
di Lisa Grelloni

Dagli agnelli in regalo per il diploma all’agri-nido dei sogni: la storia di Giovanni Togni e della sua fattoria
Giovanni Togni è il titolare dell’Antica Fattoria Togni che si trova a Santa Maria Nuova (AN), da 19 anni è impegnato nell’azienda agricola di famiglia, alleva animali di bassa corte ma oltre a ciò fa anche macellazione e vendita diretta, in aggiunta si può anche mangiare nel suo agriturismo. Nato come perito agrario all’Istituto Tecnico di Fabriano, dove con il minimo sforzo ha ottenuto il massimo. Quando scelse quella scuola, non aveva la minima idea di arrivare a fare ciò che sta facendo, ma si sentiva che era la strada giusta per lui, tutte le nozioni tecniche imparate a scuola infatti, ora gli tornano utili. Puoi raccontarci la storia dell’Antica Fattoria Togni? “L'azienda nasce dal regalo di diploma da parte dei miei genitori, due agnelle. Ero appassionato di capre e loro hanno cercato di ‘addolcire’ la mia passione… Ora di capre ne abbiamo circa 30. Dalle agnelle, che sono diventate 90 pecore, abbiamo iniziato una rivoluzione aziendale, da azienda cerealicola, dove si coltivava grano, girasole e barbabietola, le strutture sono state riconvertite in macelleria e agriturismo, abbiamo inoltre costruito da nuovo, stalle, fienile e mangimificio. Abbiamo anche cominciato ad allevare animali da cortile principalmente maiali, pecore e capre. Il tutto in vendita diretta in azienda”. Hai iniziato a creare la tua fattoria da molto giovane, com’è nata questa tua passione? Che cosa ti senti di dire ad un ragazzo che ha il tuo stesso sogno? “Sono entrato in azienda da giovanissimo, appena diplomato ho iniziato ad allevare animali, nel frattempo facevo praticantato, la professione di tecnico agricolo non faceva per me, troppa burocrazia! Così mi sono dedicato a tempo pieno alla fattoria, rifiutando nel tempo anche bei lavori, più semplici e con bei stipendi che mi venivano offerti. Ad un giovane che oggi vorrebbe intraprendere il mio percorso dico di avere molta fiducia in se stesso, di avere alle spalle persone che credono in lui, anche quando lui non lo farà e avere tanta pazienza. Inoltre deve pensare a far crescere e migliorare i prodotti prima di pensare ai profitti, quelli arriveranno”. Qual è l’offerta per i vostri clienti? Sul vostro sito web sono presenti tanti prodotti, la vostra specialità? Uno è molto curioso, il brodo della nonna… Abbiamo creato molti prodotti, ma rimaniamo fedeli alla carne fresca, specialmente al pollame, la nostra punta di diamante, allevato a terra e alimentato con un mix di legumi e cereali che coltiviamo direttamente noi, in modo da controllare ogni singolo passaggio. Il brodo è nato nel periodo Covid, l'agriturismo era chiuso e volevamo dare ai nostri clienti un tocco di normalità, portavamo le nostre preparazioni a domicilio. Come agriturismo non potevamo rimanere con le mani in mano, avevamo e abbiamo una fattoria che produce anche per la nostra cucina, ci siamo inventati dunque un modo per valorizzarla e per continuare a farla apprezzare”. Il mondo agricolo è aperto anche ai più piccoli. Puoi parlarci della fattoria didattica? Una curiosità ad essa legata? “Sì, siamo anche fattoria didattica, mi piace una frase di Tonino Guerra, ‘spesso l'orizzonte è alle nostre spalle’, nel senso che tutto ciò che ci serve ce lo insegna il passato; se vogliamo costruire un futuro, ci piace che già da piccoli si possa creare una consapevolezza sulle scelte in merito al cibo, facciamo conoscere ciò con cui siamo nati e cresciuti sin da piccoli, la cucina della nonna, i giochi sull'aia e le merende con pane e olio... Una particolarità? I bambini vanno pazzi per il laboratorio sull'olio, prima in oliveto a raccogliere le olive, poi a mangiare il pane con un filo d’olio". Com’è nata l’idea dell’agricampeggio? “L'idea dell'agricampeggio è dettata dalla volontà di aprirsi al mondo, ci troviamo in una posizione che con mezz'ora di auto si raggiungono i migliori mari della regione, le città d'arte e le bellezze naturali come le grotte di Frasassi. Poi quando le persone vengono e conoscono la nostra realtà, c'è chi sceglie l'agriturismo e porta con sé o un salame o una bottiglia del nostro olio extravergine di oliva per ricordo, oppure chi fa scorta finché non ritorna l'anno successivo”. Un sogno legato all’Antica Fattoria Togni ancora da avverare? “Non è facile trovarne uno solo, sono un sognatore ad occhi aperti, ma in realtà ce n'è uno in particolare... Abbiamo un magazzino che si affaccia su tutta l'azienda e ha una visuale sull'alta vallata del Musone e sui Sibillini, lì mi piacerebbe creare una grande vetrata ed al suo interno realizzare le aule per l’agri-nido. Una struttura con vista su agricoltura e natura, ciò che eravamo e ciò che in futuro ci darà soddisfazioni”.

