
di Lisa Grelloni

Lutto a Seppio di Pioraco: è morto il 48enne Riccardo Carradori
Un'intera comunità in lutto. Ieri (lunedì 11 agosto), si è improvvisamente spento il 48enne Riccardo Carradori, residente a Seppio di Pioraco. L’uomo, amante del gioco della ruzzola, faceva parte dell’Asd Seppio, ed inoltre era una persona molto amata grazie al suo modo di essere. Riccardo lascia la mamma Anna, la sorella Alessia con Danilo, i nipoti Alessandro e Arianna e tutti i suoi parenti. Il funerale si terrà nell’area polivalente di Seppio domani (13 agosto) alle ore 10.30. È stata allestita presso la “Casa del Commiato Evangelisti” ai Piani di Lanciano, la camera ardente. Sono prontamente arrivate le condoglianze alla famiglia, ed il sentito ricordo da parte del Comune di Pioraco, capitanato dal sindaco Matteo Cicconi: "Ti ricorderemo per sempre per il tuo animo buono, amicale e laborioso e per la tua grande passione per la ruzzola! La vita a volte è troppo breve ma quello che conta veramente è ciò che si lascia nell'animo di chi ci si è imbattuti".

“Nuova Ruggero Mancini” e “Vecchie Glorie”: un pomeriggio di festa e ricordi a Pioraco
Pubblico delle grandi occasioni, bambini, giovani ed adulti per la partita evento di ieri (sabato 9 agosto) tra la “Nuova Ruggero Mancini” e le “Vecchie Glorie” del club presso il campo sportivo situato in località Piè di Gualdo a Pioraco. Tra le fila della “Nuova Ruggero Mancini” i ragazzi che disputeranno nella stagione alle porte, la 2025/26, il campionato di Seconda Categoria Girone F, nelle “Vecchie Glorie” coloro che nel corso degli anni hanno indossato la maglia giallorossa. Ad aprire la giornata la presentazione della squadra e del nuovo direttivo della Società Sportiva Dilettantistica Ruggero Mancini, un esempio di unione ideale tra Pioraco e Fiuminata, tra l’altro un importante passo contrario al “campanile”, alla conduzione Gianluca Sabbatini che ha intrattenuto il pubblico anche con simpatiche barzellette. Giuseppe (Pino) Lucarelli è il nuovo presidente della società, Enrico Bonifazi il direttore tecnico ed Emanuele Baiocco il direttore sportivo, Matteo Grelloni è il preparatore atletico, Andrea Grelloni è il preparatore dei portieri. Riccardo Riccitelli è il nuovo allenatore dei giallorossi. Presente il sindaco del Comune di Pioraco Matteo Cicconi, il consigliere del comune di Fiuminata Romolo Mancini ed il consigliere regionale Renzo Marinelli. Don Cherubino Ferretti è intervenuto per la benedizione delle squadre. Alle 19 il fischio d’inizio tra la “Nuova Ruggero Mancini” e le “Vecchie Glorie”, all’ingresso in campo le due formazioni sono state accompagnate dai bambini locali che avevano in mano fumogeni dei colori sociali del club. Un pomeriggio speciale che ha permesso di ritrovare amici, di tifare i giallorossi insieme e di rendere omaggio a chi ha scritto pagine importanti della storia calcistica di questo club, senza dimenticare chi teneva particolarmente alla squadra e chi curava il terreno da gioco, i quali in questi anni ci hanno lasciato. Ad accompagnare l’evento un’atmosfera festosa all’insegna del coinvolgimento con un ricco punto ristoro. Un bellissimo momento dunque per inaugurare l’inizio di questa nuova stagione, per ricreare quell’agguerrito e splendido ambiente che una volta era il tratto distintivo della “nobiltà giallorossa”. (Credit foto: Lisa Grelloni)

Pioraco, alla scoperta del percorso delle Madonnine
Pioraco è un gioiellino incastonato tra le montagne. Passeggiando lungo le vie del paese della carta è possibile imbattersi in delle caratteristiche edicole votive, le quali sono delle strutture architettoniche in grado di custodire immagini sacre, in particolare Madonnine. La loro origine risale all’epoca romana, venivano realizzate per proteggere le case con immagini sacre, la loro funzione poi nel corso degli anni si è evoluta così da offrire oggi un luogo di preghiera ai viandanti, per ricordare eventi storici come la fine di guerre o carestie e per propiziare la protezione della comunità. A Pioraco si possono scorgere delle edicole lungo le vie, in biforcazioni oppure sulle facciate di casa, rappresentano dunque un prezioso patrimonio artistico, storico e religioso popolare. Luoghi del cuore unico dunque, da preservare.

