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Le lacrime, voce sacra dell’anima che si rivela: il pianto come soglia tra finito e infinito

Le lacrime, voce sacra dell’anima che si rivela: il pianto come soglia tra finito e infinito

Come la pioggia purifica la terra, così le lacrime purificano il nostro essere. Piangere è un atto di guarigione profondo e primordiale che ci riconnette a ciò che siamo: il momento in cui l’anima si esprime nella sua luce.

Un insegnamento della tribù Lakota dei Nativi Americani recita: “Quando piangi, stai parlando con l’acqua. L’acqua dentro di te riconosce l’acqua fuori di te. È una conversazione con Madre Terra". 

L’acqua, simbolo delle nostre emozioni più profonde, è il veicolo di connessione tra l’essere umano e la sua verità più intima e diventa nel contempo il ponte tra l’uomo ed il Cosmo: ogni nostra lacrima contiene fiumi, alberi ed antenati.

Quando piangiamo, non siamo più separati dal mondo, avvertiamo la sensazione di appartenere a qualcosa di più grande, l’ego si indebolisce, l’anima sente se stessa e, nella sua vulnerabilità, finalmente si rivela. La maschera quotidiana si incrina e l’uomo smette di recitare il suo copione, costruito su abitudini e difese, per scoprire la propria verità.

Le lacrime sono ponti verso il mistero della vita. Sono sacre, ci ricordano che siamo esseri sensibili connessi all’universo. Ogni lacrima che versiamo è un frammento di infinito che ci riporta nel flusso dell’esistenza. Lasciarle scorrere liberamente significa permettere alla vita di attraversarci. È un atto di resa, un allineamento con ciò che siamo: un rito che purifica, rivela e trasforma.

Quando il pianto arriva senza un motivo apparente è espressione dell’anima che chiede di essere ascoltata: in quel momento l’inconscio dialoga con il conscio, portando alla luce ciò che è stato nascosto o rimosso.

Le lacrime sono acqua informata, carica di significato e memoria. La loro composizione varia in base alle cause che le scatenano. Secondo la dacriologia, lo studio scientifico delle lacrime, ne esistono tre tipi principali:

1) Le basali – lubrificano l’occhio ogni giorno e rappresentano la cura invisibile della vita

2) Le riflesse – generate da stimoli fisici, come vento e polvere, ci difendono quando qualcosa ci irrita o ci ferisce

3) Le emotive – nascono da emozioni intense e sono le più rivelatrici, perché con esse l’anima dà voce alla tristezza, alla gioia, al dolore, alla rabbia, rompendo la barriera protettiva tra ciò che sentiamo e ciò che mostriamo.

Una lacrima è composta da acqua e sale: due elementi simbolici che rappresentano la nostra doppia natura. L’acqua, con il suo fluire, è manifestazione catartica. Il sale è sostanza, la materia da cui proveniamo.

Nel pianto, l’uomo incontra l’infinito, superando la sua natura finita e fragile: è qui che l’ego tace, la mente si placa e l’anima è libera di sentire. È l’istante della rivelazione, il mondo interiore si manifesta ed il dolore si trasforma in comprensione.

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