Politica
"Totale paralisi del sistema nella gestione dei rifiuti in provincia di Macerata"
“La situazione in merito all’individuazione del sito della nuova discarica in provincia di Macerata è di totale paralisi”, denuncia Mario Morgoni, esponente del Partito Democratico, commentando l’assemblea dei sindaci dell’ambito territoriale ambientale della provincia, tenutasi lo scorso 20 ottobre. “Dopo cinque anni dall’avvio del procedimento e dopo aver condiviso le modalità dell’iter, è stato proprio il Comune capoluogo – che esprime il presidente della provincia – a contestare le conclusioni del lavoro istruttorio svolto dall’Università Politecnica delle Marche. Una situazione veramente imbarazzante”, afferma Morgoni. Secondo l’esponente dem, “la destra governa la quasi totalità dei Comuni, ha rigettato la proposta di gestione unitaria del Cosmari, pretendendo di governare da sola l’azienda pubblica più importante del territorio, e sta condannando alla totale paralisi il sistema di gestione dei rifiuti. Siamo costretti ad abbancare i rifiuti fuori provincia e lo faremo ancora per anni, visto che il sindaco di Cingoli – che non ha partecipato all’assemblea – ha dichiarato che senza l’individuazione del nuovo sito non ci sarà alcun ampliamento della discarica del suo Comune”. “E ha ragione di dirlo e di essere conseguente con le sue affermazioni, se non intende perdere clamorosamente la faccia. A pagare i pesantissimi costi di questa inaccettabile condizione di immobilismo sono i cittadini della provincia di Macerata, già sottoposti a gravosi aumenti della tariffa che saranno destinati a lievitare ulteriormente”, continua Morgoni. “Ma c’è anche un altro aspetto inquietante – sottolinea –: la destra, che in questa provincia ha tutto il potere, dimostra di non avere alcuna idea e di non essere capace di nessuna decisione in un settore strategico come quello ambientale, e sta portando su un binario morto il Cosmari. Buttano la palla in tribuna vagheggiando il termovalorizzatore perché non sanno che pesci pigliare”. “Non possiamo poi meravigliarci troppo se, di fronte a queste rovinose, furbesche e tragicomiche prove di chi è tenuto a tutelare gli interessi pubblici, gli elettori disertino le urne e cresca la disaffezione verso la politica e le istituzioni”, conclude Morgoni.
Macerata, approvato il progetto esecutivo per un percorso ciclabile ad anello di 40 chilometri
La città di Macerata compie un passo decisivo verso una mobilità più sostenibile e un turismo lento di qualità. La Giunta comunale ha approvato il progetto esecutivo della rete di mobilità ciclistica, un grande intervento da 3 milioni di euro finanziato dal Cis Area Sisma. Il piano prevede la realizzazione di un percorso ad anello di circa 40 chilometri, pensato per collegare e ricucire i tratti ciclabili già esistenti, creando un itinerario continuo tra le aste fluviali del Potenza e del Chienti. Il tracciato seguirà torrenti, fossi e percorsi di crinale e vallivi, valorizzando il patrimonio naturale e paesaggistico del territorio. L'uscita del bando di gara è prevista entro la prima metà di novembre: "Con la realizzazione di questo intervento Macerata non solo vuole sviluppare la mobilità dolce ma anche implementare i percorsi turistici e religiosi - ha dichiarato il sindaco Sandro Parcaroli -. Il progetto si intersecherà infatti con i Cammini Lauretani, il Giro delle Abbazie e i percorsi di recupero delle fonti, offrendo una preziosa occasione di sviluppo per la città e per tutto il territorio circostante". Anche il commissario alla ricostruzione post sisma, Guido Castelli, ha sottolineato il valore strategico dell’opera: "La rinascita dell'area del cratere passa anche attraverso il turismo all’aria aperta e religioso. Questo progetto si inserisce nel Piano Cammini, un investimento di 30 milioni di euro per le Marche, pensato per creare un vero ecosistema che metta in rete esperienze, servizi e comunità, innalzando la qualità dell’accoglienza e valorizzando i nostri borghi". Soddisfazione anche dall'assessore con delega alle Ciclopedonali, Paolo Renna, che ha evidenziato l’importanza ambientale e sociale dell'iniziativa: "Il percorso sarà adatto a tutti - ciclisti, escursionisti e turisti - e rappresenterà un modello di mobilità alternativa e sostenibile. Dopo tanti anni di annunci, Macerata potrà finalmente contare su infrastrutture concrete per il turismo lento e per la qualità della vita dei cittadini. Un ringraziamento va al presidente della Regione Francesco Acquaroli e al Commissario Guido Castelli per il sostegno al progetto". Con questo intervento, Macerata punta dunque a diventare un punto di riferimento regionale per la mobilità dolce, il turismo sostenibile e la valorizzazione del paesaggio marchigiano.