Ruggero Mancini inarrestabile, tanti colpi importanti messi a segno
La Società Dilettantistica Ruggero Mancini non si ferma, tanti i colpi importanti messi a segno per rafforzare la già competitiva rosa per il campionato 2025/2026. Per accrescere il potenziale in difesa, la società giallorossa ha piazzato un doppio acquisto, Simone Lupidi, classe 1999, cresciuto nella Folgore Castelraimondo e in uscita dalla Sefrense e Andrea Belli, anch’egli classe 1999, cresciuto calcisticamente nella Folgore Castelraimondo e in uscita da Esanatoglia. Un duplice ingaggio è stato fatto anche a centrocampo, preso Mattia Scuriatti, classe 1999, in uscita dalla Sefrense e nato calcisticamente nella Folgore Castelraimondo e Lorenzo Nardini, classe 2001, che militava nella Folgore. Colpo in attacco, preso Riccardo Giorgetti, classe 2004 che si è formato tra la Folgore Castelraimondo ed il Matelica, il quale arriva dopo aver giocato con la Sefrense. La Ruggero Mancini dunque conferma la propria linea, quella di puntare su giovani del territorio per valorizzarli e farli crescere in un ambiente familiare, nel quale il gruppo viene messo al centro, ancora prima dei risultati sportivi. Questi acquisti effettuati, sono dei ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare bene, i quali vanno ad aggiungere quel quid in più nella rosa giallorossa.

Grande successo per il weekend in acquarello a Pioraco con artisti internazionali
Sabato 5 e domenica 6 luglio, weekend in acquarello a Pioraco. Grande successo per l’evento organizzato da Fabriano in Acquarello con il sostegno della Regione Marche relativo al Progetto per la promozione e valorizzazione della produzione della carta e della filigrana. Esso è stato inoltre finanziato dal progetto bando accoglienza InArte "Fabriano in Acquarello e la Rete delle città in Acquarello della Regione Marche". Sono arrivati da tutta Italia appassionati d’arte e di pittura, confermando il crescente interesse verso il mondo dell’acquarello e la valorizzazione delle tradizioni artistiche locali. Ad ospitare questa meravigliosa ed interessante iniziativa il magnifico Chiostro di San Francesco di Pioraco. Corsi e workshop che hanno visto una folta partecipazione di persone a conferma del grande appeal che l’evento ha suscitato. Il fine settimana è iniziato con un corso base di acquarello per principianti, condotto dai maestri dell’associazione Fabriano in Acquarello, sotto la direzione di Anna Massinissa, esperta nel campo dell’acquarello e delle tecniche pittoriche. Il corso ha permesso ai partecipanti di avvicinarsi per la prima volta a questa affascinante disciplina, imparando le tecniche di base, come l’utilizzo dei colori e le diverse modalità di sfumatura, sotto la guida di artisti esperti. Il giorno successivo, sono stati organizzati due workshop intensivi, tenuti da due artisti di fama internazionale: Igor Sava ed Ekaterina Sava, che hanno condiviso con i partecipanti le loro competenze e la loro visione dell’acquarello. Igor Sava, artista di origine moldava e residente in Italia da molti anni, è uno dei maestri più apprezzati nel panorama internazionale dell’acquarello. Durante il workshop, Igor ha guidato i partecipanti nella realizzazione di una splendida raffigurazione di uno scorcio della Chiesa di Santa Maria in Vescovio, utilizzando la tecnica dell’acquarello per riprodurre con estrema precisione le luci e le ombre che caratterizzano la struttura storica. Oltre 25 i partecipanti. Ekaterina Savaè conosciuta a livello mondiale per le sue composizioni floreali realizzate con la tecnica dell’acquarello. Nel suo workshop, Ekaterina ha insegnato ai partecipanti a realizzare una meravigliosa composizione floreale, guidandoli passo dopo passo attraverso il processo di creazione di un’opera vibrante di colori. I partecipanti sono stati oltre 25. L’evento si è chiuso con una sessione di pittura aperta sia ad adulti che a bambini. Un momento di condivisione e di divertimento, si è creata pertanto un’atmosfera di totale inclusività. Non poteva mancare la partecipazione del sindaco di Pioraco Matteo Cicconi, il quale ha apprezzato molto questa iniziativa: “È stato per noi un grande piacere aver ospitato artisti di fama internazionale come Igor ed Ekaterina Sava. Ci tengo a sottolineare l’importanza di eventi culturali come questo per la promozione del territorio e per la valorizzazione delle tradizioni artistiche locali. Spero che la collaborazione con Fabriano in Acquarello possa proseguire nei prossimi anni, contribuendo a rendere Pioraco un punto di riferimento per l’arte e la cultura”.

Elisa Orpello, delegata Coldiretti Giovani Macerata, ha sposato Marco Rossolini: una cerimonia tra amore e tradizione
Si è sposata ieri, domenica 6 luglio, Elisa Orpello, imprenditrice agricola e delegata provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Macerata, con Marco Rossolini, originario di Matelica, il coronamento di una storia d’amore dopo due anni di fidanzamento. La cerimonia religiosa si è tenuta nella Chiesa di Morro, nel Comune di Camerino. Ad accogliere la calorosa festa per i neo sposi Villa Castellani, a Mogliano. La giovane camerte è l’emblema di chi ha scelto di restare e puntare sull’azienda agricola di famiglia per vivere la propria vita nel cuore dell’entroterra maceratese, nonostante il terremoto del 2016, anzi, in questo periodo di grande difficoltà Elisa Orpello ha capito il legame indissolubile tra lei ed il mondo dell’agricoltura. Elisa, 28 anni, si occupa in particolare della valorizzazione del territorio con il suo agriturismo “Il Raggio di Sole” e del punto vendita connesso all’azienda agricola, dividendo così la sua attività tra Camerino e Pieve Torina. Lo scorso ottobre, per la categoria “Campagna Amica” è stata premiata all’Oscar Green Coldiretti. Ai neo sposi vanno i migliori auguri per una vita insieme ricca d’amore.

