Curiosità
Macerata, "Dolcetto o scherzetto?": i bambini bussano anche alla porta del Comando dei carabinieri
Un "dolcetto o scherzetto" speciale quello vissuto oggi dai bambini. Come da tradizione, in occasione della festa di Halloween, i carabinieri del Comando Provinciale di Macerata hanno incontrato i più piccoli per distribuire dolciumi e condividere un momento di festa. L'iniziativa, che si ripete con successo ogni anno, ha visto il personale dell'Arma diventare un punto di attrazione festoso per le molte famiglie a passeggio. I militari, per un giorno, hanno messo da parte l'ordinaria attività per vestire i panni di "dispensatori di dolcezze", trasformando l'austera uniforme in un simbolo di gioco e vicinanza. Numerosi bambini, molti dei quali mascherati da supereroi, streghe e fantasmi, si sono avvicinati con curiosità e un pizzico di stupore, ricevendo caramelle e cioccolatini direttamente dalle mani dei carabinieri. Non sono mancati i "cinque" scambiati con entusiasmo e genitori felici per l'incontro. Un gesto che vale più di mille parole. Al di là del semplice dono, l'obiettivo dell'Arma dei Carabinieri è chiaro e profondo: rafforzare il legame indissolubile con la comunità, a partire dai suoi membri più giovani. L'iniziativa avvicina i più piccoli ai carabinieri, identificandoli come punto di riferimento amico e fidato. Un Halloween che, grazie all'Arma, si è arricchito di un messaggio importante: la sicurezza passa anche attraverso un sorriso e un legame solido tra cittadini e istituzioni.
Festa a Cesolo per la Confraternita Madonna Addolorata: accolte quattro nuove consorelle
Festa grande a Cesolo per la Confraternita Madonna Addolorata che domenica scorsa ha salutato la solenne cerimonia di vestizione e l'accoglienza di quattro nuove consorelle. Durante la Santa Messa, officiata da padre Noè Benitez, assistente spirituale della Confraternita, la comunità ha accolto formalmente le nuove aderenti: Teresa, Loredana, Maddalena e Patrizia. La cerimonia di vestizione è stata, come da tradizione, un momento particolarmente toccante e carico di profonda fede, simboleggiando l'ingresso delle nuove consorelle all’interno del sodalizio e il loro impegno a proseguire le attività spirituali e caritatevoli della Confraternita. La liturgia è stata splendidamente animata dal coro parrocchiale, creando un'atmosfera solenne e partecipativa. A sottolineare il valore che le tradizioni religiose e le associazioni laicali rivestono per l'intera comunità settempedana, alla celebrazione ha partecipato anche il sindaco della città di San Severino Marche, Rosa Piermattei. La sua presenza testimonia la vicinanza delle istituzioni locali a queste realtà che contribuiscono a mantenere vivo il patrimonio spirituale e culturale del territorio. L'ingresso delle nuove consorelle rappresenta un segno di vitalità e continuità per la Confraternita, assicurando la prosecuzione della sua missione all'interno dell’Arcidiocesi.
