Politica

Marche, indagato il neo capogruppo FdI per falso ideologico: "Gogna mediatica ma resto garantista"

Marche, indagato il neo capogruppo FdI per falso ideologico: "Gogna mediatica ma resto garantista"

La Procura di Ancona ha aperto un fascicolo per falso ideologico a carico di Andrea Putzu, neo capogruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale delle Marche, al suo secondo mandato. L'indagine è stata innescata da un esposto risalente alla fine dell'estate 2020, che mette in discussione la sua eleggibilità alle ultime consultazioni regionali. La notizia, anticipata da indiscrezioni sui social media e poi confermata dai quotidiani locali, riguarda la condanna definitiva per falso ideologico – legata a validazioni di firme in elezioni amministrative – subita dal consigliere nel 2018. L'esposto è stato presentato da Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo ed ex presidente Erap Marche, primo dei non eletti di FdI nella circoscrizione di Fermo nel 2020. Di Ruscio contesta che il neo capogruppo, al momento della candidatura, abbia attestato di non incorrere in cause di incandidabilità, sostenendo che la condanna del 2018 fosse invece ostativa. Il contesto giudiziario è complesso: il consigliere, dopo la condanna del 2018, non era decaduto dalla carica di consigliere comunale a Porto Sant'Elpidio e, successivamente, il 12 agosto scorso, il Tribunale del Riesame lo aveva riabilitato. La questione è ora al vaglio della Procura. Il neo capogruppo ha reagito duramente alla diffusione della notizia, puntando il dito contro la fuga di informazioni coperte da riserbo. "Non posso non rilevare e, permettetemi l'ironia, complimentarmi per come informazioni coperte dal più stretto riserbo investigativo siano misteriosamente trapelate e prontamente offerte in pasto ai social," ha affermato Putzu, denunciando il solo scopo di "riproporre la gogna" subita in campagna elettorale. Sulla denuncia, presentata da Di Ruscio, il consigliere si è limitato a dire: "Sono quindi indagato come qualsiasi cittadino che viene denunciato, notizia nota da tempo". Pur manifestando dispiacere per la "strumentalizzazione" politica della vicenda, il neo capogruppo si è detto "sereno" e certo di non aver commesso alcun reato. "Ho il massimo rispetto nelle istituzioni e nella magistratura, sono un garantista," ha sottolineato, ricordando il principio secondo cui indagato non significa colpevole. "Sono certo che la Procura farà correttamente il suo lavoro e potrà constatare che le accuse che mi hanno rivolto sono prive di fondamento" , ha concluso Andrea Putzu, lasciando ai suoi legali il compito di rispondere nel merito "nelle sedi opportune e certamente non sui social, perché bisogna sempre ricordarsi che la Giustizia è una cosa seria e va sempre rispettata".

07/11/2025 11:00
Tolentino, minacce a sindaco e assessori: "Il Comune incassa fondi per la difesa, ma non si costituisce parte civile"

Tolentino, minacce a sindaco e assessori: "Il Comune incassa fondi per la difesa, ma non si costituisce parte civile"

Il Comune di Tolentino si trova al centro di una dura polemica sollevata dall'ex assessora alla Ricostruzione, Flavia Giombetti, riguardante la gestione di una minaccia di morte subita da lei e dal sindaco nel gennaio 2023. L'oggetto della controversia: l'Ente ha incassato i fondi statali specificamente previsti per difendere gli amministratori minacciati, ma ha scelto poi di non costituirsi parte civile nel procedimento penale, chiuso con un patteggiamento.  L'episodio risale al 23 gennaio 2023, durante le delicate operazioni di sgombero dei container post-sisma. "Abbiamo ricevuto varie minacce tra le quali una minaccia di morte. Non per un fatto personale, ma per aver esercitato con lealtà il mio ruolo istituzionale", spiega l'ex assessora Giombetti. La gravità del fatto è attestata dalla frase, ora agli atti del processo: "Vi sparo a tutti voi della vigilanza, alla Giombetti e al sindaco". Lo Stato, riconoscendo la natura intimidatoria e istituzionale dell’accaduto, ha concesso al Comune di Tolentino un contributo specifico. "Quel riconoscimento non è un gesto simbolico: è un atto formale, che certifica la natura intimidatoria e istituzionale dell’accaduto", sottolinea Giombetti. Il paradosso si consuma in aula di giustizia. L'ex assessora e un altro dipendente della vigilanza hanno scelto di costituirsi parte lesa, mentre l'Ente comunale, pur avendo ricevuto fondi pubblici destinati alla sua difesa e a quella dei suoi servitori, ha scelto il silenzio. Il responsabile della minaccia, un cinquantunenne di origini albanesi difeso dall'avvocato Marco Romagnoli, ha patteggiato la pena a 5 mesi.  "È insostenibile, sul piano logico e istituzionale, che lo stesso Comune che ha ricevuto queste risorse abbia poi scelto di non costituirsi parte civile," afferma Flavia Giombetti. "Un’amministrazione che tace di fronte a una minaccia di morte non è neutrale: prende posizione (o evita di prenderla), e non dalla parte giusta". Costituirsi parte civile, anche senza richiesta di risarcimento, è per Giombetti una "dichiarazione di principio" che afferma come la violenza contro chi serve la comunità sia violenza contro lo Stato stesso. "Un sindaco che sfila contro la violenza, ma non trova il coraggio di difendere chi quella violenza l’ha subita, dimostra una profonda contraddizione. Il silenzio del Comune, in quell’aula di giustizia, pesa più di qualunque parola pronunciata in piazza", rincara l'ex assessora.  L'accusa di incoerenza si estende all'intera maggioranza: "Non c’è solo la firma del sindaco. C’è la responsabilità collettiva di una maggioranza intera — assessori, consiglieri e presidente del consiglio — che hanno taciuto, accettato o avallato questa decisione". In chiusura, Flavia Giombetti annuncia un'azione formale: "Intendo scrivere al Ministro competente affinché valuti la revoca del contributo concesso al Comune di Tolentino, poiché ritengo che l’utilizzo di quei fondi sia divenuto privo di coerenza rispetto alle finalità per le quali lo Stato li aveva assegnati". L'ex assessora specifica infine che eventuali somme percepite personalmente saranno devolute in beneficienza. 

