di Fabrizio Scoccia

Cronaca di un pomeriggio particolare: intervista al dottor Stefano Gobbi, presidente del Rotary

Cronaca di un pomeriggio particolare: intervista al dottor Stefano Gobbi, presidente del Rotary

Quando sono stato sollecitato dal servizio comunicazione del centro medico Associati Fisiomed di testimoniare nel villaggio turistico Holiday di Porto Sant’Elpidio un'iniziativa del Rotary di cui l’amministratore unico Enrico Falistocco è socio da tanto tempo, non sapevo bene cosa avrei trovato. All'entrata del villaggio turistico un'alta colonna dove è annunciato lo svolgimento del XVII Campus del Rotary. Qui sono stato accolto dal dotor Stefano Gobbi, il recentissimo governatore nominato del Rotary Distretto 2090 che comprende Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Il dottor Gobbi è un medico di medicina generale di Tolentino, noto ed apprezzato, molto impegnato nell’attività sociale. Dottor Gobbi che cos’è il Campus del Rotary qui all'Holiday? "Il Rotary nelle Marche conta 30 club, ognuno ha una sua attività sul suo territorio legata alle esigenze sociali, economiche, ambientali secondo i principi e i valori di cultura e solidarietà della nostra associazione. In questo Campus tutti i club regionali sono riuniti per concedere una settimana di vacanza, 20-26 maggio, in questo magnifico posto a ben 120 persone, cosiddetti diversamente abili con un loro accompagnatore. Sono uomini e donne di qualsiasi età e con vari gradi di disabilità. È una vacanza attiva dove possono godere del magnifico mare, del parco acquatico coniugandoli con attività ludiche e attività formative guidate, pittura, bricolage, uncinetto. La sera si sono già alternati nel teatro all’aperto dell’Holiday spettacoli musicali, di magia. L’ultima sera ci sarà uno spettacolo preparato proprio dai nostri ospiti durante la settimana".  Avete avuto bisogno di aiuto per organizzare e gestire una simile impegnativa iniziativa? "Sicuramente, oltre all'apporto organizzativo ed economico dei singoli club anche altri nostri estimatori e soci con le loro attività ci sono venuti incontro. Proprio in questi minuti sono tutti riuniti nella sala ristorante per una ricca merenda prima delle attività pomeridiane, merenda per l’organizzazione della quale abbiamo ricevuto tra gli altri il contributo di Mollica Osteria di Terra e di Mare a Civitanova Marche e del Centro medico Associati Fisiomed, attività imprenditoriali particolarmente presenti al fianco delle attività benefiche Rotary anche per la lunga militanza dei loro amministratori. Associati Fisiomed, il centro medico con cinque sedi nella provincia di Macerata, con servizi sanitari all’avanguardia, con sensibilità sociale riconosciuta, potrebbe nella ripetizione di questa iniziativa fornire un servizio di istruzione fisioterapica domestica, molto importante nella gestione giornaliera di queste persone. Ne parlerò con il mio amico amministratore del centro medico Enrico Falistocco. Voglio anche ricordare chi durante la settimana ci ha aiutato e ci sta aiutando: la pasticceria Gazzani di Civitanova Marche, la società Rhutten, Pasta di Camerino e se dimentico qualcuno me ne scuso. Un ringraziamento particolare al direttore dell’Holiday Daniele Gatti per la disponibilità ed organizzazione, i complimenti per un villaggio turistico davvero bello ed efficiente. Voglio anche ricordare con orgoglio che questa iniziativa era stata segnalata alla Presidenza della Repubblica, abbiamo ricevuto i complimenti e gli auguri direttamente dal Presidente Mattarella".   

26/05/2024 12:00
È tempo di prova costume, approfittiamone: dimagrire fa anzitutto bene alla salute

È tempo di prova costume, approfittiamone: dimagrire fa anzitutto bene alla salute

Quando arriviamo alla fine del mese di maggio, con l’estate all’orizzonte e soprattutto le spiagge già frequentate e comunque pronte ad accoglierci, nella mente di tantissime donne ma anche di tanti uomini balena il dubbio, meglio dire l’ansia, se il proprio corpo è pronto a farsi vedere e magari ammirare denudato dell’abbigliamento che finora ha nascosto eccessi di adipe non proprio belli da vedersi. Il cliché è ormai consolidato: magro è bello, è affascinante, migliora l’attenzione degli altri ed anche la propria autostima. Si gode di più la giornata al sole, il bagno nell’acqua di mare, le passeggiate con vestiario succinto nelle strade delle vacanze. Fino ad un po’ di tempo fa tutti questi pensieri e preoccupazioni apparivano di esclusivo interesse femminile, ma si sa, i tempi sono cambiati ed i canoni estetici seguiti dalle donne hanno fatto presa anche sull’immaginario maschile e la parola d’ordine per tutti è quella di dimagrire prima di esporre il corpo nelle spiagge, nelle piscine, nei prati. L’occasione è di sicuro stimolante e contribuisce a rispettare una delle regole generali per la preservazione della nostra salute che raccomanda l’eliminazione del sovrappeso, della massa grassa in eccesso, cause di tante patologie del nostro apparato gastroenterico, del sistema circolatorio, persino dell’apparato muscolo-osteo-articolare con riflessi negativi importanti anche nel sistema nervoso. Quindi dimagrire è importante se in sovrappeso non solo per la prova costume, ma soprattutto per il buon funzionamento del nostro corpo in tutte le stagioni dell’anno. Ma come dimagrire? Quanto dimagrire? Come armonizzare il dimagrimento con il buon funzionamento di tutti i nostri organi ed apparati? LEGGI ANCHE: COME AFFRONTARE LA DIETA? COSA C'E' DA SAPERE  Per rispondere a queste domande, approfittando della cultura ed esperienza di specialisti, proprio alle porte dell’estate, la scorsa settimana, a Porto S.Elpidio nella sala polifunzionale "Beniamino Gigli" si è svolta una serata di comunicazione ed aggiornamento dedicata soprattutto ad operatori sanitari, dal titolo "Il ruolo dell’apparato gastrointestinale nella gestione della sindrome metabolica e del dimagrimento". L’organizzazione è stata della società Jea, gestita dalla ad Jane Virgili, gli interventi della specialista nutrizionista Dottoressa Edy Virgili e del gastroenterologo apprezzato studioso e divulgatore a livello nazionale sull’argomento, Dr. Gabriele Prinzi. Molto frequentata la serata e con una caratteristica particolare ed inedita: trattare tutti gli elementi che possono essere utili ad un percorso di dimagrimento soddisfacente e sicuro. Accanto alla trattazione dei danni dell’obesità, la cosiddetta sindrome metabolica, non una sola patologia ma un pull di disfunzioni come ipertensione, diabete, ipercolesterolemia fatta dalla dottoressa Edy Virgili hanno fatto seguito le considerazioni fisiologiche e cliniche di come affrontare il necessario dimagrimento senza nemmeno trascurare la componente olistica, il rapporto personale spirito-corpo proposte dal Dr. Prinzi. Anche l’integrazione con prodotti realizzati con rigorosi principi scientifici e da utilizzare sotto controllo medico è stata argomento di discussione nel trattamento per il dimagrimento. È il campo d’interesse della Jea, con continua campagna di comunicazione, aggiornamento e confronto: l’iter scientifico indispensabile per ogni elemento rivolto alla preservazione della salute. L’augurio è di una buona estate a tutti, belli, in forma e riposati. 

19/05/2024 11:30
I bambini e le allergie: come riconoscerle e come si curano. Intervista al pediatra Paolo Perri

I bambini e le allergie: come riconoscerle e come si curano. Intervista al pediatra Paolo Perri

Siamo in primavera, nell’ambiente vi sono molti pollini con cui veniamo a contatto. Molti bambini presentano allergie ai pollini, ma altri possono presentare allergie verso sostanze perennemente presenti nell’ambiente (es. acaro della polvere domestica, animali (+ gatto) e a molte altre sostanze anche di tipo alimentare). Le allergie ai farmaci, anche esse molto importanti richiedono un capitolo a parte. Ne paliamo con il dottor Paolo Francesco Perri, specialista in clinica pediatrica, già direttore di U.O. di pediatria dell'ospedale di Macerata, attualmente direttore di Fisiobaby presso il centro medico Associati Fisiomed. Dr. Perri, che cosa è l’allergia di tipo immediato? "L'allergia di tipo immediato, è una risposta anomala del sistema immunitario che compare entro brevissimo o breve tempo (massimo 1-2 ore) dal contatto con sostanze estranee all'organismo che di norma sono innocue. Nei bambini, specie se vi è una predisposizione familiare, le allergie causano sintomi, infiammazione e malattie a carico di differenti organi e apparati: - Il polmone (asma); - La pelle (eczema, orticaria); - Gli occhi e il naso (raffreddore da fieno); - Shock anafilattico (Per fortuna raro) Il bambino predisposto quando viene a contatto con sostanze estranee normalmente innocue (gli allergeni), produce con molta facilità e in grande quantità un tipo di anticorpi, le immunoglobuline E che scatenano le reazioni allergiche e le malattie allergiche". Chi rischia? "L'allergia può comparire ad ogni età, anche nel primo anno di vita, ed è fortemente influenzata dalla predisposizione genetica. Se mamma e papà non sono allergici, il rischio che un figlio sia allergico è pari al 10-15%, ma se uno dei genitori è allergico, il rischio sale al 30% mentre se entrambi i genitori soffrono di una malattia allergica, il rischio raggiunge il 60-80%. Vivere negli agglomerati urbani ad alto livello di inquinamento favorisce la comparsa e/o il peggioramento della malattia allergica. Assistiamo infatti ad un netto incremento delle allergie nella popolazione mondiale ed in particolare nei paesi industrializzati. Anche il fumo passivo rappresenta un importante fattore favorente l’allergia". Come si fa la diagnosi? "La diagnosi di malattia allergica si basa prevalentemente sulla storia clinica dei disturbi accusati dal bambino e sui risultati di indagini specifiche per confermare il sospetto clinico. In particolare l'esecuzione di indagini dirette nel bambino (skin prick test e test di provocazione orale - TPO con alimenti, nel caso delle allergie alimentari) rappresentano il gold standard della diagnosi. I test possono essere completati con i test in vitro (dosaggio delle IgE totali e specifiche e con i test molecolari) specialmente in quei casi in cui  è importante dirimere una cross-reattività con piante e vegetali".  Le allergie alimentari? "L’allergia alimentare è una reazione scatenata dall'ingestione di proteine alimentari come quelle del latte animale, dell'uovo di gallina, del grano, della soia e di semi, del pesce, della frutta e della verdura. Colpisce meno dell'1% dei bambini e nella maggior parte dei casi migliora spontaneamente entro i 6 anni di vita, quando il bambino diventa tollerante nei confronti dell'alimento a cui è allergico. I sintomi causati dall'allergia alimentare possono essere: - Gastrointestinali (anafilassi gastrointestinale, vomito e diarrea, sangue nelle feci, coliche addominali gravi in seguito all'assunzione del cibo sospetto); - Cutanei (orticaria–angioedema, specie se a carico delle labbra e della lingua; dermatite atopica); - Raramente respiratori (rinite e asma).  L'allattamento al seno è fondamentale per ritardare o evitare la comparsa di manifestazioni causate dall'allergia al latte vaccino nel lattante. È bene ricordare che non tutte le reazioni avverse agli alimenti sono causate da allergie". Come si curano le allergie? "Una volta fatta la diagnosi sarà il pediatra, a volte è necessario un pediatra allergologo, a prescrivere una terapia che potrà essere farmacologica, con vaccini desensibilizzanti o, per l’allergia alimentare, evitando per un tempo stabilito e molto variabile il contatto con l’alimento in causa per poi reintrodurlo gradualmente in ambiente protetto". Ringraziamo il dottor Perri e rimandiamo ad altra occasione la trattazione delle allergie del bambino ai farmaci.  

