
Cultura

Casting aperto per il film 'Tutto l'Universo': opportunità per attori e comparse nelle Marche
AAA cercansi attori, attrici e comparse per il nuovo film “Tutto l’universo” opera prima del regista urbinate Matteo Damiani e prodotto da Movie Factory, tra i vincitori del secondo Bando regionale di sostegno alle produzioni audiovisive 2024 del piano complessivo di investimenti del PR FESR 2021-2027. La Fondazione Marche Cultura – Marche Film Commission promuove il casting per la ricerca di attori e attrici residenti nelle Marche per ruoli secondari, piccoli ruoli e comparse.“Siamo lieti di annunciare l’apertura dei casting per la selezioni di attori, attrici e comparse di tutte le età, residenti nella regione, per il nuovo film “Tutto l’universo” - Ha dichiarato Andrea Agostini presidente di Fondazione Marche Cultura- film Commission - un’ opportunità per valorizzare il talento locale e coinvolgere la comunità nelle produzioni cinematografiche che grazie al grande lavoro di promozione portato avanti in questi due anni stanno girando sempre più film e serie tv nei nostri splendidi territori. I casting offrono la possibilità di vivere un'esperienza unica sul set, sia per coloro che aspirano a lavorare nel mondo del cinema sia per chi desidera semplicemente divertirsi in un contesto creativo e apparire in un film”. Nello specifico, si richiedono in particolare le seguenti figure: bambino dai 7 ai 12 anni; ragazza dai 18 ai 25 anni; ragazzo dai 20 ai 30 anni; uomini e donne dai 60 agli 80 anni; donne, uomini, ragazzi, ragazze, bambini e bambine di qualsiasi età di origine tunisina, marocchina o algerina. Verranno comunque valutate via e-mail anche candidature per altri profili e per ogni fascia di età, purché residenti nelle Marche. Per candidarsi, non è richiesta alcuna esperienza pregressa, basta scrivere una e-mail a tuttoluniverso.casting@gmail.com, entro e non oltre martedì 8 aprile, allegare un curriculum vitae e una o piu foto. Tutti coloro che verranno selezionati per partecipare al casting saranno ricontattati dalla produzione per la comunicazione del giorno e dell’orario esatto dell’appuntamento dal vivo Le riprese sono previste nei mesi di settembre e ottobre 2025 nella provincia di Pesaro e Urbino e di Ancona. Il film parla di Marta che dopo aver passato una vita ad accudire l’anziana madre, ha oramai quasi 50 anni. Non è sposata e non ha figli: improvvisamente, osservando sua madre sempre più malata, si dispera all’idea di rimanere da sola per il resto della vita. Marta decide di inseguire un sogno: dimostrare di essere ancora in grado di costruirsi una famiglia. Ambientato tra Pesaro, Acqualagna, Fossombrone e Cagli, la pellicola intreccia storie personali e paesaggi locali, rendendo la Regione protagonista della narrazione. Con un cast di alto livello, tra cui Anna Bellato e Dora Romano, il film celebra la cultura marchigiana attraverso un racconto di memoria e cambiamento.

Art Bonus 2025, San Severino candida il progetto di recupero dell'archivio comunale
Il Comune di San Severino Marche è tornato ad aderire al concorso Art Bonus 2025, iniziativa organizzata dal Ministero della Cultura, Ales Spa e Promo PA Fondazione – LuBeC allo scopo di promuovere una sempre più diffusa conoscenza dell’Art Bonus (legge n. 106/2014), la misura fiscale introdotta per incentivare le donazioni a favore della cultura attraverso un beneficio fiscale del 65%. Tra le varie proposte avanzate da diverse realtà d’Italia, quella della città di San Severino Marche promuove un intervento destinato all’archivio storico comunale da oggetto di conservazione a strumento per la crescita del territorio. L’Amministrazione comunale settempedana ha individuato nell’archivio storico comunale uno strumento essenziale per la trasmissione della memoria storica, utile all’attivazione del diritto di tutti i cittadini all’istruzione e all’informazione, nonché allo sviluppo della ricerca e della conoscenza. L’archivio storico del Comune di San Severino Marche, originariamente conservato presso la sala degli Stemmi del palazzo comunale, si trova ora in un deposito presso l’ex convento di San Lorenzo in Doliolo ed è affidato alla biblioteca comunale. Nel corso del tempo, è stato oggetto di diversi interventi archivistici, di cui il primo, nel 1860, ha interessato gli atti di Antico regime. L’ultimo, conclusosi nel 2004, ha interessato il fondo dell’Ente comunale di assistenza e delle opere pie ad esso aggregate e una parte del vero e proprio archivio comunale. L’istituzione dell’archivio storico comunale persegue ad oggi diverse finalità: la conservazione e l’ordinamento dei fondi inerenti la storia del territorio come garanzia di salvaguardia della memoria storica dell’Ente e della comunità locale, la fruizione dei documenti conservati nell’Archivio Storico Comunale, ai sensi dell’art. 102 del D.Lgs. 42/2004, la promozione di attività didattiche e di ricerca storica, nonché di valorizzazione dei patrimoni documentari, che costituiscano significativa fonte per la storia del territorio comunale, in collaborazione con la scuola ed altri istituti di ricerca. Per la seconda annualità del progetto si è proseguito con l'inventariazione analitica dell'archivio storico comunale. Si è pertanto proceduto ad effettuare il riordinamento delle diverse sezioni di archivio, la produzione di un inventario informatizzato, comprensivo delle idonee parti introduttive (storia archivistica, soggetti produttori, ecc.), l’individuazione della documentazione da digitalizzare. Fino alle ore 12 del 14 aprile collegandosi alla piattaforma www.artbonus.gov.it si potrà votare per sostenere l’intervento che interessa l’archivio storico comunale della Città di San Severino Marche. I 30 progetti più votati nella prima fase (15 per la categoria “Beni e luoghi della cultura” e 15 per la categoria “Spettacolo dal vivo”) accederanno alla fase finale di votazione sui canali social ufficiali di Art Bonus. Il click day si svolgerà il 15 aprile 2025 dalle ore 08 alle 20.

I Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi diventano virtuali: in corso la digitalizzazione di 500 opere
Ai Musei civici di Palazzo Buonaccorsi è in corso la digitalizzazione di circa cinquecento opere, tra dipinti, sculture e disegni. Le opere saranno quindi oggetto di una campagna fotografica che le riprodurrà ad alta risoluzione, successivamente tutte le immagini saranno riversate in una piattaforma digitale dedicata, garantendo così un accesso più ampio e strutturato al patrimonio culturale. Si tratta di una operazione che rappresenta un’opportunità fondamentale per garantire la preservazione, l’accessibilità e la fruizione di queste importanti testimonianze artistiche. L’iniziativa si inserisce all’interno delle linee di azione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), riguardanti la cultura, che prevedono attività volte alla digitalizzazione del patrimonio culturale attraverso lo sviluppo di banche dati e collezioni digitali coinvolgendo le istituzioni culturali dell’intera regione Marche. “La digitalizzazione rappresenta certamente un’opportunità strategica per conservare il patrimonio storico-artistico e per diffondere e promuovere la cultura attraverso l’uso di strumenti digitali, facilitandone l’accesso e stimolando l’interesse del pubblico – commenta l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. I risultati del progetto quindi saranno di grande beneficio per un’ampia gamma di soggetti: dal pubblico generico agli studiosi e ai ricercatori, fino agli operatori culturali. In un’epoca in cui il digitale gioca un ruolo centrale nelle nostre vite, investire nella digitalizzazione significa investire nel futuro della cultura”. In particolare, il progetto rientra nella Missione 1 “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”, Componente 3 “Cultura 4.0” (M1C3), Misura 1 “Patrimonio culturale per la prossima generazione”, Investimento 1.1 “Strategie e piattaforme digitali per il patrimonio culturale”. L’obiettivo è incrementare la digitalizzazione del patrimonio culturale custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura, facilitandone così la fruizione e l’accessibilità da parte di un vasto pubblico. Il progetto si inserisce nel quadro del Piano nazionale di digitalizzazione del patrimonio culturale (PND), redatto dall’Istituto centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale – Digital Library del Ministero della Cultura, un documento che definisce la strategia per la trasformazione digitale del patrimonio culturale nel periodo 2022-2026, rivolgendosi a musei, archivi, biblioteche e altri luoghi della cultura.

Recanati, "Fede, ultima speranza": Andrea Angeli racconta il cruciale ruolo dei religiosi nei teatri di guerra (FOTO)
Il tema era già intrigante di suo, il personaggio ha fatto sì che la sala Foschi del Centro nazionale di studi leopardiani di Recanati risultasse gremita ieri pomeriggio - martedì 18 - per la presentazione di “Fede, ultima speranza”, edizioni Rubbettino, ultima opera letteraria del peacekeeper maceratese Andrea Angeli. Ha aperto l’incontro la partecipata testimonianza del presidente del Cnsl Fabio Corvatta: «Rivedere Andrea Angeli significa rileggere cinquanta anni della nostra storia, personale, locale e globale. Lo conobbi in una celebrazione leopardiana di tanti anni fa ed è rimasto sempre lo stesso anche nel cuore: Andrea ha fatto una vita straordinaria mantenendo la semplicità e i valori che lo hanno sempre distinto, ha mantenuto i rapporti. Questo suo appuntamento di oggi è occasione di tanti ricordi, di tante vicende che lo hanno visto presente nel mondo, di tanti amici comuni (Franco Foschi, padre Giuseppe Moretti, Giuseppe Balboni Acqua e Jimmy Fontana) proseguendo con il vescovo Giancarlo Vecerrica. Dobbiamo essere grati ad Andrea Angeli per la sua attività nei vari scenari del mondo e per la testimonianza di amicizia». Andrea Angeli ha iniziato raccontando la nascita casuale del libro, dovuta a un cambio di argomento di una conferenza prevista a Porto San Giorgio, e ha poipresentato una lunga storia per immagini dei religiosi incontrati nei luoghi di conflitto, dai cappellani militari ai cardinali passando per pope ortodossi, imam, rabbini. Senza dimenticare vari papi. Suor Barbara Brunalli, direttrice del Villaggio delle Ginestre, ha aperto la serie delle domande. Suor Barbara ha prima ricordato l’impegno dell’opera di San Guanella anche a Kabul a difesa dei bambini in difficoltà ed ha poi chiesto ad Angeli se quella del peacekeeper sia una vocazione vista la difficoltà di intessere legami familiari: «Nella gran parte delle missioni di pace è vietato avere familiari al seguito» ha osservato Angeli che, quanto al rapporto tra religiosità e militari, ha aggiunto «All’indomani della strage di Nassiriya 50 giovani soldati chiesero di fare la cresima, come dire che qualcosa scatta». Il giornalista Enzo Polverigiani chiede ad Andrea Angeli quale sia stato il luogo più problematico in cui ha prestato servizio: «Sicuramente Sarajevo, dove conobbi subito l’arcivescovo Pulijc poi diventato cardinale. Facevo arrivare copie dell’Osservatore romano e l’arcivescovo, che parlava poco l’italiano, capiva però le parole di Papa Giovanni Paolo II dedicate a Sarajevo: “Non abbiate paura”. Mi disse che gli bastavano queste parole per farsi e dare coraggio». Altra serie di domande, stavolta a cura del giornalista Vincenzo Varagona che parte ricordando Franco Di Mare e Marco Beci e aggiunge «Incontravo Andrea ovunque andassi, in Italia o nei fronti di guerra. Andrea ha un modo straordinario di raccontare le cose. ha avuto una carriera straordinaria ma quando lo incontri sembra sempre l’amico di famiglia». A una domanda sulla frequentazioni di luoghi e di religiosi Angeli si lascia andare a un aneddoto: «A New York ebbi un pedinamento dell’intelligence: venni mandato là come giovane funzionario Onu. Dopo due anni, prima di trasferirmi in Cambogia, mi dissero che era andato tutto bene ma mi chiesero perchè andassi spesso alla nunziatura apostolica ma non c’era un motivo particolare, il nunzio di New York era una persona di grande spessore e spaziava con la sua saggezza su tutti i campi. Capii così che mi avevano seguito per anni». Infine il motivo del libro e il senso di una presenza, quella dei religiosi nei luoghi di conflitto nelle parole finali del peacekeeper maceratese: «L’onorevole Massimo Teodori un giorno è venuto a trovarmi a casa, guarda le foto e mi chiede il motivo di tutte queste immagini con accanto religiosi. Non ci avevo mai fatto caso, ma risposi che nei luoghi di conflitto ho sempre trovato religiosi, loro c’erano sempre, prima e dopo i conflitti, a sostegno delle popolazioni e dei militari». Appunto, “Fede, ultima speranza” come dice il libro.