Al via la terza edizione del concorso di poesia "Civitanova Solidarity Word": come presentare domanda
Sono aperte le iscrizioni per partecipare alla terza edizione del concorso di poesia "Civitanova Solidarity Word", un’iniziativa dedicata ai giovani studenti e residenti del territorio fino ai 35 anni organizzata dalla Consulta per i Servizi Sociali del Comune di Civitanova Marche insieme all’Assessorato al Welfare del Comune di Civitanova Marche. Il tema 2025 è: "Dal mio quartiere al mondo: il mio impegno per un futuro migliore". L’evento vuole promuovere la solidarietà e sensibilizzare la comunità sull’importante ruolo svolto dalla Consulta. La direzione artistica è affidata anche quest’anno a Samuele Dutto, che curerà l’organizzazione dell’intera manifestazione. "Il concorso - spiega l’assessore ai Servizi Educatici e Formativi, Barbara Capponi - nasce in rete con la Consulta dei Servizi Sociali, che ringrazio, per stimolare i ragazzi a riflettere su tematiche sociali attraverso la poesia, a seguito del grande input che il Solidarity Sound dà ai ragazzi da anni con la musica. L'arte è veicolo potente per esprimersi creativamente, allontanandosi dagli schermi per dedicarsi alla scrittura esprimendo i propri talenti, di cui siamo certi ognuno sia dotato, ed è questo che vogliamo valorizzare". Quattro le categorie: sezione A: Scuole primarie, sezione B: Scuole secondarie di primo grado; sezione C: Scuole secondarie di secondo grado e sezione D: Universitari e giovani fino a 35 anni. Le poesie dovranno esplorare il tema della cura, intesa in tutte le sue sfaccettature: cura delle persone attraverso gesti di solidarietà, accoglienza e sostegno reciproco, cura della comunità promuovendo rispetto, inclusione e collaborazione tra individui, cura dell’anima e delle emozioni valorizzando il benessere interiore e la crescita personale e cura del pianeta sensibilizzando all’importanza della sostenibilità e della responsabilità ambientale. Il bando di concorso, con regolamento e scheda d’iscrizione, è scaricabile dal sito: www.civitanovasolidaritysound.org, iscrizione gratuita e la scadenza per l’invio delle poesie: 7 novembre. Le opere finaliste saranno selezionate dal poeta Carlo Molinari, autore di numerose raccolte e vincitore di prestigiosi premi nazionali e internazionali. La cerimonia conclusiva si terrà giovedì 4 dicembre alle ore 17:00 presso la Sala Consiliare del comune di Civitanova Marche. Le poesie finaliste saranno lette da Antonio Sterpi, accompagnato al pianoforte da Samuele Dutto. Saranno proclamati i vincitori di ogni categoria, che riceveranno un premio in materiale scolastico del valore di 200 euro.
Ricci, arriva la prima firma da europarlamentare: "La patente ai 17enni, ma esami più severi"
"Oggi, a Strasburgo, abbiamo firmato la nuova direttiva europea sulle patenti, di cui sono stato relatore, per migliorare la sicurezza stradale e che sarà presto pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Per me è stata la prima cerimonia di firma da europarlamentare: un momento simbolico che chiude un lungo e intenso lavoro legislativo". Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd e vicepresidente della commissione TRAN, alla presenza della presidente del PE Roberta Metsola, della ministra danese Marie Bjerre e della presidente della Commissione TRAN, Elissavet Vozemberg - Vrionidi. Le novità principali riguardano i neopatentati: è introdotta la patente ai 17 anni, ma accompagnati sino ai 18, sarà digitale, anche sul cellulare. E si prevedono esami più severi sul fronte della sicurezza stradale. Ma soprattutto il ritiro stabilito da un Paese sarà esteso a tutta l'Unione. Si tratta di norme in vigore il ventesimo giorno successivo alla loro pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Ue. Poi i Paesi avranno tre anni per recepirle nel diritto nazionale e un altro anno per prepararsi alla loro attuazione. Quattro, nel dettaglio, i pilastri della riforma. Il primo, appunto, riguarda il giro di vite contro chi ha avuto la patente ritirata. "Oggi - spiega uno dei relatori, il dem Matteo Ricci - chi commette un'infrazione grave in un Paese diverso da quello che ha rilasciato la patente spesso rimane impunito. Ben il 40% delle infrazioni transfrontaliere restava senza conseguenze serie. Ora invece chi perde la patente in un Paese Ue per un'infrazione grave non potrà più guidare in nessun altro Stato. La decisione di sospensione o ritiro della patente sarà riconosciuta ovunque in Europa. Questo pacchetto non è solo un insieme di regole: è un impegno concreto per rendere le nostre strade più sicure per tutti, specialmente per chi abbiamo più a cuore, i