Cultura
Civitanova, dalla pittura rupestre alla street art: Giulio Vesprini protagonista ai "Martedì dell'Arte"
Nuovo appuntamento con la diciannovesima edizione dei Martedì dell’Arte, ormai tradizionale rassegna curata dall’Associazione Arte e promossa con il Comune e l’Azienda Teatri. Martedì 11 novembre, alle 18 al cine-teatro Cecchetti, ci sarà la lectio di Giulio Vesprini su “Muri parlanti. Dalla pittura rupestre alla street art”. L’edizione 25/26 vedrà 30 incontri e relatori di altissimo profilo. Sono: Roberto Mancini, Andrea Baffoni, Laura Colò, Michele Fofi, Giulio Vesprini, Mauro Perugini, Giancarlo Trapanese, Stefano Papetti, Roberto Cresti, Paola Ballesi, Peppe Barbera. Anche quest’anno la presenza agli appuntamenti verrà riconosciuta dal Mur come corsi formativi, al termine dei quali sarà rilasciato un attestato di partecipazione.
Il senso del femminismo oggi in un libro curato da Anna Paola Concia e Lucetta Scaraffia
Arriva in libreria Quel che resta del femminismo, una raccolta di riflessioni sul senso del femminismo nel 2025, a cura di Anna Paola Concia e Lucetta Scaraffia. Il libro si compone di sei saggi, che affrontano la questione da vari punti di vista: un bilancio storico dei femminismi di Lucetta Scaraffia, l’eventuale sopravvivenza del patriarcato oggi nell’analisi di Luca Ricolfi, l’inganno delle identità di Claudia Mancina, il rapporto fra femminismi e cultura woke di Fabrizia Giuliani, le riflessioni contro la strumentalizzazione del diritto e della libertà femminile di Silvia Niccolai, e infine un approfondimento sui generi, i ruoli e la storia di Aldo Schiavone. Come scrive Anna Paola Concia nell’Introduzione, gli autori sono «accademici con storie e culture diverse: storiche, sociologi, filosofe, scrittori e giuriste, accomunati dalla voglia di interrogarsi sulle trasformazioni del femminismo e su cosa stanno producendo nelle nostre società contemporanee». Un libro a più voci dunque, che nasce dall’esigenza di non disperdere le considerazioni emerse durante il convegno "I femminismi di fronte alla cultura woke", tenutosi a Roma lo scorso 8 marzo presso la Fondazione Einaudi. Proprio il diffondersi della cultura woke, condivisa soprattutto dalle giovani generazioni, ha creato in questi ultimi anni profonde spaccature nel femminismo italiano e non solo. Le critiche al femminismo ostacolano il tradizionale impegno politico e impongono un ripensamento teorico sulla profondità del cambiamento in atto e sulle sue prospettive future: si sta tentando di cancellare l’esistenza di una identità femminile, quella che è sempre stata alla base delle rivendicazioni dei movimenti femministi, per sostituirla con identità neutre, come “persone con l’utero” o “persone con le mestruazioni”. I sei autori, pur partendo da posizioni differenti, concordano sulla necessità di difendere e valorizzare le caratteristiche fondative del femminismo, come l’universalismo, il liberalismo e l’esistenza di una specificità femminile legata alla capacità riproduttiva. Anna Paola Concia, femminista, attivista dei diritti civili e scrittrice, è stata assessora al Comune di Firenze, presidente di Agensport Regione Lazio, Deputata della Repubblica e Consigliera di tre Ministre della Repubblica. Dal 2016 coordina il Comitato organizzatore di Didacta Italia, edizione italiana di Didacta International, la fiera sulla scuola del futuro più importante al mondo. Lucetta Scaraffia, storica, giornalista e scrittrice, ha insegnato Storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma. Ha collaborato con diversi quotidiani e, nel 2017, ha ricevuto per la sua attività le insegne della Legion d’onore dal presidente della Repubblica francese. Dal 2007 è membro del Comitato nazionale per la bioetica.
