Politica
Nuovo ospedale Macerata, c'è il via libera dell'Anac: "Un salto di qualità per la sanità marchigiana"
Disco verde dell’Anac - Autorità Nazionale Anticorruzione - alla Regione Marche per la conclusione della procedura di gara europea per l’aggiudicazione definitiva dei servizi di progettazione del nuovo polo ospedaliero del Comune di Macerata al costituendo Raggruppamento Temporaneo di Professionisti (RTP) guidato dalla mandataria Mnr Progetti S.r.l. Si tratta di un passaggio fondamentale per l'aggiudicazione definitiva dei lavori a cui seguirà successivamente la stipula del contratto. Il termine contrattuale per la redazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, comprensivo del servizio di coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, è previsto in 120 (centoventi) giorni dalla stipula del contratto. "Il via libera dell'Anac sull'aggiudicazione definitiva della progettazione della nuova struttura ospedaliera di Macerata rappresenta un ulteriore e importante passo avanti nel percorso che abbiamo avviato - dichiara il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli -. La città di Macerata, il suo comprensorio e l'intera provincia necessitano di una struttura moderna e all'avanguardia, stiamo lavorando passo dopo passo per raggiungere questo obiettivo insieme alla messa a terra della Riforma sanitaria che con gli atti aziendali entrerà nella fase di attuazione". "Con il nuovo nosocomio, che sorgerà in località La Pieve, si concretizza un progetto strategico per la sanità marchigiana e per il territorio maceratese - evidenzia il vice presidente e assessore alla Sanità della Regione Marche, Filippo Saltamartini - Realizziamo una struttura moderna e tecnologicamente all'avanguardia, un presidio sanitario di primo livello con specializzazioni di secondo livello, che consentirà di compiere un salto di qualità nell’assistenza sanitaria sempre più avanzata, efficiente e rispondente alle esigenze dei cittadini. Un risultato frutto dell'impegno della Regione in direzione del miglioramento delle cure e del potenziamento della rete sanitaria”. “Il progetto del nuovo ospedale di Macerata – sottolinea l’assessore alle Infrastrutture e ai Lavori Pubblici Francesco Baldelli, che ha la delega all’Edilizia Sanitaria e Ospedaliera – prevede la realizzazione di una struttura con 379 posti letto, già pronta, in caso di emergenza, a salire a quota 434. Grande flessibilità, da un lato, e dall’altro lato, grande attenzione all’utilizzo di tecniche architettoniche innovative, ispirate ai principi della cosiddetta ‘Architettura del benessere’. Spazi ideati per migliorare la qualità del lavoro dei medici e degli operatori sanitari, e per creare un ambiente accogliente per pazienti e loro familiari. Insieme al collega Saltamartini, rinnoviamo la rete ospedaliera delle Marche, imprimendo un cambio di passo decisivo alla sanità delle Marche, creando una rete diffusa sul territorio, vicina ai cittadini, senza distinzioni tra costa ed entroterra, grandi e piccoli centri”. L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha riscontrato positivamente la documentazione per l’aggiudicazione definitiva dopo la consueta interlocuzione con la stazione appaltante della Regione Marche, in ottemperanza al protocollo di vigilanza collaborativa stipulato a luglio 2023 proprio tra l’Autorità presieduta dall’Avvocato Busia e l’ente regionale guidato dal presidente Francesco Acquaroli. Il protocollo era stato sottoscritto per la gestione delle gare per la realizzazione degli ospedali di Pesaro, Macerata e San Benedetto del Tronto. L’Autorità, dopo aver esaminato la documentazione e aver ricevuto i necessari chiarimenti dal responsabile della fase di affidamento, ha infatti favorevolmente preso atto dell’aggiudicazione definitiva. La stessa procedura prevede, come opzione per l’affidamento, anche la direzione lavori e il coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione per un valore massimo stimato dell’appalto di poco meno di 16 milioni di euro. Tutta la progettazione sarà effettuata seguendo il metodo Building Information Modeling (BIM), con ampio uso di tecnologie all’avanguardia per la realizzazione e il monitoraggio anche dei futuri lavori di realizzazione dell’opera.
Macerata, slitta la chiusura dell'isola ecologica di Piediripa: Cosmari accoglie la richiesta
Il Cosmari ha accolto la richiesta di proroga per alcuni mesi dell’attività dell’isola ecologica di Piediripa. A promuovere l’iniziativa, lo scorso novembre, era stato Andrea Blarasin, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, che aveva sollecitato il consorzio di smaltimento rifiuti a posticipare la chiusura del sito, inizialmente prevista per il primo dicembre, a causa della sua non conformità alle normative di settore. "Questo risultato - ha dichiarato Andrea Blarasin - consente di mantenere attivo un servizio essenziale per i cittadini di Piediripa e per l’intera comunità locale al fine di ricercare e valutare, nel frattempo, soluzioni alternative che garantiscano continuità nei servizi, come ad esempio l’introduzione del servizio porta a porta per sfalci e potature e il ritiro programmato a domicilio degli ingombranti. Ringrazio il presidente e la direttrice del Cosmari per la sensibilità dimostrata ed i cittadini residenti a Piediripa per il sostegno alle proposte anche tramite l’iniziativa della raccolta firme". Anche il Presidente del Cosmari, Paolo Gattafoni, è intervenuto sottolineando le ragioni che hanno portato alla proroga: "Nonostante le oggettive problematiche legate alla sicurezza del centro di raccolta di Piediripa, di cui avevamo consigliato la chiusura, abbiamo preso atto del disagio che c’è stato rappresentato dal consigliere Blarasin e di cui si è fatta portavoce l'amministrazione comunale. In attesa di elaborare e concordare nuove strategie e nuove misure abbiamo deciso di aderire alla richiesta di una proroga avanzata dagli uffici dell’Ente. Auspico a tal proposito una maggiore attenzione degli utenti e degli operatori nell’usufruire dell’area in questo frangente".