12/05/2024 11:25
Le patologie della spalla, le attuali terapie e le possibili prospettive

Le patologie della spalla, le attuali terapie e le possibili prospettive

Alla fine del secolo scorso nel reparto di Ortopedia dell’Ospedale di Macerata arrivò alla direzione un ortopedico proveniente dal Rizzoli di Bologna accompagnato da suoi assistenti ed allievi con una visione molto dinamica della evoluzione clinica della specialità ortopedica. Il Direttore del reparto di Ortopedia era il Dr. Fabio Giancecchi, già allora aperto ad approfondire ed attuare tutte le novità della sua attività clinica. Il comparto muscolo-osteoarticolare della spalla era allora sicuramente uno degli argomenti di maggior studio per la risoluzione di problematiche patologiche in un ambito assai complesso. Uno dei primi convegni a livello nazionale per trattare le patologie della spalla con i più accreditati specialisti si tenne al Castello della Rancia (Tolentino). Il Dr. Giancecchi, purtroppo, venne a mancare prematuramente nel giro di poco tempo per un male incurabile. Uno dei suoi collaboratori che con lui erano arrivati a Macerata, il Dr. Paolo Righi, ha approfondito studi e ricerche proprio sulle patologie della spalla. Il Dr. Righi affezionato ancora ai nostri territori attualmente svolge la sua attività professionale di consulente ortopedico per le patologie della spalla presso il Centro Medico Associati Fisiomed di Sforzacosta. È uno dei fondatori e promotori del sito Spallaonline.it. ed oggi responsabile della Chirurgia della Spalla presso il San Camillo Hospital a Forte dei Marmi. Abbiamo rivolto a lui alcune domande. In caso di dolore di spalla, quale può essere il migliore esame strumentale da fare per poi sottoporsi a visita superspecialistica? Tutti noi specialisti di Spallaonline, utilizziamo nella nostra pratica clinica l’Ecografia. Tale metodica ci consente già durante la prima visita, di avere la possibilità di portare il nostro “occhio” dentro alle strutture della spalla e fare una diagnosi (nella maggior parte dei casi) estremamente precisa e non essere dipendenti da test clinici che spesso possono essere condizionati dal dolore e non essere attendibili o da altri tipi di esami, magari eseguiti mesi prima e non evidenziare lo stato attuale del quadro. L’uso dell’ecografo non solo ci consente di vedere eventuali danni alle strutture della spalla, ma può consentire anche pratiche mediche dirette come lo svuotamento di versamenti liquidi anche in profondità, di eseguire lavaggi percutanei di una calcificazione in fase di “svuotamento” o di fare infiltrazioni super selettive destinando la piccola quantità di sostanza in modo estremamente preciso e senza dolore dall’esterno (ricordo che la spalla ha 5 compartimenti ben separati e difficilmente identificabili). Sarà poi cura dello specialista, qualora vi sia la necessità, di richiedere ulteriori esami strumentali (Rx; RM, Ecografie/Doppler o TC ecc.) dietro quesiti specifici al radiologo. L’ecografia estemporanea, inoltre, ci consente di monitorare e valutare, la progressione della cicatrizzazione, di una riparazione chirurgica tendinea e di dare informazioni estremamente adeguate al fisioterapista per la prosecuzione del percorso riabilitativo post operatorio. Quali sport possono sollecitare troppo la spalla? Il padel, per esempio, è uno sport che coinvolge persone di tutte le età, dai bambini agli ottantenni, senza limiti. Sia professionisti che dilettanti, tutti i praticanti di sport che richiedono movimenti sopra la testa come tennis, padel, golf, basket o pallavolo, possono sollecitare e stressare le articolazioni della spalla. In alcune persone, specie con una predisposizione genetica all’artrosi o con patologie della spalla già presenti, praticare questi sport potrebbe portare a un’usura grave della cartilagine e delle parti ossee della spalla. Tuttavia, se da una parte smettere di praticare questi sport può aiutare a ridurre la sollecitazione dei movimenti sulla spalla, dall’altra non è la soluzione migliore al dolore. Come tornare a praticare sport dopo la chirurgia? Per recuperare la piena funzionalità delle braccia e poter praticare gli sport suddetti senza dolore, è fondamentale affrontare l’artrosi in modo efficace, fin dalle prime fasi, senza attendere l’usura grave delle strutture articolari.  Nell’artrosi iniziale, trattamenti conservativi come infiltrazioni ecoguidate di acido ialuronico, collagene, PRP, cellule staminali mesenchimali, fisioterapia possono alleviare il dolore e, in alcuni casi, stabilizzare a lungo il problema. Quando i trattamenti conservativi non producono più i risultati sperati e il paziente non ha più beneficio, l’impianto di una protesi di spalla può essere la soluzione per recuperare la qualità di vita persa. Grazie alle nuove tecniche di chirurgia protesica di spalla, anche i casi più complessi di deformità ossee significative o esiti di frattura, possono ottenere benefici dalla protesi di spalla.  Il nostro centro a Forte dei Marmi è sempre stato all’avanguardia nella protesica di spalla con sistemi di pianificazione mediante TAC preoperatoria, sistemi con mascherine di impianto custom made e sistemi di navigazione GPS che utilizza moderni sistemi di navigazione chirurgica dotati di sensori. Questi strumenti guidano il chirurgo nel posizionamento della protesi con estrema accuratezza, senza essere un sistema robotico. Questo intervento preceduto da una TAC della spalla eseguita dal paziente consente al chirurgo una pianificazione dettagliata e personalizzata dell’intervento e il posizionamento preciso della protesi. Questa tecnologia innovativa mira a garantire una maggiore durata dell’impianto protesico, un recupero post-operatorio migliorato e, per gli appassionati di sport, il ritorno in campo. Per l’artrosi di spalla quali sono le tecnologie innovative contro il dolore? Il dolore alla spalla può derivare da diverse cause, incluse l’artrosi, soprattutto in età avanzata, oltre i 65 anni. Quando si presenta, il dolore costituisce sempre un segnale da non sottovalutare, richiedendo una valutazione specialistica delle strutture della spalla. Nel caso in cui l’artrosi sia la causa del dolore, le tecnologie possono fornire soluzioni efficaci per affrontare il problema e migliorare la qualità di vita del paziente.  Quando è necessaria la chirurgia? L’artrosi è una condizione degenerativa che, simile ad altre articolazioni del corpo, causa l’usura della cartilagine articolare. Tuttavia, nei casi più avanzati, le componenti ossee dell’articolazione della spalla (testa omerale e glena scapolare) possono essere così gravemente usurate che, dalle radiografie, le ossa risultano “fuse” insieme: in tali circostanze, diventa necessario ricorrere all’intervento chirurgico di protesi di spalla. È importante notare che le spalle presentano variazioni anatomiche significative e le soluzioni, incluse quelle chirurgiche, vengono determinate in base al quadro clinico, alla gravità dei sintomi, alle esigenze funzionali e all’anatomia specifica della spalla del paziente, considerando anche la presenza di eventuali alterazioni anatomiche congenite o post-traumatiche della spalla, così come gravi deformità delle componenti ossee dell’articolazione. Quali sono le tecniche innovative per la chirurgia protesica di spalla? Ci sono varie tipologie di protesi di spalla e diverse metodologie chirurgiche che sfruttano tecnologie all’avanguardia per affrontare con precisione anche situazioni complesse in cui la glena e la testa dell’omero sono difficili da distinguere. In tutti i pazienti viene eseguita una rmn ad alto campo per lo studio del patrimonio tendineo e muscolare e una prima valutazione delle deformità ossee. In seguito, se le deformità ossee sono importanti si esegue una TC di spalla che consente la pianificazione al computer del tipo di impianto adatto a quella deformità. Infine, in alcuni casi selezionati, utilizziamo un sistema di navigazione che sfrutta sensori posizionati in punti specifici della spalla del paziente, con un’accuratezza di 0,5 mm e 0,5 gradi. Nei casi in cui vi sia una grave anomalia nel rapporto tra i componenti articolari (testa dell’omero e glena) a causa di usura o deformità, il sistema di navigazione consente al chirurgo di visualizzare chiaramente il percorso, proprio come un navigatore durante la guida in condizioni di scarsa visibilità. Questo è particolarmente importante poiché anche un piccolo errore di pochissimi gradi o millimetri nell’installazione della protesi potrebbe aumentare l’usura nel tempo, causare dolore o movimenti non corretti della protesi. Quali sono i vantaggi? L’aumento della precisione nel posizionamento dell’impianto protesico di spalla offre una serie di vantaggi per il paziente, correlati a migliori risultati biomeccanici della protesi stessa. La precisione dell’impianto deriva anche dal volume di interventi eseguiti dall’equipe chirurgica che deve essere adeguato in termini di numero/anno e costanza di interventi eseguiti. Esperienza e precisione si traducono in una riduzione del dolore post-operatorio, in una riabilitazione più efficace, con un recupero della funzionalità e del movimento della spalla migliorato e più rapido. Ringraziamo il Dr. Righi per la disponibilità, l’argomento avrebbe bisogno di ulteriori chiarimenti ed informazioni. Sarà nostro dovere coinvolgerlo ancora.