Macerata, conoscere la Cina attraverso il cinema: torna la rassegna curata dall'Istituto Confucio
Ritorna a Macerata la rassegna di cinema cinese “Luci cinesi - 中国电影周” e, insieme ad essa, un'occasione di riflessione per comprendere più da vicino la complessità del mondo cinese. L'Istituto Confucio dell'Università di Macerata propone due iniziative complementari: quattro serate di cinema contemporaneo al Cinema Italia e, giovedì 6 novembre, l'incontro con il sociologo Pino Arlacchi, autore del volume “La Cina spiegata all'Occidente”. La rassegna prenderà il via mercoledì 5 novembre e porterà sullo schermo alcuni tra i titoli più significativi della nuova cinematografia cinese, offrendo uno sguardo su una società in rapido cambiamento attraverso le lenti di registi come Wei Shujun, Anthony Chen, Guan Hu e Jia Zhangke. Le proiezioni si terranno alle 21:00 al Cinema Italia di Macerata (via Gramsci, 25) con ingresso libero e gratuito. Ecco il calendario: mercoledì 5 novembre, “Il mistero scorre sul fiume” di Wei Shujun; giovedì 6 novembre “The Breaking Ice” di Anthony, mercoledì 12 novembre “Black Dog” di Guan Hu e giovedì 13 novembre “Generazione Romantica” di Jia Zhangke. (Un'immagine tratta dal film "Generazione Romantica") Giovedì 6 novembre, alle 16, l'Auditorium dell'Università di Macerata (via Padre Matteo Ricci 2) ospiterà Pino Arlacchi per la presentazione del suo ultimo libro, “La Cina spiegata all'Occidente”: un'opera che invita a superare stereotipi e diffidenze per comprendere le radici culturali e politiche del "miracolo cinese". Sociologo e già sottosegretario generale delle Nazioni Unite, Arlacchi è noto a livello internazionale per i suoi studi sulla criminalità organizzata e per l'impegno nelle politiche di cooperazione e sviluppo. Negli ultimi anni ha rivolto il suo interesse alla Cina, approfondendo i fattori che ne hanno guidato l'ascesa economica e il ruolo crescente nello scenario globale. "Con questo libro - afferma l'autore - "spero di contribuire a contrastare l'industria della paura e dell'ignoranza che alimenta gran parte della narrazione sulla Cina diffusa oggi in Occidente. La chiave per entrare nella mentalità della Cina e dei cinesi è la conoscenza delle istituzioni politiche originali che essi hanno creato nel corso dei millenni e dentro le quali vivono ancora oggi." L'incontro, aperto al pubblico, potrà essere seguito anche da remoto. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito https://confucio.unimc.it. Con queste iniziative l'Istituto Confucio dell'Università di Macerata rinnova il proprio impegno nel promuovere il dialogo interculturale e la conoscenza della Cina contemporanea, attraverso linguaggi e prospettive capaci di unire cultura, arte e riflessione critica.
Civitanova Film Festival, Dreams like paper boats (Haiti) fa incetta di premi: tutti i vincitori dell'edizione 2025
Il Premio Stelvio Massi al Miglior Cortometraggio dell’undicesima edizione del Civitanova Film Festival è stato assegnato a Dreams like paper boats (Des rêves en bateaux papiers, Haiti, 2024) di Samuel Suffren, che si è anche aggiudicato il premio alla Miglior Regia e il Premio alla Miglior Sceneggiatura. Il Premio Claudio Gaetani al Miglior Attore del CFF 2025 è andato a Benjamin Sawyer (Rochelle, Nuova Zelanda, 2024), la Miglior Attrice è Brid Brennan (Room Taken, Irlanda, 2023). Il Premio del Pubblico è per Room Taken, mentre lo Staff del Festival ha dato la sua preferenza a Playing God (Italia, 2024). Il Premio Migliori Scene e Costumi è stato assegnato dal Comitato di Scenaria Festival a Paix Robinson (Such a lovely day, UK 2023). Quindi i due Premi di Corti Young, progetto di proiezioni per le scuole sostenuto dal Banco Marchigiano: gli studenti dell’IIS Bonifazi Corridoni hanno premiato il corto Superbi (Italia, 2024), quelli dell’IIS Da Vinci, Narciso (Italia, 2024). Ieri, domenica 2 novembre 2025, il cinema Cecchetti di Civitanova ha ospitato le premiazioni dell’edizione 2025 della rassegna. “Nove giorni di cinema intenso - hanno detto i direttori artistici Peppe Barbera e Michele Fofi -. Chi ha l’onore di dialogare con un pubblico ha l’onere di impegnarsi dando sostanza e corpo a quello che propone. Senza nessun tappeto rosso”. Tra gli eventi, Michele Fofi ha ricordato la grande partecipazione alle proiezioni “dei sette lungometraggi proposti e in un momento così difficile per il cinema questo è un bel segnale”. “Torno molto volentieri alle premiazioni del Civitanova Film Festival - le parole del presidente della Fondazione Marche Cultura / Marche Film Commission Andrea Agostini - una rassegna dove si respira una grande passione. Il livello di qualità cresce di anno in anno, con corti che provengono da ben oltre il confine nazionale. Occorre investire nella cultura della sala per alimentare le emozioni che circolano in questi luoghi: spazi dove incontrarsi, riflettere e fare comunità”. A portare i saluti per Corti Young, le docenti Giulia Gianfelici (Bonifazi-Corridoni) e Maria Grazia Baiocco (Da Vinci). Presenti anche Cristiano Anania di Associak e il regista marchigiano Nikola Brunelli. “I contenuti che lascia il CFF al suo pubblico sono un valore aggiunto - le parole di Maria Luce Centioni, presidente dei Teatri di Civitanova -: ci avete regalato degli incontri che sono una carrellata di profonda umanità”. La giuria dell’undicesima edizione è stata composta dalla registra e autrice, nonché fondatrice dell’Ortigia Film Festival, Lisa Romano; dall’attore Ibrahim Keshk (SKAM Italia, Romantiche, Ma chi ti conosce?); l’organizzatrice di festival ed eventi culturali Chiara Caporicci; il presidente del Circolo del Cinema Metropolis e membro del consiglio direttivo FICC, nonché vicepresidente vicario Anec/Agis Marche Andrea Cardarelli. Il comitato di Scenaria Festival è formato quest’anno da: Daniela Garbuglia (appassionata d’arte, gallerista d’antiquariato e figlia del grande scenografo Mario); Francesca Iacopini (storica dell’arte, specializzata in fotografia e comunicazione e consulente di direzione organizzativa e progettazione finanziata); Mauro Mazziero (direttore artistico per le arti visive del Mugellini Festival di Potenza Picena, oltre che ideatore di Scenaria Festival e Prima Scena). Ricordiamo che quest’anno sono stati iscritti al concorso ben 300 cortometraggi, con i 19 finalisti provenienti da tutto il mondo: Argentina, Canada, Corea del Sud, Estonia, Francia, Giordania, Haiti, Irlanda, Lituania, Nuova Zelanda, Regno Unito, Russia, Turchia, USA e, ovviamente, Italia. Il CFF è organizzato dall’APS Favolacce, dall’Azienda dei Teatri di Civitanova e dal Comune di Civitanova.