Macerata, Marco Rizzo e Francesco Toscano " Alle Regionali saremo protagonisti con Democrazia Sovrana e Popolare"
"Democrazia Sovrana e Popolare vuole essere il motore di una nuova alleanza sociale nelle Marche che torni a dare centralità alle comunità abbandonate ai lavoratori e alla piccola e media impresa". È quello che emerge, dalla seconda assemblea regionale del movimento di Marco Rizzo e Francesco Toscano. I leader nazionali di Dsp, sabato 30 novembre a Macerata all'Arena Sferisterio, Sala Cesanelli, hanno animato l' evento Ricostruire le Marche. L'alternativa sovranista è all'opera è il titolo di un appuntamento che mira a "coinvolgere le forze regionali che contrastano le ditte e i brand della politica affaristica diretta dall'esterno e guidata dagli speculatori sovranazionali per tornare alle esigenze collettive ed individuali: la pace, il lavoro, la casa, la sanità". Tre i focus di questa "ristrutturazione regionale". L'esigenza di un'alleanza sociale dei lavoratori è stata approfondita da Claudio Rossetti (Segretario Territoriale FISI Marche), la "ricostruzione materiale di identità territoriali e sociali ed ecosistemi economici annichiliti dalla globalizzazione" ha animato l' interessante tavola rotonda "La ferita del sisma" a cura del documentarista Marco Costarelli, con professionisti, promotori turistici e lavoratori dell'area del cratere. "Le Marche- hanno spiegato i leader di Dsp - devono essere ricostruite perché tradite da destre e sinistre che nei decenni hanno realizzato un programma politico di distruzione dell’esistente per inseguire i mercati e le grandi potenze continentali che li dominano trascurando di occuparsi degli effetti che la globalizzazione e la guerra globale, da loro accettate acriticamente, hanno sull’esistenza delle collettività e delle persone. Il primo punto del loro programma è il passaggio di ricchezza dall’economia reale alla finanza, da chi lavora a chi specula, dalle mani di chi la produce (lavoratori, piccola e media impresa, commercio, artigianato) ai marchi che prendono finanziamenti statali per chiudere gli stabilimenti e spostare la produzione-con il consenso della politica- nei cosiddetti paradisi fiscali. I lavoratori italiani, così, perdono la professione di una vita, i distretti produttivi soffrono con ricadute drammatiche per l’occupazione e le istanze della gente comune vengono solo usate come rumorosa e inutile grancassa mediatica buona per la passerella di leader sindacali ora mansueti, con Draghi al governo, ora aggressivi a comando per guadagnarsi il plauso di platee televisive amiche. Il partito unico per le armi e la globalizzazione selvaggia distrugge anche il diritto di cura. La sanità, infatti, affidata alle regioni, nelle Marche è passata dalla gestione di Centrosinistra che chiudeva ospedali pubblici, regalava finanziamenti per 350 milioni l’anno alla sanità privata e ci faceva perdere 70 milioni in mobilità passiva a una destra che ha cristallizzato quella stessa situazione cambiandole nome, da Asl ad Ast. C’è poi la distruzione delle società, delle identità culturali, delle comunità ferite. Un abbandono bipartisan da parte delle destre-sinistre liberiste e belliciste del Paese osservabile nelle zone del cratere, dove i cittadini sono ancora senza casa, le strutture in difficoltà e le aree interne si spopolano mentre aumenta il numero dei commissari, con i loro corposi staff. L' unica speranza è la restituzione di sovranità popolare. Il nostro progetto sarà della partita alle prossime elezioni regionali proprio per un cambiamento da costruire insieme."
Potenza Picena - "Comune in affanno, Tartabini costretta a cedere il controllo su opere ricostruzione"
Variazione di bilancio e operazioni di ricostruzione, il Pd: "L'amministrazione Tartabini svetola bandiera bianca" Venerdì scorso, durante il Consiglio Comunale di Potenza Picena, è stata approvata una significativa variazione di bilancio che ha suscitato forti polemiche politiche. La modifica, che riguarda tre interventi di ricostruzione finanziati dai fondi post-sisma 2016, ha evidenziato le difficoltà dell’Amministrazione Tartabini nella gestione delle opere pubbliche e nella partecipazione ai bandi di finanziamento. I quattro progetti, che includevano il recupero dell’Ex-Avviamento professionale, del Palazzetto del Podestà, dell'Asilo Nido del Capoluogo e dell’Auditorium Scarfiotti, non saranno più gestiti direttamente dal Comune ma passeranno all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione (USR) grazie a una convenzione con la Regione. Secondo l’opposizione, questa variazione di bilancio rappresenta un’ammissione di fallimento da parte dell'Amministrazione. "È una vera e propria bandiera bianca", commenta il consigliere di minoranza del gruppo Idea Futura, Tommaso Gaballo, che da tempo aveva denunciato gli errori strategici e di programmazione compiuti dalla Giunta Tartabini. Il tema principale della critica riguarda la gestione dei fondi e la scelta di partecipare con ben nove progetti al Bando di Rigenerazione Urbana, nonostante il contributo complessivo previsto fosse solo di 5 milioni di euro. Una scelta che ha costretto il Comune a dover cofinanziare in modo sostanziale tutti gli interventi, mettendo a dura prova le risorse comunali. "Questa decisione ha ingolfato gli uffici e il bilancio comunale", afferma il consigliere di minoranza. La situazione è esemplificata dall’esempio della variante per i lavori su piazza Matteotti, dove il cofinanziamento a carico del Comune è passato da 15.000 euro a 265.000 euro prima ancora che i lavori avessero inizio. Un aumento significativo che ha sollevato preoccupazioni sul rischio di indebitamento del Comune e sull’impossibilità di partecipare a futuri bandi per finanziare altre opere necessarie per la comunità. In un Consiglio Comunale e in una Commissione Consiliare congiunta che ha trattato il progetto della nuova scuola media, la sindaca Tartabini ha ammesso apertamente le difficoltà causate dai cofinanziamenti richiesti per questi nove progetti. Tuttavia, la minoranza sottolinea che queste difficoltà derivano dalle scelte strategiche fatte dall’Amministrazione in fase di programmazione. Tommaso Gaballo ha, infine, espresso soddisfazione per la certificazione degli errori passati da parte della Giunta. "Finalmente l'Amministrazione è stata costretta a tirare giù la maschera e a riconoscere ufficialmente le sue problematiche, dando ragione a ciò che noi di Idea Futura abbiamo sempre sostenuto", ha dichiarato Gaballo. L'opposizione ora chiede un cambiamento nella gestione delle risorse e una maggiore attenzione nella pianificazione degli interventi pubblici, auspicando che le scelte future possano essere più razionali e sostenibili per il bilancio comunale e per il benessere della cittadinanza.