Maestria da Oscar, appuntamento con Dante Ferretti a Corridonia: "Dalla bottega a Hollywood"
Dopo il successo degli incontri dedicati ad Adriano Olivetti nel mese di febbraio, a Corridonia riprendono gli eventi inseriti all’interno di “Maestria - Maestria – Festival del lavoro”, il progetto dell’Amministrazione comunale che promuove e indaga il concetto del “saper fare” nei settori dell’artigianato e dell’imprenditoria. L’appuntamento più importante nel 2025 è sicuramente quello del prossimo sabato 22 marzo, quando al Teatro Velluti, alle ore 21, sarà ospite lo scenografo e costumista Premio Oscar Dante Ferretti, che in un dialogo con lo scrittore David Miliozzi, racconterà le sue origini, i suoi primi passi nelle botteghe artigiane del nostro territorio, fino ai grandi successi internazionali. Nel corso della serata, poi, saranno anche proiettate immagini inedite di alcuni suoi lavori e progetti. Non a caso il titolo della serata è “Maestria da Oscar. Dalla Bottega a Hollywood”, proprio per sottolineare questo legame indissolubile tra il tre volte Premio Oscar e il mondo dell’artigianato. Nato a Macerata il 26 febbraio del 1943, infatti, Dante Ferretti è figlio di un mobiliere e sin da piccolo cresce all’interno della bottega/laboratorio di suo padre, in un ambiente e in un’epoca in cui i lavori venivano fatti “a regola d’arte”. Questa “sapienza artigiana” l’ha accompagnato nel corso degli anni, fino ai successi prima a Cinecittà e poi ad Hollywood, fondamentale per raggiungere i successi accumulati nella sua carriera, a partire dagli Oscar. C’è poi un filo conduttore che lega in modo ancor più diretto Dante Ferretti alla città di Corridonia. Nei primi anni delle sue esperienze lavorative, infatti, Ferretti svolge il praticantato presso lo studio dell’Architetto Marone Marcelletti, professionista di spicco del panorama maceratese degli anni ’50 e ’60 che interpretava i problemi dell'architettura in contatto con la realtà del paese, collaborando con artisti locali come Wladimiro Tulli, Umberto Peschi, Sesto Americo Lucchetti, Nino Ricci, Tonino Ferrajoli. Anche nello studio di Marcelletti, così come nella bottega di suo padre, Dante Ferretti apprende tecniche, metodi e segreti del suo lavoro. Inizia a germogliare in lui il seme della Maestria artigiana che lo ha reso poi famoso in tutto il mondo. «Solo un grande maestro come Dante Ferretti – dichiara il Sindaco di Corridonia Giuliana Giampaoli - avrebbe saputo fondere la poesia disincantata della provincia con l'onirico felliniano, l'operosità della bottega artigiana con l'arte. Come il suo amico di sempre Silvio Craia, un “vigoroso visionario” che ha fatto della sua geniale ispirazione un mestiere sublime che gli ha fatto guadagnare innumerevoli riconoscimenti e che ha reso celebre il suo nome in tutto il mondo. Sarà un privilegio averlo ospite nella nostra città». Sull’importanza che per Ferretti ha avuto il nostro territorio si sofferma anche Massimo Cesca, Assessore alla Cultura e alle Attività Produttive del Comune di Corridonia: «Dante Ferretti, probabilmente il più grande scenografo nella storia del cinema mondiale e l’emblema del saper fare italiano nel mondo, è nato e cresciuto nel territorio marchigiano, imparando quel saper fare che rende l’Italia grande ed unica a livello internazionale. Per questo abbiamo fortemente insistito per avere il Maestro a Corridonia come simbolo della rassegna Maestria che abbiamo ideato e creato dal 2024. Un progetto che non è solo un festival dedicato al mondo del lavoro, ma un viaggio alla scoperta di mestieri affascinanti dove l’ingegno si fa arte; un luogo che ci invita a riscoprire il valore di grandi figure cittadine del passato e gli artigiani di oggi, un po’ custodi di segreti antichi e un po’ innovatori audaci». David Miliozzi, scrittore e biografo di Dante Ferretti, ribadisce la grande voglia del Maestro di tornare nel territorio che ha segnato le sue origini e le sue radici: «Quella di sabato – dichiara Miliozzi – sarà una serata piena di sorprese e di emozioni, perché parlare di ferretti vuol dire anche parlare di tantissimi artisti che hanno fatto la storia del nostro Paese e di Hollywood. I registi che lo hanno conosciuto hanno voluto lavorare con lui fino al loro ultimo film. Sarà un giorno importante per Corridonia, che continua ad essere un punto di riferimento culturale del territorio e che con Maestria dimostra la volontà di raccontare la storia della nostra cultura». Maestria, come detto, è un percorso di eventi promosso dall’Amministrazione comunale di Corridonia con il patrocinio della Provincia di Macerata, delle Università di Macerata e di Camerino, di Confartigianato Imprese Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, della Fondazione Germozzi e di Confindustria Macerata, nato anche per valorizzare le figure di Filippo Corridoni e Manlio Germozzi (nati a Corridonia), sindacalisti di spicco nel panorama nazionale ed europeo. Il primo è considerato uno dei padri del sindacalismo italiano; il secondo ha contribuito alla crescita della cultura imprenditoriale moderna e ha fondato a livello nazionale Confartigianato Imprese. La serata del 22 marzo con Dante Ferretti è a ingresso libero ma con prenotazione obbligatoria. È possibile prenotarsi online attraverso il sito www.vivaticket.com oppure recandosi presso la biglietteria del Teatro Velluti nei seguenti orari: 14 e 15 marzo dalle 18.00 alle 20.00 e 16 marzo dalle 17.00 alle 19.00.

