Androgynus, nome d’arte di Gabriele Bernabò, 27 anni di Grosseto, ha vinto il Premio del Pubblico Banca Macerata, consegnato dal rettore dell’Università di Camerino Graziano Leoni e dal direttore generale di Banca Macerata Toni Guardiani.
"Ho ascoltato le canzoni e le storie di questi giovani cantautori. Sono rimasto colpito oltre che dal loro talento anche dalla loro grande profondità e sensibilità. In un momento storico in cui ciò che accade nel mondo può spaventarci, la presenza di questi ragazzi ci offre una rinnovata speranza", ha detto il prof. Graziano Leoni, rettore dell’Università di Camerino che vede impegnati ben tredici studenti dell’Ateneo nelle Audizioni live di Musicultura, tra le file della giuria e nella redazione di Sciuscià.
"Con soddisfazione consegniamo il Premio del pubblico ad Androgynus - ha detto Toni Guardiani - per il quinto anno consecutivo è un piacere per me personale e per Banca Macerata essere al fianco di Musicultura con cui condividiamo i valori di sostegno ai giovani talenti e di promozione della cultura nel nostro territorio”.
Con le canzoni "Inseparabili" e "L’eterno" in un outfit di grande impatto visivo, una tutina metallizzata super attillata che richiama il David Bowie del film “L'uomo che cadde sulla Terra”, Androgynus ha sbaragliato tutti gli altri artisti della serata conquistando il gremito pubblico del Lauro Rossi di Macerata.
Androgynus è un cantautore, ma anche una band dai tratti immaginifici che propone suoni, immagini e parole per riaccendere la loro potenza evocativa e veicolare significati spirituali.
“L'eterno è solo un attimo” dice nella canzone “L’eterno” un invito a vivere con intensità l’istante, in quanto il passato è già finito ed il futuro non esiste ancora, una performance arricchita dalle note del suo violino bianco.
L’artista vince tre premi al Rock Contest, nel 2023 si esibisce nel tour di Lucio Corsi e consegue la laurea magistrale in violino al Conservatorio Santa Cecilia di Roma. Nel 2024 la SIAE finanzia il suo secondo LP “L’Eterno è Solo un Attimo” prodotto con Manuele Fusaroli e firma per l’etichetta MArte Label.
A Musicultura Nilo, 23 anni, nome d’arte di Daniele Delogu, cantante, songwriter e polistrumentista di Sassari. Con uno stile minimalista, in un avvolgente pienezza, ha creato un’intensa connessione emotiva con il pubblico con “Tutti-nessuno” e “Felici ansie” brani eseguiti al pianoforte. Nel 2023 ha vinto il concorso 'Jazz Alguer' e con diversi album ed EP autoprodotti all'attivo, Nilo ha accumulato una solida esperienza live. L’artista studia composizione al Conservatorio Nicolini e continua a far evolvere il suo sound.
In un flusso musicale tra l’ambient e la techno, Frammenti, il duo veneto composto da Francesco (checco) e Antonio (toni) si è esibito con “Colpa dei soldi” e “La pace” . Le loro performance sono un rituale collettivo per sciogliere nella musica le ansie del quotidiano, che invitano a ballare e a perdersi nel caos cosmico. Condividono il palco con artisti come Management, Eugenio in Via di Gioia, Colombre, Iside, okgiorgio e nel 2024 partecipano al programma X - Factor, raggiungendo la fase degli Home Visit.
′′Scrivo canzoni per esorcizzare i sentimenti” così Bambina, nome d’arte di Bina Cesario, classe 2001, di Rossano (CS) definisce la sua musica sul palco del Festival. Accompagnata dalla sua chitarra, l’artista ha proposto con una dolcezza profonda e una grande vocalità le canzoni “Musa” e “Na vita fa” dove in quest’ultima racconta la malinconia di chi vive lontano da casa, con l’ uso del dialetto calabro e le toccanti registrazioni delle sue nonne. Brani che trasformano il mondo che la circonda in arte con un effetto catartico. Bambina studia chitarra acustica, pianoforte e dizione, frequenta il “Saint Louis College of Music” di Roma, dove studia Canto pop e annovera il secondo posto nella categoria Emergenti del “Premio Mia Martini”.
Il cantautore di origini abruzzesi Arrigo ha proposto “Al Museo Egizio” e “A parole tue” un’anteprima del suo nuovo Ep “Chinatown”, canzoni che parlano di storie vere mai accadute e di personaggi che cercano in tutti i modi di venirne a capo, in una eterna e surreale lotta tra l’ironico e il paradossale, su sonorità folk, country ed indie rock che si fondono con il cantautorato italiano. Un omaggio a Bob Dylan, tra i suoi riferimenti più importanti, con un racconto autentico, frutto di una vita parallela “meno ordinaria”, dedicata alla scrittura di canzoni.
Elsa, 19 anni di Miano, ha espresso il suo mondo interiore nei brani “Qualcosa” e “Se lo facessi a te” dove su sonorità pop e R&B, con melodie morbide, esaltate dal timbro vocale dolce e prezioso, Elsa canta della propria forza di volontà nel reagire ai comportamenti dannosi degli altri che, però, non riesce mai a esternare. L'artista si immagina restituire il male che riceve da queste persone, trasformandosi nella loro rabbia, in maniera originale e sentita. Elsa Turco nel 2024 pubblica il primo singolo "In Terza Persona" e l'EP "Pilot" con etichetta NeedaRecords.
Oggi, domenica 9 marzo, alle ore 17, salirà sul placo di Musicultura il primo marchigiano in gara Atarde di Ancona, con lui si esibiranno ME, JULY di Benevento, ULULA di Verona, Chiaré di Salerno, Martina Di Nardo di Caserta e domenico_mba di Bari.
“Le canzoni in gara sono piene di personalità e diverse tra loro e Musicultura esalta le diversità nella canzone d'autore. Il Festival è un laboratorio della canzone e a Sanremo quest’anno ha vinto proprio questa idea: la forma artigianale ha avuto la meglio sulla canzone prefabbricata, industriale e in questo Musicultura è sul campo da anni. È stato bello vedere sul podio di Sanremo tre cantautori, tra cui Lucio Corsi, vincitore di Musicultura nel 2017".
Così il giornalista e critico musicale John Vignola di Rai Radio 1 la radio ufficiale del Festival Musicultura, ospite della seconda serata delle Audizioni Live, ha commentato le canzoni in gara. In occasione dell’uscita del film “A Complete Unknown” ha poi raccontato al pubblico la figura del giovane Bob Dylan nella scena musicale folk degli anni '60, un'artista che non si sentiva a suo agio nelle etichette che gli affibbiavano e che trova un modo più libero di esprimersi. Per chi scrive canzoni sentirsi un po’ fuori sincrono è sicuramente una molla creativa importante.
Alessandra Nazzaro, 28 anni di Napoli si è aggiudicata il Premio del pubblico Targa Banca Macerata, consegnato da John Vignola e da Rodolfo Zucchini Consigliere di Amministrazione di Banca Macerata. Alessandra Nazzaro ha fatto “schizzare” le frequenze dell’applausometro del teatro Lauro Rossi con “Codarda” e “Ouverture”, brani ricchi di spontaneità e autenticità dove racconta di luoghi, momenti magici e di emozioni. L’artista partenopea suona da sempre il pianoforte e dopo la pubblicazione di un disco in elettronico, si dedica alla scrittura di brani tra il cantautorato e il pop. Nel 2020 si laurea con una tesi in Sociolinguistica e da allora insegna pianoforte alle scuole elementari e suona live in giro per l’Italia.