nostri figli". Il secondo pilastro prevede nuovi obblighi nella formazione: l'esame dovrà includere anche domande sui rischi legati agli angoli ciechi, sui sistemi di assistenza alla guida, sull'apertura sicura delle porte e sui rischi di distrazione dovuti all'uso del cellulare. Inoltre si porrà maggiore enfasi sulla consapevolezza dei rischi per pedoni, bambini, ciclisti e altri utenti della strada vulnerabili. Terza novità: i nuovi limiti della validità e i controlli sanitari. La patente di guida per motocicli e automobili sarà valida per 15 anni, fatta salva la possibilità per gli Stati di ridurre questo periodo a 10 anni se la patente vale anche come documento d'identità nazionale. La patente di guida per autocarri e autobus avrà invece una validità di 5 anni. I paesi dell'UE possono decidere di ridurre il periodo di validità della patente per i conducenti di età pari o superiore a 65 anni, in modo da sottoporne i titolari a controlli medici più frequenti o a corsi di aggiornamento. Prima di ottenere la prima patente o al momento del rinnovo la visita medica non includerà solo gli esami della vista ma anche delle condizioni cardiovascolari. La quarta riforma, infine, riguarda i neopatentati e i conducenti accompagnati. Per la prima volta in assoluto, l'Ue stabilisce una sorta di periodo di prova di almeno due anni per i conducenti inesperti, con regole per loro molto più rigorose: se trovati a guidare in stato di ebbrezza, senza cintura di sicurezza o senza l'utilizzo di dispositivi di sicurezza, saranno soggetti a sanzioni più severe. Si potrà ottenere la patente di guida (di categoria B) già a 17 anni, a condizione di guidare accompagnati da un conducente esperto fino ai 18 anni. Per ovviare alla carenza di conducenti professionisti, sarà consentito ai diciottenni di ottenere la patente per guidare un autocarro (categoria C) e ai ventunenni quella per guidare un autobus (categoria D), ma solo a condizione che siano in possesso di un certificato di abilitazione professionale. Altrimenti, l'età minima per tali mezzi è fissata rispettivamente a 21 e 24 anni.
Assoluzione per violenza sessuale, De Padova: "Dire 'no' deve sempre contare, come donna provo sgomento"
La consigliera del gruppo misto del comune di Macerata, Sabrina De Padova, interviene con parole dure dopo la notizia dell'assoluzione di un 31enne accusato di violenza sessuale, motivata – secondo quanto riportato – dal fatto che la vittima "aveva già avuto rapporti" (leggi qui l’articolo completo). De Padova ha espresso tutta la sua rabbia e delusione per una vicenda che, a suo dire, "riporta indietro il senso stesso di giustizia e civiltà". "Macerata ancora una volta è al centro di una notizia che scuote le coscienze - aggiunge -. Un uomo di 31 anni è stato assolto dall’accusa di violenza sessuale. La motivazione che emerge lascia attoniti: ‘lei aveva già avuto rapporti’. Davanti a una frase simile non riesco a restare in silenzio. Non posso. Non voglio.” De Padova parla come "donna, madre, docente e consigliera eletta", e sottolinea con forza quanto sia "inaccettabile una cultura che ancora oggi metta in dubbio la credibilità di una vittima sulla base della sua vita privata". "È come se il consenso, una volta dato, diventasse una condanna permanente - aggiunge -. Come se una donna, dopo un rapporto consenziente, non potesse più dire ‘no’. Non è questo il diritto. Non è questa la giustizia. E non è questa la città che vogliamo rappresentare". L’esponente del gruppo misto richiama anche la storia recente di Macerata, ricordando episodi che hanno segnato la coscienza collettiva, come il caso Pamela Mastropietro e la sparatoria di Traini, per ribadire quanto la città abbia già vissuto momenti di dolore e smarrimento: "Oggi ci troviamo di fronte non a un gesto violento, ma a qualcosa che forse è ancora più subdolo: una giustificazione. Una frase che legittima la cultura dello stupro e la narrazione che colpevolizza la vittima, analizzandone la vita privata per giustificare l’aggressore". Per De Padova, il punto non è solo giudiziario, ma profondamente culturale: "Difendere le donne significa farlo sempre, senza se, senza ma, e senza ambiguità. Invito la magistratura a riflettere su quale messaggio mandano le sentenze. Non esiste alcun passato, alcun comportamento, alcuna storia che possa legittimare la violenza o negare l’ascolto a una donna che dice no". Il suo appello è chiaro e si chiude con un tono accorato: "Se questo è ancora messo in discussione, allora la nostra battaglia è più urgente che mai. Provo rabbia, tristezza, frustrazione. Quando la giustizia arretra, è tutta la società a tornare indietro".