Sold out al Piermarini per “Rosencrantz e Guildenstern sono morti", lo spettacolo che ha aperto la stagione teatrale
Tutto esaurito al Teatro Piermarini di Matelica per “Rosencrantz e Guildenstern sono morti”, lo spettacolo di Tom Stoppard con la regia di Alberto Rizzi che ha inaugurato la nuova stagione teatrale nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune e l’AMAT, con il contributo della Regione Marche e del MiC. Sul palco gli attori Francesco Pannofino, Francesco Acquaroli e Paolo Sassanelli. Uno spettacolo dinamico e giocoso, dal sapore del teatro popolare, con un cast eccezionale che ha visto Francesco Pannofino e Francesco Acquaroli nei ruoli di Rosencrantz e Guildenstern, due perfetti clown/avventurieri, capaci di rendere indimenticabili, ancora una volta, questi due personaggi straordinari, affiancati poi da Paolo Sassanelli, un interprete ideale per guidare con ironia, carisma ed allegria la compagnia di comici erranti. Risultato che ha dato grande soddisfazione al sindaco della Città di Matelica Denis Cingolani: “Questo spettacolo che ha inaugurato la stagione teatrale al Piermarini, ci ha regalato un momento culturale di grande qualità con un importante valore aggregativo considerando tutte le persone presenti. L’obiettivo che si è prefissa la nostra amministrazione con questo folto cartellone è quella di rafforzare l’offerta culturale, vorremmo trasformare la nostra città in un punto di riferimento per il teatro nelle Marche, l’ottimo riscontro avuto ieri, ci fa capire che stiamo andando nella direzione giusta”. L’assessore alla Cultura Barbara Cacciolari ha sottolineato l’inizio con il botto: “Siamo profondamente soddisfatti di questa straordinaria apertura di stagione. Il pubblico è arrivato persino da fuori Matelica, creando un’atmosfera speciale, e come dice Peter Brook, il teatro è davvero un luogo di incontro. Ringraziamo tutti per aver reso la serata un sold out memorabile, siamo orgogliosi di aver iniziato così”.
Gianni Amelio protagonista al Civitanova Film Festival: il libro Il campo del cinema
L’undicesima edizione del Civitanova Film Festival volge ai titoli di coda. Guardando al programma, domani (sabato 1° novembre 2025) si incomincia alle 18 alla palazzina Sud del Lido Clauana di Civitanova, dove ci sarà la presentazione del libro Il campo del cinema, con gli autori, il regista Gianni Amelio, Pedro Armocida e Anton Giulio Mancino. Il libro ripercorre avanti e indietro quel mezzo secolo che separa il primo lungometraggio per il cinema di Gianni Amelio, Colpire al cuore (1983), dal più recente, Campo di battaglia (2024), lungo un percorso che comprende gli esperimenti televisivi, i cortometraggi, i documentari, i romanzi e tutti gli altri preziosi tasselli di un puzzle fitto. Più di cinquant’anni di cinema nell’accezione lata e polivalente hanno consentito all’autore calabrese di portare in dote a più riprese il fardello dell’infanzia, l’ansia dell’adolescenza e lo scotto dell’età adulta, categorie inseparabili, contigue, conflittuali e dissolventi l’una nell’altra. Un viaggio fino alla produzione più recente, passando dal grande successo internazionale ottenuto con Il ladro di bambini (1992), Grand Prix della Giuria al Festival di Cannes, e quello di Così ridevano (1998), Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia. La giornata prosegue al cinema Cecchetti, dove alle 21.15 verrà proiettato il film La voce di Hind Rajab (2025). Ingresso 5 euro, ridotto 4 euro e possibilità anche di prevendita in orario di apertura del cinema. Domenica 2 novembre cala il sipario al Cecchetti dalle ore 17, con le proiezioni dei cortometraggi vincitori e le premiazioni. Ricordiamo invece che oggi, venerdì 31 ottobre, il festival parte alle 18 al Cecchetti con la proiezione del film La tomba delle lucciole (1988). Ingresso 5 euro, ridotto 4 euro e possibilità anche di prevendita in orario di apertura del cinema. A seguire, alle 21.15, verrà proiettato il cortometraggio Salmo 2003 dello scenografo civitanovese Mario Garbuglia, con l’introduzione della figlia, Daniela. A seguire, altri cinque cortometraggi in concorso.