“Il colore nascosto nella natura” – L’arte tintoria di Giuditta Canuto tra pigmenti, storie e sostenibilità
Giuditta Canuto, originaria della Toscana ma da quindici anni nelle Marche, vive con la sua famiglia vicino a Montecarotto, dove coltivano e allevano qualche animale, da sempre si occupa di artigianato lavorando diversi materiali. Da circa tre anni è la titolare di Giud - Natural Colors, il suo progetto dedicato al colore naturale. Puoi raccontarci la storia di Giud - Natural Colors? Come è nata questa idea poi concretizzata? “Il progetto di Giud - Natural Colors è nato all’inizio proprio dai colori, ho studiato Istituto d’Arte sia in Toscana che a Macerata, ma utilizzando il legno come materia principale da trasformare. Per nove anni ho fatto la liutaia quindi mi occupavo di costruzioni e restauro di strumenti ad arco: violini, viole e violoncello. Lì utilizzavo il pigmento naturale, minerale o vegetale, per verniciare gli strumenti in maniera filologica. È nata così l’idea di voler imparare a creare questo pigmento, ho partecipato ad un corso e ho capito che la trasformazione della parte vegetale in qualcosa di visibile e stabile, un colore, che poi fa parte della nostra storia, era una cosa che mi appassionava tantissimo. Coltivando già un orto ho deciso di ampliare la coltivazione anche alle piante tintorie. Una volta avute queste piante fresche l’applicazione sul tessuto era ovvia, la domanda sorta è questa: perché non imparare a tingere? Lavorando ancora come liutaia, mi muovevo per imparare anche a tingere. Man mano ho lasciato questo lavoro per buttarmi nell’idea di creare qualcosa da zero, qualcosa che fosse mio. Devo dire che nel giro di quasi tre anni finalmente questo è un progetto che comprende la coltivazione, la tintura, e la creazione di pigmenti, dunque tutto quello che riguarda il mondo del colore naturale e della ricerca personale su questa tematica”. I tuoi prodotti principali? E la “chicca”? “La chicca dei miei prodotti paradossalmente sono dei calzini in filati biologici realizzati da un calzificio italiano molto piccolo, a conduzione familiare. Ho iniziato a stamparli con fiori, con parti di piante tintorie che coltivo, e questo è il mio prodotto di punta. Poi ne ho tantissimi di prodotti, più che altro ne faccio in tessuto antico, utilizzando i vecchi rotoloni in canapa o lino, tessuti a mano, li recupero, li tingo e li stampo per fare più che altro per accessori per la casa, piccolo abbigliamento e alcuni lavori su richiesta. Le mie creazioni sono quasi esclusivamente con vecchi e meravigliosi tessuti fatti a mano, i quali hanno una storia incredibile. Cerco di utilizzare materia prima che già esiste e di rimetterla nel mercato in maniera artigianale con materia prima vegetale che coltivo o raccolgo come nel caso delle foglie, o utilizzando scarti alimentari”. Il lavoro che ti ha dato più soddisfazione? “Non ce n’è assolutamente uno, ma ovviamente credo che sia abbastanza normale per chi lavora manualmente ma anche mentalmente, i lavori che ti danno più soddisfazione sono quelli più difficili, per me è una sfida proprio a livello chimico di trasformazione. Sono pertanto quelli che ti danno anche più pensiero ma alla fine funzionano e vengono bene. Alcune volte succede che il lavoro non riesce, con la tintura spesso il risultato lo vedi alla fine del lungo processo. Durante quindi bisogna fare molta attenzione, perché il rischio è quello che potresti aver buttato ore di lavoro. Quando accade ciò è molto frustrante. Altre volte invece il prodotto viene come lo immaginavi, se non meglio”. Organizzi anche dei workshop… “I workshop sono quelli che mi danno di più. Lavorando sempre da sola come artigiana, che è una cosa bellissima, ho poi bisogno del momento di condivisione e di riscontro. La parte dell’insegnamento che faccio sia a scuola con bambini che con adulti, è meraviglioso vedere lo stupore delle persone che non hanno mai avuto occasione di conoscere la storia del colore naturale. Eppure fino a 150 anni fa il colore era quello, però l’abbiamo completamente dimenticato, non c’è stato modo di avere un’educazione al colore naturale e visto che attraverso il mio lavoro di prima, utilizzando i pigmenti naturali nel restauro, quell’educazione mi è entrata e sento che è importante, mi piace portarla in giro e far parte di un movimento proprio di educazione al colore naturale. Faccio fare piccole esperienze per iniziare a mettere un piede nel colore naturale, ma anche dei workshop di una giornata intera, per chi vuole capire ed imparare l’intero processo e poi riprodurre le diverse tecniche, che sia la creazione di un pigmento, la tintura, l’estrazione del colore per tingere o la tecnica della stampa vegetale. Queste sono alcune modalità che offro ed anche esperienze più durature per poter dare ai ragazzi modo di assimilare pian piano le diverse sfaccettature del colore e come poterlo poi mettere in pratica. La risorsa si può trovare già dietro gli scarti alimentari e questo è incredibile, permette a chi vuole iniziare di non dovere come me coltivare le piante o acquistare una materia prima, ma reperire la risorsa in qualcosa che verrà buttata via”. Puoi parlarci della collaborazione con Nerovisciola? “Con Monica di Nerovisciola la collaborazione è iniziata un paio di anni fa, lei inizialmente aveva fatto un corso con me, lì ci siamo conosciute e dopodiché avendo dei tessuti in lino, parlando proprio di scarti (lei producendo vino di visciole e prodotti affini) aveva uno scarto di noccioli in grandi quantità, quindi ha pensato di fare dei cuscini con i noccioli che si scaldano a microonde perché appunto essi mantengono il calore, pertanto avendo bisogno di una fodera, ha pensato di realizzarla in maniera riciclata e naturale. Essendo estate avevo a disposizione molti fiori tintori nell’orto e abbiamo così cominciato a stamparli. Da qui è nata la collaborazione di questo prodotto finito che ha un impatto direi quasi zero ed è inoltre bellissimo”. Un sogno nel cassetto? “Il mio sogno nel cassetto è quello di continuare ad evolvere questo lavoro, non so in che direzione, non lo voglio nemmeno immaginare dove mi può portare. Sicuramente proseguirò nell’ambito dell’artigianato e della sostenibilità del lavoro e della responsabilità ambientale, quello mi guiderà. Il mio sogno è anche quello di fare ricerca su questo, avere il tempo da dedicare alla scoperta di cose nuove e di tecniche antiche, e riuscire a mettere il tutto in pratica. Credo che la formazione e la ricerca siano la strada più adatta a me”.