"Fede, ultima speranza": Andrea Angeli presenta il suo nuovo libro a Recanati
“Fede, ultima speranza”, edizioni Rubettino, è il titolo dell’ultima opera letteraria del peacekeeper maceratese Andrea Angeli. L’opera sarà presentata martedì 18 marzo alle ore 18.00 nella sala conferenze Franco Foschi del Centro nazionale di studi leopardiani di Recanati. A introdurre e a moderare l’incontro sarà il presidente del Cnsl Fabio Corvatta, interventi dei giornalisti Enzo Polverigiani e Vincenzo Varagona e di suor Barbara Brunalli direttrice del Villaggio delle Ginestre di Recanati. L'esplosione di conflitti genera spesso un rigurgito di fede nelle popolazioni coinvolte. Si riscoprono antiche devozioni, ci si riavvicina a sacerdoti, suore, pope ortodossi, imam, rabbini. A volte sono scelte genuine, in altri casi quasi obbligate perchè i religiosi non abbandonano il campo, rimangono in prima linea pronti a assistere gli indifesi, anche a costo della propria vita. Il racconto di Andrea Angeli è quello di chi è stato per trent'anni in missione di pace e di religiosi sulla linea di fuoco ne ha incontrati molti, dal Cile all'Iraq, dalla Cambogia a Timor Est, dai Balcani all'Afghanistan. Intrepidi missionari, suore-rambo, cappellani militari, vescovi trascinatori, monsignori fuori dal coro, austeri diplomatici vaticani ma anche archimandriti sotto assedio e rabbini erranti, tutti decritti da chi li ha conosciuti in prima persona nei momenti più drammatici della loro opera pastorale. Angeli ricorda anche una pagina “maceratese”: «Nella primavera del '94 ricevetti l'invito alla messa solenne dell'annuale pellegrinaggio a Loreto, mittente il vescovo di Fabriano e Matelica. Conoscevo solo di fama monsignor Giancarlo Vecerrica, apprezzato insegnante di liceo… al termine don Giancarlo mi venne a salutare ringraziando per la partecipazione e con parole semplici ma assai profonde per quello che stavo facendo a Sarajevo, incoraggiandomi ad andare avanti. Il giorno successivo, dopo una veloce preghiera in basilica m'imbarcai in un volo del ponte aereo che univa Falconara alla capitale bosniaca. A bordo dell'Hercules C130 norvegese portai con me il ricordo vivo di Loreto e non potei non ripensare a quanto dettomi da don Giancarlo. E se adesso lascio tutto per un'allettante occasione di lavoro in Italia - mi domandai - che figura faccio con il vescovo? L'offerta non venne mai - un funzionario Onu è difficilmente reimpiegabile in patria - e il discorso per me non si pose, ma certo non sarebbe stato facile deludere l'amico monsignore che tanto confidava in me. Sono rimasto all'estero, quasi sempre in missioni di pace, per 34 anni». Ingresso libero. (sarà possibile assistere alla presentazione anche da remoto, il link per collegarsi è sul sito www.centrostudileopardiani.it).

Musicultura, Stella conquista il Premio del pubblico Banca Macerata con i suoi "Demoni" e "Iride"
Stella, 18 anni di Perugia, ha conquistato il cuore dei numerosi presenti al Teatro Lauro Rossi di Macerata e si è aggiudicata il Premio del pubblico Banca Macerata per la migliore esibizione della nona serata di Audizioni Live di Musicultura. Leonardo Lucinato dell’area private di Banca Macerata e il vicesindaco del Comune di Macerata, Francesca D'Alessandro, hanno consegnato l’ambito premio alla giovane talentuosa artista umbra. “Siamo orgogliosi di ospitare nei nostri storici palcoscenici tanti giovani talenti musicali – ha dichiarato Francesca D'Alessandro - a nome dell’Amministrazione comunale ringrazio Musicultura per la grande qualità delle proposte offerte, consapevoli che proprio da Macerata nasceranno i nuovi protagonisti del cantautorato italiano”. Stella Merano, in arte solo Stella, di Perugia, classe 2006, con una grande vocalità ha proposto con passione e autenticità “Demoni” il suo ultimo singolo del 2024, dove canta di come le opinioni altrui possono diventare dei veri e proprio demoni e “Iride” un’intima rappresentazione dell’ansia che caratterizza la sua generazione. Nonostante la giovane età, Stella ha già alle spalle una carriera ricca di esperienze: a 13 anni esce con i brani “It’s time to change”, “Beyond the clouds” e “In my mind”. Nel 2018 ottiene il secondo posto al Cantagiro, seguito dalla vittoria nel 2019. Nel 2021 per la Justhit-records crea “Al Tempo Dei Modà” e “Contare Fino A Tre”. Nel 2022 vince il premio a Sanremo come giovane promessa e inizia il percorso alla Scuola Saint Louis College of Music. Tra il 2023 e il 2024 lancia il singolo “Miele e Marmellata”, seguito da “Nontiscordardimè” e “Maniche”, vince il Proscenium Festival e si esibisce nella finale del “Premio Lunezia”. Da Ferrara Toyo, al secolo Antonio Rizzioli, 21 anni, accompagnato dalla band, ha proposto “Rinascimento” dove esplora l’amore in tre dimensioni e “La cosa più bella che ho”, brani intensi di riflessione, con al centro il tema della rinascita personale. Inizia a 16 anni a scrivere testi, matura nella scrittura passando da essere chiave, per definire la propria identità, a lente di ingrandimento interiore. Per Toyo, la musica è uno strumento di unione e prevenzione, capace di parlare a tutte le generazioni. Noite, band di Genova, amante della musica degli anni ’60, in un set composto da chitarre, ha offerto “Cose da rifare” e “Diventano Bosco” una canzone d’amore molto romantica e malinconica. Gli artisti hanno chiamato la loro band come la parola 'notte' in portoghese, ed è proprio la notte il momento in cui le loro idee diventano musica. I Noite, partecipano nel 2021 al programma televisivo X-Factor e nel 2024 arrivano finalisti al Premio De André. L’ album di esordio è “BUM”, un manifesto dell’esistenza che parla di dipendenza, fallimento e rinascita. Sul bollente palco di Musicultura i Not a sad story, il duo indie/trip-hop composto da Daniele Stagno e Filippo Cimino di Palermo che ha proposto “Rimane l’odore” un brano carico di emozioni che narra della scomparsa del padre di uno degli artisti e “Vita mia” una carrellata intima di stati d’animo tra frustrazione, rassegnazione e rimpianto per non riuscire ad esprimere i propri sentimenti. Singoli che nel 2022 insieme a “Waterloo” mettono in luce la band nel panorama musicale. Si esibiscono su palchi prestigiosi come il closing gala del Mercurio Festival, il Palermo Festival, e aprono i concerti di Paolo Benvegnù, Ibisco e BLUEM. Da Torino Carlomagno, al secolo Salvatore Ricceri, si è esibito con “Quattro Quarti” dove affronta la nostalgia, la perdita e il ricordo di amicizie passate e “Moloch” un brano dal sound potente sul tema dell’alienazione nella società contemporanea. Nel 2014 pubblica il demotape autoprodotto "Nuova Enigmistica Musicale Tascabile". Si laurea in filosofia, lavora come grafico, illustratore, videomaker e maestro elementare e nel 2024 pubblica ULTRAMONDO, il suo album di esordio che porta sui palchi italiani grazie alla Poderosa Orchestra, con cui sta attualmente lavorando per le registrazioni del secondo disco. Echo, all’anagrafe Arianna Ferrara Gennari, 25 anni di Bologna, accompagnata dai suggestivi suoni dell’Orchestra a plettro Gino Neri, ha eseguito con la sua arpa “L’abisso” un’intensa e raffinata ballata introspettiva dal sapore medioevale e alle tastiere ha offerto “Rachè” un brano dedicato a tutte le vittime degli attentati su sonorità swing del primo ‘900. Compositrice, arpista e interprete, Echo comincia il suo percorso musicale nell’infanzia con il Piccolo Coro dell’Antoniano di Bologna. Consegue due lauree magistrali: in Arpa nel 2021 e in Composizione di Musica per Film nel 2024. Le sue collaborazioni spaziano dalla musica dialettale siciliana a colonne sonore per cinema, teatro e LARP. Nel 2022 vince il Primo Premio della Categoria B del Bissone Harp Festival. Questa sabato 15 marzo si esibiranno gli ultimi sei artisti in gara: Lupi di Bologna, Momi di Udine, Nakhash di Asti, Elena Mil di Milano, Forse Danzica di Bergamo e Kaloxs di Potenza. Le Audizioni live dei 60 artisti in gara sono aperte al pubblico, su prenotazione nel sito di Musicultura e si possono seguire anche tramite i collegamenti giornalieri su Rai Tgr Marche, le dirette su èTV Marche e in streaming sui social di Musicultura. ECCO I NOMI DEI 60 ARTISTI IN GARA A MUSICULTURA 2025 E LE CITTA’ DI PROVENIENZA Aaron – Perugia; Alessandra Nazzaro – Napoli; ALTOLUCENTI – Venezia; Androgynus – Grosseto; Arrigo – Milano; Atarde – Ancona; Bakivo – Bologna; Bambina – Cosenza; Bela – Ancona; Belly Button e il Coro Onda – Roma; Bluesy – Crema; Carlomagno – Torino; Chiaré – Salerno; Corpoceleste – Terni; Disangro – Bologna; Distemah – Biella; domenico_mba – Bari; Echo – Bologna; Elena Mil – Milano; Elsa – Milano; Emanuele Colandrea – Latina; Fede Baracchi – Modena; Forse Danzica – Bergamo; Frammenti – Treviso; Giuda Mio Fratello – Palermo; Hot Docs – Novara; Hyrin – Firenze; Ibisco – Bologna; ioemeg – Torino; Kaloxs – Potenza; Kyoto – Bari; Loree – Porto San Giorgio; LUPI – Bologna; Martina Di Nardo – Caserta; Matteo Tambussi – Torino; Maurizio Vizzino – Latina; ME, JULY – Benevento; Mediterraneo – Cremona; Momi – Udine; Moonari – Roma; Mufasa e le Abat-jour – Rieti; Naeev – Como; Nakhash – Asti; NILO – Sassari; Noite – Genova; Not a sad story – Palermo; Piccolo G – Macerata; Pino Ruffo – Napoli; raccontoRiccardo – Messina; Samuele stanco e i Gabbiani Malvagi – Venezia; Sara Rados e Progetti Futuri – Firenze; Silvia Lovicario – Nuoro; Simona Boo/ Bimbi di Fumo – Napoli; Sofia – Torino; sonoalaska – Roma; Stella – Perugia; TIMEO – Vercelli; Toyo – Ferrara; ULULA – Verona; Vittoria – Monza