05/05/2024 10:42
Sport e alimentazione, esiste la dieta "perfetta"? Parola alla nutrizionista Elisa Pelati

Sport e alimentazione, esiste la dieta "perfetta"? Parola alla nutrizionista Elisa Pelati

L’attività fisica in generale e quella sportiva in particolare sono elementi essenziali per lo sviluppo e conservazione del nostro organismo, per la protezione della salute ed anche per arricchire la qualità della vita. Molte bambine e molti bambini, fin dalla tenerissima età, sono inviati alla pratica di uno sport, un interesse che spesso riesce a coinvolgerli per essere mantenuto anche in età adolescenziale, giovanile ed adulta. Spesso l’attività sportiva è anche un’attività agonistica inquadrata in club, squadre ed associazioni, altre volte è un’attività amatoriale. In ambedue le situazioni ormai la legge prevede delle indagini mediche per avvalorare l’idoneità all’attività. Nei centri di medicina dello sport più illuminati e con servizi adeguati è previsto anche un sussidio ulteriore di informazione e cultura per essere utile ad una migliore attività sportiva e con più sicurezza. Uno degli aspetti certamente più importanti per chi fa attività sportiva è quello nutrizionale. Ne parliamo con la dottoressa Elisa Pelati dietista e nutrizionista, consulente presso il servizio di medicina dello sport nel centro medico Associati Fisiomed di Macerata. Dott.ssa Pelati, esiste la dieta “perfetta” per lo sportivo? “La dieta dello sportivo deve, per prima cosa, prendere in considerazione le caratteristiche fisiche individuali, rispondendo alle preferenze alimentari e ai bisogni dell’atleta, oltre che gli specifici programmi di allenamento e i vari impegni agonistici. Esistono strategie nutrizionali alle quali riferirsi, ben consolidate da un punto di vista scientifico, che però non bastano per evitare la nascita di nuovi suggerimenti e schemi nutrizionali, spesso fantasiosi, che vengono presentati come “innovativi” e “validi”, ma che, in realtà, minano la salute fisica e mentale degli atleti. Non esistono alimenti “magici” o diete “miracolose” in grado di ottimizzare la prestazione sportiva: solamente delle giuste scelte nutrizionali, da portare avanti nel corso dell’intera carriera agonistica, possono aiutare l’atleta ad avere un organismo efficiente e pronto a rispondere al meglio alle varie sfide sportive.” Quali sono gli errori più comuni dei giovani atleti e quali sono le strategie che possono aiutarli a modificare la loro alimentazione? “Quello che mi sento di sottolineare è la gestione non ottimale della prima parte della giornata, con una colazione assente o scarsa e di spuntini a basso potere nutritivo; uno scarso consumo di verdura, legumi e frutta secca; eccessivo consumo di snack e bevande zuccherate e inadeguata idratazione. In questo contesto è fondamentale sottolineare il ruolo centrale dell’educazione alimentare, che, a mio avviso, dovrebbe essere sempre più presente all’interno delle società sportive e delle scuole. Valide abitudini alimentari contribuiscono ad ottimizzare non solo le prestazioni sportive e il recupero post gara e post allenamento ma anche la salute fisica e mentale, prevenendo le malattie croniche non trasmissibili che sono tipiche della nostra società.” Gli integratori servono davvero ad uno sportivo? “Una alimentazione varia, equilibrata e personalizzata soddisfa tutti i fabbisogni nutrizionali dell’organismo e non richiede l’uso di integratori. L’eventuale utilizzo di prodotti a fini energetici e di prodotti destinati alla reintegrazione delle perdite idrosaline, che deve essere comunque valutato con professionisti esperti, non può quindi andare a sostituire gli alimenti, che dovrebbero rappresentare sempre la prima scelta per una gestione ottimale della prestazione sportiva.” Quali sono i consigli che si sente di dare agli sportivi che ci leggono? “Per prima cosa, è fondamentale affidarsi a personale esperto, che sia in grado di comprendere i bisogni individuali e di supportare l’atleta con le più recenti evidenze scientifiche. Attenzione, soprattutto, ai consigli che si trovano nei social media e, in generale, su internet, perché spesso si tratta di falsi miti alimentari, che si possono rivelare molto pericolosi per la salute dell’atleta. Ricordo che i modelli alimentari riconosciuti a livello scientifico, se ben strutturati, come validi e sicuri, anche in ambito sportivo, sono il modello mediterraneo, che si basa per la maggior parte su alimenti vegetali, il modello vegetariano e quello vegano. L’alimentazione dovrebbe coprire il dispendio energetico giornaliero, prevedere il consumo di alimenti provenienti da tutte le categorie alimentari in base al modello alimentare seguito, con una ottimale distribuzione dei pasti durante la giornata, così da favorire adeguate riserve muscolari ed epatiche di glicogeno, prevenire l’ipoglicemia, “disagi” gastrointestinali e la giusta introduzione di carboidrati, proteine e grassi, nonché vitamine e sali minerali. Oltre al cibo, l ’idratazione è fondamentale: fornire all’organismo giuste quantità di acqua, prima, durante e dopo l’attività, oltre a supportare la prestazione fisica e prevenire l’eccessiva perdita di liquidi, permette di ridurre stanchezza, carenza di concentrazione e di lucidità.”

28/04/2024 14:45
Terme dell’Aspio, quale futuro per un pezzo di storia della nostra regione?

Terme dell’Aspio, quale futuro per un pezzo di storia della nostra regione?

Le Terme di Aspio si trovano nelle Marche, in provincia di Ancona. Secondo Plinio il Vecchio esse erano utilizzate già nell’antica Roma, ma la tradizione termale non ha avuto continuità fino ai giorni nostri. Sin da fine Ottocento, l’acqua salsobromoiodica delle sorgive spontanee della zona situata nelle immediate vicinanze del torrente Aspio, era conosciuta e utilizzata per le sue proprietà benefiche. Il 1930, anno di rilascio della Concessione Mineraria, segna la nascita delle Terme dell’Aspio. Da allora, nel tempo, sono diventate punto di riferimento per la popolazione locale, principalmente per le cure idropiniche e, in misura minore, per la balneo fangoterapia. Negli anni, l’attività termale si è sviluppata, ampliando la gamma dei servizi offerti. Oltre alle tradizionali cure che hanno caratterizzato la storia delle Terme dell’Aspio, sono state introdotte nuove tipologie di trattamenti, in particolare, quelli riguardanti l’apparato respiratorio. Le acque di Aspio sono di tipo salso-bromo-iodiche e sgorgano da quattro sorgenti. Vengono utilizzate per la cura di malattie gastroenteriche, delle vie urinarie e delle vie respiratorie. Lo stabilimento ha subito dalla fine degli anni del secolo scorso varie vicissitudini legate ad infiltrazioni inquinanti le sorgenti acquifere con conseguenti vicende giudiziarie che per un periodo di circa 10 anni hanno causato la chiusura dello stabilimento. Solo nel 2012 è stato fatto un progetto di riapertura aggiungendo strutture per altri servizi come il benessere e la fisioterapia. Nel frattempo, comunque le Terme hanno perso la convenzione con il servizio Sanitario Nazionale ed il progetto di riapertura ha subìto un ulteriore stop anche per il protrarsi delle vicende giudiziarie predette. È stata comunque sempre conservata dalla proprietà la concessione mineraria. Nel 2017 la società Bellisio di Pergola (PU), già concessionaria di una sorgente di acqua sulfurea, ha stipulato un contratto di affitto dello stabilimento dell’Aspio dove, su autorizzazione del comune di Camerano, sono stati fino ad ora erogati trattamenti termali per l’apparato respiratorio utilizzando l’acqua sulfurea della società Bellisio conservando per la popolazione di Ancona e dintorni l’opportunità di terapia termale. Marco Patacconi è l’amministratore delegato della società Bellisio Acque Minerali che dal 2017 gestisce la storica sede delle Terme dell’Aspio. Signor Patacconi perché allora la decisione di gestire la gran parte degli spazi che sono delle Terme dell’Aspio? “Noi usufruiamo di una concessione mineraria a Pergola, da quella sorgente riceviamo un’ottima acqua sulfurea che viene utilizzata da tante strutture sanitarie, soprattutto per le cure inalatorie ed insufflazioni timpaniche. Le Terme dell’Aspio già dal 2015 avevano cessato ogni attività, c’erano ambienti ed anche attrezzature adibiti alle cure termali ed allora, con l’autorizzazione del Comune di Camerano e contratto di affitto con la proprietà, abbiamo erogato un servizio di cure inalatorie ambulatoriali utilizzando la nostra acqua di Pergola, naturalmente con direzione sanitaria e servizio medico a disposizione.” Vi siete limitati all’attività ambulatoriale? “La struttura è abbastanza ampia, abbiamo curato la manutenzione generale degli ambienti, abbiamo incrementato nell’ambulatorio le apparecchiature necessarie. Soprattutto però abbiamo tenuto viva l’aspettativa molto diffusa nel territorio che intanto alle Terme dell’Aspio era possibile avere terapie con acqua minerale e poi che le terme potessero tornare ai vecchi splendori prima delle vicende legate all’inquinamento acquifero, utilizzando proprio quelle acque tanto apprezzate.” Che avete fatto in questo senso? “Ci siamo dovuti districare a volte come spettatori a volte interessati direttamente in varie vicende giudiziarie, che però adesso sembrano aver raggiunto una rassicurante chiarezza. Nel frattempo non abbiamo trascurato il bene principale, le acque, cercando di verificare lo stato delle vecchie sorgenti e delle acque minerali stesse con analisi eseguite su nostra indicazione nell’istituto preposto dell’Università di Camerino, risultati molto incoraggianti. Abbiamo poi sollecitato l’ufficio Regione Marche delle concessioni minerarie ad intervenire perché la concessione Terme dell’Aspio, in mano alla proprietà della struttura assolutamente inattiva da tanti anni, fosse concessa a chi ha la volontà e ricerca la possibilità di riattivare la stazione termale. Tutto questo lo abbiamo fatto con confronto continuo e sintonia con l’amministrazione del Comune di Camerano, molto interessata perché un’importante risorsa del suo territorio non rimanga inerte.” Cosa si aspetta per il futuro? “Io direi l’immediato futuro. Mi aspetto che il nostro impegno di questi anni abbia uno sbocco positivo. Noi siamo a disposizione per contribuire alla rinascita delle Terme dell’Aspio tanto amate dai cittadini del territorio. Siamo testimoni del grande interesse che ancora teniamo vivo. Questo almeno ci sia riconosciuto e poi siamo aperti a discutere ogni proposta e progetto con la proprietà, con la Regione Marche, il Comune di Camerano, con altri enti o privati cittadini interessati ad eventuali investimenti. Le Terme dell’Aspio possono essere un’offerta sanitaria utile alla cittadinanza e una chicca turistica complementare in un territorio già molto ricco di offerte: Ancona, la riviera del Conero, Loreto ecc…”