Tolentino, 50 anni fa la prima radio libera: i fondatori si ritrovano per ricordare quell'avventura pionieristica
Quando Tolentino scoprì la magia dell’etere: i ragazzi della prima radio libera, la “Radio T International”. Era il 1975. L’Italia cominciava a parlare a sé stessa attraverso le prime radio libere, un fenomeno rivoluzionario che dava voce ai giovani, alla musica, alle comunità. A giugno una sentenza sanciva la fine del monopolio Rai e dava la possibilità di nascita delle radio private. Macerata aveva la sua emittente, Radio M, in via Sorcinelli, di proprietà di Jimmy Fontana. Ma a Tolentino, allora, il segnale non arrivava: i ripetitori non c’erano ancora. Fu così che cinque ragazzi non ancora quindicenni decisero di rimediare da soli. Mettendo in campo tanta fantasia e voglia di fare, in modo pionieristico e con grande tenacia costruirono un trasmettitore artigianale, attrezzarono una soffitta con vecchi registratori, giradischi e un microfono, e cominciarono a trasmettere la loro voce alla città. C’erano Stefano Arduini, che aveva l’indole del tecnico; Massimo Zenobi, abile nel marketing e proprietario della soffitta; Bruno Borraccini, l’intellettuale, che dopo la scuola prendeva i giornali al bar sotto casa e preparava un accurato notiziario locale; Graziano Marzioni e Daniele Pelliccioni, che sceglievano e mettevano in onda la musica, spaziando dalla classica al rock. La prima trasmissione di dediche e richieste andava in onda alle 20: era completamente improvvisata, ma amatissima dal pubblico. Per rispondere alle telefonate degli ascoltatori, i ragazzi utilizzavano il telefono di casa Zenobi. All’inizio avevano persino addestrato la cagnolina di famiglia, Zora, a portare su e giù per le scale i bigliettini con le richieste; in seguito risolsero stendendo ogni sera una prolunga telefonica di 25 metri lungo le scale del palazzo. Non mancava nemmeno la leggerezza: la loro trasmissione comica, “La Formicomica”, ideata da Massimo e Graziano, fece sorridere molti ascoltatori tolentinati. Con il tempo, al gruppo si aggiunsero altri giovani, come Giancarlo Caporicci e le sorelle Simonetta e Sabrina Greci, che contribuirono ad arricchire il palinsesto. Le trasmissioni andavano in onda nel pomeriggio, dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 23 circa: la mattina, naturalmente, si andava a scuola. Intanto, i genitori dei ragazzi osservavano con curiosità e orgoglio quella strana avventura, affascinati dall’entusiasmo dei figli ma senza mai interferire: lasciavano che fossero loro a sperimentare, sbagliare e imparare. C’era un problema finanziario perché i ragazzi non avevano soldi per acquistare i dischi e ognuno portava i suoi da casa; ma la svolta fu data da Stefano che, grazie a un suo zio proprietario di discoteca nel pesarese, si fece donare centinaia di 45 giri che in discoteca non si usavano più. L’esperienza durò alcuni mesi, ma lasciò un segno indelebile. Successivamente nacque RCT, la radio dei commercianti della città, e poco dopo le due realtà si fusero: in realtà la pionieristica Radio T venne acquisita da RCT, che ancora oggi potete ascoltare con il nome di Multiradio. Negli anni successivi Tolentino avrebbe conosciuto ben nove radio libere, un piccolo primato raccontato nel libro “Amo la Radio” di Andrea Mosca (2016). Oggi, a cinquant’anni dall’accensione del primo trasmettitore, quei ragazzi si sono ritrovati. e hanno ricordato con emozione quell’avventura pionieristica, fatta di entusiasmo, amicizia e sogni a onde radio: la loro piccola grande impresa che, nel 1975, fece sentire per la prima volta anche a Tolentino la voce della radio libera e la loro creatività.
Macerata, due piccoli fratelli dal cuore d'oro (e verde): "Grazie a loro città più pulita, ecco l'encomio"
Un piccolo grande gesto di amore per la città, capace di ispirare tutta la comunità. Durante la seduta odierna del Consiglio comunale, il sindaco Sandro Parcaroli e il presidente del Consiglio Francesco Luciani hanno consegnato un encomio ai fratelli Riccardo Giuseppe e Maria Elena Fioretti per il loro impegno nella cura di alcune aree verdi di Macerata. Un riconoscimento simbolico ma dal forte valore civico, che premia la sensibilità e la dedizione di due piccoli cittadini maceratesi che, con il loro esempio, hanno contribuito alla tutela e al decoro del territorio. "Vogliamo ringraziare Riccardo Giuseppe e Maria Elena per il nobile gesto compiuto per la cura di alcune aree verdi della città – hanno dichiarato Parcaroli e Luciani –. La loro iniziativa, ispirata ai valori di salvaguardia del territorio e rispetto della natura, è un richiamo concreto al senso civico, senza il quale non può esserci vera comunità. Rinnoviamo il nostro plauso e li incoraggiamo a proseguire su questa strada, perché il buon esempio trova la sua espressione più autentica nei comportamenti quotidiani”. L’encomio è stato approvato all'unanimità dal Consiglio comunale, accogliendo la proposta dei consiglieri Cristina Cingolani e Alessandro Bini, su segnalazione dell’assessore Silvano Iommi. Un gesto che, come ha sottolineato il Consiglio, rappresenta "una piccola azione dal grande significato", capace di valorizzare la collaborazione tra cittadini e istituzioni per una città più curata, verde e accogliente.