Il Comune di Belforte acquisirà l’ex monastero di San Lorenzo: "Una giornata storica"
Via libera del consiglio comunale all’acquisizione dell’ex monastero di San Lorenzo a Belforte del Chienti. L’amministrazione, guidata dal sindaco Alessio Vita, è riuscita a raggiungere un accordo per l’acquisto dello storico immobile situato nel capoluogo del paese. La trattativa è stata conclusa con la suora che rappresenta il monastero e che è stata autorizzata alla vendita dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. L’edificio, dove le monache Clarisse hanno vissuto fino al 2018, ha sostituito quello antico del 1648, posto dietro il municipio e chiuso nel 1861. La struttura in questione venne costituita nel 1890 nel Palazzo Valentini, con stanze luminose che guardano la valle sottostante: un luogo dove tanti belfortesi custodiscono i ricordi legati alla fede e al catechismo e che grazie all’operazione portata avanti dal Comune resterà ora alla cittadinanza e alla future generazioni. «L’impegno per l’acquisizione vuole infatti dimostrare come l’amministrazione sia consapevole del valore inestimabile dei beni storici e culturali del paese e la loro acquisizione pubblica rappresenta una ricchezza per tutta la cittadinanza, afferma il sindaco Vita in una nota. È per questo che quella di ieri resterà per i belfortesi una giornata storica, poiché in consiglio comunale è stato dato il via libera all’iter per l’acquisto dell’ex monastero di San Lorenzo». «È stata chiara da sempre la nostra volontà di rivitalizzare il capoluogo, trovare nuovi spazi e valorizzare gli edifici che per il paese e il territorio rappresentano un legame profondo con la cultura e le tradizioni - dice il primo cittadino -: questa operazione racchiude in sé tutti questi obiettivi». Da qui l’impegno dell’attuale amministrazione a concludere un investimento che, con un peso minore sulle casse comunali rispetto al reale valore dell’operazione, porterà a un importante arricchimento del patrimonio del Comune. «Nonostante l’iniziale costo di acquisto dell’ex monastero fosse, infatti, di un milione e 100mila euro, nel 2023 si era arrivati a un accordo preliminare di 940mila euro che, grazie all’impegno dell’attuale amministrazione, ha raggiunto la cifra di 750mila euro, oltre le spese notarili - aggiunge Vita -. I fondi con cui verrà acquistato l’immobile arrivano per 282mila euro dal bando B2.2 del Pnrr; circa 70mila euro dal bilancio comunale e per i restanti 420mila euro verrà acceso un mutuo il cui via libera è arrivato ieri dall’assise consiliare». Il Comune acquisirà dunque l’ex monastero sborsando circa 500mila euro: meno della metà del costo di acquisto iniziale richiesto per l’immobile la cui superficie è di circa 1.500 metri quadri. Un’operazione che ha avuto parere favorevole del Revisore dei conti e che, oltre ad arricchire il patrimonio pubblico del Comune, aprirà una nuova pagina per gli spazi del paese. «Ora il lavoro, dopo l’acquisto, sarà rivolto allo sgombero dell’edificio - conclude il sindaco -. Per il futuro dell’immobile abbiamo già diverse idee, ma la vocazione principale riguarderà il settore sociale con particolare attenzione a giovani, anziani e persone fragili. Chiaramente, visto il finanziamento ottenuto dal bando B2.2 del Pnrr, una parte della struttura sarà destinata alla scuola di fotografia che nascerà proprio grazie al finanziamento europeo».
Assestamento di bilancio, Livi: "Dal Pd il solito tifo contro le Marche"
"La manovra di Assestamento del bilancio di previsione del triennio 2024/2026 è stata predisposta in un contesto macroeconomico particolare ed incerto, derivante dalla continua evoluzione del quadro geopolitico, dalla diminuzione delle previsioni di crescita per il 2024, dalle conseguenze a lungo termine della pandemia da COVID-19 e dal protrarsi del conflitto in Ucraina ed in Medioriente. Complessivamente con questa legge vengono apportate variazioni allo stato di previsione dell’entrata per 93.277.430,93 euro nel triennio". Queste le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Simone Livi, al termine della seduta odierna del Consiglio regionale che ha approvato l’Assestamento di Bilancio di previsione. "Da parte delle opposizioni, memori di quanto realizzato in oltre 25 anni dalla sinistra, ci si sofferma sui contributi diretti per autorizzazioni di spesa finalizzati a realizzare interventi o completamenti di interventi già realizzati che, altrimenti, diversi Comuni marchigiani non potrebbero finire - prosegue Livi -. Si indica il dito e non la luna. Perché, in realtà, molteplici sono le azioni in sede di Assestamento che mostrano la visione strategica che, in modo flessibile, intendiamo continuare a perseguire, spinti dalla necessità di mantenere gli equilibri di bilancio, non aumentando la pressione fiscale, gestendo in modo oculato le risorse che sono state destinate a perseguire gli obiettivi strategici e al sostegno della spesa di investimento per stimolare la ripresa economica". "Per quel che riguarda la missione Norme per il riordino del trasporto pubblico regionale e locale oltre 8,5 milioni di euro; Sistema regionale di Protezione civile 1.343.553 euro; Istruzione e diritto allo studio, oltre 3,6 milioni di euro; Interventi regionali per favorire la vita indipendente delle persone con disabilità un milione di euro; Rimborso delle spese a supporto delle cure oncologiche 2 milioni di euro; Disposizioni concernenti l’assegnazione delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche oltre 15milioni di euro. Ancora, fondi assegnati per la realizzazione del nuovo ospedale di Fermo (6 milioni); quasi 3 milioni di euro per finanziamenti dei corsi professioni universitari e la formazione dei medici; Sostegno alle imprese agricole per fronteggiare le conseguenze dell’alluvione del 2022, un milione di euro. Un Assestamento del bilancio di previsione del triennio 2024/2026 che non tralascia alcun settore e che persegue le nostre principali strategicità. Dal Pd, invece, il solito e consueto tifo contro le Marche, un atteggiamento che certamente non gli fa onore", conclude Livi.
