Cultura
Tolentino, le grandi epoche della musica in concerto con il Morgen Piano Trio al Politeama
Il nuovo appuntamento del Master Piano Festival sarà in compagnia di un acclamato e giovanissimo trio che propone un concerto di facile ascolto dove si uniscono l’intensità del pianoforte, la dolcezza del violino e la forza espressiva del violoncello. Domenica 1° dicembre alle ore 18,00 si esibirà al Politeama di Tolentino il Morgen Piano Trio, formato da Nicola Marvulli al violino, Camilla Patria al violoncello e Tiziana Columbro al pianoforte. Il Morgen Piano Trio esplorerà diversi stili ed epoche passando dal genio musicale di L.V. Beethoven al padre della sinfonia e del classicismo viennese come F.J. Haydn fino ad arrivare alle composizioni più contemporanee di L. Bernstein, autore delle musiche di West Side Story. Il programma prevede: Trio in La maggiore Hob. XV 18) di F.J. Haydn; Trio in La minore di L. Bernstein e Trio in Si bemolle maggiore op. 11 di L.v. Beethoven. Apprezzato dal pubblico e dalla critica, il Morgen Piano Trio nasce nel 2020 ed ha già al suo attivo numerose esecuzioni in prestigiose sedi in Italia e all’estero, tra cui il Musikverein di Vienna, in Spagna l’Ateneo Musical de Burgos, l’Ateneo Musical Mirandés, la Sociedad Filarmonica Castellana, in Italia l’Unione Musicale di Torino, l’Accademia Filarmonica di Messina, l’Emilia Romagna Festival, la Fondazione Franco Michele Napolitano di Napoli, il Festival Caelium Classica contemporanea di Ceglie Messapica, l’Università degli Studi di Padova, la Camerata Musicale Salentina di Lecce, il festival Camogli in Musica, l’Associazione Musicale Sergio Gaggia di Cividale del Friuli (UD), l’Associazione M.U.N. Music Notes in Pesaro, il Festival della bassa atesina di Cortaccia (BZ), l’Associazione Conoscere la Musica di Bologna. Nel 2022 l’ensemble è stato semifinalista nell’ambito della XXI edizione del concorso Premio Trio di Trieste. Il trio si è perfezionato con il Maestro Antonio Valentino presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino e con il Trio di Parma e il Maestro Pierpaolo Maurizzi nell’ambito del Master annuale di Alto Perfezionamento in Musica da Camera del Conservatorio “A. Boito” di Parma, concludendo nel 2023 con 110 Lode e Menzione. Ogni componente è attivo come camerista e solista sul panorama nazionale e internazionale. Biglietti 12 euro in vendita al Botteghino del Politeama, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 20,00 e da tre ore prima di ciascun spettacolo, online all’indirizzo https://www.politeama.org/biglietti/ La stagione 2024-2025 del Politeama è sostenuta dalla Regione Marche e organizzata con il contributo di Simonelli Group, Estra Prometeo, BCC Recanati e Colmurano e Gruppo Medico Fisiomed.
Tolentino, Gianluca Papadia trionfa al Premio Colsalvatico con un racconto autobiografico
Gianluca Papadia, caporedattore del sito letterario sevenblog.it, scrittore e drammaturgo di Pozzuoli (Na), è il vincitore della X edizione biennale del Premio Colsalvatico “L’umorismo, un modo di guardare la realtà”, dedicato ai racconti inediti. Il suo racconto, Contromano sull'ottovolante, che attinge a spunti autobiografici, esplora le manie, piccole e grandi, che sopravvivono anche oltre il fenomeno del bradisismo, dimostrando come l'umorismo possa essere una base solida per affrontare anche le difficoltà più gravi della vita. Nel 2020 Papadia aveva già vinto il Premio Massimo Troisi per la miglior scrittura comica, e aveva ricevuto una segnalazione di merito nella IX edizione del Premio Colsalvatico nel 2022. Durante la cerimonia, che si è svolta il 23 novembre al Politeama di Tolentino, il riconoscimento gli è stato consegnato da Alberto Cola, vincitore della IX edizione, che è stato anche membro della Giuria tecnica dell'attuale edizione. A seguire, sono stati premiati gli altri finalisti: il secondo premio è andato a Fabiano Pirozzi di Tortoreto (Te) per il suo racconto Il soliloquio stellare di Messere Baldassarre, mentre Francesco Petrucci di Verona ha ricevuto il terzo premio per Il bonus. Il vicesindaco di Tolentino, Alessia Pupo, ha premiato Petrucci, mentre Leonardo Roselli, vicesindaco di Camporotondo di Fiastrone (paese natale di Tullio Colsalvatico), ha consegnato il premio a Stefano Bigliardi per Il trionfo del Quidopro, che, pur essendo all'estero in Marocco, ha salutato il pubblico tramite un collegamento video. Infine, il presidente del Circolo Culturale “Tullio Colsalvatico”, Franco Maiolati, ha conferito il riconoscimento a Alberto Valli di Merate (LC) per Non si fan nozze con i funghi secchi. Il presidente della Giuria, Gianfranco Lauretano, ha sottolineato l'alto livello qualitativo dei racconti pervenuti, 40 in totale, e ha evidenziato come tutti i partecipanti abbiano saputo trattare l'umorismo con grande maestria, evitando il riso come derisione e restituendo una visione più profonda della realtà. A giudizio unanime della giuria tecnica, composta anche da Fabrizio Altieri, Fulvio Fulvi, Samanta Casali e Solidea Vitali, il Premio Colsalvatico continua a mantenere la sua vocazione di celebrare l'umorismo come forma di riflessione e comprensione della realtà. La serata è stata arricchita dalla lettura di brani dei racconti premiati da parte dei membri dell'Associazione culturale Libera...mente e del Laboratorio artistico Bura, con la regia di Genny Ceresani, che ha interpretato magistralmente Due a offrire di Tullio Colsalvatico. L'evento ha visto anche un contributo musicale di Tommaso Foresi, Emanuele Petteruti e Alessandro Roganti, e ha avuto uno scopo benefico, sostenendo la Campagna Tende dell'AVSI “Educazione è speranza”. Il Circolo Culturale “Tullio Colsalvatico” ringrazia quanti hanno contribuito alla realizzazione dell'evento, tra cui il Comune di Tolentino, il Comune di Camporotondo di Fiastrone, l'Unione Montana dei Monti Azzurri, e le aziende Systematica, SimonelliGroup ed ITICI.