La Ruggero Mancini blinda la difesa: ufficiale Lorenzo Monticelli
Ultimo colpo di esperienza per la Società Dilettantistica Ruggero Mancini che chiude la saracinesca in difesa con l’arrivo in giallorosso di Lorenzo Monticelli, fabrianese classe 1991. Il calciatore era in uscita dalla Valle del Giano, club in cui ha trascorso tanti anni da leader con la fascia da capitano al braccio. Il direttore sportivo della Ruggero Mancini Emanuele Baiocco ha sottolineato l’importanza di questo acquisto: “Lorenzo non ha bisogno di presentazioni, è il centrale di difesa che tutte le società sognano di avere nella propria rosa. Forte fisicamente e altrettanto tecnicamente, andrà a ricoprire il ruolo del giocatore di esperienza che ci mancava in difesa”. Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore tecnico giallorosso Enrico Bonifazi: “In tutti questi anni di carriera, Monticelli ha dimostrato doti ormai rare da trovare, è rimasto per molto tempo in una categoria che sicuramente gli va stretta. Ha dimostrato attaccamento alla maglia e al gruppo. Saprà quindi sicuramente aiutare e crescere i nostri ragazzi, dando sicurezza a tutto il reparto difensivo”. La Ruggero Mancini pertanto per la stagione 2025/26 ha costruito una rosa con un mix di giovani e calciatori di esperienza provenienti dal territorio.

"Pioraco città della Carta” verso la conclusione: successo per il workshop di origami
“Pioraco città della Carta” si avvia verso la sua conclusione. Successo ieri, domenica 20 luglio, per gli origami. Simona Stabile, al Museo della Carta e della Filigrana di Pioraco, ha condotto un workshop per imparare a piegare la carta in maniera artistica grazie al supporto della Regione Marche che ha finanziato interamente il progetto. Tutti i laboratori sono stati gratuiti e anche a questo hanno partecipato numerosi, adulti e bambini. In una mattinata di lavoro tra carte colorate e strumenti di lavoro, piccoli e grandi hanno imparato a costruire segnalibri e scatoline, animali e fiori, divertendosi ad usare la carta per creare allestimenti e decorazioni, piccoli oggetti regalo e giochi animati, seguendo precise geometrie di pieghe e angoli sulla carta.L'estate di Pioraco sarà animata da un paio di eventi ancora, il 16 agosto la filiera storica del libro, che assieme al manoscritto fanno da ispirazione al concept alle spalle di questo progetto, sarà rievocata al chiostro di San Francesco di Pioraco da mastro cartaio, amanuense e rilegatore (in costume storico), con dimostrazioni e didattica, omaggi per i presenti e piccoli laboratori per grandi e piccoli. Il 24 agosto è previsto un laboratorio con i bambini per migliorare la postura e i movimenti di scrittura, ma anche per giocare con le lettere e scoprire originali strumenti e tecniche divertenti. La chiusura del progetto sarà affidata a una conferenza sulla carta, le sue prospettive e le ricadute positive sul territorio, alla quale interverranno nomi importanti dell’imprenditoria e della cultura della carta del territorio. Per iscriversi ai laboratori è possibile recarsi sul sito www.pioracocittadellacarta.it.