Da Rieti sul palco di Musicultura la band nata nel 2029 Mufasa e le Abat-Jour. I giovanissimi, Marcello, Adriano, Liam, Gabriele e Ismail hanno proposto “Oblio” e “Routine” brani che spaziano tra rock, blues e bossanova, mischiando i generi in contaminazioni musicali influenzate dagli anni ’70, un progetto live dai tratti onirici ma molto potente. Consapevoli della bellezza dell’arte e della musica e mossi dall’esigenza di migliorare un mondo sempre più grigio, i Mufasa e le Abat-Jour si esibiscono in numerosi live e lavorano al loro primo Ep.
Atmosfere musicali surreali quelle proposte da Fede Baracchi, 29 anni di Carpi (MO) con i brani “Gabbia di Faraday” e “Fotovoltaici”, canzoni di “Osservare” un concept album del 2024 di musica “biologica” che si interroga sul concetto di vita e sul suo manifestarsi. Fede Baracchi ha incantato il pubblico con un viaggio metafisico regalando un esperienza di ascolto e riflessione energica e contemplativa.
Con una grande vocalità, Sofia Pastore, in arte Sofia, 19 anni di Rivoli (TO) ha manifestato una duplice personalità con “Luna” una canzone ricca di dolcezza quasi puerile e “Mascalzone” un brano potente, aggressivo e sensuale rivolto ad un suo ex fidanzato. Sofia scrive brani dall’età di 14 anni e studia canto, nel 2022 pubblica il primo singolo, “Luna”, seguono il “Mascalzone” nel 2024, e “Voulez-vous” nel febbraio 2025.
Da Venaria ioemeg, pseudonimo di Martina Martorana, 20 anni, si fa portavoce del difficile mondo interiore della sua generazione, e lo esprime con forza nei brani “La fine del mondo” e “La tua stanza” un luogo che è stato casa e che poi diventa solo buio e polvere. Inizia il suo percorso musicale a 16 anni, si diploma in cinema all’istituto Fellini di Torino e nel 2023 vince la medaglia d’oro in un campionato di arti performative. “La Fine del Mondo” è il suo brano d’esordio, segue il singolo “Sagittario”, entrambi inseriti nelle playlist Caleido, New Music Friday e Equal, la playlist di Spotify dedicata alle donne. Nel 2024 esce l'ultimo singolo "van gogh".
Belly Button e il Coro Onda di Torino, tredici giovani artisti sul palco di Musicultura che si sono esibiti con le canzoni “Perdono” e “Credo” . Un progetto nato 2023 dal desiderio del rapper Belly di concretizzare gli arrangiamenti urban gospel dei suoi brani. Lo stile di Belly Button richiama l’anima dei canti del gospel e dello spiritual, contestualizzati nella periferia romana e le sue canzoni sono preghiere non rivolte a un Dio ma a sé stessi, per sconfiggere i propri demoni. Finalisti del 1mnext, semifinalisti a Castrocaro, vincitori della menzione speciale di “Musica contro le mafie” e del premio “Aniello De Vita”, i ragazzi portano con passione la loro musica in giro per tutta Italia.
Questa sera sabato 8 marzo si esibiranno alle ore 21 al Teatro Lauro Rossi di Macerata Androgynus di Grosseto, la band Frammenti di Treviso, Bambina di Cosenza, Arrigo di Milano, Nilo di Sassari ed Elsa di Milano.
Domani domenica 9 marzo alle ore 17, salirà sul placo di Musicultura il primo marchigiano in gara Atarde di Ancona, con lui si esibiranno ME, JULY di Benevento, ULULa di Verona, Chiaré di Salerno, Martina Di Nardo di Caserta e domenico_mba di Bari.
Il noto artista maceratese, Stefano Calisti, ha realizzato un'opera dedicata all'Arma dei carabinieri, con l’intento di omaggiare una delle figure più rispettate e amate della società italiana: il Carabiniere. Il quadro, intitolato "Guardo e ascolto", si sviluppa attraverso una riflessione profonda sul ruolo dei carabinieri, raffigurando un momento di osservazione e ascolto del territorio in cui l'operatore di sicurezza lavora ogni giorno. Il titolo stesso dell’opera incarna questa essenza, in cui il carabiniere è visto come una figura attenta, che protegge e veglia sul proprio paese con dedizione e amore.
La tecnica scelta dall’artista è quella del "materico su iuta", un processo che inizia con la creazione di una tela sulla quale viene incollata una seconda tela di iuta. Dopo che quest'ultima si è asciugata, l'artista procede con la pittura. Questo approccio conferisce all'opera una profondità unica, grazie alla struttura materica che esalta l'energia e la forza visiva dell’immagine, rendendola ancora più dinamica e vibrante.
Il carabiniere rappresentato nel quadro non è solo una figura di autorità, ma anche una persona che esprime un amore viscerale per il proprio paese e il proprio territorio. Il suo sguardo, profondo e pieno di dedizione, rivela il legame forte che lo unisce al luogo che protegge. Si percepisce una passione che va oltre il semplice dovere, un richiamo alla missione di chi dedica la propria vita alla sicurezza della comunità.
Per preservare l’autenticità e l’unicità dell’opera, è stato realizzato un numero limitato di stampe, riprodotte grazie a una rara stampante presente in Italia in pochi esemplari. La tecnologia utilizzata ha permesso di ottenere una qualità fotografica di altissima definizione. Le stampe sono realizzate su un supporto di legno trattato con cementite e granelli di silice, garantendo una riproduzione che richiama fedelmente la pittura originale sia visivamente che tattilmente. Ogni stampa ha dimensioni di 40x40 cm, e rappresenta una riproduzione autentica dell'opera.
Per conoscere più a fondo la poetica di Stefano Calisti e il processo creativo dietro questa e altre opere, è possibile visitare il sito web dell'artista all’indirizzo calististefano.com.
Il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Raffaele Ruocco, ha espresso la sua gratitudine a Stefano Calisti per aver voluto dare risalto, attraverso la sua arte, a una delle figure fondamentali dell'Arma: il comandante di Stazione, simbolo di impegno e dedizione quotidiana al servizio della comunità.
Torna domani, in occasione della Giornata internazionale della donna, l’iniziativa “Essenze femminili in arte”, giunta alla sua sesta edizione, ideata dalla Pro loco di Civitanova alta in collaborazione con il Comune e l’Azienda Teatri, per dare voce all'universo femminile attraverso il linguaggio delle arti.
Sabato 8 marzo, alle ore 16,00, nello spazio multimediale San Francesco, apre la mostra d'arte con opere di pittura e scultura a cura di Clara Venanzetti, con la partecipazione degli artisti Angelita Angelini, Daria Castelli, Lorena Cerqueti, Rita Cerquetti, Mariella Corallini, Romina Madonna, Gina Moschettoni, Ena Paciaroni, Carina Pieroni, Marina Tollero, Debora Torresi, Elena Tretyakova, P Mlady e Giampiero Venturini. All’inaugurazione interverranno Pina Coppola, presidente dell'Ucai di Civitanova, il critico d'arte Andrea Eletto e la reporter Priscilla Macellari. A seguire, il Galà dei giovani talenti «DonnaArmonia», esibizione organizzata in collaborazione con Civitanova Classica Piano Festival con Francesca Di Emidio e Caterina Dionisi al pianoforte, Maria Olimpia Renna (soprano) e il quartetto Fata di flauti.
Domenica 9 marzo, alle ore 17,30, il teatro Annibal Caro ospiterà lo spettacolo Ladyvette Le dive dello swing a cura dell’Azienda Teatri di Civitanova. Sabato 15 marzo, nello spazio multimediale San Francesco, “Manifest-arti”, spazio creativo per voci ribelli, un laboratorio di arte terapia a cura di Elisa Pasquini. In serata, alle 21,15, il Civitanova Jazz festival al teatro Annibal Caro.
