Giovedì 14 novembre, alle ore 17:30, presso la Biblioteca civica "Romolo Spezioli", all'interno della rassegna del Comune di Fermo Letture Fermane, ci sarà la presentazione del libro di Barbara Trasatti e Barbara Suigo, "Gettami in pasto ai lupi e tornerò alla guida del branco".
Presente una delle due scrittrici, Barbara Trasatti: "Per noi è più di un semplice libro: lo definiamo un manuale per gli eroi di tutti i giorni, spiega. È un invito a riscoprire la nostra forza interiore e ad affrontare la vita con autenticità e coraggio. In un mondo che ci spinge spesso a conformarci e a nascondere la nostra vera essenza, questo libro vuole essere una guida per tutti coloro che desiderano riscoprire se stessi, un passo alla volta, apprezzando le piccole cose e valorizzando la propria unicità".
"È un percorso che ho avuto il privilegio di intraprendere insieme a Barbara Suigo, (milanese esperta di carisma) e il nostro desiderio è che le nostre parole possano accompagnare il lettore come un amico fidato, pronto a sostenere e ispirare nei momenti di difficoltà e nelle sfide quotidiane. È una condivisione delle nostre esperienze quotidiane" .
Venerdì 15 novembre, invece, il libro verrà presentato a Jesi, all'interno del progetto di crescita personale attraverso la forza delle parole promosso dall'associazione Activamente, con un intervento musicale di Marco Santini.
Nel loro libro, con un tocco di leggero umorismo, Suigo e Trasatti offrono spunti di riflessione importanti: sottolineano la necessità di rilasciare rancori per abbracciare la bellezza dell’esistenza, promuovono un cambiamento guidato dalla volontà che allinea l’universo ai nostri desideri, e invitano a valorizzare le meraviglie del mondo per attirare positività. Incoraggiano a sperimentare, ricordandoci che ogni tentativo è un’occasione di scoperta e arricchimento, e celebrano l’amore puro e incondizionato come la più nobile delle esperienze umane.
Dopo il successo della prima edizione, riparte il corso di teatro inclusivo rivolto a persone con disabilità. Tutti INscena è un progetto che mira a creare uno spazio accogliente e stimolante per tutti coloro che desiderano esplorare il mondo del teatro e delle arti performative.
Il corso, gratuito, si svolgerà nei laboratori del Politeama di Tolentino dal 19 novembre 2024 fino a maggio 2025 ed è organizzato con il contributo di Simonelli Group. Le lezioni, settimanali, saranno tenute dalle insegnanti Ada Borgiani e Ilaria Battaglioni del Centro Teatrale Sangallo, scuola di teatro fondata da Saverio Marconi che vanta oltre 40 anni di esperienza.
"Il corso offre un’opportunità unica di espressione creativa attraverso un approccio inclusivo che si adatta alle esigenze e ai talenti di ogni partecipante. La prima edizione ha dimostrato come il teatro possa abbattere barriere, facilitare la comunicazione e promuovere l'inclusione sociale", si legge in una nota del Politeama.
"Un’occasione per vivere in prima persona l’esperienza dello spettacolo dal vivo e farla propria, nei modi e con i mezzi di cui ognuno dispone. L’attività artistica come strumento di crescita individuale e collettiva, veicolo di scambio reciproco, momento di valorizzazione delle diversità di ciascuno. Le lezioni termineranno con uno spettacolo aperto al pubblico".
Successo per la seconda serata della tredicesima edizione di Dialettiamoci al Teatro comunale di Caldarola. In scena ieri sera una commedia di Aldo De Benedetti adattata dalla regista Rita Papa, anima del gruppo che ha conquistato il pubblico anche nella veste di attrice protagonista. Un ritorno che ha soddisfatto le aspettative quello del Gruppo teatrale "Il focolare di Loreto" che non è nuovo alla rassegna nazionale del teatro dialettale di Caldarola.
Sul palco gli otto attori Rita Papa, Chiara Coppari, Paolo Cantarini, Jacopo Criscuolo, Paolo Magagnini, Luigi Domenella, Gino Pallotta e Pierino Copparoni che sono riusciti a tenere magistralmente la scena con i tempi brillanti dettati dalla commedia. Non un vero e proprio dialetto, ma l’inflessione lauretana ha fatto da padrona nell’evidenziare le battute e i momenti più salienti di una pièce brillante e con un giallo sullo sfondo.
A spiegare la scelta registica della storia - piena di colpi di scena e dove la complicità femminile si contrappone alla competitività maschile e a segreti da custodire in un armadietto cinese - è stata la stessa regista al termine della rappresentazione: «Sono una appassionata delle commedie di Aldo De Benedetti - ha detto Papa -. Testi spesso maschilisti in cui mi piace far emergere le figure femminili in maniera diversa da come le avrebbe immaginate lui. Mi piace ricordare che proprio ieri (venerdì, ndr) il nostro gruppo teatrale ha festeggiato i 40 anni dalla fondazione. Io sono un socio fondatore e posso dire che per 40 anni, ininterrottamente, abbiamo rallegrato il pubblico con un grandissimo repertorio di commedie sia in lingua che in dialetto, ma abbiamo portato in scena anche testi drammatici e piccoli musical».
Poi ha sottolineato l’importanza del teatro come luogo di aggregazione: «Questa struttura è un vero gioiello - ha detto -. Sono davvero felice che nella ricostruzione, nonostante i tanti lavori a cui far fronte, sia stata data priorità al teatro che per ogni comunità rappresenta un luogo di aggregazione, incontro e cultura». La seconda serata della rassegna è stata l'occasione anche per svelare una novità della tredicesima edizione: oltre ai premi assegnati dalla giuria e a quello del pubblico che ogni sera esprime il proprio giudizio, quest’anno un premio sarà assegnato anche dai sindaci dei cinque Comuni che sostengono la rassegna.
Sabato 16 e domenica 17 novembre il Centro Studi Storici Maceratesi organizzerà nella Sala Verde dell’Abbadia di Fiastra il 59° convegno annuale, con la partecipazione di diciotto relatori che tratteranno il seguente tema: “Viaggi nelle Marche e dalle Marche. Itinerari di fede, di cultura e di conoscenza”.
Anche questo convegno, com’è da sempre nella tradizione del Centro Studi, si propone come un evento di alto contenuto scientifico, per la cura delle indagini svolte dai relatori, per l’assoluta attenzione alla documentazione rinvenuta, per lo più inedita, e per la competenza degli studiosi che vi partecipano. Il prof. Carlo Pongetti, docente di Geografia presso l’Università di Macerata, terrà la prolusione al convegno e parlerà di pratiche di viaggio tra identità e alterità, prendendo spunto da un'espressione tratta da un portolano del Quattrocento “Terre tochate chon mano et vegiute colli ochi”.
