"Però una cosa importante l’ho imparata"
"Cosa?"
"Saper disinnescare"
"Cioè?"
"Non trasformare ogni discussione in una lotta di supremazia. Non credo che sia debole chi è disposto a cedere, anzi, è pure saggio. Le uniche coppie che vedo durare sono quelle dove uno dei due, non importa chi, riesce a fare un passo indietro. E invece sta un passo avanti"
(Perfetti Sconosciuti, Paolo Genovese)
Queste parole tratte dal film “Perfetti Sconosciuti” ci insegnano che nelle relazioni, la forza non sta nell’avere sempre ragione, ma nel saper scegliere quando fermarsi. "Disinnescare" non significa debolezza o resa, ma proteggere sé stessi, l'altro ed il legame. Non è passività, ma presenza consapevole, nel riuscire a rimanere lucidi se l’altro perde il controllo e saper scegliere il momento giusto per confrontarsi, quando la mente è più calma e il cuore più disponibile.
Spesso nel pieno di un litigio, ascoltare davvero l’altro diventa difficile. Invece di cercare di comprendere, siamo piuttosto concentrati a costruire nuovi argomenti per difendere la nostra posizione. Così, il confronto non ha più la sua funzione originaria di voler chiarire per capire e crescere insieme, ma si trasforma in una lotta di potere, dove ognuno ha bisogno di affermare la propria forza.
L’orgoglio vince e la coppia perde. Non siamo davvero noi a dialogare ma il nostro ego: quella parte che teme di smarrire la propria identità. Quando è invece l’essenza ad emergere, non c’è più paura di mostrarsi vulnerabili: riconoscere una fragilità non significa perdere potere o dignità, ma ritrovare umanità.
Disinnescare significa interrompere l’escalation del conflitto prima che degeneri, fermarsi prima che le parole possano ferire. Solo così il dialogo può tornare ad essere uno spazio d’incontro, dove il confronto non divide, ma costruisce.
Nelle discussioni tra uomo e donna accade spesso che si utilizzino linguaggi emotivi diversi. La donna tende a esprimersi attraverso il sentire: parla di emozioni, cerca connessione e autenticità, desidera essere ascoltata subito.
L’uomo, invece, risponde con logica e razionalità, tende a chiudersi in sé, non per paura di affrontare il problema, ma perché fa fatica a gestire la pressione emotiva. Così evita lo
scontro diretto per non sentirsi giudicato o messo alle strette.
Il risultato è un fraintendimento reciproco: lei si sente non vista e non ascoltata, mentre lui accusato e inadeguato. Purtroppo, in tal modo, ciò che nasce come bisogno di avvicinarsi finisce spesso per diventare una distanza.
Da qui la tensione cresce: entrambi sono feriti ma hanno paura di esporsi, per proteggere la propria vulnerabilità. Si alza il tono della voce, il corpo si irrigidisce, le parole diventano taglienti, si smette di ascoltare per interrompere l’altro.
In quel momento non conta più comprendere, ma difendere la propria tesi, affermare la propria ragione. Riconoscere quest’istante, accorgersi del passaggio dall’ascolto alla difesa è il primo passo di consapevolezza che può trasformare lo scontro in dialogo.
E’ il momento di disinnescare, alleggerire i toni, non cedendo semplicemente all’altro per quieto vivere, ma scegliendo di proteggere la connessione che tiene unita la relazione: mettere al centro il legame non l’orgoglio.
Così la donna può tentare di disinnescare, rispettando il bisogno momentaneo dell’uomo di ritirarsi ed evitando di forzare il dialogo immediato; mentre l’uomo può dimostrare il proprio coinvolgimento emotivo, riconoscendo le emozioni della partner senza sottrarsi troppo presto alla conversazione.
Disinnescare vuol dire, in definitiva, fare un passo indietro per comprendere meglio l’altro. Non è un segno di debolezza ma la più alta forma di forza nelle relazioni. Significa avere il coraggio di fermarsi, ascoltare e comprendere prima di reagire, scegliere la connessione prima della rivalsa, l’empatia al posto della difesa, la consapevolezza invece dell’impulsività.

nubi sparse (MC)
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