Mogliano, Benito e Giancarla festeggiano un amore lungo 60 anni
Quella di oggi è stata una giornata speciale per Benito Catalini e Giancarla Palazzetti che hanno festeggiato un traguardo importante raro e prezioso: 60 anni di matrimonio. Un'unione che affonda le radici nella giovinezza, quando si conobbero da ragazzi, lei classe 1946, lui del 1937, e che da allora non si sono più lasciati. Si sposarono nel 1965, iniziando insieme un cammino fatto di lavoro, dedizione e amore. Hanno costruito una famiglia solida, diventando genitori amorevoli, nonni presenti e oggi anche orgogliosi bisnonni. La loro casa è sempre stata un punto di riferimento per figli, nipoti e pronipoti: un luogo dove si respira affetto, saggezza e tradizione. La cerimonia per celebrare le nozze di diamante si è svolta nella suggestiva cornice della chiesa dell'Abbadia di Fiastra, un luogo ricco di spiritualità e bellezza, che ha reso ancora più emozionante questo momento indimenticabile. La loro storia è un esempio luminoso di amore che resiste al tempo, alle difficoltà e ai cambiamenti della vita: un legame che ha attraversato le stagioni della vita con la forza della complicità e il calore della famiglia. A Benito e Giancarla vanno gli auguri più sinceri da parte di tutti i parenti che si sono stretti a loro in questo giorno di festa che ha celebrato un amore che dura da una vita.
Il vino cotto "Occhio di Gallo" premiato dal Gambero Rosso: trionfo per la Tiberi di Loro Piceno
La Tiberi Società Agricola di Loro Piceno, nel cuore delle colline marchigiane, ha ottenuto un prestigioso riconoscimento: il suo vino cotto "Occhio di Gallo", annata 2013 è stato inserito nella categoria Vini rari, per la rassegna Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Un risultato che premia la dedizione, la tradizione e la passione di una famiglia che da generazioni custodisce l’arte del vino cotto, uno dei prodotti più autentici e rari del panorama vinicolo italiano. "Una mescolanza di uve bianche e rosse, il mosto ridotto sul fuoco, lenta fermentazione spontanea. Nasce così il più popolaresco tra i vini marchigiani. La versione 2013 ha stratificati ricordi di noci, caramello, fichi secchi, fumo, miele di castagno e mille altri rimandi da ritrovare in un palato esplosivo, dolce e pungente, di enorme persistenza" scrive il Gambero Rosso. "Io e mio figlio Daniele Fortuna abbiamo rilevato l’azienda di mio padre, David Tiberi, uno dei promotori dell’imbottigliamento del vino cotto nel 2002 - racconta Emanuela Tiberi -. Come società agricola abbiamo la nostra linea di vino cotto che chiamiamo Occhio di Gallo. Mio figlio, dopo un’esperienza di vendemmie in giro per il mondo, è tornato e ora gestiamo insieme l’azienda. In primavera produrrà il suo primo vino, ma finora ha seguito con me la produzione del vino cotto, quello che ha ottenuto i tre bicchieri del Gambero Rosso nella categoria dei vini rari". Il vino cotto premiato è un 2013, lo stesso che ha conquistato anche il premio Platinum al Decanter di Londra, confermando la qualità e l’unicità di questa storica etichetta. Il vino cotto Tiberi nasce da un procedimento artigianale e rigoroso, tramandato e antico. Dopo la vendemmia manuale dei grappoli migliori - Verdicchio, Montepulciano, Trebbiano, Malvasia