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Il volto nascosto del traditore seriale: tra vuoti affettivi e paura dell’ intimità, un viaggio nella mente dell’infedele abituale

Il volto nascosto del traditore seriale: tra vuoti affettivi e paura dell’ intimità, un viaggio nella mente dell’infedele abituale

Approfondirò la figura dell’infedele, spostando l’attenzione dal giudizio morale, per concentrarmi soltanto su un’analisi delle dinamiche emotive ed identitarie che spingono una persona a tradire abitualmente il proprio partner.

Non si tradisce soltanto per noia o per attrazione nei confronti di un’altra persona, la spinta può anche arrivare da un senso di incompletezza e vuoto psichico.

In realtà non si cerca un altro ma si insegue un’ esperienza  che ci faccia sentire ancora vivi e amati.

Se da un lato l‘amante può costituire quell’ alternativa che ci permette di uscire da una relazione ormai finita che altrimenti non avremmo il coraggio di troncare, dall’altra invece può anche succedere che si manchi di fedeltà senza alcun desiderio di porre fine alla propria storia.

In questo caso si avverte un bisogno ancora più profondo e complesso, cioè quello di scappare da sé stessi.

Si cerca di sfuggire dal disagio di non riuscire a stare totalmente in una relazione seria e totalizzante, perchè questa comporterebbe un ‘intimità troppo forte ed una profondità emotiva che farebbe paura, ingestibile con i propri mezzi.

La persona vive un conflitto interno, dovuto a dinamiche di attaccamento infantile che lo portano a fuggire quando il legame diventa profondo e stabile.

Si ha timore di attraversare fino in fondo un amore perchè  da bambini si è sperimentato un rifiuto o una freddezza che hanno portato a difendersi da eventuali esperienze simili che ci porterebbero ad un dolore troppo intenso da affrontare.

In fondo il traditore è una persona fragile, che teme l’abbandono; avere altre storie gli permette, invece, di tenere alta la propria autostima alimentando una visione  grandiosa del proprio io.

Quali potrebbero essere i motivi che portano, nonostante tutto, l’infedele  a professare amore nei confronti della/ del  propria/o compagna/o?

Alla base del suo comportamento ci può essere un  affetto sincero condito con la paura della solitudine, un porto sicuro da cui tornare ogni volta, ma non supportato da una scelta totale e definitiva.

L’infedele decide di non scegliere totalmente il suo partner, egli tiene accanto la persona senza mai donarsi pienamente.

Ha  bisogno di credere di avere una routine rassicurante, cercando poi fuori attenzioni e forti emozioni quando desidera sentirsi vivo.

La frattura interiore è un peso con cui prima o poi la persona dovrà fare i conti, perché nel tradire l’altro in realtà inganna se stesso.

Chi tradisce più volte non ama realmente né il compagno, né se stesso, cerca sollievo al proprio vuoto, senza voler guardare le proprie fragilità e bisogni per lavorarci e superarli.

Non costruisce ma distrugge.

Si sente libero ma in realtà vive uno stato di disconnessione interiore: da un lato la necessità di sentirsi amato e dall’altro il terrore di sperimentare l’amore puro

Si alimentano esigenze che poco hanno a che fare con un sentimento vero, si parlerà di dipendenza affettiva, di una narrazione irreale della relazione in cui ci si convince che sia la storia della vita, o di paura di essere lasciati mascherata da disinteresse.

Meccanismi molto distanti dal concetto di un amore adulto che richiede, invece, presenza, verità e scelta reciproca.

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