Tolentino, Lega e Forza Italia contro la gestione esterna dei musei: "La città svende la propria cultura"
Si accende lo scontro politico in città dopo la decisione dell'amministrazione comunale di Tolentino di affidare la gestione dei Musei Civici, della Sala di Lettura e dello IAT alla cooperativa "L’Orologio" di Pontassieve (Firenze). Una scelta che, secondo Giovanni Gabrielli (Lega Tolentino) e Roberto Scorcella (Forza Italia Tolentino), rappresenta “una svendita della cultura locale” e “una sconfitta per tutta la comunità tolentinate”. Le due forze di opposizione parlano di una decisione “politicamente miope, socialmente penalizzante e culturalmente discutibile”, che allontana la gestione del patrimonio storico-artistico cittadino da chi lo conosce e lo vive ogni giorno. “L’Amministrazione ha deciso di consegnare la nostra identità culturale a un soggetto esterno – spiegano Gabrielli e Scorcella – che nulla ha a che fare con la nostra realtà. È una scelta che priva Tolentino delle sue competenze e delle sue energie migliori.” Lega e Forza Italia denunciano il rischio che la città finisca per “essere amministrata a distanza anche nella sua anima culturale”, diventando una semplice “filiale” di un progetto nazionale. Non manca un riferimento polemico al futuro del Teatro Nicola Vaccaj, con un interrogativo diretto all'amministrazione: "Dovremo aspettarci lo stesso metodo anche per il Teatro Vaccaj? Sarebbe inaccettabile vedere affidato anche uno dei simboli più rappresentativi della nostra città a chi non ne conosce storia e identità". Secondo i due esponenti di opposizione, la decisione rappresenta una mancata opportunità di sviluppo e occupazione locale: "Un’amministrazione lungimirante avrebbe potuto creare posti di lavoro qualificati per i tanti giovani tolentinati laureati in beni culturali, storia dell’arte o turismo, coinvolgendo associazioni e cooperative del territorio. Si è invece scelto un modello distante e burocratico". Gabrielli e Scorcella chiedono chiarezza su quali benefici economici e culturali concreti deriveranno da questa esternalizzazione e se sia previsto un coinvolgimento di personale locale nella gestione: "Per noi la cultura non è un servizio da appaltare al ribasso – concludono – ma un investimento strategico per la crescita, la formazione e l’orgoglio di una comunità. Continueremo a vigilare con fermezza affinché il patrimonio culturale di Tolentino resti patrimonio dei tolentinati". LEGGI ANCHE - LA REPLICA DELLA MAGGIORANZA: "NUOVO AFFIDAMENTO? STESSA COOPERATIVA DI MACERATA E RECANATI"
"Nuovo affidamento dei musei di Tolentino? Stessa cooperativa di Macerata, personale tutelato"
"Quando l'ignoranza gioca brutti scherzi". Così - in una nota congiunta - le liste di maggioranza del comune di Tolentino (Tolentino popolare, Riformisti Tolentino e Tolentino Civica e Solidale) replicano alle polemiche innescate dai segretari cittadini di Lega (Giovanni Gabrielli) e Forza Italia (Roberto Scorcella) circa l'affidamento alla Cooperativa l'Orologio dei servizi museali, del punto informativo e della sala lettura (leggi qui). "Le dimensioni economiche del bando non consentivano affidamenti diretti - rimarcano dalla maggioranza -. Il bando, inoltre, dava la più ampia possibilità di partecipazione e quindi anche a soggetti locali, che potevano associarsi e collaborare per formulare una proposta". "L'aggiudicazione dell’appalto si basava per l’80% sul progetto e solo per il 20% sulla dimensione economica, quindi nessuna spinta al 'ribasso'. Il personale attualmente impiegato è stato integralmente tutelato attraverso una specifica clausola di riassorbimento presente nel bando (salvo scelte autonome e personali)", si aggiunge nella nota. Rispedita al mittente anche la poca conoscenza della cooperativa del territorio (la sede centrale della stessa è a Firenze, ndr): "La Cooperativa l'Orologio è attualmente impegnata nella gestione dei Musei di Macerata e Recanati. Tutti incapaci?". "Se la colpa è quella di aver fatto una gara ad evidenza pubblica, evitando di favorire magari con metodi clientelari e poco trasparenti, la costruzione di associazioni ad hoc, con personale la cui unica competenza fosse quella di essere di Tolentino, ci assumiamo la responsabilità di questa scelta fatta esclusivamente nell'interesse della città", puntualizzano le liste di maggioranza. "Siamo certi che chi è in possesso di reali ed effettive competenze potrà senz’altro essere preso in considerazione dalla cooperativa affidataria dell’appalto come avvenuto in altri contesti. Le polemiche sollevate sono quindi il frutto evidente della volontà, pretestuosa, di gettare discredito sull'attività amministrativa, senza approfondimento e conoscenza", concludono dalla maggioranza.