07/11/2025 10:16
"Una città senza voce in regione": Macerata riflette sul suo ruolo politico dopo le elezioni regionali

"Una città senza voce in regione": Macerata riflette sul suo ruolo politico dopo le elezioni regionali

MACERATA – Sarà un momento di confronto e riflessione sul futuro politico della città quello in programma venerdì 14 novembre alle ore 17:30 all’Asilo Ricci, promosso dal Circolo della Rosa. Al centro dell’incontro, il tema delle elezioni regionali 2025, che hanno consegnato una Macerata priva di rappresentanti in giunta e, più in generale, un quadro politico che interroga la città sul proprio ruolo nella scena regionale. L’iniziativa, presentata in conferenza stampa dal Circolo della Rosa, mira ad aprire una discussione ampia sulle ragioni del distacco crescente tra cittadini e politica, sulla diminuzione della partecipazione al voto e sulle ricadute dell’assenza di esponenti maceratesi negli organismi decisionali regionali, sia in Giunta che in Consiglio. Ad aprire i lavori saranno i giornalisti Carlo Cambi, Luca Patrassi e Giuseppe Porzi, chiamati a introdurre e inquadrare il dibattito offrendo la loro personale lettura dei risultati elettorali. Seguiranno gli interventi di Massimiliano Bianchini, Romano Carancini, Angelo Sciapichetti e Anna Menghi, che porteranno il punto di vista di chi ha partecipato in prima persona alla competizione elettorale o ha ricoperto incarichi istituzionali di rilievo. Contributi ulteriori arriveranno da Fabio Pallotta, Nicola Perfetti e Marco Sigona, esponenti del mondo politico e della società civile maceratese. A presentare l’iniziativa, l’avvocato Bruno Mandrelli: “Questa è la terza iniziativa del nostro ciclo di riflessioni. Dopo aver discusso del declino delle città medio-piccole e del ruolo dell’Associazione Sferisterio in ambito provinciale, oggi vogliamo interrogarci su un dato evidente: Macerata è fuori dalla Giunta regionale. Come è possibile? E cosa significa per la città?”. Mandrelli ha evidenziato come il fenomeno della scarsa partecipazione elettorale rappresenti un rischio serio per la tenuta democratica: “Quando i cittadini si allontanano dalla politica, il sistema diventa fragile. Il senso di questa iniziativa è chiedersi come la politica possa uscire da questa autoreferenzialità e tornare ad essere credibile e rappresentativa”. Un tema, quello della rappresentanza, che per Mandrelli tocca da vicino anche le dinamiche future del territorio: “Avere o non avere un rappresentante in Giunta non è la stessa cosa. Incide, eccome. Le questioni maceratesi rischiano di essere trascurate. Se la parola capoluogo ha un senso, deve averlo anche quella di rappresentanza”. Tra gli interventi attesi anche quello di Massimiliano Sport Bianchini, candidato alle ultime elezioni regionali con la lista Avanti con Ricci: “A Macerata si parla poco e si riflette ancora meno di politica. Ci si incontra solo in campagna elettorale. Ma servono contenuti, non solo slogan”. Bianchini ha annunciato la volontà di aprire un comitato contro l’attuale legge elettorale regionale, definita “una finta legge democratica che ha premiato Ancona e penalizzato le altre province, producendo coalizioni deboli e squilibri di rappresentanza”. “In questa città – ha aggiunto – nessuno ha pensato a un maceratese come possibile assessore. Anche il sindaco avrebbe dovuto difendere meglio gli interessi della città. Oggi Macerata ha bisogno di persone competenti, capaci di amministrare e di rappresentarla con autorevolezza”. L’incontro, che conclude un percorso di approfondimento avviato dal Circolo della Rosa, si propone dunque come spazio di confronto aperto non solo sui risultati delle regionali, ma anche in vista delle prossime elezioni amministrative. “L’obiettivo – ha sottolineato Mandrelli – non è fare processi, ma stimolare un pensiero nuovo. Capire se serva un approccio diverso per garantire a Macerata il ruolo che merita nella politica regionale”. L’appuntamento di venerdì 14 novembre all’Asilo Ricci si preannuncia quindi come un momento di analisi collettiva, ma anche come un possibile punto di ripartenza per una città che cerca di ritrovare voce e rappresentanza nel panorama politico delle Marche.  