San Severino, Buona la prima per il museo diffuso sulla Resistenza
Lo scorso luglio, in occasione delle celebrazione per l'ottantesimo anniversario della liberazione dall'occupazione fascista prima e nazi-fascista poi, a San Severino Marche è stato presentato il Museo Diffuso della Resistenza – Trekking urbano. Il progetto nato da una felice intuizione della locale sezione ANPI, intitolata al Capitano Salvatore Valerio M.O.V.M., e supportato dal Sindacato Pensionate SPI CGIL e dalla CGIL di Macerata. L'idea è quella di valorizzare, attraverso passeggiate accessibili a tutti, i molteplici vicoli e palazzi del centro storico che dal settembre del 1943 al luglio del 1944 sono stati silenti spettatori della valorosa storia partigiana di liberazione e che ha portato la città nell'aprile del 2022 ad essere insignita come Medaglia d'oro al merito civile per aver "Durante il periodo bellico partecipò alla lotta partigiana, ospitando e sfamando centinaia di sfollati". Fu teatro di uccisioni, di numerose fucilazioni e di rastrellamenti ad opera delle truppe tedesche e a danno della popolazione. Esempio di estremo sacrificio e di virtù civiche. 1943/1945" (fonte https://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/373214). In un percorso condiviso tra ANPI e SPI territoriali, nella mattinata di oggi 24 novembre, si è dato il via alla prova generale di questa passeggiata nella storia. Testimonials dell'iniziativa Francesco Rocchetti, Presidente Provinciale ANPI Macerata e Romina Maccari, Segretaria Generale SPI CGIL Macerata. Un nutrito gruppo di persone, che lungo il percorso ha attirato a se altri curiosi, guidati da Donella Bellabarba, presidentessa ANPI San Severino, insieme a Alberta Ricottini dell'associazione il Sognalibro si è mosso dal Cine-Teatro Italia, già sede della gioventù fascista, fino ad arrivare a ridosso del convento di San Pacifico per ritornare nella suggestiva cornice di Piazza del Popolo sotto alla terrazza del Palazzo Comunale da cui il partigiano Mario Depangher, tenne il suo primo discorso a una San Severino finalmente libera. "Come SPI abbiamo fin da subito aderito con orgoglio all'idea del museo diffuso- dichiara Romina Maccari- L'unire alla se pur importante lettura dei fatti un'esperienza sensoriale come quella offerta dalla passeggiata rafforza attraverso il contatto diretto una memoria che diventa oggi essenziale conservare e tramandare". "La campagna revisionistica propria di una determinata compagine politica - continua Francesco Rocchetti - sta affinando la sua tecnica. Non si contrasta più la Resistenza apertamente, ma la si minimizza relegandola a un ruolo secondario e quasi ininfluente rispetto alle forze alleate in cui era invece parte attiva e prezioso supporto." E' stato scelto il 24 novembre per promuovere e ricordare la Resistenza non a caso. Questa giornata precede infatti sia la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, 25 novembre, sia lo sciopero generale nazionale proclamato da CGIL e UIL per il 29 p.v. configurandosi idealmente come preludio e volano per promuovere non solo il museo (per maggiori info anpi.sanseverino.cvs@gmail.com), ma anche per il presidio organizzato dal Forum Donne CGIL e il Coordinamento Donne SPI CGIL a Macerata nella mattinata di lunedì e per l'adesione allo sciopero e la partecipazione alla manifestazione che si terrà a Fabriano, città scelta per dare supporto ai lavoratori della storica cartiera e della Beko, ex Whirpool.