Il 16 marzo, alle 17,30, nello spazio multimediale san Francesco ci sarà lo spettacolo di Paola Giglio “Finalmente sola” ad ingresso libero. Sabato 22 marzo, ore 17,30, presentazione del libro di Ilaria Gobbi
“Figlie di Kalypso” e in programma il 23 marzo, alle 18,30, lo spettacolo “Esagerate!” più che un aggettivo, un’esortazione, di Cinzia Spanò, con ingresso libero, sempre nello spazio multimediale San Francesco.
Marzo porta con sé la terza edizione del Teatro di Primavera, che anche quest’anno riscalderà il pubblico dando grande lustro all’incantevole teatro Annibal Caro della città alta. Nel 2025 si vivrà un’edizione che, oltre a far risaltare la bellezza di uno degli spazi culturali più affascinanti di Civitanova, promuoverà incursioni in più luoghi cittadini, facendo così da passaggio di testimone tra il Cartellone invernale (che sta proseguendo verso la sua conclusione) e l’inizio dell’estate civitanovese.
Teatro di Primavera è un format promosso e coordinato dall’Azienda dei Teatri in collaborazione con il Comune, con la Regione Marche e l’Amat (per il Civita Jazz Festival) e con il coinvolgimento di più soggetti, “con la rinnovata volontà di valorizzare proprio i rapporti con le diverse realtà culturali locali - spiega la Presidente dei Teatri Maria Luce Centioni, assieme al suo Cda -. Teatro di Primavera è stata una delle intuizioni del nostro mandato, un progetto nato per far dialogare il territorio: associazioni, enti, giovani artisti, musicisti, danzatori… In tanti avranno in questi mesi il piacere di condividere con civitanovesi e non uno dei luoghi principe della cultura cittadina: il teatro Annibal Caro”.
Il programma all’Annibal Caro è come sempre ampio e prenderà il via domenica 9 marzo alle 17.30 con una collaborazione con la rassegna Essenze Femminili nell’Arte e con la musica delle Ladyvette-Le Dive dello Swing, in un concerto promosso con la Pro Loco di Civitanova Alta.
Sabato 15 marzo, alle 21.15, partirà la terza edizione di Civita Jazz Festival con Antonio Maggio, accompagnato da William Greco e Daniele Di Bonaventura, che interpreterà Lucio Dalla, con la speciale partecipazione in apertura di Sofia Tornambene “Kimono”.
Venerdì 4 aprile, per il ciclo Annibal Caro d’Autore, si parlerà di amore, società e vita vissuta seguendo un omaggio a Brunori Sas, con una maxi-band capitanata da Lorenzo Girelli alla voce e chitarra, che farà megafono del cantautore reduce dai sentiti applausi del Sanremo appena trascorso. L’evento è in anteprima regionale.
Sabato 12 aprile ci sarà la seconda tappa del Civita Jazz Festival con il grande Tullio De Piscopo e il suo spettacolo I colori della Musica, mentre domenica 13 aprile l’Orchestra Sinfonica Rossini di Pesaro, diretta dal maestro Emanuele Bizzarri e con la partecipazione del mezzosoprano Sara Rocchi, ci dedicherà il Concerto di Pasqua.
Giovedì 24 aprile, alle 21.15, festeggeremo tutti insieme i 40 anni della Scuola Comunale di recitazione Enrico Cecchetti, con opere liberamente ispirate a Shakespeare e Pirandello e il 27 aprile si riaprirà la Dance Date di anteprima a Civitanova Danza, con una giornata dedicata alla danza contemporanea proprio in vicinanza della giornata internazionale della danza. Sabato 3 maggio chiuderà il Civita Jazz Festival 2025 con il duo Marcotulli-Varela con la danza di Marina Paje.
A Teatro di Primavera ritorna anche il Cinema Balordo, con i The Blues Brothers, in proiezione giovedì 8 maggio. Se giovedì 15 maggio la FORM inaugurerà Civitanova Classica Piano Festival, sabato 17 maggio andrà in scena Cose Serie, spettacolo scritto dalla civitanovese Alice Rosati con musiche di Carbazing. Domenica 25 maggio, per Giardini Nascosti verrà proposto lo spettacolo di cabaret di Piero Massimo Macchini La gente mormorano, in collaborazione con Sentinelle del Mattino Aps (ad ingresso libero).
Quanto agli eventi oltre il teatro Annibal Caro, sabato 8 marzo, sempre per Essenze Femminili, allo spazio multimediale San Francesco ci sarà alle 17.30 il Galà di giovani talenti DonnArmonia, in collaborazione con Pro Loco Civitanova Alta, Civitanova Classica e Unitre (ad ingresso libero). Venerdì 28 marzo presenteremo in sala Ciarrocchi il libro Sulle donne - La parola agli uomini. Il punto di vista maschile sulla parità di genere, con l’autrice Ilaria Li Vigni Marino (ingresso libero). Domenica 30 marzo secondo appuntamento allo spazio multimediale San Francesco con il Civitanova Classica Piano Festival, mentre il 23 aprile al Rossini verrà proiettato il film No more trouble - Cosa rimane di una tempesta con il regista Tommaso Romanelli, in collaborazione con l’Associazione Ricordi D’amare. Inoltre sono previste aperture della Pinacoteca Civica Moretti, con eventi paralleli.
Giornata di grande interesse culturale all’Abbadia di Fiastra, dove l’altra mattina ha fatto tappa Attilio Romita, storico conduttore del Tg1, per realizzare alcune riprese in vista di uno speciale tv dedicato alla regione Marche. L’iniziativa punta a valorizzare le bellezze storiche, artistiche e paesaggistiche del territorio, con un’attenzione particolare al patrimonio culturale custodito nell’area dell’Abbadia.
Ad accompagnarlo in questa occasione è stato l’imprenditore tolentinate Andrea Passacantando, vicepresidente Distretto biologico Marche e componente cda di Linfa della Camera di commercio Marche, figura di spicco del mondo agricolo e profondo conoscitore della realtà marchigiana, che ha offerto un’interessante panoramica sul legame tra tradizione, innovazione e sviluppo del territorio. Durante le riprese, Attilio Romita ha avuto modo di intervistare Andrea Passacantando, il quale ha sottolineato il ruolo strategico dell’agricoltura per le Marche, evidenziando come il settore primario rappresenti non solo un pilastro economico, ma anche un elemento chiave nella tutela del paesaggio e nella promozione del turismo rurale.
<<Le Marche hanno un’agricoltura di qualità, che affonda le sue radici nella tradizione, ma guarda con determinazione all’innovazione. La nostra regione è un esempio di equilibrio tra sostenibilità ambientale e crescita economica, grazie alla presenza di imprese agricole che investono nella biodiversità, nella filiera corta e nell’integrazione con il turismo esperienziale>> ha dichiarato Passacantando. Nel corso dell’intervista si è parlato anche della necessità di politiche di sostegno al settore agricolo, per garantire alle imprese la possibilità di affrontare le sfide imposte dai cambiamenti climatici e dalla competitività dei mercati globali.
<<Occorrono politiche sempre più concrete per le aziende agricole, soprattutto per i giovani imprenditori che vogliono investire nel settore. Le Marche hanno tutte le potenzialità per diventare un modello di riferimento per l’agricoltura sostenibile in Italia>> ha aggiunto Passacantando. La Fondazione Giustiniani Bandini ha accolto con piacere il noto giornalista Romita che ha voluto omaggiare con una pubblicazione dedicata alla storia dell’Abbadia di Fiastra.