21/04/2024 12:50
Urologia, i miti da sfatare di una specialità antica: intervista al dottor Fabrizio Fioretti

Urologia, i miti da sfatare di una specialità antica: intervista al dottor Fabrizio Fioretti

L’urologia è una specialità medico-chirurgica che si occupa soprattutto delle patologie dell’apparato urinario maschile, ma anche di quello femminile. Nella storia della medicina ha radici nell’antichità, ancor prima dell’era greca e romana, molto probabilmente perché alcune patologie, come per esempio la calcolosi delle vie urinarie o le varie forme patologiche della prostata, come infiammazione ipertrofia e tumore, hanno sempre avuto una vasta incidenza tra la popolazione ed una sintomatologia spesso importante riservando quindi l’attenzione massima per il recupero di un’accettabile qualità della vita altrimenti molto compromessa. Prima di occuparci nelle prossime puntate di questa rubrica delle specifiche patologie con approfondimento, oggi vogliamo fare una valutazione generale della specialità parlandone con un medico urologo che svolge la sua attività nel territorio, il dottor Fabrizio Fioretti. Dr. Fioretti chi è l’Urologo e di cosa si occupa? "L'urologo è un medico ed un chirurgo specializzato nella diagnosi e nel trattamento delle malattie dell’apparato urinario femminile e maschile (reni, ureteri, vescica e uretra) e dell’insieme di organi e strutture dell’apparato genitale maschile. La patologia di gran lunga più frequente di cui si occupa l’urologo è quella prostatica, sia per la componente benigna legata all’ostruzione urinaria e a tutti i disturbi che ne conseguono, sia per quella maligna, poiché il tumore della prostata è il più consueto nel sesso maschile dopo i 50 anni. Ugualmente importanti sono la diagnosi ed il trattamento dei tumori del rene e della vescica, che colpiscono quasi allo stesso modo entrambi i sessi e sono tra i più comuni dell’età adulta".    Quando richiedere una visita urologica? "C’è ancora un vecchio retaggio culturale secondo cui l’urologo è il medico a cui rivolgersi “a una certa età”, ma in realtà eseguire controlli urologici periodici è importante, soprattutto a partire dai 40 anni. Questo permette una diagnosi precoce e un intervento tempestivo in caso di patologie tumorali, ma anche il trattamento di problematiche come la calcolosi urinaria, l’infertilità maschile e le disfunzioni sessuali. La frequenza dei controlli dovrebbe aumentare in presenza di fattori di rischio quali obesità, fumo di sigaretta o familiarità per malattie oncologiche e sicuramente non sono da sottovalutare sintomi anche lievi che in molte situazioni vengono trascurati". Anche le donne vanno dall’urologo? "Ovviamente anche le donne si rivolgono allo specialista urologo e i motivi più comuni comprendono oltre alle patologie tumorali di cui abbiamo già detto, le infezioni urinarie, purtroppo molto frequenti a tutte le età e sempre più spesso sostenute da batteri resistenti agli antibiotici più comuni, l’incontinenza urinaria e la calcolosi". L’urologo è anche andrologo? "Sì, alcuni urologi si occupano di andrologia che può essere considerata la controparte maschile della ginecologia. L’andrologo ha una preparazione specifica nel trattare problemi relativi alla sfera sessuale maschile, dalle disfunzioni erettive alle malformazioni genitali sia congenite che acquisite (come il recurvatum penieno) . Ha inoltre un ruolo fondamentale nella diagnosi sia clinica che strumentale e nel trattamento dell’infertilità di coppia, per ciò che riguarda la componente maschile".   

07/04/2024 12:00
La festa è salute: tutti i benefici della Pasqua

La festa è salute: tutti i benefici della Pasqua

La Pasqua è una grande festa, con il Natale proietta alla sublimazione ed esaltazione i sentimenti religiosi dei credenti. In realtà coinvolge tutti richiamando sensazioni intime ed individuali, ma per l’occasione anche riunioni familiari, l’incontro con gli amici, le tradizioni popolari delle città e dei paesi, le tavole imbandite con le migliori prelibatezze caratteristiche dei luoghi. La Pasqua ha un suo iter particolare che nei giorni della Settimana Santa contempla la sofferenza della Passione e della morte fino alla gioia della Resurrezione. Sono i passaggi della fede che ci ricordano il Gesù Cristo uomo e Dio, ma può anche essere la metafora della vita di ognuno di noi. Credenti o no sono riflessioni, momenti di meditazione e contemplazione che fanno bene allo spirito, ma anche al nostro corpo. Anche lasciando nel loro ambito circoscritto e di professione di fede le funzioni religiose la Pasqua è di sicuro un’occasione per qualche giorno di riposo, per incontrare le persone care, parenti ed amici, per soddisfare il gusto di pietanze e dolci che solo nelle grandi occasioni sono a disposizione con tanta cura, ricercatezza ed anche abbondanza. Naturalmente l’osservazione è generale e vale per i più che hanno l’occasione di coniugare la serenità, i buoni sentimenti, i piacevoli incontri e i piaceri della tavola con un benessere fisico e mentale, il valore aggiunto della buona salute. Facendo queste osservazioni non bisogna però dimenticare che ci sono anche i malati, i fragili e gli emarginati. Bisogna essere capaci di annoverare tra i piaceri della festa anche la volontà e l’abnegazione per farla bella anche ai più deboli. La Pasqua ha anche i suoi simboli: la colomba e l’uovo di cioccolato a cui ogni anno, proprio per alimentare la ricerca e speranza di benessere, si attribuiscono particolari auspici. La colomba simbolo della pace quest’anno la vorremmo vedere volare in tutti i cieli del mondo, aleggia nei nostri cuori e ne ritroviamo le sembianze in uno squisito dolce della tradizione. Le guerre che ogni giorno opprimono i nostri pensieri hanno bisogno di simboli che esorcizzino quanto di peggio è capace l’umanità. La speranza è che l’altro simbolo della Pasqua, l’uovo di cioccolato, contenga la tradizionale sorpresa legata idealmente ai bisogni di questi tempi: anzitutto la pace, ma anche la solidarietà, l’amicizia, l’amore. Questa mia descrizione della buona salute nella festa risente molto di una visione olistica della vita, tiene molto conto delle possibili connessioni energetiche spirituali che possono far molto bene al nostro corpo. Che poi i possibili grandi stravizi a tavola di Pasqua e di Pasquetta possano far male lo sappiamo tutti. Non mancheremo di parlarne con qualche specialista per rimediare i danni che possono sopravvenire. Intanto godiamoci la festa e approfittiamo dei suoi benefici. Buona Pasqua a tutti.

31/03/2024 11:50
L'evoluzione tecnologica nella diagnostica: cosa cambia con l'intelligenza artificiale

L'evoluzione tecnologica nella diagnostica: cosa cambia con l'intelligenza artificiale

L'interpretazione delle immagini mediche ha comportato la crescente adozione di applicazioni dell’intelligenza artificiale (IA) negli ultimi anni in cui i modelli di intelligenza artificiale hanno dimostrato di avere un notevole successo nell'interpretazione delle immagini mediche. Tra queste applicazioni, l'uso dell'intelligenza artificiale in radiologia ha mostrato grandi promesse nel rilevare e classificare le anomalie sulle radiografie semplici, scansioni tomografiche computerizzate (TC) e risonanza magnetica (MRI) che portano a diagnosi più accurate e a migliori decisioni terapeutiche. La radiologia come specialità è ben posizionata per l’applicazione e l’adozione dell’intelligenza artificiale a causa di diversi fattori chiave. Innanzitutto, l’intelligenza artificiale eccelle nell’analisi delle immagini e diversamente da altre specialità che utilizzano l'imaging, la radiologia ha un flusso di lavoro digitale consolidato e standard universali per l’archiviazione delle immagini, in modo che sia più semplice integrare l’intelligenza artificiale. Essa ha attirato l’interesse globale e i suoi algoritmi sono stati sviluppati da aziende con sede in più di 20 paesi. Gli studi hanno dimostrato che alcuni centri diagnostici utilizzano già con successo i prodotti basati sull’intelligenza artificiale e che gli studi più grandi hanno maggiori probabilità di utilizzarla attualmente rispetto agli studi più piccoli. I radiologi che utilizzano l’intelligenza artificiale nei loro studi sono generalmente soddisfatti della loro esperienza e scoprono che essa fornisce valore a loro e ai loro pazienti. Tuttavia, i radiologi hanno espresso preoccupazione per la mancanza di conoscenza, la mancanza di fiducia e i cambiamenti nell’identità e nell’autonomia professionale. Comunque il futuro dell’IA nella imaging radiologica è molto promettente. Ne parliamo con l’ingegnere nucleare Dr. Maurizio Bray consulente presso il gruppo medico Associati Fisiomed e relatore nel convegno sull’argomento che si svolgerà sabato 16 marzo nella nuova sede di Associati Fisiomed a Sforzacosta. Ingegner Bray quali sono le nuove prospettive delle nuove tecnologie nella diagnostica radiologica, nella TAC? "Nella TAC l’ultimo fronte è costituito dalla riduzione della dose radioattiva con l’adozione degli algoritmi iterativi, che consentono di ridurre il “rumore” nelle immagini ottenute o in alternativa di ridurre la dose a parità di rumore rispetto alla tecnica di ricostruzione classica con retroproiezione. Tutte le case mettono oggi a disposizione questi algoritmi, con diversi livelli di prestazioni in termini di qualità di immagine e tempi di elaborazione. La modalità di ricostruzione delle immagini, utilizzando le informazioni acquisite durante la scansione, le sottopone a diversi passaggi di ricostruzione al fine di produrre un’immagine con meno “rumore” o di migliore qualità (p.es., una risoluzione spaziale più elevata o l’attenuazione di artefatti) rispetto a quella ottenibile utilizzando le tecniche di ricostruzione standard. L’impiego della sola ricostruzione iterativa non provoca una diminuzione della dose al paziente; ma con l’uso della ricostruzione, aumenta la qualità dell’immagine e questo può consentire una riduzione della dose al paziente attraverso la variazione dei parametri di acquisizione impiegati per quel dato esame. Attivando/Modificando il livello percentuale della Ricostruzione Iterativa impiegato è possibile modificare (o no) la dose al paziente dell’esame e/o la qualità dell’intera serie di immagini acquisite  I Radiologi e i Fisici Medici di ogni centro, in collaborazione, possono stabilire i parametri di acquisizione corretti per i vari esami TAC utilizzando la Ricostruzione Iterativa analizzando la tipologia dell’esame, i tipi di pazienti, la qualità di immagine necessaria, i dati dosimetrici e le richieste dei radiologi refertanti”. Nella mammografia con tomosintesi?  "La mammografia è la tecnica di imaging ancora oggi ritenuta più efficace per la diagnosi precoce del tumore della mammella, ed è l’unica ad aver dimostrato la sua efficacia in ambito di screening in termini di riduzione della mortalità. Nell’ultimo decennio, l’imaging mammografico ha visto la progressiva introduzione di tecnologie digitali. Tuttavia la mammografia digitale non ha permesso da sola di superare il limite principale della mammografia, che è comune a tutto l’imaging proiettivo; infatti, quando il fascio di raggi-X attraversa la mammella per produrre un’immagine mammografica, le strutture anatomiche della mammella si sovrappongono lungo il percorso dei fotoni-X e vengono proiettate su un piano, producendo una “mappa di assorbimento”. L’effetto della sovrapposizione dei tessuti che compongono la mammella, talvolta riferito come “rumore anatomico” o “rumore strutturale” è quello di nascondere eventuali lesioni maligne, limitando la sensibilità della mammografia, nonché quello di creare dei “falsi segnali”, riducendo anche la specificità della mammografia. L’effetto negativo della sovrapposizione dei tessuti sulle performance diagnostiche della mammografia è tanto maggiore quanto più la mammella è densa e il contrasto tra lesioni patologiche e strutture sane basso. Le nuove tecniche di imaging, quali la tomosintesi e la “spectral mammography”, con o senza mezzo di contrasto, sono state sviluppate con l’obiettivo di superare il limite intrinseco della mammografia, generato dal rumore anatomico. La tomosintesi è una tecnica quasi-3D che per definizione dovrebbe eliminare, o almeno ridurre drasticamente, l’effetto della sovrapposizione precedentemente descritto, mentre la spectral mammography è una tecnica sottrattiva che punta ad aumentare il contrasto delle lesioni riducendo quello del background circostante".  Grazie Ingegner Bray, la descrizione è abbastanza tecnica e forse con difficoltà di comprensione ma la cultura della salute deve sempre ambire a dei momenti più legati alla conoscenza scientifica per tutti. 

