Cultura

Villa Potenza si accende con la Festa della Musica 2025: rock ed energia al Bar Teatro

Villa Potenza si accende con la Festa della Musica 2025: rock ed energia al Bar Teatro

Il Bar Teatro si prepara ad accendersi di pura energia rock, venerdì 3 ottobre dalle ore 21, con l’edizione 2025 della Festa della Musica, un progetto che porta da sempre la firma di Eliseo Mozzicafeddo. È da anni che Villa Potenza, grazie al re dei service audio, è diventata il foyer della musica dal vivo, senza età: classici rock, evergreen e leggende riproposte esclusivamente sul palco del Bar Teatro. Qui si sono esibiti chitarristi leggendari, icone internazionali e giovani talenti. Chi ama il rock sceglie il Bar Teatro di Villa Potenza, spesso luogo di session improvvisate in cui i gruppi si uniscono per suonare insieme. Il casting musicale è in evoluzione e per scoprire quali band saliranno sul palco bisognerà esserci. Al momento sono stati annunciati due nomi di spicco: gli LTA e i The Rumore. Gli LTA sono una band giovane e determinata che mescola rock anni ’80, melodie taglienti e testi in italiano e inglese. Porteranno sul palco sei brani originali dal sound deciso, tra cui “Lorelei”, “Perdiamoci di vista” e “L’uomo nero”. I The Rumore, invece, ripercorrono il meglio del rock dagli anni ’60 a oggi, con Cristian Del Gobbo alla voce, Simone Forani e Giammario Fabiani alle chitarre, Lorenzo Eugeni alla batteria, Marco Blunno alle tastiere e Roberto Vitali al basso. Freschi del successo al contest Lizad con la loro versione di “High & Dry” dei Radiohead, promettono uno show pieno di energia e potenza sonora. Ma la festa non sarà solo musica: il Bar Teatro unisce rock e gastronomia in un mix esplosivo. Tra un riff e un assolo, il pubblico potrà gustare panini, hamburger, antipasti all’italiana e primi piatti sfiziosi, accompagnati da birre artigianali, vini locali e cocktail dedicati alla serata. Una serata di grandi vibrazioni, un appuntamento che celebra il piacere autentico della musica dal vivo in una cornice accogliente, dove il rock incontra la convivialità. La Festa della Musica 2025 sarà un evento imperdibile per chi vuole vivere, ascoltare e assaporare il rock in tutte le sue forme.

02/10/2025 10:00
Recanati celebra Alberto Cecchini: un viaggio tra passato e presente  attraverso le sue ceramiche

Recanati celebra Alberto Cecchini: un viaggio tra passato e presente attraverso le sue ceramiche

Recanati si accende di colori grazie alla mostra “Alberto Cecchini. Ieri e Oggi”, un’occasione imperdibile per scoprire l’evoluzione artistica di uno dei più noti pittori e ceramisti locali. Le sue opere rappresentano un autentico dialogo tra passato e presente, dimostrando come l’arte possa essere un ponte tra tradizione e innovazione. Sabato pomeriggio, all’inaugurazione, tutta l’amministrazione comunale ha partecipato con entusiasmo, rendendo omaggio a un Maestro che ha elevato Recanati nel panorama internazionale dell’arte e della ceramica. Con passione e gratitudine, il sindaco Emanuele Pepa e l’assessore alla Cultura Ettore Pelati, nel loro intervento dopo il taglio del nastro, hanno dimostrato grande riconoscenza e ammirazione per l’opera di Cecchini, sottolineando l’importanza di valorizzare e tramandare il patrimonio artistico locale, riconoscendo in Cecchini un esempio di eccellenza e di dedizione. L’attuale esibizione ha un significato ancora più profondo considerando le recenti difficoltà di Cecchini. Qualche anno fa, infatti, il pittore ha affrontato un dramma personale: una degenerazione maculare che gli ha tolto parte della vista. “Non posso dimenticare quella drammatica telefonata dove Alberto mi disse di non vedere più! - ha ricordato Nikla Cingolani, curatrice della mostra - Ma con coraggio e la determinazione di un casternocese doc, ha trasformato la sua fragilità in forza”. La malattia ha tolto parte della sua vista, ma non ha spento il suo spirito. Spinto dal piacere intrinseco dell’atto creativo, Cecchini ha trovato una nuova libertà, un modo diverso di esprimersi usando tecniche particolari come il dripping, un metodo di applicazione spontanea del colore, inventato da Max Ernst e perfezionato da Pollock, adattandolo alla ceramica. Le sue opere diventano così espressione di un gesto libero, di un impulso che invita lo spettatore a lasciarsi andare oltre le apparenze. La sua arte si trasforma in un mezzo per far emergere l’inconscio, un modo per comunicare emozioni profonde attraverso movimenti impulsivi e gesti spontanei. La gestualità diventa un racconto che va oltre la percezione visiva, rivolgendosi a una dimensione più profonda e intima dell’esperienza umana. L’attuale produzione è animata da atmosfere vivaci e carnevalesche, dove figure dinamiche e colorate si sollevano verso il cielo, simboli di aspirazione e di connessione con l’assoluto. Lo stile “istoriato” di un tempo si è evoluto in una fase più liberatoria e audace. La bellezza si trova anche nell’imperfezione e nell’incertezza, elementi che rendono ogni opera unica e autentica. Le opere di “ieri” di Cecchini avevano uno stile “istoriato” ricco di dettagli che rappresentavano scene rurali, riti e giochi di una volta. Col tempo, il suo linguaggio è diventato più personale e onirico, con scene che rappresentano città come giocattoli, case che si aprono come scatole di carta, sfondi fiammeggianti costellati di stelle. Inserisce elementi come origami dipinti, che aggiungono eleganza e leggerezza alle composizioni, spesso accompagnate da figure che, nella maggior parte delle opere, sembrano librarsi o volare. Entrando nello spazio espositivo dell’Atrio del Palazzo Comunale, i visitatori sono immediatamente colpiti dalla ricchezza di forme e cromie che caratterizzano le sue creazioni. L’allestimento stimola la curiosità e invita lo spettatore a ricostruire un percorso personale tra le diverse fasi della vita artistica di Cecchini, trasformando la visita in un’esperienza di scoperta e riflessione. Una mostra che celebra non solo l’abilità tecnica e artistica di Cecchini, ma anche il suo spirito indomito e la capacità di reinventarsi di fronte alle avversità, lasciando un segno indelebile nel cuore di Recanati e oltre. A completare l’esposizione due piccoli piatti dipinti dalla nipote Elena Cecchini, sua allieva, che rappresenta il futuro. Allora nulla sarà perduto e vedremo crescere il “domani” della ceramica recanatese.  Con questa mostra Recanati rende omaggio a un artista che ha saputo reinventarsi, superare le avversità e continuare a dipingere con passione e coraggio. Un’occasione imperdibile per apprezzare il suo talento e per conoscere da vicino il percorso artistico di un artista che ha saputo interpretare con sensibilità e amore il patrimonio culturale della sua città. La mostra resterà aperta fino al 5 ottobre tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19:30

23/09/2025 09:40
Civitanova, i giorni del Jazz diventano una mostra fotografica

Civitanova, i giorni del Jazz diventano una mostra fotografica

La Palazzina Sud del Lido Cluana ospita, a partire da domenica 21 settembre, con vernissage fissato alle ore 18:00, la mostra dal titolo: “Jazz a Civitanova: dall’archivio di Carlo Pieroni le immagini inedite del grande jazz a Civitanova negli anni 80”. L’evento è a cura della Fototeca comunale “Paolo Domenella” ed è organizzato da Percorsi Visivi aps. La personale del leggendario fotografo Carlo Pieroni proporrà un viaggio in quel mondo Jazz che lui ha glorificato ed arricchito per decenni. Erano ancora presenti i grandi artisti che ne hanno caratterizzato lo sviluppo, che ne hanno delineato il percorso, introducendone uno stile o perfezionandolo e che rimangono per sempre "esposti" nella storia del Jazz come può fare una tela indelebile o, appunto, una istantanea. Il tempo è bloccato. Così l'immagine ci parla per sempre. Il racconto è lungo. Una vita dietro la macchina. Ad ascoltare chi dal palco "racconta" la propria vita. Scegliere l'attimo, il migliore, che sintetizzi in un click, il suono di quella vita. Interverranno Luca Pecchia trio, con musica jazz. Ingresso libero. 

