Raffica di colpi di mercato quelli piazzati dalla Società Sportiva Dilettantistica Ruggero Mancini, con l’obiettivo di rinforzare la rosa per il campionato 2025/26 con un mix di giovani e calciatori d’esperienza provenienti dal territorio. L’ultimo acquisto del club giallorosso è quello di Riccardo Stelluti, difensore fabrianese classe 2002. Si tratta di un ragazzo di grande prospettiva, forte fisicamente e già navigato, nonostante la giovane età, la società punta molto su di lui per questa stagione, ma non solo, anche per gli anni a venire.
Il presidente della S.S. Ruggero Mancini Pino Lucarini ha dichiarato: “Continua il nostro mercato, improntato sui giovani calciatori che si mettono in luce per il loro talento, i quali vogliono mettersi in gioco, in un girone che, soprattutto quest’anno, sarà molto difficile. Detto ciò, sarà sicuramente un ottimo palcoscenico per i ragazzi meritevoli”.
La Ruggero Mancini non ha nessuna intenzione di fermarsi, nel corso dell’estate, continuerà su questa linea di giovani promettenti, da ricordare infatti l’ingaggio di Elvis Tachi, centrocampista classe 2005 e di Gabriele Pataracchia, attaccante classe 2005.
Tutto pronto per la festa del vino con “Aspettando il tramonto in cantina” in programma sabato 28 giugno nella Cantina Fattoria Duri in località Colleluce, a San Severino Marche.
Dante Duri, titolare dell’azienda Cantina Fattoria Duri ha così parlato della manifestazione in programma: "Aspettando il tramonto in cantina’ è un evento che ripetiamo da alcuni anni ormai, è rivolto ai nostri amici, clienti e curiosi. Si tratta di un’occasione per far conoscere il nostro lavoro, con visite in cantina, assaggi, presentazione di nuove annate e nuove etichette. L’evento inizierà verso l'ora del tramonto, quando le temperature sono più gradevoli con vista sulla valle e bosco di Colleluce e con sfondo Monte San Vicino. È un ambiente di rara bellezza dove chi viene può rilassarsi e sistemarsi comodamente su ballette di fieno distribuite intorno alla cantina”.
Il “padrone di casa” ha poi svelato il cibo che sarà presente: “Per mangiare ci sarà lo stand della rete d'impresa Suono Enogastronomici Maceratese, di cui facciamo parte noi, Umberto e Enzo Angeletti di Pollenza. Saranno disponibili panini con salumi fatti come quelli di una volta (solo aglio sale e pepe e niente conservanti), porchetta e verdure grigliate, poi dolci assortiti con base di miele. Durante la serata - ha concluso - Dj Bobo penserà ad allietare i partecipanti e a concretizzare il momento di evasione”.
Un grande ritorno nella Società Sportiva Dilettantistica Ruggero Mancini per rinforzare la rosa della stagione 2025/26, l’esperto centrocampista Giacomo Lori, in uscita dalla Folgore Castelraimondo, torna a vestire la maglia giallorossa dopo diverso tempo. La scelta ricade sulla sua esperienza maturata in anni e anni giocati in Prima Categoria.
Emanuele Baiocco direttore sportivo della società giallorossa ha sottolineato il profilo di Lori in linea con quanto ricercato per fare crescere con tranquillità i giovani presenti in squadra: “Cercavamo un profilo di alto livello a centrocampo da affiancare ai nostri ragazzi e lo abbiamo trovato in Giacomo Lori, giocatore e persona di assoluta classe, che ha sposato in pieno il nostro progetto”.
Enrico Bonifazi direttore tecnico della Ruggero Mancini ha espresso tutta la sua soddisfazione per aver ingaggiato questo calciatore: “Siamo molto contenti di questo importante innesto, oltre al valore calcistico, Lori vanta anche doti umane che possono fare molto bene all’interno del nostro spogliatoio”.
Un altro colpo di mercato piazzato dunque dalla dirigenza giallorossa dopo l’ufficializzazione nei giorni scorsi dell’arrivo dell’attaccante Daniele Pallotta, classe 1992, originario di Fabriano, giocatori in grado di fare da “chioccia” ai calciatori più giovani che militano nella squadra.
Esplode la passione per l'AC Milan nell’entroterra maceratese, costituito il "Milan Club Castelraimondo", eletto recentemente il direttivo. Nonostante il periodo non troppo ricco di successi per il club rossonero, l’ultimo scudetto vinto risale al 2021-22, quest’anno si è aggiudicato solamente la Supercoppa Italiana, la forte fede per il "Diavolo" ha portato all’unione dei molteplici tifosi con lo scopo di creare un gruppo per stare insieme, per organizzare cene e per realizzare pullman per andare a seguire le partite.
Il "Milan Club Castelraimondo" è ancora alla ricerca di una sede per riunirsi così da vedere le partite tutti insieme. Il club ha già 10-11 abbonati (tra Curva Sud e secondo anello arancio), a breve partirà la nuova campagna abbonamenti quindi chi fosse interessato potrebbe anche procedere in questa direzione.
Il folto gruppo di tifosi del "Diavolo" si è già incontrato più volte, esso conta circa cento iscritti provenienti da tutto il territorio: Camerino, Esanatoglia, Gagliole, Pioraco, San Severino Marche, Fiuminata, Sefro ed ovviamente Castelraimondo. Presto però gli iscritti potrebbero salire fino ai centocinquanta.
Tra i cento iscritti al “Milan Club Castelraimondo”, c’è un bambino di 2 anni, un ragazzo che si trova in Brasile e la 97enne “Nonna Norina Zaninello”, nata a Rosolina in provincia di Rovigo l’1 gennaio 1929. Ma c’è una chicca a lei legata, “Nonna Norina” ha vissuto per circa 20 anni a Milanello, che oltre ad essere il centro sportivo è anche un quartiere di Milano.
Prima di trasferirsi a Castelraimondo, viveva a circa 100 metri dal centro di allenamento del Milan. Per avere tutte le informazioni ed i contatti relativi al “Milan Club Castelraimondo” è possibile visitare la pagina Facebook o Instagram.
Matteo Cesari de Maria è il titolare ed enologo della VerSer Cantina e Vigneti, una cantina giovane, la più giovane tra i produttori del Serrapetrona DOC. Si tratta di una proprietà di famiglia; Matteo, infatti, gestisce l'attivita insieme ai genitori Andrea Cesari de Maria e Marilena Scagnetti e la sorella Sandra. La cantina è stata inoltre selezionata tra le 100 eccellenze italiane di FORBES nel 2025.