Galassi Group, da mantici a design sostenibile: l’evoluzione di una tradizione di famiglia nel cuore delle Marche
Pierluigi Caporalini, classe 1977, è il direttore vendite e marketing di Galassi Group. Dopo anni di esperienza nel marketing e nella comunicazione per aziende di riferimento nel panorama marchigiano, nel 2015 Pierluigi ha incontrato la Galassi Snc, una realtà storica del distretto della fisarmonica ma con l’obiettivo in quel periodo di differenziare il business. È stato un colpo di fulmine, da quel giorno ricopre con orgoglio questo incarico. Ha sempre nutrito una profondo rispetto per il lavoro e per il talento delle persone e trova che la curiosità sia alla base della felicità personale e professionale. Puoi raccontarci la storia della Galassi Srl - Paper and Fold, produttrice di mantici per fisarmonica da tre generazioni, ed il suo passaggio da Galassi Snc a Galassi Group - Paper and Fold? “La Galassi Snc nasce nel 1953 nel cuore del distretto della fisarmonica, diventando il punto di riferimento nella produzione di mantici, elemento essenziale per la qualità dello strumento. È stata la prima azienda a introdurre materiali innovativi e processi industriali di precisione, pur mantenendo viva la tradizione artigianale. Nel 2015, grazie all’esperienza tecnica di Renzo Galassi e alla visione della terza generazione rappresentata da Gabriele Galassi, prende vita Paper and Fold: un progetto che anticipa i tempi e abbraccia il design sostenibile, trasformando carta e cartone riciclato in oggetti funzionali, belli e durevoli. L’intera famiglia Galassi è il lampante esempio di una imprenditoria sana, fatta di sacrifici di preparazione, visione e dedizione”. Puoi svelarci la mission dell’azienda? “La nostra missione è chiara: creare prodotti che abbiano una seconda vita, capaci di accompagnare le persone nel tempo. Una scatola non è solo un contenitore: può diventare un gioco per bambini, un archivio di ricordi, un elegante portaoggetti. La sostenibilità per noi non è solo una parola, ma un impegno concreto: vogliamo che ogni nostro prodotto abbia un’anima, una funzione e una storia da raccontare”. Quali sono i vostri prodotti? “Quelle che realizziamo non sono semplici scatole: sono il primo contatto visivo ed emozionale con il prodotto che contengono. Proteggono, raccontano, sorprendono. Sono pensate per essere riutilizzate e per diventare parte della quotidianità: contenitori di spezie, gomitoli, giocattoli, ritagli di giornale o piccoli tesori personali. Da questo ultimo concetto nasce il progetto “La Scatola dei Tesori”: ognuno di noi ne ha una, anche se non sempre lo ammette. Io ne ho una, e custodisce alcuni dei momenti più importanti della mia vita”. Qual è la chicca della vostra azienda? “Abbiamo recentemente lanciato “Black & White Soul”, un materiale cartotecnico innovativo che ridefinisce gli standard del settore in termini di design, resistenza e sostenibilità. Disponibile nelle versioni “White Soul”, “Black Soul” e “White&Black Soul”, è realizzato con fibre riciclate, rispettivamente bianche e nere, senza processi invasivi di sbiancatura. Il colore in pasta garantisce uniformità anche nei tagli, offrendo un’estetica sofisticata e una funzionalità superiore. È la perfetta sintesi tra bellezza, etica e innovazione”. Avete avviato diverse collaborazioni nel territorio anche in merito al settore del packaging, da piccole realtà locali a multinazionali, puoi parlarcene? “I nostri clienti sono il nostro patrimonio più prezioso. Non vendiamo semplicemente prodotti: costruiamo relazioni, ascoltiamo esigenze, co-creiamo soluzioni. Questo approccio nasce da una forte cultura di marketing e da una visione orientata al valore. Collaboriamo con realtà locali e nazionali, dalle piccole botteghe alle grandi aziende. Per noi, ogni cliente ha lo stesso valore. Chi comprende la nostra filosofia e il potenziale del nostro brand ci sceglie non solo per ciò che facciamo, ma per come lo facciamo. I risultati? Una crescita costante negli ultimi quattro anni, frutto di fiducia reciproca e di un impegno quotidiano verso l’eccellenza”. Progetti futuri? “Paper and Fold sta evolvendo: da semplice prodotto a oggetto del desiderio, da packaging a elemento di design. Stiamo collaborando con artisti per esplorare il legame tra arte e sostenibilità. A fine agosto saremo presenti ad un evento con street artist, seguito da un’iniziativa di arteterapia. Ma questo è solo l’inizio: vogliamo aprire nuove prospettive, arricchendo la nostra proposta con contenuti culturali e creativi che vadano oltre il prodotto”. Come immagina il futuro del packaging Pierluigi Caporalini? “Il futuro del packaging sarà sempre più legato all’esperienza, alla sostenibilità e all’identità. Non sarà più solo un involucro, ma un vero e proprio mezzo di comunicazione tra brand e consumatore. I materiali dovranno essere intelligenti, riciclabili, belli da vedere e piacevoli da toccare. Ma soprattutto, dovranno raccontare una storia. In Paper and Fold crediamo che il packaging debba diventare un oggetto da conservare, riutilizzare, reinterpretare. Un’estensione del prodotto e dei suoi valori. Per questo investiamo in ricerca, design e collaborazioni artistiche: vogliamo creare soluzioni che siano funzionali ma anche emozionali, capaci di lasciare un segno e di accompagnare le persone nel tempo. Il packaging del futuro? Sarà circolare, creativo e profondamente umano”.