06/11/2025 18:30
Zes Unica Marche-Umbria, Baldelli (FdI): “L’opposizione rema contro le nuove opportunità”. Fede (M5s): “Fondi insufficienti"

Zes Unica Marche-Umbria, Baldelli (FdI): “L’opposizione rema contro le nuove opportunità”. Fede (M5s): “Fondi insufficienti"

La recente estensione della Zes Unica (Zona Economica Speciale) anche alle regioni Marche e Umbria accende il confronto politico tra maggioranza e opposizione, con interpretazioni diametralmente opposte sui reali effetti del provvedimento. Il deputato di Fratelli d’Italia Antonio Baldelli difende con forza la misura, definendola “un provvedimento atteso e strategico” per attrarre investimenti e generare sviluppo in aree individuate dall’Unione Europea come “regioni in transizione”, cioè con reddito medio inferiore alla media europea. Secondo Baldelli, l’estensione della ZES rappresenta un passo concreto verso la crescita di territori che hanno sofferto “anni di mancato sviluppo durante i governi regionali del Pd”. Critico invece verso le opposizioni: “Il Pd e il M5s si sono astenuti in Commissione, continuando a dire no a prescindere. Noi lavoriamo per dare opportunità e crescita alle Marche, altri preferiscono remare contro”. Di segno opposto la posizione del deputato del Movimento 5 Stelle Giorgio Fede, che accusa il Governo di aver trasformato la ZES in “un provvedimento di facciata, buono solo per la propaganda”. Fede ricorda che il M5s aveva già chiesto l’inclusione di Marche e Umbria nel 2023, ma denuncia la totale insufficienza delle risorse stanziate: “I 2,2 miliardi previsti per il credito d’imposta ZES Unica 2025 non bastano: le richieste delle imprese hanno superato di cinque volte le risorse disponibili. Senza fondi adeguati – avverte – la misura rischia di essere solo un titolo vuoto”.Il Movimento 5 Stelle si è quindi astenuto in Aula, spiegando che la scelta non deriva da contrarietà ai principi di sostegno alle aree svantaggiate, ma dalla volontà di “denunciare la mancanza di coraggio e di risorse di una maggioranza che riduce tutto a slogan elettorali”. La Zes è stata anche uno dei temi centrali nella recente campagna elettorale per la presidenza della Regione Marche. Il governatore riconfermato Francesco Acquaroli, insieme alla premier Giorgia Meloni, ne aveva annunciato l’avvio a Cessapalombo il 4 agosto, durante l’inaugurazione dei lavori della Pedemontana Sud. Il candidato sconfitto Ricci aveva invece definito l’iniziativa una mossa “puramente propagandistica”, sostenendo che se attuata concretamente avrebbe dimostrato l’inefficacia del governo regionale uscente. Tra chi vede nella Zes Unica un’occasione storica di rilancio e chi teme resti solo una promessa elettorale, il dibattito resta aperto e centrale per il futuro economico di Marche e Umbria.

06/11/2025 17:30
Tolentino, Dignani (Civico 22): "Pezzanesi di nuovo sindaco? Dopo il caso Cosmari non è accettabile"

Tolentino, Dignani (Civico 22): "Pezzanesi di nuovo sindaco? Dopo il caso Cosmari non è accettabile"

Il coordinatore di Civico 22, Paolo Dignani, interviene con toni duri sul caso Cosmari, riaccendendo i riflettori sulle modalità di gestione del consorzio e sul ruolo dell’ex sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. "Negli ultimi anni, le vicende legate alla gestione del Cosmari e al ruolo dell'ex sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi mostrano in modo evidente come la politica locale possa piegare le istituzioni a logiche di appartenenza, piuttosto che di merito, efficienza e rispetto delle norme", afferma Dignani in una nota.  Al centro della polemica, la sentenza del Tribunale di Macerata, a firma del giudice Germana Russo, che ha condannato il consorzio al risarcimento nei confronti del manager pubblico Roberto Pierantoni, riconoscendo l’illegittimità dell’annullamento della prima selezione per la nomina del direttore generale. L’annullamento era stato deciso quando Pezzanesi ricopriva la carica di presidente del Cosmari, sostenuto da una maggioranza di Comuni soci di area centrodestra. Dignani sottolinea come la vicenda abbia prodotto "un grave danno economico e d’immagine per l’ente pubblico", ricordando che "ora la Corte dei Conti potrebbe essere chiamata a valutare eventuali responsabilità erariali". Il coordinatore di Civico 22 richiama anche un precedente episodio: la censura dell’ANAC che dichiarò incompatibile la doppia carica di Pezzanesi, allora contemporaneamente sindaco di Tolentino e presidente del consorzio. "Una vicenda che portò alle sue dimissioni e che evidenzia, qualora ce ne fosse stato bisogno, una disinvoltura istituzionale nella gestione delle regole di trasparenza e imparzialità", aggiunge Dignani. Per il rappresentante del movimento civico, il problema non è solo amministrativo, ma politico e culturale: "Ciò danneggia non solo la pubblica amministrazione stessa, bensì finisce con l'incrinare sempre più la fiducia dei cittadini nelle istituzioni". Sul piano economico, Dignani denuncia anche l'aumento costante delle tariffe: "Nel frattempo, le tariffe della TARI sono cresciute e continuano a crescere esponenzialmente, ma non certo per migliorare il servizio, bensì per mantenere in perfetto equilibrio quel delicato ecosistema chiamato potere". Non mancano riferimenti all’attualità politica locale. Secondo Dignani, circolano voci su un possibile ritorno in campo dell’ex sindaco. "Circolano con insistenza voci secondo cui chi è stato protagonista delle avvilenti vicende sopra richiamate sarebbe nuovamente in lizza per la carica di sindaco della nostra città", scrive. Il coordinatore lancia un monito chiaro: "Se questo fosse il prezzo da pagare come contropartita per avere un consigliere regionale di Tolentino (si parla di un patto pre-elettorale siglato tra la neo-consigliera regionale Luconi e Pezzanesi per il rientro di quest’ultimo sulla scena), allora Civico 22 dice con forza che Tolentino non può accettarlo". E conclude con un appello al rinnovamento: "La nostra città ha bisogno di una classe dirigente nuova, competente e rispettosa delle regole. Basta con chi ha già dimostrato limiti, ambiguità e scelte contrarie al buon governo. Tolentino merita un’amministrazione che rappresenti tutti i cittadini, non il ritorno a logiche e comportamenti che il tempo e la coscienza civica dovrebbero ormai aver superato".