Puoi raccontarci la storia di “VerSer”? Come mai questo nome?
“Questa cantina nasce non per una volontà imprenditoriale, siamo una famiglia che dal Nord decide di investire nelle Marche, ma in realtà è la creazione di un sogno familiare serrapetronese. Perché mia madre è serrapetronese doc da generazioni e suo padre, Giuseppe Scagnetti, è stato un po’ il mentore che mi ha trasferito questa passione sotto forma di conoscenza di un vitigno e della sua vinificazione regina che poi nel tempo è diventato il nostro progetto. Giovane perché i vigneti sono stati impiantati nel 2019 e nel 2020 abbiamo ultimato la costruzione della cantina e l’avvio della prima produzione. Il nome”VerSer” ideato da mia mamma, si origina dall’unione dei due aspetti fondamentali del nostro cuore che sono la Vernaccia come vitigno e Serrapetrona come paese. Verser in francese vuole anche dire versare vino, quindi è un gioco di parole”.
Puoi parlarci dei tuoi vigneti? Quali sono le caratteristiche principali?
“Per quanto riguarda i vigneti noi li abbiamo in Località Carpignano che è una frazione di San Severino Marche, quindi i primi territori subito a nord rispetto al comune di Serrapetrona. Totalmente all’interno della reale riproduzione delle uve per le denominazioni di origine controllata e garantita di Serrapetrona. La scelta non è casuale ma è stata originata da e con mio nonno proprio perché questo territorio è quasi unico, è una valle lenticolare dove, soprattutto nella nostra zona, prevale in altissime concentrazioni l’argilla. Essa è un terreno splendido e forse il migliore per i grandi vini, perché nonostante la difficoltà nel lavorarlo e nel gestirlo, offre grande spinta alle piante per una sana e corretta crescita e ha la più alta concentrazione di elementi chimici che sono la base, i mattoncini, con cui le piante costituiscono gli aromi, che saranno poi presenti nel calice. Come detto la cantina piccola è di 2,8 ettari, suddivisi tra 2,2 ettari di Vernaccia Nera e mezzo ettaro di Pecorino. Questo perché io volevo due vitigni autoctoni, la Vernaccia è la regina di questo territorio, ma anche il Pecorino era presente in queste zone da studi condotti da diverse università che io poi ho condiviso e studiato con i miei professori di Milano, ho valutato che era un vitigno figlio della fascia pre appenninica, dove cresceva e si è sviluppato e spostato nel tempo, attraverso i secoli, seguendo le vie di transumanza, fino al mare. È un vigneto particolare perché oltre al giovane impianto viene condotto con delle tecniche di potatura moderne che sono volte ad aumentare la longevità della pianta, il vigneto è studiato per portarlo ad una quasi completa meccanizzazione. Questo perché la mia è una cantina totalmente a gestione individuale, quindi forse unica”.
Qual è la chicca della tua azienda?
“Ogni singolo aspetto nel corso dell’anno viene fatto solo ed esclusivamente da me, dalla potatura fino all’etichettatura e all’inscatolamento delle bottiglie prima di consegnarle ai clienti. Questo perché io voglio avere un pieno e totale controllo di tutte le fasi produttive, perché la più piccola scelta fatta in vigna durante la potatura avrà una ripercussione sul calice che si verserà l’anno dopo. Nonostante la piccola superficie il terreno cambia di metro in metro, e solo potendo vedere pianta dopo pianta, comprendendone le caratteristiche, si può andare a fare quella che è poi la creazione di un vino. A questa chicca ne vorrei aggiungere un’altra, sicuramente esistono altre cantine a trazione individuale però io ho un passo in più, quando mi sono iscritto ad enologia, la prima laurea a Milano, ho fatto una tesi sperimentale dove ho progettato una cantina per valorizzare la Vernaccia di Serrapetrona DOCG. Poi grazie ad una selezione sono stato preso nella laurea magistrale in “Scienze Viticole e Enologiche” dove ho potuto con una tesi durata quasi due anni, studiare per primo ed unico al mondo, il vitigno Vernaccia Nera. Fino alla data della mia laurea era considerata probabilmente una sorella minore del famoso Grenache francese. Mio nonno nonostante facesse il vino più per una passione casalinga che per imprenditoria, era convinto che non potesse essere così, che secoli di persone che avevano tutelato questo vitigno e tecniche di vinificazione così particolare, non potevano farlo su qualcosa che fosse importato dalla Francia. Ed è così che al termine di questo lungo percorso, che è andato dalla genetica ed è passato soprattutto dalle analisi chimiche delle uve e di tutte le possibili vinificazioni, ho potuto definire in maniera inoppugnabile l’unicità di questo vitigno. Per cui forse la chicca è che oltre ad essere una cantina a trazione individuale è una delle pochissime, forse l’unica cantina al mondo, che può vantare la proprietà totale ed esclusiva della conoscenza del vitigno. Sembra una cosa banale ma è da queste basi che poi si trae la perfetta espressione di quella che poi sarà l’uva tramutata in vino. Tante cantine possono vantare grandiosi enologi consulenti che però ovviamente non fanno altro che applicare una ricetta, una tecnica, alle varie aziende clienti, che possono essere in Veneto come a Pantelleria. Io non volevo questo, perché il vino si fa in vigna, si fa assaggiando le diverse annate, rispettando totalmente teruar e clima delle annate, dando così una connotazione mai uguale ai vini. Farlo invece attraverso un consulente spesso può portare a questo appiattimento espressivo”.
Che cosa ti senti di dire ad un giovane che custodisce il tuo stesso sogno?
“Primo di non abbattersi davanti alle avversità o alla enormità di cose da fare. Quando ho lasciato il posto di lavoro in Piazza San Babila a Milano, in giacca e cravatta, e mi sono seduto per la prima volta alla lezione di chimica organica ero terrorizzato, pensavo alle decine e decine di esami che avrei avuto davanti prima di potermi mettere nell’idea di creare la mia azienda. Ma affrontando in maniera convinta e decisa il percorso, ho potuto vantarmi di una laurea triennale di 106/110 e di una magistrale con i complimenti della commissione da 110 e lode proprio sul mio vitigno, su questo racconto per la prima volta. Poi c’è stato il progetto, creare la vigna, le avversità sono arrivate giorno dopo giorno, ma in maniera tranquilla e determinata si è potuto smontare tutto arrivando a questo destino”.
Progetti in cantiere?