Atalanta Football Camp: a Pioraco e Sefro un’edizione da record con oltre 220 partecipanti
Successo per l’Atalanta Football Camp Pioraco-Sefro che si è tenuto dal 7 luglio ad oggi, 18 luglio, dedicato ai bambini ed alle bambine dai 6 ai 14 anni, oltre 220 i partecipanti. Un camp che da anni riscuote ottimi risultati, ormai infatti è un appuntamento che esiste da 20 anni. I ragazzi che hanno partecipato sono stati 113 a settimana, perlopiù provenienti da tutta la Regione Marche. Spunta però anche l’iscrizione di ragazzi da Roma. Abbiamo avuto il piacere di parlare con Massimo Di Luca, responsabile dell’Atalanta Football Camp Pioraco-Sefro, il quale ha fatto un punto su questa edizione 2025. Il calcio femminile è in ascesa, l’Italia femminile ha raggiunto una storica semifinale all’Europeo. Nel vostro camp ci sono anche delle bambine? Negli ultimi anni secondo te, sono aumentate? “Abbiamo avuto tre ragazze, perché a differenza dello scorso anno non abbiamo potuto fare la settimana al femminile non avendo raggiunto il numero minimo richiesto dall’Atalanta. Questa per noi è stata una brutta notizia perché ci tenevo a proseguire. Le ragazze hanno giocato quindi con i ragazzi, ed abbiamo avuto comunque un’ottima risposta. A livello femminile c’è sicuramente un aumento e questo mi fa ben sperare per il futuro affinché si possa il prossimo anno riorganizzare la settimana ‘rosa’”. Un tuo personale bilancio relativo a queste due settimane? Quanto sono importanti i camp da un punto di vista umano oltre che tecnico per i bambini? “Il bilancio è sicuramente positivo, quando vedi i bambini che si divertono, i genitori soddisfatti, credo che questo sia già il risultato che noi dobbiamo raggiungere. Oltre al fatto che la nostra location di Pioraco-Sefro è il primo Football Camp in Italia per numero di partecipanti, questo è ormai un risultato che raggiungiamo da diversi anni, penso sia una grande soddisfazione”. Negli ultimi anni, c’è qualche bambino/a che è arrivato/a nel grande calcio, passando prima per i vostri camp? “No, non ci sono ragazzi di recente arrivati a giocare nell’Atalanta dopo un camp perché di fatto le qualità fisico-tecniche e psicologiche richieste per raggiungere quei livelli sono veramente elevate, quindi è sempre difficilissimo poter riavere come all’epoca di Giacomo Bonaventura, uno come lui tra i partecipanti che possa poi nel tempo rispondere a queste qualità”.

Pioraco, countdown terminato per “L’Antico in Piazza”: al via uno dei mercatini più visitati dell’entroterra
Countdown terminato per “L’Antico in Piazza”, stasera a Pioraco il via ad uno dei mercatini più visitati dell’entroterra maceratese Countdown terminato per “L’Antico in Piazza”, stasera (lunedì 14 luglio) il via al mercatino di antiquariato, collezionismo ed artigianato artistico organizzato da Carla Marcelli, la quale si occupa di mostre mercato da quasi trenta anni. Questo appuntamento annuale richiama sempre moltissima gente in questo paese proveniente dall’intero centro Italia grazie alla sua particolarità, esso si terrà ogni lunedì, fino al 25 agosto. Carla Marcelli ha aggiunto: “Il mercatino serale sarà più vasto rispetto a quello organizzato negli scorsi anni. Seleziono gli espositori poiché è importante soddisfare le richieste sia di collezionisti che di appassionati. Devo dire che quest’anno ci saranno delle sorprese per coloro che avranno il piacere di venire a visitare il mercatino”.