Potenza Picena, Parco dei Laghetti: “A sei mesi dalla mozione nessuna azione dal Comune”
Potenza Picena – A quasi sei mesi dall’approvazione unanime della mozione presentata da Idea Futura il 31 dicembre 2024, la questione del Parco dei Laghetti resta ferma al palo. La mozione, approvata dal Consiglio Comunale il 29 aprile 2025, impegnava l’Amministrazione a convocare in prima commissione consiliare il curatore fallimentare dell’area per valutare la possibilità di acquisirla al patrimonio comunale. “In tutto questo tempo – denunciano da Idea Futura – non è stato fatto assolutamente nulla. Il presidente della prima commissione permanente, il capogruppo Mirco Braconi, non ha mai convocato la commissione, nonostante il chiaro mandato del Consiglio Comunale". Il gruppo di minoranza ricorda che il prossimo 31 ottobre si terrà la sesta asta pubblica per la vendita del comparto, con un prezzo base sceso a 450.000 euro, dopo i 2.761.500 euro iniziali e gli 870.000 euro circa dell’ultima gara, tenutasi a febbraio 2025. “Il rischio concreto – prosegue Idea Futura – è che un privato possa aggiudicarsi l’intera area, con una perdita immensa per la cittadinanza di Potenza Picena. Sarebbe gravissimo se ciò accadesse senza che il Comune abbia nemmeno tentato di presentare un’offerta o avviato un confronto con il curatore fallimentare”. Il gruppo consiliare ricorda inoltre che l’Amministrazione comunale, lo scorso 29 maggio, ha approvato il Rendiconto di Bilancio 2024 con un avanzo disponibile di 942.200,18 euro, risorse che – secondo Idea Futura – avrebbero potuto consentire al Comune di valutare concretamente l’acquisto dell’area. “L’Amministrazione aveva tutto: il consenso unanime del Consiglio e la disponibilità economica. Eppure, non ha mosso un dito”. Da qui l’appello del gruppo di opposizione:“Nonostante il tempo stringa, chiediamo che l’Amministrazione comunale prenda in mano la questione e metta finalmente in atto un’azione concreta, dimostrando coerenza con quanto approvato in Consiglio. Servono fatti, non proclami".
"Medici in pensione? A Pollenza situazione chiara. Sestili lasci da parte la retorica da talk show"
"Ho letto con interesse le dichiarazioni del capogruppo di minoranza, Laura Sestili. Devo ammettere che mi sfugge il motivo della sua animosità, ma non mi sorprende: fa parte del gioco politico. Sarebbe fin troppo facile ricordarle che, appena due settimane fa, era candidata come consigliere regionale nella coalizione oggi al governo della Regione Marche, che gestisce la sanità dal settembre 2020. Sono certo che la sua risposta sarebbe quella che ascoltiamo da anni: la colpa è sempre di chi c’era prima alla guida della Regione, e al Governo. Non entrerò in questa narrazione, che serve solo a spostare l’attenzione e a generare polemiche sterili, mentre i cittadini desiderano risposte concrete". Così il sindaco di Pollenza, Mauro Romoli, replica a quanto affermato dalla consigliera di minoranza Laura Sestili che aveva denunciato il rischio di carenza assistenziale sanitaria nel comune (leggi qui). "A Pollenza, la situazione è chiara: abbiamo due medici di medicina generale che, ad oggi, non hanno ancora comunicato le proprie dimissioni per il pensionamento, ma che verosimilmente lo faranno entro fine anno. La competenza per garantire la continuità dell’assistenza sanitaria sul territorio è dell’AST 3 di Macerata, che è perfettamente consapevole della situazione. Il ruolo del Sindaco, come la consigliera Sestili dovrebbe sapere, non è quello di nominare i medici, ma di sostenere, sollecitare e favorire soluzioni. È ciò che stiamo facendo, con serietà e responsabilità", precisa il primo cittadino. "Sorprende che la consigliera si chieda cosa io sia andato a fare presso l’AST. Francamente, non so dove si aspettasse che andassi. Ribadisco, con chiarezza, di aver incontrato i vertici dell’Azienda Sanitaria nei giorni scorsi, per chiedere rassicurazioni e comprendere come intendano affrontare il possibile vuoto della continuità assistenziale - chiarisce Romoli -. Mi è stata descritta una realtà preoccupante: tra una costa in affanno e un entroterra al limite dell’emergenza, con carenze sempre più difficili da colmare". "A tutto ciò si aggiungono gli effetti del nuovo contratto integrativo per i medici di medicina generale, firmato proprio dalla Regione Marche con la categoria, che introduce una serie di vincoli e obblighi tali da rendere oggi poco attrattivo questo percorso professionale - aggiunge il sindaco -. Alla direzione dell’AST, che ho trovato attenta e disponibile, ho chiesto di affrontare con la massima urgenza questa criticità e ho offerto, da parte del Comune, ogni forma di collaborazione possibile: spazi, strutture, risorse". "Alla consigliera Sestili rivolgo un invito semplice e diretto: lasci da parte la retorica da talk show, il mondo è pieno di persone che sanno fare l’elenco dei problemi, ma troppo carente di chi sa trovare le soluzioni. Se davvero ha a cuore il futuro di Pollenza, collabori anche lei. Se ritiene che il Comune possa risolvere la questione in autonomia, si attivi, lei e i suoi colleghi di minoranza, per trovare chi sia disposto a fare il medico di medicina generale a Pollenza. Noi, come sempre, siamo pronti a lavorare con chiunque voglia contribuire seriamente al bene della nostra comunità", conclude il sindaco di Pollenza, Mauro Romoli.