Marco Rizzo e Francesco Toscano a Macerata per l'assemblea regionale di Democrazia Sovrana e Popolare
"Bisogna mettere in campo una discontinuità, un cambio di passo concreto, non con le classi dirigenti che hanno abdicato al loro ruolo per farsi azionare automaticamente dai signori di Washinghton e Bruxelles, ma con i cittadini liberi che vogliono ricostruire la comunità marchigiana devastata con la mano destra e con la sinistra dagli effetti di una guerra che ha tolto sanità, diritti e produzione industriale per dare al mercato delle armi causando rincari e disoccupazione”. Non usa mezzi termini la coordinatrice regionale di Democrazia Sovrana e Popolare, Marianella Fioravanti, nell’annunciare la seconda assemblea marchigiana del movimento di Marco Rizzo e Francesco Toscano. Entrambi i due leader nazionali saranno a Macerata - Arena Sferisterio, Sala Cesanelli, Piazza Nazario Sauro sabato 30 novembre dalle ore 16:30 -. Ricostruire le Marche. L'alternativa sovranista è all'opera è il titolo di un appuntamento che mira a "coinvolgere le forze regionali che contrastano le ditte e i brand della politica affaristica diretta dall'esterno e guidata dagli speculatori sovranazionali per tornare alle esigenze collettive ed individuali: la pace, il lavoro, la casa, la sanità".Tre i focus di questa "ristrutturazione regionale". L'esigenza di un'alleanza sociale dei lavoratori sarà approfondita da Claudio Rossetti (Segretario Territoriale FISI Marche), la "ricostruzione materiale di identità territoriali e sociali ed ecosistemi economici annichiliti dalla globalizzazione" verrà trattata nel corso dell'interessante tavola rotonda "La ferita del sisma" a cura del documentarista Marco Costarelli, con professionisti, promotori turistici e lavoratori dell'area del cratere. A indagare i riflessi della situazione internazionale sulla nostra regione saranno Maurizio Castellani ( vice-coordinatore DSP Marche) e Luciano Bruni (responsabile Scuola e Cultura DSP). Marco Rizzo (coordinatore nazionale DSP) e Francesco Toscano (presidente DSP) illustreranno il futuro del sovranismo popolare nelle Marche e nel resto d'Italia. Si discuterà anche di Regionali? “I governi nazionali e locali guidati dal partito unico delle armi per il gas Made in Usa (Meloni, Schlein e Conte, con “destre” e “sinistre” finte alleate ed annesse)-spiegano i due massimi dirigenti di Democrazia Sovrana e Popolare- stanno praticando un programma politico di distruzione dell’esistente per inseguire i mercati e le grandi potenze continentali che li dominano trascurando di occuparsi degli effetti che la globalizzazione e la guerra globale, da loro accettate acriticamente, hanno sull’esistenza delle collettività e delle persone”. “Il primo punto del programma è il passaggio di ricchezza dall’economia reale alla finanza, da chi lavora a chi specula, dalle mani di chi la produce (lavoratori, piccola e media impresa, commercio, artigianato) ai marchi che prendono finanziamenti statali per chiudere gli stabilimenti e spostare la produzione-con il consenso della politica- nei cosiddetti paradisi fiscali. I lavoratori italiani, così, perdono la professione di una vita, i distretti produttivi soffrono con ricadute drammatiche per l’occupazione e le istanze della gente comune vengono solo usate come rumorosa e inutile grancassa mediatica buona per la passerella di leader sindacali ora mansueti, con Draghi al governo, ora aggressivi a comando per guadagnarsi il plauso di platee televisive amiche”. “Il partito unico per le armi e la globalizzazione selvaggia distrugge anche il diritto di cura, proseguono. La sanità, infatti, affidata alle regioni, nelle Marche è passata dalla gestione di Centrosinistra che chiudeva ospedali pubblici, regalava finanziamenti per 350 milioni l’anno alla sanità privata e ci faceva perdere 70 milioni in mobilità passiva a una destra che ha cristallizzato quella stessa situazione cambiandole nome, da Asl ad Ast. C’è poi la distruzione delle società, delle identità culturali, delle comunità ferite”. “Un abbandono bipartisan da parte delle destre-sinistre liberiste e belliciste del Paese osservabile nelle zone del cratere, dove i cittadini sono ancora senza casa, le strutture in difficoltà e le aree interne si spopolano mentre aumenta il numero dei commissari, con i loro corposi staff. Stanno provando ad azzerare la straordinaria diversità culturale, umana dei nostri territori. Non glielo permetteremo", concludono.
Stallo sulla nuova Casa di Riposo: una scelta politica a scapito della comunità?