Civitanova, nominato il comitato scientifico del Magma
Nel corso della riunione del 28 ottobre, la Giunta comunale di Civitanova Marche ha provveduto alla nomina del Comitato Scientifico del Museo Archivio della Grafica e del Manifesto che ha sede nel palazzo storico di Piazza Garibaldi 533 a Civitanova Alta. Nei mesi scorsi, alla direzione del Museo comunale è stato riconfermato per cinque anni Enrico Lattanzi, che ne fu l’ideatore nel 2019 donando oltre ventimila elementi, tra manifesti, libri e giornali alla città di Civitanova Marche, riconosciuta dalla Regione Marche con Legge Regionale n 22/19 “Città del Manifesto”. Il Comitato scientifico viene nominato dalla Giunta Comunale su proposta del Direttore e rimane in carica cinque anni, operando in conformità ai programmi e agli indirizzi dell'Amministrazione e nei limiti delle risorse stanziate dall'Ente con funzione propositiva in relazione all'attività scientifica e di progettazione culturale del Museo. Ne fanno parte di diritto il Direttore, che svolge anche le funzioni di segretario verbalizzante, il Presidente pro tempore della Regione Marche e il Sindaco pro tempore di Civitanova Marche e personalità che si sono distinte per la competenza professionale nell'attività svolta in relazione alle finalità del Museo stesso. Questi i nomi: Mario Piazza, architetto, docente al Politecnico Milano, già direttore artistico Abitare, collaboratore Triennale Milano; Marco Tortoili Ricci, docente universitario, fondatore Co.Mo.Do. e BCPT studi grafici; Mauro Bubbico, Graphic designer, docente del direttivo AGI (Alliance Graphique Internationale); Barbara Pistilli, Architetto, Master Domus Academy, professionista; Maria Loreta Pagnani, Graphic designer, fondatrice studio Elp; Elisabetta Zurovach, Docente universitaria Università Carlo Bò; Luigi Giuliano, Graphic designer, ex titolare Iceberg, diplomato ISIA; Riccardo Ruggeri, Visual graphic designer, illustratore, fondatore Studio Ruggeri di Civitanova Marche.
"Il paradosso Dante Ferretti": il maestro dirige Ancona Capitale della Cultura, Macerata non lo invita
Dante Ferretti torna protagonista sulla scena nazionale: il tre volte Premio Oscar sarà il direttore artistico del Museo della Civiltà del Mare Adriatico, progetto portante della candidatura di Ancona a Capitale Italiana della Cultura 2028. Accanto a lui, nel team creativo, nomi di prestigio come Abel Ferrara e Andrea Bocelli, annunciato come ospite della cerimonia inaugurale in caso di vittoria del capoluogo dorico. Il dossier, intitolato “Ancona. Questo Adesso”, è ispirato alle parole del poeta anconetano Francesco Scarabicchi e punta su un’idea di cultura come motore di rigenerazione urbana, sociale ed economica, con oltre 80 progetti e una forte attenzione all’inclusione.Ferretti, originario di Macerata, ha raccontato con entusiasmo il suo legame con la città di mare: “Ad Ancona ho cominciato la mia carriera. Ho girato i miei primi film qui e con Fellini ci siamo ispirati a questo porto per E la nave va. Voglio essere un testimonial della bellezza della mia regione”. Parole che suonano come una dichiarazione d’amore per le Marche — ma che, inevitabilmente, fanno riflettere. Mentre Ancona lo mette al centro della sua visione culturale per il 2028, Macerata continua a dimenticare il suo artista più illustre. Solo poche settimane fa, il nome di Ferretti era comparso sul nuovo Belvedere Beligatti accanto alle opere da lui ideate e concesse dalla Fondazione Giancarlo Cossiri, ma senza che il maestro venisse coinvolto o invitato all’inaugurazione. Una scelta che aveva suscitato non poche polemiche, anche all’interno del Consiglio comunale. Così, mentre Ancona gli affida un ruolo di guida e ispirazione per il futuro, la sua città natale si limita a intitolargli uno spazio e a guardare altrove. Una differenza che racconta, più di tante parole, due idee di cultura: una che investe nel talento, e una che lo cita distrattamente. Sulla questione è tornato anche il consigliere di minoranza David Miliozzi: “Sono contento che Ancona valorizzi Dante Ferretti con un progetto internazionale di grande rilievo, è un motivo di orgoglio per le Marche. Allo stesso tempo, però, da maceratese non posso nascondere l’amarezza per il fatto che il maestro non sia stato coinvolto né invitato all’inaugurazione del Belvedere Beligatti. È un’occasione persa per riconoscere davvero il valore di uno dei nostri cittadini più illustri". Forse il vero “set” che Dante Ferretti non avrebbe mai voluto immaginare è proprio questo: una Macerata che non sa riconoscere la bellezza che le appartiene.