Civitanova, il legame tra sport e futurismo: taglio del nastro per la mostra su Tullio Crali
Taglio del nastro sabato in pinacoteca civica Marco Moretti per la mostra "Tullio Crali. Futur Sport", una selezione di opere dagli anni ’30 agli anni ’60 che hanno per soggetto delle discipline sportive enunciate in termini futuristi. L’esposizione rinnova la collaborazione tra la pinacoteca cittadina e la famiglia Crali, tanto che per l’inaugurazione era presente Anna Bartolozzi Crali, nuora del Maestro. Il sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, assieme al suo vice Claudio Morresi, ha spiegato quanto la mostra sia un’occasione di riflessione sul rapporto "tra creatività, dinamismo e i valori universali dello sport. Questa esposizione ci dà l’opportunità di accendere un riflettore sulla visione di Crali per lo sport, rappresentato non solo come forza e competizione ma anche come spinta e vigore verso il futuro. Un grazie alla famiglia Crali che ci mette a disposizione queste opere per un anno". Anche la presidente dei Teatri di Civitanova Maria Luce Centioni, con Paolo Giannoni (consigliere del cda), ha voluto ringraziare la famiglia Crali "per la scoperta di un nuovo percorso meraviglioso ed eclettico". Anna Bartolozzi Crali ha sottolineato il piacere di condividere una nuova esposizione con la pinacoteca Moretti, ricordando come "nell’anno delle Olimpiadi ci è sembrato interessante con la direttrice Enrica Bruni selezionare opere di Tullio Crali dedicate allo sport". La direttrice Bruni ha proseguito: "Per Marinetti lo sport doveva rappresentare una delle tante sfaccettature del futurismo, visto il suo essere dinamico e il suo porre al centro l’atleta che supera il suo limite e batte ogni record. In questa mostra ci sono temi diversi e tecniche diverse, partendo dai lottatori dipinti da un Crali giovanissimo, nel 1927. Sono undici opere che raccontano una storia e che siamo sicuri piacerà ai nostri ospiti, che troveranno una corrispondenza anche con il futurista Tulli, con l’esposizione a lui dedicata sempre in pinacoteca e inaugurata nei mesi scorsi". La permanente sarà visitabile nel corso del 2025 e verranno organizzate diverse lectio, partendo dal primo dicembre in occasione dell’iniziativa Domenica al Museo e proseguendo poi l’8 dicembre.
"I Martedì dell'Arte": lectio del prof. Stefano Papetti su "Il museo dell’arte salvata dal terremoto a San Severino Marche"
Proseguono le lezioni dei "Martedì dell’Arte", ormai tradizionale rassegna curata dall’Associazione Arte, con il Comune e l’Azienda Teatri. Martedì 25 novembre, il prof Stefano Papetti parlerà de “Il museo dell'arte salvata dal terremoto a San Severino Marche”. Questa lezione si terrà alle 18, con ingresso libero, al teatro Rossini. Il calendario di quest’edizione vede salire in cattedra ospiti di altissimo profilo. Sono: Stefano Papetti, Roberto Mancini, Mauro Perugini, Yuri Marano, Andrea Baffoni, Michele Fofi, Giorgio Valentini, Maria Letizia Papiri, Paola Ballesi, Roberto Cresti. Anche quest’anno la presenza agli appuntamenti verrà riconosciuta dal Miur come corsi formativi, al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Macerata, alla scoperta del Giallo dei Sibillini: presentazione del libro sul caso della Baronessa Rothschild
Un evento esclusivo, che riporta alla luce uno dei più intriganti misteri delle Marche, si terrà venerdì 29 novembre alle 17:30 presso la Bottega del Libro di Macerata, in corso della Repubblica. L’occasione è la presentazione del libro Il giallo dei Sibillini. Il mistero della baronessa Rothschild: una svolta a 44 anni dalla morte? Un'inchiesta che ripercorre gli eventi legati alla morte della baronessa Rothschild, una figura misteriosa la cui tragica fine ha affascinato e coinvolto investigatori e appassionati di cronaca nera per decenni. L'evento, organizzato nell'ambito della rassegna Marche d'Autore – I misteri marchigiani, si annuncia ricco di spunti e interventi da parte di una squadra di esperti che, a vario titolo, sono stati coinvolti nell'indagine e nella riscoperta del caso. Tra i partecipanti al dibattito, ci saranno il giornalista Giancarlo Trapanese (già redattore capo di Rai 3), il collega Daniele Pallotta (giornalista del Corriere Adriatico), l’avvocato Giuseppe De Rosa, direttore della rivista Orizzonti della Marca di Camerino, la giornalista e imprenditrice Francesca Macina. Interverranno anche il colonello Salvatore Forte (già comandante dei carabinieri di Camerino), Maurizio Verdenelli (già inviato speciale de Il Messaggero), e Giorgio Iacobone (già dirigente della Squadra Mobile di Macerata e questore). Un aspetto particolare della serata è la presenza virtuale di Francesca Macina e Salvatore Forte, coniugi e amici stretti del magistrato che indagò sul caso e che, purtroppo, è venuto a mancare prima di poter completare il lavoro che avrebbe dovuto portare alla luce la verità sulla morte della baronessa Rothschild. Forte, infatti, è stato uno degli investigatori chiave, tra l’altro l’autore del famoso avvistamento dell'auto abbandonata della baronessa nella neve, un elemento che rappresentò una svolta nelle indagini. Macina, invece, avrebbe dovuto scrivere un libro insieme al magistrato sul caso, prima della sua scomparsa. Il libro ripercorre le fasi del mistero legato alla morte della baronessa, deceduta nel 1980 in circostanze misteriose sui monti Sibillini, una tragedia che ha sollevato numerosi interrogativi, mai completamente risolti. A distanza di più di quattro decenni, nuove piste e nuovi elementi potrebbero finalmente restituire un volto più chiaro alla vicenda. Marche d'Autore – I misteri marchigiani, curata da David Miliozzi e Jonathan Arpetti, è una rassegna che esplora i casi più affascinanti e misteriosi della regione, con un focus particolare sulle indagini e i colpi di scena che hanno segnato la storia recente e passata delle Marche. L’evento alla Bottega del Libro di Macerata rappresenta quindi un'opportunità unica per riscoprire un mistero che, pur avendo una lunga storia alle spalle, continua a suscitare domande e interesse. L’incontro sarà anche un’occasione per riflettere sul ruolo dell'informazione, della giustizia e della memoria collettiva nel far luce su vicende rimaste sospese nel tempo. L’evento è a ingresso libero.