e Sangiovese - il mosto viene pigiato e torchiato a mano, quindi cotto lentamente fino a raggiungere la concentrazione ideale. Segue un lungo affinamento in botti di rovere: “Quello che vendiamo oggi è del 2013, ma abbiamo ancora riserve del 2002”, spiega Emanuela. Il nome Occhio di Gallo affonda le radici nella saggezza contadina: i nonni Tiberi dicevano che il vino cotto, per essere buono, “deve avere il colore dell’occhio del gallo”. Una sfumatura profonda e brillante che racconta anni di paziente invecchiamento e il legame profondo con la terra. L’azienda, situata a 436 metri di altitudine sulle colline di Loro Piceno, tra le province di Macerata e Fermo, si estende su un ettaro di vigneto e rappresenta una delle realtà più rappresentative della tradizione marchigiana del vino cotto. Accanto alla produzione vinicola, la Tiberi Società Agricola realizza anche un distillato di vino cotto, grazie alla collaborazione con un maestro distillatore, e un olio extravergine d’oliva da tre monocultivar, frutto di un’attenta gestione agronomica che ha permesso di ottenere ottimi risultati anche in un’annata difficile come quella di quella di quest'anno. Il riconoscimento dei Tre Bicchieri non è solo una medaglia di prestigio, ma un tributo alla storia familiare e alla cultura agricola delle Marche. Nelle botti della cantina Tiberi si custodiscono più di quarant’anni di tradizione, profumi e memoria. Ogni bottiglia di Occhio di Gallo racconta un territorio, una passione e una famiglia che continua a guardare al futuro con lo stesso rispetto per la terra e per il tempo che serve a creare un vino davvero unico.
Pollenza, capriolo sulla superstrada: la Polizia lo salva con una "safety-car" d’emergenza
Sembrava una scena da film, quella che sabato mattina si è svolta lungo la superstrada S.S.77 della Val di Chienti, tra gli svincoli di Sforzacosta e Pollenza: un giovane capriolo spaesato correva sull’asfalto, inseguito dallo sguardo preoccupato degli automobilisti che, tra frenate e telefonate al Numero Unico d’Emergenza 112, cercavano di evitare il peggio. A salvarlo, l’intervento tempestivo della Polizia Stradale di Camerino, che ha trasformato un tratto di superstrada in una corsia protetta per l’animale. Ricevute numerose segnalazioni dalla Sala Operativa della Sezione Polizia Stradale di Macerata, gli agenti sono intervenuti per garantire la sicurezza sia del traffico che del capriolo, in evidente difficoltà e disorientamento. Con grande prontezza e professionalità, gli operatori hanno applicato la cosiddetta misura della "safety-car", ponendosi in testa alla colonna di veicoli e rallentando progressivamente la marcia, così da evitare incidenti e consentire un intervento sicuro. Raggiunto all’altezza dello svincolo di Pollenza, l’animale è stato infine messo in salvo e affidato al personale del servizio veterinario per le cure necessarie. La circolazione è poi ripresa regolarmente, dopo alcuni minuti di sospensione. Un episodio a lieto fine che mette in luce non solo l’efficienza degli operatori della Polizia Stradale, ma anche la sensibilità e la prontezza con cui le forze dell’ordine sanno intervenire per proteggere vite - umane e animali - anche nei contesti più insoliti.