18/09/2025 10:40
Tornano "I grandi classici dell’economia" di Sergio Ricossa: nuova edizione a cura di Carlo Stagnaro

Tornano "I grandi classici dell’economia" di Sergio Ricossa: nuova edizione a cura di Carlo Stagnaro

A trentaquattro anni dalla sua prima pubblicazione (il titolo allora era Cento trame di classici dell’economia), ritorna finalmente in libreria per i tipi di Liberilibri "I grandi classici dell’economia di Sergio Ricossa", in una nuova edizione ampliata curata da Carlo Stagnaro. Sergio Ricossa è stato uno dei massimi esponenti del liberalismo italiano: professore di Politica economica e finanziaria presso l’Università di Torino, vicepresidente della Mont Pelerin Society e Accademico dei Lincei. Con la sua attività accademica e con quella di pubblicista – come editorialista de «La Stampa» e «il Giornale» – ha tenuto alti i concetti che costituiscono la pietra angolare di una società libera, ovvero “proprietà”, “mercato”, “individualismo”, e persino “borghese”, in anni in cui questi termini erano da mettere all’indice e dimenticare nella pattumiera della storia. Ma oltre al “liberista selvaggio”, come è stato definito, c’è anche un Ricossa meno ovvio – scrive Stagnaro nella Prefazione –, «il pedagogo che si impegna a spiegare l’economia a un Paese che ne è digiuno». Nasce così questo libro che costituisce una sorta di introduzione alla materia, nella convinzione profonda che anche le persone comuni debbano avere accesso ai principi base dell’economia: i testi capitali della disciplina, a partire dalle radici che affondano nella Grecia classica, vengono qui analizzati, riassunti, criticati, offerti al popolo degli studiosi, degli studenti e dei semplici curiosi in cento brevi recensioni, uno straordinario affresco delle dottrine e delle idee che nel corso dei secoli si sono scontrate dando forma al mondo in cui viviamo. Carlo Stagnaro, direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni ed editorialista economico per «Il Foglio», ha arricchito il testo aggiungendo alle cento “trame” che componevano il testo originale trentatré nuove “trame”, integrando e aggiornando il lavoro di Ricossa con economisti che hanno attraversato il Novecento e questi primi decenni degli anni Duemila.

17/09/2025 17:30
A San Ginesio il Festival delle Storie Piccole: lo scrittore Luca Tortolini tra gli ospiti

A San Ginesio il Festival delle Storie Piccole: lo scrittore Luca Tortolini tra gli ospiti

Un nuovo evento culturale prende vita nel cuore di San Ginesio: si chiama Festival delle Storie Piccole ed è un’iniziativa ideata e promossa dall’Associazione Tra Le Righe ODV, in programma sabato 20 e domenica 21 settembre. Il progetto coinvolgerà diverse location del centro storico con un ricco calendario di appuntamenti pensati per bambini, ragazzi, famiglie, educatori e appassionati del mondo dell'infanzia. Il festival punta a creare un ponte tra cultura e comunità, con una proposta formativa capace di coinvolgere le nuove generazioni fin dai primissimi mesi di vita fino all’adolescenza. L’obiettivo è chiaro: stimolare la fantasia, l’ascolto e il piacere della lettura in modo spontaneo, creativo e condiviso. La manifestazione prenderà ufficialmente il via sabato pomeriggio alle 16.00 presso la nuova sede della biblioteca “Tra le Righe”, lungo corso A. Gentili. È proprio da questo spazio, nato per valorizzare il patrimonio librario destinato a bambini e ragazzi, che si irradieranno le molteplici attività del festival. Il programma è ricco e articolato: letture animate, laboratori sensoriali e creativi, spettacoli teatrali ispirati agli albi illustrati, incontri con autori e illustratori, giochi letterari e percorsi esperienziali. Tutto sarà curato da professionisti del settore dell’educazione e della narrazione per l’infanzia. Ogni spazio si trasformerà in un piccolo universo narrativo per accogliere bambini e famiglie in un’atmosfera calda e stimolante. Non mancheranno momenti di confronto e formazione per adulti, con un’attenzione particolare ai genitori e ai bibliotecari. "Il messaggio centrale dell’evento – ha dichiarato la presidente Orietta Nardi – è semplice e potente: leggere è un’avventura che cambia la vita, e ogni bambino ha diritto di scoprirla". Nel corso del weekend sarà attivo anche lo Spazio Famiglie, con un'ampia selezione di libri a disposizione dei partecipanti: volumi acquistati per l’occasione o forniti dalla biblioteca comunale S. Gentili, gestita dall’associazione. Le volontarie accompagneranno i più piccoli alla scoperta dei libri, offrendo letture guidate o lasciando spazio alla scoperta autonoma. Tra gli eventi in evidenza, l’incontro con l’autore Luca Tortolini, vincitore del Premio Andersen 2024 come miglior scrittore, e il laboratorio di illustrazione curato da Tobias Giacomazzi della scuola ARS in Fabula. Il festival si inserisce nella missione portata avanti da Tra Le Righe ODV dal 2023: promuovere la lettura come strumento di crescita e coesione sociale, soprattutto in un territorio segnato dal sisma, dove la cultura assume un valore ancora più strategico. "Con l'ingresso nel circuito Bibliomarche Sud – prosegue  Nardi – la nostra biblioteca offrirà anche l’accesso al portale MLOL, la biblioteca digitale delle Marche, con prestito gratuito di ebook e audiolibri. Continuiamo a lavorare con entusiasmo, ma abbiamo bisogno del sostegno della comunità. La lettura è un seme che va coltivato fin da piccoli, ma speriamo di poter presto estendere le nostre iniziative anche al pubblico adulto". Tutte le iniziative del Festival delle Storie Piccole sono gratuite.

17/09/2025 10:11
Il Centro Studi Romolo Murri: una perla culturale nel cuore di Gualdo (VIDEO)

Il Centro Studi Romolo Murri: una perla culturale nel cuore di Gualdo (VIDEO)