06/11/2025 10:30
Pollenza, il sindaco Romoli replica a Sestili: "Discarica a Cantagallo? Noi produciamo fatti, loro comunicati"

Pollenza, il sindaco Romoli replica a Sestili: "Discarica a Cantagallo? Noi produciamo fatti, loro comunicati"

"Il gruppo consiliare di minoranza 'Pollenza al centro', guidato da Laura Sestili, che ancora una volta riesce nell’impresa di parlare di tutto senza avere contezza degli argomenti trattati. Una confusione costruita ad arte, tanto per dare l’impressione di essere sul pezzo, ma senza sapere neppure di cosa si sta parlando". Così il sindaco di Pollenza Mauro Romoli, replica a quanto affermato in una nota stampa dagli esponenti della minoranza riguardo ai temi della realizzazione di una discarica a Cantagallo e della gestione della Fondazione Marinozzi-Olivieri (leggi qui).  "Questa sera si terrà a Cantagallo un’assemblea pubblica organizzata dal Comitato No Discarica Cantagallo Pollenza - spiega il primo cittadino -. Un’iniziativa utile, perché, come ripetiamo da anni, il problema non riguarda solo una zona ma l’intero Comune. Ci tengo però a precisare che, da quando ho illustrato ai cittadini lo stato dell’iter localizzativo nell’assemblea del 8 agosto scorso, non è cambiato assolutamente nulla. Nessuna novità, nessuna evoluzione, nessun documento nuovo. Tutti gli atti che ho presentato allora sono pubblici, online sul sito del Comune da mesi, a disposizione di chiunque voglia informarsi davvero". "Evidentemente però il gruppo di minoranza preferisce commentare senza leggere - punge Romoli -. Del resto, se non riescono nemmeno a usare le credenziali di accesso al protocollo comunale senza bloccare l’account, non sorprende che si perdano i pezzi per strada". Sul tema della discarica, "l'Amministrazione comunale procede in piena collaborazione con il Comitato, tanto che domani approveremo in Giunta un ulteriore incarico conferito all’Università di Camerino per nuovi approfondimenti sull’area di Cantagallo - aggiunge il sindaco -. L’85% del costo sarà coperto dal Comune, il restante 15% dal Comitato. Ecco la differenza tra chi lavora e chi si limita a polemizzare: noi produciamo fatti, loro comunicati". "Se poi la minoranza, tutta di centrodestra - invita Romoli -, vuole davvero rendersi utile invece di recitare la solita parte della finta opposizione indignata, potrebbe sollecitare i propri amici di partito che governano Regione, Provincia e la stragrande maggioranza dei Comuni del maceratese, così magari, dopo otto anni, qualcuno riesce finalmente a prendere una decisione e chiudere questa storia". "Quanto alla presunta 'sovrapposizione' tra l’assemblea del Comitato e quella dell’Amministrazione sulla Fondazione Marinozzi, è un’altra invenzione: pura casualità. Con il presidente del Comitato ci siamo parlati e abbiamo convenuto che entrambi gli appuntamenti potevano tranquillamente svolgersi. Ma capisco che, per qualcuno in malafede, se due cose accadono nello stesso giorno, dev’esserci per forza un complotto", puntualizza Romoli. "Sulla Fondazione, poi, era ora di fare chiarezza. Da settimane si sentono discorsi confusi e privi di fondamento, e quindi l’Amministrazione ha deciso di spiegare pubblicamente qual è il proprio ruolo. Una trasparenza che altri evidentemente non praticano, pur sedendo nel CdA della Fondazione. A proposito, cara consigliera Sestili: visto che anche lei fa parte del CdA per mia nomina, perché non ha proposto lei un’assemblea pubblica per chiarire la situazione? Forse è più comodo criticare da lontano che metterci la faccia. In conclusione, mentre qualcuno continua a spargere fumo e a cercare visibilità con comunicati pieni di inesattezze, noi continuiamo a lavorare seriamente, con fatti concreti e trasparenza vera. La differenza mi auguro sia sotto gli occhi di tutti", conclude il sindaco Romoli.   

06/11/2025 09:40
Consiglio regionale Marche: insediato il nuovo Ufficio di Presidenza, undici i gruppi consiliari

Consiglio regionale Marche: insediato il nuovo Ufficio di Presidenza, undici i gruppi consiliari