Giulia Grandinetti vince il Gran Premio della Giuria all’AFI Fest di Los Angeles con “Majonezë”
Dopo il trionfo in oltre ottanta festival internazionali, la regista Giulia Grandinetti conquista il Gran Premio della Giuria all’AFI Fest di Los Angeles con il suo cortometraggio Majonezë. Si tratta della sua seconda vittoria in un festival “Oscar qualifying”, dopo quella ottenuta al Festival di Bruxelles. Da domani, l’autrice inaugurerà un tour di proiezioni For Your Consideration che farà tappa in diverse città europee e statunitensi. La giuria dell’American Film Institute ha motivato così il riconoscimento: “Una giovane donna si emancipa dalle forze imponenti della sua vita in questo racconto intenso su famiglia, amore e ribellione. Tra rituali locali e paesaggi naturali dell’Albania rurale, Majonezë è una favola punk rock, vivace e profondamente cinematografica”. Scritto e diretto dalla stessa Grandinetti, il cortometraggio è prodotto da Lupin Film in collaborazione con London Production Studios, Close Film e The City of Erseke. Ora il cortometraggio inizierà una serie di proiezioni per il "For Your Consideration" tour, in vista della data in cui si saprà la shortlist dei cortometraggi candidati, il 16 dicembre. In seguito le nomination ufficiali con la cinquina dei possibili vincitori saranno presentate il 22 gennaio 2026. La cerimonia di premiazione èfissata invece per il 15 marzo 2026. (Foto di Martin Escalante / AFI)
San Severino, "La natura del segno nelle Marche": in mostra capolavori dal secondo Futurismo agli anni '80
Venerdì 31 ottobre 2025, alle ore 17.30 inaugura, negli ambienti raccolti e suggestivi della Chiesa della Misericordia di San Severino Marche, antica costruzione del XIV sec., la mostra "La natura del segno nelle marche. Tracce di collezionismo fra primo e secondo Novecento", a cura di Maria Letizia Paiato. Si tratta di un breve spaccato intorno al tema del disegno, o meglio del segno, con opere provenienti da collezioni private, quindi rare, quasi impossibili da vedere perché sporadicamente, se non mai, esposte al pubblico in musei o gallerie. È una piccola ma preziosa mostra che racconta un patrimonio “nascosto”, ma molto importante nella comprensione della diffusione e trasformazione del gusto nelle Marche, perlopiù delle provincie di Macerata ed Ancona, la cui importanza culturale e artistica si misura nel cospicuo numero di lavori esposti. Oltre quaranta tra autori nati fra l’inizio del novecento e gli anni Sessanta del Novecento, il cui legame nel tempo si rintraccia proprio nel motivo del segno, sempre più spesso evidenziato come punto d’unione fra artisti di generazioni diverse e dediti a soluzioni formali eterogenee, ricorrente fra gli studi e le più recenti proposte espositive di arte contemporanea in regione. Segno, disegno ovvero idea, una parola molto cara a Giovan Battista Bellori quando, nel 1664, scrive il suo celebre discorso L’idea del pittore, dello scultore e dell’architetto, intorno al quale concettualmente si richiama un primo gruppo di opere su carta di artisti maturati nell’orbita del secondo Futurismo, il movimento costituitosi a Macerata nel 1932, promosso da Bruno Tano e attivo fino al 1942. Oltre a Tano, i disegni di Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Umberto Peschi, Arnaldo Bellabarba e Wladimiro Tulli mostrano e dimostrano l’aderenza al linguaggio del futurismo mai abbandonata nei decenni o, come nel caso di Virginio Bonifazi un distacco da quello stile che tuttavia mai tradisce la forza dell’idea, del pensiero quale abbozzo o schizzo su cui riflettere nel processo creativo che genera l'opera pittorica, plastica o architettonica che sia. La proposta espositiva si allarga in seguito ad uno sguardo sul disegno, anche quello inciso, non più inteso come bozzetto o progetto ma come motivo autonomo, opera compiuta, completa e significativa, trasmettendo lo stile di un'immagine più complessa. Qui troviamo un ricco gruppo di artisti nati all’incirca fra la metà degli anni Venti e Quaranta, particolarmente attivi negli anni Settanta e Ottanta rispondenti ai nomi di Edgardo Mannucci, Arnoldo Ciarrocchi, Magdalo Mussio, Giuseppe Uncini, Franco Giuli, Claudio Cintoli, Silvio Craia, Luciano De Vita, Valeriano Trubbiani, Sirio Reali, Ubaldo Bartolini, Luigi Bartolini, Gino De Dominicis, Enzo Cucchi, Nino Ricci, Sandro Piermarini, Luigi Teodosi, Egidio Del Bianco, Ezio Bartocci e Carlo Cecchi. Maestri, in alcuni casi putativi e non, di tutta la successiva generazione, oggi in piena attività e anche legati al contesto accademico. Marina Mentoni, Teresa Marasca, Paolo Gobbi, Benito Leonori, Paolo Benvenuti, Sandro Acquaticci, Pierpaolo Marcaccio, Valerio Valeri e Bruno Mangiaterra chiudono questo significativo percorso espositivo che, sostenuto dall’idea di ricerca e di ricognizione di un linguaggio, vuole essere un libro aperto sull’arte del segno praticato in queste zone delle Marche, affrontando, senza pretese di esaustività ma in modo libero, espressioni creative caratterizzanti il territorio. La mostra è sostenuta dal Comune di San Severino