Verranno illustrati e commentati diari di viaggio, rinvenuti di recente, riguardanti passaggi e soste nel Maceratese e nelle Marche di vari viaggiatori, come mercanti, pellegrini, ambasciatori, migranti, monaci e gente comune, ma non mancheranno studi concernenti viaggi effettuati dalle Marche verso altre terre, vicine e lontane, da studiosi, missionari e perfino da esploratori e scienziati. Si parlerà di curiosità come la presenza di marchi e tatuaggi sui corpi dei pellegrini diretti a Loreto e a Gerusalemme, ma anche di mappe antiche di viaggi nelle Marche e dalle Marche e di mezzi di trasporto e di oggetti necessari ai viaggiatori del passato. Al proposito nei locali attigui alla sala del convegno verrà allestita una mostra di cartografia e di oggetti da viaggio della collezione di Antonio Volpini.
Verranno ricordati illustri personaggi che hanno viaggiato attraversando le Marche come Michel De Montaigne e Valery Larbaud, altri che dal Maceratese sono partiti per terre lontane come il gesuita Giovanni Laureati di Montecosaro, missionario in Cina, l’abate Antonio Cosimi di Mogliano, viaggiatore del Grand Tour, il maceratese Bartolomeo Lucioli diretto in Perù, e ancora, saranno ricordati Antonio Cecchi, Elio Adolfo Perogio, Pietro Moretti e Silvio Zavatti, diretto verso i ghiacci del Polo, e migranti artistici come Lauro Rossi e Clorinda Corradi. Verrà ricordato il maceratese Giuseppe Tucci e saranno presentati recenti studi sui francescani marchigiani viaggiatori. Si parlerà anche della dimensione del viaggio che emerge dalle lettere di padre Matteo Ricci e di una singolare ambasceria di principi giapponesi lungo al Via Lauretana.
Il convegno sarà organizzato in collaborazione con la Regione Marche, la Fondazione Vaticano II, la Fondazione Giustiniani-Bandini e I Cammini Lauretani. I lavori saranno aperti da una introduzione al tema del convegno a cura del prof. Alberto Meriggi, presidente del Centro Studi Storici Maceratesi, a cui faranno seguito i saluti delle autorità presenti. Durante il convegno la Segreteria sarà a disposizione per nuove iscrizioni e per la consegna ai soci in regola del volume 58, contenente gli atti del precedente convegno su “Il Maceratese e le Marche centro-meridionali tra Impero e Papato (Secc. X-XII)”.
Un Don Giovanni inedito, contemporaneo, ambientato e trasportato nelle suggestioni degli anni Ottanta per caricare ulteriormente le attitudini comportamentali, gli atteggiamenti e le personalità dei protagonisti. Ieri, sabato 9 novembre, è andata in scena al teatro Rossini di Civitanova la prima rappresentazione in cartellone della sesta edizione di Civitanova all’Opera.
Il Don Giovanni, uno dei massimi capolavori di Mozart e in generale della musica di tutti i tempi, è stata la nuova produzione di Civitanova all’Opera, in cui tutta l'opera, dalla messa in scena ai costumi fino alla regia, è realizzata appositamente per la serata. Uno dei nobili intenti che da sempre caratterizzano questa stagione lirica: realizzare i propri allestimenti nel territorio.
Apprezzatissimo dal pubblico il cast di alto profilo, composto dal basso Mirco Palazzi nel ruolo di Don Giovanni; poi, Gianpiero Ruggeri e Paola Antonucci provenienti dalla scuola del grande basso-baritono civitanovese Sesto Bruscantini, oltre ad altri affermati artisti quali Gian Luca Pasolini, Clementina Regina, Jessica Ricci, Raffaele Costantini e Davide Bartolucci.
La regia è stata di Mirco Michelon, le scene di Sauro Maurizi e la direzione del maestro Alfredo Sorichetti, con l'Orchestra Sinfonica dell’Adriatico e il Coro Ventidio Basso, maestro del coro Pasquale Veleno.
"Il Don Giovanni è un’opera difficile, complicata da cantare, da suonare, da mettere in scena - le parole del maestro Sorichetti -. Portarla a Civitanova è una missione culturale, una missione che proseguiamo ormai da sei anni".
Prossimo appuntamento della Stagione, il Nabucco di Giuseppe Verdi, il 25 gennaio 2025 sempre al teatro Rossini. Biglietti online su Ciaotickets, nei punti vendita del circuito e alla biglietteria dei Teatri di Civitanova.
Il ritratto di Francesco Filelfo, risalente al XV secolo e registrato nel Catalogo generale dei beni culturali, sarà presto restaurato. L’opera tempera su pergamena, di proprietà dello stesso Comune di Tolentino, è attualmente conservata presso la sede dell'ente ed è in discrete condizioni, necessita, però, di un intervento conservativo che possa sanare i danni presenti e creare un sistema di montaggio più idoneo per la sua delicatezza.
L’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, istituto ad autonomia speciale del Ministero della Cultura che opera come centro di competenza e riferimento nazionale nel settore della conservazione di opere d’arte, svolgendo attività di restauro, ricerca e alta formazione, si è reso disponibile a eseguire il restauro e, allo scopo, ha effettuato un esame diretto dell’opera e ha relazionato sull’esito dell’analisi e sulle ipotesi di intervento.
“La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Ascoli Piceno,Fermo e Macerata - che ha seguito dall’inizio le operazioni - ha espresso parere favorevole al progetto di restauro e l’Opificio ha assunto a proprio carico i costi per l’approfondimento delle indagini e per il restauro, restando a carico del Comune le spese per il trasporto del ritratto a Firenze da parte di ditta specializzata e per la copertura assicurativa da chiodo a chiodo”, si legge in una nota dell'amministrazione comunale.
“Pertanto il sindaco e la Giunta hanno espresso indirizzo favorevole al restauro da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze del ritratto di Francesco Filelfo e di assumere a carico dell’ente le spese per il trasporto del ritratto a Firenze da parte di ditta specializzata e per la copertura assicurativa”.
L’associazione Praxis, con il patrocinio del Comune di Macerata e dell’Università degli Studi di Macerata, promuove anche quest’anno il mese della prevenzione psicopedagogica attraverso quattro incontri gratuiti aperti alla cittadinanza sul tema cinema e psiche; appuntamenti che permetteranno di approfondire il profondo rapporto tra la realtà soggettiva e quella immaginaria del grande e del piccolo schermo.
