Aggiornato alle: 16:10 Domenica, 25 Maggio 2025 poche nuvole (MC)
Varie Provincia Macerata

Il gioco nelle relazioni: chi scappa e chi rincorre

Il gioco nelle relazioni: chi scappa e chi rincorre

Ti è mai capitato che in una relazione affettiva, nel momento di massima complicità e vicinanza, l’altro tenda a chiudersi e ad allontanarsi? Un comportamento ambivalente e contraddittorio che spesso genera frustrazione e confusione in chi lo subisce.

Stiamo parlando dello stile di attaccamento Evitante, che trova la sua origine negli studi del medico psicoanalista John Bowlby. Egli osservò i bambini nel momento della separazione dai suoi genitori.

Quelli che, per limitare la sofferenza, adottarono una disconnessione dalle proprie emozioni, rientrarono in questo profilo di attaccamento. Comprendere tale dinamica ci permette di cogliere come un evitante riesce ad amare.

È una persona sfuggente, bisognosa di libertà, spazio ed aria. Ha imparato che deve cavarsela da solo, ha poca fiducia nell’altro, l’intimità emotiva gli fa paura, ha sperimentato che si può essere abbandonati e soffrire, per cui meglio mantenere le distanze.

Tende a dissociarsi dalle proprie emozioni. Il suo comportamento non dipende da te, ma dalle sue fragilità, fugge dal contatto con sé stesso. Egli prova un senso di inadeguatezza nel vivere una relazione, anche se la vorrebbe.

Teme di deludere, di non essere all’altezza delle richieste dell’altro, per cui, spesso, non riuscendo a gestire questo forte disagio, preferisce porre fine alla relazione. Non è un romantico, le sue dimostrazioni d’affetto si esprimono con azioni concrete.

Per lui costruire un legame equivale ad un perdita di indipendenza, ha paura di aprirsi ed essere vulnerabile, per poi rischiare di essere abbandonato. Cerca una relazione dove essere libero di esprimersi, senza venire giudicato o cambiato.

Spesso le figure ansiose, in cerca di protezione, sono attratte dagli evitanti perchè sembrano forti, offrendo loro un'illusione di sicurezza. In realtà ansioso ed evitante rappresentano due stili di attaccamento fragili che parlano lingue diverse. 

Se il primo cerca sicurezza per placare l’ansia di abbandono, il secondo desidera una fonte di supporto, senza intimità. Entrambi hanno bisogno di amore, ma lo esprimono in maniera diversa, l’uno con esternazioni emotive l’altro con un comportamento più freddo e distante.

Li accomuna la paura di perdere sé stessi. L’evitante reprime le proprie emozioni, che tiene congelate dentro di sé. A volte la sensazione più forte è l’attivazione traumatica che lo fa scappare quando si sente pressato nella relazione.

Il comportamento di un evitante è paragonabile all'onda di un mare con andate e ritorni, questo movimento  gli permette di controllare la realtà e di comprendere se l’altro riesce a rispondere alla sua necessità di libertà.

Quando l’onda arriva e se ne va, è importante restare con i piedi piantati nella sabbia per non perdere l’equilibrio e la stabilità perché si è consapevoli che lui tornerà.

L’evitante richiede un grande lavoro di consapevolezza, perché stare con lui significa andare oltre l’ansia di perderlo o di ricevere conferme. Non si può salvare l’altro, cercare di cambiarlo o perdere sé stessi con i propri bisogni. 

Ma una relazione di questo tipo può rappresentare una grande sfida per lavorare sulla propria solidità ed autonomia. Per un ansioso è l’occasione per imparare a stare centrato, comprendere che i vuoti vanno colmati con i propri interessi e non con la fusione nell’altro.

Se entrambi le parti hanno la volontà di lavorare, è sempre possibile costruire una relazione composta da due individui interi e compiuti che desiderano condividere momenti di vita insieme.

 

Commenti

Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.
Registration Login
Sign in with social account
or
Lost your Password?
Registration Login
Registration
Comuni