Marche, promossa dall’Associazione Amici di Palazzo Buonaccorsi di Macerata e dall’Associazione Yoruba diffusione arte contemporanea APS. È patrocinata da Fondazione Marche Cultura, dall’ Accademia di Belle Arti di Macerata, dalla Fondazione Salimbeni per le Arti figurative e da UTEAM, Università della terza età di San Severino Marche. Si ringrazia per la collaborazione Gabriele Porfiri, presidente del Centro Studi Ivo Pannaggi di Macerata, l’Archivio Nino Ricci e la Collezione Pianesi-Principi di Macerata, la Collezione Bellabarba di San Saverino Marche, la Collezione Giuli-Pecchia di Fabriano, Claudio Buffarini Tenenti, Pierfrancesco Giannangeli, Andrea Giusti, Antonio Mercuri, Daniele Taddei, Patrizia Taddei e numerosi altri collezionisti e prestatori di Ancona, Bologna, Jesi, Macerata, San Severino Marche e Tolentino che hanno gentilmente messo a disposizione il proprio patrimonio per questa mostra.
Macerata Jazz 65: inaugurazione con il progetto che incontra l'Opera a firma Massimo Morganti
Si è aperta ieri a Macerata la 65ª edizione di Macerata Jazz, con un evento speciale che unisce due mondi apparentemente lontani: l’opera lirica e il jazz. La serata inaugurale ha visto la presentazione del progetto sperimentale “Jazz all’Opera”, ideato dal Maestro Massimo Morganti e commissionato dall’Associazione Sferisterio Eredi 100 Consorti in occasione del quarantesimo anniversario della cessione dell’Arena Sferisterio alla comunità maceratese (1985–2025). Il progetto nasce dalla collaborazione tra Daniele Massimi di Musicando e il consigliere Vieri Cicconi, con l’obiettivo di rendere omaggio alla città attraverso una reinterpretazione innovativa del repertorio lirico. Nove celebri pagine operistiche sono state rilette attraverso arrangiamenti originali di Morganti, dando vita a un incontro unico tra improvvisazione jazzistica e composizione orchestrale. Protagonista della serata è stata la Colours Jazz Orchestra, accompagnata dai suoi solisti, capace di fondere scrittura orchestrale, improvvisazione e interplay, regalando al pubblico una performance di grande energia e creatività. Il progetto è realizzato in collaborazione con Musicando e con il patrocinio del Comune di Macerata, confermando il legame tra cultura, musica e comunità locale. La rassegna prosegue venerdì 25 ottobre con la performance del grande batterista e percussionista Tullio De Piscopo, uno dei protagonisti del jazz italiano, confermando il livello internazionale della manifestazione.
Macerata ospita gli Stati Generali della Diplomazia Culturale
Sarà il Teatro Lauro Rossi di Macerata a ospitare gli Stati Generali della Diplomazia Culturale, organizzati ogni anno dal Ministero degli Esteri per favorire il confronto tra i direttori degli Istituti di Cultura Italiana nel mondo. L’evento si svolgerà giovedì 23 e venerdì 24 ottobre, rappresentando un’occasione preziosa per il territorio e le realtà culturali locali. “Siamo onorati di ospitare a Macerata questo evento di grande rilevanza, che rappresenta una preziosa opportunità per l'intero territorio – ha dichiarato il sindaco Sandro Parcaroli. – Le due giornate offriranno a molte realtà locali l’opportunità di confrontarsi con le istituzioni, favorendo la creazione di rapporti virtuosi nel segno della cultura e della promozione del nostro territorio. Un ringraziamento speciale al Ministro degli Esteri e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Antonio Tajani, per la sua partecipazione.” I lavori prenderanno il via giovedì 23 ottobre alle 9:30, con il saluto del direttore generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale, il Ministro Plenipotenziario Alessandro De Pedys, che traccerà un bilancio delle attività svolte dalla direzione generale nel triennio 2023-2025. A seguire, i rappresentanti del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura illustreranno le strategie future d’azione in vista della riforma ministeriale e le attività di internazionalizzazione della direzione generale per la creatività contemporanea. La sessione pomeridiana sarà dedicata alle realtà culturali, anche locali, impegnate quotidianamente nella promozione e valorizzazione della cultura. Venerdì 24 ottobre i lavori saranno focalizzati sulle Marche, con la partecipazione di importanti realtà culturali locali come l’Associazione Arena Sferisterio, il Museo Tattile Statale Omero, la Fondazione Marche Cultura, l’Accademia di Belle Arti di Macerata e l’Università di Macerata. Seguirà un panel dedicato a imprese e territorio con la partecipazione di Fondazione Fedrigoni Fabriano, Rainbow srl, Elica, WEGA Formazione e Loccioni. La due giorni al Lauro Rossi si concluderà con gli interventi del vice presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e del sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti, prima del trasferimento a Recanati. L’evento conferma Macerata come punto di riferimento nazionale per la cultura e la diplomazia culturale, valorizzando le eccellenze del territorio e le relazioni internazionali nel segno della promozione della creatività italiana.