Nel piccolo borgo di Gualdo,  sorge un centro culturale unico nel suo genere: il Centro Studi Romolo Murri. Custode dell’eredità intellettuale e politica di uno dei pionieri della Democrazia Cristiana, il centro è un punto di riferimento per studiosi e appassionati di storia italiana. Romolo Murri è stato una figura centrale nel panorama politico e culturale dell’Italia a cavallo tra XIX e XX secolo. Sacerdote, politico, giornalista, fondò il movimento della Democrazia Cristiana storica, ponendosi in contrasto con la linea ufficiale della Chiesa. Già durante gli anni universitari si mostrò sensibile alle questioni sociali e politiche, auspicando una piena partecipazione dei cattolici alla vita pubblica, nonostante il divieto imposto dal non expedit. Come ricorda Annamaria Massucci, presidente del Centro Studi Romolo Murri, "ha auspicato e lavorato per restituire ai cattolici [...] la dignità di cittadini e di elettori". Continua : "Eletto deputato nel collegio di Montegiorgio, venne scomunicato il giorno stesso della sua elezione, ma proseguì il suo impegno, aderendo all'Estrema Sinistra e collaborando con testate come Il Resto del Carlino. Morì nel 1944, in piena guerra, e per sua volontà fu sepolto a Gualdo, luogo al quale rimase sempre profondamente legato". Il legame tra Romolo Murri e Gualdo è profondo e duraturo: vi trascorreva le vacanze e i periodi difficili, e "qui desiderava fondare una casa di studio per giovani studenti. Il suo desiderio si concretizzò solo molti anni dopo la sua morte, grazie all’impegno del figlio Stelvio e della nuora, che recuperarono e catalogarono il patrimonio librario e documentale lasciato da Murri". Questo lavoro di conservazione e valorizzazione ha spinto un gruppo di studiosi e cittadini a fondare, nel 1990, il Centro Studi Romolo Murri. "Questo ha motivato molte persone nel 1990 a creare qui un centro studi", racconta ancora Massucci "Il centro ha come scopo principale la divulgazione e l’approfondimento del pensiero murriano, attraverso l’uso delle fonti archivistiche e bibliografiche raccolte e rese accessibili al pubblico". La sede del Centro Studi si trova a Gualdo, nella suggestiva cripta della chiesa dove è conservata la biblioteca e l’archivio di Murri. Tutti i materiali – libri, lettere, documenti – sono consultabili anche online attraverso il catalogo OPAC BiblioMarche Sud. È possibile visitare la sede dal lunedì al venerdì, preferibilmente al mattino, con prenotazione consigliata, anche per gruppi. "Non solo, è possibile visitare di persona anche in gruppi la sede del centro, tutti i giorni praticamente", conclude Massucci. Il Centro è presente anche online, con un sito ufficiale e canali social come Instagram, utili per aggiornamenti su eventi, attività e pubblicazioni. Un punto di riferimento fondamentale per studiosi, studenti e curiosi della storia del pensiero democratico cristiano italiano.

14/09/2025 13:50
West Side Story allo Sferisterio: un musical che emoziona e conquista

West Side Story allo Sferisterio: un musical che emoziona e conquista

Lo Sferisterio di Macerata torna ad ospitare un musical, e la scommessa è stata pienamente vinta: West Side Story ha registrato il sold out nelle due serate del 12 e 13 settembre, confermandosi un successo partecipato e travolgente. Amore e odio, leggerezza e dramma, speranza e dolore si sono intrecciati in una produzione capace di emozionare e sorprendere. Sul palco oltre 30 artisti hanno dato vita a uno spettacolo di respiro internazionale; Luca Gaudiano, nei panni di Tony, ha incantato con una voce vellutata e intensa, culminando nel brano Maria, emozionante e da brividi, accolto da applausi scroscianti e da un bis. Natalia Scarpolini ha dato freschezza e sensibilità a Maria, mentre Anita (Rosita Denti) ha illuminato il palco con energia, ironia e forza dirompente. Antonio Catalano, nei panni di Bernardo, ha restituito un personaggio carismatico, sospeso tra rabbia e vulnerabilità, incarnando la lotta per difendere la propria identità e il gruppo. La musica di Leonard Bernstein è stata protagonista assoluta, eseguita dal vivo da una grande orchestra diretta dal Maestro Emanuele Friello. Particolarmente suggestiva la sezione fiati, collocata in alto sul palco, che è diventata parte integrante della scenografia, creando un effetto visivo spettacolare e un suono avvolgente, capace di amplificare la potenza emotiva della storia. L’edizione maceratese porta la firma di Massimo Romeo Piparo, che cura regia e adattamento: un lavoro che rende il testo più vicino e accessibile al pubblico italiano, senza tradire l’essenza e la forza universale dell’opera originale. Le coreografie di Billy Mitchell hanno valorizzato l’energia dei corpi in movimento, mentre le scenografie di Ricardo Sanchez Cuerda hanno incorniciato la vicenda con eleganza e grande impatto visivo. Pur essendo ambientata negli anni ’50, la storia mantiene una sorprendente attualità. I conflitti di comunità, il desiderio di appartenenza e la fragilità dell’amore si scontrano con la durezza della realtà, parlando direttamente al pubblico contemporaneo. A ricordarlo è anche Doc (Giulio Farnese), la coscienza morale della vicenda, che tenta invano di riportare equilibrio in una spirale di violenza. Con questo debutto, lo Sferisterio ha dimostrato che il musical può convivere con l’opera lirica e i grandi concerti, offrendo al pubblico un’esperienza immersiva e indimenticabile. West Side Story non è stato solo un evento teatrale, ma un’esperienza corale che ha lasciato un segno indelebile nella storia della programmazione maceratese.  

14/09/2025 09:40
Macerata, “Mattoni Vivi”: l’arte di Spaccesi conquista il pubblico agli Antichi Forni

Macerata, “Mattoni Vivi”: l’arte di Spaccesi conquista il pubblico agli Antichi Forni

Macerata - “Si consuma un altro giorno. Cade un granello nella mia clessidra mentre picchia la mazzòla sullo scalpello che scheggia l'antico mattone”.È già racchiuso in queste parole il segreto del successo di “Mattoni Vivi”, la mostra che l’artista Marco Spaccesi ha presentato agli Antichi Forni durante le festività di San Giuliano, grazie alla collaborazione della Pro Loco Macerata. Un percorso espositivo composto da 46 opere, tra cui 28 mattoni scolpiti e 18 dipinti, che ha richiamato un pubblico numeroso e costante per tutta la durata della mostra, con presenze record nelle giornate delle festività patronali. “I mattoni – spiega Spaccesi – sono tutti antichi, carichi di storie dei nostri territori. Li sento come cassette registrate e, scavandoli, ne faccio emergere personaggi, mestieri e scene di vita di un tempo, insieme a scorci cittadini e paesaggi. I dipinti, invece, sono realizzati con una tecnica mista che unisce colori, marborite e mordenti particolari”. Il fascino delle opere sta proprio nella capacità di evocare ricordi e riconoscersi in quel passato che riemerge attraverso i materiali: un dialogo tra memoria e creatività che ha conquistato i visitatori. Spaccesi racconta anche l’origine della sua ispirazione: “Un giorno, durante una passeggiata nei luoghi della mia fanciullezza, trovai tra i calcinacci della casa di mia nonna un mattone con ancora un pezzo di intonaco della mia cameretta. Lo presi, iniziai a lavorarlo e da lì è cominciato tutto. Ogni mattone racchiude un’umanità passata che ho voluto riportare alla luce”. Tutti i lavori sono accompagnati da pensieri raccolti dall’autore in un volumetto, “per dare un’anima alle opere”, sottolinea l’artista.Chi non avesse visitato la mostra può ancora ammirare i lavori nel laboratorio di Spaccesi, in via Lauro Rossi 69 a Macerata.