Un gesto simbolico con l’auspicio che il conduttore possa diventare un ambasciatore di questo straordinario sito storico, contribuendo a diffonderne il valore a livello nazionale. Il complesso monastico di Abbadia di Fiastra, fondato dai monaci cistercensi nel XII secolo, è uno dei più suggestivi d’Italia, immerso in una riserva naturale che ne esalta il fascino e l’unicità. Oltre alla sua straordinaria architettura, l’area dell’Abbadia è un punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio agricolo e paesaggistico della regione.
Le riprese realizzate all’Abbadia di Fiastra andranno a comporre uno speciale televisivo che porterà alla ribalta le eccellenze delle Marche, promuovendo non solo il patrimonio storico, ma anche il connubio tra agricoltura, turismo e cultura. Grazie alla presenza di Attilio Romita questa iniziativa rappresenta un’importante occasione per far conoscere a un pubblico più vasto la ricchezza di un territorio che ha ancora molto da raccontare.
“E quinci il mar da lungi, e quindi il monte” sono i versi di Leopardi scelti dal professor Umberto Piersanti per dare il titolo all’ultimo libro nato da una magica serata di fine agosto 2024, organizzata alla Pinacoteca comunale Moretti di Civitanova Alta nell'ambito del progetto: “Marche, il dono dell’Infinito” per far conoscere la ricca tradizione poetica e culturale della regione, mettendo in luce il profondo legame tra i poeti marchigiani e i loro borghi, da sempre fonte d’ispirazione.
Questa mattina il sindaco Fabrizio Ciarapica e il presidente Commissione Cultura Gianluca Crocetti hanno ricevuto nella Sala della Giunta comunale il poeta Piersanti per ringraziarlo e ripercorrere insieme l'interessante esperienza culturale con cui l’Amministrazione comunale ha voluto valorizzare in special modo il borgo di Annibal Caro.
Il libro dedica una sezione alle composizioni di maggiori poeti marchigiani viventi: Piersanti, Eugenio De Signoribus, Guido Garufi, Marco Ferri, Gianni D’Elia e Feliciano Paoli. Dopo il racconto della serata "Una notte di fine estate" di Piersanti, trova spazio l'intervista della ricercatrice Sara Serenelli a Piersanti, un breve saggio “Il segno inciso parla marchigiano” di Enrica Bruni, direttrice della Pinacoteca Moretti, una nota “Autore attore” di Vanessa Spernanzoni della scuola di recitazione Cecchetti e le illustrazioni degli artisti di fama internazionale: Arnoldo Ciarrocchi, Leonardo Castellani, Luigi Bartolini, Renato Buscaglia.
“In occasione dell’iniziativa Un borgo per la poesia, che ha coinvolto quattro province, Civitanova ha dato un contributo culturale tra i più significativi – spiega Piersanti –. Civitanova ha saputo esprimere un'iniziativa di altissimo livello in Pinacoteca coinvolgendo arti figurative, teatro e poesia e poi con questo libro, stampato con il contributo di Regione Marche e Comune di Civitanova, che racconta con poesie e incisioni una regione che è terra di borghi storici e colline da cui si può abbracciare il mare e i monti. Mi auguro che questa raccolta sarà fatta presto conoscere al pubblico e nelle scuole”.
“Ringrazio il professor Piersanti per aver curato l’evento regionale nella nostra Pinacoteca, insieme alla direttrice Bruni – ha detto il sindaco Ciarapica. Un’esperienza che è ora raccolta in questo bel volume intriso delle nostre eccellenze culturali ed artistiche”. "Organizzeremo senz'altro altre iniziative per diffondere le voci dei poeti marchigiani - ha detto Crocetti. Avere nella nostra città il prof. Piersanti e la sua scuola di poesia intitolata a “Sibilla Aleramo” ci riempie di orgoglio".
Il volume “E quinci il mar da lungi, e quindi il monte” fa parte della collana “I Quaderni di Atena” diretta da Andrea Lepretti (Edizioni Affinità elettive) e a breve sarà disponibile anche nelle librerie.
Appuntamento sabato 8 marzo alle 21, al teatro comunale di Sant'Angelo in Pontano con Signorina Else della compagnia Teatro Rebis, all’interno della rassegna dell'Unione Montana dei Monti Azzurri dedicata alla Generazione Z.
Lo spettacolo rientra infatti nel cartellone di Teatro Next Gen, concorso ideato dal presidente Giampiero Feliciotti, al quale possono partecipare i giovani della Generazione Z che potranno vincere premi in denaro in base al maggior numero di partecipazioni agli spettacoli della rassegna. Signorina Else è una produzione del Teatro Rebis, in collaborazione con Osa (Operai/e dello Spettacolo Associati) di Macerata, con il Gruppo Studentesco Officina Universitaria di Macerata, il Teatro Nuovo di Capodarco e con Artisti Drama di Modena
Signorina Else - diretto da Andrea Fazzini - è una lettura drammatizzata, tratta dall’opera omonima del 1924 di Arthur Schnitzler, uno dei primi autori ad occuparsi in maniera così endoscopica e viscerale del tema della violenza sulle donne - una violenza sottile, sociale, patriarcale, una violenza di costume, strisciante, che vede protagonista un’adolescente schiacciata da responsabilità più grandi della sua età.
Lettura intesa come partitura di scena, attraversamento drammaturgico del racconto di Schnitzler, alla ricerca delle sue nervature più enigmatiche, lasciando affiorare dal testo i momenti meno descrittivi e più emozionali, tratteggiando la geografia di un’anima che impercettibilmente, ma anche ineluttabilmente, scivola verso un abisso tragico, con onirica levità.
Signorina Else è anche uno dei primi esempi di utilizzo in letteratura del flusso di coscienza come tecnica narrativa. Introspezione dell’istantaneità delle pulsazioni emotive umane, spesso messa in relazione alle coeve sperimentazioni psicoanalitiche, data anche la fitta corrispondenza tra Schnitzler e Freud.
Il cantante Giuliano Bruscantini, con una tessitura vocale spezzata e minimale, fa da contrappunto ipnotico al precipitare degli eventi, dialogando con la voce interiore di Else, con le sue speranze e le sue incrinature. La materialità visionaria di Frediano Brandetti colloca nello spazio l’ingigantirsi delle soglie attraversate da Else.
Cinque pellicole da Oscar salutano, al cinema teatro San Paolo, la nuova rassegna di film promossa in collaborazione con i Teatri di Sanseverino. Il cartellone di 8 spettacoli, tutti con doppia programmazione, si apre giovedì (6 marzo) e venerdì (7 marzo) con "Io sono ancora qui" di Walter Salles con Fernanda Torres, Selton Mello, Fernanda Montenegro, Valentina Herszage e Maria Manoella.
Le altre pellicole sono The Substance (13-14 marzo), Emilia Pérez (20-21 marzo), La storia del Frank e della Nina (27-28 marzo), Il mio giardino persiano (3-4 aprile), Noi e Loro (10-11) aprile, The Brutalist (24-25 aprile) ed Anora (1-2 maggio).
"Io sono ancora qui" ha ottenuto tre candidature e vinto un Premio Oscar per il miglior film internazionale, è stato premiato al Festival di Venezia ed ha ottenuto candidature e vinto un premio ai Golden Globes.
Siamo in Brasile, nel 1971. Rubens Paiva, ex deputato laburista, vive con la moglie Eunice e i cinque figli a Rio de Janeiro. Il colpo di stato del 1964 lo ha espulso dalla scena politica e ha instaurato una dittatura militare che spaventa Eunice e le fa temere per l'incolumità della figlia maggiore Veronica, simpatizzante dei movimenti studenteschi antigovernativi. Ad essere portato via da casa, un giorno in fretta e furia, da un manipolo di sconosciuti armati, è invece Rubens. Non farà mai più ritorno.