Dagli agnelli in regalo per il diploma all’agri-nido dei sogni: la storia di Giovanni Togni e della sua fattoria
Giovanni Togni è il titolare dell’Antica Fattoria Togni che si trova a Santa Maria Nuova (AN), da 19 anni è impegnato nell’azienda agricola di famiglia, alleva animali di bassa corte ma oltre a ciò fa anche macellazione e vendita diretta, in aggiunta si può anche mangiare nel suo agriturismo. Nato come perito agrario all’Istituto Tecnico di Fabriano, dove con il minimo sforzo ha ottenuto il massimo. Quando scelse quella scuola, non aveva la minima idea di arrivare a fare ciò che sta facendo, ma si sentiva che era la strada giusta per lui, tutte le nozioni tecniche imparate a scuola infatti, ora gli tornano utili. Puoi raccontarci la storia dell’Antica Fattoria Togni? “L'azienda nasce dal regalo di diploma da parte dei miei genitori, due agnelle. Ero appassionato di capre e loro hanno cercato di ‘addolcire’ la mia passione… Ora di capre ne abbiamo circa 30. Dalle agnelle, che sono diventate 90 pecore, abbiamo iniziato una rivoluzione aziendale, da azienda cerealicola, dove si coltivava grano, girasole e barbabietola, le strutture sono state riconvertite in macelleria e agriturismo, abbiamo inoltre costruito da nuovo, stalle, fienile e mangimificio. Abbiamo anche cominciato ad allevare animali da cortile principalmente maiali, pecore e capre. Il tutto in vendita diretta in azienda”. Hai iniziato a creare la tua fattoria da molto giovane, com’è nata questa tua passione? Che cosa ti senti di dire ad un ragazzo che ha il tuo stesso sogno? “Sono entrato in azienda da giovanissimo, appena diplomato ho iniziato ad allevare animali, nel frattempo facevo praticantato, la professione di tecnico agricolo non faceva per me, troppa burocrazia! Così mi sono dedicato a tempo pieno alla fattoria, rifiutando nel tempo anche bei lavori, più semplici e con bei stipendi che mi venivano offerti. Ad un giovane che oggi vorrebbe intraprendere il mio percorso dico di avere molta fiducia in se stesso, di avere alle spalle persone che credono in lui, anche quando lui non lo farà e avere tanta pazienza. Inoltre deve pensare a far crescere e migliorare i prodotti prima di pensare ai profitti, quelli arriveranno”. Qual è l’offerta per i vostri clienti? Sul vostro sito web sono presenti tanti prodotti, la vostra specialità? Uno è molto curioso, il brodo della nonna… Abbiamo creato molti prodotti, ma rimaniamo fedeli alla carne fresca, specialmente al pollame, la nostra punta di diamante, allevato a terra e alimentato con un mix di legumi e cereali che coltiviamo direttamente noi, in modo da controllare ogni singolo passaggio. Il brodo è nato nel periodo Covid, l'agriturismo era chiuso e volevamo dare ai nostri clienti un tocco di normalità, portavamo le nostre preparazioni a domicilio. Come agriturismo non potevamo rimanere con le mani in mano, avevamo e abbiamo una fattoria che produce anche per la nostra cucina, ci siamo inventati dunque un modo per valorizzarla e per continuare a farla apprezzare”. Il mondo agricolo è aperto anche ai più piccoli. Puoi parlarci della fattoria didattica? Una curiosità ad essa legata? “Sì, siamo anche fattoria didattica, mi piace una frase di Tonino Guerra, ‘spesso l'orizzonte è alle nostre spalle’, nel senso che tutto ciò che ci serve ce lo insegna il passato; se vogliamo costruire un futuro, ci piace che già da piccoli si possa creare una consapevolezza sulle scelte in merito al cibo, facciamo conoscere ciò con cui siamo nati e cresciuti sin da piccoli, la cucina della nonna, i giochi sull'aia e le merende con pane e olio... Una particolarità? I bambini vanno pazzi per il laboratorio sull'olio, prima in oliveto a raccogliere le olive, poi a mangiare il pane con un filo d’olio". Com’è nata l’idea dell’agricampeggio? “L'idea dell'agricampeggio è dettata dalla volontà di aprirsi al mondo, ci troviamo in una posizione che con mezz'ora di auto si raggiungono i migliori mari della regione, le città d'arte e le bellezze naturali come le grotte di Frasassi. Poi quando le persone vengono e conoscono la nostra realtà, c'è chi sceglie l'agriturismo e porta con sé o un salame o una bottiglia del nostro olio extravergine di oliva per ricordo, oppure chi fa scorta finché non ritorna l'anno successivo”. Un sogno legato all’Antica Fattoria Togni ancora da avverare? “Non è facile trovarne uno solo, sono un sognatore ad occhi aperti, ma in realtà ce n'è uno in particolare... Abbiamo un magazzino che si affaccia su tutta l'azienda e ha una visuale sull'alta vallata del Musone e sui Sibillini, lì mi piacerebbe creare una grande vetrata ed al suo interno realizzare le aule per l’agri-nido. Una struttura con vista su agricoltura e natura, ciò che eravamo e ciò che in futuro ci darà soddisfazioni”.

Ruggero Mancini inarrestabile, tanti colpi importanti messi a segno
La Società Dilettantistica Ruggero Mancini non si ferma, tanti i colpi importanti messi a segno per rafforzare la già competitiva rosa per il campionato 2025/2026. Per accrescere il potenziale in difesa, la società giallorossa ha piazzato un doppio acquisto, Simone Lupidi, classe 1999, cresciuto nella Folgore Castelraimondo e in uscita dalla Sefrense e Andrea Belli, anch’egli classe 1999, cresciuto calcisticamente nella Folgore Castelraimondo e in uscita da Esanatoglia. Un duplice ingaggio è stato fatto anche a centrocampo, preso Mattia Scuriatti, classe 1999, in uscita dalla Sefrense e nato calcisticamente nella Folgore Castelraimondo e Lorenzo Nardini, classe 2001, che militava nella Folgore. Colpo in attacco, preso Riccardo Giorgetti, classe 2004 che si è formato tra la Folgore Castelraimondo ed il Matelica, il quale arriva dopo aver giocato con la Sefrense. La Ruggero Mancini dunque conferma la propria linea, quella di puntare su giovani del territorio per valorizzarli e farli crescere in un ambiente familiare, nel quale il gruppo viene messo al centro, ancora prima dei risultati sportivi. Questi acquisti effettuati, sono dei ragazzi pieni di entusiasmo e voglia di fare bene, i quali vanno ad aggiungere quel quid in più nella rosa giallorossa.