Marianelli alla guida del Soccorso Alpino Marche: “Tutto iniziò 30 anni fa, dopo un incidente in montagna"
Renzo Marianelli è il delegato alpino del Servizio Regionale Marche del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNAS). Attualmente si occupa della direzione della parte alpina per tutto il Servizio delle Marche composto da 120 volontari che operano nel territorio, i quali quando serve vengono spostati anche extra-regione. Quando sei entrato nel Soccorso Alpino? Da che cosa è nata questa tua vocazione? “Sono entrato nel Soccorso Alpino 30 anni fa, il fattore che ha scatenato il mio interesse per questo corpo è stato un incidente in montagna, che mi ha portato a capire la necessità di qualcuno che ti venga a prendere quando sei messo male. Da lì è nata la mia passione e ho iniziato a fare parte di questo corpo”. Come funziona l’addestramento? Come vi preparate? Puoi raccontarci un po’ le dinamiche interne? “Per entrare nel Soccorso Alpino bisogna avere meno di 45 anni, ed essere già in possesso di un background di arrampicata su roccia, ghiaccio e scii alpinismo. Poi da qui si entra e si fa una selezione che dura quattro giorni, due in inverno e due in estate, dove viene valutato il futuro volontario. Il candidato se supera questa selezione entra nella fase di addestramento che dura una settimana in estate ed una in inverno, essa si conclude con un esame finale in tutte e due le settimane, che porta l’aspirante a diventare un operativo”. Puoi svelarci qualche curiosità sul Soccorso Alpino? “Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino è demandato dallo Stato come unico operatore in zone impervie. Siamo l’unico partner del 118, siamo la parte sanitaria del 118, un corpo nazionale medicalizzato, al nostro interno abbiamo dottori ed infermieri che sono operatori certificati del Soccorso Alpino. Operiamo con un nostro tecnico su tutti gli elicotteri del 118 che fanno SAR (Search and Rescue) questo perché una normativa dell’Enac prevede che a bordo dei velivoli che fanno questo servizio ci sia un tecnico di elisoccorso del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino”. Il soccorso in cui ha avuto maggiore difficoltà, ma che ti ha dato più soddisfazione? “La soddisfazione è totale su ogni singolo intervento perché vai a recuperare persone che comunque hanno bisogno di aiuto, quindi quando porti a termine un intervento l’appagamento è sempre altissimo per tutti gli operatori. La mia operazione più complicata risale ad una decina di anni fa, a Punta Anna, nel gruppo del Monte Bove, due ragazzi erano caduti mentre si stavano arrampicando, ed erano rimasti agganciati in parete, era novembre, giornata cortissima. Iniziammo l’intervento alle ore 17, lo finimmo il giorno dopo. Il tempo era bruttissimo, pioveva, nevicava, una situazione veramente molto difficile. Soprattutto il ferito, non pensavamo di riuscire a riportarlo a casa vivo, ed invece ce l’abbiamo fatta”. Che cosa ti senti di dire ad un giovane che desidererebbe diventare un operatore del Soccorso Alpino? “Te lo devi sentire! Deve essere qualcosa che ti viene da dentro, sicuramente ogni volta che andrai a prendere una persona in difficoltà avrai tante soddisfazioni”.