Il primo incontro, che si terrà lunedì 11 novembre, alle ore 21:00, presso la sala Cesanelli dello Sferisterio di Macerata, ospiterà il grande scenografo maceratese e vincitore di tre premi Oscar Dante Ferretti che presenterà in anteprima il suo nuovo libro sul suo rapporto con Pierpaolo Pasolini. Interverranno alla serata il sindaco Sandro Parcaroli, il vicesindaco Francesca D’Alessandro, la prorettrice dell’Università di Macerata Natascia Mattucci e il presidente dell’associazione Praxis Paolo Scapellato. L’organizzazione di questo primo incontro è a cura di David Miliozzi.
I tre incontri successivi si svolgeranno presso la sede dell’associazione Praxis. Lunedì 18 novembre la psicologa Veronica Bruschi affronterà il tema del ruolo educativo dei programmi per i minori. Lunedì 25 novembre, Paolo Scapellato approfondirà gli effetti del grande successo delle serie TV mentre lunedì 2 dicembre lo psicoterapeuta Samuele Cognigni tratterà il tema psicoanalisi e cinema.
Il Club della Rosa e il Circolo ARCI di Macerata organizzano un incontro pubblico dal titolo "L'Associazione Arena Sferisterio e la necessità di un progetto culturale e di spettacolo di lungo periodo". L'appuntamento è fissato per venerdì 15 novembre, alle ore 17:30 presso l'Asilo Ricci. L'iniziativa mira a promuovere una riflessione approfondita sul ruolo e le prospettive dell'Associazione Arena Sferisterio, affrontando le criticità attuali e proponendo strategie di rilancio.
Incontrando Massimiliano Bianchini, presidente del Circolo ARCI di Macerata, e Bruno Mandrelli, già assessore alla Cultura e Spettacolo del Comune, abbiamo avuto un assaggio dei temi che verranno discussi nel corso dell'incontro. Entrambi sottolineano come, a oltre trent'anni dalla sua fondazione, l'associazione Arena Sferisterio non abbia pienamente raggiunto gli obiettivi iniziali. Tra le criticità evidenziate, spiccano la mancata espansione della base societaria e il ridotto del coinvolgimento della Provincia di Macerata, che, dopo la riforma Del Rio, è diventata un socio formale con limitata capacità operativa.
Bianchini e Mandrelli hanno espresso preoccupazione per il fatto che l'attività dell'Arena si concentra quasi esclusivamente nella stagione lirica estiva, limitata a un solo mese all'anno, con eventi sporadici di musica leggera nel resto dell'anno. Questa programmazione discontinua, secondo i promotori dell'incontro, rappresenta un ostacolo all'attrazione di sponsor e nuovi soci, rendendo necessario un ripensamento complessivo della strategia. L'idea è quella di sviluppare una stagione culturale annuale, ampliando il calendario degli eventi con spettacoli di prosa, jazz, rock, musica classica e sinfonica, coinvolgendo attivamente le associazioni locali.
Così il suggerimento di una possibile trasformazione dell'Associazione in una Fondazione, con l'obiettivo di ampliare la base societaria e coinvolgere nuove figure come i "100 mecenati". Una proposta chiave riguarda l'integrazione con il Teatro Lauro Rossi, che potrebbe diventare partner essenziale nella gestione di una programmazione continua e diversificata. Questo permetterebbe di creare un'offerta culturale stabile e di rafforzare il legame con il territorio, contribuendo alla rivitalizzazione del centro storico di Macerata.
In quest'ottica, si ipotizza anche un ruolo attivo del Comune come coordinatore delle iniziative, in sinergia con l'Università di Macerata, per favorire una residenzialità anche studentesca non episodica e contrastare il fenomeno della frammentazione abitativa. Tra le proposte avanzate vi è l'implementazione di un piano di incentivi per la riqualificazione degli edifici residenziali, volto a migliorare l'attrattività del centro cittadino.
All'incontro del 15 novembre parteciperanno anche Giorgio Meschini, già sindaco di Macerata e presidente dell'Associazione Arena Sferisterio dal 2000 al 2010, e Piergiuseppe Mariotti, ex consigliere di amministrazione dell'associazione. La discussione sarà aperta agli interventi del pubblico, offrendo un'opportunità per un dibattito ampio e partecipazione sul futuro dell'Arena Sferisterio.
Collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e manifestazione di interesse per il nuovo direttore artistico, questi i temi trattati dal Consiglio di amministrazione dell’Associazione Arena Sferisterio, presieduto dal sindaco Sandro Parcaroli, riunitosi oggi.
In riferimento alla nuova figura di sovrintendente, proseguono e prendono corpo la collaborazione e la sinergia nelle attività teatrali e culturali tra il Comune di Macerata e il Comune di Jesi, concordata tra i due sindaci nel corso di un incontro di alcuni giorni fa.
"A tal proposito, i due Enti stanno lavorando a un protocollo istituzionale per fissare i vari ambiti e gli aspetti della collaborazione, dai musei al teatro fino alla musica: l’Associazione Arena Sferisterio si aggiunge quindi a questo progetto di collaborazione come tassello fondamentale", si legge in una nota dell'Ente.
"Il Consiglio di Amministrazione ha, infatti, deliberato la richiesta di disponibilità a poter condividere con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi la professionalità del direttore generale Lucia Chiatti che, oltre a garantire competenza e capacità consolidate e un risparmio reciproco di spesa, permetterà di gestire e ottimizzare la collaborazione e il raccordo fra i due enti in un’ottica di valorizzazione e promozione delle risorse del territorio".
"Si è quindi deciso di annunciare il programma completo del Macerata Opera Festival 2025 con una prossima conferenza stampa nella quale saranno presenti sia il direttore artistico Paolo Gavazzeni, che ha già comunicato la disponibilità a salutare così la città, sia il futuro direttore artistico per l’individuazione del quale è stata già pubblicata su www.sferisterio.it una manifestazione d’interesse con scadenza delle domande fissata per il 28 novembre (ore 12)".
Da oggi all’interno della Biblioteca Mozzi Borgetti c’è Altrove, uno spazio sperimentale diretto ai giovani del territorio, una realtà resa possibile grazie al progetto "B.live. Biblioteca da Vivere" finanziato sul bando "Giovani in Biblioteca", del Dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il comune di Macerata è capofila di un partenariato composto da Università degli Studi di Macerata, Associazione Gruca, Labs Laboratorio Sociale, Associazione Amici Allievi Minimo Teatro, Red Rete Educazione Digitale, Associazione Officine Mattoli.