“Il prossimo progetto della mia cantina sarà dedicarsi al mondo delle bollicine metodo classico, sia la Vernaccia Nera che il Pecorino hanno grandi capacità di poter esprimere note varie tali e tecniche uniche, producendo spumanti in metodo classico. È un progetto lungo e non facile che speriamo di completare nei prossimi anni. E a questo vorremmo unire un altro sogno che è riportare il vino e le vinificazioni nel centro del paese. La nostra cantina è proprietaria di una cantina storica a poche centinaia di metri dal centro del paese dove si faceva vino ormai più di mezzo secolo fa, la speranza a breve è di poterlo aprire e di destinare questi locali proprio alla realizzazione dei metodi classici”.
Colpo di mercato per la Ruggero Mancini in vista della stagione 2025/26. La società dilettantistica giallorossa ha infatti ufficializzato l’arrivo dell’attaccante Daniele Pallotta, classe 1992, originario di Fabriano. Un nome noto nei campionati regionali marchigiani, con alle spalle un lungo percorso tra Eccellenza, Promozione e Prima Categoria.
Pallotta porta con sé esperienza, carisma e fiuto del gol: un mix prezioso per una squadra che punta a crescere e a consolidarsi ulteriormente. La sua scelta di vestire la maglia della Ruggero Mancini rappresenta anche un segnale forte di attaccamento al territorio.
Grande la soddisfazione del presidente Pino Lucarini, che ha commentato così l’operazione: “Abbiamo ingaggiato un attaccante generoso, sempre pronto a mettersi a disposizione del mister e della squadra. Era il tassello di esperienza che ci mancava in un reparto offensivo molto giovane. Con la sua leadership – ha aggiunto – Pallotta saprà dare peso in campo e nello spogliatoio”.
La società si prepara dunque ad affrontare la nuova stagione con rinnovato entusiasmo, puntando su un mix di gioventù ed esperienza.
Barbara Bonifazi è la titolare della Società Agricola “La Rinascita”, situata in località Sellano a Camerino. A maggio del 2017, dopo alcuni rallentamenti burocratici, Barbara ha costruito questa società, dandole un nome sia di speranza, visto che venivano dal terremoto, sia di rinascita sua personale, poiché ha cambiato del tutto sia stile di vita sia l’ambito in cui aveva studiato. Barbara ha quasi 36 anni ed è nata e vissuta a Camerino, nel 2016 ha preso la sua laurea magistrale in Geologia.
Ma la vocazione per l’azienda agricola era forte in lei, gli ultimi due anni di università infatti li ha fatti lavorando nella società e studiando. All’inizio è stata dura, la laurea magistrale l’ha terminata soprattutto per i suoi genitori che erano orgogliosi che avesse preso questo titolo di studio. Barbara si era informata se poteva fare un’altra laurea, con la convalida di alcuni esami già dati, per qualcosa di più attinente a questo lavoro, ma non è stato possibile.
Ha quindi chiuso il capitolo studi e nel 2016 è entrata a pieno ritmo in azienda nonostante le molteplici proposte arrivate per un lavoro da geologa. Ha fatto un cambiamento di vita drastico, con l’assunzione di diverse responsabilità, in particolare l’avere gli animali ed il dover stare comunque sempre lì, assentandosi solamente per brevi periodi.
Puoi raccontarci la storia della società agricola “La Rinascita”? L’attività è nata dai tuoi bisnonni giusto?
“L’attività era già nata dai miei bisnonni, poi i miei nonni hanno continuato con molte più pecore ma poche mucche e poi dopo la morte di mio nonno l’azienda era rimasta con pochi capi sia di ovini che di bovini. Da quando io sono entrata in azienda, abbiamo aumentato i capi, oggi contiamo tra fattrici e vitelli da ingrasso o da allevo 35-40 capi e per quanto riguarda le pecore sono circa 80, Vogliamo aumentarle perché abbiamo partecipato al CSR Marche che è scaduto lo scorso dicembre e ci hanno approvato la domanda. A breve dovremo fare una stalla più grande per aumentare la produzione di ovini. Poi abbiamo anche i maiali con i quali produciamo saluminel modo più naturale possibile, conservandone i vecchi sapori. Devo dire che è uno dei prodotti che le persone apprezzano di più, poi vendiamo anche carni fresche, soprattutto ovini e bovini. Eravamo partiti macellando pochi vitelli l’anno, ora ne macelliamo uno al mese, perché le persone apprezzano comunque il modo di allevarli. Coltiviamo sui 60 ettari di terra e poi abbiamo una parte di pascolo, in totale con i boschi ecc… sono sui 130 ettari. Non facciamo inseminazioni artificiali per le fattrici ma abbiamo il toro, cerchiamo di seguire il più possibile il ritmo della natura e l’allevamento viene cibato del raccolto dei nostri campi, quindi foraggio, abbiamo un mulino in cui facciamo una miscela di cereali, vengono ingrassati quindi con questi prodotti”.
Come mai hai fatto questa scelta di vita
“Ho fatto questa scelta non a caso, c’era da portare avanti o comunque affittare, io sono cresciuta in questo posto insieme ai miei nonni che mi hanno tramandato dei forti valori sia per la terra, sia per i sacrifici, sia per gli animali. La maggior parte degli insegnamenti li devo a loro ma anche a mio padre da cui ho avuto il pieno appoggio alla mia scelta, mia madre non era d’accordo e tuttora ancora si ostina a farmi cambiare idea, credo che arriverà ad un punto che si rassegnerà. Mio papà nei periodi più intensi mi aiuta, è stata una scelta per passione, per presidio del territorio. Era un brutto periodo, con il terremoto tutti lasciavano o si allontanavano da queste zone che erano state colpite, io invece ho deciso di rimanere e di lottare per quello che avevo deciso, nonostante i tanti problemi e difficoltà. Non è stato assolutamente un ripiego, è un lavoro che non riesci a fare se non hai la passione, è stato un qualcosa che mi è venuto da dentro, anche il non abbandonare tutto quello che avevano fatto i miei nonni.