Il regista Walter Salles era amico dei bambini Paiva e conosceva bene la loro casa. Abituato ai grandi spazi della sua terra, e a dimostrare il proprio talento visivo nella rappresentazione di viaggi e paesaggi, qui si muove per la maggior parte del tempo nello spazio chiuso di quella casa impressa nella memoria, e al limite della strada di fronte e della spiaggia adiacente, ma allo stesso tempo racconta un paesaggio famigliare e affettivo meravigliosamente ampio.
Tra le pellicole della nuova rassegna, come detto, figurano ben 5 Premi Oscar. Il più premiato è sicuramente “Anora”, di Sean Baker, che ha ottenuto le statuette per “Miglior film”, “Miglior regista”, “Miglior attrice protagonista”, “Miglior sceneggiatura originale” e “Miglior montaggio”. Non male nemmeno “The Brutalist” di Brady Corbet che ha incassato i premi “Miglior fotografia”, “Miglior colonna sonora” e “Miglior attore protagonista”. Bene anche “Emilia Pérez” con “Miglior attrice non protagonista” e “Miglior canzone originale”. Una statuetta per “The Substance” per il “Miglior trucco e acconciatura”.
Torna ai Martedì dell’Arte, ormai tradizionale rassegna curata dall’Associazione Arte con il Comune e l’Azienda Teatri, il prof. Roberto Cresti. Martedì 4 marzo Cresti terrà una lectio dal titolo: Da Gaber a Luporini. La Milano del “Signor G”.
Questa lezione è alle 18, con ingresso libero, in Sala consiliare. Il calendario di quest’edizione vede salire in cattedra ospiti di altissimo profilo. Sono: Stefano Papetti, Roberto Mancini, Mauro Perugini, Yuri Marano, Andrea Baffoni, Michele Fofi, Giorgio Valentini, Maria Letizia Papiri, Paola Ballesi, Roberto Cresti.
Anche quest’anno la presenza agli appuntamenti verrà riconosciuta dal Miur come corsi formativi, al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione. Per informazioni: 339.7439458 - iskra@donatianna.it
Il Banco Marchigiano propone per sabato 1 marzo, alle ore 16:00, nella sua sala convegni, in vicolo Nettuno 29 a Civitanova Marche, un incontro in memoria dei Caduti: M.llo Capo Sergio Piermanni e App.to Alfredo Beni (Medaglie d'Oro al Valor Militare alla memoria).
La memoria dei militi dell'Arma sarà ricordata (nell'85° anniversario della nascita di Sergio Piermanni) con la presentazione del libro: "Notte di sangue. 18 maggio 1977: i tre conflitti a fuoco di Porto San Giorgio e Civitanova Marche", coautori: Giuseppe Bommarito e Marco Di Stefano.
Il programma prevede, in apertura, il saluto delle autorità civili: Dott. Sandro Palombini , presidente del Banco Marchigiano, un delegato del sindaco di Civitanova Marche, Dott. Fabrizio Ciarapica, militari: Col. Dott. Raffaele Ruocco, comandante provinciale dei Carabinieri di Macerata, religiose: Don Giordano Trapasso, vicario generale dell'Arcidiocesi di Fermo.
Conduce Aldo Caporaletti, promotore dell'incontro. Già presidente della Biblioteca Comunale Silvio Zavatti, con una consolidata esperienza di promotore, consulente e organizzatore culturale, presso Comuni, Istituti scolastici e associazioni. Ha curato l'edizione di due libri per le celebrazioni del V Centenario della nascita di Annibal Caro. A partire dal 2018, è curatore degli incontri di riflessione spirituale per l'Unità Pastorale San Pietro-Cristo Re di Civitanova Marche.
Il pubblico incontrerà gli autori del libro Notte di Sangue (l'unico pubblicato in quasi cinquant'anni, dai tragici eventi del 18 maggio 1977), Avv. Giuseppe Bommarito, presente in sala e Gen. Marco Di Stefano, in video-collegamento dal Cile, dove si trova per motivi professionali.
Giuseppe Bommarito, giornalista e scrittore. Avvocato, lavora a Macerata, è presidente dell'associazione "Con Nicola, oltre il deserto dell'indifferenza", fondata nel 2009 dopo la morte per droga del figlio, deceduto a 26 anni. E' autore di alcuni libri: "Un piccolo faro su Nick" (2009), "Sia fatta la tua volontà" (2016), "Adesso riposa" (2019); i più recenti: La leggenda del santo ergastolano (2022), Le vittime dimenticate (2023).
Marco Di Stefano, già comandante provinciale dei Carabinieri di Macerata. Sceglie la vita militare nel 1981. Dopo aver frequentato l'Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali di Roma, inizia la carriera di Ufficiale dei Carabinieri durata 41 anni, raggiungendo il grado di Generale di Brigata. Ha comandato reparti delle organizzazioni territoriali e addestrative in tutta Italia e, dal 1995 al 2022, numerose missioni internazionali delle Nazioni Unite e della Nato.
Intervengono alla presentazione del libro, dialogando e confrontandosi con gli autori: prof. Francesco Adornato, già rettore dell'Università di Macerata dal 2016 al 2022 e docente ordinario nello stesso ateneo. Ha scritto per Cronache Maceratesi una magistrale recensione al saggio di G. Bommarito e M. Di Stefano, Notte di sangue (Affinità Elettive, Ancona, 2024); gen. Rosario Aiosa, già comandante della Compagnia Carabinieri di Fermo, autore della prefazione al libro.
Dopo aver frequentato il corso alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli, dal 1967 al 1971, passa all'Accademia Militare di Modena, completando la formazione nel 1973 con il grado di Sottotenente dei Carabinieri. A seguito del conflitto a fuoco con la banda dei Catanesi, in cui rimane gravemente ferito, al Cap. Aiosa viene conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.
Coordina Fulvio Fulvi, redattore di Agorà, inserto culturale del quotidiano Avvenire. Maceratese di origine, lavora a Milano, è autore di saggi di critica letteraria e cinematografica.
Il teatro comunale di Loro Piceno, che un tempo ospitava le emozioni del grande schermo, torna a rivivere la magia del cinema con una rassegna di cortometraggi dedicata ai giovani talenti marchigiani.
L’evento (in programma nei giorni 2 marzo con Giulia Grandinetti, 29 marzo con Nikola Brunelli e 6 aprile con Officine Mattòli) vuole essere non solo un’occasione per valorizzare il lavoro di promettenti registi del territorio, ma anche un invito per i ragazzi a scoprire e coltivare la loro passione per il cinema. L’iniziativa è aperta a tutti e vuole stimolare il confronto tra giovani artisti e spettatori, creando uno spazio di condivisione e ispirazione.
La rassegna prenderà il via il domenica 2 marzo con la partecipazione della regista Giulia Grandinetti, che incontrerà il pubblico per raccontare il suo percorso e presentare alcuni dei suoi lavori.
Giulia Grandinetti ha esordito nel 2020 con il lungometraggio indipendente "Alice and the Land that Wonders" e ha poi sviluppato una raccolta di cortometraggi che esplorano le complessità dell’essere umano. Tra questi: Guinea Pig (2020) – Una società in cui il governo ha abolito ogni forma di contatto tra esseri umani e sottopone i cittadini a test annuali per misurarne l’empatia e l’attrazione sessuale; Tria - Del sentimento del tradire (2022) – Ambientato in una Roma distopica, racconta la drammatica scelta di una famiglia Rom costretta a sacrificare una delle proprie figlie a causa di una legge ingiusta; Majonezë (2024) – Un’intensa storia ambientata in Albania, dove una giovane ragazza lotta contro le rigide regole imposte dalla famiglia fino a compiere un atto di ribellione.