Il progetto si rivolge a giovani tra i 14 e 35 anni che potranno partecipare a numerose attività laboratoriali in maniera gratuita e nello stesso tempo contribuire ad arricchire il centro "Altrove" che si trova in via Crispi 101 e che, dopo l’inaugurazione di oggi pomeriggio, sarà aperto dal lunedì al venerdì dalle 17 alle 22 (e-mail: altrove.spaziosperimentale@gmail.com).
Lo spazio si inserisce all’interno di un percorso che ha visto la Biblioteca Mozzi Borgetti aprirsi a diverse attività gratuite che hanno coinvolto molte associazioni del territorio con l’intento di facilitare lo spirito di partecipazione e condivisione nei giovani. Un percorso di partecipazione partito nel 2023 e che ha gettato le basi per la creazione di uno spazio informale di incontro e crescita dove i giovani del territorio possano accedere liberamente, partecipare e promuovere attività.
“Grazie al contributo ottenuto con il progetto B.Live la Biblioteca Mozzi Borgetti si caratterizza sempre di più come spazio civico aperto alle associazioni e ai tanti giovani che partecipano alle iniziative - interviene l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta -. Altrove è un tassello ulteriore, che raccoglie la sfida di avere all’interno di una biblioteca un’anima sperimentale, votata alla progettazione e partecipazione, che punta ai giovani e alla loro capacità di aggregare”.
Punto di riferimento dello spazio saranno infatti due giovani under 35 Simona Mastrangelo e Marco del Gobbo, selezionati dal Comune di Macerata per il ruolo di Youth Worker (operatori giovanili) e con lo scopo di promuovere attività, agevolare lo scambio tra i ragazzi e le ragazze e soprattutto contribuire alla creazione di uno spazio sperimentale, espressione delle esigenze dei tanti giovani che a Macerata sono alla ricerca di spazi dove fare e comunità.
“’Altrove. Un punto di incontro, lontano dagli schemi, vicino alle persone’. Questo lo slogan scelto da Simona e Marco a rappresentare l’idea di un laboratorio fatto di persone, esperienze, voglia di fare e costruire insieme – afferma l’assessore alle Politiche giovanili Marco Caldarelli -. Altrove è anche una scommessa, quella di sostenere la nascita di uno spazio e lasciarlo alla gestione di due giovani, affinchè possano aggregare, fare comunità e perché no, magari gettare le basi per la costruzione di nuovi percorsi di partecipazione giovanile”.
B.live è anche un progetto a forte vocazione inclusiva. Oltre al laboratorio di italiano L2 e altri ludico - ricreativi pensati per essere frequentati anche da giovani con disabilità, con il progetto sono stati attivati 2 TIS (Tirocini di Inclusione Sociale), rivolti a giovani under 35.
“Si tratta di un’occasione importante per i due giovani selezionati - interviene il vice sindaco e assessore alle Politiche giovanili Francesca D’Alessandro - che avranno quindi modo di partecipare attivamente alla costruzione dello spazio, interfacciandosi con i 2 Youth Worker e con gli uffici coinvolti e dando il proprio contributo alla nascita di una nuova realtà cittadina”.
Spazio Altrove rappresenta una risposta importante a un’esigenza di aggregazione che con il post Covid si è rivelata sempre più imponente. In questo senso l’Amministrazione comunale è impegnata a dare risposte concrete verso un’inclusione positiva e totale attraverso attività che assicurano la partecipazione attiva di tutti quindi anche di persone disabili”.
“Altrove è un luogo nel quale, attraverso momenti anche semplici come un torneo di ping pong, un gioco da tavolo insieme, un tandem linguistico o un incontro culturale, si favorisce la socialità, il confronto e la condivisione dei giovani - afferma Simona Mastrangelo, la Youth Worker - e dove non si abbia timore di parlare di futuro, di gentilezza, di fragilità e di talenti. Spero fortemente che sia i ragazzi che le realtà territoriali vedano in questo spazio un’occasione virtuosa per fare rete e colgano al volo questa nuova opportunità”.
Un connubio tra la lunga tradizione jazzistica nordamericana e influenze coltraniane e afro-latine in un progetto jazz esclusivo dedicato al Politeama. Sabato 9 novembre alle ore 21:15 salirà sul palco del Politeama di Tolentino il Benito Gonzalez Trio più la partecipazione di Roberto Gatti e Massimo Morganti. Il concerto, organizzato in collaborazione con l’Associazione Tolentino Jazz, vedrà protagonista il pianista venezuelano Benito Gonzalez, reduce da un recente tour in Asia con Kenny Garrett, in trio con Mario Rodriguez alla batteria e Gabriele Pesaresi al contrabbasso, accompagnato da due special guest come Roberto Gatti alle percussioni e Massimo Morganti al trombone.
Nominato per due Grammy Awards e vincitore del Great American Jazz Piano Competition, nel corso della sua carriera Benito Gonzalez si è esibito con grandi del jazz come Bobby Hutcherson, Dave Liebman, Gary Bartz, Curtis Fuller, Al Foster, Lenny White, Billy Hart, Ignacio Berroa, Buster Williams, Rene McLean, Steve Turre, Delfeayo Marsalis, Hamiet Bluiett, Ron Blake, Antonio Sanchez, Mark Gross e T.K. Blu.
Ha fatto parte della band di Jackie McLean, del quartetto di Kenny Garrett per sette anni e nel 2019 si è unito alla leggenda del sassofono Pharoah Sanders come pianista e direttore musicale. Il suo ultimo album, "Sing to the World", è stato registrato insieme a musicisti del calibro di Christian McBride, Jeff Watts e Nicholas Payton. Dal 2020 è artista dei pianoforti "Steinway & Sons".
Un musicista ricco di talento, Benito Gonzalez si è saputo imporre non solo in virtù di una strepitosa padronanza tecnica, ma anche e soprattutto per una filosofia espressiva in grado di coniugare la tradizione jazzistica nordamericana con i ritmi afro-latini del proprio retaggio culturale. Nel suo stile incorpora Herbie Hancock, McCoy Tyner, Chick Corea, Keith Jarrett, dei quali ha sì assorbito le prerogative, ma rilanciandole in un mondo del tutto personale.
La rassegna Jazz continua giovedì 26 dicembre con l’attesissimo concerto di Santo Stefano dedicato al Gospel che vedrà protagonista il Sisters and Brothers Gospel Choir Ensemble con la partecipazione straordinaria di Ginger Brew, artista ghanese di fama internazionale, conosciuta in Italia come corista e voce solista di Paolo Conte.
