Inseguire o attrarre nelle relazioni: due stati dell'essere
Nelle relazioni affettive esistono due dinamiche fondamentali: inseguire e attrarre.
Non sono solo due comportamenti, ma veri stati interiori dell’essere.
Chi insegue ha bisogno di colmare un vuoto alla ricerca di quelle conferme ed amore che non riesce a trovare dentro di sé.
Chi attrae, invece, lo fa naturalmente perché ha una pienezza interiore che trova le sue radici in un percorso personale di consapevolezza ed accettazione.
Una centratura che genera sicurezza e serenità nel rapporto con l’altro, basato sulla reciprocità e non sulla dipendenza.
Una sorta di leggerezza che viene trasmessa da chi è appagato dalla propria vita e si sente completo in sé.
Proprio tale completezza esercita un fascino silenzioso, capace di generare legami più autentici e duraturi.
Dall’altra parte, il desiderio di approvazione e riconoscimento conduce ad una forma di schiavitù emotiva, che alimenta ansia e un persistente senso di non appartenenza.
Inseguire qualcuno all’interno di una relazione, spesso nasconde dinamiche psicologiche profonde, legate ad insicurezze tipiche di uno stile di attaccamento ansioso.
Chi presenta questo schema relazionale tende a cercare rassicurazioni nel tentativo di placare la paura del distacco o dell’abbandono.
Colui che insegue, in realtà tende ad essere rivolto più all’esterno: cerca di soddisfare i bisogni dell’altro, nella speranza di essere visto, riconosciuto e ritenuto degno d’amore.
In questa dinamica si perde progressivamente il contatto con l’identità più autentica.
Quando non si ha una reale conoscenza dei propri desideri, si vive in una sorta di anestesia emotiva che offusca la capacità di riconoscere e ascoltare i bisogni.
Si finisce per trascurare il benessere personale, convinti che si possa star bene solo in presenza dell’altra persona.
Quest’idea portata all’estremo, può sfociare in una dipendenza affettiva. La persona perde vitalità e luce, dimenticando progressivamente quei valori e talenti che le rendono unica.
Il cambiamento avviene quando si comprende che la propria esistenza non dipende da nessuno, se non da se stessi.
In quel momento lo sguardo si sposta dall’esterno verso l’interno, si inizia a costruire uno spazio interiore fatto di consapevolezza e rispetto per se stessi
Impariamo a stabilire confini sacri e a riconoscere ciò che ci nutre e ciò che ci svuota, scopriamo così che si può stare bene anche nella solitudine.
Questo passaggio implica un percorso che parte dall’accettazione delle proprie fragilità: si impara ad attraversarle e a trasformarle in forza.
Tanto più l’essere umano si dedica alla crescita interiore, tanto più sviluppa un senso di completezza che diventa la forma più autentica di attrazione.
L’armonia interiore richiama inevitabilmente ciò che le è affine e la connessione nasce da un equilibrio e non da una mancanza.
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