10/03/2024 11:14
"Sano a Sapersi" compie un anno: la rubrica per orientarsi nel mare magnum dell'informazione medica

"Sano a Sapersi" compie un anno: la rubrica per orientarsi nel mare magnum dell'informazione medica

Un anno fa aveva inizio la mia collaborazione con Picchio News per la realizzazione della rubrica "Sano a sapersi". Il fine del giornale e di chi come me ci ha lavorato e continua a lavorarci era quello di proporre una buona informazione medico-scientifica per alimentare la cultura della salute indispensabile per la prevenzione e ricerca del benessere. In un anno sono stati proposti 43 servizi (qui potete trovarli tutti) coinvolgendo le migliori fonti per tutti gli argomenti trattati. Riteniamo di aver fatto un buon lavoro e per stimolare altrettanto interesse nel tempo che verrà voglio riproporre la presentazione di questo servizio di un anno fa con la speranza che possa essere un buon auspicio per tutto quello che abbiamo in mente di trattare in futuro e con la certezza di aver acquisito anche noi un’autorevolezza che ci permetterà di utilizzare ancora di più le migliori fonti nell’ambito della scienza medica.  ++ Presentazione della rubrica "Sano a sapersi" marzo 2023. I principi e i valori da tener sempre presenti ++ L’INFORMAZIONE MEDICO-SCIENTIFICA DEVE ESSERE SICURA E DI QUALITÀ L’ASMI (Associazione Stampa Medica Italiana) ne è la garanzia. L’Asmi ha caratterizzato la storia dell’informazione medica tutelandone qualità ed autorevolezza. Chi scrive è onorato di esserne un associato dopo aver dimostrato e avuto conferma che il suo lavoro di comunicazione medico-scientifica fosse degno ed idoneo per appartenervi.  Tutti, uomini e donne, sono consapevoli che la salute è la più grande ricchezza che si possa avere. Quando viene a mancare, ogni aspetto della vita ne risente negativamente e, se la malattia e le condizioni croniche di precarietà prendono il sopravvento, crolla tutto come fosse un castello di sabbia; il benessere economico, il benessere psicologico, la carriera, i piaceri e i più svariati interessi della vita subiscono un ridimensionamento drastico di fronte alla mancanza di una buona salute. Ecco allora che, per preservare questo preziosissimo bene, ognuno di noi ha bisogno di costruirsi il proprio bagaglio culturale in merito, fermo restando che, al di sopra di tutto, deve sempre rimanere il parere degli operatori sanitari.  Bisogna conoscere quali sono i rischi e i benefici di determinati comportamenti, quali possono essere i danni ed eventualmente come è meglio ripararli. Naturalmente, come dicevo, in questa non facile opera ci sono delle figure preposte per aiutarci, consigliarci, prescriverci: sono i nostri medici di famiglia, i nostri specialisti di fiducia, tutto il personale sanitario qualificato. La cultura del benessere, la conoscenza dei comportamenti da adottare nelle più svariate situazioni, gli stili di vita da prediligere per star bene, i segnali da riconoscere quando la salute è a rischio, sono elementi che, se presenti nei cittadini, aiutano in maniera determinante a sostenere il nostro Sistema Sanitario Nazionale e i professionisti che ne fanno parte. Per tutto questo c’è bisogno di essere informati…di essere ben informati.  L’informazione medico-scientifica negli ultimi decenni ha subito un’accelerazione di pari passo con il grande sviluppo dei mezzi di comunicazione, impressionante è l’immensa quantità di notizie ed argomenti che la rete internet riesce a divulgare con grande velocità e fluidità. L’informazione medico-scientifica ha acquisito sempre più spazio nei giornali cartacei, radio e televisione, interferendo comunque quasi sempre anche con la rete online. Durante il periodo più nero della pandemia Covid, proprio partendo dai grandi rischi dell’infezione virale, il topic “sanità” ha di fatto invaso la nostra vita quotidiana. Naturalmente tutto ciò non può essere che di grande beneficio per la cultura della salute che dicevamo. Possono però sorgere dei rischi e bisogna evidenziarli. L’avvento dei social network, in particolare, permettendo a chiunque di esprimersi e divulgare informazioni potenzialmente fruibili da tutti, spesso concede diritto di parola sui più svariati argomenti a chi non ha né le conoscenze né le competenze necessarie per disquisirne. La sanità non fa eccezione, purtroppo, ma l’informazione medico-scientifica è troppo importante perché non sia controllata. Occorre sempre verificare provenienza e affidabilità delle fonti e valutare le modalità di proposizione dei contenuti. È qui che entra in gioco il giornalista medico-scientifico che, con la sua cultura e la sua esperienza, deve garantire la qualità dell’informazione basandola sulle migliori fonti: medici, biologi ed istituti di ricerca.  È esattamente quello che cercheremo di fare in questa rubrica: offrire a voi lettori un servizio chiaro, semplice e veloce, come richiede il mezzo virtuale che abbiamo a disposizione, ma anche sicuro e, per questo, realmente utile. 

03/03/2024 10:28
L'intelligenza artificiale nel settore sanitario, come utilizzarla? Intervista al prof. Emanuele Frontoni

L'intelligenza artificiale nel settore sanitario, come utilizzarla? Intervista al prof. Emanuele Frontoni