"Cattive notizie per il cinema a Recanati: la Sala Gigli non riaprirà in tempi brevi"
"Cattive notizie per il cinema a Recanati. La Sala Gigli non riaprirà in tempi brevi e soprattutto non riaprirà con l’affidamento al Circolo del Cinema Recanati". Ad annunciarlo è il presidente del circolo, Beniamino Gigli, attraverso una nota in cui sottolinea il suo dispiacere e quello della "ditta Alfastudio di Stefano Carella, che è stata l’anima tecnico-economica della gestione". "Dopo la scadenza del nostro contratto di comodato d’uso per la gestione della Sala Gigli - spiega Gigli -, l'amministrazione comunale ci ha comunicato che occorrevano dei lavori di sistemazione dell’impianto elettrico, per cui non si sarebbe potuto stipulare un eventuale nuovo contratto fino a lavori terminati. Passata l’estate, visto che i tempi si prolungavano e che, per chiunque avesse gestito la sala, la stagione invernale - primaverile sarebbe stata comunque compromessa, in data 31 ottobre scorso abbiamo fatto una richiesta ufficiale al sindaco per un eventuale rinnovo del contratto di comodato d’Uso fino all’estate 2026". Richiesta a cui ha risposto l'assessore alla Cultura Ettore Pelati che nella sua comunicazione ha indicato come il Comune non abbia fornito "in nessuna occasione, alcuna indicazione sulle tempistiche degli interventi che necessita la sala 'Gigli"' per la sua messa a norma" e che "quando i suddetti lavori, saranno completati, si provvederà tramite un regolare bando, ad individuare, per la sala in questione, il soggetto idoneo alla sua gestione con l'obiettivo di esercitare una vera e propria attività di cinema". "Ringraziamo tutti gli spettatori che ci hanno sostenuto con la loro assidua presenza e ci auguriamo che i problemi connessi con la riapertura della sala vengano risolti al più presto, così da non privare di nuovo Recanati di un servizio essenziale per la cultura e la socializzazione dei cittadini", conclude il presidente del circolo del Cinema Recanati, Beniamino Gigli.
Montecosaro, l'arte di Tonino Maurizi in mostra al Rathaus di Stoccarda con "Genesis – Der Augenblick"
Dal 20 novembre al 19 dicembre 2024, l’Istituto Italiano di Cultura di Stoccarda ospita, presso gli spazi espositivi del Rathaus, la mostra personale “Genesis – Der Augenblick” di Tonino Maurizi, curata dalla professoressa Paola Ballesi e dalla dottoressa Francesca Maurizi. L’esposizione è promossa e organizzata dall’IIC di Stoccarda in collaborazione con il CeSMa (Centro Studi Marche), diretto dalla dott.sa Pina Gentili e il Municipio di Stoccarda. L’evento ha il patrocinio del Consiglio dei Marchigiani all’Estero e della Provincia di Macerata. Il titolo esemplifica il lungo percorso di ricerca dell’artista che fa della sua arte il sensore più raffinato e sottile per cogliere e rendere immediatamente visibili gli avvenimenti individuali e collettivi, dai più intimi e nascosti ai più sconvolgenti, come guerre e migrazioni che sconquassano il mondo e ci rendono meno umani. Tonino Maurizi (Montecosaro 1940) Pittore, scultore, designer, ebanista, frequenta l’Istituto delle Belle Arti di Macerata insieme a Dante Ferretti, Valeriano Trubbiani, Francesco Bonanotte, Giorgio Cegna, Guido e Carlo Bruzzesi, Danilo Bergamo. La bottega d’arte del padre diventa una fucina dove creare le prime sculture in legno. Oggetti pieni di movimento che rispecchiano il suo sentire e che sono ben accolti dai vari mercanti d’arte di Milano e Roma. A Milano la frequentazione dell’Accademia di Brera permette all’artista di fare varie sperimentazioni, ma, è l’incontro con Ivo Pannaggi che trasforma la vita di Tonino Maurizi, portandolo lontano dal suo Paese, verso la Germania e la Svezia, dove viene a contatto con gli ideali del Bauhaus che applica al suo lavoro e lo conduce a sconfinare nella scenografia, nel design di interni, nella progettazione e nella moda. È di questo periodo l’esperienza con la casa di moda Dior a Parigi, dove fa incontrare il mondo effimero del fashion con il rigore della funzionalità della forma. Le molteplici e varie esperienze giovanili arricchite dal fermento di idee maturate dalla conoscenza dei grandi maestri del ’900 porteranno Tonino Maurizi a fare della falegnameria del padre un’azienda-officina in cui poter pensare, disegnare, progettare e realizzare questo nuovo modo di sentire tradotto anche in un nuovo modo di abitare, creando mobili, oggetti, sculture e tele dalle linee pulite, essenziali, piene di colore. Da circa un ventennio, accanto all’impegno aziendale, ha ripreso a svolgere un’intensa attività espositiva in Italia e soprattutto all’estero (Cina, India, Emirati Arabi, Malesia, Indonesia, Giappone, Francia, Spagna, Germania, Libano, USA, Bangladesh, Bosnia ed Erzegovina, Israele, Singapore, Palestina, Messico, Thailandia, Serbia) riscuotendo grandi riconoscimenti di pubblico e di critica per la sua arte indomita e premonitrice, immediata e profonda nel leggere i sussulti dell’umanità.
