Aggiornato alle: 10:10 Lunedì, 3 Marzo 2025 cielo sereno (MC)
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Il bambino della prima fila e quel giorno in cui conobbi la gioia

Il bambino della prima fila e quel giorno in cui conobbi la gioia

Era bello lui!

Capelli castani dorati, occhi nocciola, caldi come il tepore di un camino acceso quando fuori è freddo.

Così lo ricordo, lui, il bambino della prima fila, quello bravo, il prediletto dalla maestra, quello che con l’espressione seriosa e quasi scontrosa, sapeva già tutto.

Io riservata, seduta al banco in fondo, in ultima fila; lo osservavo con una certa soggezione.

Guardavo quel maglioncino di lana a righe nei toni della terra, che vestiva una schiena che, seppur ancora piccolina, si presentava dritta e fiera.

La lontananza e la mia timidezza rendevano ogni giorno un vero inferno: c’era una distanza incolmabile tra il mio desiderio di chiedergli un temperino e tutti quei banchi tra di noi.

La mattina percorrevo la strada che mi conduceva a scuola con una certa agitazione mista ad euforia, facevo di corsa le due rampe di scale fino alla mia classe, per poi bloccarmi sulla soglia della porta, sopraffatta dagli eventi e rassegnata mi sedevo al mio posto.

Eravamo alla fine degli 70, in quel tempo la nostra Playlist musicale era: Isotta, Furia, Zorro, La bella lavanderina…

Allora ebbi la fortuna di una maestra illuminata che, un giorno a ricreazione, chiuse la porta della nostra classe, fece spazio, accese un giradischi giallo e tempo qualche secondo fece partire la nostra canzone:

 “Isotta Isotta dai che ce la fai, Strombetta, metti la marcia e vai!”

Entusiasti cominciammo tutti a ballare!

In una manciata di minuti avvenne la magia!

Le tre file di banchi tra me e lui scomparvero, in un’istante conobbi la felicità!

La gioia è l’emozione più desiderata dall’uomo a cui noi tutti tendiamo fin dalla prima infanzia.

Credo che il suo significato più vero non sia tanto nell’emozione in sé nel momento stesso in cui la viviamo, che dura pochi istanti per poi dissolversi, ma nel percorso che viviamo per arrivare alla sua conquista.

Quando siamo nel flusso, l’emozione che sperimentiamo è più profonda rispetto alla soddisfazione finale che otteniamo quando si avvera un desiderio.

Durante il processo scopriamo noi stessi, acquisiamo nuove conoscenze, evolviamo, affrontiamo sfide e difficoltà fino ad arrivare al raggiungimento dell’obiettivo.

Ogni passaggio di questo percorso ci dona gratificazione e fiducia conducendoci alla meta.

La gioia non è legata solo al conseguimento del proprio sogno, ma alla capacità di vivere con consapevolezza e apprezzamento l’esperienza presente del viaggio, che porterà alla sua realizzazione.

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