Agriturismo La Finestrella, una storia lunga 27 anni: la famiglia Pelati e il cuore della cucina marchigiana
Daniela Pelati insieme alla sua famiglia gestisce l’Agriturismo La Finestrella a Camerino, nel cuore delle Marche. Si tratta di una piccola realtà a conduzione familiare dove ogni giorno cercano di fare sentire gli ospiti come a casa, coccolandoli con i loro piatti fatti con il cuore e con un’accoglienza semplice ‘quella vera’. Puoi raccontarci la storia della vostra azienda agrituristica? “Tutto è iniziato nel 1997 quando io e mio marito volevamo creare un posto tranquillo dove poter unire la nostra passione per la terra, la cucina, e la voglia di stare con i nostri affezionati clienti. L’agriturismo dunque è nato in maniera molto naturale e da allora è cresciuto con noi, infatti questo è il 27° anno di attività. Non abbiamo mai cercato di stravolgere nulla, puntiamo ancora sulla genuinità senza troppi ‘fronzoli’”. Si tratta di un ristorante a conduzione familiare, qual è la vostra concezione di “conduzione familiare” e quale la vostra offerta? “Per noi la ‘conduzione familiare’ vuol dire esserci e metterci la faccia ogni giorno su quello che possiamo presentare. Non è solo una scritta sul menù, siamo davvero tutti coinvolti. Io sono la chef, mio marito si occupa del lato più pratico, mia figlia di tutta la parte dell’organizzazione, dal gestire gli eventi e prenotazioni fino alla sala durante il servizio. L’altro mio figlio è con me in cucina. Ci teniamo che ogni piatto arrivi in tavola come se lo preparassimo per la nostra famiglia. Proponiamo solo quello che conosciamo bene quindi la cucina marchigiana, con ingredienti locali tipici e ricette che fanno parte della nostra storia”. Qual è la chicca del vostro agriturismo? “Senza dubbio potrei rispondere il panorama e la buona cucina. Dalla terrazza si apre uno scenario che lascia tutti a bocca aperta, senza parole, quindi chi vuole anche un po’ staccare la spina dalle giornate caotiche, può venire tranquillamente a rilassarsi tra le nostre colline, c’è silenzio e aria pulita. È il nostro angolo di paradiso, ci emoziona ogni volta vedere quanto riesca a colpire anche chi viene da molto lontano. In più la nostra chicca sono offrire dei veri piatti della cucina marchigiana tra cui gli gnocchi fatti a mano con ragù di papera, un classico maceratese, in più la nostra crescia calda che offriamo al posto del pane, per poterla gustare sia con gli affettati che con le nostre grigliate di carne totalmente locali, a km quasi 0, che provengono dalla nostra azienda agricola. In più abbiamo una nostra piccola pasticceria, proponiamo una scelta solo di dolci fatti in casa, dalla classica crema alla ‘maceratese’, quindi simile alla zuppa inglese, al tiramisù fatto con le uova delle galline da noi allevate, alle crostate farcite con le marmellate, ricavate dalle nostre materie prime coltivate in maniera biologica”. Un motivo per cui le persone dovrebbero venire da voi… “Per staccare la spina e per riscoprire la semplicità della cucina di una volta. Si mangia bene, si sta in pace e si respira un’atmosfera vera, senza forzature, dove puoi rallentare e goderti il momento senza fretta, in estrema tranquillità”. Progetti in cantiere? “I nostri progetti in cantiere sono parecchi, ogni stagione ci dà quella ispirazione in più per poter crescere, dopo 27 anni l’idea è quella di migliorarci sempre ma pian piano. Non vogliamo diventare altro, ma vogliamo fare sempre meglio”.

La Ruggero Mancini punta sui giovani del territorio: colpo Stelluti per la difesa giallorossa
Raffica di colpi di mercato quelli piazzati dalla Società Sportiva Dilettantistica Ruggero Mancini, con l’obiettivo di rinforzare la rosa per il campionato 2025/26 con un mix di giovani e calciatori d’esperienza provenienti dal territorio. L’ultimo acquisto del club giallorosso è quello di Riccardo Stelluti, difensore fabrianese classe 2002. Si tratta di un ragazzo di grande prospettiva, forte fisicamente e già navigato, nonostante la giovane età, la società punta molto su di lui per questa stagione, ma non solo, anche per gli anni a venire. Il presidente della S.S. Ruggero Mancini Pino Lucarini ha dichiarato: “Continua il nostro mercato, improntato sui giovani calciatori che si mettono in luce per il loro talento, i quali vogliono mettersi in gioco, in un girone che, soprattutto quest’anno, sarà molto difficile. Detto ciò, sarà sicuramente un ottimo palcoscenico per i ragazzi meritevoli”. La Ruggero Mancini non ha nessuna intenzione di fermarsi, nel corso dell’estate, continuerà su questa linea di giovani promettenti, da ricordare infatti l’ingaggio di Elvis Tachi, centrocampista classe 2005 e di Gabriele Pataracchia, attaccante classe 2005.

San Severino, 'Degustazioni al tramonto' alla Cantina Duri: "Occasione per far conoscere il nostro lavoro”
Tutto pronto per la festa del vino con “Aspettando il tramonto in cantina” in programma sabato 28 giugno nella Cantina Fattoria Duri in località Colleluce, a San Severino Marche. Dante Duri, titolare dell’azienda Cantina Fattoria Duri ha così parlato della manifestazione in programma: "Aspettando il tramonto in cantina’ è un evento che ripetiamo da alcuni anni ormai, è rivolto ai nostri amici, clienti e curiosi. Si tratta di un’occasione per far conoscere il nostro lavoro, con visite in cantina, assaggi, presentazione di nuove annate e nuove etichette. L’evento inizierà verso l'ora del tramonto, quando le temperature sono più gradevoli con vista sulla valle e bosco di Colleluce e con sfondo Monte San Vicino. È un ambiente di rara bellezza dove chi viene può rilassarsi e sistemarsi comodamente su ballette di fieno distribuite intorno alla cantina”. Il “padrone di casa” ha poi svelato il cibo che sarà presente: “Per mangiare ci sarà lo stand della rete d'impresa Suono Enogastronomici Maceratese, di cui facciamo parte noi, Umberto e Enzo Angeletti di Pollenza. Saranno disponibili panini con salumi fatti come quelli di una volta (solo aglio sale e pepe e niente conservanti), porchetta e verdure grigliate, poi dolci assortiti con base di miele. Durante la serata - ha concluso - Dj Bobo penserà ad allietare i partecipanti e a concretizzare il momento di evasione”.