Sicuramente è un lavoro in cui non si finisce mai di imparare, si può sempre migliorare. Il contadino non è più una figura come quella di una volta, non è quella persona che non è studiata, anzi ci vuole formazione e conoscenze in tutti gli ambiti, specialmente quando si parla di allevamento e di coltivazione. Non si tratta solo di governare le bestie, devi avere un po’ la cultura di tutto. Puoi ritrovarti a fare il meccanico, il veterinario, è un po’ un lavoro multitasking. Se non ti piace quello che fai non riesci a farlo. Il discorso che ho fatto a mia madre è il seguente: ‘Ma tu vuoi vedere una figlia felice o una figlia triste obbligata a fare un lavoro che non le piace?’, ed allora È una scelta di cui devi essere consapevole, dei sacrifici, degli sforzi e dei giorni estivi in cui i lavori sono molto più intensi, e vedi amici ed amiche al mare o in giro e te non puoi andare. Devi averci tanta passione per decidere di fare questo”.
Carni, salumi, confetture e non solo… puoi parlarci un po’ dei tuoi prodotti? Qual è secondo te il più caratteristico?
“Carni ovine, suine e bovine, salumi, confetture e miele perché abbiamo anche circa 60 arnie posizionate in un luogo incontaminato, sono poste sotto il Monte Primo, il miele è prodotto in modo totalmente naturale. Sono parecchi anni che non riusciamo più a produrre miele d’acacia o melata di bosco, ma solo millefiori, perché il clima sta cambiando e quindi la raccolta dei fiori nel periodo dell’acacia non riescono a farla. Il prodotto più apprezzato direi che è il salame spalmabile, amato sia dai grandi che dai piccoli, ma anche delle carni le persone sono molto soddisfatte”.
Hai un sogno nel cassetto?
“Ho tantissimi sogni nel cassetto, ma il mio sogno più grande è stato realizzato perché faccio quello che mi piace. Se un lavoro si fa con passione, non è mai un lavoro, soprattutto ho trovato anche un ragazzo accanto a me che mi dà la possibilità di seguire questo sogno e che mi aiuta insieme a mio papà. Vorremmo ampliare la nostra offerta facendo godere l’entroterra in ogni suo aspetto con un progetto che prevede la realizzazione di un B&B, ma i passi vanno fatti piano piano. Le persone apprezzano questi luoghi, molte ci hanno chiesto se avevamo un agriturismo o un B&B dove trascorrere le giornate, ci piacerebbe quindi realizzare questo progetto. Ci vorrà del tempo e dei sacrifici ma spero che un giorno ci riusciremo”.
La Società Dilettantistica Ruggero Mancini di Pioraco ha piazzato due colpi, uno in attacco ed uno a centrocampo. Si tratta del centrocampista Elvis Tachi, classe 2005, e del bomber Gabriele Pataracchia, anch’egli classe 2005. Entrambi provengono dal Fabriano Cerreto, squadra che milita in Eccellenza. Dopo aver valutato diverse offerte anche provenienti da categorie superiori, sono pronti a mettersi in gioco in una squadra dove possono raggiungere ottimi risultati.
Una Ruggero Mancini dunque sempre più incentrata sui giovani del territorio. Grande soddisfazione quella espressa da parte del direttore tecnico Enrico Bonifazi: "I ragazzi sposano in pieno il nuovo progetto intrapreso dalla società, sono giovani di talento e con tanto entusiasmo, nonché due persone molto serie, indispensabili per uno spogliatoio sano e unito come il nostro".
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore sportivo Emanuele Baiocco: "I profili giusti per la nostra squadra! Thaci è un centrocampista molto valido tecnicamente con caratteristiche ideali per un campo come il nostro. Pataracchia è invece un giovane attaccante che, forte delle sue 24 reti segnate nell’ultima stagione con la Juniores del Fabrianese, ha indubbiamente un grande feeling con il gol. Sono quindi due calciatori già pronti per confrontarsi in un campionato duro come quello del Girone F di Seconda Categoria poiché oltre alle doti calcistiche, completa il loro profilo una mentalità matura e professionale, qualità quindi tutt’altro che scontate".
"Niente da dichiarare?", questa è la nuova commedia della Filodrammatica Piorachese che andrà in scena il 13 giugno al Lanciano Forum di Castelraimondo ed il 12 agosto a Pioraco. La commedia che verrà presentata, adattata da Luisella Tamagnini, è suddivisa in tre atti e sarà in dialetto piorachese.
Luisella Tamagnini, regista, attrice e costumista ha aggiunto: "Come Filodrammatica Piorachese abbiamo deciso, dopo un periodo in cui abbiamo riproposto delle commedie rivisitate, di crearne una nuova. Non essendo adatta la palestra di Pioraco per questo tipo di spettacoli, il 13 giugno saremo al Lanciano Forum di Castelraimondo, ringraziamo l’amministrazione comunale castelraimondese ed i gestori per l’ospitalità. Il 12 agosto invece saremo a Pioraco, faremo una rappresentazione all’aperto. 'Niente da dichiarare?' è una commedia piuttosto brillante, con situazioni assurde e comiche, molteplici i colpi di scena. Per snellirla, abbiamo tolto dei personaggi".
Ottimo successo per la Magnalonga, l’appuntamento enogastronomico per gli amanti della natura e delle passeggiate all’aria aperta e del buon cibo che si è tenuto domenica 8 giugno tra Pioraco e Fiuminata. Una passeggiata da 13 chilometri in compagnia immersi nel verde che caratterizza queste zone.
Lorenzo Rossi, consigliere del Comune di Pioraco, ha espresso tutta la sua soddisfazione per la riuscita dell’evento: “Sicuramente è stata una bellissima iniziativa per far conoscere il territorio di Pioraco, ringrazio di cuore tutti i componenti dell’organizzazione per la dedizione che hanno messo nel preparare l’evento e per gli oltre 200 iscritti che sono riusciti a portare alla scoperta del nostro meraviglioso paesaggio. Come amministrazione comunale - ha sottolineato - siamo davvero felicissimi che ci sia stata tutta questa affluenza”.
Gli organizzatori della Magnalonga Marchigiana hanno già promesso di ritornare il prossimo anno, in un post su Facebook hanno scritto: “Un ringraziamento a tutti i partecipanti alla Magnalonga 2025, speriamo siate stati bene e vi siate divertiti… ci vediamo il prossimo anno!”
Giorgio Togni è il titolare di Nerovisciola - Azienda Agricola Antinori, situata in località Santa Maria del Rango a Cingoli. Dal 2014 Giorgio, insieme a sua moglie Monica, gestisce l’Azienda Agricola Antinori, la quale produce diversi prodotti a base di visciole. L’idea di questa realtà immersa nel verde è nata nel 2011, nonostante entrambi venissero da famiglie da sempre legate all’agricoltura. Tutti e due da piccoli, seguivano i lavori nei campi dei genitori, come per esempio la raccolta delle olive. Ma all’inizio, le loro strade erano completamente diverse, Giorgio è un geometra e lavorava in un’azienda, mentre Monica, faceva la maestra in un asilo nido.