L’Intelligenza Artificiale (IA) è forse l’argomento di maggior dibattito e discussione a livello globale nell’ambito delle tecnologie che possono essere utilizzate nella gestione della vita dell’uomo. Ma che cos’è? L'intelligenza artificiale è la tecnologia di base che consente di simulare i processi dell'intelligenza umana attraverso la creazione e l'applicazione di algoritmi integrati in un ambiente di calcolo dinamico. Certamente l’argomento è complesso e suscita problemi di applicazione, gestione ed anche di eticità. Noi oggi ci limitiamo a quella che è la possibile applicazione alle pratiche sanitarie per la protezione della nostra salute. Ne parliamo con il prof. Emanuele Frontoni, docente di informatica presso l’Università di Macerata e co-director del VRAI (Vision Robotics and Artificial Intelligence Lab) particolarmente attivo e con riconoscenza nazionale e internazionale soprattutto nell’applicazione dell’IA alla sanità. Prof. Frontoni, quali sono i trend applicativi dell’Intelligenza Artificiale per la salute dell’uomo? "L’IA viene utilizzata, o è in fase di sperimentazione, per diversi scopi nel settore sanitario e della ricerca, tra cui la gestione delle patologie croniche, la rilevazione delle malattie, la fornitura di servizi sanitari e la scoperta di nuovi farmaci. Questa nuova tecnologia del digitale permette ai medici e ad altri professionisti del settore non solo di automatizzare i propri compiti routinari, ma anche di avere un supporto nelle loro decisioni, affrontare più rapidamente problemi clinici complessi o migliorare la conoscenza del paziente e conseguente miglioramento delle decisioni cliniche. Attraverso l’uso della IA i sistemi diventano più accurati grazie alla loro capacità di comprendere i dati di addestramento, consentendo così di ottenere approfondimenti senza precedenti su variabilità del trattamento, diagnostica e risultati dei pazienti. È utile supporto al dialogo medico-paziente con le chatbot, servizi alimentati dalla IA e da metodi di processamento del linguaggio naturale. Si consente ai pazienti di porre relative alla loro salute o guidarli nel gestire il problema con un supporto per gli operatori sanitari nella produzione di risposte ed indicazioni, riducendo il carico su esperti sanitari e permettendogli di concentrarsi su altri aspetti cruciali. La rapida evoluzione degli LLM (Large Language Model, ndr) in questo ambito ci permette oggi di utilizzare sistemi evoluti di supporto con una qualità ed empatia non presenti nello stato dell’arte solo un anno fa. Nel campo delle chirurgie robotiche l’IA e i robot collaborativi hanno rivoluzionato le procedure chirurgiche fornendo assistenza durante interventi che richiedono velocità, precisione, controllo e flessibilità. La modellazione 3D a supporto della diagnosi per immagini sta permettendo una migliore pianificazione degli interventi e nuovi metodi di formazione del personale sanitario. Per la predisposizione delle malattie o delle complicanze vengono utilizzate tecniche di IA per predire malattie croniche basandosi sui dati degli EHR (cartella clinaca elettronica, ndr) del paziente disponibili, promuovendo un intervento precoce e un processo decisionale rapido. Ad esempio nella diabetologia italiana sono in fase di sviluppo approcci di predizione delle complicanze che dimostrano livelli di accuratezza altissimi, con un impatto sulla qualità e nella personalizzazione delle cure senza precedenti. L’IA trova anche applicazione nel monitoraggio della salute attraverso Wearable abilitati dall’IA. I dispositivi indossabili, potenziati dall’IA possono essere strumenti efficaci per fornire istruzioni virtuali ai pazienti e collegarli, se necessario, a esperti sanitari in tempo reale. I dati provenienti da questi dispositivi sono anche utilizzati per dare feedback in tempo reale volti a migliorare le abitudini dell’utente all’interno di una visione di prevenzione. Nel settore dell’analisi automatica per immagini radiografiche, grazie a big data e tecnologie di deep learning si possono estrarre informazioni utili da immagini complesse come quelle derivanti da TAC e Risonanza Magnetica. Classificare e segmentare immagini sono delle prerogative tipiche dei sistemi di visione artificiale e costituiscono un utile supporto alla diagnosi per immagini ormai ampiamente sperimentato ed utilizzato in tanti settori specifici. Molto importante l’IA nel campo della ricerca dei farmaci. L’IA sta rivoluzionando la ricerca e lo sviluppo dei farmaci. Può essere utilizzata per analizzare grandi set di dati genetici e clinici per identificare nuovi target farmacologi, prevedere la risposta al trattamento e individuare potenziali effetti collaterali. Gli algoritmi possono anche assistere nella progettazione di nuovi farmaci, ad esempio prevedendo la struttura e le proprietà dei composti chimici. Ciò può accelerare il processo di scoperta dei farmaci e aumentare la probabilità di successo. Questo sono solo alcuni dei modi in cui l’IA sta trasformando il settore sanitario e sono moltissimi i campi della salute e del benessere dell’uomo che saranno sempre più supportati da algoritmi all’interno di una virtuosa collaborazione uomo-macchina". L’IA e la salute dell’uomo, quali sono gli aspetti etici? "Per garantire che l’utilizzo dei metodi di IA nel settore sanitario sia conforme agli standard etici è necessario implementare procedure di verifica robuste. Ci sono alcune considerazioni chiave che debbono necessariamente divenire parte integrante di tutti gli approcci applicativi e tecnologici sopra descritti. Tra questi la trasparenza, il rispetto della privacy, l’equità e la responsabilità. Garantire la conformità etica nel settore sanitario è un compito complesso che richiede un approccio olistico e una costante vigilanza. Tuttavia con le giuste politiche e procedure in atto è possibile utilizzare questi potenti strumenti in modo sicuro e nel pieno rispetto delle nuove norme e certificazioni che arriveranno velocemente a regolamentare il settore a partire dall’AI Act e delle linee guida della Commissione Europea".   

18/02/2024 10:50
La Lega del Filo d'Oro di Osimo: un'eccellenza di scienza, umanità e civiltà

La Lega del Filo d'Oro di Osimo: un'eccellenza di scienza, umanità e civiltà

Oggi ho vissuto una delle esperienze più emozionanti del mio lavoro di giornalista medico-scientifico. Dopo più di 30 anni sono tornato ad osservare l’attività assolutamente originale e preziosissima della "Lega del Filo d’Oro" di Osimo. Sono stato accolto dal presidente della fondazione Rossano Bartoli, lo stesso disponibile distinto signore che quando eravamo giovani, io curioso cronista della salute e lui entusiasta ricercatore della dignità e delle opportunità per ogni essere umano, mi accolse in una palazzina di Osimo decorosa, ma abbastanza limitata negli spazi dove un gruppo di "visionari" aveva deciso di accudire, educare e cercare di inserire socialmente tra i più sfortunati portatori di disabilità i sordo-ciechi, con deficit plurisensoriali che presuppongono spesso anche limiti neurologici. Una specie di prigione vitale e sociale per loro, una condanna ad una sterile e faticosa assistenza per le famiglie. A questa triste visione ero rimasto, ma stamattina osservando la nuova sede della “Lega del Filo d’Oro” a Padiglione di Osimo molto grande e plurifunzionale, ho subito intuito che molte cose sono cambiate e che forse i sogni e le incerte aspettative di allora sono diventate solida realtà. Di questo ho parlato con il Presidente della Fondazione “Lega del Filo d’Oro” Rossano Bartoli. Presidente Bartoli, quando è nata la “Lega del Filo d’Oro” e perché? “La “Lega del Filo d’Oro” fu costituita come associazione nel 1964 per iniziativa di Sabina Santilli, sordo-cieca dall’età di 7 anni. È divenuta Fondazione dal 1° gennaio 2021, rinnova il proprio impegno nel rispondere ai bisogni delle persone sordo-cieche e pluriminorate psico-sensoriali attraverso l’assistenza, l’educazione, la riabilitazione, il recupero e la valorizzazione delle potenzialità residue con l’obiettivo della ricerca della maggiore autonomia possibile. È questa la missione della “Lega del Filo d’Oro” nei suoi quasi 60 anni di storia, che l’ha portata a diventare punto di riferimento nazionale nel trattamento della disabilità grave e complessa".  Dove siete presenti attualmente in Italia? “Oltre a questa nostra sede storica e di riferimento qui ad Osimo, siamo presenti in 10 regioni italiane con 5 centri residenziali con annessi servizi territoriali e 5 sedi territoriali. Sebbene il modello si incentri sulla persona con disabilità multiple, la necessità di creare relazioni e interazioni per chi non vede e non sente porta ad abbracciare progressivamente l’intero nucleo familiare, i territori e le istituzioni. Pur nella diversità degli interventi, che si articolano lungo il percorso dalla diagnosi alla riabilitazione e all’inserimento socio-educativo, il modello della “Lega del Filo d’Oro” si contraddistingue per la costante spinta oltre i limiti imposti dalla condizione di disabilità, lavorando su ciò che è possibile fare per la valorizzazione delle potenzialità residue e il riconoscimento dell’unicità di ciascuna persona".  Come programmate la vostra attività? "Oltre all’assistenza sociale e socio-sanitaria per la diagnosi, riabilitazione ed inclusione sociale dei propri utenti, la 'Lega del Filo d’Oro' è attiva con suoi centri di ricerca e formazione per lo sviluppo di approcci avanzati e competenze specialistiche. Siamo molto attenti alle nuove tecnologie che possono essere utili e forse anche molto utili al nostro lavoro”. Ci descrive l’attività in questa vostra splendida sede di Osimo? "È la sede nazionale della Fondazione, ad Osimo la 'Lega del Filo d’Oro' è nata ed oggi opera con un centro di riabilitazione riconosciuto dalla Regione Marche come 'unità Speciale per sordo-ciechi e pluriminorati psico-sensoriali'. Ciò consente anche il ricovero di utenti provenienti da tutta Italia con retta di degenza a carico delle Asl di residenza. Questa struttura ha una capacità operativa di 63 posti a tempo pieno, 15 a degenza diurna e offre prestazioni ambulatoriali e domiciliari. Qui svolgono le attività di diagnosi e riabilitazione e vengono ospitati utenti di diverse fasce di età: bambini, giovani ed adulti. Al suo interno troviamo il centro diagnostico che formula una valutazione globale ed effettua interventi precoci per bambini al di sotto di 6 anni, inoltre vi sono servizi educativi e riabilitativi personalizzati, l’assistenza medica, il centro di ricerca ed anche un centro di documentazione". Concludendo, Presidente Bartoli se lei volesse farci un esempio della bontà del vostro lavoro, quale potrebbe essere? "Di esempi potrei portarne tantissimi: il sollievo di tantissime famiglie, la scolarizzazione di tanti nostri assistiti. Pensi che ben 8 sordo-ciechi da noi curati sono arrivati persino alla laurea. Non era certo l’aspettativa di quando era stata scoperta la loro grave disabilità". Che sensazione ha della valutazione pubblica del vostro lavoro? "Quasi entusiasmante, è la molla che ci spinge a fare di più e meglio ogni giorno. Una prova ne è la grande generosità dei cittadini che con le loro donazioni ci permettono ogni anno di allargare di più le nostre strutture e di renderle sempre più efficienti".

11/02/2024 11:00
Il laboratorio analisi, non solo esami per la diagnosi della malattia: intervista al dottor Gironelli

Il laboratorio analisi, non solo esami per la diagnosi della malattia: intervista al dottor Gironelli