La questione della nuova Casa di Riposo di Mogliano si è trasformata in un vero e proprio terreno di scontro politico, con decisioni che sembrano allontanare sempre più la possibilità di offrire alla comunità una struttura moderna e sicura. Con una nota della minoranza arriva l'attacco dell'ex sindaco e attuale consigliera di minoranza Cecilia Cesetti: "Nonostante un progetto già approvato, finanziato e appaltato, l’attuale amministrazione Luchetti ha scelto di rimettere tutto in discussione, rischiando di compromettere un’opera essenziale per il futuro degli anziani e del territorio. Ecco i dettagli di una vicenda che potrebbe costare cara a Mogliano. L’Amministrazione Zura, dopo il sisma del 2016, aveva accettato la donazione di un terreno da parte dei Padri Sacramentini con l’intento di delocalizzare la Casa di Riposo di Santa Colomba, gravemente danneggiata. La scelta era stata confermata dall’Amministrazione Cesetti per ragioni non solo di sicurezza sismica, ma anche di natura sociale e sanitaria, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia. La progettazione del nuovo edificio è stata portata avanti seguendo tutte le procedure previste, fino alla gara d’appalto indetta dalla SUA della provincia di Macerata, sulla base dell’ordinanza speciale n. 30 del Commissario Straordinario per la Ricostruzione. Il costo complessivo dell’opera, pari a 6,5 milioni di euro, è interamente coperto dai fondi della Struttura Commissariale. Il 24 maggio 2024, l’appalto è stato aggiudicato alla ditta Crucianelli Rest/Edile Srl di Tolentino. Molti di questi atti sono stati oggetto di ricorsi sia in sede amministrativa che civilistica da soggetti privati e da parte del movimento 313; alcuni membri di tale movimento sono ora in amministrazione Con l’insediamento dell’amministrazione Luchetti il progetto ha subito una brusca battuta d’arresto. Dopo una sospensione iniziale di 30 giorni in autotutela, è stata revocata la procedura per l’avvio dei lavori. Atti che hanno un parere negativo di tutti i responsabili della struttura comunale (amministrativo, tecnico, contabile). La giustificazione ufficiale? La tutela del verde pubblico nella zona individuata per la nuova struttura, definita di interesse storico, culturale, sociale e ambientale. Tuttavia l’area in questione, chiusa al pubblico da oltre un decennio, era in precedenza usata prevalentemente come parcheggio. Nondimeno l’attuale amministrazione sembra intenzionata a riportare la Casa di Riposo nel complesso di Santa Colomba, un edificio vincolato, situato vicino al cimitero e impossibile da adeguare completamente agli standard sismici e sanitari moderni. Questa decisione solleva dubbi e domande: il vero obiettivo è forse quello di privare Mogliano di una struttura nuova e sicura? I fatti sembrano suggerire di sì! Nel frattempo l’amministrazione Luchetti ha commissionato una valutazione preliminare per il recupero del vecchio complesso di Santa Colomba, all’ing. Stefano Paciotti, stimato a 5,4 milioni di euro” da intendersi come stima preliminare parametrica scaturita da un confronto con interventi analoghi. La corretta e compiuta definizione dei costi di intervento dovrà essere redatta a seguito dei livelli di progettazione previsti dalla vigente normativa, tenendo conto di tutti gli aspetti peculiari dell’edificio, unitamente alle opportune indagini, prove, rilievi, accertamenti e approfondimenti necessari” (D:G: 115/2024). Questo importo, secondo le premesse della stessa perizia, aumenterà con l’elaborazione di un progetto definitivo. La scelta di ristrutturare un edificio vincolato e sismicamente vulnerabile appare dunque poco lungimirante per i fini che ha la giunta Luchetti. Si precisa che la Giunta Cesetti aveva in mente progetti ben più ambiziosi legati al turismo religioso dei cammini francescani, tenendo presente che nel complesso di S. Colomba sono stati redatti parte dei “Fioretti di S. Francesco”. Inoltre si prevedevano altri utilizzi a carattere sociale e culturale capaci di convogliare a Mogliano turisti di qualità. Una struttura nuova, costruita ex novo, garantirebbe standard di sicurezza antisismica e sanitaria superiori, mentre il recupero del vecchio complesso potrebbe tradursi in problemi futuri, sia per l’amministrazione comunale, sia per la Struttura Commissariale e sia per l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione (USR). Il sindaco Luchetti ha rimesso la decisione al Commissario per la Ricostruzione, Guido Castelli. Chi si assumerà la responsabilità se il complesso di Santa Colomba non dovesse resistere ad un eventuale futuro terremoto o non fosse adeguato alle norme sanitarie che la pandemia ci ha insegnato? Inoltre, revocare il progetto già approvato comportera' altri costi: penali per la rescissione del contratto con la ditta appaltatrice, il pagamento del progetto esecutivo già realizzato e il rischio di un danno erariale. Costruire una nuova casa di riposto è un'opportunità da non specare. Essa sarebbe situata in una posizione strategica, vicina al centro storico e a servizi fondamentali come un parco comunale, un supermercato, un bar e una chiesa. Questa localizzazione favorirebbe l’integrazione dei residenti ancora autonomi nella vita cittadina e permetterebbe ai cittadini di Mogliano di offrire supporto volontario agli anziani. Dal punto di vista sanitario, poi, una struttura moderna risponderebbe alle norme di sicurezza introdotte dopo la pandemia, con percorsi separati per operatori e familiari, ascensori distinti e linee di ossigeno integrate. Inoltre, l’installazione di pannelli fotovoltaici garantirebbe sostenibilità ambientale e risparmio energetico; installazione impossibile su un immobile vincolato. La scelta di ristrutturare un edificio obsoleto per motivazioni politiche rischia di compromettere il futuro di un servizio essenziale per la comunità. Il progetto della nuova Casa di Riposo, già approvato e finanziato, rappresenta un’occasione unica per Mogliano. Ogni ritardo aumenta il rischio di perdere i fondi della Protezione Civile, che attualmente coprono l’affitto della struttura temporanea alla Maestà. Se ciò dovesse accadere, i costi ricadrebbero sul bilancio comunale, lasciando Mogliano senza una Casa di Riposo adeguata. La comunità ha bisogno di una struttura sicura e moderna, e il tempo per agire è sempre più ristretto. La domanda resta: l’amministrazione Luchetti sta davvero lavorando per il bene della comunità o sta perseguendo interessi di parte?".
Civitanova, rincari bollette dell'acqua: Giunta approva fondo a sostegno delle famiglie in difficoltà
Bollette dell’acqua, la Giunta approva fondo a sostegno delle famiglie in difficoltà. La Giunta comunale ha approvato un atto di indirizzo per l'istituzione di un fondo che andrà a sostenere le famiglie contro gli aumenti delle tariffe dell'acqua. Questo fondo sarà previsto nel prossimo bilancio comunale e rappresenterà un aiuto concreto per i cittadini, in un momento di crescente difficoltà economica. "Con l'aumento delle tariffe, per il quale, in sede di assemblea Ato abbiamo votato contro - ha dichiarato il sindaco Fabrizio Ciarapica - vogliamo proteggere i nostri cittadini più vulnerabili, fornendo un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà economica. Pertanto destiniamo parte degli utili che saranno distribuiti dall'azienda Atac al Comune, per coprire, almeno in parte, i rincari dei costi delle utenze idriche che graveranno sulle famiglie". Il fondo sarà destinato in particolare ai nuclei a basso reddito e alle persone in condizioni di particolare svantaggio economico, ma ulteriori dettagli sulla gestione saranno resi noti successivamente, dopo l'approvazione del bilancio comunale. "Lavoreremo affinché ogni euro di questo fondo possa avere un impatto reale e tangibile sulla vita dei nostri concittadini - ha aggiunto il sindaco - .Il nostro obiettivo è mettere in atto politiche che siano inclusive e che rispondano alle necessità delle famiglie".