San Severino, il Museo del Territorio si arricchisce con una preziosa donazione del Gruppo Alpini
Il MuSeT, il Museo del Territorio della città di San Severino Marche, continua a crescere e ad arricchirsi grazie alla generosità della comunità. Recentemente la raccolta ha ricevuto un'importante donazione da parte di Angelo Ciccarelli, referente del Gruppo Alpini Val Potenza, che ha consegnato una collezione di oggetti militari di grande valore storico e simbolico. Tra gli oggetti donati un sacco a pelo degli anni ‘70, un paio di sci in legno degli anni ‘50, residuati bellici della prima guerra mondiale tra cui un proiettile di cannone, gavette, un elmetto, un cappello da alpino con penna nera appartenuto a un generale degli anni ‘60, uno zaino militare alpino, un coppo decorato con la preghiera dell'Alpinoun porta proiettili tattici da servizio militare degli anni ‘70, una camicia militare da alpino di leva degli anni ‘70 e alcune pitture a mano di soggetti alpini del pittore veneto Luigi Ferraroli e alcuni documenti storici. Questa donazione rappresenta un importante contributo alla conservazione della memoria storica del territorio e alla valorizzazione della tradizione alpina, testimoniando l’impegno del Gruppo Alpini Val Potenza nel tramandare alle future generazioni il valore del sacrificio e del senso di appartenenza. Il MusET, museo che ha raccolto tutti oggetti, rappresenta un tributo alla storia e all’evoluzione economica di San Severino Marche. È il risultato della fusione di due istituzioni museali distinte: il Museo del Territorio e i Musei di Borgo Conce. Insieme, questi musei si sono uniti per creare un unico percorso di memoria, una narrazione coinvolgente che ci porta indietro nel tempo attraverso i secoli, dal XVI al XXI. Il MusET, attraverso una vasta gamma di oggetti, strumenti e apparati, testimonianze tangibili del passato, rappresenta un luogo di apprendimento attivo, un rifugio di conoscenza e scambio. La sua missione principale è quella di rendere la storia e la cultura del territorio accessibili a tutti. In questo spirito, il museo mette l’accento sull’aspetto divulgativo e didattico. Qui, i visitatori non sono semplici spettatori passivi, ma sono invitati a partecipare attivamente al processo di scoperta. Il museo è situato in due diverse sedi a breve distanza l’una dall’altra. La sede principale, vicino all’Istituto Comprensivo “P. Tacchi Venturi”, custodisce una vasta collezione che ci fa rivivere la vita delle comunità locali nel corso della storia. Questa collezione abbraccia la civiltà contadina, artigianale e proto-industriale, gettando uno sguardo unico sulla storia e le attività di questa comunità. Qui il visitatore può scoprire gli strumenti di antichi mestieri ed esplorare le varie attività che coinvolgevano la comunità settempedana. La sede di Borgo Conce è un bellissimo esempio di archeologia industriale. Qui, tre ex centrali idroelettriche testimoniano l’evoluzione economica e industriale della città. Questi luoghi raccontano storie di innovazione e progresso, rappresentando un patrimonio unico della città: qui sorsero i primi mulini, i primi opifici per la concia delle pelli e le prime manifatture per la tintura della lana, la lavorazione del vetro e ferro.