Puoi raccontarci la storia dell’Azienda Agricola Nerovisciola?
“Sin da quando ero bambino, l’idea di avere una mia attività da gestire in maniera diretta, è sempre stata forte, ma appena diplomato c’è stata la chiamata di questa azienda che conoscevo e già a 23 anni avevo un contratto a tempo indeterminato. Quindi ho messo un po’ in secondo piano quelle che erano le mie passioni, seguendo l’opportunità lavorativa che mi si era presentata. Poi nel 2011 l’azienda con cui lavoravo, importante a livello nazionale, decise di chiudere 8 stabilimenti su 14 e di licenziare circa mille dipendenti, ed io, come dico sempre, fortunatamente sono stato uno di quelli. Da lì nasce un po’ quest’idea di partire d’accordo con mia moglie, di aprire una nostra attività, ed abbiamo così deciso di valorizzare un prodotto che facevano i genitori di Monica. Loro lo realizzavano in casa, come molte realtà della zona di Cingoli, che è il vino di visciola. Un’idea dunque sorta grazie a questa “occasione”, che la vita con questo licenziamento, in maniera inaspettata ci aveva messo davanti. Oggi ci troviamo ancora su questa strada anche se l’azienda rispetto all’inizio è completamente cambiata. La visciola è tipica delle colline maceratesi, negli anni abbiamo scoperto che la prima ricetta di vino di visciola è del 1600, nel ricettario del Buonaccorsi di Macerata”.
Com’è cambiata la tua vita da quando hai iniziato a dedicarti all’agricoltura? Che cosa ti senti di dire ad un giovane che ha in mente questo sogno?
“Sicuramente il cambiamento più grande da quando ho lasciato l’azienda a quando ho aperto la mia attività agricola è stato il poter gestire il tanto tempo che avevo a disposizione. Oggi è un po’ diverso, ma all’epoca facevamo molti meno prodotti. I primi anni sono stati un po’ difficili perché devi organizzare quella che è la tua giornata, prima ero abituato che comunque c’era sempre qualcosa da fare, poi ho dovuto imparare a gestire i miei tempi. Un’altra cosa complicata da capire è anche la gestione monetaria dell’azienda, quando è tua, e soprattutto un’azienda agricola non convenzionale, ci sono magari dei periodi dove hai dei buoni incassi ed altri dove non hai niente. Questo è stato un forte cambiamento ma anche una grande sfida aziendale perché siamo riusciti in più di 10 anni a cambiare questa situazione. Quando abbiamo iniziato le vendite erano concentrate soprattutto nel periodo natalizio, mentre poi con degli aggiustamenti e con dei nuovi prodotti, come l’apertura di un agriturismo, esso ci permette di avere un’organizzazione finanziaria completamente diversa dall’azienda, su tutto l’anno. Dall’altra parte, il tempo e questa apertura a nuovi prodotti ha fatto sì che i ritmi siano completamente cambiati. L’idea mia e di mia moglie è sempre comunque quella di seguire la stagionalità e i ritmi che ci dà la natura".
"Per un ragazzo che vorrebbe intraprendere questo sogno, sicuramente dico di chiedere un po’ le orecchie dalle persone che ti stanno vicino, che come nel nostro caso avevano un po’ di scetticismo. Tante persone ci hanno detto che stavamo sbagliando, quindi serve molto coraggio per seguire i propri sogni e il non aver paura di fallire perché comunque uno fallisce solo se ci prova. Una buona dose di incoscienza aiuta ed anche l’idea che comunque il fallimento non è così grave. Altri due suggerimenti che mi sento di dare sono di collaborare con altre aziende perché oggi da soli si va avanti sì, ma insieme è meglio. Noi abbiamo sperimentato molto spesso che collaborando si ottengono prodotti migliori e più in linea con l’idea che vogliamo raccontare. Il secondo consiglio è quello di non fare più un’agricoltura come i nostri nonni, funzionava ma con i loro tempi, oggi ne serve una diversa. Nei prossimi anni dobbiamo puntare molto di più sulla qualità dei prodotti che non sulla quantità, soprattutto per il cambiamento climatico in atto, noi come azienda abbiamo deciso di puntare sulla qualità, che è quella che premia”.
Che cosa offrite ai vostri clienti? Il prodotto più richiesto?
“Nell’arco di tutti questi anni sono stati inseriti tanti nuovi prodotti, ma quello che di base resta sempre è quello di offrire ai nostri clienti un’armonia, una pace di fondo. Ovvero staccare una mezz’ora in mezzo alla natura, assaporare prodotti che ti riportino alla semplicità delle cose ed alla loro naturalezza. Quello che offriamo ai nostri clienti, sia con i prodotti che appunto con le degustazioni che facciamo, è quello di far conoscere una vita che magari si faceva 50 anni fa nelle nostre campagne, dove tutto era molto più lento. Portiamo i clienti anche a vedere dei punti panoramici della nostra zona.
I prodotti che offriamo sono tutti biologici, non vengono in nessun modo trattati, né con agenti chimici né con concimi per aumentare le produzioni, teniamo molto alla loro sanità, anche perché è ciò che facciamo anche nella nostra vita privata. È proprio una nostra idea di vita. I prodotti più venduti sono sempre a base di visciola, nel periodo natalizio, più il vino, in altri più le confetture, o nel periodo estivo le visciole al sole da mettere sul gelato. Il prodotto che più rappresenta l’azienda è il nostro Nerovisciola, è un po’ la nostra immagine".
“Harmonico” è l’amaro effetto wow che avete realizzato con ben 21 tra erbe e fiori. Puoi parlarci di com’è nata questa idea e… di che cosa si tratta?
“Harmonico” è un amaro alle erbe che nasce nel 2021, la prima realizzazione è stata fatta nel 2024. L’idea nasce passeggiando tra le nostre colline, abbiamo visto che ci sono diversi conventi e monasteri e la domanda è nata spontanea: ma questi frati e queste monache come curavano queste persone negli anni 1000? Facendo un po’ di domande abbiamo chiesto al nostro botanico e naturopata, quali fossero le erbe nella nostra zona, ne abbiamo selezionate ventuno. Da lì nasce questo prodotto che è proprio una collaborazione. Con mia moglie ogni anno le raccogliamo nel giusto periodo e poi la distilleria che fa l’infusione. Le stesse erbe raccolte in un altro territorio non avrebbero mai lo stesso sapore, è un prodotto che ci sta dando delle grandissime soddisfazioni”.