Grande successo per il weekend in acquarello a Pioraco con artisti internazionali
Sabato 5 e domenica 6 luglio, weekend in acquarello a Pioraco. Grande successo per l’evento organizzato da Fabriano in Acquarello con il sostegno della Regione Marche relativo al Progetto per la promozione e valorizzazione della produzione della carta e della filigrana. Esso è stato inoltre finanziato dal progetto bando accoglienza InArte "Fabriano in Acquarello e la Rete delle città in Acquarello della Regione Marche". Sono arrivati da tutta Italia appassionati d’arte e di pittura, confermando il crescente interesse verso il mondo dell’acquarello e la valorizzazione delle tradizioni artistiche locali. Ad ospitare questa meravigliosa ed interessante iniziativa il magnifico Chiostro di San Francesco di Pioraco. Corsi e workshop che hanno visto una folta partecipazione di persone a conferma del grande appeal che l’evento ha suscitato. Il fine settimana è iniziato con un corso base di acquarello per principianti, condotto dai maestri dell’associazione Fabriano in Acquarello, sotto la direzione di Anna Massinissa, esperta nel campo dell’acquarello e delle tecniche pittoriche. Il corso ha permesso ai partecipanti di avvicinarsi per la prima volta a questa affascinante disciplina, imparando le tecniche di base, come l’utilizzo dei colori e le diverse modalità di sfumatura, sotto la guida di artisti esperti. Il giorno successivo, sono stati organizzati due workshop intensivi, tenuti da due artisti di fama internazionale: Igor Sava ed Ekaterina Sava, che hanno condiviso con i partecipanti le loro competenze e la loro visione dell’acquarello. Igor Sava, artista di origine moldava e residente in Italia da molti anni, è uno dei maestri più apprezzati nel panorama internazionale dell’acquarello. Durante il workshop, Igor ha guidato i partecipanti nella realizzazione di una splendida raffigurazione di uno scorcio della Chiesa di Santa Maria in Vescovio, utilizzando la tecnica dell’acquarello per riprodurre con estrema precisione le luci e le ombre che caratterizzano la struttura storica. Oltre 25 i partecipanti. Ekaterina Savaè conosciuta a livello mondiale per le sue composizioni floreali realizzate con la tecnica dell’acquarello. Nel suo workshop, Ekaterina ha insegnato ai partecipanti a realizzare una meravigliosa composizione floreale, guidandoli passo dopo passo attraverso il processo di creazione di un’opera vibrante di colori. I partecipanti sono stati oltre 25. L’evento si è chiuso con una sessione di pittura aperta sia ad adulti che a bambini. Un momento di condivisione e di divertimento, si è creata pertanto un’atmosfera di totale inclusività. Non poteva mancare la partecipazione del sindaco di Pioraco Matteo Cicconi, il quale ha apprezzato molto questa iniziativa: “È stato per noi un grande piacere aver ospitato artisti di fama internazionale come Igor ed Ekaterina Sava. Ci tengo a sottolineare l’importanza di eventi culturali come questo per la promozione del territorio e per la valorizzazione delle tradizioni artistiche locali. Spero che la collaborazione con Fabriano in Acquarello possa proseguire nei prossimi anni, contribuendo a rendere Pioraco un punto di riferimento per l’arte e la cultura”.

Elisa Orpello, delegata Coldiretti Giovani Macerata, ha sposato Marco Rossolini: una cerimonia tra amore e tradizione
Si è sposata ieri, domenica 6 luglio, Elisa Orpello, imprenditrice agricola e delegata provinciale di Coldiretti Giovani Impresa Macerata, con Marco Rossolini, originario di Matelica, il coronamento di una storia d’amore dopo due anni di fidanzamento. La cerimonia religiosa si è tenuta nella Chiesa di Morro, nel Comune di Camerino. Ad accogliere la calorosa festa per i neo sposi Villa Castellani, a Mogliano. La giovane camerte è l’emblema di chi ha scelto di restare e puntare sull’azienda agricola di famiglia per vivere la propria vita nel cuore dell’entroterra maceratese, nonostante il terremoto del 2016, anzi, in questo periodo di grande difficoltà Elisa Orpello ha capito il legame indissolubile tra lei ed il mondo dell’agricoltura. Elisa, 28 anni, si occupa in particolare della valorizzazione del territorio con il suo agriturismo “Il Raggio di Sole” e del punto vendita connesso all’azienda agricola, dividendo così la sua attività tra Camerino e Pieve Torina. Lo scorso ottobre, per la categoria “Campagna Amica” è stata premiata all’Oscar Green Coldiretti. Ai neo sposi vanno i migliori auguri per una vita insieme ricca d’amore.

Marianelli alla guida del Soccorso Alpino Marche: “Tutto iniziò 30 anni fa, dopo un incidente in montagna"
Renzo Marianelli è il delegato alpino del Servizio Regionale Marche del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (CNAS). Attualmente si occupa della direzione della parte alpina per tutto il Servizio delle Marche composto da 120 volontari che operano nel territorio, i quali quando serve vengono spostati anche extra-regione. Quando sei entrato nel Soccorso Alpino? Da che cosa è nata questa tua vocazione? “Sono entrato nel Soccorso Alpino 30 anni fa, il fattore che ha scatenato il mio interesse per questo corpo è stato un incidente in montagna, che mi ha portato a capire la necessità di qualcuno che ti venga a prendere quando sei messo male. Da lì è nata la mia passione e ho iniziato a fare parte di questo corpo”. Come funziona l’addestramento? Come vi preparate? Puoi raccontarci un po’ le dinamiche interne? “Per entrare nel Soccorso Alpino bisogna avere meno di 45 anni, ed essere già in possesso di un background di arrampicata su roccia, ghiaccio e scii alpinismo. Poi da qui si entra e si fa una selezione che dura quattro giorni, due in inverno e due in estate, dove viene valutato il futuro volontario. Il candidato se supera questa selezione entra nella fase di addestramento che dura una settimana in estate ed una in inverno, essa si conclude con un esame finale in tutte e due le settimane, che porta l’aspirante a diventare un operativo”. Puoi svelarci qualche curiosità sul Soccorso Alpino? “Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino è demandato dallo Stato come unico operatore in zone impervie. Siamo l’unico partner del 118, siamo la parte sanitaria del 118, un corpo nazionale medicalizzato, al nostro interno abbiamo dottori ed infermieri che sono operatori certificati del Soccorso Alpino. Operiamo con un nostro tecnico su tutti gli elicotteri del 118 che fanno SAR (Search and Rescue) questo perché una normativa dell’Enac prevede che a bordo dei velivoli che fanno questo servizio ci sia un tecnico di elisoccorso del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino”. Il soccorso in cui ha avuto maggiore difficoltà, ma che ti ha dato più soddisfazione? “La soddisfazione è totale su ogni singolo intervento perché vai a recuperare persone che comunque hanno bisogno di aiuto, quindi quando porti a termine un intervento l’appagamento è sempre altissimo per tutti gli operatori. La mia operazione più complicata risale ad una decina di anni fa, a Punta Anna, nel gruppo del Monte Bove, due ragazzi erano caduti mentre si stavano arrampicando, ed erano rimasti agganciati in parete, era novembre, giornata cortissima. Iniziammo l’intervento alle ore 17, lo finimmo il giorno dopo. Il tempo era bruttissimo, pioveva, nevicava, una situazione veramente molto difficile. Soprattutto il ferito, non pensavamo di riuscire a riportarlo a casa vivo, ed invece ce l’abbiamo fatta”. Che cosa ti senti di dire ad un giovane che desidererebbe diventare un operatore del Soccorso Alpino? “Te lo devi sentire! Deve essere qualcosa che ti viene da dentro, sicuramente ogni volta che andrai a prendere una persona in difficoltà avrai tante soddisfazioni”.