San Severino, grande successo per la mostra "Rinascimento Marchigiano": scatta la proroga fino al 7 gennaio
Il grande successo di pubblico e l'eccezionale valore artistico dell'esposizione hanno portato alla decisione di prorogare la mostra "Rinascimento Marchigiano. Opere d'arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede" fino al 7 gennaio 2026. L'esposizione, allestita nella prestigiosa Galleria d'Arte Moderna del piano nobile del Palazzo Comunale di San Severino Marche, è l'ultima e significativa tappa di un percorso itinerante partito da Roma e già passato per Ascoli Piceno e Ancona, e che ad anno nuovo supererà i confini nazionali per essere presentata con un evento itinerante in Cina, Germania e Spagna. Curata da Stefano Papetti e Pierluigi Moriconi e realizzata da Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni con il contributo del Commissario Straordinario alla Ricostruzione post sisma 2016, la mostra è stata ampiamente riconosciuta come l'evento culturale di punta dell'estate marchigiana 2025, celebrando la rinascita del patrimonio storico-artistico colpito dal sisma del 2016. La proroga consentirà a un pubblico ancora più vasto di ammirare le 15 straordinarie opere che resteranno nelle sale espositive, grazie alla rinnovata autorizzazione concessa dai proprietari. Le opere in mostra sono testimonianze della ricchezza artistica del territorio, offrendo un viaggio emozionante attraverso la pittura e la scultura marchigiana tra il XII e il XVIII secolo, focalizzato sul tema del sisma e della ricostruzione dell'identità culturale. Il cuore dell'esposizione continua dunque a battere con capolavori che includono il Trittico di Valle Castellana di Carlo Crivelli (pinacoteca civica di Ascoli Piceno), la Madonna in trono con Bambino, Redentore, San Sebastiano e committenti di Pietro Alemanno (museo diocesano di Ascoli Piceno), il Polittico dei Fratelli Vivarini (pinacoteca parrocchiale di Corridonia), il Polittico di Funti di Filotesio detto Cola dell’Amatrice (museo diocesano di Ascoli Piceno), il toccante Crocifisso ligneo del XIII secolo (Corridonia) e il Busto reliquiario di Sant’Apollonio (fine XV secolo) da Fermo. Con queste opere anche la Pietà (XVIII secolo) attribuita a Giuseppe Puglia, detto “Il Bastaro”, da Visso, e la sua Madonna con Bambino, san Francesco e santa Maria Maddalena (XVII secolo) da Amandola, insieme all’imponente tela San Carlo in gloria e i Santi Lorenzo, Giovanni Battista, Francesco e Apollonia (XVII secolo) di Cesare Dandini (Ancona), la Cornice in legno intagliato e dorato (XV secolo) del trittico Cristo in pietà tra San Sebastiano e San Rocco, l’opera Presentazione al tempio di Ludovico Trasi (XVII secolo) (pinacoteca civica di Ascoli Piceno), la scultura lignea San Rocco (XVI secolo) (Comune di Caldarola) e una straordinaria croce astile (XV secolo) di manifattura abruzzese. Non potranno invece continuare a far parte dell’esposizione le opere Christus Trimphans del Maestro del Crocefisso di Sant’Eutizio e Madonna in trono con Bambino e sant'Anna, san Rocco e san Sebastiano di Lorenzo d'Alessandro. Il sindaco di San Severino Marche, Rosa Piermattei, esprime grande soddisfazione per la decisione di prorogare l’evento fino all’inizio del nuovo anno: "Siamo oltremodo entusiasti per questa proroga che ci permette di prolungare la magia del 'Rinascimento Marchigiano' fino all'Epifania 2026. Le tante visite registrate fino ad oggi sono la prova tangibile di quanto la nostra comunità e i visitatori abbiano apprezzato l'opportunità unica di ammirare da vicino questi capolavori restaurati. Questa mostra non è solo un'esposizione d'arte, ma un simbolo forte della resilienza e della rinascita delle nostre terre. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile estendere questo momento di bellezza e profonda riflessione sulla nostra identità culturale". La mostra è visitabile presso la Galleria d'Arte Moderna del Palazzo Municipale di San Severino Marche con i seguenti orari: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 15 alle 18; sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; domenica e festivi dalle 11 alle 19 con orario continuato.