Tra l’altro per grazie ad esso siete candidati all’Oscar Green 2024 nella categoria “Custodi d’Italia” giusto? Ve l’aspettavate?
“Con “Harmonico” abbiamo partecipato all’edizione 2024 di Oscar Green nella categoria “Custodi d’Italia” è stata una bella sorpresa essere stati candidati per la Regione Marche, non abbiamo vinto come progetto ma Coldiretti ci ha inserito in un atlante dove vengono selezionate alcune aziende, la nostra come “Custode del territorio”, perché “Harmonico” rappresenta la bellezza di questo piccolo scorcio delle colline cingolane, è un grande piacere essere riconosciuti a livello nazionale”.
Progetti in cantiere?
“Come per tutte le aziende i progetti in cantiere sono sempre tantissimi, quelli che stiamo portando avanti con maggiore interesse e che usciranno prima di Natale parlano di nuove collaborazioni. Credo che in questo periodo, sia sempre più fondamentale andare a creare ciò con altre aziende dove si riescono a valorizzare al meglio i nostri prodotti. Non riusciamo sempre a fare tutto e a saperlo fare nel miglior modo possibile, per cui appoggiandoci ad altri riusciamo ad avere dei prodotti che sono veramente buoni e che valorizzano il territorio e le nostre produzioni al 100%”.
“Un giorno triste, Pioraco sta perdendo pezzi importanti della comunità che hanno fatto la storia del paese e di tutto ciò che rappresenta”, a parlare con commozione è Matteo Cicconi, sindaco di Pioraco, in seguito alla perdita di Romualdo Severini, il quale durante la sua vita si è sempre prodigato con l’obiettivo di valorizzare il paese.
Romualdo Severini aveva 83 anni, lascia il figlio Roberto, la nuora Gessica, gli adorati nipoti Riccardo e Chiara ed i parenti tutti. I funerali si terranno domani, giovedì 5 giugno, alle 10.30, presso la chiesa Parrocchiale di San Vittorino a Pioraco.
Il primo cittadino piorachese Cicconi ha sottolineato: “È scomparsa una persona molto cara con la quale abbiamo collaborato per molteplici attività. Per anni è stato un volontario della protezione civile di Pioraco, tante le edicole sacre e pinturette da lui realizzate. Ci tengo ad evidenziare come ha valorizzato l’area della Madonnina di Costa Eletta, che oggi è uno splendido luogo fortemente spirituale. Un forte abbraccio va alla sua famiglia”.
Ritrovo ufficiale Ferrari “Le Rosse in Piazza” e il mercatino “Arte&Gusto” protagonisti a Pioraco lunedì 2 giugno per la Festa della Repubblica. Il ritrovo che ha portato in piazza Isabella d’Este circa venticinque automobili dello storico marchio della casa automobilistica di Maranello, è stata organizzata dalla Scuderia Ferrari Club di Potenza Picena, dalla Comunanza Agraria Pioraco-Costa e dal Comune di Pioraco, su iniziativa del cittadino piorachese Alberto Grelloni. Una manifestazione che ha portato in paese appassionati di motori di ogni sesso ed età. Tante le bancarelle di “Arte&Gusto” allestite lungo la camminata di Piè di Gualdo, le quali hanno attirato la curiosità di molti turisti.
Grande soddisfazione filtra dalle parole di Mauro Marchetti presidente della Scuderia Ferrari Club di Potenza Picena, l’unico ufficiale nella provincia di Macerata: “È stata una manifestazione meravigliosa, ci tengo a sottolineare che Matteo Cicconi, sindaco di Pioraco, è squisito. Sono venuti addirittura degli amici del nostro club, dal Belgio”.
Entusiasmo negli occhi del sindaco di Pioraco Matteo Cicconi che ha ringraziato tutti coloro che si sono prodigati per questo primo ritrovo ufficiale delle Ferrari nel piccolo paese dell’entroterra maceratese ed i ferraristi giunti dall’intera regione, per un giorno, in visita a Pioraco”.
Il promotore dell’evento sportivo Alberto Grelloni ha dichiarato: “A due anni dall’idea nata insieme al presidente Marchetti, finalmente siamo riusciti a realizzarla! Un ringraziamento particolare ai tanti sponsor che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento, alla Tenuta Grimaldi per averci fornito la bottiglia di vino, consegnata insieme ad altri gadget ai ferraristi giunti in paese. In special modo ringrazio l’amministrazione comunale di Pioraco guidata da Matteo Cicconi e la Comunanza Agraria Pioraco-Costa capitanata da Giampaolo Boldrini, per avere contribuito in modo importante alla concretizzazione di questa iniziativa”.
Il sogno dell’Asd Gagliole C5, brillante realtà nel cuore dell’entroterra maceratese, si è infranto. I rossoblù sono usciti comunque a testa alta dai playoff nazionali. I “Galletti” hanno lottato ma non è bastato per vincere contro il Baraccaluga, che ha battuto i ragazzi di mister Rossini 6-3 nella gara di ritorno dei playoff nazionali, nonostante il Gagliole abbia provato con tutte le sue forze a ribaltare il passivo della partita d’andata. Al 4’ Franca ha subito portato in vantaggio i padroni di casa, poi al suo gol, al 18’ ha risposto Di Ronza. Nella ripresa, Ferjani con un gran gol, ha portato avanti il Gagliole. Poi il Baraccaluga ha prima pareggiato i conti qualche minuto più tardi, e poi preso il largo, fino al 6-3 finale.BARACCALUGA-GAGLIOLE 6-3 (1-1 pt)BARACCALUGA: Nutricato, Bersani, Dametti, Oro, Araut, Molinari, Elgachi, Montagna, Palumbo, Silvano, Franca, Fariselli. All. Tagliavini
GAGLIOLE: Tamburrino, Di Ronza, Casoli, Panella, Ferjani, Largoni, Calisti, Savi. All. Rossini
Arbitri: Amatucci e Ferraro di Milano
Reti: 4' Franca, 18' Di ronza // 1' st Ferjani, 7' st Palumbo, 9' st Oro, 11' st Panella, 14' st Elgachi, 15' st Araut e 15' st Elgachi.
