Macerata in onda su "Il muggito del coniglio": la 'Raci' rinviata e i cantieri senza fine
Parafrasando una popolarissima trasmissione di Radio2 si può dire che a Macerata va in onda il "muggito del coniglio"; autore e conduttore Sandro Parcaroli. A suscitare queste riflessioni sono le bulimiche esternazioni dell’assessore ai lavori pubblici avvocato Andrea Marchiori più interessato ai cantieri che alle pandette - lo studio legale deve andare però assai bene visto che nel 2020 appena diventato assessore senza passare dal via delle urne ha dichiarato 62.968 euro di reddito diventati dopo 4 anni 134.741 con un incremento del 213% che lo rende il meno povero della giunta - colto da una passione incontenibile per le costruzioni come i bambini con i mattoncini Lego.
Lui, però, sta nella Lega e forse sarebbe il caso che qualcuno gli consigliasse di mitigare il suo profluvio di annunci che si sta rivelando, in particolare per l’autorevolezza del primo cittadino, un boomerang. Probabilmente nell'approssimarsi della scadenza amministrativa Andrea Marchiori vuole provare dove ha fallito cinque anni fa: farsi primo cittadino. Parcaroli sarebbe destinato nel ‘27 a un seggio parlamentare - al netto della considerazione che comunque ci vogliono i voti - e Marchiori nella primavera prossima punta alla successione.
Operazione non facile perché ha resistenze interne - a cominciare da quelle che godono di una certa intimità con l’attuale Sindaco - e perché dovrà convincere la coalizione. Perciò ha deciso di presentarsi come l’uomo del fare. Ma che fa fare anche brutte figure. Da una di queste trae ispirazione il "muggito del coniglio". Era il 21 febbraio e Sandro Parcaroli in una conferenza stampa annunciava trionfante: "Raci nel nuovo centro fiere a settembre". Applausi.
Dopo un mese Coldiretti in pressing: "Con quella mostra si inaugura il nuovo centro fiere: l'auspicio è che si possano fare da 20 a 25 rassegne tutte di alto livello. Per quanto riguarda la Raci ci sono forti pressioni degli allevatori". Come è andata a finire? Che tra Ariano Irpino e nei giorni scorsi – 1-4agosto - a San Giorgio la Molara si sono svolte le due più importanti rassegne della razza marchigiana e che gli allevatori non hanno alcuna intenzione di tornare a Macerata. Il sindaco tace. Non chiede scusa per quell’annuncio improvvido, né dice cosa succederà in futuro.
Come Presidente della Provincia dovrebbe però rampognare sé medesimo perché la provincia di Macerata è tutt’ora quella che conta il più alto numero di capi di questa straordinaria razza bovina, risorsa economica fondamentale, rimasta del tutto priva di rappresentanza proprio a casa sua. Ma è scattato il comma Parcaroli: aspettare che il tempo lenisca, sopisca. Senza alcun atto né di coraggio né di assunzione di responsabilità: il muggito del coniglio appunto.
Ci sarebbe anche un altro particolare. Parcaroli aveva promesso, rassicurato da Marchiori, a Francesco Acquaroli che il Centro Fiere si sarebbe inaugurato in tempo per la campagna delle regionali così da far vedere che sulla val Potenza c’era il massimo impegno (il presidente della Regione è di Potenza Picena e a questa fetta di Marche ci tiene assai). Non accadrà; il presidente della Provincia ha provato a rilanciare presentando – anche qui siamo alla coniugazione del futuro remoto – il piano della viabilità della val Potenza, ma pare che Acquaroli non abbia gradito e i rapporti tra i due sono segnalati in ribasso. Eppure l’assessore ai Lavori Pubblici nei giorni scorsi ha deliziato il pubblico con la rassegna delle immense realizzazioni da lui portate a termine.