Pollenza, due medici vanno in pensione. Sestili: "Nessun sostituto nominato, rischio di carenza assistenziale"
A Pollenza cresce la preoccupazione per la continuità dell’assistenza sanitaria. Entro la fine dell’anno, due dei quattro medici di medicina generale del comune andranno in pensione, lasciando oltre tremila cittadini senza medico di base. A lanciare l’allarme è la consigliera di minoranza Laura Sestili, del gruppo “Pollenza al Centro”, che denuncia l’assenza di progetti concreti da parte dell’amministrazione comunale: “Ad oggi non sappiamo quali iniziative siano state avviate per sopperire a questa carenza. La situazione è imbarazzante e preoccupante, soprattutto per anziani e malati cronici, che saranno costretti a spostarsi nei comuni limitrofi anche per una semplice ricetta”. Sestili sottolinea inoltre come a Pollenza non siano presenti strutture di supporto come Case di Comunità, HAB, Spoke o assistenza infermieristica territoriale, strumenti che potrebbero rafforzare l’assistenza sanitaria sul territorio. “Il sindaco Mauro Romoli lo sa che due medici su quattro sono affittuari del comune, uno dell’AST e uno proprietario dell’immobile? Lo sa che gli ambulatori sono sparsi e il distretto sanitario risulta poco funzionale alle esigenze dei cittadini? Questo problema riguarda anche altri comuni dell’entroterra, dove invece i sindaci si sono mossi per garantire servizi ai propri cittadini. A Pollenza, invece, nessun sostituto è stato ancora nominato”. Chiosa ironica da parte della consigliera: “Forse il sindaco, convinto di essere Harry Potter, è corso all’AST per tirare fuori dal cappello due medici magici, peccato che dalla bacchetta non sia uscito nemmeno un cerotto", conclude Sestili. Il gruppo di minoranza chiede quindi all’amministrazione chiarimenti immediati e azioni concrete per garantire l’assistenza sanitaria ai cittadini prima della fine dell’anno, quando l’assenza dei due medici diventerà effettiva. LEGGI ANCHE - LA REPLICA DEL SINDACO: "A POLLENZA SITUAZIONE CHIARA, SESTILI LASCI DA PARTE LA RETORICA DA TALK SHOW"
Ddl Zes, Leonardi (Fdl): "Approvato in commissione Bilancio, notizia attesa per le Marche"
"L’approvazione, oggi in commissione Bilancio del Senato, del ddl Zes in Marche e Umbria, rappresenta una notizia tanto attesa per la nostra Regione. L’utilizzo della V commissione in sede deliberante, con la procedura accelerata, spinge un provvedimento che il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, durante una sua recente visita nelle Marche, aveva preannunciato come prossimo ad essere approvato". Così in una nota la senatrice Elena Leonardi, coordinatore di Fratelli d’Italia nelle Marche. "Insieme al presidente Francesco Acquaroli abbiamo sostenuto fin da subito l’importanza di questo provvedimento per il nostro tessuto economico. Si tratta di uno strumento strategico per rilanciare il tessuto produttivo della Regione e di un volano per gli investimenti e l’occupazione - aggiunge la senatrice, originaria di Porto Recanati -. Saranno tangibili i vantaggi per le imprese, attraverso la sburocratizzazione, per esempio per il rilascio di un’autorizzazione unica per avviare, trasferire o ampliare un’attività produttiva artigianale, categoria che costituisce il cuore pulsante del tessuto economico marchigiano". "Previsti inoltre - conclude Leonardi - incentivi per le assunzioni, specie di disoccupati e donne in condizione di svantaggio. Importanti saranno poi gli incentivi fiscali con il credito d’imposta. Insomma, una serie di provvedimenti strategici che consentiranno finalmente alle Marche il rilancio che la nostra Regione merita”.