Ruggero Mancini scatenata sul mercato: ingaggiato l’esperto centrocampista Giacomo Lori
Un grande ritorno nella Società Sportiva Dilettantistica Ruggero Mancini per rinforzare la rosa della stagione 2025/26, l’esperto centrocampista Giacomo Lori, in uscita dalla Folgore Castelraimondo, torna a vestire la maglia giallorossa dopo diverso tempo. La scelta ricade sulla sua esperienza maturata in anni e anni giocati in Prima Categoria. Emanuele Baiocco direttore sportivo della società giallorossa ha sottolineato il profilo di Lori in linea con quanto ricercato per fare crescere con tranquillità i giovani presenti in squadra: “Cercavamo un profilo di alto livello a centrocampo da affiancare ai nostri ragazzi e lo abbiamo trovato in Giacomo Lori, giocatore e persona di assoluta classe, che ha sposato in pieno il nostro progetto”. Enrico Bonifazi direttore tecnico della Ruggero Mancini ha espresso tutta la sua soddisfazione per aver ingaggiato questo calciatore: “Siamo molto contenti di questo importante innesto, oltre al valore calcistico, Lori vanta anche doti umane che possono fare molto bene all’interno del nostro spogliatoio”. Un altro colpo di mercato piazzato dunque dalla dirigenza giallorossa dopo l’ufficializzazione nei giorni scorsi dell’arrivo dell’attaccante Daniele Pallotta, classe 1992, originario di Fabriano, giocatori in grado di fare da “chioccia” ai calciatori più giovani che militano nella squadra.

Sale la febbre rossonera: costituito il "Milan Club Castelraimondo"
Esplode la passione per l'AC Milan nell’entroterra maceratese, costituito il "Milan Club Castelraimondo", eletto recentemente il direttivo. Nonostante il periodo non troppo ricco di successi per il club rossonero, l’ultimo scudetto vinto risale al 2021-22, quest’anno si è aggiudicato solamente la Supercoppa Italiana, la forte fede per il "Diavolo" ha portato all’unione dei molteplici tifosi con lo scopo di creare un gruppo per stare insieme, per organizzare cene e per realizzare pullman per andare a seguire le partite. Il "Milan Club Castelraimondo" è ancora alla ricerca di una sede per riunirsi così da vedere le partite tutti insieme. Il club ha già 10-11 abbonati (tra Curva Sud e secondo anello arancio), a breve partirà la nuova campagna abbonamenti quindi chi fosse interessato potrebbe anche procedere in questa direzione. Il folto gruppo di tifosi del "Diavolo" si è già incontrato più volte, esso conta circa cento iscritti provenienti da tutto il territorio: Camerino, Esanatoglia, Gagliole, Pioraco, San Severino Marche, Fiuminata, Sefro ed ovviamente Castelraimondo. Presto però gli iscritti potrebbero salire fino ai centocinquanta. Tra i cento iscritti al “Milan Club Castelraimondo”, c’è un bambino di 2 anni, un ragazzo che si trova in Brasile e la 97enne “Nonna Norina Zaninello”, nata a Rosolina in provincia di Rovigo l’1 gennaio 1929. Ma c’è una chicca a lei legata, “Nonna Norina” ha vissuto per circa 20 anni a Milanello, che oltre ad essere il centro sportivo è anche un quartiere di Milano. Prima di trasferirsi a Castelraimondo, viveva a circa 100 metri dal centro di allenamento del Milan. Per avere tutte le informazioni ed i contatti relativi al “Milan Club Castelraimondo” è possibile visitare la pagina Facebook o Instagram.