Attualmente, la regista sta lavorando al cortometraggio "Solo" e al nuovo lungometraggio "Jaune et Bleu". Il suo cinema si distingue per l’esplorazione della distopia, dei tabù e delle dimensioni oniriche, elementi che caratterizzano tutte le sue opere. Ingresso libero. Consigliata la prenotazione al team CULT (BiblioLoro) e AFfolle ai numeri 3460696200 - 333189 8776 (whatsapp)
A molti sarà capitato di passeggiare per i vicoli di Macerata e di sentirsi dentro una scenografia. Non una qualsiasi, ma una che potrebbe aver immaginato Dante Ferretti, il Maestro della scenografia che oggi compie 82 anni.
Partendo proprio dalla sua Macerata, Ferretti è riuscito ad affermarsi come uno degli scenografi più grandi di sempre, lavorando al fianco di mostri sacri della regia come Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Martin Scorsese e Tim Burton. Le sue opere gli sono valse riconoscimenti globali, tra cui tre premi Oscar alla migliore scenografia, conquistati insieme alla moglie Francesca Lo Schiavo nel 2005 con The Aviator, nel 2008 con "Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street" e nel 2012 con Hugo Cabret.
(Video realizzato da Francesco Silla)
Dante Ferretti si è sempre detto molto orgoglioso delle sue origini maceratesi e quando può non manca di tornare nella città che gli ha dato i natali per passeggiare fra i vicoli del centro storico, quei vicoli che hanno ispirato molte delle sue scenografie. Molti infatti non lo sanno, ma nelle scenografie capolavoro di Dante Ferretti Macerata è sempre presente in qualche modo.
Insieme allo scrittore David Miliozzi, profondo conoscitore del suo mondo e curatore della biografia di Dante Ferretti Immaginare prima: le mie due nascite, il cinema, gli Oscar, a cui è seguito Bellezza imperfetta. Io e Pasolini, che racconta il sodalizio professionale fra Ferretti e il Corsaro Nero, siamo andati alla scoperta dei luoghi di Dante Ferretti a Macerata.
Il nostro viaggio inizia da Piaggia della Torre, una delle stradine più suggestive della città. Qui sorgeva la casa in cui Dante Ferretti nacque nel 1943. L’edificio originale, però, non esiste più. Fu distrutto dal bombardamento del 3 aprile 1944, quando Dante aveva appena un anno. Lui, la madre e la sorella rimasero sotto le macerie. "La madre e la sorella vennero salvate subito. Dante invece fu ritrovato solo molte ore dopo, quando ormai le speranze si stavano spegnendo", racconta Miliozzi. È quasi simbolico: Ferretti, che per tutta la vita ha costruito scenari immaginifici, ha vissuto sulla propria pelle la distruzione e la ricostruzione. "È nato dalle macerie e ha passato la vita a creare mondi che senza di lui non sarebbero mai esistiti", riflette Miliozzi.
Salendo verso Piazza della Libertà, il cuore pulsante di Macerata, troviamo un altro tassello fondamentale della storia di Ferretti. Qui, un tempo, si trovava la bottega di falegnameria di suo padre, Elvio. "Elvio perse una gamba nell’esplosione del ‘43, ma non si arrese. Si costruì da solo una protesi in legno, proprio come Geppetto con Pinocchio", racconta Miliozzi. Un'immagine che richiama le fiabe e i mondi fantastici che Ferretti avrebbe ricreato nel cinema.
Dante Ferretti è, dunque, nato sotto l'ombra della Torre Civica, ma non solo. Da bambino, si intrufolava all’interno della torre con il suo amico Clemente, il figlio del custode, per osservare il meccanismo dell'orologio e divertirsi a ricaricarlo. Un’esperienza che, molti anni dopo, sarebbe diventata una delle fonti di ispirazione per Hugo Cabret, il film di Martin Scorsese che gli valse il suo terzo premio Oscar. Oggi, una targa sulla torre ricorda questo legame speciale.
Di fianco alla Torre Civica si erge il Teatro Lauro Rossi, un gioiello neoclassico che per Ferretti ha rappresentato uno dei primi contatti con il mondo dello spettacolo. "Qui si organizzavano serate da ballo. Era un teatro vivo, un luogo che aveva una sua magia", racconta Miliozzi. È impossibile non pensare a "I Vitelloni" di Federico Fellini, film in cui si respira la stessa atmosfera delle serate maceratesi vissute da Ferretti. Non a caso, Fellini e Ferretti avrebbero poi collaborato a lungo, condividendo sogni, visioni e ricordi.
Su questa scia, ci addentriamo nei vicoli meno battuti del centro storico, fino a raggiungere Vicolo Marefoschi. Qui, un tempo, si trovava il bordello della città. Ferretti, da ragazzino, era incuriosito da una donna affacciata alla finestra, con una lunga sigaretta tra le dita e un’aria misteriosa. Una visione che gli sarebbe rimasta impressa e che avrebbe poi ripreso nella scenografia de "La città delle donne", film in cui Fellini racconta un viaggio surreale e onirico nell’universo femminile.
Costeggiando le mura di Macerata, arriviamo dietro la Chiesa di San Giorgio, che in passato era spesso teatro di alcune rassegne cinematografiche. Non potendosi permettere il biglietto, Dante e i suoi amici si arrampicavano per scorgere nel cortile della chiesa un terzo del film proiettato. "Questa cosa è stata fondamentale nel processo creativo di Dante, perchè vedendo solo un terzo dello schermo, era portato ad immaginarsi i restanti due terzi. Questa privazione ha ‘eccitato’ ancora di più la sua creatività. Davvero poetico".
Saliamo verso Corso Garibaldi, dove c’è il barbiere, oggi profondamente restaurato, in cui Dante accompagnava il papà. La scena epica di Sweeney Todd, altro oscar alla sceneggiatura, col sedile della sedia da barbiere e le assi del pavimento in legno, trae ispirazione proprio da qui ed è dunque anche esso un ricordo di Dante Ferretti legato a Macerata”.
Non si può parlare di Dante Ferretti senza menzionare il Cinema Italia. Era qui che, da bambino, si sedeva incantato davanti allo schermo, lasciandosi trasportare dai mondi fantastici del cinema. "Per lui, il Cinema Italia era una finestra su un altro universo, un primo assaggio di quella magia che avrebbe poi trasformato in mestiere", racconta Miliozzi. Le luci soffuse, il fascino della pellicola che scorreva nel proiettore, il profumo della sala: dettagli che avrebbero plasmato il suo immaginario.
Macerata dunque non è solo il luogo di nascita di Ferretti, è la culla della sua immaginazione. Ogni scorcio, ogni dettaglio della città è un tassello del mosaico che ha costruito il suo genio creativo. Ed è bello pensare che, ogni volta che passeggiamo in questi luoghi, possiamo ancora intravedere, tra le ombre e le luci del centro storico, un frammento di cinema.
Una gaffe, un errore, un lapsus, un’azione maldestra. Ecco che un discorso, una situazione, un contesto diventano comici, a volte ridicoli o grotteschi, sempre esilaranti. La reazione di chi vi assiste, inevitabile e impietosa, è la risata, pura e sadica. Come l’umorismo. È proprio “La comicità involontaria” il tema della 33ma Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, lo storico concorso a premi organizzato dal Comune di Tolentino.