Prima riunione operativa per il nuovo ufficio di presidenza del Consiglio regionale dopo l'elezione dei componenti e l’insediamento avvenuto nella seduta assembleare del 27 ottobre. Via libera alla costituzione dei gruppi consiliari. Rinviata la composizione delle Commissioni permanenti. Il nuovo ufficio di presidenza del Consiglio regionale delle Marche ha tenuto questa mattina la sua prima riunione operativa dopo l’elezione dei componenti e l’insediamento avvenuto nella seduta assembleare del 27 ottobre scorso. Il presidente Gianluca Pasqui, i due vicepresidenti Giacomo Rossi ed Enrico Piergallini, insieme ai due consiglieri segretari Marco Ausili e Marta Ruggeri, hanno definito un programma di lavoro condiviso e svolto i primi adempimenti. Tra le decisioni assunte, quelle relative alla costituzione dei gruppi consiliari e al recepimento delle istanze di adesione agli stessi da parte dei consiglieri regionali. Undici complessivamente i gruppi costituiti, di cui sei appartenenti alla maggioranza e cinque alle minoranze. Risultano sei i monogruppi. Rinviata alla seduta dell’Ufficio di Presidenza del prossimo venerdì la composizione delle Commissioni consiliari permanenti. Lo schieramento politico di maggioranza del Consiglio regionale delle Marche è composto da diverse forze politiche che sostengono l’attuale governo regionale. Tra queste figurano Civici Marche, rappresentati dal presidente Giacomo Rossi; Forza Italia, con Jessica Marcozzi nel ruolo di presidente, Chiara Biondi come vicepresidente e Gianluca Pasqui tra i componenti; e Fratelli d’Italia, la componente più numerosa, guidata dal presidente Andrea Putzu, affiancato dalla vicepresidente Mirella Battistoni e dai consiglieri Francesco Acquaroli, Andrea Assenti, Marco Ausili, Nicola Baiocchi, Nicola Barbieri, Pierpaolo Borroni, Corrado Canafoglia, Andrea Cardilli e Silvia Luconi. Fanno inoltre parte della maggioranza I Marchigiani, con Milena Sebastiani come presidente; Lega Marche, rappresentata dal presidente Renzo Marinelli, dal vicepresidente Nicolò Pierini e da Andrea Maria Antonini; e le Liste Civiche – Unione di Centro, con Luca Marconi alla presidenza. Lo schieramento politico di minoranza, che rappresenta l’opposizione in Consiglio, è formato da diversi gruppi. Tra questi figurano Alleanza Verdi e Sinistra, guidata da Andrea Nobili; la Lista Civica Matteo Ricci Presidente, con Massimo Seri come presidente e Antonio Mastrovincenzo come vicepresidente; il Movimento 5 Stelle, rappresentato dalla presidente Marta Carmela Raimonda Ruggeri; il Partito Democratico, principale gruppo di opposizione, presieduto da Valeria Mancinelli e composto anche da Leonardo Catena, Fabrizio Cesetti, Maurizio Mangialardi, Enrico Piergallini e Micaela Vitri; e infine il gruppo Progetto Marche Vive, con Michele Caporossi nel ruolo di presidente.

05/11/2025 17:15
"Non vogliamo una discarica a Cantagallo, chi tutela Pollenza?": minoranza in allarme

"Non vogliamo una discarica a Cantagallo, chi tutela Pollenza?": minoranza in allarme

La possibile realizzazione della discarica di Cantagallo e la gestione della Fondazione Marinozzi-Olivieri: a sollevare l’attenzione su entrambi i temi è il gruppo consiliare di minoranza “Pollenza al Centro”, guidato da Laura Sestili, che ha diffuso una nota per richiamare "trasparenza e chiarezza" da parte dell’amministrazione comunale. Sul fronte ambientale, cresce la preoccupazione per la discarica di Cantagallo. Il neo costituito Comitato "No discarica Cantagallo-Pollenza", presieduto da Andrea Ciucci, ha espresso forti perplessità sui criteri con cui sarebbero stati selezionati i siti candidati ad ospitare l’impianto. Secondo il Comitato, la procedura avrebbe "favorito alcune aree piuttosto che altre", senza tenere in adeguata considerazione "il valore paesaggistico, economico e culturale del territorio pollentino, caratterizzato da agriturismi, aziende agricole e un significativo patrimonio storico". Per approfondire la questione e confrontarsi con i cittadini, il Comitato ha organizzato un incontro pubblico giovedì 6 novembre alle ore 21:00, con l’obiettivo – si legge nella nota – "di individuare insieme la strada migliore per tutelare il territorio". Nel frattempo, il gruppo consiliare Pollenza al Centro ha annunciato di aver presentato un accesso agli atti per comprendere più a fondo la situazione, auspicando una risposta tempestiva da parte del Comune. "Ricordiamo - sottolinea il gruppo - che lo scorso 8 agosto l’amministrazione aveva organizzato un incontro pubblico in cui il sindaco Mauro Romoli aveva promesso battaglia contro l’ipotesi discarica e assicurato collaborazione con la minoranza". Ad oggi, però, i consiglieri di minoranza lamentano la mancanza di aggiornamenti ufficiali, mentre Pollenza "è passata dalla tredicesima alla quarta posizione nella graduatoria dei siti candidati ad ospitare una discarica, avvicinandosi pericolosamente al podio". Il comunicato non risparmia toni critici, parlando di "un'amara prospettiva" per la cittadinanza, già alle prese con "le sgradevoli puzze che si avvertono lungo la vallata del Chienti". A complicare il clima, il gruppo segnala un caso di sovrapposizione di eventi pubblici: nello stesso giorno e alla stessa ora fissata dal Comitato per discutere di discarica, il sindaco Romoli ha convocato una assemblea pubblica dedicata alla Fondazione Marinozzi-Olivieri, con l’intento di fare chiarezza sul ruolo dell’amministrazione comunale all'interno dell'ente. Una scelta che Pollenza al Centro definisce "singolare", notando come "tra gli invitati manchino i rappresentanti del Consiglio di amministrazione della Fondazione, ad eccezione di un consigliere di maggioranza". "Viene da chiedersi - si legge nel comunicato - come farà il sindaco a rispondere ai numerosi dubbi e a placare le voci sempre più insistenti che circolano in paese". Il gruppo di minoranza conclude ribadendo la propria intenzione di vigilare e informare i cittadini: "Pollenza merita risposte e, soprattutto, rispetto". LEGGI ANCHE: LA REPLICA DEL SINDACO ROMOLI: "NOI FACCIAMO I FATTI, LA MINORANZA I COMUNICATI" 