04/09/2025 19:48
La voce di Monica Guerritore per Dolores Prato: l’attrice protagonista della cerimonia finale a Treia

La voce di Monica Guerritore per Dolores Prato: l’attrice protagonista della cerimonia finale a Treia

Domenica sarà Monica Guerritore l’ospite d’onore della cerimonia finale del Premio “Dolores Prato – Città di Treia”. Monica, profondamente legata alla figura di Dolores Prato, porterà con sé l’intensità e il suo timbro inconfondibile che da sempre emozionano il pubblico. Protagonista assoluta della scena italiana, una delle più grandi attrici del panorama teatrale e cinematografico, Monica Guerritore, attualmente impegnata nelle battute finali del film dedicato alla grande Anna Magnani, darà voce ad alcuni brani, tratti da “Educandato” della scrittrice Dolores Prato, impreziosendo ulteriormente il momento clou della quarta edizione del Premio letterario, che decreterà la vincitrice della cinquina finalista. Il Premio, dedicato alla figura e all’eredità letteraria di Dolores Prato, rappresenta un momento centrale della vita culturale marchigiana, capace di unire memoria, identità e nuove voci della narrativa. La presenza di Monica Guerritore arricchisce anche l’edizione 2025 con la forza e l’intensità di un’artista che ha fatto della parola scritta e recitata il cuore della propria carriera. Il premio, curato da Lucrezia Sarnari, vedrà la partecipazione della giuria composta da Anna Bardazzi, Giorgio Biferali, Francesca Chiappa, Elena Frontaloni, Marta Perego, Carlotta Sanzogni, Simonetta Sciandivasci, Yari Selvetella e Lucia Tancredi. «L’arrivo di Monica Guerritore a Treia – sottolinea il sindaco Franco Capponi – è un segno di quanto il Premio stia crescendo e consolidandosi come punto di riferimento culturale anche a livello nazionale. La sua presenza non sarà soltanto un omaggio a Dolores Prato, ma la sua voce profonda sarà il filo che intreccia teatro e letteratura in un’unica, intensa celebrazione» L’evento, realizzato con il sostegno economico dell’Unione Montana Potenza Esino Musone, rientra nella rassegna “Treia racconta Dolores Prato” ed è promosso dal Comune di Treia in collaborazione con il Centro Studi Dolores Prato. Ingresso gratuito fino a esaurimento posti.

04/09/2025 12:15
La chiesa della Madonna delle Grazie: il "gioiello nascosto" di Monte San Martino (FOTO e VIDEO)

La chiesa della Madonna delle Grazie: il "gioiello nascosto" di Monte San Martino (FOTO e VIDEO)

Monte San Martino è ormai famosa per i celebri capolavori dei fratelli Crivelli e per le eccellenze locali come la mela rosa. Ma nel paese montano dell'entroterra maceratese ci sono anche dei gioielli nascosti. Tra questi, spicca la chiesa della Madonna delle Grazie, edificio di grande valore storico e artistico, spesso ignorato ma ricco di fascino e memoria. "Monte San Martino non ha solo i Crivelli e la mela rosa, che sicuramente sono i nostri punti di forza – ha spiegato il sindaco Pompei – ma ha altri tesori nascosti, come ad esempio la chiesa della Madonna delle Grazie, che è una chiesa molto antica del 1500. Probabilmente aveva una struttura ancora più antica, perché all'interno si vedono delle aperture che sono state successivamente chiuse. Ci sono degli affreschi bellissimi del Cinquecento, realizzati proprio durante un ampliamento di quell’epoca". Oltre al valore artistico, il sindaco ha ricordato anche il ruolo sociale e storico che la chiesa ha avuto nel corso dei secoli: "Questa chiesa era anche importante perché, essendo fuori dal centro storico, veniva utilizzata come lazzaretto durante le epidemie. Infatti, durante il Covid, abbiamo ricordato che in passato era proprio uno dei luoghi dove venivano accolti i malati". Negli ultimi anni, grazie a ricerche archivistiche, sono emerse nuove informazioni che arricchiscono ulteriormente la storia del luogo: "Era di proprietà delle monache e abbiamo scoperto, proprio tramite gli archivi, che alcune di loro sono sepolte qui. Poi la chiesa è passata al Comune. È una struttura bellissima, che oggi usiamo anche per concerti di musica classica grazie alla sua acustica straordinaria". Il sindaco Pompei ha concluso sottolineando la vocazione culturale del paese: "A Monte San Martino, con tutti questi luoghi artistici, riusciamo a riscoprire figure come Girolamo di Giovanni da Camerino, i Crivelli, ma anche Vincenzo Pagani da Monterubbiano, tre nomi fondamentali del tardo gotico-rinascimento marchigiano. Questo è un po’ il nostro obiettivo: elevarci, tramite l’arte e la cultura, a una meta per quel turismo che sa apprezzare questi tesori nascosti". La chiesa della Madonna delle Grazie si rivela così non solo un monumento da preservare, ma un punto di partenza per una rinascita culturale del territorio.

31/08/2025 15:34
Il Maestro di Favino e il corto “Marche, the place to be” alla Mostra del Cinema di Venezia

Il Maestro di Favino e il corto “Marche, the place to be” alla Mostra del Cinema di Venezia

Fondazione Marche Cultura - Marche Film Commission presenterà in anteprima assoluta alla 82ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il nuovo short film “Marche, the place to be”, lunedì1 settembre alle ore 15 all’Italia Pavillon, Hotel Excelsior.  Studiato per la promozione delle Marche come migliore scenografia naturale ed artistica per il mondo del cinema e della tv, Il corto è il sequel del primo cortometraggio di successo “Infinite storie, infiniti luoghi” e si sviluppa attraverso oltre dieci location nelle cinque province marchigiane: dalle Marmitte dei Giganti a Palazzo Bonaccorsi, dal Monte Vettore fino alla spiaggia delle Due Sorelle. Uno storytelling emozionante e suggestivo accompagna le nuove meravigliose immagini alla scoperta della straordinaria varietà di paesaggi che rendono le Marche davvero il Place to Be per le nuove storie del cinema.   L’idea del sequel, realizzato dalla casa di produzione Goofy, nasce per proseguire nel tempo la storia dei protagonisti che vanno alla scoperta di nuovi e sempre piu suggestivi territori marchigiani, per valorizzarne le bellezze, le peculiarità e il grande potenziale scenografico naturale ed artistico.  L’incontro con la stampa e con i professionisti del mondo del cinema sarà condotto dal giornalista Federico Pontiggia e vedrà la partecipazione del presidente della Fondazione Marche Cultura Andrea Agostini e del Fondatore e CEO del Gruppo Rainbow Igino Straffi. Per la speciale occasione verrà proiettato anche il video backstage del cortometraggio d’autore “Sakura サクラ - Land of Symphony”, realizzato da   Poliarte del Gruppo Rainbow con il supporto della Marche Film Commission e presentato con successo in anteprima mondiale all’Expo di Osaka, attualmente in lizza nei principali concorsi internazionali. Il video offrirà agli spettatori un accesso dietro le quinte al processo creativo dell’opera scritta da Sergio Ramazzotti, diretta da Paolo Doppieri con la direzione artistica di Marco Delio Rossi, che punta sull’incontro tra l’arte e il cinema, attraverso il linguaggio universale della musica e della bellezza, per promuovere le Marche nel mondo, valorizzando il ricco patrimonio culturale, paesaggistico e produttivo del territorio.  Le Marche saranno inoltre protagoniste anche nei principali panel ed eventi in programma a Venezia con la Marche Film Commission in prima fila, rappresentata dal Presidente Andrea Agostini e dal drettore Francesco Gesualdi.  Tra gli appuntamenti segnaliamo in ordine temporale: sabato 30 agosto, alle ore 10, il presidente Agostini interverrà nel dibattito “Audiovisivo italiano e tax credit: sostenibilità possibile con meno incentivi?” nello spazio della Regione Veneto. Domenica 31 agosto, alle ore 21, nella Sala Stucchi dell’Hotel Excelsior, alla cerimonia ufficiale di premiazione del Filming Italy Venice Award, diretta da Tiziana Rocca con il supporto della Biennale, in collaborazione con il Direttore Artistico Alberto Barbera,  Marche Film Commission sarà tra i protagonisti chiamati a consegnare il premio all’artistache nella stagione 2024-2025 ha maggiormente contribuito alla crescita e alla promozione del cinema italiano nel mondo. Lunedì 1° settembre, alle ore 12.00, al panel Industry Filming Italy Venice Award in collaborazione con CIAK presso l’Italian Pavilion, dal titolo “Il cinema e le serie TV per il territorio”, il presidente Agostini interverrà sulle più recenti serie girate nelle Marche: “Alex Bravo” e “Balene”.  Martedì 2 settembre, alle ore 11.00, sempre all’Italian Pavilion, all’incontro con i distributori ed esercenti cinematografici dal titolo “Gli eventi dell’esercizio cinematografico” promosso dalle tre associazioni ANEC-FICE-ACEC,  Agostini relazionerà su iniziative di successo promosse da Marche Film Commission, tra cui le anteprime dei film “Io e te dobbiamo parlare” con Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni  ad Ancona e “Leopardi & Co.” a Recanati, nonché le numerose attività che hanno portato registi e attori nelle Marche per presentare e promuovere le loro opere, rafforzando il rapporto tra cinema e territorio.  Da segnalare inoltre la presentazione in anteprima a Venezia, fuori concorso, del film Il Maestro diretto da Andrea Di Stefano, con protagonista Pierfrancesco Favino, girato in parte nelle Marche nelle suggestive location di Portonovo, Riviera del Conero, Grottammare e San benedetto del Tronto.  