Tra queste c’è ovviamente il Centro Fiere. La sequenza degli annunci è impressionante. Aprile 2021: termineremo a metà del prossimo anno. Giugno 2022: si slitta a Primavera 2023. Per quella data arriva il contrordine: si va al 2024, ma sarà tutto pronto. A gennaio scorso Andrea Marchiori incalzato dalla sua maggioranza la rincuora in una riunione a casa di Fratelli d’Italia: "Entro l’estate si apre". In realtà dopo cinque anni di cantiere – doveva durare 500 giorni a partire dal 2020 – 16 milioni spesi (contro i 13 preventivati) non è pronto nulla. E la Raci non si fa.
Stesso copione per le piscine delle ex Casermette. A Marchiori sono piaciute fin da quando le presentò Romano Carancini: le ha votate, unico consigliere allora di minoranza. E le ha promesse a partire dal luglio 2022. Termineremo – disse Marchiori – il 24 giugno del 2023. Poi siamo slittati al 2024, nuovo annuncio dell’assessore ai Lavori Pubblici il 7 aprile del 2024 che accorda una variante all’impresa e dice: “Entro l’anno i tuffi”. A gennaio 2025: a Primavera si inaugurano le piscine. Il 19 giugno scorso l’assessore fa un nuovo annuncio: "Facciamo una proroga di 30 giorni e concediamo un piccolo aumento di spesa, ma è tutto pronto a inizio luglio inauguriamo". Delle piscine per ora non c’è traccia. Dovevano costare 4 milioni al momento siamo già a 5 milioni e 400 mila euro, il cantiere doveva esaurirsi in 350 giorni siamo a 1142.
Si potrebbe continuare con via dei Velini. Il cantiere è partito il 17 giugno 2024 e la previsione era di riaprire al traffico a ottobre dello stesso anno. Il 2 gennaio l’assessore Marchiori ha fatto sapere: "Il cronoprogramma è stato rispettato". Si è appreso dalla Municipale che almeno fino al 9 settembre il traffico è deviato e prima di ottobre non se ne parla. Il tratto di strada è di 408 metri. I lavori sin qui sono andati avanti a meno di un metro di strada al giorno con una spesa preventivata di 3,8 milioni. Giusto per avere un parametro l’Autostrada del Sole è stata terminata in 8 anni. Sono 2920 giorni per 760 chilometri di asfalto gallerie e viadotti compresi. Se l’Autosole – vanto dell’Italia anni sessanta – avesse proceduto alla velocità di costruzione di via dei Velini ci sarebbero voluti 2082 anni per finirla!
Quando Marchiori dice che l’intervento su via dei Velini è epocale forse si riferisce a questi 21 secoli! Lo stesso si può dire per il sottopasso di via Roma (peraltro merito delle Ferrovie e non della giunta). Doveva essere finito per aprile, poi il Sindaco Parcaroli ha detto entro l’estate, ora si prevede a fine novembre con la sorpresa che nessuno ha il coraggio di annunciare alla città – ecco che torna il muggito del coniglio – della chiusura di via Roma per almeno un mese da metà settembre quando tra l’altro riaprono le scuole.
E si potrebbe continuare con un elenco assi nutrito di incompiute, di continui rinvii, di corpose revisioni prezzi (un caso tra i tanti: i lavori al campo da rugby sono stati aggiudicati per 2 milioni e 29 mila euro con un ribasso del 5%, appena un mese dopo ecco la variante: bisogna spostarsi verso il fiume e quindi aumento dell’importo del 7,65% che supera così la base d’asta) che scattano automaticamente quasi fosse una prassi consolidata. Ma il punto è un altro. L’assessore Andrea Marchiori, evidentemente affetto da annunciatio precox che crea non trascurabili danni d’immagine alla giunta a cominciare dal Sindaco costretto a rendere conto di scadenze mai rispettate, al ritorno dalle ferie ha fatto sapere che ci sono cantieri per 150 milioni, che sin qui sono state realizzate 70 opere.
Al netto del fatto che nell'elenco ha messo opere non finite (Centro Fiere, Piscine, sottopasso) ha messo opere, quelle sì portate a termine (ad esempio Largo Li Madou), nella responsabilità di un altro assessore, Silvano Iommi, e ha omesso l’assoluta incompiuta di via Verga, di via Mattei, della scalinata tra viale Carradori e via Ettore Ricci, non si è reso conto del clamoroso autogol politico.