Civitanova, la proposta di Ciarapica: “Parcheggio area ex anconetani gratis per tutto il giorno”
In merito alla proposta di un’ora di sosta gratuita durante il periodo natalizio, interviene il sindaco Fabrizio Ciarapica: “Ringrazio la commissione commercio e l'associazione Viviamo Civitanova per aver acceso un dibattito costruttivo sul tema parcheggi a sostegno del commercio. Un argomento che questa amministrazione ha affrontato con serietà nel tempo, implementando una serie di interventi a favore dei nostri commercianti. Ricordo il potenziamento del sistema di videosorveglianza, la costante lotta contro il commercio abusivo, iniziative per migliorare la pulizia ed il decoro, il servizio interforze attivo nel centro, i tanti eventi di qualità che abbiamo organizzato per attrarre turisti e ancor più il grande lavoro che stiamo portando avanti per questo Natale, con lo spettacolo delle luminarie e un cartellone ricco di iniziative. Ho dunque apprezzato la proposta dell'ora gratuita durante il periodo di Natale e sicuramente la porterò all'attenzione della prossima giunta alla presenza di tutti gli assessori perchè si tratta di un provvedimento che riguarda più competenze e quindi più deleghe: non solo l'assessore al Commercio, ma anche l'assessore alla Mobilità Sostenibile con deleghe ai parcheggi e l'assessore al Bilancio e alle Partecipate. Pur considerando, quindi, la proposta un buon punto di partenza per poter agire su un tema delicato come quello dei parcheggi, dopo un confronto con i tecnici, mi permetto di sollevare alcune criticità. In primis la gestione di una singola ora gratuita, prevista in concomitanza con l'apertura dei negozi, va condivisa con la Civitas, l'azienda che per convenzione gestisce i parcheggi per capire se ci sono i tempi necessari per poter apporre tutte le modifiche tecniche, mi riferisco all'adeguamento dell'app e dei parcometri. Secondo aspetto è quello economico: stando a quanto riferito dai tecnici c'è la necessità di quantificare e quindi prevedere la somma necessaria per coprire il minor incasso ed evitare di incappare in problemi con la Corte dei conti per danno erariale. Terzo aspetto è la condivisione della proposta perché se da un lato l'associazione Viviamo Civitanova è d'accordo, l'altra, l'associazione Centriamo ha espresso riserve sull'ora gratuita, ritenendola non sufficiente per rispondere alle esigenze del commercio. Un'amministrazione, dunque, deve tenere conto di tutti questi aspetti e giungere ad una soluzione condivisa e rispetto ad un'ora gratuita, possiamo fare molto di più: la proposta è quella di rendere gratuito il parcheggio ex area Anconetani (150 posti auto) non per un'ora, ma per tutta la giornata durante il periodo natalizio, dal 1 dicembre al 6 gennaio. Questo provvedimento avrebbe un impatto molto maggiore rispetto all’ora gratuita, e rappresenterebbe un incentivo concreto non solo per facilitare lo shopping, ma anche tutte le altre attività”.
Elezioni, Acquaroli: "Umbria al centrosinistra? Nelle Marche trend diverso"
Il presidente della Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine del Consiglio regionale, riflettendo sui risultati delle recenti elezioni amministrative in Umbria e Emilia Romagna e sulle prospettive future per la sua regione. Il governatore ha osservato le differenze nei risultati elettorali tra le Marche e le altre regioni, evidenziando un’inversione di tendenza nelle Marche, dove molte città governate dal centrosinistra sono passate al centrodestra o a forze civiche vicine a quest'area politica. Acquaroli ha messo in risalto il cambiamento nelle amministrazioni di alcune città umbre, come Terni, Spoleto e Perugia, dove il centrosinistra ha perso terreno, mentre in Emilia Romagna, secondo il presidente, il risultato è stato in linea con la tradizione storica della regione, che ha confermato la sua inclinazione verso il centrosinistra. Per quanto riguarda l'Umbria, Acquaroli ha sottolineato come il voto abbia rappresentato una "discontinuità" rispetto al passato, indicando che i cittadini hanno espresso malcontento con l'amministrazione precedente, chiedendo un cambiamento. Un cambiamento che, a suo avviso, deve essere letto non solo come una conseguenza di dinamiche politiche, ma anche come un segnale chiaro di come la politica locale risponda alle istanze dei cittadini. Un aspetto che preoccupa Acquaroli è la bassa partecipazione al voto, una tendenza che definisce "preoccupante". Il presidente ha sottolineato che, pur non mettendo in discussione la legittimità dei vincitori, è necessario affrontare il tema della partecipazione popolare, fondamentale per il buon funzionamento della democrazia. Secondo Acquaroli, "non si può continuare a ignorare un fenomeno che sta progressivamente allontanando i cittadini dal processo elettorale". Acquaroli ha poi spostato l'attenzione sul lavoro svolto dalla sua amministrazione nelle Marche, esprimendo soddisfazione per i risultati raggiunti, soprattutto in ambito infrastrutturale e sanitario. Ha citato le importanti riforme messe in atto, tra cui la legge sul Governo del Territorio e le riforme delle aziende sanitarie, che, secondo il presidente, hanno contribuito a un miglioramento dell'efficienza del sistema sanitario regionale. In particolare, ha fatto riferimento alla riduzione delle liste d'attesa, evidenziando che, rispetto al periodo pre-pandemia, si stanno ottenendo risultati significativi. Acquaroli ha anche sottolineato l'importanza degli investimenti fatti in infrastrutture e nella programmazione europea per il periodo 2021-2027, con la Regione che si distingue come una delle prime a livello nazionale per i pagamenti su fondi Fse+ e Fesr. "Stiamo vedendo i frutti di un lavoro intenso che va nella direzione di rendere le Marche sempre più competitive", ha dichiarato. Il presidente ha concluso il suo intervento sottolineando che ogni regione ha dinamiche e specificità proprie che vanno considerate quando si analizzano i risultati elettorali. "Non possiamo leggere i risultati delle Marche senza tener conto del nostro contesto territoriale e delle vicende che ci riguardano", ha affermato, ribadendo che pur in un contesto nazionale e internazionale che può influenzare la politica locale, le Marche devono essere comprese in relazione alle proprie peculiarità.