29/08/2025 11:27
San Severino, "Rinascimento Marchigiano": nuove date per le visite guidate serali all'esposizione

San Severino, "Rinascimento Marchigiano": nuove date per le visite guidate serali all'esposizione

Domani, giovedì 28 agosto, nuovo appuntamento con le visite guidate serali alla mostra “Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”. L’iniziativa, promossa dalla Pro Loco, prevede una visita al costo di 10 euro (biglietto d’ingresso compreso) dell’esposizione che viene ospitata fino al 19 ottobre nel piano nobile del Palazzo Comunale. La visita inizierà alle ore 21:30 con ritrovo all’ingresso del Municipio, in piazza del Popolo. Ingresso gratuito per i minori di 16 anni. La prenotazione è obbligatoria. L'esposizione “Rinascimento Marchigiano”, curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi, rappresenta l'ultima e significativa tappa di un percorso itinerante partito da Roma, Ascoli Piceno e Ancona. Allestita presso la Galleria d'Arte Moderna "Filippo Bigioli" nel piano nobile del Palazzo Comunale, la mostra espone capolavori rinascimentali che sono stati recuperati e restaurati dopo il terremoto del 2016. Tra le opere esposte figurano il Trittico di Valle, il "Christus Triumphans" del Maestro del Crocifisso di Sant'Eutizio e lavori di artisti come Carlo Crivelli, Pietro Alamanno e i Vivarini. Le visite guidate serali si chiuderanno martedì 2 settembre, sempre alle ore 21:30, con il tour a cura di Paola Pistoni, guida turistica abilitata della Regione Marche. 

27/08/2025 15:30
Recanati, a Villa Colloredo Mels il restauro di tre preziosi manoscritti storici

Recanati, a Villa Colloredo Mels il restauro di tre preziosi manoscritti storici

Il Museo di Villa Colloredo Mels ha avviato, su iniziativa del Comune di Recanati, il processo di restauro conservativo di tre importanti manoscritti storici, parte della collezione permanente del museo. Si tratta in particolare di una lettera autografa di Giacomo Leopardi del 1833, scritta al padre Monaldo con toni eccezionalmente confidenziali, di una mai pubblicata epistola di Pietro Giordani "Al più caro degli amici", ovvero allo stesso Leopardi, e infine della cosiddetta "Bolla Aurea" del 1229 emessa dalla cancelleria imperiale di Federico II di Svevia, documento corredato da un prezioso sigillo in oro e che rappresenta una pietra miliare della storia locale: con essa, Federico II confermò alla Città di Recanati il possesso del porto, oggi Porto Recanati, garantendo l’esenzione dai dazi e promuovendo così lo sviluppo commerciale della zona. Tre documenti di valenza storica fondamentale, dunque, nel panorama culturale recanatese, riconducibili a diverse epoche e che ora saranno valorizzati grazie ad un importante processo di restauro volto al recupero espositivo. “Proseguono le attività di tutela e valorizzazione del ricchissimo e variegato patrimonio culturale del Comune di Recanati – ha dichiarato Luigi Petruzzellis, responsabile del circuito museale cittadino – stavolta con importanti interventi che consentiranno di rendere ancora più completa e attrattiva la nostra offerta turistica”. Il restauro inizierà nei primi giorni di settembre per concludersi nel mese di ottobre. Particolarmente delicato il lavoro di recupero dei materiali, inevitabilmente corrosi dallo scorrere del tempo, che allo stato attuale presentano fratture, macchie diffuse e indebolimenti. Per questa ragione, i manoscritti saranno restaurati in loco, avvalendosi di un cantiere aperto nel quale i visitatori potranno interagire con il personale incaricato del recupero in alcune date particolari dedicate alla scoperta della storia dietro a questi importanti documenti, occasioni uniche per tornare indietro nel tempo e fare un tuffo nella cultura cittadina. L’intervento, autorizzato dalla Soprintendenza Archivistica e Bibliografica delle Marche, si configura come un esempio di sinergia virtuosa tra pubblico – Comune di Recanati - e privato, con il contributo del comitato ANCoS Aps di Macerata-Ascoli Piceno-Fermo e il patrocinio di Confartigianato Macerata-Ascoli Piceno-Fermo, per un costo complessivo di circa 1150 euro. A condurre le operazioni di restauro sarà il laboratorio Relic, eccellenza recanatese nel campo della conservazione di documenti e volumi storici. Il coordinamento è assunto dalla Orologio Soc. Coop., società che ha in carico la gestione dei Musei Civici di Recanati.

25/08/2025 16:31
San Severino, da Cesare Bocci a Lella Costa: svelata la stagione di prosa 2025-2026

San Severino, da Cesare Bocci a Lella Costa: svelata la stagione di prosa 2025-2026

Maddalena Crippa, Caterina Murino e Giulio Corso, Cesare Bocci e Vittoria Belvedere, Alessandro Benvenuti e Marina Massironi, Federica Luna Vincenti, Giorgio Pasotti e Giacomo Giorgio e, infine, Lella Costa sono i protagonisti assoluti della nuova stagione di prosa de 'I Teatri di Sanseverino'. Un cartellone ricchissimo sotto tutti i punti di vista, fatto di sette spettacoli al Feronia con l'aggiunta di una rassegna cinematografica inclusa nel prezzo che si terrà al teatro San Paolo. A firmarla il direttore artistico, Francesco Rapaccioni, che sottolinea: “Quest'anno il filo conduttore della stagione in abbonamento è 'a proposito di crisi…' e propone al Feronia titoli classici riletti con sguardo attuale e titoli contemporanei, alcuni noti, altri da scoprire insieme: Crisi di nervi, La vedova scaltra, Indovina chi viene a cena, La tigre, Sissi, l’imperatrice, Otello, Lisistrata". "Vogliamo così indagare il tema partendo dall’etimologia greca della parola crisi, dunque non associata a connotazioni negative, bensì intesa come momento di passaggio in cui è necessario distinguere, valutare, scegliere e prendere una decisione in un contesto di cambiamento e di difficoltà temporanea", aggiunge Rapaccioni. Accanto ad attori famosi e di solida esperienza teatrale giovani talentuosi protagonisti e coprotagonisti, diretti da registi importanti (Peter Stein, Giancarlo Marinelli, Guglielmo Ferro, Alessandro Benvenuti, Roberto Cavosi, Giorgio Pasotti e Serena Sinigaglia) e impegnati in copioni di autori classici (Anton Cechov, Carlo Goldoni, Shakespeare nella drammaturgia di Dacia Maraini, Aristofane nell’adattamento di Emanuele Aldrovandi) e di autori contemporanei (William Arthur Rose, Ramon Madaula, Roberto Cavosi) tutti di straordinario interesse e capaci di stimolare curiosità, confronti e dibattiti. Anche per la stagione 2025 – 2026, come accade ormai da anni, i prezzi degli abbonamenti e dei biglietti restano invariati. Ricchissima e prestigiosa pure la programmazione fuori abbonamento con la stagione sinfonica della Form, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, la stagione di circo contemporaneo affidat aalla direzione artistica del Circo El Grito, la rassegna degli Incontri con l’Autore, la rassegna Altre culture, i progetti scolastici, la rassegna cinematografica e quella Extrastagione con prosa, concerti e teatro amatoriale. Il programma della nuova stagione de I Teatri di Sanseverino si apre il 22 ottobre con “Crisi di nervi” con Maddalena Crippa, che saluta il debutto di stagione dopo una residenza di riallestimento, e prosegue il 9 novembre con “La vedova scaltra” con Caterina Murino e Giulio Corso poi il 16 dicembre con “Indovina chi viene a cena” con Cesare Bocci e Vittoria Belvedere. Il nuovo anno, il 2026, sarà aperto il 12 gennaio da “La tigre” con Alessandro Benvenuti e Marina Massironi e proseguirà l'8 febbraio con “Sissi, l'imperatrice” con Federica Luna Vincenti, il 3 marzo con “Otello” con Giorgio Pasotti e Giacomo Giorgio e, infine, il 15 aprile con “Lisistrata” con Lella Costa. Vendita abbonamenti presso il botteghino del Feronia. Rinnovi con conferma del posto prelazione per i già abbonati alla stagione precedente dal 18 al 22 settembre (giovedì 18, venerdì 19 e lunedì 22 settembre ore 16-20; sabato 20 e domenica 21 settembre ore 9-13). Nuovi abbonamenti dal 24 al 25 settembre dalle ore 16 alle ore 20.  

