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"Dal Maceratese a Roma": successo per il convegno del Centro studi storici

"Dal Maceratese a Roma":  successo per il convegno del Centro studi storici

Il 60° convegno annuale organizzato dal Centro Studi Storici Maceratesi e tenutosi nei giorni 15 e 16 novembre nella Sala Verde dell’Abbadia di Fiastra sul tema: “Dal Maceratese a Roma. Studi, carriere, fortune (Secc. XVIII-XX)”, è stato un successo sotto ogni punto di vista, confermando e anche superando ampiamente le aspettative degli organizzatori, grazie al programma di alta qualità, all’organizzazione complessiva perfetta e ad una eccellente partecipazione di pubblico.

La prima parte della mattina di sabato 15 è stata dedicata alla celebrazione della ricorrenza del 60° anno di attività del Centro Studi, fondato nel 1965. Il presidente Alberto Meriggi ha aperto i lavori ricordando le origini dell’Associazione e i suoi fondatori, definendoli tre pilastri della miglior gioventù maceratese del secondo dopoguerra: i professori Dante Cecchi e Pio Cartechini e Aldo Adversi.

Ha poi parlato delle attività svolte da allora, ricordando che dal primo convegno del 1965 all’ultimo non ci sono mai state interruzioni e che da diversi anni il Centro Studi organizza anche eventi nel corso dell’anno, oltre al tradizionale convegno di due giorni.  Meriggi ha poi invitato le autorità presenti per i saluti istituzionali. 

Il vescovo di Macerata Nazzareno Marconi ha richiamato l’attenzione su un personaggio maceratese, il cardinale Gabriele Filippucci, insigne giurista,  che nel 1796 rinunciò alla porpora cardinalizia conferitagli da Clemente XI. Di elevato spessore culturale i saluti portati dal consigliere regionale Leonardo Catena, dall’assessora alla cultura del Comune di Macerata, Katiuscia Cassetta e dalla professoressa Simona Antolini dell’Università di Macerata.

Il presidente Meriggi ha poi invitato Mario Ascheri, noto in Italia e all’estero per i suoi studi e pubblicazioni sulla giustizia e giurisprudenza in età medievale e moderna e sugli Statuti comunali medievali. Il professore Ascheri ha svolto un intervento, come prolusione, parlando de “Il presente della storia. Il viaggio che continua”. Il prof. Meriggi ha poi avviato la serie delle relazioni inerenti al tema del convegno.

Le due relazioni iniziali sono state affidate a Donatella Fioretti e Alfredo Luzi, già docenti dell’Università di Macerata. Richiamata la grande attrattiva esercitata nei secoli da Roma e anche il suo cosmopolitismo, Donatella Fioretti ha preso in esame alcuni personaggi maceratesi che in diverse epoche hanno cercato a Roma una affermazione personale, il miglioramento del proprio status o il compimento di una missione, religiosa o laica, individuando in questo modo alcune tipologie di trasferimenti nella capitale. Alfredo Luzi, con le parole di alcuni scrittori originari del Maceratese come Libero Bigiaretti, Dolores Prato, Sibilla Aleramo e Ugo Betti, ha evidenziato come il vissuto della “dislocazione” crei la necessità di dare un senso allo spazio metropolitano, in contrapposizione inevitabile con la realtà periferica di provenienza, cui si tende in qualche modo a tornare.

Aperto in questo modo il convegno, le successive relazioni hanno illuminato singole figure attive a Roma nel Sei e Settecento, quali gli artisti Pasqualino Marini, Pasquale Ciaramponi e l’architetto Giovanni Antinori, personaggi ricordati da David Frapiccini.

Ivano Palmucci ha parlato di una figura femminile, la polacca Maria Klementyna Sobieska, moglie del pretendente al trono d’Inghilterra Giacomo Stuart, a lungo considerata di nascita maceratese per i rapporti con la famiglia Marefoschi. Alessandra Sfrappini ha ricordato il cardinale Simone Buonaccorsi, secondo porporato nella storia della nobile casata maceratese, trasferitosi a Roma nella seconda metà del Settecento.

Tra le figure maceratesi del XIX secolo, operanti nella capitale, sono stati presentati l’astronomo Francesco De Vico, che diresse la Specola del Collegio romano (Angelo Angeletti); il letterato e patriota liberale Francesco Ilari, emigrato a Roma come precettore presso la famiglia Patrizi (Massimo Lanzavecchia); il cingolano monsignor Luigi Bruschetti, diplomatico della Santa Sede (Luca Pernici) e il pittore decoratore Domenico Lanciani, nativo di Corridonia, attivo in numerosi cantieri artistici della capitale (Fabio Sileoni).

La seconda giornata del convegno è stata dedicata a personalità del XX secolo. Dal sacerdote Gaetano Balelli, autore di testi teatrali, insegnante e scrittore appartenente alla nota famiglia di fotografi (Emanuela Baletti), a Biagio Biagetti, pioniere del restauro in Vaticano, pittore e innovatore dell’arte sacra (Paolo Ondarza), a Claudio Cintoli, artista contemporaneo scomparso nel 1978, che esordì nella Roma degli anni Sessanta per poi spostarsi sulla scena americana (Paola Ballesi). Alla figura del musicista Domenico Alaleona, compositore, musicologo e didatta della “Generazione dell’Ottanta”, è stata dedicata la relazione di Paolo Peretti, mentre Claudia Scipioni e Andrea Carnevali hanno presentato la fortunatissima carriera romana del fotografo Arturo Ghergo, nato a Montefano. Infine Giuseppe Trivellini ha illustrato la figura di Aldo Tomassini Barbarossa, architetto e scenografo nella Roma del secondo dopoguerra, in pieno boom dell’industria cinematografica italiana.

Il convegno è stato chiuso dal presidente Alberto Meriggi, che ha ringraziato i relatori,  le autorità, i soci e tutti coloro che sono intervenuti nei due giorni. Ha ricordato il prossimo appuntamento del Centro Studi del 9 dicembre, nella Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, consistente in una giornata di studi sulle più antiche pergamene inedite del Comune di Macerata, che saranno illustrate e commentate da Giammario Borri. Meriggi ha poi dato l’annuncio del prossimo convegno del 2026, che si terrà a Camerino in collaborazione con il Comune e la locale Università, sul tema riguardate i rapporti in passato tra l’Umbria e le Marche lungo la dorsale appenninica.

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