Ventitré km di strada nuova per la vallata del Potenza: entro dicembre la scelta del tracciato
Tre possibili tracciati sono stati illustrati oggi pomeriggio nella sala Consiliare della Provincia di Macerata per affrontare il ritardo infrastrutturale della vallata del Potenza. A presentare le alternative progettuali è stato il raggruppamento temporaneo di professionisti composto da Abacus srl, Rina Consulting spa e Ambiente srl, incaricato della progettazione, davanti ai sindaci di Montecassiano, Recanati, Montelupone, Potenza Picena e Porto Recanati, e ai rappresentanti di Camera di Commercio, Cna, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio e Confindustria. L’iniziativa prosegue il percorso di condivisione con il territorio voluto dal presidente della Provincia, Sandro Parcaroli, e dal vicepresidente Luca Buldorini, iniziato con l’istituzione di un Tavolo tecnico di concertazione e formalizzato nel Protocollo d’intesa del 24 ottobre 2024 tra Regione Marche, Provincia di Macerata e Associazioni di categoria, finalizzato allo sviluppo e alla riqualificazione della viabilità della vallata del Potenza. “La presentazione del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali (Docfap) rappresenta un passaggio fondamentale — ha spiegato Parcaroli —. Chiediamo osservazioni ai rappresentanti del territorio, che sin dall’inizio abbiamo voluto al nostro fianco, per arrivare alla progettazione di un’arteria fondamentale per la vallata. Si tratta di un sogno che si sta concretizzando”. Il percorso complessivo si estende per circa 23 km, da Villa Potenza alla nuova uscita dell’A14 a Porto Potenza, ed è suddiviso in quattro lotti funzionali, ciascuno con tre diverse ipotesi progettuali. Tra gli obiettivi principali: migliorare la sicurezza per utenti e pedoni, ridurre l’inquinamento acustico e atmosferico, e aumentare la velocità commerciale lungo tutto l’itinerario. I progettisti spiegano che questi risultati si potranno ottenere attraverso: l’eliminazione degli attraversamenti dei centri abitati, la riduzione o eliminazione degli accessi diretti, l’adeguamento della sezione stradale e dell’andamento plano-altimetrico dell’asse. Il nuovo tracciato prevede viabilità di tipo C1 (due corsie per senso di marcia), con la possibilità di costruire nuovi tratti e opere d’arte o di adeguare quelli esistenti, integrando strade di servizio per concentrare gli accessi carrabili. Nei prossimi giorni la Provincia convocherà la Conferenza dei servizi, coinvolgendo Comuni, Genio Civile e portatori di interesse, per raccogliere pareri sui tracciati e arrivare, entro dicembre, alla scelta del percorso migliore. Da gennaio sarà quindi avviata la gara per il primo lotto, da Villa Potenza a Sambucheto. Parallelamente proseguirà il confronto politico con sindaci, territori, Commissione viabilità provinciale, oltre alla nuova giunta regionale e al Governo, per garantire il pieno supporto all’avvio dei lavori.
Sinistra Italiana Macerata diventa Federazione Provinciale e conferma Piergentili segretario
Sabato 11 ottobre a Macerata si è svolto il congresso provinciale di Sinistra Italiana, che ha sancito la nascita della Federazione Provinciale. L’incontro ha registrato una partecipazione significativa tra gli iscritti, tra cui gli ex sindaci Tommaso Corvatta e Reano Malaisi, e ha visto la presenza di rappresentanti di forze politiche, associative e sindacali. I saluti istituzionali e politici sono stati aperti da Gioia Santarelli, segretaria regionale, e Michele Verolo, coordinatore della segreteria regionale, seguiti da interventi di Chiara Bonotti, presidente dell’ANPI di Macerata, e Daniele Principi, segretario della CGIL provinciale. Hanno portato il loro saluto anche rappresentanti di Europa Verde, Partito Democratico, Giovani Democratici, Strada Comune, Macerata Bene Comune e Civico22. L’introduzione è stata affidata a Leonardo Piergentili, reggente provinciale uscente, che ha sottolineato l’importanza di evitare narcisismi, egocentrismi e personalismi all’interno del partito e della coalizione. Piergentili ha inoltre evidenziato la necessità di costruire un campo progressista credibile, basato su progetti concreti e non su aggregazioni guidate solo da logiche elettorali. La chiusura del suo intervento ha posto l’accento sulla radicalità del pensiero, fondamentale per affrontare le questioni sociali alla radice. Il congresso ha proseguito con una discussione interna sulle prospettive di Sinistra Italiana e di Alleanza Verdi e Sinistra, con un’analisi delle recenti elezioni regionali. La neo-costituita Federazione Provinciale ha ribadito l’impegno a promuovere iniziative in favore della pace, della solidarietà, della tutela dell’ambiente e dei diritti dei più deboli. Al termine dell’Assemblea Provinciale, Leonardo Piergentili è stato riconfermato all’unanimità come segretario provinciale. Nei prossimi giorni saranno scelti gli altri membri della segreteria provinciale, a completamento della struttura della nuova Federazione.