05/11/2025 15:00
Separazione delle carriere, a Macerata nasce il comitato per il sì al referendum riforma giustizia

Separazione delle carriere, a Macerata nasce il comitato per il sì al referendum riforma giustizia

Si è costituito in provincia di Macerata il comitato per il sì alla riforma della separazione delle carriere e per la giustizia giusta, in vista del referendum previsto per la prossima primavera. Il comitato, in linea con quello nazionale che riunisce esponenti dell’area socialista, liberale, popolare, repubblicana e riformista, sarà intitolato a Giuliano Vassalli, “presidente partigiano” e padre della riforma del processo penale del 1989, che introdusse il modello accusatorio e sancì la piena parità tra accusa e difesa. Quella riforma, nata dallo spirito garantista e dal referendum del 1987 sulla responsabilità civile dei magistrati, avrebbe dovuto portare naturalmente alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. "Negli anni successivi, invece- affermano i promotori del Comitato- l’Italia ha imboccato la strada del giustizialismo mediatico e politico, che ha progressivamente indebolito la politica, minato la fiducia dei cittadini e stravolto l’equilibrio tra poteri dello Stato. Come Movimento Socialista Liberale, insieme ad Azione della provincia di Macerata, vogliamo dare continuità al progetto di Vassalli e rilanciare una giustizia davvero giusta e imparziale, come auspicava Giovanni Falcone. Riteniamo indispensabile separare i ruoli di chi indaga da quelli di chi giudica e introdurre un CSM autonomo e sorteggiato, per garantire indipendenza e trasparenza. È tempo di restituire centralità alla politica e al popolo sovrano, come sancisce l’articolo 1 della Costituzione, ponendo fine alla commistione tra magistratura giudicante e requirente che da decenni frena la democrazia e la crescita del Paese. Invitiamo tutti i socialisti, liberali, popolari, repubblicani e riformisti ad aderire al Comitato “Giuliano Vassalli” e a sostenere il SÌ al prossimo referendum, per riaffermare i valori di giustizia, libertà e responsabilità". Il comitato è composto da: Ivo Costamagna, Federico Valori (Movimento Socialista Liberale – provincia di Macerata) Stefano Vallesi, Alessio Botticelli, Leonardo Piermattei (Azione – provincia di Macerata).

05/11/2025 12:11
Parlamentari marchigiani, ecco chi guadagna di più: in testa Carloni e Cataldi. La maceratese Manzi sfiora i 96mila euro

Parlamentari marchigiani, ecco chi guadagna di più: in testa Carloni e Cataldi. La maceratese Manzi sfiora i 96mila euro

Quanto guadagnano i nostri rappresentanti in Parlamento? Le sezioni “trasparenza” di Camera e Senato stanno piano piano aggiornando le dichiarazioni dei redditi dei deputati e senatori, ma qualche dato interessante è già disponibile. Tra i più solerti nel pubblicare la propria documentazione ci sono la maceratese Irene Manzi (Partito Democratico), il pesarese Antonio Baldelli (Fratelli d’Italia) e l’ascolano Giorgio Fede (Movimento 5 Stelle). La parlamentare Dem di Macerata — già vicesindaco del capoluogo — è passata dai 42.772 euro dichiarati nel 2023 (redditi 2022) ai 99.952 euro del 2024. Quest’anno, la cifra è leggermente scesa, attestandosi a 95.714 euro lordi. Dietro di lei, a ruota, troviamo il senatore di FdI Guido Castelli, commissario straordinario per la ricostruzione post sisma, con 94.013 euro (in crescita rispetto ai 70.956 del 2022 e ai 58.574 del 2021), e la sambenedettese Lucia Albano, anche lei di Fratelli d’Italia e sottosegretario al Ministero dell’Economia, con 94.964 euro. Sul fronte del Senato, il “paperone” delle Marche è il pentastellato ascolano Roberto Cataldi, che nel 2024 dichiarava 130.856 euro. Negli anni precedenti aveva fatto ancora meglio: 176.687 euro nel 2021 e addirittura 227.198 nel 2022. Segue la portorecanetese Elena Leonardi (FdI) con 107.586 euro e il fermano Francesco Verducci (PD) con 105.235 euro, anche se in entrambi i casi si tratta di dati ancora riferiti allo scorso anno. Alla Camera, il reddito più alto spetta al fanese Mirco Carloni (Lega): 160.761 euro. Subito dietro l’anconetano Stefano Maria Benvenuti Gostoli (FdI) con 151.276 euro, in attesa dell’aggiornamento 2025. Il pentastellato Giorgio Fede (San Benedetto del Tronto) ha già pubblicato la dichiarazione più recente: 118.913 euro complessivi. La fabrianese Giorgia Latini (Lega) si ferma a 105.152 euro, mentre il democratico ascolano Augusto Curti raggiunge 115.269 euro.Chiude il pesarese Antonio Baldelli (FdI) con 98.539 euro nella dichiarazione di quest’anno.  

05/11/2025 11:30
La Regione Marche avvia la modifica dello Statuto: giunta da sei a otto assessori

La Regione Marche avvia la modifica dello Statuto: giunta da sei a otto assessori

La giunta regionale delle Marche di centrodestra, guidata dal presidente Francesco Acquaroli, ha avviato l'iter per modificare lo Statuto regionale, al fine di portare la giunta da sei a otto assessori, adeguandolo a quanto disposto dalla legge nazionale 8 agosto 2025, n. 122. Lo fa sapere la Regione riguardo alla procedura che poi prevede una doppia deliberazione, a maggioranza assoluta, in Consiglio regionale a distanza di almeno due mesi l'una dall'altra. "Al fine di rafforzare ulteriormente sia il presidio delle molteplici competenze regionali a favore dell'intera comunità, - spiega la Regione - sia la concertazione con tutte le categorie e gli stakeholder regionali, è consentito alle Regioni di aumentare il numero degli assessori nel limite previsto dalla normativa statale a invarianza di spesa per la pubblica amministrazione tramite idonea modifica statutaria, nei limiti degli stanziamenti di bilancio previsti a legislazione vigente e comunque senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica".