Il cantiere della casa di riposo "Agnese Mataloni" di Pioraco è stato smobilitato, ma "ad oggi solo il 30% dell’intero intervento è stato fatto", queste le parole del sindaco di Pioraco Matteo Cicconi, che ha fatto un punto della situazione su quanto sta avvenendo in merito ai lavori di ricostruzione dell’edificio in seguito al sisma del 2016, assegnati ad una ditta appaltatrice nel 2022 e ancora lontani al completamento.
Da lì nasce la drastica ma necessaria decisione presa dall’amministrazione comunale della 'Piccola Svizzera delle Marche': "Abbiamo optato con la ditta per un accordo consensuale tra le due parti per il mancato rispetto del cronoprogramma, superato il termine di 720 giorni. Nonostante numerose sollecitazioni ed incontri con tutti i soggetti interessati, i lavori non sono andati avanti".
Il primo cittadino ha poi svelato i problemi emersi nella struttura: "È completamente pieno d’acqua il piano interrato, forse a causa di falde sotterranee, di cui non si era a conoscenza nel momento della redazione del progetto, il quale a questo punto andrà rivisto. Questa ulteriore operazione, comporterà anche un incremento dell’importo necessario per la ricostruzione della Casa di Riposo 'A.Mataloni', ed inoltre una nuova procedura per trovare una nuova impresa. Auspichiamo - ha concluso - che i lavori interrotti possano riprendere per la prossima primavera. La casa di riposo è una struttura fondamentale e strategica per il nostro comune sulla quale abbiamo concentrato tutta la nostra attenzione fin subito dopo il terremoto del 2016".
È già tempo di pensare al futuro e alla nuova stagione per la Ruggero Mancini, una delle più antiche società calcistiche dilettantistiche d’Italia, fondata oltre 100 anni fa, nel 1921. Il nuovo presidente Giuseppe Lucarini è piuttosto entusiasta delle risposte dei suoi ragazzi: “Ho visto nascere questo gruppo di calciatori e amici, parliamo di ragazzi del territorio che hanno entusiasmo nel giocare a calcio e un forte attaccamento alla maglia. Per me sono come dei figli”.
È quindi il momento di riconferme in casa giallorossa. Davide Grelloni è ormai il nostro veterano e punto fermo della difesa, nonché attuale capitano della squadra. Gabriele Monteneri è il classico giocatore silenzioso, che fa parlare il campo al posto suo, portando sempre un 7 in pagella. Alessio Giuli è un giovane scalpitante, pieno di energie e talento che dimostra in ogni partita. Il nostro capitan futuro.
Michele Rosu è come la Nutella, sta bene dappertutto, ricoprendo tutti i ruoli del centrocampo. Diego Piciotti è un giovane adulto, con un cuore immenso. Ha il fisico di un ragazzo con il cervello da adulto. Pensa e agisce sempre in maniera corretta. Lorenzo Cicconi è il nostro bomber di razza, da sempre il 100% sul campo ma rimane lucido e freddo sotto porta".
Il presidente giallorosso ha concluso così: “Siamo pronti a ripartire da questo blocco di giocatori e a diventare una delle protagoniste del mercato estivo”.
Da Pioraco a Marotta di Mondolfo, “Tre Uomini e una Birra” è il locale della famiglia Busti gestito dai fratelli Federico e Fabrizio e dal papà Luca. Un progetto incentrato su Aldo, Giovanni e Giacomo, il trio comico di attori, sceneggiatori e registi teatrali, televisivi e cinematografici. Per l’occasione, abbiamo intervistato Fabrizio.
Ciao Fabrizio, puoi raccontarci com’è nata l’idea di aprire “Tre uomini e una birra”, un’attività di famiglia con tuo padre e tuo fratello. Come mai la scelta è ricaduta su Marotta?
“L’idea di aprire “Tre Uomini e una Birra” è nata tutta da mio fratello Federico, che già lavorava in questo locale a Marotta come cameriere. Un giorno il padrone, per motivi personali, ha deciso di metterlo in vendita, e a mio fratello è venuta questa illuminazione di approfittarne, di sfruttare questa occasione. Lui era già in città da un paio di anni perché accompagnato con una ragazza del posto”.
Il tema del locale è quello di Aldo, Giovanni e Giacomo, perché questa scelta particolare?
“È stato scelto il tema di Aldo, Giovanni e Giacomo perché sia io, che mio padre, che mio fratello siamo fanatici di loro, siamo cresciuti con il trio, abbiamo visto ogni film, qualsiasi sketch. Sappiamo a memoria ogni battuta. Un giorno eravamo in un pub che si chiama Lupin, e da lì abbiamo deciso di dedicare il nostro completamente ad Aldo, Giovanni e Giacomo, sperando che un giorno gli arrivi questa “pulce nell’orecchio” e vengano a trovarci nel nostro locale”.
Qual è la chicca della vostra attività?
“La chicca della nostra attività sono le pinse e gli hamburger. Il nostro cavallo di battaglia sono gli aperitivi e gli affettati, perché puntiamo ai taglieri sia di salumi che di formaggi nostrani di alta qualità. Devo dire però anche la nostra torta alla Guinnes. Essendo il pub a tema Aldo, Giovanni e Giacomo, ancora non siamo riusciti a farlo, ma punteremo questo inverno a proiettare ogni film associandolo ad un piatto, credo sia un’altra piccola chicca”.
Come siete organizzati al vostro interno?
“Tutti stiamo cercando di imparare a fare tutto. Momentaneamente mio fratello sta dietro al bancone, spilla la birra, io porto a tavola e mio padre cerca di aiutarci nel servire i clienti”.
Che riscontro state ottenendo in questi mesi?
“In questi mesi abbiamo riscontrato ottimi risultati, all’interno della settimana un po’ di calo, come è logico, nel weekend invece il locale è sempre molto pieno, tante prenotazioni su due turni. Per adesso risultati molto buoni, clienti soddisfatti, quindi ci accontentiamo”. Quali sono i vostri progetti per il futuro?
“Il progetto per il futuro è quello per l’appunto di allestire e puntare molto su Aldo, Giovanni e Giacomo. Vediamo che diversi clienti vengono proprio per la curiosità, perché gli piace il trio. Vogliamo allargarci dunque su questo tema, mantenendo la qualità dei prodotti ed accontentando il più possibile i clienti”.
Pioraco si sta preparando per accogliere con grande entusiasmo sabato 24 maggio, alle ore 21 nella cornice del palazzetto dello sport, il concerto offerto dal Corpo Bandistico Alta Valle del Potenza, diretto dal Maestro Francesco Zuccatosta, composto da circa 40 elementi. Ospite il Maestro Andrea Pugnotti con la sua fisarmonica.