Macerata "Leggere Lolita a Teheran": un incontro su diritti, cultura e resistenza femminile
Il 14 marzo 2025, la Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata ha ospitato l'incontro dal titolo "Leggere Lolita a Teheran", un evento che ha suscitato grande interesse, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna. Questo appuntamento, organizzato dal Comune di Macerata, ha rappresentato un momento di riflessione sulle conquiste ottenute dalle donne e sulle sfide ancora aperte. La Giornata dei Diritti della Donna è un’occasione per celebrare i progressi sociali ed economici delle donne, ma anche per denunciare le ingiustizie e le discriminazioni che persistono in molte parti del mondo. La consigliera Sabrina De Padova, promotrice dell’incontro, ha ricordato il flash mob "Donna, vita e libertà", organizzato nel 2023 per esprimere solidarietà alle donne iraniane in lotta contro il regime dopo la morte di Mahsa Amini, un gesto che ha scatenato proteste per la libertà e i diritti delle donne. L’incontro del 14 marzo ha approfondito la condizione femminile, con un focus sulla situazione in Iran e sul ruolo della cultura e della letteratura nella lotta contro l’oppressione. Il film "Leggere Lolita a Teheran", tratto dal libro autobiografico di Azar Nafisi, è stato il cuore dell’evento. La pellicola racconta l’esperienza di Nafisi come insegnante di letteratura in Iran, dove sfidava il regime oppressivo per far conoscere la grande letteratura occidentale, tra cui Lolita di Nabokov. Durante l’incontro, sono intervenuti ospiti di grande rilevanza: la produttrice del film, Marica Stocchi, ha condiviso il processo creativo e le sfide della realizzazione di un film su temi così sensibili; Ines Corti, docente universitaria, ha discusso dell'importanza dell’educazione per l'emancipazione femminile; Mojtaba Sadeghi, esperto di cultura iraniana, ha fornito una panoramica sulla difficile realtà delle donne iraniane, sottolineando la loro resilienza; infine, Bahar Ghaempanah ha raccontato la sua esperienza personale di chi vive sotto un regime che limita la libertà individuale. L'assessora ai Servizi Sociali, Francesca D'Alessandro, ha portato i saluti istituzionali, enfatizzando l'importanza di eventi come questo per sensibilizzare la comunità sulla questione dei diritti delle donne. L’incontro ha stimolato un dibattito ricco di emozioni, passando dalla trama del film alla situazione sociale e politica dell’Iran, con una riflessione sulla condizione delle donne nel mondo. Il valore dell’istruzione come strumento di liberazione, la forza delle donne iraniane e l’importanza di un impegno continuo per l’uguaglianza sono stati al centro delle discussioni, lasciando un segno profondo nei partecipanti. L'incontro ha rinnovato l'impegno collettivo nella lotta per la giustizia e l’uguaglianza di genere.

"Giotto non fu il principale autore degli affreschi della basilica di Assisi": l'analisi critica del professor Papetti
«Giotto lavorò agli affreschi francescani di Assisi? Probabilmente sì, ma non in posizione preminente rispetto agli altri artisti e non fu sua l’impostazione generale del ciclo». Nell’auditorium del liceo “Da Vinci” di Civitanova Marche, davanti alle duecento persone che hanno raccolto l’invito dell’Associazione dantesca e di “Arte”, il professor Stefano Papetti dice la sua sulla paternità dei dipinti della Basilica superiore. Senza nulla togliere alla statura gigantesca di Giotto, lo studioso ne ridimensiona il contributo alla realizzazione delle storie di San Francesco. Secondo il professore, non ci sono elementi oggettivi per l’attribuzione giottesca. Il primo a parlare di Giotto nella Basilica superiore fu il Vasari, ma l’autore delle Vite, accanito sostenitore del primato della “toscanità” in campo artistico, scriveva 350 anni dopo i fatti. Quanto allo stile e alla tecnica ci sarebbe un grande divario con gli affreschi giotteschi della Cappella degli Scrovegni di Padova. Secondo Bruno Zanardi, che coordinò il restauro dopo il terremoto del 1997, le storie di Assisi avrebbero più analogie con la pittura dei maestri romani, magari di quel Jacopo Torritti, che fu pittore ufficiale di Nicolò IV, il papa francescano di Ascoli, che commissionò l’opera alla fine del Duecento. Dello stesso avviso, il critico d’arte Federico Zeri. Dunque, la querelle sugli autori di questi affreschi, che sono il cardine dell’evoluzione di tutta la pittura europea del Medioevo, è ancora aperta, con il nostro Papetti che propende per la scuola romana. Papetti, tra l’altro, nel 2016, ha curato una mostra che ha permesso a cinque milioni di persone (anche in Brasile) di conoscere la pittura francescana da Cimabue a Caravaggio. Al di là delle discussioni fra gli studiosi, resta la straordinaria bellezza di questa opera, con cui il papa francescano volle far conoscere san Francesco e promuovere il suo Ordine religioso. «Un’operazione di grande efficacia comunicativa – ha detto Papetti – di cui i francescani sono stati sempre maestri, fino ad oggi. Il santo più raffigurato al mondo non è san Pietro o san Paolo ma san Francesco». Con l’ausilio di diapositive, Papetti ha condotto i presenti in una visita virtuale alla Basilica superiore, facendoli soffermare su alcuni dei ventotto episodi, tratti dalla Legenda maior di Bonaventura da Bagnoregio e impaginati in un crescendo di tensione narrativa da un altro francescano delle nostre parti: il cardinal Giovanni Minio di Morrovalle, generale dell’Ordine e stretto collaboratore di papa Nicolò. Papetti si è soffermato su alcune “storie”, mettendo in evidenza il realismo degli autori che rompe definitivamente con la tradizione bizantina: il padre di Francesco che, prima di lanciarsi contro il figlio, si è premurato di mettere al sicuro i preziosi indumenti di cui il giovane si è spogliato; le architetture di palazzi ancora oggi esistenti che danno spessore storico agli eventi così come i luoghi della campagna umbra e le orditure lignee del tetto diroccato di san Damiano. A proposito della Predica agli uccelli, Papetti ha liberato Francesco da alcuni lughi comuni che lo vorrebbero un ecologista ante litteram. Lo ha fatto citando Chiara Frugoni, autrice del libro L’altro Francesco. «San Francesco non è un figlio dei fiori – ha affermato Papetti – In questo dipinto non è che va a parlare con gli uccelli perché gli uomini non lo stanno a sentire. Gli uccelli dipinti sono di diverse specie e ognuna di esse è espressione di una classe sociale: i rapaci indicano gli aristocratici, che cacciavano con il falcone; gli altri uccelli rappresentano le classi più basse. L’acuto regista del ciclo ha voluto dirci che san Francesco parlava a tutti». Infine, le stimmate. Francesco fu il primo a riceverle nella storia del cristianesimo. I dipinti di Assisi ci dicono che non si trattò di ferite sanguinolente ma delle escrescenze sulla pelle che riproducevano la testa dei chiodi di Gesù. Le stimmate, ha ricordato Papetti, riattizzarono le polemiche con i domenicani, che non si sopirono nonostante i buoni uffici di Dante nella Divina commedia. Da ultimo, una terza citazione marchigiana. In una “storia”, un frate ha una visione: un angelo gli mostra, in Paradiso, il trono riservato a san Francesco. Il frate in questione è fra Pacifico, al secolo Guglielmo Divini, e viene da Lisciano, come papa Nicolò. Non è una persona qualunque. Prima di convertirsi, ebbe una straordinaria carriera di poeta, al punto da essere accolto nella reggia di Palermo di Federico II, dove fu incoronato “Re dei versi” dallo stesso imperatore. Francesco, per la sua cultura, lo inviò a Parigi, a fondare l’Ordine in Francia. La tradizione vuole che Guglielmo abbia fatto da consulente letterario nella stesura del Cantico delle creature.