Tant’è che Romano Carancini - ex sindaco ora consigliere regionale Pd e in corsa per la riconferma - lo ha apostrofato: ti vanti di opere che la mia giunta aveva progettato. L’assessore ha risposto piccato: ma voi non l’avete fatto. Così però Marchiori cade in una spiacevole contraddizione: afferma che mai tanti soldi sono arrivati a Macerata ma rimprovera a chi quei fondi non ha avuto di non avere fatto le opere che però lui si è incaricato di (forse) portare a termine.
Il che significa che a giudizio di Andrea Marchiori le scelte di Carancini erano giuste, tant’è che alcune le ha pure votate. Il Centrodestra però aveva scritto nel suo programma tre opere fondamentali che doveva realizzare oltre a quella che è la più attesa di tutte: l’ospedale. Le tre opere erano: il restauro e riapertura del Convitto, la bretella Pieve-Mattei che avrebbe reso pleonastico anche il sottopasso di via Roma, e soprattutto il belvedere Leopardi con annesso parcheggio di Rampa Zara e l’attracco meccanizzato al centro storico.
Nessuna di queste opere è in programma e si vota ormai tra sei mesi. Quanto all’ospedale Sandro Parcaroli aveva detto: se i lavori non partono entro il 2024 m’incateno. Fosse vero dovrebbe essere in ceppi da mesi! A questo punto però è difficile dar torto a Carancini che accusa l’assessore ai lavori pubblici di "disonestà intellettuale" perché Andrea Marchiori, grazie ai fondi del Pnrr, ha dato corso ai progetti della giunta del Pd e ha messo nel cassetto quelli su cui il Centrodestra ha chiesto i voti e ha ricevuto il consenso. Com’è possibile? Una risposta c’è: è la debolezza politica proprio di Andrea Marchiori.
Più volte in giunta ci sono state discussioni sul ruolo dell’ingegner Tristano Luchetti dirigente dei servizi tecnici del Comune. Alcuni assessori hanno investito il Sindaco della previsione della legge Severino che impone la rotazione dei dirigenti nei Comuni. Si è constatato che l’ingegner Luchetti assomma su di sé sia la direzione dei lavori pubblici che quella dell’edilizia privata e più volte si è chiesto un avvicendamento. Ma il triangolo magico Parcaroli-cultura-Marchiori ha fatto blocco.
Una faccenda tutta leghista e non si capisce perché gli alleati di giunta, Fratelli d’Italia in particolare, abbiano avallato senza batter ciglio la continuità operativa rispetto alle giunte del Pd. È abbastanza probabile che il dirigente che durante la giunta Carancini – con cui si dice avesse anche una certa affinità politica – aveva progettato alcune opere abbia scelto di realizzarle (forse). Spettava all’assessore dire: no, noi abbiamo un programma e prima diamo corso alle nostre scelte.
La responsabilità che si è assunto Marchiori è tutta politica: ha avallato le scelte della giunta Carancini. E non basta dire: io ho (forse) fatto ciò che gli altri avevano immaginato per aver assolto all’impegno assunto con gli elettori. Perché il primo impegno era quello del cambiamento; che non c’è stato. Sono visibili solo decine di cantieri aperti, sono percepibili solo i disagi.
E sono evidenti le incompiute. Come il Centro Fiere dove hanno sbagliato la misura delle porte, dove non ci sono ancora gli arredi, dove manca un’idea di come gestire la struttura, di quali rassegne organizzare in un quartiere espositivo che peraltro perdurando i lavori invia dei Velini e non essendoci la bretella verso la A-14 è pressoché inaccessibile. Quanto alla Raci forse non se ne riparla nemmeno. Ma che gli fa! In radio funziona così; l’importante è fare l’annuncio: sintonizzatevi sul "muggito del coniglio".
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