Sindaci e indennità: quanto si "guadagna" a governare nella provincia di Macerata?
L'aumento delle indennità per i sindaci, previsto dalla legge di bilancio 2022 firmata dall'allora premier Mario Draghi, è entrato pienamente in vigore a gennaio 2024. Questa riforma lega il compenso dei primi cittadini al trattamento economico dei governatori regionali, con importi che variano in base alla popolazione amministrata, fino ad un importo massimo di 13.800 euro lordi al mese. Nelle Marche, dove non ci sono Città metropolitane, il limite si ferma all'80% per il sindaco del capoluogo regionale. Pertanto Daniele Silvetti di Ancona, con un'indennità di circa 11.040 euro lordi al mese, è il sindaco "più pagato" della regione. In provincia di Macerata, il sindaco del capoluogo, Sandro Parcaroli, riceve un'indennità di 9.660 euro lordi al mese (circa 5.875 euro netti). Un aumento di oltre 5.000 euro rispetto al passato, che colloca Parcaroli tra i sindaci più retribuiti delle Marche, insieme ai suoi omologhi dei capoluoghi di provincia (Pesaro, Fermo, Ascoli Piceno e Urbino). L'indennità è sensibilmente più bassa invece per i sindaci delle città con popolazione tra 30.000 e 50.000 abitanti. I primi cittadini come Fabrizio Ciarapica di Civitanova Marche, percepiscono un compenso lordo di 4.830 euro (circa 3.270 netti). È invece pari al 30% dell'indennità percepita dal presidente della regione Marche quella spettante ai sindaci dei comuni dai 10mila ai 30mila abitanti, ovvero a 4.140 euro lordi (circa 3.187 netti). Scendendo ulteriormente, i primi cittadini di centri con meno di 3.000 abitanti, come quelli caratteristici dell'entroterra maceratese, si attestano su 2.208 euro lordi, equivalenti a circa 1.650 euro netti. Perciò tale è l’indennità che spetta a Pietro Cecoli, sindaco di Monte Cavallo, paese più piccolo delle Marche con 105 abitanti, Silvia Bernardini, sindaco di Ussita, Alfredo Riccioni, sindaco di Castelsantangelo sul Nera, Sara Simoncini, sindaco di Poggio San Vicino e Cristina Gentili, sindaco di Bolognola. Questi incrementi intendono premiare la crescente complessità amministrativa, che aumenta con le dimensioni del Comune. I sindaci delle piccole realtà si trovano comunque spesso a dover fronteggiare sfide altrettanto impegnative: lo spopolamento, la carenza di servizi essenziali e, per molti nel Maceratese, la ricostruzione post-sisma. Per loro, il ruolo istituzionale si traduce spesso in un impegno totalizzante che va ben oltre i meri numeri dell'indennità. Un esempio emblematico è dato dai numerosi borghi della provincia sopra citati, dove il sindaco diventa un punto di riferimento per una comunità che fatica a trovare alternative amministrative. Non a caso, gli aumenti erano stati pensati anche per incentivare nuove candidature e scongiurare il rischio di mono-liste o assenza di aspiranti alla carica. Se da un lato la riforma ha finalmente aggiornato compensi fermi dal 2000, dall'altro non affronta le problematiche strutturali che gravano sulla gestione dei piccoli Comuni. Nella provincia di Macerata, dove il panorama amministrativo è dominato da numerosi centri di piccole dimensioni, l'indennità, sebbene aumentata, potrebbe risultare comunque insufficiente per incentivare l'impegno civico e la partecipazione politica.
"Accertamenti dell'Imu sulle seconde case, così si contribuisce al ripopolamento di Ussita?"
"Da diversi contribuenti giungono segnalazioni di accertamenti tributari del Comune di Ussita sull'Imu. Per tali attività il Comune si è avvalso di una società esterna senza che nelle lettere sia indicata la ragione sociale e/o la persona giuridica della ditta incaricata dell'elaborazione dati, ma soltanto un anonimo numero telefonico e sicuramente senza aver vagliato le notifiche prima del loro inoltro ai destinatari". A segnalarlo è il consigliere di minoranza Guido Rossi, capogruppo di 'Insieme per la ricostruzione e l futuro'. "Sembrerebbe addirittura che le notifiche abbiano presentato palesi errori formali e sostanziali con conseguenti procedure di annullamento e che l'agenzia del Territorio abbia operato d'ufficio la revisione catastale delle unità immobiliari dopo gli interventi ricostruttivi, senza che ne sia stata data comunicazione ai proprietari che, di conseguenza, non hanno potuto salvaguardare i propri diritti attraverso l'istituto del ricorso così come previsto dalle norme tributarie", prosegue il consigliere Rossi in una nota. Lo stesso Rossi ha presentato un'interrogazione alla sindaca Bernardini "per conoscere tutto il procedimento e i risultati dell'ennesima discutibile iniziativa verso i proprietari delle seconde case che sono gravate, ancora, con una aliquota IMU al 10,60. Un'aliquota che è in evidente contraddizione con la volontà auspicata di ripopolamento delle aree interne dell'Appennino colpite dal sisma". "Il paese dovrebbe essere un gioiello e, invece, sconta errori di programmazione che ritardano tutte le fasi della ricostruzione con gravi responsabilità dei sostenitori del cosiddetto 'Progetto Ussita' - conclude Guido Rossi -. Un esempio significativo è la sede del Comune che avrebbe dovuto essere il simbolo della casa comunale ricostruita a dimostrazione di una ritrovata efficienza e funzionalità e invece si è preferito a oltre otto anni dal sisma, ancora albergare gli uffici comunali negli alloggi container".