14/08/2025 11:23
"Dissonanze", a Civitanova Alta prorogata la mostra di Massimo Turlinelli fino al 17 agosto

"Dissonanze", a Civitanova Alta prorogata la mostra di Massimo Turlinelli fino al 17 agosto

La mostra dell’artista fermano Massimo Turlinelli, famoso per le sue opere a matita policroma, in corso presso lo spazio multimediale San Francesco di Civitanova Alta, sarà visitabile per altre due settimane, sempre dal giovedì alla domenica, con ingresso libero dalle 19.00 alle 23.00. In considerazione del grande consenso da parte di un pubblico sempre più attento nello scegliere eventi in cui arte e cultura locale si fondono insieme, la mostra "Dissonanze" è stata prorogata al 17 agosto 2025. La chiave di lettura di questa mostra sta nel titolo che, insieme all'immagine della grafica dell’evento (un palo senza ombra con vicino la proiezione della sagoma di un cipresso inesistente), in un certo senso racchiude il pensiero dominante della produzione artistica di Massimo Turlinelli che qui ritroviamo nella selezione di 50 opere molto diverse tra loro per contenuti, tecnica e formato e che offrono ciascuna un'interpretazione soggettiva e spesso divergente. Il visitatore avrà infatti occasione di ammirare le varie fasi creative di Turlinelli seguendo un percorso che inizia dalla navata centrale della splendida chiesa sconsacrata, per proseguire nelle altrettanto suggestive salette adiacenti: una visione generale sulla sua vasta produzione che, in questa esposizione, parte dai primi anni del 2000 fino alle ultimissime opere del 2025; per l’occasione saranno esposti anche 5 lavori inediti a matita. Sabato 9 agosto, con inizio alle ore 21:15, le opere a matita di Massimo Turlinelli faranno da cornice al concerto del Quartetto d'Archi dell'Orchestra sinfonica Rossini: un evento che rientra nel programma dei tre "Concerti nel Chiostro a Civitanova Alta"; organizzati dall'Associazione Pier Alberto Conti APS.

06/08/2025 11:20
Macbeth, un applauso lungo quanto l’attesa: le bandiere palestinesi chiudono il sipario

Macbeth, un applauso lungo quanto l’attesa: le bandiere palestinesi chiudono il sipario

È racchiuso tra l’inno di Mameli e le bandiere della Palestina il debutto del Macbeth al Macerata Opera Festival di ieri sera. Sotto un cielo stellato che voleva farsi perdonare l’esordio mancato di sabato scorso, prima ritardato dalla pioggia battente, poi annullato a causa di un guasto tecnico e infine affogato in un mare di sterili (e perlopiù ridicole) polemiche, il capolavoro verdiano versione Emma Dante è andato in scena finalmente senza intoppi, ma con un epilogo che ha spaccato il pubblico: al termine degli applausi, gli artisti sul palco hanno srotolato alcune bandiere della Palestina, che sono così entrate a far parte del quadro finale, Il tutto sotto gli occhi (e probabilmente ad uso e consumo) del vicepresidente del Consiglio dei ministri Matteo Salvini, ospite d’onore della serata sul palco centrale. Coloro che avevano provato a gridare “bu” all’annuncio dell’esecuzione dell’inno nazionale (poi messi a tacere dall’applauso generale dello Sferisterio), probabilmente sono stati gli stessi a gridare “bravi” all’esibizione delle bandiere, mentre altri spettatori si alzavano in tutta fretta e se ne andavano indignati. Ma non è questo lo spazio riservato alle considerazioni politiche: fatta la doverosa cronaca di quanto accaduto, si torna a parlare solo di arte, di musica e di teatro, affidando semmai a sedi diverse commenti di altro genere. Lo spettacolo, una coproduzione dell’Associazione Arena Sferisterio con il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Regio di Torino (che tra l’altro, giova dirlo, ha vinto nel 2017 il prestigioso Angel Herald Award al Festival di Edimburgo), torna dopo il successo nella stagione 2019 e conferma anche quest’anno, con la sua immutata forza immaginifica, l’indimenticabile ricordo che portava con sé. La regista Emma Dante costruisce un racconto in cui la sua cifra stilistica raffinata e riconoscibilissima si riscontra in ogni dettaglio e in ogni istante, ma che al contempo rende omaggio senza mai dimenticarli, anzi esaltandoli, sia a William Shakespeare che a Giuseppe Verdi. Questo Macbeth sanguigno e visionario è tutto da vedere, perché tutto diventa protagonista, non solo i cantanti, il coro e i danzatori con i loro incessanti movimenti coreografici o la loro iconica fissità, ma le luci, i costumi, ogni colore, ogni gesto, ogni frammento della scenografia. Tutti gli elementi si fondono in un sincronismo perfetto nel dramma che diventa esso stesso, con le sue mille sfaccettature, protagonista unico e indiscusso. La contemporaneità si integra per magia con la Scozia dell’anno Mille, e nessuno potrebbe mettere in dubbio di essere lì, in quell’epoca, fra le mura spartane di quei castelli, in quei boschi freddi e desolati. E questo grazie non a facili didascalie ma a simboli potenti e universali. Gli otto ventagli di lance dorate che disegnano ricami d’ombra sul muro dello Sferisterio, le siepi di fichi d’India che si animano diventando il bosco di Birnam che sconfiggerà sotto il comando di Malcolm e Macduff il traditore assassino Macbeth. L’elegante total white o il rigoroso total black dei costumi dei coristi, gli abiti di velluto rosso sangue di Mabeth, salito al trono del re Duncan dopo averlo ucciso, e della sua sposa che porta in giro il lungo strascico come una scia di sangue che incide il palcoscenico. Il doppio di Macbeth, la sua ombra, che pugnala per tre volte il re Duncan prima del vero omicidio, i letti chiazzati di sangue che danzano intorno a Lady Macbeth ormai in preda alla follia dopo l’omicidio. La figurina del vecchio re morto che diventa Gesù Cristo, il cui corpo viene lavato dalle donne e portato in braccio come se pendesse dalla croce. Lo scheletro di cavallo che trasporta Macbeth e che assomiglia tanto a quei pupi siciliani semoventi della terra di Emma Dante. Le streghe invasate che predicono il futuro attorno a calderoni fumanti dai quali escono inquietanti neonati, i morti in battaglia stesi in terra che vengono ricoperti di teli bianchi e trascinati via sul pavimento, le bianche visioni del fantasma di Banco assassinato. Sono talmente tante le immagini memorabili da annotare che se ne potrebbe perdere il conto. Ma la regia di un’opera lirica, non va dimenticato, non vive mai di vita propria, è sempre al servizio del canto, della musica, e ieri sera la musica, il canto e l’inconfondibile pathos di Verdi hanno contribuito in larga parte alla riuscita della serata, grazie alla direzione del maestro Fabrizio Maria Carminati e a un cast complessivamente di buon livello. Il giovane baritono coreano Leon Kim da programma doveva alternarsi nel ruolo di Macbeth con Franco Vassallo, ma si è trovato a cantare da “titolare” in questa seconda recita che di fatto è diventata la prima. E non se l’è cavata affatto male, portando a casa una esecuzione più che dignitosa, anche se forse è mancata una certa gravità dolente e cupa, sia nella resa vocale che nell’intenzione interpretativa che poteva essere più incisiva. La personalità invece non manca alla vera regina del Macbeth, il soprano Marta Torbidoni, marchigiana doc di Montemarciano, che torna al MOF dopo il successo del 2024 in Norma, ruolo che ha debuttato neanche un mese fa alla Scala, dove non veniva messo in scena da ben 48 anni. Per il suo debutto assoluto come Lady Macbeth – che come aveva dichiarato giorni fa sarebbe stata una Lady tra il demoniaco e l’animalesco – dunque Marta Torbidoni ha scelto Macerata, che l’ha ripagata con lunghi applausi scroscianti già sin dalla prima aria e l’ha consacrata definitivamente come una delle cantanti con maggior personalità e talento nell’ambito del panorama lirico odierno. Bella la voce, sicura l’interpretazione, negli acuti, nei passaggi di agilità, ma anche nelle note basse ha dato sfoggio delle sue doti vocali, sorrette da una chiara tecnica. Successo personale anche per il Banco del basso-baritono spagnolo Simón Orfila, per il Macduff del giovane tenore Antonio Poli, anch’egli nel cast dell’ultima Norma scaligera insieme a Marta Torbidoni diretta da Fabio Luisi nel ruolo di Pollione, e qui una piacevole scoperta con la sua voce dal bel timbro e ben spiegata. Buona prova anche per il tenore Oronzo D’Urso nel ruolo di Malcolm, per Federica Sardella (la Dama di Lady Macbeth), Luca Park (il medico), Stefano Gennari (il domestico, l’araldo e il sicario), Andrea Pistolesi (la prima apparizione) e Lucia Spreca (la seconda e terza apparizione).   Convinti applausi per la direzione di Fabrizio Maria Carminati, prestigiosa bacchetta internazionale dalla carriera ormai trentennale e direttore artistico del Teatro Bellini di Catania, alla guida dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, per il Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini” diretto da Christian Starinieri e per Federico Gagliardi che ha ripreso la regia, avvalendosi del prezioso contributo delle scene di Carmine Maringola, dei costumi di Vanessa Sannino, delle luci di Christian Zucaro e delle coreografie di Manuela Lo Sicco. Repliche il 7 e 10 agosto alle ore 21, con Franco Vassallo nel ruolo di Macbeth.  

