al display compare la scritta: "Attesa minuti quattro e mezzo". Com’è possibile mi chiedo!! Di solito l’attesa è di un minuto, al massimo uno e mezzo! Sono disperata!
L’ansia sale, poi mi vengono in mente le parole di mia nonna, così respiro a pieni polmoni l’aria grigia e consumata della metro; stranamente comincio a sentire un’unica voce che si fa portatrice sana di tutte le altre che mi ricorda: "Lucia, lascia fluire, essere qui, ora trafelata e sudata ha un suo significato che in questo momento non sei in grado di comprendere, abbi fiducia nel percorso!".
Arriva il mio treno, si aprono le porte, mi precipito verso il primo posto libero, mi siedo e all'istante sento un calore arrivare dalla mia sinistra, mi giro e vedo la luce! Un'anima mi sta osservando, occhi tristi e dolci diretti ai miei, capelli castani spettinati ed un grande sorriso di porpora, disegnato a modo di clown, che stride con la malinconia e la delicatezza che emana.
La sua pelle di porcellana riflette un’aurea intorno a se’ che mi destabilizza. Sto forse sognando mi chiedo? Sarà lui il mio angelo? Non importa, sento una pace ed una serenità mai provati prima.
Lui continua a guardarmi, il suo sguardo va oltre, mi sento completamente scoperta ed indifesa, ma al sicuro. Prossima fermata, lui scende lasciandomi in dono una sensazione di armonia che pervade mente e corpo.
Non c’è più ansia, fretta o senso di inadeguatezza per i miei ritardi...tutto si è placato, la vita si è espressa nella sua essenza in una magia di pochi istanti.
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