“Dal vino fatto con mio nonno al riconoscimento di Forbes”: Matteo Cesari de Maria racconta la cantina VerSer
Matteo Cesari de Maria è il titolare ed enologo della VerSer Cantina e Vigneti, una cantina giovane, la più giovane tra i produttori del Serrapetrona DOC. Si tratta di una proprietà di famiglia; Matteo, infatti, gestisce l'attivita insieme ai genitori Andrea Cesari de Maria e Marilena Scagnetti e la sorella Sandra. La cantina è stata inoltre selezionata tra le 100 eccellenze italiane di FORBES nel 2025. Puoi raccontarci la storia di “VerSer”? Come mai questo nome? “Questa cantina nasce non per una volontà imprenditoriale, siamo una famiglia che dal Nord decide di investire nelle Marche, ma in realtà è la creazione di un sogno familiare serrapetronese. Perché mia madre è serrapetronese doc da generazioni e suo padre, Giuseppe Scagnetti, è stato un po’ il mentore che mi ha trasferito questa passione sotto forma di conoscenza di un vitigno e della sua vinificazione regina che poi nel tempo è diventato il nostro progetto. Giovane perché i vigneti sono stati impiantati nel 2019 e nel 2020 abbiamo ultimato la costruzione della cantina e l’avvio della prima produzione. Il nome”VerSer” ideato da mia mamma, si origina dall’unione dei due aspetti fondamentali del nostro cuore che sono la Vernaccia come vitigno e Serrapetrona come paese. Verser in francese vuole anche dire versare vino, quindi è un gioco di parole”. Puoi parlarci dei tuoi vigneti? Quali sono le caratteristiche principali? “Per quanto riguarda i vigneti noi li abbiamo in Località Carpignano che è una frazione di San Severino Marche, quindi i primi territori subito a nord rispetto al comune di Serrapetrona. Totalmente all’interno della reale riproduzione delle uve per le denominazioni di origine controllata e garantita di Serrapetrona. La scelta non è casuale ma è stata originata da e con mio nonno proprio perché questo territorio è quasi unico, è una valle lenticolare dove, soprattutto nella nostra zona, prevale in altissime concentrazioni l’argilla. Essa è un terreno splendido e forse il migliore per i grandi vini, perché nonostante la difficoltà nel lavorarlo e nel gestirlo, offre grande spinta alle piante per una sana e corretta crescita e ha la più alta concentrazione di elementi chimici che sono la base, i mattoncini, con cui le piante costituiscono gli aromi, che saranno poi presenti nel calice. Come detto la cantina piccola è di 2,8 ettari, suddivisi tra 2,2 ettari di Vernaccia Nera e mezzo ettaro di Pecorino. Questo perché io volevo due vitigni autoctoni, la Vernaccia è la regina di questo territorio, ma anche il Pecorino era presente in queste zone da studi condotti da diverse università che io poi ho condiviso e studiato con i miei professori di Milano, ho valutato che era un vitigno figlio della fascia pre appenninica, dove cresceva e si è sviluppato e spostato nel tempo, attraverso i secoli, seguendo le vie di transumanza, fino al mare. È un vigneto particolare perché oltre al giovane impianto viene condotto con delle tecniche di potatura moderne che sono volte ad aumentare la longevità della pianta, il vigneto è studiato per portarlo ad una quasi completa meccanizzazione. Questo perché la mia è una cantina totalmente a gestione individuale, quindi forse unica”. Qual è la chicca della tua azienda? “Ogni singolo aspetto nel corso dell’anno viene fatto solo ed esclusivamente da me, dalla potatura fino all’etichettatura e all’inscatolamento delle bottiglie prima di consegnarle ai clienti. Questo perché io voglio avere un pieno e totale controllo di tutte le fasi produttive, perché la più piccola scelta fatta in vigna durante la potatura avrà una ripercussione sul calice che si verserà l’anno dopo. Nonostante la piccola superficie il terreno cambia di metro in metro, e solo potendo vedere pianta dopo pianta, comprendendone le caratteristiche, si può andare a fare quella che è poi la creazione di un vino. A questa chicca ne vorrei aggiungere un’altra, sicuramente esistono altre cantine a trazione individuale però io ho un passo in più, quando mi sono iscritto ad enologia, la prima laurea a Milano, ho fatto una tesi sperimentale dove ho progettato una cantina per valorizzare la Vernaccia di Serrapetrona DOCG. Poi grazie ad una selezione sono stato preso nella laurea magistrale in “Scienze Viticole e Enologiche” dove ho potuto con una tesi durata quasi due anni, studiare per primo ed unico al mondo, il vitigno Vernaccia Nera. Fino alla data della mia laurea era considerata probabilmente una sorella minore del famoso Grenache francese. Mio nonno nonostante facesse il vino più per una passione casalinga che per imprenditoria, era convinto che non potesse essere così, che secoli di persone che avevano tutelato questo vitigno e tecniche di vinificazione così particolare, non potevano farlo su qualcosa che fosse importato dalla Francia. Ed è così che al termine di questo lungo percorso, che è andato dalla genetica ed è passato soprattutto dalle analisi chimiche delle uve e di tutte le possibili vinificazioni, ho potuto definire in maniera inoppugnabile l’unicità di questo vitigno. Per cui forse la chicca è che oltre ad essere una cantina a trazione individuale è una delle pochissime, forse l’unica cantina al mondo, che può vantare la proprietà totale ed esclusiva della conoscenza del vitigno. Sembra una cosa banale ma è da queste basi che poi si trae la perfetta espressione di quella che poi sarà l’uva tramutata in vino. Tante cantine possono vantare grandiosi enologi consulenti che però ovviamente non fanno altro che applicare una ricetta, una tecnica, alle varie aziende clienti, che possono essere in Veneto come a Pantelleria. Io non volevo questo, perché il vino si fa in vigna, si fa assaggiando le diverse annate, rispettando totalmente teruar e clima delle annate, dando così una connotazione mai uguale ai vini. Farlo invece attraverso un consulente spesso può portare a questo appiattimento espressivo”. Che cosa ti senti di dire ad un giovane che custodisce il tuo stesso sogno? “Primo di non abbattersi davanti alle avversità o alla enormità di cose da fare. Quando ho lasciato il posto di lavoro in Piazza San Babila a Milano, in giacca e cravatta, e mi sono seduto per la prima volta alla lezione di chimica organica ero terrorizzato, pensavo alle decine e decine di esami che avrei avuto davanti prima di potermi mettere nell’idea di creare la mia azienda. Ma affrontando in maniera convinta e decisa il percorso, ho potuto vantarmi di una laurea triennale di 106/110 e di una magistrale con i complimenti della commissione da 110 e lode proprio sul mio vitigno, su questo racconto per la prima volta. Poi c’è stato il progetto, creare la vigna, le avversità sono arrivate giorno dopo giorno, ma in maniera tranquilla e determinata si è potuto smontare tutto arrivando a questo destino”. Progetti in cantiere? “Il prossimo progetto della mia cantina sarà dedicarsi al mondo delle bollicine metodo classico, sia la Vernaccia Nera che il Pecorino hanno grandi capacità di poter esprimere note varie tali e tecniche uniche, producendo spumanti in metodo classico. È un progetto lungo e non facile che speriamo di completare nei prossimi anni. E a questo vorremmo unire un altro sogno che è riportare il vino e le vinificazioni nel centro del paese. La nostra cantina è proprietaria di una cantina storica a poche centinaia di metri dal centro del paese dove si faceva vino ormai più di mezzo secolo fa, la speranza a breve è di poterlo aprire e di destinare questi locali proprio alla realizzazione dei metodi classici”.