02/08/2025 12:00
Da Lotto a Raffaello: a Monte San Giusto il diario di un restauratore d’eccellenza

Da Lotto a Raffaello: a Monte San Giusto il diario di un restauratore d’eccellenza

Venerdì 1 agosto alle ore 21.30, nel meraviglioso cortile rinascimentale di palazzo Bonafede a Monte San Giusto si terrà un incontro dal titolo: “Da Lotto a Raffaello, diario di un professionista”.  Ripercorreremo le tappe professionali del restauratore Simone Settembri che ha esordito proprio con il recupero della tela sangiustese per proseguire poi negli anni fino a giungere a Roma dove ha fatto parte dell’equipe di restauro della sala di Costantino di Raffaello in Vaticano. Le stesse stanze che hanno visto il Lotto lavorare per alcuni anni. Con lui vivremo le vicende salienti dei due artisti cercando di comprendere la loro arte e i loro segreti. Una serie di riflessioni sul recupero delle opere di questi due giganti della pittura saranno al centro della serata, arricchite da aneddoti privati riguardanti personaggi e fatti che si sono intrecciati nella vita lavorativa del restauratore. Come ogni anno, d’estate, il cortile di palazzo Bonafede diventa il luogo per raccontare, conoscere e divulgare l’arte, la storia e la bellezza per cui il nostro territorio è apprezzato in tutto il mondo. Ingresso libero. In caso di maltempo l’incontro so terrà presso il Museo di Palazzo Bonafede.

29/07/2025 13:29
Nel segno di Macbeth, il Macerata Opera Festival ricorda Nicola Benedetti: 150 dalla sua scomparsa

Nel segno di Macbeth, il Macerata Opera Festival ricorda Nicola Benedetti: 150 dalla sua scomparsa

La stagione 2025 del Macerata Opera Festival segna il ritorno di uno dei titoli più potenti del catalogo verdiano: Macbeth, nella fortunata e acclamata messinscena firmata da Emma Dante del 2019, che ebbe un grande successo di pubblico e critica. Questa ripresa si intreccia con un anniversario particolarmente significativo per il territorio: i 150 anni dalla morte del basso marchigiano Nicola Benedetti (1821–1875), nativo di Pollenza, interprete di ruoli verdiani in numerosi teatri italiani e internazionali, e protagonista della prima assoluta del Macbeth nel ruolo di Banco, andata in scena il 14 marzo 1847 al Teatro della Pergola di Firenze. L’opera fu commissionata a Verdi da uno dei più influenti impresari italiani dell’epoca – anche lui di origini marchigiane - Alessandro Lanari. Fu un debutto leggendario. Secondo le cronache dell’epoca, il compositore nel corso dell’opera fu richiamato sul palcoscenico 27 volte, mentre il pubblico tributava applausi scroscianti a tutta la compagnia, riconoscendo il valore innovativo e drammatico di un’opera destinata a segnare la storia. Verdi guardava alla tragedia di Shakespeare come a una vetta assoluta dell’ingegno umano. In una celebre lettera del luglio 1846 scriveva al librettista Francesco Maria Piave: Questa tragedia è una delle più grandi creazioni umane! Se non possiamo farne una cosa grande, cerchiamo almeno di farla con onore». Fu con questo spirito che affrontò la composizione, ponendo una particolare attenzione all’atmosfera e alla resa scenica. Tra le altre, diede indicazioni dettagliate sull’apparizione dell’Ombra di Banco, ispirandosi – come racconta in una lettera del 1846 – a uno spettacolo londinese. In un’altra missiva, tuttavia, si lamenta con Lanari per l’indisponibilità di alcuni cantanti a interpretare la scena come comparsa muta. Non sappiamo con certezza se tra questi vi fosse anche Benedetti. Quel che è certo è che il basso di Pollenza fu scritturato in una fase successiva rispetto ad altri interpreti principali, come Felice Varesi (Macbeth), a cui Verdi affidò il ruolo sin dall’inizio. Dopo averlo ascoltato durante le prove, il compositore rimase tanto colpito dalla sua voce – che le cronache descrivono come “vibrata e poderosa, capace di intensità che evocavano il ruggito del leone” – da decidere di aggiungere per il personaggio di Banco l’aria Come dal ciel precipita, inizialmente non prevista nella prima stesura dell’opera. La decisione è confermata anche dalla numerazione autografa dei pezzi musicali. Figlio di una famiglia che lo destinava alla vita ecclesiastica – scelta già intrapresa da due suoi fratelli maggiori – Benedetti mostrò fin da giovane una forte vocazione per la musica. A sedici anni intraprese lo studio della musica sacra, mettendo in luce una voce di basso già promettente, e si perfezionò a Bologna sotto la guida del maestro Luigi Ronzi. Cantante solido, con un repertorio centrato in particolare su Bellini, Donizetti e Verdi, Benedetti calcò, tra il 1843 e il 1868, i palcoscenici più importanti: Firenze, Roma, Torino, Venezia, Bologna, Verona, Lisbona, Bucarest, Madrid, Costantinopoli, interpretando soprattutto molti dei grandi ruoli verdiani di basso del tempo: Attila, Zaccaria, Oberto, Silva e altri ancora. A Nicola Benedetti – in occasione del bicentenario della nascita nel 2021 – lo studioso Fabio Sileoni ha dedicato un’approfondita biografia dal titolo Nicola Benedetti, celebre basso verdiano. Il volume, edito da Andrea Livi Editore, ricostruisce con accuratezza la carriera del cantante pollentino e il contesto musicale del suo tempo, restituendo rilievo a una voce che contribuì al successo di diverse opere del repertorio romantico. Molti sono infatti gli artisti nati nelle Marche interpreti di ruoli primari nelle opere dell’epoca e protagonisti sulle scene dei principali teatri italiani ed europei. Nel foyer del teatro di Pollenza, intitolato a Giuseppe Verdi, è presente un pannello commemorativo dedicato a Nicola Benedetti, dipinto dal pittore Giuseppe Fammilume, che ne celebra la memoria e l’importante contributo alla storia del melodramma. L’Associazione Amici dello Sferisterio, in collaborazione con il Comune di Pollenza, lavora ormai da alcuni anni alla valorizzazione dei personaggi pollentini legati al mondo del melodramma e, dal 2022, nei giorni attorno al 10 ottobre – data di nascita di Giuseppe Verdi – organizza proprio a Pollenza l’iniziativa “Buon Compleanno Maestro”, un appuntamento di approfondimento e racconto che intreccia la storia locale con quella del grande compositore.