Civitanova, proseguono "I Martedì dell’Arte": un viaggio nel Barocco con Stefano Papetti
Proseguono con successo le lezioni dei Martedì dell’Arte, la rinomata rassegna curata dall’Associazione Arte in collaborazione con il Comune e l’Azienda Teatri. Le lezioni, che si tengono presso l’Aula consiliare di Palazzo Sforza (sopra il Teatro Rossini), sono un appuntamento imperdibile per gli appassionati d’arte. Ogni martedì alle ore 18, con ingresso libero, il pubblico ha l’opportunità di immergersi in un viaggio culturale di altissimo livello. Il prossimo incontro, previsto per martedì 19 novembre, vedrà protagonista il prof. Stefano Papetti con una lezione dal titolo “La Pinacoteca di Ascoli. Il fasto barocco”. Un’occasione unica per scoprire i tesori artistici del barocco ascolano attraverso le parole di uno dei massimi esperti del settore. Il calendario di quest’edizione è ricco di ospiti illustri, tra cui Stefano Papetti, Roberto Mancini, Mauro Perugini, Yuri Marano, Andrea Baffoni, Michele Fofi, Giorgio Valentini, Maria Letizia Papiri, Paola Ballesi e Roberto Cresti. Ciascuno di loro porterà la propria esperienza e conoscenza, offrendo al pubblico una panoramica completa e approfondita su vari aspetti dell’arte. Anche quest’anno, la partecipazione agli appuntamenti sarà riconosciuta dal Miur come corsi formativi, con il rilascio di un attestato di partecipazione al termine del ciclo di lezioni. Un valore aggiunto per tutti coloro che desiderano arricchire il proprio bagaglio culturale e professionale.
"L'Arena Sferisterio oltre la lirica: la proposta per un progetto culturale più ampio" (FOTO)
Si è tenuto ieri pomeriggio, presso l'Asilo Ricci di Macerata, l'incontro pubblico organizzato dal Club della Rosa e dal Circolo ARCI di Macerata, dal titolo "L'Associazione Arena Sferisterio e la necessità di un progetto culturale e di spettacolo di lungo periodo”. L'iniziativa, promossa da Massimiliano Bianchini, presidente del Circolo ARCI, e Bruno Mandrelli, ex assessore alla Cultura, ha riunito esponenti della politica locale e rappresentanti della società civile, con l'obiettivo di discutere le prospettive future dell'Associazione Arena Sferisterio. Mandrelli e Bianchini hanno voluto sottolineare tre aspetti critici. In primo luogo, hanno evidenziato un'anomalia nella composizione dell'associazione, attualmente formata da soli due soci: Comune di Macerata e Provincia. "Se uno dei due è impossibilitato a contribuire e a gestire gli eventi, c'è un evidente problema strutturale", ha dichiarato l'ex assessore. Il secondo punto trattato riguarda l'incapacità dell'Associazione di attirare nuovi soci, pubblici e privati, per quello che era invece un obiettivo sancito dallo statuto oltre quarant'anni fa. "Non siamo riusciti a raggiungere questo scopo. Bisogna riflettere se ha ancora senso mantenere lo status quo," ha aggiunto. Infine, Mandrelli ha proposto una visione che estende l'attività dello Sferisterio oltre la stagione lirica, coinvolgendo anche altri generi di eventi (il jazz, il blues, i concerti rock), distribuiti lungo un arco temporale di 8-10 mesi. "Questo permetterebbe di attrarre sponsor non solo per la lirica, ma per un'offerta culturale più ampia, generando un indotto stabile per la città," ha spiegato, indicando come questa strategia potrebbe rilanciare la residenzialità, favorire la riapertura di attività commerciali e il recupero di quartieri urbani in declino. La proposta di Mandrelli include anche una trasformazione dell'Associazione Arena Sferisterio in una Fondazione, struttura giuridica più adatta per raggiungere obiettivi di lungo termine e attrarre nuovi capitali. "Molti teatri italiani hanno fatto questo passaggio. È un tema su cui è importante aprirsi al dialogo," ha concluso. Anche il consigliere d'opposizione Narciso Ricotta è intervenuto nel dibattito riprendendo l'idea di una trasformazione dell'associazione in fondazione. "Sia nel mio programma elettorale che in quello di Parcaroli era prevista questa trasformazione. Perché poi non si è fatto nulla e non se n'è addirittura mai discusso?". L'ex candidato sindaco ha voluto sottolineare come sia importante condividere questo percorso con tutte le forze politiche e trovare una soluzione condivisa per il futuro dello Sferisterio. "Le ultime tre stagioni sono state in perdita e abbiamo cambiato tre direttori. Ora, per fortuna, abbiamo a disposizione 400 mila euro per coprire le perdite, ma dobbiamo imparare a camminare con le nostre gambe. Questa discussione può essere l'inizio di un percorso che porti a una visione comune e durata," ha concluso Ricotta. Il consigliere d'opposizione David Miliozzi ha espresso preoccupazione per la gestione dello Sferisterio negli ultimi anni, caratterizzata da frequenti cambi di direzione e da una perdita di identità culturale. "Dal 2020 abbiamo visto ben quattro cambi di direttori. Procedere a singhiozzo mette a rischio il patrimonio culturale della città," ha detto Miliozzi, sottolineando la mancanza di una chiara visione politica per il futuro dell'arena. "Non vedo una visione chiara da parte dell'attuale amministrazione, mentre le figure del nostro territorio come Messi e Orazi sono state valorizzate nel passato grazie a una politica attenta," ha dichiarato, auspicando un'inversione di tendenza che valorizza le competenze locali e favorisca il coinvolgimento del territorio. L'iniziativa del Club della Rosa e del Circolo ARCI ha dunque gettato le basi per un dibattito che non potrà che proseguire nei prossimi mesi, con l'obiettivo di creare un progetto culturale di ampio respiro, capace di valorizzare appieno uno dei simboli più rappresentativi della città.