Daniele Pallotta rinforza l’attacco della Ruggero Mancini: ufficiale il suo arrivo
Colpo di mercato per la Ruggero Mancini in vista della stagione 2025/26. La società dilettantistica giallorossa ha infatti ufficializzato l’arrivo dell’attaccante Daniele Pallotta, classe 1992, originario di Fabriano. Un nome noto nei campionati regionali marchigiani, con alle spalle un lungo percorso tra Eccellenza, Promozione e Prima Categoria. Pallotta porta con sé esperienza, carisma e fiuto del gol: un mix prezioso per una squadra che punta a crescere e a consolidarsi ulteriormente. La sua scelta di vestire la maglia della Ruggero Mancini rappresenta anche un segnale forte di attaccamento al territorio. Grande la soddisfazione del presidente Pino Lucarini, che ha commentato così l’operazione: “Abbiamo ingaggiato un attaccante generoso, sempre pronto a mettersi a disposizione del mister e della squadra. Era il tassello di esperienza che ci mancava in un reparto offensivo molto giovane. Con la sua leadership – ha aggiunto – Pallotta saprà dare peso in campo e nello spogliatoio”. La società si prepara dunque ad affrontare la nuova stagione con rinnovato entusiasmo, puntando su un mix di gioventù ed esperienza.

Camerino, da geologa ad allevatrice per passione: "La Rinascita" di Barbara Bonifazi
Barbara Bonifazi è la titolare della Società Agricola “La Rinascita”, situata in località Sellano a Camerino. A maggio del 2017, dopo alcuni rallentamenti burocratici, Barbara ha costruito questa società, dandole un nome sia di speranza, visto che venivano dal terremoto, sia di rinascita sua personale, poiché ha cambiato del tutto sia stile di vita sia l’ambito in cui aveva studiato. Barbara ha quasi 36 anni ed è nata e vissuta a Camerino, nel 2016 ha preso la sua laurea magistrale in Geologia. Ma la vocazione per l’azienda agricola era forte in lei, gli ultimi due anni di università infatti li ha fatti lavorando nella società e studiando. All’inizio è stata dura, la laurea magistrale l’ha terminata soprattutto per i suoi genitori che erano orgogliosi che avesse preso questo titolo di studio. Barbara si era informata se poteva fare un’altra laurea, con la convalida di alcuni esami già dati, per qualcosa di più attinente a questo lavoro, ma non è stato possibile. Ha quindi chiuso il capitolo studi e nel 2016 è entrata a pieno ritmo in azienda nonostante le molteplici proposte arrivate per un lavoro da geologa. Ha fatto un cambiamento di vita drastico, con l’assunzione di diverse responsabilità, in particolare l’avere gli animali ed il dover stare comunque sempre lì, assentandosi solamente per brevi periodi. Puoi raccontarci la storia della società agricola “La Rinascita”? L’attività è nata dai tuoi bisnonni giusto? “L’attività era già nata dai miei bisnonni, poi i miei nonni hanno continuato con molte più pecore ma poche mucche e poi dopo la morte di mio nonno l’azienda era rimasta con pochi capi sia di ovini che di bovini. Da quando io sono entrata in azienda, abbiamo aumentato i capi, oggi contiamo tra fattrici e vitelli da ingrasso o da allevo 35-40 capi e per quanto riguarda le pecore sono circa 80, Vogliamo aumentarle perché abbiamo partecipato al CSR Marche che è scaduto lo scorso dicembre e ci hanno approvato la domanda. A breve dovremo fare una stalla più grande per aumentare la produzione di ovini. Poi abbiamo anche i maiali con i quali produciamo saluminel modo più naturale possibile, conservandone i vecchi sapori. Devo dire che è uno dei prodotti che le persone apprezzano di più, poi vendiamo anche carni fresche, soprattutto ovini e bovini. Eravamo partiti macellando pochi vitelli l’anno, ora ne macelliamo uno al mese, perché le persone apprezzano comunque il modo di allevarli. Coltiviamo sui 60 ettari di terra e poi abbiamo una parte di pascolo, in totale con i boschi ecc… sono sui 130 ettari. Non facciamo inseminazioni artificiali per le fattrici ma abbiamo il toro, cerchiamo di seguire il più possibile il ritmo della natura e l’allevamento viene cibato del raccolto dei nostri campi, quindi foraggio, abbiamo un mulino in cui facciamo una miscela di cereali, vengono ingrassati quindi con questi prodotti”. Come mai hai fatto questa scelta di vita “Ho fatto questa scelta non a caso, c’era da portare avanti o comunque affittare, io sono cresciuta in questo posto insieme ai miei nonni che mi hanno tramandato dei forti valori sia per la terra, sia per i sacrifici, sia per gli animali. La maggior parte degli insegnamenti li devo a loro ma anche a mio padre da cui ho avuto il pieno appoggio alla mia scelta, mia madre non era d’accordo e tuttora ancora si ostina a farmi cambiare idea, credo che arriverà ad un punto che si rassegnerà. Mio papà nei periodi più intensi mi aiuta, è stata una scelta per passione, per presidio del territorio. Era un brutto periodo, con il terremoto tutti lasciavano o si allontanavano da queste zone che erano state colpite, io invece ho deciso di rimanere e di lottare per quello che avevo deciso, nonostante i tanti problemi e difficoltà. Non è stato assolutamente un ripiego, è un lavoro che non riesci a fare se non hai la passione, è stato un qualcosa che mi è venuto da dentro, anche il non abbandonare tutto quello che avevano fatto i miei nonni. Sicuramente è un lavoro in cui non si finisce mai di imparare, si può sempre migliorare. Il contadino non è più una figura come quella di una volta, non è quella persona che non è studiata, anzi ci vuole formazione e conoscenze in tutti gli ambiti, specialmente quando si parla di allevamento e di coltivazione. Non si tratta solo di governare le bestie, devi avere un po’ la cultura di tutto. Puoi ritrovarti a fare il meccanico, il veterinario, è un po’ un lavoro multitasking. Se non ti piace quello che fai non riesci a farlo. Il discorso che ho fatto a mia madre è il seguente: ‘Ma tu vuoi vedere una figlia felice o una figlia triste obbligata a fare un lavoro che non le piace?’, ed allora È una scelta di cui devi essere consapevole, dei sacrifici, degli sforzi e dei giorni estivi in cui i lavori sono molto più intensi, e vedi amici ed amiche al mare o in giro e te non puoi andare. Devi averci tanta passione per decidere di fare questo”. Carni, salumi, confetture e non solo… puoi parlarci un po’ dei tuoi prodotti? Qual è secondo te il più caratteristico? “Carni ovine, suine e bovine, salumi, confetture e miele perché abbiamo anche circa 60 arnie posizionate in un luogo incontaminato, sono poste sotto il Monte Primo, il miele è prodotto in modo totalmente naturale. Sono parecchi anni che non riusciamo più a produrre miele d’acacia o melata di bosco, ma solo millefiori, perché il clima sta cambiando e quindi la raccolta dei fiori nel periodo dell’acacia non riescono a farla. Il prodotto più apprezzato direi che è il salame spalmabile, amato sia dai grandi che dai piccoli, ma anche delle carni le persone sono molto soddisfatte”. Hai un sogno nel cassetto? “Ho tantissimi sogni nel cassetto, ma il mio sogno più grande è stato realizzato perché faccio quello che mi piace. Se un lavoro si fa con passione, non è mai un lavoro, soprattutto ho trovato anche un ragazzo accanto a me che mi dà la possibilità di seguire questo sogno e che mi aiuta insieme a mio papà. Vorremmo ampliare la nostra offerta facendo godere l’entroterra in ogni suo aspetto con un progetto che prevede la realizzazione di un B&B, ma i passi vanno fatti piano piano. Le persone apprezzano questi luoghi, molte ci hanno chiesto se avevamo un agriturismo o un B&B dove trascorrere le giornate, ci piacerebbe quindi realizzare questo progetto. Ci vorrà del tempo e dei sacrifici ma spero che un giorno ci riusciremo”.