Macerata, Tullio De Piscopo porta "I Colori della Musica" al Teatro Lauro Rossi
Dopo lo strepitoso esordio con l’apertura di stagione firmata da Massimo Morganti e dalla Colours Jazz Orchestra alle prese con una riuscitissima rilettura delle arie d’opera in chiave jazz, Macerata Jazz Winter 2025/2026 prosegue sabato 25 ottobre alle 21:15 con un altro appuntamento da non perdere: Tullio De Piscopo porta sul palco del Teatro Lauro Rossi il suo nuovo spettacolo "I Colori della Musica", un viaggio travolgente attraverso ritmo, energia e passione. Il festival, organizzato da Musicamdo Jazz, promosso dal Comune di Macerata - Assessorato alla Cultura, con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Marche e in collaborazione con I-Jazz, Università di Macerata, Consorzio Marche Spettacolo, Società Civile dello Sferisterio, ospita infatti una leggenda della musica italiana e internazionale. De Piscopo ha saputo tracciare in oltre cinquant'anni di carriera un segno indelebile grazie al suo stile inconfondibile, alle radici napoletane e alle grandi collaborazioni con artisti come Astor Piazzolla, Quincy Jones, Chet Baker, Mina, Fabrizio De André, Franco Battiato e naturalmente Pino Daniele, con cui condivise un sodalizio artistico e umano indimenticabile. Sul palco maceratese, De Piscopo ripercorrerà i momenti salienti della sua storia musicale, dagli storici assoli di batteria ai successi popolari come Andamento Lento, Stop Bajon e Pummarola Blues, fino alla sua celebre interpretazione di Libertango, tributo all’amico Piazzolla. Un concerto che mescola jazz, pop, blues e tradizione mediterranea, restituendo l’essenza più autentica del suo essere “cacciatore di suoni”. Come di consueto, il Centrale Macerata aprirà la serata alle 19:30 con l’aperitivo musicale del Daniele Cervigni Quartet che scalda l’atmosfera con un repertorio elegante e vivace, tra groove mediterranei e grandi standard jazz. Nel foyer del Teatro Lauro Rossi continua anche l’appuntamento con Foyer di Jazz, la mostra fotografica di Carlo Pieroni, che accompagna ogni data del festival con un’esposizione tematica dedicata agli artisti protagonisti della serata. In occasione del concerto di sabato, saranno esposte le immagini di Tullio De Piscopo, scattate dal fotografo nel corso della sua lunga carriera. Prosegue inoltre il percorso di formazione di ImproveIsAction Lab, curato da Emanuela Sabbatini, responsabile della comunicazione di Macerata Jazz, in collaborazione con l’Università di Macerata. Un progetto che nasce con una prospettiva didattica e partecipativa, offrendo agli studenti dell’Ateneo un’esperienza diretta nella comunicazione e nella narrazione culturale, trasformando il festival in un laboratorio vivo di creatività e sperimentazione.
Un piccolo capolavoro marchigiano: “La paura dei numeri” conquista i festival
Dopo il successo al Castelli Romani Film Festival Internazionale di Frascati, dove ha ricevuto il premio come miglior film sociale e una menzione speciale per la miglior attrice a Corinna Coroneo, il cortometraggio “La paura dei numeri” di Mauro John Capece sarà presentato oggi, 17 ottobre 2025, alle ore 21.00, presso il Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto , all’interno del Piceno Cinema Festival. Nel frattempo, l’opera è in attesa di ricevere il premio per la migliore fotografia all’Amsterdam New Cinema Film Festival. Patrocinato dalla Marche Film Commission, il cortometraggio affronta i temi del tempo, della diversità e dell’autismo attraverso un approccio rigorosamente formale. La storia, ispirata alla leggenda marchigiana raccontata ne “Il fantasma della fontana” di Elisabetta Garbati, segue le vicende di una bambina di undici anni affetta dalla sindrome dello spettro autistico. Attraverso il suo punto di vista, il film intreccia due piani temporali — il 1923 e l’oggi — interrogandosi su come venivano trattati i bambini autistici nel passato e su come la società li accoglie oggi.“Noi non siamo diversi, sono gli altri che sono tutti uguali”, recita una delle frasi chiave del cortometraggio. Capece commenta:“La sceneggiatura di questo piccolo capolavoro mi ha spinto a tornare a raccontare storie essenziali, restando fedele alla mia cifra cinematografica. Ho voluto mostrare il trattamento riservato ai bambini autistici un secolo fa, spesso sottoposti a pratiche estreme come gli esorcismi, e confrontarlo con l’attenzione e il sostegno che ricevono oggi”. Il cortometraggio è sceneggiato da David Miliozzi, Jonathan Arpetti e Valerio Tatarella, con la collaborazione di Lorena Pinciaroli e della stessa Garbati, presente anche nel cast insieme a Corinna Coroneo, Miliozzi, Andrea Pierdicca, Meri Bracalente, Maurizio Boldrini, David Romano, e ai debuttanti Margherita Caracini e Francesco Pugnaloni. Capece si è occupato anche della fotografia, mentre scenografia e costumi sono curati da Cristina Alaimo e il montaggio da Danny Mecozzi e Demetra Diamantakos. Prodotto dall’Associazione Culturale Picus con produzione esecutiva di Evoque Art House, il cortometraggio conferma la capacità del cinema marchigiano di raccontare storie socialmente rilevanti con rigore estetico e sensibilità.

poche nuvole (MC)