La voce di Castelraimondo che incanta l'America: Perla Palmieri vince il "Pathways to Jazz 2025"
Nuovo importante riconoscimento internazionale per la giovane cantante jazz Perla Palmieri, originaria di Castelraimondo, che è tra i vincitori del Premio "Pathways to Jazz 2025", assegnato ogni anno da un’organizzazione con sede in Colorado (USA) per sostenere e promuovere l’evoluzione del jazz contemporaneo nel mondo. Il premio, nato negli Stati Uniti e recentemente esteso anche ad artisti italiani, si distingue per l’attenzione alla qualità artistica e per il suo impegno nella diffusione globale del jazz. Quest’anno sono stati premiati 16 musicisti: dieci statunitensi e sei italiani. Perla Palmieri è l’unica cantante tra i vincitori, a testimonianza del rilievo della sua proposta artistica nel panorama jazz internazionale. Grazie al riconoscimento, la musicista potrà realizzare la produzione del suo primo album discografico, intitolato “My Jazz Identity”, la cui uscita è prevista per il 2026, e avviare un tour nazionale che toccherà le principali città italiane. Cantante, autrice, compositrice e arrangiatrice, Perla Palmieri si è formata nei Conservatori italiani laureandosi con il massimo dei voti e la menzione d’onore in Canto Jazz. Attualmente prosegue i suoi studi nel corso di Pianoforte Jazz. La sua voce, descritta come “potente, calda e vivace”, è capace di giochi timbrici raffinati e di grande padronanza tecnica. L’artista si distingue per la passione verso la sperimentazione nell’improvvisazione, la ricerca timbrica e la cura dell’interpretazione. Nel corso della sua carriera ha calcato numerosi palchi nazionali – dal Pescara Jazz Festival al Cittadella Jazz Festival, da Jazz a Mira a Borghi in Jazz – e ha ottenuto riconoscimenti in importanti concorsi, tra cui il Premio Internazionale Massimo Urbani, dove ha vinto il Premio Social e la borsa di studio Nuoro Jazz 2023, e il Premio "Chicco Bettinardi" 2024, dove si è aggiudicata il secondo posto e il premio del pubblico. Membro dell’Orchestra Nazionale dei Conservatori Italiani (ONJ) e dell’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti (ONJGT), Perla si è esibita nel 2025 anche in Giappone, partecipando all’EXPO di Osaka presso il Padiglione Italia, dove ha aperto i concerti di Elisa e Achille Lauro. Nel 2024 la Regione Marche le ha conferito il Premio "Cassero d’Argento", riconoscendola come “una straordinaria eccellenza marchigiana, voce magnifica del jazz italiano”. La prossima tappa della sua intensa attività live sarà il 25 ottobre 2025 a Caltanissetta, dove si esibirà con l’ONJ in occasione della quinta edizione del Festival Pietra Rossa. Con il successo al Pathways to Jazz Award, Perla Palmieri porta ancora una volta le Marche sul palcoscenico mondiale del jazz, confermandosi come una delle voci più promettenti della nuova scena italiana.
Eurobuilding illumina il Santuario di Loreto: "Un omaggio alla bellezza e alla spiritualità"
Un gesto di straordinaria generosità e sensibilità artistica e spirituale ha recentemente riportato nuova luce in uno dei luoghi più iconici della fede cattolica: il Santuario della Santa Casa di Loreto. Eurobuilding S.p.A., azienda leader nel settore delle costruzioni e del restauro architettonico, ha infatti omaggiato la città con il rifacimento completo dell’illuminazione esterna del santuario, grazie anche alla preziosa collaborazione del sig. Franco Cossiri della società Rema Tarlazzi. Il progetto ha riguardato l’installazione di un nuovo sistema di illuminazione a LED di ultima generazione, pensato per valorizzare la magnificenza artistica e architettonica del santuario, migliorandone al contempo l’efficienza energetica e l’impatto ambientale. "È per noi motivo di grande orgoglio aver potuto contribuire alla valorizzazione di un luogo così importante per la nostra cultura e la nostra spiritualità - ha dichiarato l’amministratore delegato di Eurobuilding S.p.A. Umberto Antonelli -. Questo intervento è il frutto di una visione virtuosa di una realtà imprenditoriale che condivide l’impegno verso la bellezza, la sostenibilità e il rispetto per il patrimonio storico". "Determinante è stata anche la disponibilità e la competenza dei collaboratori, che hanno messo a disposizione soluzioni tecniche avanzate e un know-how consolidato nel settore dell’illuminazione architettonica - sottolinea Antonelli -. Il risultato finale è l’esaltazione della sacralità degli spazi che favorisce un’atmosfera di meditazione, senza alterare l’integrità storica e artistica del luogo". "Questo intervento rappresenta un esempio virtuoso di come la sinergia tra aziende private e il patrimonio civico possa generare un valore non solo estetico, ma anche culturale e spirituale, contribuendo alla conservazione e alla valorizzazione del nostro inestimabile patrimonio storico", conclude Antonelli.