Macerata, "Non sono quello che sono": dibattito sul nuovo film di Edoardo Leo al cinema Multiplex
In occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre, la consigliera comunale di Macerata, Sabrina De Padova, organizza un evento di grande rilevanza per sensibilizzare la comunità sul tema della violenza di genere, un problema sociale che purtroppo non accenna a diminuire. Da anni impegnata nella lotta contro le discriminazioni di genere, sia come presidentessa del Consiglio delle Donne che come consigliera comunale, Sabrina De Padova ha sempre posto l’accento sull’importanza di educare fin dalle scuole alla parità di genere e al rispetto reciproco. Quest'anno, per dare ulteriore forza al messaggio, l'evento si concentrerà sulla proiezione del film "Non sono quello che sono", diretto e interpretato dall'attore, sceneggiatore e regista Edoardo Leo, che esce nei cinema oggi,14 novembre. La pellicola è una traduzione in chiave moderna dell’Otello di Shakespeare, riscritta in dialetto romano e napoletano, e affronta temi universali e ancora drammaticamente attuali, come la violenza domestica, la gelosia patologica, il razzismo, il maschilismo e il patriarcato. In un’epoca in cui i notiziari quotidianamente riportano notizie di femminicidi, il film offre uno spunto di riflessione sulla natura tossica di molte relazioni e sul pericolo che queste possano sfociare in tragedie fatali. Un film che riflette sul maschilismo inconsapevole "Non sono quello che sono" non si limita a raccontare una storia di violenza, ma cerca di indagare a fondo anche sulle dinamiche psicologiche che portano un uomo a compiere atti violenti. Edoardo Leo, attraverso una visione originale del classico shakespeariano, induce lo spettatore a riflettere sul maschilismo inconsapevole e sui comportamenti patriarcali che spesso sono interiorizzati, ma che non vengono riconosciuti come tali. La tragica vicenda di Otello e Desdemona, infatti, trova paradossalmente un parallelo con le violenze quotidiane che molte donne subiscono nelle relazioni moderne, e mostra come la gelosia, la possessività e la disuguaglianza possano trasformarsi in atti di violenza. Sabrina De Padova ha voluto sottolineare l'importanza che sia un uomo, come Edoardo Leo, a prendere la parola su un tema così delicato, in quanto la riflessione deve coinvolgere tutta la società, e non solo le donne. "Ogni individuo, uomo o donna che sia, ha una responsabilità nel riconoscere e contrastare il problema della violenza di genere," ha dichiarato la consigliera. "Questo film ci invita a guardare dentro di noi, a comprendere come spesso siamo inconsapevoli dei meccanismi di oppressione che perpetuiamo." Un incontro per riflettere insieme L’evento, organizzato in collaborazione con Monica Perugini, titolare del Cinema Multiplex di Piediripa, avrà luogo il 18 novembre e offrirà un'occasione di riflessione collettiva sulla violenza di genere. La serata si aprirà alle ore 20.00 con un incontro che vedrà la partecipazione della psicologa Luciana Del Grosso, che affronterà la tematica della violenza di genere, analizzando le sue radici psicologiche e sociali. A seguire, alle ore 20.30, ci sarà l'intervento da remoto di Edoardo Leo, che dialogherà con il pubblico per approfondire il messaggio del film e le problematiche legate alla violenza sulle donne. Alle 21.10, infine, verrà proiettato il film "Non sono quello che sono". Un’occasione per riflettere insieme su una problematica che, purtroppo, non è ancora stata adeguatamente superata, e che continua a colpire quotidianamente donne in tutto il mondo.
Il viaggio di Padre Matteo Ricci raccontato in un docu-film prodotto in Cina. L'anteprima a Roma
Il docu-film Un confuciano occidentale in Oriente, dedicato alla figura di Matteo Ricci, gesuita italiano che visse in Cina nel periodo della dinastia Ming, ha riscosso grande successo nello stesso stato dell'Asia orientale e in altri Paesi. Prodotto dal Kuangchi Program Service (Kps) in collaborazione con China Central TV (CCTV), il documentario ripercorre la vita e l'opera di Ricci, che si distinse per il suo approccio rispettoso verso la cultura cinese, integrando i valori locali con l'annuncio del Vangelo, un esempio di "inculturazione" ante litteram. Dopo il successo dell’opera in lingua cinese prodotta nel 2020, la versione italiana del documentario televisivo in quattro parti, dedicato al gesuita nato a Macerata il 6 ottobre 1552 e morto a Pechino l’11 maggio 1610, verrà presentata nella serata di oggi, 14 novembre, al Teatro Quirino di Roma. Ricci è noto per aver studiato la lingua cinese, pubblicato opere in cinese, e creato il primo mappamondo che poneva la Cina al centro. La sua opera ha aperto ponti tra Oriente e Occidente, contribuendo alla diffusione della cultura scientifica e religiosa in Cina. Nonostante il successo, le sue metodologie furono inizialmente criticate all'interno della Chiesa, ma successivamente rivalutate, anche grazie agli sviluppi del Concilio Vaticano II. Il documentario, che include riprese in vari Paesi, racconta anche il contesto storico e culturale del tempo e l'importanza di figure come Paolo Xu Guangqi, amico di Ricci. Il progetto ha lo scopo di valorizzare l'eredità dei gesuiti che hanno contribuito al progresso culturale e scientifico in Cina, offrendo oggi un esempio di dialogo tra culture.