A tirare le fila di una manifestazione culturale che, caso raro, mantiene il suo spirito originario riuscendo a rinnovarsi agganciando i linguaggi e gli strumenti di espressione contemporanei, è oggi il nuovo direttore artistico, il professor Enrico Maria Davoli, docente di Storia dell’Arte Contemporanea e di Storia del Design all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Direttore del blog-rivista “Fare Decorazione” (www.faredecorazione.it) e autore di numerose pubblicazioni, Davoli si occupa di pittura, scultura, architettura, design dei secoli XIX-XXI, nonché di storia della decorazione e degli apparati decorativi nelle diverse civiltà, correnti, ambienti culturali che li ospitano.
Il concorso della Biennale si articola in due sezioni, una dedicata all’arte umoristica sul tema dato, l’altro alla caricatura di personaggi illustri. Possono partecipare artisti contemporanei da tutto il mondo, senza limiti di età, con un numero massimo di tre opere per ciascuna sezione, inedite, di dimensioni e tecnica libere, in qualsivoglia forma d’arte visiva e ogni tipologia di materiale e di supporto, anche digitale: pittura, grafica, scultura e installazione, fotografia, video.
A partire dal primo marzo sarà possibile scaricare il regolamento e inviare la richiesta di partecipazione sul sito www.biumor.com. Le opere dovranno pervenire entro il 12 maggio 2025. Sarà una Giuria qualificata a selezionare i lavori che saranno esposti nella mostra della Biennale e a scegliere i vincitori.
La mostra sarà esposta dal 12 luglio 2025 al 6 gennaio 2026, salvo proroghe. La Giuria è così composta: Enrico Maria Davoli, John Mc Court, Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Macerata, Andrea Gualandri, già direttore artistico della Biennale nel 2011, Matteo Nannini, pittore, Ilaria Pezone, filmaker, Roberto Semprini, architetto e designer, Agnese Tonelli, museologa.
È possibile seguire la Biennale anche sulle pagine Facebook, Instagram, X e sul canale. You tube. Nel corso della conferenza stampa di presentazione del nuovo Direttore e del tema del concorso, il Sindaco Mauro Sclavi ha ringraziato quanti, negli anni, hanno collaborato dando un contributo e che – ha detto – ci consentono di arrivare a questa 33° edizione con un bagaglio di stili e stimoli che hanno arricchito il nostro tessuto sociale e culturale. Ora – ha precisato – vogliamo dare maggior respiro all’evento improntandolo sull’opera d’arte in generale. Mi auguro di vedere realizzata una Biennale con una valenza artistica e comunicativa di grande respiro, che coinvolga tutti, in nome dell’umorismo e dell’ironia.
"Considero la Biennale dell’Umorismo – ha sottolineato l’assessore alla Cultura Fabio Tiberi - un asset importantissimo e strategico per la cultura della nostra Città, al pari della Basilica di San Nicola e di Nicola Vaccaj solo per fare alcuni esempi e che possa contraddistinguere e caratterizzare Tolentino, riportandola all’attenzione del grande pubblico. Con il nuovo direttore artistico torniamo alle origini sempre guardando al futuro, con la volontà di valorizzare ulteriormente i premi storici e le persone che li hanno ispirati come Luigi Mari e Cesare Marcorelli e con una organizzazione coordinata direttamente. In tal senso va assolutamente ricordato che, fondata nel 1961 dal sindaco e medico Luigi Mari, la Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte di Tolentino celebra l’umorismo come componente essenziale dell’arte, divenendo un evento culturale di rilievo internazionale a cui hanno partecipato i più importanti artisti internazionali dell’arte umoristica, della caricatura e della satira. Quindi – ha concluso Tiberi – vogliamo una nuova edizione inclusiva, in grado di coinvolgere tutta la città".
Il nuovo direttore artistico Enrico Maria Davoli ha iniziato il suo intervenendo tracciando un parallelismo tra decorazione e umorismo, evidenziando come la bravura e l’estro dell’artista siano fondamentali per avere opere d’arte di qualità. Sul tema – ha evidenziato – come la comicità involontaria faccia parte del quotidiano di tutti noi e che ci vede coinvolti come protagonisti o involontari spettatori. "Un tema che certamente troverà – ha detto - il gradimento degli artisti, anche a livello internazionale in quanto veicolo di interculturalità. Infine il direttore Davoli ha presentato i componenti della Giuria che porteranno alla Biennale il loro personale bagaglio culturale e di sensibilità, con una visione e competenze diversificate".
Il primo è tra i comici più seguiti. Il secondo è tra i conduttori e autori televisivi più amati. E - dopo più di 20 anni di collaborazione sul piccolo schermo e di chiacchierate e risate tra camerini e studi tv - Gabriele Cirilli è riuscito a coinvolgere Carlo Conti nel suo nuovo spettacolo che calcherà i palchi dei più prestigiosi teatri italiani dal titolo "Cirilli & Family", in collaborazione con la MA.GA.MAT. Srl e prodotto e distribuito da Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci.
Il tour del nuovissimo "Cirilli & Family" fa tappa ora a Civitanova, inserito nel cartellone fuori abbonamento dell’Azienda Teatri e del Comune: l’appuntamento è fissato per sabato 1° marzo, alle 21.15, al Teatro Rossini. Biglietti su TicketOne, punti vendita e online, e alle biglietterie dei Teatri.
Già dal titolo si può evincere il clima familiare che si potrà ammirare all’interno di uno show che vedrà protagonista un artista, Cirilli, nato professionalmente proprio sul palcoscenico sotto la guida di un maestro del teatro quale è stato Gigi Proietti.
Con la supervisione artistica di Conti – che, con grande disponibilità, ha dato idee e suggerimenti importanti per la messa in scena - lo show rappresenta la normale storia artistica di un mattatore della risata che ha conquistato il grande pubblico ed è arrivato alla maturità artistica. Cirilli & Family vuole mettere a nudo le cose divertenti che accadono all’interno delle quattro mura domestiche, tra tic e strane, ma simpatiche, abitudini degli italiani. Sul palco con Gabriele ci saranno i ragazzi de "La Factory", la scuola di teatro di Cirilli in quel de L'Aquila.
Dunque, Cirilli & Family sarà l’occasione per raccontare virtù e divertimenti dell’universo famiglia: partendo dalla sua, portando il pubblico a riconoscersi e diventarne parte. Perché questo è il messaggio che Gabriele vuole lanciare: se le persone sono disposte ad avvicinarsi e a lottare insieme con un comune denominatore, l’amore, allora una semplice squadra diventerà qualcosa di più: come si dice oggi un Upgrade, o come si è sempre detto, una Family.
"E se il mondo intero operasse come una grande famiglia allora sì che potremmo lasciare un futuro migliore ai nostri nipoti - spiega Cirilli - Riusciremmo a fare il miracolo se tutti si rendessero responsabili non solo della propria felicità, ma anche di quella degli altri. Pensiamo ad esempio al risparmio energetico, a ridurre l’inquinamento o al tema che sento più vicino: la raccolta differenziata".
Su Conti, che cura anche la supervisione artistica: "Ho voluto coinvolgere Carlo in questo progetto perché è una persona che dal punto di vista della scrittura e dell’organizzazione non è secondo a nessuno. Ha una visione a 360 gradi su tutto quello che riguarda il mondo dello spettacolo, basta vedere la sua straordinaria carriera televisiva e le varie intuizioni che ha avuto nel corso degli anni. Sono onorato del fatto che abbia deciso di lavorare con me a ‘Cirilli e Family’ e di questo (ma anche di tanto altro) gli sarò per sempre grato".
Lo spettacolo, ideato da Gabriele Cirilli e Carlo Conti in collaborazione con la MA.GA.MAT. Srl, è stato scritto con Maria De Luca, Mattia Cirilli, Daniele Ceva, Mario Scaletta, Chiara Garbiero e Luca De Paoli.