Macerata, i ragazzi della "Dante Alighieri" si ritrovano dopo 50 anni dal diploma
Un tuffo nei ricordi e tanta allegria hanno caratterizzato il pranzo che ha riunito, a cinquant'anni dal diploma, gli ex alunni della Scuola Media "Dante Alighieri" di Macerata. L’incontro si è svolto presso l’Agriturismo "Moretti", dove tredici ex compagni di classe si sono ritrovati per celebrare le loro "nozze d’oro scolastiche". All’appello hanno risposto, in rigoroso ordine alfabetico: Mario Bettucci, Daniela Bubbolini, Sergio Chiacchiarini, Tiziana Cippitelli, Carlo Alberto Conti, Adriano Giglioni, Riccardo Liverotti, Massimo Marchionni, Paolo Morresi, Antonella Norcia, Leonardo Sparvoli, Fabrizio Sperandini e Paola Tombesi. Tra una portata e l’altra, non sono mancati ricordi, risate e aneddoti dei tre anni trascorsi insieme, dal 1972 al 1975, anni di amicizie, studi e spensieratezza giovanile. Gli ex compagni hanno ricordato insegnanti, momenti divertenti e piccoli episodi che, a distanza di mezzo secolo, hanno ancora il potere di suscitare emozione e ilarità. L’atmosfera è stata quella di una vera rimpatriata tra amici, piena di affetto e nostalgia, ma anche di entusiasmo per essersi ritrovati dopo tanto tempo. Tra battute e brindisi, è emersa la promessa condivisa da tutti: rivedersi di nuovo, ma senza aspettare altri cinquant’anni.
"Ambasciatori presso la Santa Sede", il maceratese Andrea Angeli premiato dal cardinale Parolin
Nuovo riconoscimento per il maceratese Andrea Angeli, funzionario Onu in molte aree di crisi e scrittore di grande sensibilità. Lunedì 15 ottobre, presso Palazzo Borromeo a Roma, sede dell'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede, Angeli ha ricevuto il VI Premio Letterario "Ambasciatori presso la Santa Sede" per il volume "Fede, ultima speranza. Storie di religiosi in aree di conflitto" (Rubbettino). A consegnargli il prestigioso riconoscimento è stato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, che ha voluto rendere omaggio al valore umano e narrativo dell’opera, definendola “un caleidoscopio di storie di presenza di religiosi in aree di conflitto”. "Questo libro – ha detto il cardinale Parolin – sa modulare con sapienza parole sofferte e trattenute, parole che hanno il calore del cuore e che sanno raccontare la fede che resiste anche nelle tenebre della guerra". Nel suo intervento, il porporato ha citato alcune delle pagine più toccanti del volume: dalla messa nella cattedrale di San Giuseppe a Baghdad, due settimane prima di Desert Storm, al racconto di padre Mariano a Nassirya, che celebrava la funzione sotto un tendone, davanti a una grande croce di legno piantata nella sabbia. Altri capitoli rievocano la Sarajevo dilaniata dal conflitto, dove sacerdoti cattolici e ortodossi si ritrovarono fianco a fianco per mantenere viva la speranza e ricucire legami spezzati. Un viaggio tra fede, umanità e coraggio, in cui i religiosi diventano testimoni di una speranza concreta, radicata nella vicinanza alle popolazioni sofferenti. Il cardinale Parolin ha voluto ricordare anche il capitolo dedicato al Cile del 1973, quando, dopo il golpe militare, vescovi e sacerdoti si mobilitarono per difendere i diritti umani sotto