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USA pronti ad aggredire il Venezuela? Noi stiamo con Maduro e con il patriottismo socialista

USA pronti ad aggredire il Venezuela? Noi stiamo con Maduro e con il patriottismo socialista

La situazione pare poter precipitare da un momento all’altro. Sta salendo vertiginosamente di ora in ora la tensione tra Stati Uniti d’America e Venezuela. Leggiamo che, tra l’altro, è in arrivo nei Caraibi la portaerei Usa Gerald Ford. Dunque, la civiltà dell’hamburger si prepara a una nuova nefanda opera di esportazione della democrazia e dei diritti umani a suon di bombardamenti umanitari, missili democratici, embarghi terapeutici e imperialismo etico?

Non è affatto da escludere, benché Donald Trump stia provando a smentire almeno teoricamente questa eventualità. Se gli Stati Uniti d’America dovessero aggredire il Venezuela o propiziare un regime change, non ce ne stupiremmo affatto. Si tratterebbe, a ben vedere, di un episodio coerente di questa quarta guerra mondiale, divampata nel 1989, successiva alla terza (la cosiddetta guerra fredda) e caratterizzata dall’espansionismo militare statunitense contro tutti i paesi non ancora allineati al Washington consensus, subito delegittimati come stati canaglia e come dittature degne di essere rovesciate manu militari.

Le ragioni della eventuale aggressione statunitense ai danni del Venezuela sarebbero soprattutto due: anzitutto, il petrolio, che abbonda in Venezuela e che con tutta evidenza fa gola a Washington e alla sua fame di dominio. In secondo luogo, il governo di Maduro risulta massimamente detestabile per la civiltà dell’hamburger. Maduro, infatti, è un patriota socialista, antiglobalista e anti-imperialista, che sta con coraggio difendendo la gloriosa eredità di Chavez, opponendosi fermamente tanto al modello neoliberale, quanto all’imperialismo della civiltà del dollaro.

Per questo, i media occidentali e l’ordine discorsivo monopolisticamente gestito dai padroni della parola continuano da anni a diffamarlo e a presentarlo come un efferato dittatore degno di essere abbattuto. Non sfugga che, poche settimane fa, è stata insignita del Nobel per la pace la signora Machado, ferma oppositrice di Maduro e aperta sostenitrice di Washington e della neoliberalizzazione del Venezuela.

Per parte sua, Maduro ha già telefonato a Putin chiedendo supporto. È da sperare che Russia, Cina e Paesi disallineati supportino il Venezuela in caso di infame aggressione statunitense. Per parte nostra, auguriamo lunga vita a Maduro e al Venezuela libero dal neoliberismo e dall’imperialismo.

Quanto a Washington, non ci stupiamo del suo contegno: continua pomposamente a presentarsi come soluzione, quando in realtà è il principale problema. Per questo, noi stiamo con il patriota socialista Maduro e con tutti gli Stati che resistono al criminale imperialismo a stelle e strisce.

È da anni che Washington prova a destabilizzare il Venezuela di Maduro: prima con il guitto Guaidò, ora con la signora Machado. Il Venezuela di Maduro è uno degli eroici Stati a socialismo patriottico che costellano l’America Latina, dalla Cuba del defunto Fidel alla Bolivia dell’eroico Morales.

La monarchia del dollaro ha inscenato, ancora una volta, la sua patetica commedia volta a delegittimare il Venezuela per poterlo poi aggredire manu militari. La stagione del chavismo può anche essere letta in questa chiave: un governo socialista sottoposto al vile e sempre reiterato tentativo di destabilizzazione ad opera della potenza del dollaro.

In nome di un pluriverso multipolare, resistente alle bieche logiche del mondialismo a stelle e strisce, è bene appoggiare gli Stati che resistono e che mantengono vivo il senso della resistenza e della lotta contro i crimini dell’imperialismo made in Usa. Con le parole di Che Guevara: “Patria o muerte”.

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