Biglietti 20 euro in vendita al Botteghino del Politeama, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 17:00 alle ore 20:00 e da tre ore prima di ciascun spettacolo, online all’indirizzo https://www.politeama.org/biglietti/.
Quarto appuntamento con Caro Teatro all’Annibal Caro di Civitanova Alta. Domenica 03 novembre, sempre alle ore 17,30, la rassegna propone per il genere commedia classica: “La Locandiera e gli amorosi” tratta da Carlo Goldoni con la Compagnia Prototeatro di Montagnana (Pd), di e per la regia di Piero Dal Pra’.
Lo spettacolo è una rivisitazione de “La Locandiera” di Goldoni. I nuovi personaggi inseriti nella trama non tradiscono la vicenda originale, ma conferiscono alla stessa ritmo e vivacità seguendo lo schema classico della commedia dell’arte.b Due atti – durata 100 minuti.
La rassegna teatrale è curata dall’associazione culturale Piccola Ribalta Aps ed è organizzata con il patrocinio e il sostegno di: Comune di Civitanova Marche e Azienda Teatri, Atac Spa, Banca Macerata, Uilt (Unione italiana libero teatro), Vittoria assicurazioni, Scs Venturini Spedizioni Internazionali e Società Operaia di Civitanova Alta.
Prossima data domenica 10 novembre 2024, con la Commedia brillante: Buon Natale (Absurd Person Singular) di Alan Ayckbourn, regia Alessandro di Spazio e l’associazione culturale Luci della Ribalta di Bolzano.
È stata definita la nuova stagione del Teatro "Giuseppe Verdi" di Pollenza organizzata dall'amministrazione comunale in collaborazione con Amat per gli spettacoli di prosa, con l'Associazione Culturale Lagrù di Fermo per la rassegna "Che spettacolo ragazzi!" giunti alla quarta edizione e con l’Associazione Culturale e Teatrale Massimo Romagnoli per la rassegna "Celebriamo il dialetto", sulla scia del successo registrato negli anni scorsi.
Saranno cinque, di cui uno fuori abbonamento, gli spettacoli di prosa che verranno portati in scena. "Sono tutti scelti pensando di accontentare i molteplici gusti di una platea di affezionati che negli anni si è consolidata e che contiamo di ampliare", dichiara la consigliera comunale delegata alla cultura Alessandra Petrini.
Si inizierà mercoledì 8 gennaio 2025 con "Trappola per topi" di Agata Christie con Ettore Bassi per la regia di Giorgio Gallone; il secondo appuntamento giovedì 6 febbraio 2025 con "Chi è io?" di Angelo Longoni, con Francesco Pannofino ed Emanuela Rossi, per la regia di Angelo Longoni.
La stagione proseguirà martedì 25 febbraio 2025 con "Din, Don, Down" di Paolo Ruffini, con Paolo Ruffini e la Compagnia Mayor Von Frinzius, per la regia di Lamberto Giannini (spettacolo fuori abbonamento organizzato in collaborazione con l’Associazione La Brigata degli Unicorni di Pollenza), il quarto appuntamento martedì 11 marzo 2025 alle ore 21,15 "Plaza Suite" di Neil Simon, con Corrado Tedeschi e Deborah Caprioglio per la regia di Ennio Coltorti.
La stagione terminerà con l’ultimo appuntamento di venerdì 4 aprile 2025 con lo spettacolo "Lucio Battisti. Emozioni!" di Federica De Bernardis con Cesare Bocci ed il Duo Saverio Mercandante. I dettagli sui prezzi degli abbonamenti e dei biglietti verranno resi noti a breve tramite i canali di comunicazione istituzionali del comune di Pollenza.
Nell’ambito della rassegna “Un caffè con l'autore”, promossa dalla biblioteca civica “Francesco Antolisei” città di San Severino Marche, giovedì 7 novembre, a partire dalle ore 17, la sala del Caffè letterario di via Cesare Battisti ospiterà la conferenza dell’esperto in storia e spionaggio Michele Giampieri dal titolo: “Donne nello spionaggio: Luisa Zeni, la Mata Hari italiana”.
Giampieri esplorerà le vite e le attività di tre spie donne: Mata Hari, Elsbeth Schragmuller e Luisa Zeni, evidenziando come siano state percepite e rappresentate in modi diversi rispetto al loro reale operato.
Mata Hari, ovvero Margaretha Zelle, fu una famosa danzatrice esotica olandese. Divenne un simbolo di femme fatale e venne condannata per spionaggio a favore della Germania, sebbene Giampieri sottolinei che la sua figura è stata mitizzata oltre i suoi reali contributi di spionaggio. Elsbeth Schragmuller, nota come Fraulein Doktor, fu una figura enigmatica e potente dello spionaggio tedesco, organizzatrice di spie durante la Prima Guerra Mondiale. È ricordata come una donna di grande intelligenza che operò nel controspionaggio, terrorizzando gli Alleati con le sue operazioni. Luisa Zeni, infine, italiana, patriota e irredentista, operò come spia per l'Italia infiltrandosi dietro le linee austriache e lavorando come crocerossina. Partecipò all'impresa di Fiume e successivamente fu scrittrice. Zeni è definita come la "vera Mata Hari" per il suo ruolo concreto e attivo nel conflitto.
La conferenza vuole riportare alla luce il valore e il ruolo di queste donne, riconoscendo il loro contributo alla storia. L'obiettivo è anche quello di superare pregiudizi e interpretazioni distorte, creando una percezione storica più accurata e bilanciata.
Definito il "piccolo Mozart", a soli sette anni, Alberto Cartuccia Cingolani ha già conquistato il mondo della musica classica. In occasione del Master Piano Festival, domenica 3 novembre alle ore 18:00, si esibirà al Politeama di Tolentino in un recital pianistico completo.
Dotato di un orecchio assoluto e di una predisposizione naturale per il pianoforte, Alberto Cartuccia Cingolani ha sorpreso tutti con la sua straordinaria abilità musicale fin dall'età di tre anni. Cresciuto in una famiglia di musicisti, riesce a suonare brani complessi a memoria con una maestria che lascia senza parole.
Il programma del concerto prevede: il Preambulum HWV 442, l’Allegro HWV 441 e la Fantasia HWV 490 di G. Handel; il Solfeggietto di C. Ph. E. Bach; la Sonata in Do K 159, la Sonata in Re minore K 32 e la Sonata in Re minore K1 di D. Scarlatti; la Fantasia in Re minore K 397, il III movimento dalla Sonata K 330 e il Rondò “Alla Turca” dalla Sonata K 331 di W.A. Mozart; il I movimento della Sonata HOB XVI n.23 in Fa maggiore di J. Haydn; le Sei variazioni da un tema di G. Paisiello e il I movimento dalla Sonata Op. 2 n. 1 di L. v. Beethoven; gli Studi Op. 1 n. 4 Allegretto e n. 9 Allegro grazioso di F. Liszt; il folletto Op. 71 di E. Grieg; Doctor Gradus ad Parnassum di C. Debussy; Pulcinella Op. 3 e Italian Polka (trascrizione A. Siloti) di S. Rachmaninoff.