26/07/2025 17:05
Pioraco, al via la personale di Gian Domenico Negroni: "Il senso dell'istinto"

Pioraco, al via la personale di Gian Domenico Negroni: "Il senso dell'istinto"

Dal 26 luglio al 3 agosto, presso il polo museale di Pioraco, sarà possibile visitare la mostra personale del pittore Gian Domenico Negroni, dal titolo evocativo: "Il senso dell'istinto". Il vernissage si terrà sabato 26 luglio alle ore 17:00, alla presenza dell'artista. Residente a Pioraco, Negroni presenta una serie di opere che nascono da un processo creativo spontaneo e gestuale, in cui l’istinto diventa il vero protagonista. Un’astrazione pittorica che, come spiega lo stesso autore, "lascia il comando alle emozioni, ai pensieri e ai ricordi, proiettati sulla tela senza filtri o mediazioni razionali". La mostra esplora il delicato equilibrio tra impulso e riflessione, tra gesto e consapevolezza, offrendo ai visitatori un viaggio nell’interiorità dell’artista. "Il senso dell’istinto - afferma Negroni- è un album fotografico fatto di ricordi ed emozioni. Ogni opera è frutto di un’urgenza espressiva che, solo a posteriori, riesco a decifrare".  Con uno stile personale che unisce forza espressiva e sensibilità introspettiva, Negroni invita il pubblico ad abbandonare l’analisi e ad ascoltare, semplicemente, ciò che la pittura è in grado di trasmettere. Una mostra da vivere con la pancia prima ancora che con la mente. L'ingresso alla mostra è gratuito.

23/07/2025 19:17
Corridonia diventa laboratorio urbano: nasce “Rigenerare Humanum Est”, biennale d’arte e rigenerazione

Corridonia diventa laboratorio urbano: nasce “Rigenerare Humanum Est”, biennale d’arte e rigenerazione

Corridonia si prepara a trasformarsi in un museo a cielo aperto, grazie al progetto “Rigenerare Humanum Est”, tra quelli selezionati e finanziati nell’ambito del bando regionale “Accordo per la Coesione 2021-2027 – Fondo di Rotazione – Interventi di valorizzazione per eventi espositivi di rilievo regionale”. L’iniziativa, promossa dal Comune di Corridonia, è nata con l’ambizione di far diventare la città un laboratorio urbano aperto, inclusivo e sostenibile, in cui l’arte contemporanea diventa strumento di rigenerazione sociale, culturale e spaziale. Arte pubblica, accessibilità e innovazione Installazioni artistiche, percorsi sensoriali, laboratori e workshop prenderanno vita tra settembre e ottobre 2025, coinvolgendo attivamente la cittadinanza. Il progetto, i cui lavori di progettazione sono partiti già da maggio, si snoderà attraverso alcuni luoghi simbolici della città: il Parco di Villa Fermani, Viale Italia e la stessa Villa Fermani. In questi spazi saranno collocate opere scultoree permanenti e temporanee, corredate da pannelli informativi, QR code per approfondimenti digitali e percorsi tattili pensati per persone con disabilità visive. Saranno inoltre presenti mappe in Braille e audio-descrizioni che permetteranno una fruizione davvero inclusiva delle opere. Parallelamente, verranno organizzati laboratori di street art, maker space e workshop tematici in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Macerata, l’Ordine degli Architetti e il Museo Tattile Statale Omero di Ancona. Non mancheranno visite guidate e conferenze pubbliche con l’obiettivo di coinvolgere scuole, famiglie, turisti e l’intera comunità locale. La Biennale “Forma e Materia” diventa appuntamento fisso Uno degli obiettivi del progetto è istituzionalizzare la Biennale di Scultura “Forma e Materia” come appuntamento fisso, contribuendo a restituire centralità alla “Piazza Metafisica” e rilanciare Corridonia nel panorama culturale regionale e nazionale. «Abbiamo scelto di andare controcorrente – ha dichiarato il Sindaco Giuliana Giampaoli – in un tempo di omologazione abbiamo deciso di recuperare i luoghi della relazione: piazze, viali, vicoli, centri ricreativi. L’arte sarà uno degli strumenti per ridare personalità alla città, valorizzando il patrimonio storico-culturale che ci contraddistingue». Un progetto gratuito, accessibile e phygital Tutte le attività previste saranno interamente gratuite, grazie al cofinanziamento del 51% da parte del Comune e al supporto di diversi partner. La comunicazione dell’iniziativa sarà curata in modo da garantire massima fruibilità: saranno prodotti cataloghi phygital (cartacei + digitali), contenenti QR code integrati e contenuti multimediali come interviste, video e approfondimenti in realtà aumentata, accessibili tramite un sito web dedicato. «Non sarà una semplice mostra, ma un pezzo di un più ampio progetto di riqualificazione urbana attraverso l’arte – ha spiegato l’Assessore alla Cultura Massimo Cesca –. L’obiettivo è trasformare nel tempo gli spazi urbani in luoghi di bellezza, incontro e ispirazione. Ci auguriamo che questa sia la prima tappa verso la creazione, in futuro, di un museo nazionale delle Arti del ’900 all’interno del nostro Palazzo comunale». Co-creazione e protagonismo collettivo Una delle cifre distintive del progetto è il coinvolgimento diretto della cittadinanza. I laboratori creativi e partecipativi permetteranno a cittadini di tutte le età di creare micro-installazioni artistiche ispirate ai principi del design partecipativo, promuovendo un forte senso di appartenenza e identità locale. “Rigenerare Humanum Est” si profila così come un progetto multiforme, accessibile e innovativo, capace di coniugare arte, inclusione e rigenerazione urbana. Un’opportunità per riscoprire Corridonia attraverso lo sguardo dell’arte, trasformandola in un luogo di relazione, creatività e crescita condivisa.

22/07/2025 19:35
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