Venerdì 21 febbraio si è svolta a Mogliano, alla presenza di un folto pubblico, la presentazione del libro "Non solo handicap" del recanatese Giorgio Terrucidoro, laureato in teologia e affetto dalla nascita da tetraparesi spastica.
L'incontro, organizzato dal Centro socio-culturale "Don Savino Ciccioli", con il patricinio del comune di Mogliano, è iniziato con l'intervento di Giorgio Morichetti, presidente del Centro; sono poi intervenuti il sindaco Fabrizio Luchetti, l’assessore alle politiche sociali Lolita Paoletti e Maria Luisa Petrelli, amica dell'autore.
Terrucidoro ha affermato: "Più passa il tempo, più sento forte la validità di questo libro scritto dieci anni orsono, un libro che va oltre il racconto autobiografico, offrendo una ‘bussola’ per orientarsi ‘senza barriere’ nelle relazioni che caratterizzano la vita di ogni essere umano, a prescindere dalla sua condizione".
"Conobbi Giorgio assistendo alla sua prima presentazione di questo libro - ha raccontato Maria Luisa Petrelli -. Da allora mi sono impegnata per organizzare incontri dello stesso genere in varie località del maceratese; Giorgio ha sempre affrontato la sua condizione fisica con coraggio e determinazione: la sua forza è la Fede, le sue passioni sono lo sport e la musica".
Il teatro di Caldarola ha registrato il tutto esaurito domenica scorsa per lo spettacolo "Le emozioni che abbiamo vissuto", scritto, diretto e interpretato da Walter Veltroni. Un viaggio attraverso gli anni Sessanta, in cui Veltroni ha intrecciato i ricordi legati alla sua famiglia e a suo padre (giornalista, conduttore radiofonico e sceneggiatore) con gli avvenimenti di quel decennio: fatti, personaggi, trasmissioni televisive, musica, cinema e televisione.
Ne è emersa la fotografia di un periodo storico in cui l'Italia e il mondo intero volgevano lo sguardo con fiducia verso un futuro diverso dal passato della guerra. Accanto a Veltroni, sul palco, il 23enne Gabriele Rossi, una laurea in Ingegneria e una grande passione per la musica che lo ha reso un fuoriclasse del pianoforte. Da "Bella ciao" declinata con gli stili dei grandi compositori di musica classica, ai medley delle canzoni che hanno reso indimenticabili gli anni Sessanta, Rossi ha conquistato e fatto canticchiare l’intero pubblico.
Il racconto di Veltroni è stato un alternarsi di aneddoti privati e avvenimenti storici, senza mai distogliere lo sguardo dall’attualità: dall'Italia che imparava a leggere e scrivere con il maestro Manzi in tv fino ai giochi dei bambini dell’epoca; dall'assassinio di John Kennedy a come sarebbe cambiata la storia mondiale se il fratello Robert fosse diventato presidente degli Stati Uniti.
E poi il discorso di Martin Luther King. Quasi due ore di spettacolo senza interruzioni, un crescendo che ha suscitato grande emozione tra gli spettatori: una vera e propria macchina del tempo per coloro che quegli anni li hanno vissuti in prima persona e un momento di riflessione per chi ne ha solo sentito parlare. Un successo che conferma la forza del teatro come mezzo per condividere memoria, cultura ed emozioni senza tempo.
"Ringraziamo l’Unione Montana, con il presidente Giampiero Feliciotti - ha detto il sindaco di Caldarola, Giuseppe Fabbroni - per aver portato nel nostro teatro uno spettacolo di grande valore: siamo stati tappa di un tour nazionale che tocca i grandi teatri italiani. Un grande onore avere a Caldarola un personaggio di spessore come Veltroni che è stato anche sindaco di Roma, Ministro per i beni culturali e deputato".
Il presidente dell’Unione Montana dei Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, ha ribadito l’importanza "di far vivere gli otto teatri storici presenti nel territorio dell’Unione. Proprio l’appuntamento con Veltroni rientra all’interno della rassegna Teatro Next Gen che ha l’obiettivo di portare a teatro la Generazione Z. Un’impresa importante, ma per la quale è necessario iniziare a seminare per raccogliere poi i frutti in futuro". L’evento è stato finanziato dall’Unione Montana dei Monti Azzurri e coordinato dalla Compagnia teatrale Valenti di Treia.
Un evento che rimarrà nella memoria collettiva: Dacia Maraini, Ninetto Davoli e Dante Ferretti si sono ritrovati insieme per celebrare la figura di Pier Paolo Pasolini in occasione della presentazione del libro “Bellezza imperfetta. Io e Pasolini”, opera del premio Oscar maceratese.
La serata ha visto la partecipazione di personalità come David Miliozzi, curatore del volume, Raffaele Curi e Massimiliano Smeriglio, assessore alla cultura del comune di Roma. Quest'ultimo ha svelato i dettagli di un nuovo progetto espositivo dedicato al legame tra Pier Paolo Pasolini e Dante Ferretti, i quali hanno collaborato a ben otto film, da “Il Vangelo secondo Matteo” a “Salò o le 120 giornate di Sodoma”.
L’auditorium, gremito in ogni ordine di posto, ha ospitato un parterre di celebrità tra cui Gabriella Pescucci e Francesca Lo Schiavo, entrambe vincitrici del premio Oscar, la stilista Anna Fendi, Fausto Bertinotti, Gianni Letta e molte altre celebrità. Tutti riuniti per ascoltare i racconti appassionati del trio pasoliniano, rendendo la serata un autentico tributo al genio di Pasolini.
Domani (domenica 23 febbraio) in occasione della Giornata internazionale della guida turistica, istituita dalla World Federation of Tourist Guide Associations nel 1990 e promossa in Italia dall'Associazione Nazionale Guide Turistiche, il gruppo "Guide delle Marche", affiliate ad Angt e Federagit/Confesercenti, organizza il tour: “Il passar delle ore. Orologi e campanili di San Severino Marche”.
Con partenza alle ore 15,30 e alle ore 16,30 dalla sede della Pro Loco, in piazza del Popolo, sarà possibile prendere parte a una passeggiata che metterà in risalto il patrimonio storico e culturale locale, con particolare attenzione ai campanili e agli orologi che scandiscono il tempo della comunità.
Il percorso prevede una visita all'House Museum - Clocks and Scientific Instruments, una casa museo situata in una palazzina liberty dei primi del '900. Questo museo ospita una rara collezione privata di orologi, strumenti scientifici, mappe antiche di navigazione e mappamondi, frutto della passione di due collezionisti settempedani. Un'opportunità imperdibile per immergersi nella storia e nella scienza attraverso oggetti di inestimabile valore.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti. È consigliata la prenotazione tramite WhatsApp al numero 338 8007012.
Nuovo appuntamento con i Martedì dell’Arte, ormai tradizionale rassegna curata dall’Associazione Arte, con il Comune e l’Azienda Teatri. Martedì 25 febbraio torna la professoressa Paola Ballesi che terrà una lectio su Tamara de Lempicka. Questa lezione è alle 18, con ingresso libero, in Sala consiliare.
Il calendario di quest’edizione vede salire in cattedra ospiti di altissimo profilo. Sono: Stefano Papetti, Roberto Mancini, Mauro Perugini, Yuri Marano, Andrea Baffoni, Michele Fofi, Giorgio Valentini, Maria Letizia Papiri, Paola Ballesi, Roberto Cresti.
Anche quest’anno la presenza agli appuntamenti verrà riconosciuta dal Mur come corsi formativi, al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.