Il suo primo approccio con la musica è avvenuto nel 2020, durante il lockdown, quando, insieme alla mamma Alessia, laureata in canto lirico al Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara, ha iniziato a muovere i primi passi sulla tastiera, attraverso piccoli giochi musicali e canzoncine. A poco a poco sono emerse notevoli attitudini e ha registrato importanti progressi, che nel giro di poco tempo, nel 2021, lo hanno portato ad affrontare dei concorsi pianistici internazionali on line per categorie di età, ricevendo i primi risultati eccellenti.
Fino ad oggi, sempre sotto la guida della mamma e del papà Simone, pianista laureato al Conservatorio "G.Rossini" di Pesaro, ha collezionato ben 68 primi premi, molti dei quali assoluti, in competizioni nazionali e internazionali, on line e in presenza.
Un suo video in cui esegue la Sonata k 545 di Mozart, in occasione di un concorso pianistico, ha ottenuto milioni di visualizzazioni, destando grande risonanza anche nella stampa internazionale. In qualità di piccolo pianista, anche come solista con orchestra, ha partecipato a varie manifestazioni culturali e di beneficenza, eventi e festival musicali nonché trasmissioni televisive su reti locali e nazionali.
Nell’ottobre 2023 ha ricevuto il "Premio Musica" in occasione del prestigioso "XXI Premio Giuseppe Sciacca", la cui cerimonia solenne si è tenuta in Vaticano, presso la Pontificia Università Urbaniana. È stato insignito del premio "Chiave di violino" dall’Associazione "Marchigiano dell’anno" e di un encomio della Guardia di Finanza delle Marche per aver suonato in occasione del 250° anniversario della fondazione dell’arma.
Biglietti da 12 euro disponibili al Botteghino del Politeama, aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 17,00 alle ore 20,00 e da tre ore prima di ciascun spettacolo, online all’indirizzo https://www.politeama.org/biglietti/. La stagione 2024-2025 è sostenuta dalla Regione Marche e organizzata con il contributo di Simonelli Group, Estra Prometeo, BCC Recanati e Colmurano e Gruppo Medico Fisiomed.
Giovedì 31 ottobre si alza il sipario sulla nuova stagione di prosa dei Teatri di Sanseverino. Al Feronia va in scena, con inizio dello spettacolo alle ore 20:45, "Arancione", una commedia scritta e diretta da Fabrizio Colica con la collaborazione di Riccardo Sinibaldi. I protagonisti sul palco saranno lo stesso Fabrizio Colica insieme a Leonardo Bocci, Patrizia Loreti, Mauro Conte e Paola Michelini.
Presentata in esclusiva regionale, la rappresentazione porta in scena un mix tra chi siamo e chi gli altri vorrebbero che fossimo, un miscuglio di situazioni e sensazioni di cui non possiamo, pirandellianamente, fare a meno.
È una commedia ambientata all'ora di cena, ma senza una cena vera e propria. È un continuo abbattimento delle aspettative, dalle più piccole, come quelle di una delusione nel non trovare un pasto pronto in casa di chi ci ha invitati, a quelle più grandi, come quelle di un figlio che si mette con una persona del suo stesso sesso.
È una commedia umoristica che non contrasta gli stereotipi, ma li abbraccia. Il testo ruota attorno alla figura del padrone di casa, Fabrizio, che invita suo fratello e la sua ex per presentare loro il suo nuovo fidanzato. Gli invitati finiranno per essere di più, per una serie di eventi del tutto casuali.
Lo schema narrativo è tanto classico quanto infallibile: è sera e un giovanotto pieno di buone intenzioni attende a casa l’arrivo del fratello e della sua ex fidanzata per presentare loro il nuovo compagno, con cui convive da qualche mese. Ovviamente nulla andrà come previsto, non solo perché il protagonista è il primo a soffrire la percezione che di lui hanno gli altri, ma anche perché l’appartamento precedentemente apparteneva a uno psicologo.
Quella che va in scena è un’intelligente dissacrazione dei più immarcescibili stereotipi sull’identità di genere e su quanto una vuota ideologia possa ancora influenzare i comportamenti per il timore del giudizio. Scelte a metà, parole dette tra i denti, velate, mai esplicite, per cautela, per mantenere un equilibrio impossibile tra ciò che siamo per gli altri e ciò che vorremmo essere per noi, proprio come la mescolanza tra rosso e giallo che dà il titolo all’opera: “Arancione”.
Non tutti sanno che nella suggestiva cornice dell’Ecomuseo delle Case di Terra a Macerata dove le architetture sono sostanziate dal materiale più umile e al contempo nobile, la terra, trovano dimora le sculture, i disegni e i quadri dell’artista maceratese Vincenzo Montanari; un’esposizione fissa, accessibile al pubblico, che permette di entrare nel poliedrico universo artistico e culturale di una figura che ha lasciato un solco nella storia locale e non solo. Uno spazio ancor più avvalorato dal fatto che ad averlo creato e a curarlo è suo figlio Clemente; quest’ultimo lo ha reso un archivio vivente tramandato sotto il segno di una memoria intima che si fa tessuto generazionale.
Vincenzo Montanari, per tutti Montanà “pittore, operaio e artigiano”, epiteto con cui era solito autodefinirsi, nato nel 1913 e scomparso nel 1977, all’età di 64 anni, si è distinto nella temperie artistica dei primi decenni degli anni ’30, da cui ha assorbito e al contempo rimodulato, attraverso una chiave espressiva personale, l’influenza del dinamismo futurista. Non da ultimo, va menzionato l'impegno posto nell’esaltazione della figura del gesuita Matteo Ricci di cui, particolarmente evocativo, è l’allestimento con al centro il suo ritratto fra due pannelli sulle cui superfici Montanari aveva riportato le trascrizioni del cippo funerario situato a Pechino. Per l’occasione, l’artista maceratese si recò in Cina così da vagliare con minuzia certosina la tomba.