Fin dalla più remota antichità gli uomini hanno sempre attribuito grande importanza ai fluidi corporei in generale e al sangue in particolare. Nell’antico Egitto si credeva che per prevedere il sesso di un nascituro bastasse bagnare con urina di una donna incinta due sacchetti contenenti semi di orzo e di grano (papiro di Saqqara). In base a quale dei due fosse germinato prima si sarebbe potuto capire il sesso del feto. La Bibbia è piena di riferimenti al sangue come fonte e simbolo della vita. Credenza che si è mantenuta nei secoli, basti pensare alle espressioni "purosangue", "mezzosangue" usati in zootecnia e non solo, purtroppo. Le scarsissime possibilità delle tecnologie dei tempi precedenti hanno sempre reso impossibile uno studio più organico dei vari componenti. Comunque l’interesse ai fluidi corporei non venne mai meno, in maniera magari grezza e grossolana si era capito che attraverso di essi si poteva raggiungere qualche utile informazione. Così tutti sanno, se non altro per motivi di goliardia, che nel Medioevo i medici assaggiavano l’urina dei pazienti in presenza di certi sintomi. Se avessero percepito nelle urine un gusto dolce avrebbero potuto formulare la diagnosi di diabete. In ogni modo fino all’800 i progressi in questo settore furono pochi. Nella prima metà dell’800 le cose cominciarono a cambiare. Nell'ambito della semeiotica (la scienza dei segni) i medici poterono aggiungere anche i cosiddetti "segni chimici". Parliamo della moderna scienza di medicina di laboratorio con il dottor Luigi Gironelli, biologo specializzato in biochimica e chimica clinica nonchè direttore Fisiomedlab di Civitanova Marche e con punto prelievi nella nuova sede Fisiomed di Sforzacosta.  - Dr. Gironelli attingendo dalla storia della sua specialità quali elementi standard hanno caratterizzato l’era moderna delle analisi di laboratorio e quali sono i passaggi fino ai nostri giorni? "I tipici esempi di 'segno chimico', ovvero di 'identificazione chimica della malattia', possono essere: il glucosio nelle urine dei diabetici (non una grande novità come abbiamo visto a cura di Michel Eugène Chevreul, 1815), l’albumina nelle urine di soggetti con malattie renali (Richard Bright, 1837), la tirosina e la leucina nelle urine di pazienti con atrofia acuta del fegato (Friedrich Theodor Frerichs, 1848), la iperglicemia (Claude Bernard, 1855), la diminuzione dell’urea urinaria nelle malattie epatiche in genere (Giorgio Roster, 1879), ecc. Un maggiore significato i segni chimici lo otterranno di lì a poco con la possibilità di passare da analisi qualitative ad analisi quantitative potendo così determinare non solo la presenza di un qualche tipo di analita, ma anche la sua quantità. Nel secondo dopo guerra del 900 cominciò il boom della medicina di laboratorio. Cominciò l’uso di kit pronti per l’analisi di ogni tipo di metabolita. Fino ad allora in laboratorio si dovevano preparare i reagenti necessari ai vari tipi di analisi. Furono introdotte nuove strumentazione per l’automazione della conta degli elementi figurati del sangue, sicché l’esecuzione di esami come l’emocromo passò da molti a pochissimi minuti. Successivamente si introdussero gli esami basati sugli anticorpi e sugli enzimi ottenendo una precisione ed un’efficienza assolutamente impensabili fino a poco tempo prima. L’introduzione dell’informatica ha portato ad un miglioramento della produttività assolutamente incredibile. Con questo siamo ormai giunti ai nostri giorni dove il laboratorio classico, pur utilizzando reazioni ormai ben consolidate da anni nel loro uso, riesce grazie alle nuove strumentazioni sotto controllo dei computer ad offrire ai pazienti un servizio altamente specializzato ed efficiente".  Discorso a parte merita invece lo sviluppo delle tecniche cosiddette di "biologia molecolare". In pratica con questo termine si intendono gli esami eseguiti attraverso la reazione della Pcr (polymerase chain reaction) che, intervenendo attraverso un complicato sistema di enzimi altamente specializzati direttamente sugli acidi nucleici, permettono dei risultati praticamente infallibili. Certamente non servono per eseguire le comuni analisi di tutti i giorni, ma in ambiti ben definiti, tipo virologia (vedi recente pandemia di COVID19), microbiologia o medicina legale sono arrivati ad essere il gold standard da usare come riferimento.  Come un po' tutta la sanità, l'orientamento anche per questa disciplina è quello di una medicina di laboratorio sempre più personalizzata e di precisione, ma anche integrata nei vari team clinici".  Oltre alla diagnosi della malattia come contribuisce il laboratorio analisi alla sua prevenzione? "Una delle definizioni della medicina di laboratorio è oggi 'un approccio emergente al trattamento e alla prevenzione delle malattie, che tiene conto della variabilità individuale a livello di caratteristiche genetiche, di ambiente e di stili di vita'. Nell'immaginario collettivo il medico di laboratorio si occupa dei prelievi di sangue che i pazienti effettuano di routine per i controlli medici. Pensare che il ruolo del professionista di laboratorio sia così marginale e sia limitato all'esecuzione di prelievi di sangue è sicuramente sbagliato. La Medicina di Laboratorio è una disciplina composita che applica tutte le moderne metodologie scientifiche per dare il suo contributo alla prevenzione, alla diagnosi, alla terapia e alla gestione delle malattie.  Sbagliato pensare che le figure professionali che operano in laboratorio siano solo medici. La Medicina di Laboratorio è una disciplina che richiede il contributo di professionalità e competenze diverse. In laboratorio operano medici, ma anche biologi, chimici, biotecnologici, tecnici di laboratorio, infermieri, ognuno con compiti e responsabilità ben definiti. La convivenza di professionalità e competenze diverse permette di avere una visione allargata delle situazioni e consente una valutazione delle stesse nella loro complessità nei vari ambiti in cui si opera. Come è accaduto per molte delle professioni sanitarie, anche la medicina di laboratorio si è evoluta ed oggi è cambiato anche il suo ruolo all'interno del Sistema Sanitario Nazionale. Si è assistito ad un travolgente progresso scientifico ed innovazione tecnologica ed i ruoli e le competenze dello specialista di laboratorio hanno dovuto soddisfare le esigenze di questa trasformazione ed evoluzione che è continua. Basti pensare, per esempio, alle sfide che oggi questa disciplina deve affrontare: è pienamente coinvolta nell'assicurare un affidabile uso dei Big Data al fine di trarre informazioni utili in ambito sanitario, così come nel garantire un corretto utilizzo dell'intelligenza artificiale ed ancora, come il contesto da pandemia da Covid-19 ha insegnato, come implementare nuovi strumenti di gestione per essere più pronti ad affrontare le situazioni di emergenza".  Che ruolo ha avuto il laboratorio analisi nella gestione della pandemia da Covid-19? "A portare all'attenzione dell'opinione pubblica la medicina di laboratorio è stato proprio il Covid-19 visto che l'individuazione dei soggetti positivi o negativi alla malattia è stata possibile proprio grazie agli esami di laboratorio, in particolare il tampone molecolare. Questo è stato rilevante soprattutto per individuare i soggetti asintomatici. Inoltre, importantissimo è stato il ruolo del laboratorio nella sorveglianza epidemiologica e nella valutazione dell'immunizzazione, mediante la ricerca degli anticorpi anti Sars-CoV-2, e lo sarà sempre più ora nel monitoraggio della risposta immunitaria indotta dalla vaccinazione. Il laboratorio ha avuto un ruolo molto importante anche nella diagnostica differenziale e nella prognosi mediante la determinazione di biomarcatori, come i parametri ematologici, i fattori della coagulazione o i marcatori di infiammazione, comunemente richiesti ed eseguiti nei nostri laboratori".  E in ambito oncologico? "La medicina di laboratorio è diventata via via sempre più preziosa anche in ambito oncologico e non soltanto per i vari esami di laboratorio che possono suggerire la presenza di un tumore e quindi indicare la necessità di approfondimenti in proposito.  Oggi è disponibile un innovativo ed importante approccio, noto come biopsia liquida che permette l'identificazione del dna tumorale isolato dal sangue dei pazienti. La biopsia liquida ha enormi potenzialità in oncologia ed una delle applicazioni è la possibilità di monitorare l'evoluzione molecolare della neoplasia. È una forte spinta per la medicina di precisione. Come un po' tutta la sanità, l'orientamento anche per questa disciplina è quello di una medicina di laboratorio sempre più personalizzata e di precisione, ma anche integrata nei vari team clinici. La nostra è una disciplina che dovrà coinvolgere sempre più nuovi interlocutori, gli esperti di Health Techology Assessment, dei Big Data e dell'Intelligenza Artificiale al fine di rendere il referto di laboratorio sempre più affidabile ed informativo e che risponda a criteri di qualità, tracciabilità, coerenza ed efficacia di alto livello".  

04/02/2024 10:50
"La sanità in una situazione preoccupante, ecco cosa serve": intervista esclusiva al dottor Romano Mari

"La sanità in una situazione preoccupante, ecco cosa serve": intervista esclusiva al dottor Romano Mari