la guida del cardinale Raúl Silva Henríquez. "Ancora una volta – ha sottolineato Parolin – i sacerdoti sono una luce di speranza, strumenti di salvezza per centinaia di persone grazie alla forza della fede e dell’amore cristiano". Nel suo intervento, Andrea Angeli ha espresso gratitudine per il riconoscimento e ha sottolineato come l’ispirazione del libro nasca dalle tante missioni vissute in prima persona in contesti difficili: "Dai sacerdoti che ho incontrato in zone di guerra si imparano lezioni che non si trovano né a scuola né sui libri. Sono esempi di umanità che restano impressi per sempre". Tra le figure ricordate anche padre Giuseppe Moretti, missionario barnabita in Afghanistan, e il cardinale bosniaco Vinko Puljić, testimoni di una fede vissuta nella sofferenza e nella prossimità ai più deboli. Con questo riconoscimento, Andrea Angeli - che da anni porta il nome di Macerata e delle Marche nel mondo - conferma il suo impegno di testimone di pace e narratore delle zone di frontiera. Attraverso le sue pagine, che uniscono cronaca, spiritualità e memoria storica, il peacekeeper maceratese continua a dare voce a chi resiste con la forza della speranza, anche nei luoghi dove la guerra sembra aver spento ogni luce. "Portare luce nelle tenebre e speranza nella tribolazione", ha concluso il cardinale Parolin, citando una delle frasi che meglio riassumono l’anima del libro e, forse, anche la missione di vita di Andrea Angeli.
Tra i migliori panettoni artigianali d'Italia c'è quello di Visso: Francesco Flammini in finale nel contest
Prestigioso riconoscimento per la Pasticceria Sibilla di Visso, che si è guadagnata un posto tra i finalisti della prima edizione di Mastro Panettone d’Élite, il concorso nazionale dedicato ai migliori panettoni artigianali di alta gamma promosso da Goloasi. Il maestro pasticciere Francesco Flammini rappresenterà le Marche nella categoria "Cioccolato", affiancando nomi di rilievo della pasticceria italiana provenienti da Puglia, Campania, Abruzzo e Lombardia. Una selezione che premia non solo la qualità del prodotto finito, ma anche la maestria artigianale, la precisione tecnica e la capacità di valorizzare le materie prime. Il concorso, ideato da Massimiliano Dell’Aera, ha visto una prima fase di selezione che ha coinvolto decine di pasticcerie da tutta Italia. Solo venti finalisti hanno ottenuto l’accesso alla prova pratica "Mani in pasta", che si terrà dal 3 al 7 novembre presso i laboratori Logiudice Forni di Arcole (Verona). Durante questa settimana, i finalisti realizzeranno i loro panettoni direttamente sul posto, sotto gli occhi della giuria composta da maestri lievitisti di fama nazionale, tra cui Aniello Di Caprio, Eustachio Sapone, Francesco Borioli, Gianluca Casadei, Oscar Pagani e Vincenzo Faiella. Il verdetto finale e la proclamazione dei vincitori avverranno l’11 novembre a Villa Arvedi (Verona). Per la Pasticceria Sibilla, storica realtà del cuore dei Monti Sibillini, la selezione tra i migliori d’Italia rappresenta un riconoscimento di eccellenza e un segnale di rinascita per un territorio che, dopo le difficoltà degli ultimi anni, continua a distinguersi per talento, passione e qualità artigianale.