Rutte (Nato): "Siamo tutti in pericolo". E intanto Zelensky piagnucola
Ebbene sì, il segretario della NATO Rutte (nomina sunt omina) ha recentemente dichiarato, senza perifrasi, che "siamo tutti in pericolo". Ha spiegato che i missili russi potrebbero, da un momento all’altro, colpire Roma o Londra. Continua, dunque, imperterrita la narrazione propagandistica incardinata sul terrore: terrore che, come ormai dovremmo ben sapere, rappresenta un vero e proprio metodo di governo, dacché le masse terrorizzate sono disposte ad accettare docilmente tutte le misure liberticide poste in essere, a patto che siano presentate come atte a garantire la sicurezza minacciata. L’emergenza epidemica dovrebbe pur averci insegnato qualcosa. Governare mediante la paura rappresenta un punto cardinale dell’ordine neoliberale contemporaneo. Non più il nemico invisibile identificato con il patogeno, ma la Russia di Putin viene ora utilizzata come minaccia per giustificare le politiche emergenziali, secondo una narrazione propagandistica in accordo con la quale la Russia di Putin sarebbe in procinto di invadere e aggredire l’Europa: con la conseguenza per cui quest’ultima dovrebbe prepararsi bellicamente a reagire all’attacco. Per questa via, l’ordine dominante può presentare il proprio riarmo (in specie, il folle piano del Rearm Europe) e magari anche il conflitto come se fosse dovuto alla Russia, quando in realtà, come sappiamo, allo stato dell’arte, è l’Europa che si sta riarmando fino ai denti e che sta provocando la Russia, quasi come se volesse trascinarla a tutti i costi nel conflitto. In secondo luogo, non ci stupiremmo se, come già accadde con l’emergenza epidemica, venissero presto poste in essere misure liberticide e palesemente repressive, giustificate come necessarie per fronteggiare l’emergenza bellica cagionata dalla Russia di Putin. Insomma, cambia l’oggetto dell’emergenza, ma persiste lo schema operativo e narrativo di ordine emergenziale, utilizzato come ars regendi da parte del sinedrio liberal-atlantista per potenziare il proprio dominio. Intanto, il guitto di Kiev, l’attore Nato Zelensky, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood, continua a fare la parte che più gli compete, quella dell’attore di second’ordine. E adesso inscena una tragedia greca in piena regola, piagnucolando in mondovisione e lagnandosi accoratamente del fatto che i suoi alleati non supportano adeguatamente l’Ucraina. Con tutta evidenza, le cose stanno andando ben altrimenti rispetto ai desiderata del guitto di Kiev e del suo padrone a stelle e strisce. Non soltanto la Russia di Putin non accenna a crollare, come pure i professionisti dell’informazione ci avevano garantito sarebbe accaduto nel volgere di pochi mesi: la Russia sembra oggi più ringalluzzita che mai, forte economicamente e militarmente, aperta a un mare magnum di nuove relazioni commerciali e politiche. Oltretutto, nei giorni scorsi la Russia ha abbattuto ben 250 droni ucraini. In difficoltà, semmai, sono l’Ucraina del guitto di Kiev, l’Unione Europea degli euroinomani delle brume di Bruxelles e, dulcis in fundo, la civiltà talassocratica dell’hamburger. Mentre l’occidente, anzi l’uccidente liberal-atlantista, affonda gradualmente come il Titanic, il veliero russo procede speditamente e, come avrebbero detto i latini, ventis secundis. Che cosa vuole dunque di più dai suoi alleati il guitto di Kiev? Vuole altre armi e altri soldi? Non ne ha già avuti a sufficienza? Una cosa deve essere chiara al di là di ogni ragionevole dubbio: l’attore Nato non vuole in alcun modo che si giunga alla pace, anche perché nel momento in cui dovesse terminare il conflitto, egli dovrebbe rendere conto del proprio operato al suo popolo e siamo certi che il giudizio non sarebbe particolarmente benigno.
Acquaroli: "Tod's è un'eccellenza marchigiana, la reputazione dei brand va tutelata"
"La reputazione dei brand di eccellenza della nostra economia è un valore da tutelare e promuovere in Italia e nei mercati internazionali. Tod's rappresenta un'eccellenza marchigiana riconosciuta a livello mondiale nel settore della moda, per la creatività, la qualità e l'innovazione dei prodotti, ma anche per l'attenzione verso la qualità della vita lavorativa aziendale". Così in una nota il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli in riferimento alla richiesta di commissariamento dell'azienda della famiglia Della Valle fatta dalla Procura di Milano nei giorni scorsi (leggi qui). "Ho condiviso con il Ministro Adolfo Urso tale priorità per salvaguardare l'immagine del Made in Italy anche nel fashion e nella moda - ha aggiunto Acquaroli - Non bisogna mai dimenticare che la reputazione è un punto di forza fondamentale per le imprese del Made in Italy che può essere protetta anche con certificazioni preventive dell'intera filiera produttiva dell'indotto, tese a salvaguardare pienamente i principi di legalità ambientale, sociale e lavorativa".

cielo coperto (MC)