La sanità pubblica nazionale, il Servizio Sanitario Nazionale come correttamente è definita l’istituzione universale che tutela la salute di tutti i cittadini, sta vivendo un momento di crisi o comunque di necessità di assestamento e sostanziale riforma. Il compito gravoso è delle autorità politico-amministrative nazionali e regionali, ma il supporto, il contributo di analisi e di idee è sicuramente appannaggio delle istituzioni specifiche, in questo caso gli ordini provinciali dei medici ed odontoiatri e la loro federazione nazionale di sicuro in prima linea. È un argomento certamente molto sensibile per i cittadini. Ne parliamo con il Presidente dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri della provincia di Macerata, dr. Romano Mari, anche medico di medicina generale di lunga esperienza.  Dr. Mari ci confidi qualche sua riflessione sulla situazione della sanità in Italia. "La situazione sanitaria in primis del Servizio Sanitario Nazionale è abbastanza precaria e preoccupante. I tre anni passati per il settore sono stati sicuramente i più difficili da quando il SSN è stato istituito. Una pandemia devastante con migliaia di morti e milioni di malati ha messo a durissima prova tutte le strutture sanitarie, dall’ambulatorio di medicina generale agli ambulatori dei distretti, ai pronto soccorso degli ospedali, ai reparti specialistici fino alle terapie intensive, che con grande fatica hanno potuto prendersi cura dei malati covid più gravi. Adesso che la situazione non è ancora del tutto normalizzata e l’emergenza di molto attenuata, possiamo dire che alla fine il sistema ha tenuto, ma la pandemia ha evidenziato e focalizzato tante criticità e carenze che erano preesistenti, ora però non più tollerabili e che necessitano un grande impegno di tutti per il loro superamento".  I medici come hanno vissuto il loro ruolo necessariamente in prima linea? "I medici hanno lavorato sodo, tutti, dico tutti oltre il loro impegno standard. Quelli proprio in primissima linea, negli ambulatori di medicina generale, nelle RSA, nei pronto soccorso, nei reparti di ricovero, nelle terapie intensive addirittura stremati, ma mai latitanti, nemmeno un caso segnalato di assenza dal tanto extra lavoro. Molti medici ed altri operatori sanitari, alcuni anche nelle Marche e nella nostra provincia, hanno sacrificato persino la loro vita contraendo l’infezione covid durante il loro lavoro. Un’esperienza fortissima e faticosissima per tutti noi che ha colpito molto favorevolmente la società. Le nostre prestazioni considerate non più un costo ma una risorsa ed un’opportunità su cui bisognerebbe investire ancor di più. Il gradimento della figura del medico e delle professionalità collegate è notevolmente aumentato nella percezione della gente, è stimato che l’80% dei cittadini ha molto apprezzato il nostro lavoro, solo il Presidente Mattarella può vantare qualche punto in più. Proprio il Presidente ha dedicato una giornata al Quirinale per ringraziare vivamente gli operatori sanitari per l’impegno profuso durante la pandemia; lo stesso ha fatto in una udienza anche Papa Francesco definendoci custodi assoluti della salute dell’umanità con un riferimento particolare ai medici di famiglia".  Dopo un periodo così intenso quali sono le attuali considerazioni inerenti alla vostra professione? Quali le proposte? "I medici hanno dimostrato e continuano a dimostrare di essere fedeli al loro codice etico-professionale, ma devono essere messi in grado di lavorare in assolute migliori condizioni. Gli orari, le responsabilità anche le eque retribuzioni vanno inquadrate in un nuovo progetto di sanità pubblica che tenga conto delle esigenze nuove di un servizio sanitario moderno ed equilibrato nelle sue funzioni. Lo stress, l’eccessiva fatica, le frustrazioni ricorrenti devono essere allontanate da operatori che hanno bisogno di serenità per dare il massimo del loro servizio. Dall’università di medicina fino alle specializzazioni e agli impieghi lavorativi devono essere visibili progetti attraenti e di soddisfazione. Non è possibile che in Italia si laureino 9000 medici all’anno e solo 4000 hanno una borsa di specializzazione, non è possibile che ormai migliaia di medici si rivolgano a cooperative per fare i "gettonisti", ad ambulatori privati di dubbia utilità o addirittura decidano di emigrare all’estero. Devo dire che qualcosa si sta muovendo a livello nazionale e regionale, sono state aumentate le borse di studio per gli specializzandi, per noi che lavoriamo si sta eliminando la responsabilità penale, era presente in solo 3 paesi del mondo. Ma noi diciamo con forza che vanno migliorate le strutture, soprattutto quelle territoriali, va creata dappertutto una rete di assistenza diffusa che intervenga su tante situazioni di salute e lasci ai pronto soccorso degli ospedali solo la casistica più grave ed urgente. Naturalmente è una questione anche di risorse oltre che di scelte. In molte altre nazioni europee ed occidentali assimilabili all’Italia la percentuale di PIL utilizzato per il servizio sanitario si aggira al 7%, qui in Italia poco più del 6%. Bisogna di sicuro tener conto della difficoltà della nostra economia pubblica, ma non possiamo non dire che la medicina moderna per essere efficace ha bisogno di uno sforzo ulteriore per una rete assistenziale sicura, tenendo anche conto della necessità di una tecnologia sempre più avanzata ed in evoluzione. Ripeto che uno sforzo di analisi e progettazione si sta facendo, ma la nostra raccomandazione è che bisogna fare presto, non bisogna adagiarsi nelle discussioni, c’è bisogno di realizzazioni. Noi Medici disponibili sempre a partecipare ad una catena condivisa di efficace propulsione".  Dr. Mari la medicina privata può essere utile in questa prospettiva? “Sicuramente, la medicina privata convenzionata e non, è stata utilissima durante la pandemia, è stata l’ancora di salvezza per i problemi di salute di tanti cittadini in mezzo ad una tempesta che rischiava di trascinare a fondo il principio fondamentale: la necessità di salvaguardare il bene più importante che abbiamo. Anche le stazioni termali Santa Lucia di Tolentino e San Giacomo di Sarnano hanno contribuito in maniera decisiva con i loro centri vaccinali frequentatissimi. Le terme andrebbero valorizzate ed utilizzate dal servizio pubblico avendo anche gli spazi e gli ambienti ottimali e sostenibili.  Tante strutture private hanno fatto investimenti importanti ed offrono ottimi servizi che possono contribuire in un ambito di programmazione ben definita e condivisa con adeguati controlli ad abbattere liste di attesa e a fornire l’utilizzo di professionalità e tecnologie di primissimo livello. Nella nostra provincia operano ottime strutture private; qualcuna non ancora convenzionata e dotata di ottima organizzazione e tecnologia potrebbe essere già gradatamente inserita. Filoni di convenzione certificati affidabili e buoni risultati attesi possono essere davvero molto graditi ai cittadini per la qualità, la tempistica e la vicinanza territoriale".  Per concludere dr. Mari? "Nell’agosto scorso la nostra amministrazione delle Marche ha fatto approvare un piano sanitario regionale, nel 2024 dovranno essere presentate le linee attuative e soprattutto speriamo le attuazioni. Noi medici ed operatori sanitari regionali in generale siamo pronti a collaborare con suggerimenti, idee ed operatività a qualsiasi livello".  Grazie Dr. Mari per la disponibilità, la chiarezza e il bagaglio culturale e professionale che ci ha riservato.  

21/01/2024 11:00
Biorisonanza e fitoterapia, come sostituire i farmaci tradizionali: le nuove frontiere della medicina

Biorisonanza e fitoterapia, come sostituire i farmaci tradizionali: le nuove frontiere della medicina

Il convegno presso il Teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio sabato ha sicuramente contribuito ad alimentare una cultura della salute che ha sempre più bisogno di un'informazione adeguata, certificata, libera e con riferimento a fonti scientifiche autorevoli e riconosciute. Il titolo dell’incontro "Nuove prospettive nella PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia): biorisonanza e fitoterapia" ; responsabile scientifico è la Dottoressa Edy Virgili. Già è evidente l’originalità dell’argomento almeno rispetto ai canoni della medicina occidentale che siamo abituati a trattare. In quella sigla sono raccolti i principi già scientificamente validati della medicina tradizionale cinese, ma anche la medicina quantica, la bioenergetica, tutte discipline che considerano l’uomo come un sistema di reti energetiche bioelettriche prima ancora che di cellule e molecole. Studiosi illustri nel convegno, attingendo da questa visione deducibile dalla fisica quantistica, propongono un nuovo schema della malattia e del benessere proponendo supporti come biorisonanza e fitoterapia che possono sostituire l’utilizzo di farmaci tradizionali o per lo meno integrarli. In questo ambito di principi scientifici già abbastanza collaudati ed acquisiti per prospettive innovative importanti se non rivoluzionarie, l’incontro con i relatori è sicuramente coinvolgente. Anzitutto abbiamo voluto ascoltare la responsabile scientifica del convegno, la dottoressa Edy Virgili. Dott.ssa Virgili perché questo programma? Cosa si prefigge un incontro scientifico di questo tipo? "Se ormai è appurato che le nostre cellule sono a tutti gli effetti da assimilare a degli atomi della materia con tutte le loro caratteristiche di scomposizione elettrica, protoni, elettroni e neutroni, è evidente che nella malattia si produce una vera e propria alterazione elettrogenica. La biorisonanza tende a ristabilire l’ordine originario favorendo un restauro elettrico che in termini biologici significa guarigione della malattia o comunque una sua progressiva attenuazione. La fitoterapia è una branca farmacologica, cura con estratti vegetali naturali, non prodotti di sintesi artificiale come i farmaci. La terapia è diluita nel tempo per i dosaggi abbastanza bassi dei principi attivi. Il limite può essere un’efficacia ridotta nella eventuale fase acuta della malattia, il beneficio un ottimo viatico di prevenzione ed effetti collaterali negativi  quasi assenti".  Con argomenti così importanti ed anche complessi il contributo di ricercatori che hanno dedicato molto tempo a queste tematiche e ai principi che le ispirano è assolutamente indispensabile. Il professor Giuseppe Rocca, già ricercatore presso le università di Milano e Torino, partecipante a progetti a Londra, Oslo e in alcune università americane ha voluto dare oggi il suo contributo.  Prof. Rocca qual è l’indicazione che ha voluto dare ai tanti professionisti che oggi l’hanno ascoltata? "La considerazione che ho voluto anzitutto sottolineare è di carattere generale, riguarda non solo la salute ma tutte le vicende della vita di tutti noi. Le difficoltà, i fallimenti, i problemi giornalieri si devono affrontare con la consapevolezza che si possono superare, si devono superare e il risultato, se siamo accorti e responsabili, è che ne usciremo più forti di prima. Il nostro corpo, i nostri tessuti se colpiti da malattia hanno lo stesso comportamento, si allenano, si fortificano se aiutati a superare la difficoltà. Bisogna individuare il modo e i mezzi per non stressare ulteriormente e annientare le reazioni di difesa fisiologiche con terapie, o meglio con dosaggi di terapia devastanti anche se i risultati sembrano a prima vista soddisfacenti. Naturalmente occorre una buona valutazione e un buon senso scientifico che abbia sempre presente il principio che il corpo va aiutato e non assolutamente sostituito contro la malattia. È un ragionamento abbastanza criptico all’apparenza, ma un buon medico sa di che cosa sto parlando". Prof. Rocca quale deve essere lo spirito del buon ricercatore? "Il ricercatore scientifico deve essere curioso, deve gettare lo sguardo sempre più in là, mai accontentarsi del risultato ottenuto. La scienza è un continuo divenire, avere la cultura e lo spirito libero per coglierne i punti interessanti che si manifestano per poi perseguirli è alla base di tutte le conquiste nell’ambito medico-scientifico".  Con il Prof. Rocca tanti altri relatori. Interessante la relazione del dottor Alexander Bertuccioli dell’Università di Urbino, che con semplicità e chiarezza ha ben descritto gli estratti vegetali più utili ed efficaci per la prevenzione e cura della colesterolemia, tante patologie anche molto gravi interessate. Per concludere una esauriente disamina di un’importante manifestazione scientifica non si può trascurare chi ha contribuito alla realizzazione del convegno, sicuramente per un interesse di visibilità legato alla loro attività, ma soprattutto perché credono a tutti i princìpi ed input che provengono da una seria e libera ricerca medico-scientifica. La società JEA, che produce farmaci fitoterapici, ha un programma molto composito fatto di ricerca e comunicazione. La sua ad, la dottoressa Jane Virgili sottolinea un grande impegno per una idonea produzione dove i dosaggi dei principi attivi fino alla confezione dei contenitori rispondono alle dovute indicazioni per una efficace ricerca della salute. L'amministratore unico di Associati Fisiomed, Enrico Falistocco, responsabile di uno dei più importanti ed organizzati centri medici del territorio ha contribuito alla realizzazione dell’incontro scientifico "perché un centro medico che ambisce a fornire tutti i servizi necessari per la salute dei cittadini non può astenersi dall’esplorare gli elementi più innovativi che prefigurano la necessità anche di nuove realizzazioni strutturali proiettate nel futuro".

14/01/2024 10:20
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