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Diabete tipo 1 e 2: sintomi, prevenzione e consigli per la cura. Intervista al dottor Gabriele Maolo

Diabete tipo 1 e 2: sintomi, prevenzione e consigli per la cura. Intervista al dottor Gabriele Maolo

Esiste una patologia subdola, spesso silente ma che, stando agli ultimi dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), colpisce più di 537milioni di persone nel mondo che raggiungeranno 700 milioni entro il 2040 determinando in maniera più o meno diretta circa 1,5 milioni di decessi. Stiamo parlando del diabete, condizione in crescente aumento anche nel nostro Paese, dove si stima che i diabetici arriveranno ad essere 5 milioni entro il 2030.

Il diabete mellito è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia, ovvero da livelli troppo alti di zucchero (glucosio) nel sangue. Essa può essere dovuta innanzitutto all’incapacità da parte del pancreas di produrre insulina, cioè l’ormone deputato al trasporto del glucosio nelle cellule dove viene utilizzato come fonte energetica: è questo il caso del diabete mellito di tipo 1, malattia autoimmune (poiché è lo stesso sistema immunitario a distruggere le cellule pancreatiche adibite alla produzione di insulina) che, nella maggior parte dei casi fa il suo esordio in età infantile o adolescenziale.

In Italia sono circa 20.000 i bambini ed adolescenti che ne sono affetti; sono in aumento di 10/11 nuovi casi ogni 100.000 abitati/anno. In questi casi la terapia è personalizzata con la somministrazione dell’ormone insulina. Ma la forma più diffusa del diabete mellito è quella di tipo 2. In Italia questo tipo di diabete colpisce circa il 6% della popolazione adulta pari a circa 3,5/3,9 milioni di persone. La prevalenza aumenta in modo significativo con l’età superando il 15% nella fascia 65-74 anni ed il 20% negli over 85. 

È per questo che nelle Marche i principali enti pubblici, in collaborazione con gli istituti di ricerca, hanno lavorato per allestire una rete diabetologica integrata, con 15 centri di diabetologia diffusi sul territorio regionale che fanno capo ad unico database clinico.

Sono 80.000 i marchigiani affetti, un numero in crescente aumento che ha spinto la Regione ad aderire al progetto internazionale Cities Changing Diabetes, con l’obiettivo di valutare l’incidenza della patologia nelle diverse aree del territorio e definire un piano preciso allo scopo di salvaguardare la salute dei cittadini e prevenire la malattia.

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete (14 Novembre) sono molteplici le manifestazioni per l’informazione e anche per facilitare i cittadini a sottoporsi all’esame della glicemia. 

Ne parliamo con il dottor Gabriele Maolo, già Direttore dell’U.O. di diabetologia dell'ospedale di Macerata e oggi consulente del centro medico Associati Fisiomed.

Dott. Maolo, quali sono i principali sintomi del diabete?

"Esistono una serie di sintomi che possono considerarsi dei campanelli d’allarme: calo ponderale, dolore agli arti inferiori, astenia, fame e sete intense e frequenti, urine molto abbondanti, gengiviti, alterazioni della vista, difficile cicatrizzazione delle ferite e frequenti infiammazioni associate a prurito, soprattutto degli organi genitali.

Spesso i pazienti si presentano da specialisti come l’oculista o il dentista lamentando dei fastidi e sono loro stessi a sospettare la presenza della malattia diabetica, altre volte è in unità coronarica che si scopre di essere diabetici. Tutti dovrebbero essere più attenti ed ascoltare i segnali del proprio corpo, così che la diagnosi possa essere effettuata prima che insorgano complicanze croniche, soprattutto a carico di apparato cardiovascolare, reni, occhi, nervi e del piede.

Per il diabete mellito di tipo 2 l’età e il sovrappeso o obesità sono fattori di rischio importanti. Mentre invecchiare è inevitabile, il controllo del peso corporeo e la corretta alimentazione associata ad una costante attività fisica sono fattori perfettamente e facilmente modificabili."

Come avviene la diagnosi?

"Attraverso un prelievo del sangue. I valori di riferimento sono glicemia in qualsiasi momento > 200 mg/dl, glicemia a digiuno >= 126 mg/dl, glicemia dopo 2 ore dal carico orale di glucosio (OGTT) >= 200 mg/dl ed emoglobina glicosilata >= 6,5%".

Come curare il diabete?

"Innanzitutto occorre che la persona diabetica sia consapevole di dover affrontare una modifica radicale del suo stile di vita e seguire scrupolosamente la terapia farmacologica. I cardini della cura sono infatti la dieta, l’attività fisica ed i farmaci. Per quel che riguarda la dieta, non occorre eliminare intere categorie di alimenti, anzi, dovrebbe includere cibi che contengono carboidrati e non esistono evidenze che l’abituale apporto di proteine debba essere modificato se la funzione renale è normale. I

grassi saturi dovrebbero costituire meno del 10% dell’apporto energetico totale e la quantità di colesterolo dovrebbe essere < 200mg/die. A queste abitudini alimentari vanno associati l’assunzione regolare dei medicinali che lo specialista riterrà opportuno prescrivere e –fondamentale- una costante attività fisica. Mentre i vecchi farmaci vanno scomparendo, nuove classi di nuovi farmaci sono state introdotte nella cura del diabete.

Una classe chiamata agonisti recettoriali del GLP1 sono molto efficaci nel controllare e ridurre il peso corporeo e di conseguenza di prevenire e curare il diabete dell’adulto.

Un’altra classe di farmaci, le glifozine, oltre che nel controllare i valori della glicemia sono molto efficaci nel prevenire e controllare le complicanze croniche della malattia diabetica come la patologia cardiovascolare con anche possibile mortalità, lo scompenso cardiaco e il danno renale che può portare alla dialisi. Per quanto riguarda l’attività fisica essa dovrebbe essere aerobica, di intensità adeguata al singolo paziente, da praticarsi almeno tre volte alla settimana per minimo 30 minuti per seduta".

Immagino che i consigli relativi alla dieta e all’attività fisica siano validi anche parlando di prevenzione

"Certamente. Prevenire una malattia significa innanzitutto conoscerla. I soggetti geneticamente predisposti devono sapere che la sedentarietà e un’alimentazione eccessiva, troppo ricca in zuccheri semplici, bevande dolci e alcooliche, grassi saturi crea una condizione di sovrappeso o di obesità che favorisce lo sviluppo del diabete mellito. Passa sempre tutto attraverso l’adozione di corretti stili di vita, anche nella prevenzione e cura di un particolare tipo di diabete come quello gestazionale".  

 

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