05/11/2025 11:04
Mastrovincenzo vince la battaglia interna: rientra nel gruppo Pd in Consiglio

Mastrovincenzo vince la battaglia interna: rientra nel gruppo Pd in Consiglio

Cala il sipario, almeno per ora, su una delle più accese diatribe interne al Partito Democratico marchigiano degli ultimi tempi. Il consigliere regionale Antonio Mastrovincenzo mantiene la sua iscrizione al partito e, di conseguenza, vede sbloccato il suo ingresso nel gruppo consiliare del PD all'Assemblea legislativa delle Marche. La decisione è arrivata in seguito a una delibera unanime della direzione provinciale di Ancona, che ha ribaltato la precedente e contestata mossa del comitato dei garanti provinciale. Nei giorni scorsi, il caso Mastrovincenzo aveva innescato una vera e propria bufera tra i dem. Il comitato dei garanti aveva infatti disposto la sua cancellazione dall'Anagrafe degli iscritti per l'anno 2025/2026. Una mossa che, se confermata, avrebbe di fatto impedito a Mastrovincenzo – eletto nella lista civica 'Ricci presidente' alle recenti elezioni regionali – di aderire al gruppo ufficiale del PD in Consiglio. La scelta di candidarsi nella lista del presidente, anziché in quella del partito, era stata una diretta conseguenza del veto posto dalla segreteria regionale alla sua corsa per un terzo mandato. Tuttavia, questa decisione era stata pienamente supportata e incoraggiata dallo stesso candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, Matteo Ricci. La direzione provinciale di Ancona, riunitasi ieri sera, ha messo fine all'incertezza. Basandosi sulla decisione della direzione regionale del 28 giugno, l'organo ha stabilito all'unanimità che l'azione di Mastrovincenzo era stata coerente con le regole del partito. Con l'annullamento della cancellazione dall'Anagrafe, il passaggio del consigliere nel gruppo PD dell'Assemblea legislativa è ormai dato per scontato. Soddisfatto ma amareggiato il diretto interessato. "Viene ribadita una cosa che ho sempre detto – ha dichiarato Mastrovincenzo all'ANSA – La maggior parte del partito è con me, quella decisione è stata compiuta da un gruppuscolo di persone che non vogliono bene al partito". Il consigliere ha espresso profonda amarezza per il "danno d'immagine" subito, ma ha concluso con un appello all'unità e all'azione: "Adesso è finalmente ora di occuparci di una efficace opposizione alla destra e alla giunta Acquaroli".

04/11/2025 18:46
PD Marche, caso Mastrovincenzo alla Direzione: "Ora tocca alla politica"

PD Marche, caso Mastrovincenzo alla Direzione: "Ora tocca alla politica"

 Il Partito Democratico delle Marche si prepara ad affrontare in sede politica la spinosa questione dell'esclusione di Antonio Mastrovincenzo dall'Anagrafe degli iscritti per il biennio 2025/2026. A dirlo è la segretaria regionale, Chantal Bomprezzi, che in una nota ha annunciato la convocazione della Direzione regionale per chiudere e "risolvere per il meglio" la vicenda che ha sollevato forti polemiche interne. La segretaria Bomprezzi ha aperto la strada al dibattito politico dopo la decisione della commissione di garanzia, riconoscendone il ruolo tecnico. "La commissione di garanzia svolge un ruolo tecnico e ne va rispettato il lavoro. Ora tocca alla politica", ha dichiarato Bomprezzi, sottolineando la necessità di spostare la discussione nella "sede deputata". Mastrovincenzo, storico esponente del Partito Democratico dal 2008 ed ex presidente dell'Assemblea legislativa delle Marche, era stato al centro di una precedente contesa. Alle scorse elezioni regionali si era candidato ed era stato eletto con la lista civica 'Ricci presidente', una mossa arrivata dopo il veto imposto dalla segreteria regionale dem alla sua ricandidatura per un terzo mandato nelle fila del PD. Il recente annullamento della sua iscrizione ha riacceso le tensioni all'interno del partito. L'intento della segretaria Bomprezzi è però quello di lanciare un chiaro segnale di pacificazione e unità. "Il Pd è una comunità inclusiva e aperta, in cui bisogna lavorare per unire e non per dividere, senza escludere nessuno, a partire dal consigliere Antonio Mastrovincenzo", ha concluso la nota. La prossima Direzione regionale sarà dunque il banco di prova per tentare la ricomposizione e definire il futuro politico di Mastrovincenzo all'interno del Partito Democratico marchigiano. Sul caso è intervenuto anche Matteo Ricci: "Il partito regionale deve riparare subito al grave errore fatto su Mastrovincenzo, un errore procedurale e politico. Noi dovremo aprirci a energie nuove, non espellere in maniera surreale quelle che abbiamo. Non si può tornare indietro ad un PD Marche che, per anni, è stato autodistruttivo e irrilevante. L'unità non basta solo in campagna elettorale, serve un lavoro profondo e costante per un'opposizione seria e credibile". Ricci annuncia che incontrerà i candidati delle liste civiche (che insieme hanno raggiunto l'11%) per chiedere loro di non disperdere le energie e continuare l'impegno politico.