Come ricorda Alessandra Sfrappini nel prezioso opuscolo “Vincenzo Montanari: una vita dedicata all’arte”, di mestiere marmista, Montanari è stato un autodidatta che in gioventù ha preso parte, come pittore, alla stagione maceratese del ‘Gruppo Boccioni’ animata da un giovanissimo Bruno Tano, maceratese, anche quest’ultimo, formatosi nella capitale a contatto con Balla, Prampolini e Marinetti. Si deve a Tano la scelta di temi dell’aeropittura tra i membri del movimento maceratese, tra i quali si possono annoverare Umberto Peschi, un giovane Wladimiro Tulli e il musicista e compositore Ermete Buldorini. Montanari, inoltre, espose alla Mostra provinciale d'arte dei " Sotto i Trenta inaugurata al Palazzo degli Studi da Filippo Tommaso Marinetti.
Nell’opuscolo sopramenzionato si legge una citazione particolarmente pregnante a opera di Goffredo Binni:
"Montanari fu futurista e di quelli che credettero al movimento... Sempre presente, sempre attivo, aveva compreso un certo gioco di luce forza, un certo dinamismo, un certo qualcosa che lo aveva affascinato, e lui, autodidatta dipingeva; qualche volta acquistava i colori, qualche altra erano gli amici a fornire la sua povera tavolozza, ma le opere avevano il loro fascino...".
I venerdì della Commedia all'Italiana approdano nella sala conferenze del Banco Marchigiano di viale Matteotti con le presentazioni di Evio Hermas Ercoli, storico e critico d’arte, e di Riccardo Minnucci, regista di popsophia e critico cinematografico.
Una rassegna sulla genesi di un particolare personaggio della società contemporanea: il cialtrone. L’incompetente capace di tutto, protagonista incosciente degli anni del boom economico, con il mutamento radicale della mentalità e anche del costume sessuale degli italiani.
Da allora nessuno è immune da questo ingannevole e diffusissimo soggetto umano dilagante. Il cinema deve gran parte del suo successo proprio a questo buono a nulla che descrive con occhio cinico nella sua inarrestabile conquista della società italiana.
“Una nuova rassegna offerta alla città di Civitanova e non solo – esordisce Marisa Castagna, Presidente dell’Unitre civitanovese - Il progetto di novembre prevede la presentazione ragionata dei prodotti culturali di massa di maggiore successo; quei film che in questi anni si sono affermati a livello nazionale come veri format di narrazione sociale.”
Anche il Comune di Civitanova è partner delle rassegne dell’Unitrè: “Il cinema contemporaneo come culla del nostro immaginario - sostiene il sindaco Fabrizio Ciarapica - L’Amministrazione Comunale sostiene da sempre tutte le iniziative che promuovano la partecipazione del pubblico ad una visione consapevole delle pellicole cinematografiche.”
Si inizia venerdì 8 novembre con “Sordi, Steno e Un Americano a Roma”. Esattamente nell’autunno di settanta anni usciva nelle sale cinematografiche questa graffiante satira del costume dell’Italia del dopoguerra, con la nascita dei miti esterofili dell'americanismo, veicolato dal cinema di Hollywood, dai fumetti e dalle prime riviste illustrate.
Si riprende venerdì 22 novembre, con “Mastroianni, Comencini e I Soliti Ignoti”. Un’occasione per celebrare il centenario di Mastroianni e per omaggiare la pellicola che sancisce la nascita di quel nuovo genere cinematografico, che oggi chiamiamo Commedia all’italiana.
Si conclude venerdì 28 novembre, con “Gassman, Risi e Il Sorpasso”, il film capolavoro del regista milanese che costituisce il ritratto comico e tragico del cialtronismo dell’Italia uscita dal miracolo economico
“Il format della rassegna è quello della “Cinesophia, la popsophia del cinema”, che si confronta con la complessità dell’arte cinematografica – spiega il professor Ercoli. Ogni venerdì, con l’approccio della pop filosofia, entreremo nel crocevia tra grandi cineasti e attori famosi, per affrontare insieme le metafore grottesche della modernizzazione. È la commedia all’italiana, che - per dirla con Monicelli - tratta con termini comici, divertenti, ironici, umoristici degli argomenti che sono invece drammatici, che distingue la commedia all'italiana da tutte le altre commedie...
Tre appuntamenti per relazionarvi con queste preoccupanti, ma meravigliose creature. Tre ‘consigli per gli acquisti’, per non farvi troppo male”.
Macerata amplia il suo patrimonio culturale. Nel pomeriggio di sabato, infatti, in via dei Giardini, 4 è stato inaugurato il MuBi, il nuovo spazio educativo rivolto alla conoscenza della natura e alla valorizzazione della biodiversità.
Un luogo privilegiato per la divulgazione di tematiche scientifico-ambientali, sede per attività espositive e didattiche rivolte all'utenza scolastica dei vari livelli e a quanti desiderano scoprire la bellezza dell’ambiente che li circonda.
Sarà uno spazio per conservare, studiare e consultare parte delle collezioni presenti nel Museo Civico di Storia Naturale "Rita Ramazzotti e Romano Dezi" che continuerà ad essere visitabile e fruibile nella storica sede di via Santa Maria della porta 65.
Ai giovani, agli studenti e all’educazione ambientalistica e naturalistica si è rifatta anche la vicesindaco Francesca D’Alessandro sottolineando come il MuBi sia "il frutto di un progetto condiviso che ha riqualificato un immobile storico, impresso nella memoria dei maceratesi e che da oggi torna a dialogare con la città. Il Museo della biodiversità rappresenta un nuovo capitolo nel mondo dell’educazione naturalistica e ambientale, che strizza l’occhio ai giovani studenti ma diventerà anche una destinazione appetibile per i turisti".
"La realizzazione di nuovi spazi collettivi e partecipati dedicati alla scoperta della natura dove visioni, idee e azioni si incontrano per creare connessioni e promuovere tematiche scientifico-ambientali - ha detto invece l’assessore alla Cultura Katiuscia Cassetta - è la proposta che la Città di Macerata e il Museo Civico di Storia Naturale ‘Rita Ramazzotti e Romano Dezi’ fa ai suoi visitatori attraverso il MuBi. Grazie al comitato tecnico scientifico e all’Associazione Amici del Museo di Storia Naturale, la nostra città si arricchisce di uno spazio aperto al confronto e alla condivisione dove grandi e piccini potranno imparare divertendosi. L’accoglienza e le attività didattiche affidate alla CEA saranno fruibile gratuitamente per le scuole di ogni ordine e grado e per i visitatori nel fine settimana".