Doppio colpo per la Ruggero Mancini: arrivano Tachi e Pataracchia, due classe 2005
La Società Dilettantistica Ruggero Mancini di Pioraco ha piazzato due colpi, uno in attacco ed uno a centrocampo. Si tratta del centrocampista Elvis Tachi, classe 2005, e del bomber Gabriele Pataracchia, anch’egli classe 2005. Entrambi provengono dal Fabriano Cerreto, squadra che milita in Eccellenza. Dopo aver valutato diverse offerte anche provenienti da categorie superiori, sono pronti a mettersi in gioco in una squadra dove possono raggiungere ottimi risultati. Una Ruggero Mancini dunque sempre più incentrata sui giovani del territorio. Grande soddisfazione quella espressa da parte del direttore tecnico Enrico Bonifazi: "I ragazzi sposano in pieno il nuovo progetto intrapreso dalla società, sono giovani di talento e con tanto entusiasmo, nonché due persone molto serie, indispensabili per uno spogliatoio sano e unito come il nostro". Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore sportivo Emanuele Baiocco: "I profili giusti per la nostra squadra! Thaci è un centrocampista molto valido tecnicamente con caratteristiche ideali per un campo come il nostro. Pataracchia è invece un giovane attaccante che, forte delle sue 24 reti segnate nell’ultima stagione con la Juniores del Fabrianese, ha indubbiamente un grande feeling con il gol. Sono quindi due calciatori già pronti per confrontarsi in un campionato duro come quello del Girone F di Seconda Categoria poiché oltre alle doti calcistiche, completa il loro profilo una mentalità matura e professionale, qualità quindi tutt’altro che scontate".

"Niente da dichiarare?", è la nuova commedia della Filodrammatica Piorachese: in scena il 13 giugno al Lanciano Forum
"Niente da dichiarare?", questa è la nuova commedia della Filodrammatica Piorachese che andrà in scena il 13 giugno al Lanciano Forum di Castelraimondo ed il 12 agosto a Pioraco. La commedia che verrà presentata, adattata da Luisella Tamagnini, è suddivisa in tre atti e sarà in dialetto piorachese. Luisella Tamagnini, regista, attrice e costumista ha aggiunto: "Come Filodrammatica Piorachese abbiamo deciso, dopo un periodo in cui abbiamo riproposto delle commedie rivisitate, di crearne una nuova. Non essendo adatta la palestra di Pioraco per questo tipo di spettacoli, il 13 giugno saremo al Lanciano Forum di Castelraimondo, ringraziamo l’amministrazione comunale castelraimondese ed i gestori per l’ospitalità. Il 12 agosto invece saremo a Pioraco, faremo una rappresentazione all’aperto. 'Niente da dichiarare?' è una commedia piuttosto brillante, con situazioni assurde e comiche, molteplici i colpi di scena. Per snellirla, abbiamo tolto dei personaggi".