Montecassiano, al via la mostra "L'abitudine di cadere": sei artiste riflettono sul dialogo tra Ginzburg e de Céspedes
Ispirata al carteggio del 1948 tra Natalia Ginzburg e Alba de Céspedes, la mostra raccoglie il lavoro di sei artiste e racconta attraverso l’arte contemporanea le cadute e le risalite della condizione femminile. Inaugurazione sabato 15 alle 17 in via Nazario Sauro a Montecassiano. Scriveva la scrittrice Natalia Ginzburg nel 1948 che "le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne." Però, le rispose la poetessa e partigiana Alba de Céspedes "chi scende nel pozzo [...] conosce la pietà. E come si può vivere, agire, governare con giustizia senza conoscere pietà?" È da un passaggio come questo, tratto dal carteggio tra le due autrici apparso nella rivista "Mercurio" poco dopo la Seconda Guerra Mondiale, che nasce l'idea alla base della mostra "L'abitudine di cadere. Discorso sulle donne", a cura di Michele Gentili. L'esposizione, promossa dal Comune di Montecassiano e dall'associazione McZee, verrà inaugurata sabato 15 marzo alle 17 proprio nella "Piazza McZee" di via Nazario Sauro. L'iniziativa fa parte di un ciclo di eventi dedicati ai femminismi e alla riflessione sulla condizione femminile attraverso l'arte contemporanea. Sei artiste – Angela Capotorto, Alisia Cruciani, Lisa Gelli, Marie Cécile, Microamica e Francesca Tilio – presenteranno opere ispirate al dialogo epistolare tra Natalia Ginzburg e Alba de Céspedes. Le loro lettere offrono uno sguardo lucido e profondo sul ruolo delle donne nella società, mettendo in luce fragilità e resistenza, caduta e rinascita. Attraverso installazioni, pittura, fotografia e altre forme espressive, la mostra propone un percorso visivo che invita alla riflessione e al confronto. "L'abitudine di cadere" sarà un'occasione per ripensare il passato e il presente (e perciò il futuro) della condizione femminile. Durante l'inaugurazione, il pubblico potrà incontrare il curatore e le artiste per approfondire il significato delle opere e il contesto storico e culturale da cui prendono spunto. La mostra resterà aperta fino al 20 aprile 2025, con ingresso liberi.

L’arte al femminile: la nona mostra delle pittrici a San Severino
Paesaggi, nature morte, ritratti sono solo alcuni dei temi e dei generi scelti dalle artiste presenti alla nona edizione della Mostra delle Pittrici, ospite fino a domenica 23 maggio degli spazi allestiti all’interno della chiesa di Santa Maria della Misericordia, in piazza del Popolo. Alla cerimonia del taglio del nastro, insieme all’ideatrice della mostra, Serenella Marinelli, anche la sindaca della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei, e il vice sindaco e assessore alla Cultura, Vanna Bianconi, accanto a numerose protagoniste dell’evento espositivo che sarà visitabile tutti i pomeriggi, con ingresso libero, dalle 16:30 alle 19:30. Questo l’elenco delle partecipanti: Anna Maria Valenti, Adriana Antonini, Alba Frezzini Crognali, Anna Evangelisti, Barbara Giorgi (Scultrice), Clara Lucarini, Eliana Della Mora, Fiorella Biondi, Genny Jachetta, Giulia Bellini, Giulia Piangatelli, Inge Bathelt, Katia Chiari, Maria Ersilia Valentini, Maria Luisa Lacchè, Maria Teresa Cristini, Marina Beni, Martina Cochi, Nazzarena Lambertucci, Nunzia Lorenzini, Simona Giachetta (San Severino Marche), Nancy Biraschi (Camerino), Gabriella Cesca, Loretta Giovanoli (Corridonia), Claudia Del Curto, Silvana Rossi (Fano), Serenella Gregorio (Isernia), Donatella Chiaffaroni (Monte San Giusto), Susi Rastelli, Teresita Sgolacchia (Montecassiano), Maria Luisa Belli (Passo di Treia), Tiziana Cameli (Pieve Torina), Gabriella Gattari, Monica Conforti (Tolentino). “Questo evento ormai da anni arricchisce la nostra città – è intervenuto il sindaco all’inaugurazione, per sottolineare - Le opere che abbiamo il privilegio di ammirare sono il frutto di un percorso personale e collettivo, di una ricerca interiore che si traduce in forme, colori ed espressioni capaci di parlare al cuore di chi le osserva. Questa mostra non è solo un’esposizione d’arte, ma un tributo al valore delle donne nella società, alla loro capacità di creare, innovare e trasmettere messaggi profondi attraverso la pittura e la scultura. È un invito a riflettere sul ruolo fondamentale che le donne hanno sempre avuto e continuano ad avere nel mondo della cultura e dell’arte”. Il primo cittadino settempedano ha voluto personalmente ringraziare tutte le artiste che con il loro talento hanno reso possibile questa esposizione insieme all’ideatrice, Serenella Eugeni.