“I lavori edili eseguiti sull'ex Casa del Custode dei Giardini Diaz - ha detto Luca Schiavoni, architetto che ha seguito sia le opere di riqualificazione sia l’allestimento del MuBi - hanno avuto come scopo la trasformazione dell'edificio in una struttura per le attività espositive e di comunicazione scientifica legate al Museo di Storia Naturale di Macerata. La struttura è stata completamente restaurata e consolidata sismicamente. Per il collegamento tra i due livelli inferiori è stato costruito un nuovo volume tra l'edificio e la vecchia torretta Enel per ospitare scale, servizi e l'ascensore. L'edificio è stato dotato di tutti gli impianti necessari e reso accessibile a tutti i piani".
Per quanto riguarda l’allestimento Schiavoni ha illustrato come "al piano terra che si affaccia sui Giardini Diaz ci siano l'ingresso e le sale espositive, al piano primo alcuni ambienti per uffici e al piano seminterrato gli spazi per la didattica. Con la mostra che si apre, oltre agli arredi degli uffici e delle sale didattiche, sono stati realizzati gli elementi espositivi, grafici, video e di supporto alle attività di comunicazione diretta con il pubblico che questa prima mostra si propone, senza tralasciare i dispositivi e le modalità di presentazione dei temi per una completa accessibilità dei contenuti da parte di tutti".
"L’intervento di recupero architettonico e funzionale della ex Casa del custode – ha commentato l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Marchiori - si colloca all’interno di un vasto piano di rigenerazione urbana dell’area di Fontescodella e giardini Diaz, avviata dall’Amministrazione Parcaroli, con una visione d’insieme di Città. Le parole chiave di quest’opera sono ‘bellezza, decoro, accessibilità e, soprattutto, rispetto e valorizzazione dello stile architettonico’. C’è grande soddisfazione oggi nel vedere che un lavoro così impegnativo sarà utile per accogliere i tanti bambini che visiteranno il MuBi. e, quindi, un particolare ringraziamento va all’Ufficio, al progettista ed all’impresa che, in stretta collaborazione, hanno reso possibile tutto ciò".
Dal 27 ottobre sarà possibile scoprire la mostra “Inattesi ospiti. Biodiversità in cambiamento nelle Marche”. Con questa mostra, il Museo Civico di Scienze Naturali “Rita Ramazzotti e Romano Dezi” espone al pubblico una piccola parte dei suoi reperti per affrontare un tema attualissimo, quello degli animali non originali della Penisola ma ‘ospiti’ che si sono perfettamente adattati ai nostri habitat.
Si tratta di animali i cui arrivi si succedono fin dall’antichità, talvolta per volontà dell’uomo e più spesso, come avviene oggi, a sua insaputa ma sempre a causa delle sue attività. Per comprendere e gestire questa situazione, che può avere gravi conseguenze sulla salvaguardia dei nostri ecosistemi, è necessario approfondire la conoscenza di questi ospiti.
Così il Museo di Storia Naturale di Macerata, adempiendo ai suoi compiti, ha messo a disposizione le proprie collezioni che rappresentano la memoria, lontana ma anche attualissima, della natura marchigiana, italiana e mondiale.
Il presidente degli "Amici del Museo di Storia Naturale" e figlio di Romano Dezi fondatore del Museo Civico di Storia Naturale di Macerata, Emanuele Dezi che ha detto "non posso che essere lieto dell'apertura del MuBi che rappresenta per il Museo stesso una vetrina espositiva con mostre estemporanee, così che i cittadini di Macerata, le scuole e i turisti, una volta visitato questo meraviglioso spazio espositivo, possano poi tramite il percorso museale, andare a visitare le numerose collezioni raccolte da mio padre nell'arco degli anni presso il Museo Civico di Storia Naturale in via Santa Maria della Porta".
E a proposito del Museo civico di Storia naturale è intervenuto anche Alessandro Blasetti, responsabile dello Staff del Polo Museale d’Ateneo dell’Università di Camerino dicendo che "il MuBi è una nuova struttura scientifica preziosissima per la Città di Macerata e le sue scolaresche, in quanto rappresenta la naturale espansione del Museo di Storia Naturale ‘Rita e Romano Dezi’ e fornisce spazi per la realizzazione di esposizioni temporanee grazie ai reperti del Museo stesso. La mostra allestita in particolare ha lo scopo di comunicare l'impatto che gli ‘Inattesi ospiti’ possono avere sull'equilibrio ambientale, una delle tante emergenze che ci troviamo ad affrontare in questi anni. Emergenze che vanno studiate, comprese e conosciute da tutti, per poter essere gestite consapevolmente."
Taglio del nastro questo pomeriggio alle ore 17, nel palazzo comunale di Sarnano, per “Spirito”, la nuova mostra personale dell’artista Paul Albert Dari.
“L’esposizione ci invita a immergerci in un universo di emozioni e riflessioni, attraverso la rappresentazione di donne che, con un bicchiere di vino in mano, raccontano storie di vita intensamente vissute. I quadri di Dari sono una celebrazione della femminilità, ma anche un profondo atto di denuncia contro le ingiustizie e le violenze che molte donne affrontano”, scrive il curatore.
“Ogni opera è un ritratto intimo, capace di trasmettere una gamma di sensazioni che spaziano dalla gioia alla tristezza, dal conforto al disagio. Le figure femminili, colte in attimi di vulnerabilità, sembrano dialogare con lo spettatore, raccontando storie di resilienza e forza. Il vino, simbolo di convivialità e riflessione, diventa un elemento narrativo potente: è il compagno di serate spensierate, ma anche il testimone di momenti di solitudine e dolore”.
“Dari non si limita a celebrare la bellezza; esplora anche il lato oscuro delle esperienze femminili. Alcuni dipinti evocano la sofferenza di donne che hanno vissuto violenze e abusi, creando un contrasto stridente con la leggerezza apparente del bicchiere di vino. Queste opere invitano a una riflessione profonda sulla condizione femminile, costringendo lo spettatore a confrontarsi con una realtà spesso ignorata".
“La mostra si distingue non solo per la maestria tecnica di Dari, ma anche per la sua capacità di toccare temi universali attraverso un linguaggio visivo evocativo. Ogni quadro è un invito a guardare oltre l'apparenza, a scoprire la complessità delle emozioni e delle esperienze che definiscono la vita delle donne”.
“In conclusione, "Spirito" è un viaggio artistico che incoraggia alla contemplazione e all'azione. Attraverso storie di donne che si trovano in momenti di fragilità e forza, Paul Albert Dari ci ricorda l'importanza di ascoltare e dare voce a chi spesso rimane in silenzio. Una mostra imperdibile che tocca il cuore e la mente, lasciando un segno profondo nel visitatore”.
La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre nel palazzo comunale di Sarnano.