Agriturismo La Finestrella, una storia lunga 27 anni: la famiglia Pelati e il cuore della cucina marchigiana
Daniela Pelati insieme alla sua famiglia gestisce l’Agriturismo La Finestrella a Camerino, nel cuore delle Marche. Si tratta di una piccola realtà a conduzione familiare dove ogni giorno cercano di fare sentire gli ospiti come a casa, coccolandoli con i loro piatti fatti con il cuore e con un’accoglienza semplice ‘quella vera’. Puoi raccontarci la storia della vostra azienda agrituristica? “Tutto è iniziato nel 1997 quando io e mio marito volevamo creare un posto tranquillo dove poter unire la nostra passione per la terra, la cucina, e la voglia di stare con i nostri affezionati clienti. L’agriturismo dunque è nato in maniera molto naturale e da allora è cresciuto con noi, infatti questo è il 27° anno di attività. Non abbiamo mai cercato di stravolgere nulla, puntiamo ancora sulla genuinità senza troppi ‘fronzoli’”. Si tratta di un ristorante a conduzione familiare, qual è la vostra concezione di “conduzione familiare” e quale la vostra offerta? “Per noi la ‘conduzione familiare’ vuol dire esserci e metterci la faccia ogni giorno su quello che possiamo presentare. Non è solo una scritta sul menù, siamo davvero tutti coinvolti. Io sono la chef, mio marito si occupa del lato più pratico, mia figlia di tutta la parte dell’organizzazione, dal gestire gli eventi e prenotazioni fino alla sala durante il servizio. L’altro mio figlio è con me in cucina. Ci teniamo che ogni piatto arrivi in tavola come se lo preparassimo per la nostra famiglia. Proponiamo solo quello che conosciamo bene quindi la cucina marchigiana, con ingredienti locali tipici e ricette che fanno parte della nostra storia”. Qual è la chicca del vostro agriturismo? “Senza dubbio potrei rispondere il panorama e la buona cucina. Dalla terrazza si apre uno scenario che lascia tutti a bocca aperta, senza parole, quindi chi vuole anche un po’ staccare la spina dalle giornate caotiche, può venire tranquillamente a rilassarsi tra le nostre colline, c’è silenzio e aria pulita. È il nostro angolo di paradiso, ci emoziona ogni volta vedere quanto riesca a colpire anche chi viene da molto lontano. In più la nostra chicca sono offrire dei veri piatti della cucina marchigiana tra cui gli gnocchi fatti a mano con ragù di papera, un classico maceratese, in più la nostra crescia calda che offriamo al posto del pane, per poterla gustare sia con gli affettati che con le nostre grigliate di carne totalmente locali, a km quasi 0, che provengono dalla nostra azienda agricola. In più abbiamo una nostra piccola pasticceria, proponiamo una scelta solo di dolci fatti in casa, dalla classica crema alla ‘maceratese’, quindi simile alla zuppa inglese, al tiramisù fatto con le uova delle galline da noi allevate, alle crostate farcite con le marmellate, ricavate dalle nostre materie prime coltivate in maniera biologica”. Un motivo per cui le persone dovrebbero venire da voi… “Per staccare la spina e per riscoprire la semplicità della cucina di una volta. Si mangia bene, si sta in pace e si respira un’atmosfera vera, senza forzature, dove puoi rallentare e goderti il momento senza fretta, in estrema tranquillità”. Progetti in cantiere? “I nostri progetti in cantiere sono parecchi, ogni stagione ci dà quella ispirazione in più per poter crescere, dopo 27 anni l’idea è quella di migliorarci sempre ma pian piano. Non vogliamo diventare altro, ma vogliamo fare sempre meglio”.