Parcheggi, un forum e oltre: le sfide future di Civitanova secondo i giovani
Interessante e costruttivo incontro ieri alla pasticceria La Romana di Civitanova, tra il sindaco Fabrizio Ciarapica ed i giovani del Collettivo Unirà. L’iniziativa, dal titolo “Un Caffè con”, promossa dai ragazzi stessi, ha rappresentato un'importante opportunità per ascoltare le proposte e le aspirazioni delle nuove generazioni. Intervistato da Paolo Canala e Francesco Sebastiani, il Sindaco ha avuto l’opportunità di raccontare se stesso, il percorso che lo ha portato ad essere il primo cittadino di Civitanova ed ascoltare idee e progetti dei giovani per la città. “È fondamentale che i giovani abbiano voce nelle decisioni che riguardano il loro futuro - ha commentato il sindaco - Siamo qui per ascoltarli e lavorare insieme a loro per costruire una Civitanova che risponda alle loro esigenze e aspirazioni. Ringrazio il Collettivo Unira’ per l’invito e mi auguro che da questa chiacchierata possa nascere una collaborazione per affrontare le sfide del futuro.” Tra l’idee proposte quella di lanciare un forum per i giovani all’interno del tavolo Interistituzionale già operativo e di cui lo stesso Collettivo fa parte. Poi è stata affrontata la questione parcheggi, stilato un bilancio di 7 anni di amministrazione e un elenco dei prossimi obbiettivi. “È stato un incontro davvero interessante - ha detto Francesco Sebastiani, rappresentante del Collettivo - .Creare un canale diretto con le Istituzioni è davvero un’opportunità preziosa per noi giovani che ci permette di portare all’attenzione del Sindaco le nostre idee ed esigenze. Spiace però notare l’assenza di tutte le persone, alcune delle quali ricoprono anche cariche politiche, che hanno criticato l’evento senza nemmeno sapere quello di cui si stesse parlando. “Il caffè con” nasce con l’intento di portare novità e aggregazione, ed è un peccato assistere a questa speculazione politica, peraltro fatta in maniera sterile”.
"L'Arena Sferisterio oltre la lirica: la proposta per un progetto culturale più ampio" (FOTO)
Si è tenuto ieri pomeriggio, presso l'Asilo Ricci di Macerata, l'incontro pubblico organizzato dal Club della Rosa e dal Circolo ARCI di Macerata, dal titolo "L'Associazione Arena Sferisterio e la necessità di un progetto culturale e di spettacolo di lungo periodo”. L'iniziativa, promossa da Massimiliano Bianchini, presidente del Circolo ARCI, e Bruno Mandrelli, ex assessore alla Cultura, ha riunito esponenti della politica locale e rappresentanti della società civile, con l'obiettivo di discutere le prospettive future dell'Associazione Arena Sferisterio. Mandrelli e Bianchini hanno voluto sottolineare tre aspetti critici. In primo luogo, hanno evidenziato un'anomalia nella composizione dell'associazione, attualmente formata da soli due soci: Comune di Macerata e Provincia. "Se uno dei due è impossibilitato a contribuire e a gestire gli eventi, c'è un evidente problema strutturale", ha dichiarato l'ex assessore. Il secondo punto trattato riguarda l'incapacità dell'Associazione di attirare nuovi soci, pubblici e privati, per quello che era invece un obiettivo sancito dallo statuto oltre quarant'anni fa. "Non siamo riusciti a raggiungere questo scopo. Bisogna riflettere se ha ancora senso mantenere lo status quo," ha aggiunto. Infine, Mandrelli ha proposto una visione che estende l'attività dello Sferisterio oltre la stagione lirica, coinvolgendo anche altri generi di eventi (il jazz, il blues, i concerti rock), distribuiti lungo un arco temporale di 8-10 mesi. "Questo permetterebbe di attrarre sponsor non solo per la lirica, ma per un'offerta culturale più ampia, generando un indotto stabile per la città," ha spiegato, indicando come questa strategia potrebbe rilanciare la residenzialità, favorire la riapertura di attività commerciali e il recupero di quartieri urbani in declino. La proposta di Mandrelli include anche una trasformazione dell'Associazione Arena Sferisterio in una Fondazione, struttura giuridica più adatta per raggiungere obiettivi di lungo termine e attrarre nuovi capitali. "Molti teatri italiani hanno fatto questo passaggio. È un tema su cui è importante aprirsi al dialogo," ha concluso. Anche il consigliere d'opposizione Narciso Ricotta è intervenuto nel dibattito riprendendo l'idea di una trasformazione dell'associazione in fondazione. "Sia nel mio programma elettorale che in quello di Parcaroli era prevista questa trasformazione. Perché poi non si è fatto nulla e non se n'è addirittura mai discusso?". L'ex candidato sindaco ha voluto sottolineare come sia importante condividere questo percorso con tutte le forze politiche e trovare una soluzione condivisa per il futuro dello Sferisterio. "Le ultime tre stagioni sono state in perdita e abbiamo cambiato tre direttori. Ora, per fortuna, abbiamo a disposizione 400 mila euro per coprire le perdite, ma dobbiamo imparare a camminare con le nostre gambe. Questa discussione può essere l'inizio di un percorso che porti a una visione comune e durata," ha concluso Ricotta. Il consigliere d'opposizione David Miliozzi ha espresso preoccupazione per la gestione dello Sferisterio negli ultimi anni, caratterizzata da frequenti cambi di direzione e da una perdita di identità culturale. "Dal 2020 abbiamo visto ben quattro cambi di direttori. Procedere a singhiozzo mette a rischio il patrimonio culturale della città," ha detto Miliozzi, sottolineando la mancanza di una chiara visione politica per il futuro dell'arena. "Non vedo una visione chiara da parte dell'attuale amministrazione, mentre le figure del nostro territorio come Messi e Orazi sono state valorizzate nel passato grazie a una politica attenta," ha dichiarato, auspicando un'inversione di tendenza che valorizza le competenze locali e favorisca il coinvolgimento del territorio. L'iniziativa del Club della Rosa e del Circolo ARCI ha dunque gettato le basi per un dibattito che non potrà che proseguire nei prossimi mesi, con l'obiettivo di creare un progetto culturale di ampio respiro, capace di valorizzare appieno uno dei simboli più rappresentativi della città.