Macerata, Luigi Fontana canta il papà Jimmy al Teatro Lauro Rossi: tutto pronto per il concerto-spettacolo
Tutto pronto al Teatro Lauro Rossi per il concerto - spettacolo "Un bianco castello fatato" di e con Luigi Fontana, in programma sabato 16 novembre alle 21. Si tratta di un evento che segue l’intitolazione del loggiato del Palazzo degli Studi al padre Jimmy Fontana voluta dall'Amministrazione comunale per rendere omaggio al grande musicista e cantante e quelle organizzate insieme aad Unimc e a Musicultura. Con un "Un bianco castello fatato" Luigi Fontana proporrà il meglio del repertorio del padre: da “Il Mondo” a “Che sarà” e una spettacolare sequenza di capolavori, firmati, tra gli altri, da Bindi, Paoli, Tenco, De Andrè, Battisti, Dalla, Ron, Cocciante, De Gregori. Il tutto insieme alla sua band, composta da Giorgio Di Maio pianoforte, tastiere e cori, Nazzareno Zacconi chitarre, Roberto Musolino basso e cori, Emiliano Caroselli batteria e Salvatore Cauteruccio fisarmonica con la quale Luigi regalerà interpretazioni ed arrangiamenti ricercati ed originali. Lo ‘spettacolo - concerto' sarà impreziosito da video, ideati per questa specifica occasione: filmati, fotografie storiche, immagini e suggestivi giochi grafici sottolineeranno le interpretazioni di Luigi, voce pianoforte e chitarra, donando ulteriore emozione ed intensità allo spettacolo. I biglietti, al costo di 18 euro, sono in vendita alla Biglietteria dei Teatri (piazza Mazzini, 10 - tel. 0733230735) e su vivaticket.
Lo Sferisterio accoglie Dante Ferretti: tra Pasolini, Fellini e il suo legame con Macerata, ma il sindaco non c'é
La serata si apre con un po’ di ritardo, ma la sala dello Sferisterio di Macerata è gremita di spettatori curiosi e appassionati. Il Maestro Dante Ferretti, tre volte premio Oscar, è l’ospite d’onore della conferenza organizzata dall’associazione Praxis "Cinema e psiche", ma prima di iniziare, il Maestro si rivolge al pubblico chiedendo: "Il sindaco?". La sua domanda resta sospesa nell’aria, poiché il primo cittadino non è presente, e il vuoto istituzionale viene colmato solo dalla presenza dell’assessore ai servizi sociali e vicesindaco Francesca d'Alessandro, che, insieme al presidente dell’associazione Praxis Paolo Scapellato, apre l’incontro con un caloroso ringraziamento al Maestro per la sua disponibilità. L'inaugurazione del mese della prevenzione psico-pedagogica prende vita con un programma ricco di emozioni e ricordi. Con la moderazione dello scrittore David Miliozzi, biografo di Ferretti e autore del suo prossimo libro "Bellezza imperfetta. Io e Pasolini", si dipana un racconto intenso e personale. Ferretti ripercorre la sua straordinaria carriera, un cammino che ha avuto inizio con un evento tragico: il bombardamento della sua casa a Macerata il 3 aprile 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale. "L'errore è fondamentale nella vita, come nell'arte", ha affermato il Maestro, ricordando il fatto che ha segnato profondamente la sua esistenza. La serata prosegue con il racconto di Ferretti delle sue esperienze professionali e artistiche al fianco di grandi registi come Pier Paolo Pasolini, con il quale ha lavorato in ben otto film, da Il Vangelo secondo Matteo (1964) a Salò (1975), prima della tragica morte di Pasolini. "Abbiamo perso il più grande intellettuale italiano", ha commentato il Maestro, che non ha mancato di elogiare anche i suoi lavori con registi internazionali come Martin Scorsese, Federico Fellini e Tim Burton. Il tema della bellezza, tanto imperfetta quanto potente, è stato il filo conduttore della serata, con Macerata sempre presente nel cuore e nei ricordi di Ferretti. "Questa è la mia città, è qui che è iniziato tutto", ha detto il Maestro, condividendo con il pubblico la sua profonda connessione con la città che lo ha visto crescere. Il libro Bellezza imperfetta. Io e Pasolini, curato da David Miliozzi e in uscita a Natale per i tipi della Pendragon, è un omaggio alla sua carriera e ai grandi incontri che hanno segnato il suo percorso. Alla fine dell'evento, il pubblico ha potuto incontrare il Maestro per foto e dediche, sempre disponibile e affabile. "Ci vediamo presto. È sempre un piacere tornare a Macerata", ha concluso Dante Ferretti, lasciando un segno indelebile nella memoria di chi ha partecipato alla serata.