03/11/2025 11:12
Civitanova, "La cittadella socio-sanitaria è un obiettivo concreto": l’assessore Belletti sul Centro per l’Autismo

Civitanova, "La cittadella socio-sanitaria è un obiettivo concreto": l’assessore Belletti sul Centro per l’Autismo

 Dopo anni di attesa, il progetto di un Centro per l’Autismo a Civitanova compie un passo decisivo. La proposta di variante urbanistica avanzata dall’Asp “Paolo Ricci” segna "l’avvio concreto di un percorso che punta a dare stabilità e futuro a un servizio fondamentale per centinaia di famiglie del territorio". L’assessore all’Urbanistica Roberta Belletti ha illustrato l’iniziativa, definendola “un progetto di grande valore sociale, che finalmente prende forma”. La variante prevede la trasformazione di un’area di proprietà del Paolo Ricci in località Fonte San Pietro, con una superficie di 6.000 metri quadrati a destinazione socio-sanitaria, due piani fuori terra, parcheggi pubblici e spazi verdi. In cambio, il Comune acquisirà un lotto su cui potrà sorgere un edificio di circa 1.000 metri quadrati destinato a servizi e attrezzature di interesse collettivo. L’obiettivo complessivo è la creazione di una “cittadella socio-sanitaria” che integri il centro diurno e residenziale per l’autismo con altre strutture rivolte a diverse fragilità, come il centro Alzheimer, rispondendo così alle esigenze sanitarie sempre più complesse della comunità civitanovese. Il Paolo Ricci ha già manifestato la disponibilità a procedere per lotti successivi, in base alle risorse economiche disponibili, così da avviare fin da subito un primo intervento. L’ente, nel tempo, potrà reperire ulteriori fondi per garantire la continuità dell’opera, seguendo criteri di sostenibilità e gradualità. Come sottolineato dall’assessore Belletti, la richiesta di una superficie edificabile più ampia nasce dalla volontà di" prevedere fin da ora gli sviluppi futuri, evitando di dover ricorrere a varianti urbanistiche parziali in momenti successivi". Parallelamente, proseguono le verifiche sugli aspetti economici legati alla convenzione con Civitanova 2000, in particolare per la mancata realizzazione del sottopasso, ormai non più eseguibile. Gli uffici comunali stanno lavorando da tempo alla quantificazione del valore economico delle opere non realizzate, come la rotatoria e le sistemazioni viarie collegate. “È una verifica complessa e di grande responsabilità – ha spiegato Belletti – che richiede una valutazione attenta, trattandosi di risorse pubbliche che vanno tutelate e rendicontate con rigore”. Solo dopo la conclusione di questa analisi sarà esaminata la nuova proposta avanzata da Civitanova 2000. Dagli incontri con genitori e operatori del settore è emersa con forza la necessità di nuovi spazi: quelli attuali del Paolo Ricci non riescono più ad accogliere tutti gli utenti, e il numero delle richieste è in costante aumento. “È una sfida che riguarda la dignità e la qualità della vita di molte famiglie – ha aggiunto l’assessore – e che richiede concretezza, metodo e rispetto per chi ogni giorno affronta la fragilità".  Come già avvenuto per altre strutture sanitarie del territorio, anche il progetto civitanovese seguirà un modello di sviluppo progressivo, adattando gli interventi alle risorse e alle esigenze del momento.   “Civitanova deve pianificare oggi per costruire, passo dopo passo, una rete di servizi capace di accogliere tutti – ha concluso Belletti –. Il principio resta chiaro: i soldi pubblici vanno tutelati e ogni decisione deve produrre un reale beneficio per la comunità. L’impegno dell’Amministrazione è quello di lavorare con responsabilità e visione per dare alle famiglie un centro moderno, sostenibile e all’altezza delle necessità della città". 

02/11/2025 13:20
Gentilucci eletto consigliere nazionale dell’Uncem: “Darò voce alle aree interne del Maceratese”

Gentilucci eletto consigliere nazionale dell’Uncem: “Darò voce alle aree interne del Maceratese”

L’assemblea congressuale dell’Uncem Marche, riunitasi ieri ad Ancona, ha eletto all’unanimità Alessandro Gentilucci, presidente dell’Unione Montana Marca di Camerino, come nuovo consigliere nell’assise nazionale dell’organizzazione che rappresenta i Comuni e le Comunità montane italiane. «È un incarico che assumo con grande senso di responsabilità – ha dichiarato Gentilucci – perché mi consentirà di portare la voce delle aree interne del Maceratese in un contesto istituzionale nazionale dedicato ai temi della montagna». Durante l’assemblea sono stati affrontati diversi temi cruciali per i territori montani: dalla ricostruzione post-sisma alla filiera bosco-energia, dal mantenimento delle scuole nelle aree interne alla sostenibilità economica dei piccoli comuni. «Si tratta di questioni che assumono una dimensione sempre più strategica – ha aggiunto Gentilucci – alla luce della recente approvazione della legge nazionale sulla montagna. Il nostro obiettivo, come Uncem Marche e come Unione Montana Marca di Camerino, è e sarà quello di valorizzare ogni risorsa disponibile per rendere la nostra montagna viva, produttiva e protagonista del proprio futuro». Nel corso dell’incontro, l’assemblea ha inoltre riconfermato Giuseppe Amici alla guida dell’Uncem Marche, rinnovando così la continuità di un lavoro condiviso a sostegno delle comunità montane regionali.

01/11/2025 15:26
Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.