Francesco Zuccatosta, il direttore d’orchestra della Banda ha svelato: "Il concerto sarà diviso in due parti; una in cui eseguiremo i brani della tradizione bandistica, l’altra invece, è dedicata al nostro ospite, mettere in risalto il Maestro Andrea Pugnotti e la sua fisarmonica".
"Andremo a creare un gioco a quiz, con Scratch, l’applicativo adatto per spiegare ai più giovani come si possono creare animazioni al computer, insegnando così le basi dell’uso della programmazione a blocchi. Esso ha l’intento di avvicinare i ragazzi ad un uso consapevole dell’informatica", a parlare è l’assessore di Gagliole Catia Eliana Gentilucci.
Sabato 24 maggio, dalle 15 alle 18.30, al Centro Sociale di Gagliole, è previsto il terzo incontro in cui verranno progettate storie animate con Scratch. Un evento per Giovani Coder, dai 7 ai 13 anni, per partecipare serve il computer, l’acqua, la merenda ed un adulto che deve restare per l’intero tempo dell’appuntamento. Per informazioni ed iscrizioni è possibile scrivere alla mail a coderdojo.gagliole@gmail.com.
L’azienda agricola biologica di Maggi & Vecchioni di Serrapetrona è una realtà familiare, radicata sul territorio, che ha fatto del lavoro una ragione di vita. Essa attualmente è arrivata alla sua terza generazione con il giovane Yuri Maggi e con il fondamentale supporto del fratello Jonatan, figli di Luisa e Luigi, il quale ha aggiunto: "L’azienda è nata nel 1964 grazie a mio nonno, da subito allevatore e conduttore di fondo, già allora predominava una visione di ciclo chiuso e di qualità… tutto quello che veniva coltivato, a sua volta era impiegato per l’uso zootecnico e per l’autosufficienza familiare".
Puoi raccontarci la storia della vostra azienda agricola?
“Pionieri del biologico da sempre, nel 2000 siamo entrati nel sistema di certificazione così da garantire una tracciabilità dei nostri prodotti. Nei primi anni, dopo diversi investimenti importanti come la stalla e il laboratorio di trasformazione, ci siamo sganciati dal sistema di vendita del capo zootecnico alla distribuzione (macellerie e minimarket), così da arrivare direttamente al consumatore finale. Negli anni successivi ci siamo concentrati per portare i clienti in queste bellissime montagne dove è ancora possibile assaporare la genuinità di un prodotto di alta qualità, un prodotto che nonostante l’avanzare del tempo è rimasto intatto.
Dal 2015 l’azienda ha iniziato a credere sempre più al green e alle energie rinnovabili, così abbiamo installato grazie ai fondi europei, una pala eolica, in grado di garantire l’autosufficienza dal punto di vista energetico, così da essere ad impatto zero. Nel 2016 il terremoto ha segnato anche noi, ci siamo dovuto reinventare e grazie al mercato nazionale abbiamo aperto le porte alla vendita su tutto il territorio avvalendoci delle spedizioni. Nel 2018 poi è arrivato il mio insediamento e con esso l’inizio di investimenti importanti grazie all’affiancamento dei fondi europei, con l’acquisto di trattori e di attrezzatura per ottimizzare sempre più le fasi di lavoro nei campi.
Nel 2021 poi un’altra batosta, l’arrivo della pandemia, ma grazie alla consegna a domicilio si è aperto un mercato importante verso la nostra provincia, così da farci prendere una scelta. A dicembre 2024 abbiamo aperto il nostro primo punto vendita extra aziendale a Macerata. Proprio in questi giorni abbiamo attivato un impianto fotovoltaico con una grande capacità di accumulo, per arrivare all’autosufficienza anche nelle ore notturne, in mancanza di vento”.
Che cosa ti senti di dire a un giovane che punta ad aprire una sua azienda agricola?
“Sono un giovane in agricoltura, dedico tutta la mia vita a tutto ciò. Forse non è semplice iniziare e decidere di aprire un’azienda agricola, i fattori sono molteplici, da quello di carattere economico a quello sociale. Devono essere fatti dei macro investimenti di avvio per un lavoro che non è in grado di garantire un reddito a chi ci lavora. Poi c’è da dire che la società ha avviato da diversi anni ormai, un processo sempre più veloce e imminente. L’agricoltura deve rispettare i tempi della natura, cioè, se il sabato sera vuoi andare a ballare non è detto che tu possa andare, se hai una nascita in stalla devi restare a lavoro. Poi potrei dire che siamo ancora considerati di classe B o forse C, fin dalle scuole ci dicevano che se non studiavi andavi ad arare la terra. E ancora… quale genitore augura la vita da agricoltore al proprio figlio, o meglio ancora, quale genitore invita il proprio figlio o figlia a fidanzarsi con un agricoltore/allevatore? Però un però esiste sempre, se ami questo lavoro non conosci la fatica che giorno dopo giorno richiede, se ami questo lavoro non vorresti mai fermarti alla sera e non vedi l’ora che sia mattina per ripartire, perché noi non ne facciamo una questione economica, ma di soddisfazione personale”.
Puoi parlarci dei vostri prodotti?
“Noi realizziamo prodotti di alta qualità, ad oggi siamo autonomi sul tutto fabbisogno zootecnico e alimentare, questo ci permette di lavorare a nostra volta un prodotto di grandi sapori, insaccati senza nessun conservante a parte il sale, carni fresche bovine e suine, farine, ceci, lenticchia, farro ecc.. tutti prodotti che lavoriamo in azienda, e che a sua volta abbiamo coltivato nei nostri campi e poi stoccato nei nostri magazzini”.
Puoi svelarci la chicca della vostra azienda?
“La nostra azienda si è sempre distinta per la conduzione in biologico, siamo sempre stati al passo con l’innovazione. Nei nostri prodotti si riscopre i sapori di una volta perché semplicemente non li abbiamo mai abbandonati. Una chicca? Gli insaccati. I nostri maiali pascolano all’aperto in mezzo al bosco e questo gli dà un gran sapore al prodotto finito”.
Progetti per il futuro?
“Per il futuro abbiamo in mente di innovare questo gran lavoro che stiamo facendo ora, l’azienda è davvero efficiente in molti campi, da quello idrico a quello energetico. Per ridurre l’impatto dei nostri trattori, stiamo programmando investimenti, diminuendo sempre più le fasi di lavorazione ma garantendo assolutamente la qualità”.