Sarnano, alla riscoperta dell'Abbadia di Piobbico dopo il restauro: un viaggio tra secoli di storia e spiritualità (FOTO e VIDEO)
Dopo un lungo periodo di restauro e ristrutturazioni, il 27 luglio di quest’anno, l’Abbadia di Piobbico, a Sarnano, ha riaperto le sue porte al pubblico, consacrando così una rinascita post-sisma. Un momento significativo non solo per la comunità locale, ma anche per chi è guidato dalla passione esplorativa, o più semplicemente dalla curiosità esperienziale, per la storia e la spiritualità di questi luoghi, intrisi da un avvicendarsi secolare di passaggi e vicende umane. Pertanto, accompagnati dall’aria pungente di novembre, cogliendo l’occasione dello spettacolo cromatico che solo la stagione autunnale sa donare, abbiamo deciso di visitare questo luogo. Qui, nella vallata lambita dal torrente Tennacola e da un altro piccolo corso d’acqua, circondata dalle montagne e dal sottofondo cadenzato delle ghiande che, in questo periodo dell’anno, si staccano dalle querce risuonando nette sul terreno umido, si staglia l’Abbadia, in tutto il suo fascino. Un luogo che parla di secoli di storia, di fede e di tradizioni, ma che è anche, e soprattutto, un crocevia tra natura, arte e misticismo. L’istituzione di questo edificio sacro è attestata già nell’XI secolo con il nome di Santa Maria inter rivora; infatti, come scritto sopra, questa porzione di terreno è lambita da due corsi d’acqua. Oggi, la Chiesa figura con un assetto molto diverso, più volte rimaneggiato, rispetto a quello originario di stampo romanico. Varcata la soglia, lo sguardo è subito rapito dal ciclo di affreschi quattro-cinquecenteschi che costellano la zona absidale e la parete destra della navata, raffiguranti i più noti episodi cristologici e le vite dei santi. L'abbazia, purtroppo, ha subito gravi danni a causa dei terremoti del 1998 e del 2016, ma grazie agli interventi di restauro è oggi tornata a risplendere. In questa cornice, abbiamo avuto l'opportunità di incontrare la vicesindaca di Sarnano, Cristina Tartabini, che ci ha accompagnati nella scoperta di questa storia millenaria: “L’Abbadia di Piobbico è tornata fruibile al pubblico il 27 luglio di quest’anno, dopo la ristrutturazione e il restauro post sisma. Questa Chiesa è la più antica istituzione del territorio ed è una chiesa benedettina. In origine si chiamava Santa Maria inter rivora in quanto posizionata tra due torrenti; tra il 1400 e 1500 è stata dedicata a San Biagio, protettore dei lavoratori della lana. Nella zona, in quel periodo, c’era un importante nucleo di lavoratori della lana che arrivava fino a Roma. Abbiamo anche studi che attestano la presenza del cosiddetto ‘panno Sarnano’". L’Abbadia, dunque, non è solo un luogo di culto ma anche un testimone di una tradizione artigianale che si legava strettamente all’economia del territorio. Nel periodo medievale, i benedettini esercitavano un forte controllo sulla zona, detentori di vasti possedimenti che arrivavano fino a Corridonia, all’epoca Montolmo. La chiesa, però, non è solo il simbolo di una religiosità profonda ma anche il punto di partenza per la nascita della comunità di Sarnano. “Gli abati benedettini – continua Tartabini – avevano vasti possedimenti e un forte controllo, e il 1° giugno 1265, con la nascita del Comune di Sarnano, si trasferirono dalla Chiesa di Piobbico, fondando la nuova comunità di Santa Maria tra le Mura”. Questa scelta segnò il trasferimento della comunità monastica e la fondazione di un nuovo centro abitato che, nel tempo, divenne l’attuale Sarnano. Un altro interessante aspetto riguarda le dimensioni originarie dell’Abbadia: “Possiamo anche dire – afferma la vicesindaco – che l’Abbazia in origine era molto più ampia, anche raddoppiata rispetto a quella che è ora”. Oggi, pur nella sua veste più contenuta, l’Abbadia continua a essere un luogo di culto: ogni domenica viene celebrata la Santa Messa e, come sottolineato dalla Tartabini, l’amministrazione comunale ha in programma di ampliare la fruibilità del sito attraverso la realizzazione di percorsi che colleghino l’Abbadia alla montagna e al centro storico di Sarnano. Sempre sulla scia del sacro, Sarnano non è solo custode di questa meraviglia architettonica e religiosa, ma è anche un luogo ricco di storia francescana. Il passaggio di Francesco d’Assisi nel territorio sarnanese è testimoniato dagli "Actus Beati Francisci et sociorum ejus" ovvero i "Fioretti di San Francesco”, la cui autorialità è fatta risalire a Ugolino da Montegiorgio, che sembra aver vissuto in queste terre. Nei ‘Fioretti’, situata nella valle del Fiastra in direzione dei Sibillini, viene citata la località di Roccabruna, dove i potenti signori di Brunforte, nonostante l’appartenenza alla fazione ghibellina, costruirono un piccolo convento in cui pare abbia soggiornato per un periodo Francesco d’Assisi e i suoi compagni. Oggi l’ex convento è di proprietà privata ed è noto con il nome di San Francesco di Valcajano. Altro segno del passaggio francescano è rappresentato dal monumento situato nella piazza alta del Comune il quale richiama l’episodio per cui San Francesco, al fine di acquietare la perenne lite fra i Signori di Brunforte e la nascente Comunanza di Sarnano, propose come segno di pace il Serafino, l’Angelo a sei ali, diventato poi lo stemma della città. Un’ iconografia araldica che è un esempio unico in tutta Italia. La riapertura dell’Abbadia di Piobbico non rappresenta solo un restauro materiale, ma una rinascita spirituale e culturale che restituisce al territorio un pezzo importante della sua identità. Con i suoi affreschi, il suo silenzio trascendentale, pregno di sapienza storica, è un invito a conoscere un patrimonio che si offre come prezioso portale su un tempo da riscoprire, da proseguire.