Aggiornato alle: 11:52 Lunedì, 7 Aprile 2025 cielo coperto (MC)
Sanità Provincia Macerata

Tumore della prostata: prevenzione, diagnosi e terapia. L'intervista al dottor Fabrizio Fioretti

Tumore della prostata: prevenzione, diagnosi e terapia. L'intervista al dottor Fabrizio Fioretti

La prostata è un organo dell’apparato urinario maschile sensibile all’avanzamento dell’età con problematiche e patologie che possono andare dalla semplice ipertrofia, infiammazione fino alla possibile insorgenza e sviluppo di un tumore. Proprio di questa grave patologia dell’organo oggi vogliamo parlarne con lo specialista urologo Fabrizio Fioretti che svolge la sua attività nel territorio, consulente presso il centro medico Associati Fisiomed.

Dr. Fioretti, tra le patologie di cui si occupa l’urologo, una di particolare interesse è sicuramente il tumore della prostata, cos’è e quanto è diffuso?

"Esattamente, il tumore della prostata è la neoplasia più comune nell’uomo e ha origine dalle cellule presenti all’interno di questa ghiandola, che appartiene all’apparato riproduttivo maschile.

Il rischio di sviluppare il tumore è direttamente correlato all’età e se tra i 50-60 anni sino a 1 uomo su 4 può presentare aggregati di cellule neoplastiche a 80 anni questa condizione riguarda 1 uomo su 2. 

Solitamente ha una crescita lenta, ma esistono anche forme più aggressive, nelle quali le cellule malate possono invadere in tempi brevi i tessuti circostanti e diffondersi ad altri organi. 

Grazie all’ampia diffusione di esami quali il PSA ed alle visite urologiche di prevenzione, diagnosi precoci e terapie sempre più efficaci hanno contribuito ad abbassare il tasso di mortalità di questa patologia e attualmente la sopravvivenza a 5 anni si aggira intorno il 92%, un 15% in più rispetto a un decennio fa". 

Chi è maggiormente a rischio e come si manifesta?

"Come abbiamo già detto il primo fattore determinante è l’età con il rischio che aumenta progressivamente dopo i 45-50 anni. Il secondo fattore di rischio è senz’altro la familiarità, si ha circa il doppio delle possibilità di sviluppare la malattia in caso di parenti (padre, fratello etc) che hanno o hanno avuto diagnosi di tumore alla prostata rispetto a chi non ha o non ha avuto nessun caso in famiglia. 

Altri fattori di rischio comprendono alcuni tipi di mutazioni genetiche ma non meno importanti sono i fattori di rischio legati allo stile di vita, come dieta ricca di grassi saturi e obesità. 

Nelle fasi iniziali della malattia non si hanno sintomi e solo nelle fasi tardive e avanzate compaiono disturbi quali difficoltà a urinare, dolore, necessità di urinare spesso, presenza di sangue nelle urine o nello sperma. 

Una visita urologica eseguita nei giusti tempi può evitare che la malattia venga scoperta dopo la sua diffusione ma serve anche a diagnosticare problemi prostatici di tipo benigno che possono presentarsi con sintomi urinari simili". 

Si può fare prevenzione? E come si arriva alla diagnosi?

"Proprio perché nelle sue fasi iniziali si presenta in genere totalmente asintomatico, l’arma principale contro il tumore della prostata è la diagnosi precoce.

Il dosaggio del Psa, la visita urologica con esplorazione rettale, l’ecografia ed in casi selezionati la risonanza magnetica multiparametrica permettono una diagnosi adeguata nella pressoché totalità dei pazienti.

In particolare dosaggio del Psa e visita urologica vanno eseguiti per la prima volta intorno ai 50 anni, ma nei pazienti che presentano familiarità l’età scende intorno ai 40. 

Molto importante è intervenire sui possibili fattori di rischio riguardanti lo stile di vita prima descritti e quindi limitare l’assunzione di grassi saturi, alcool e carni processate, favorendo invece alimenti ad azione antiossidante e antinfiammatoria ed una attività fisica moderata ma costante". 

Come si cura?

"Una volta confermata la diagnosi di tumore della prostata e stabilito il grado di aggressività della malattia lo specialista urologo, dopo un’attenta analisi del paziente, consiglierà la strategia più adatta.

Coloro che presentano una malattia a basso rischio possono beneficiare di opzioni terapeutiche che consentono di posticipare il trattamento al momento in cui la malattia diventa "clinicamente significativa".

Eseguendo determinazioni del PSA, visite urologiche e biopsia prostatica in precisi momenti dopo la diagnosi si può controllare l'evoluzione della malattia e verificare la comparsa di eventuali cambiamenti tali da rendere indispensabile un intervento ("sorveglianza attiva").

Nei pazienti con adeguata aspettativa di vita la chirurgia è oggi il trattamento più diffuso ed efficace per trattare il cancro circoscritto alla ghiandola e la rimozione della stessa e dei linfonodi circostanti è da considerarsi un intervento curativo in una grandissima percentuale di casi. 

Trattamenti alternativi e tuttavia molto efficaci nel controllo della malattia, da scegliere sempre in base alle caratteristiche del paziente, comprendono la radioterapia e l’ormonoterapia". 

 

Commenti

Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.
Registration Login
Sign in with social account
or
Lost your Password?
Registration Login
Registration
Comuni