“L’isola tra le selve", le poesie di Umberto Piersanti in anteprima a Civitanova
Sabato 15 marzo, dalle ore 18,00, presso la Sala Cecchetti della Biblioteca comunale “Silvio Zavatti” di Civitanova Marche, la Scuola di cultura e scrittura poetica "Sibilla Aleramo", patrocinata dal Comune di Civitanova e in collaborazione con la Biblioteca Zavatti, organizza la presentazione, in anteprima, dell’antologia “L’isola tra le selve. Poesie scelte. Poesie scelte 1967-2024” (Marcos y Marcos, 2025) di Umberto Piersanti. All’incontro sarà presente l’autore, introdotto da una presentazione di Roberto Marconi. Umberto Piersanti è nato a Urbino, vanta la pubblicazione di numerose raccolte poetiche – I luoghi persi (Einaudi, 1994), Nel tempo che precede (Einaudi, 2002), L’albero delle nebbie (Einaudi, 2008) e Nel folto dei sentieri (Marcos y Marcos, 2015) -, saggi e opere di narrativa – L’uomo delle Cesane (Camunia, 1994), L’estate dell’altro millennio (Marsilio, 2001), Olimpo (Avagliano, 2006), Cupo tempo gentile (Marcos y Marcos, 2012) -; è anche autore di film: L’età breve (1969-1970), Sulle Cesane (1982), Ritorno d’autunno e Un’altra estate (1988). Tutte le raccolte precedenti le tre sillogi edite dalla Einaudi sono uscite in un unico volume dal titolo Tra alberi e vicende (Archinto, 2009). Con la raccolta poetica Campi d’ostinato amore (La nave di Teseo, 2020), ha vinto il Premio Saba 2021 e il Premio Speciale Camaiore 2021. Nel marzo 2022 Crocetti editore ha stampato una nuova edizione de I luoghi persi con una sezione di dodici inediti e la prefazione di Roberto Galaverni. Nel 2024 è uscita la ristampa de L’urlo della mente per Samuele editore. La sua opera in prosa più recente è un libro di racconti, Anime perse (Marcos y Marcos, 2018). Dal 2016 è presidente del Centro Mondiale di poesia Giacomo Leopardi di Recanati. L'evento di sabato 15 marzo è ad ingresso libero e sarà anche in diretta sulla pagina facebook "Scuola di cultura e scrittura poetica". A seguire ci sarà il laboratorio di scrittura degli allievi della Scuola.

"Le parole diventano arte": il re degli aforismi Fabrizio Caramagna ospite nelle Marche
Sabato 15 marzo alle 18:00, Palazzo Bisaccioni a Jesi ospiterà un evento unico dal titolo “Le parole diventano Arte”, un incontro che promette di unire parole, emozioni e creatività in una serata imperdibile. Protagonisti dell'evento saranno Fabrizio Caramagna, il re degli aforismi in Italia, e Barbara Trasatti, autrice di #Chic for life . Il legame tra i due nasce da un incontro casuale che ha cambiato le sorti di entrambi. Barbara Trasatti, da sempre grande ammiratrice di Caramagna, lo seguiva con passione già prima che diventasse celebre per i suoi aforismi. La sua ammirazione si concretizzò in un gesto semplice ma significativo: un regalo, il suo libro #Chic for life , consegnato a Caramagna durante una cena del Rotary Club di Ancona, dove entrambi erano ospiti. Da quel momento, la loro connessione si è trasformata in una bella amicizia e una collaborazione che ha portato Barbara a realizzare le copertine dei libri di Caramagna, incluso il suo innovativo vocabolario di aforismi, dove ogni parola diventa una riflessione e un'opera d'arte. L'evento del 15 marzo rappresenta l'apice di questo connubio artistico, in cui parole e arte si incontrano sullo stesso palco. Grazie alla collaborazione con la scuola grafica ACCA Acdemi di Jesi, gli studenti interpreteranno 10 aforismi di Barbara Trasatti e 10 di Fabrizio Caramagna. Un'occasione unica per vedere come le parole, quando cariche di significato e ispirazione, possono essere trasformate in vere e proprie opere artistiche. Durante la serata, dopo i saluti istituzionali di Cinzia Gismondi, presidente di Attivamente, il giornalista Stefano Fabrizi modererà un'interessante conversazione tra gli autori. A rendere ancora più speciale l'atmosfera, gli interventi musicali del violinista Marco Santini, che accompagneranno il pubblico in questo viaggio tra le parole e l'arte. Al termine dell'evento, ci sarà anche l'opportunità di incontrare gli autori e ricevere una copia firmata dei loro libri. L'ingresso è libero, ma è consigliata la prenotazione, poiché i posti sono limitati.

“L’età dell’oro”: incontro su economia e filosofia a Civitanova
Si terrà venerdì 14 marzo alle ore 18 presso la Sala Consiliare del Comune di Civitanova Marche, l’incontro dal titolo “L’Età dell’Oro”, un evento pensato per offrire un approfondimento sul legame tra economia, filosofia e società, organizzato da Moneta Aurea Investimenti S.p.A., in collaborazione con FilosofArte. Patrocinato dall’Amministrazione Comunale, l’incontro vedrà la partecipazione di tre esperti d'eccezione, che porteranno diverse prospettive su temi economici e filosofici: Diego Fusaro, filosofo economico, Andrea Cecchi, analista economico, e Aldo La Barbera, amministratore delegato di Moneta Aurea Investimenti S.p.A. Ad aprire la serata, che offrirà l'opportunità di ascoltare approfondimenti sulle prospettive di mercato, unendo analisi economiche ad un contesto filosofico più ampio, saranno il sindaco Fabrizio Ciarapica e il consigliere comunale Gianluca Crocetti, ideatore della rassegna culturale FilosofArte. L’ingresso è libero e aperto a tutti coloro che desiderano partecipare e approfondire temi di grande attualità e rilevanza. ++ AGGIORNAMENTO 11 MARZO ++ La presente per comunicare che l’evento "L’età dell’oro" in programma venerdì 14 marzo presso la Sala Consiliare del Comune di Civitanova, è stato rinviato, a causa di motivi di carattere personale legati a uno degli organizzatori. La nuova data verrà comunicata non appena possibile.