Treia festeggia i suoi splendidi quarantenni: "Since1985" al Gartèn di San Severino
Una dolcissima serata d’autunno e l’incantevole cornice del Gartèn di San Severino hanno fatto da sfondo alla festa dei bellissimi quarantenni del Comune di Treia, riuniti per il loro "Since 1985 Party". Grande partecipazione dei ragazzi, ormai ex solo per anagrafe, ma non certo per spirito, di Passo di Treia e Chiesanuova, mentre il gruppo di Treia centro, seppur più ristretto, ha saputo contribuire con degli autentici mattatori della serata. Musica giusta, ricordi e voglia di divertirsi: l'atmosfera è stata quella delle grandi occasioni. Ad ulteriore conferma che insieme è tutto più bello, lasciandosi alle spalle vecchi campanilismi. Le ragazze del comitato organizzatore esprimono grande soddisfazione per la riuscita dell’evento e danno appuntamento allo scoccare dei 50...con una possibile tappa intermedia ai 45. E se "la vita è un brivido che vola via" i nati nell'85' del comune di Treia possono dire di essersi goduti un grande momento di festa, leggerezza e autentica condivisione.
San Severino, Antonia Coccettini festeggia 100 anni e 72 di matrimonio con Dalmo
Un secolo di vita e oltre sette decenni d’amore: San Severino Marche ha festeggiato la signora Antonia Coccettini, che ha raggiunto il traguardo dei 100 anni insieme al marito Dalmo Rocci, con cui condivide 72 anni di matrimonio. La celebrazione, carica di affetto e gratitudine, si è svolta in un clima di grande emozione alla presenza della figlia Marisa, del nipote Mauro, dei pronipoti e di tanti amici e conoscenti che hanno voluto rendere omaggio a una coppia simbolo di unione e forza. Nata a Gaglianvecchio, la signora Antonia ha trascorso una vita all’insegna del lavoro e della dedizione: dai campi alle famiglie presso cui ha prestato servizio, fino all’impiego nella storica fabbrica di marmette Grandinetti. Anche il marito Dalmo ha avuto una carriera laboriosa, tra cava, edilizia e mobilificio. Oggi, nonostante il secolo di vita, nonna Antonia è ancora piena di energia: fa la spesa con il suo carrellino, cucina, lava e stira. Una vitalità che incarna lo spirito autentico della comunità settempedana. A rendere omaggio alla longeva concittadina è stata anche la sindaca Rosa Piermattei, che ha portato gli auguri dell’intera città, consegnando alla centenaria un mazzo di fiori e una pergamena con le insegne di San Severino Marche.Un gesto simbolico per celebrare una donna che, con la sua vita, rappresenta un secolo di storia, sacrificio e amore.
Miele d’eccellenza a Cessapalombo: Diego Coperchio ottiene la seconda Goccia d’Oro
C’è un filo sottile che unisce le api, i prati dei Monti Sibillini e la memoria dei luoghi e degli affetti familiari. È lungo questo filo che Diego Coperchio, 40 anni, ha costruito la sua storia. Una storia che nasce a Montalto di Cessapalombo, una frazione del piccolo paese dell’entroterra maceratese dove viveva sua nonna e dove lui è cresciuto, in una casa oggi resa inagibile dal terremoto. È qui che circa dodici anni fa Coperchio - che vive a Tolentino ed dipendente di un’azienda di arredi - ha sentito che aveva bisogno di un motivo in più per ritrovare le radici di quei luoghi. Ai momenti da trascorrere con sua nonna per sistemare il verde intorno casa, si è aggiunta una passione: l’apicoltura. E da lì tanto studio, lavoro e passione. Questa è una storia che ha un sapore unico, quello del miele: il nettare che ogni anno prende forma tra i fiori e le stagioni in un territorio custodito nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. E oggi quella passione ha un nome: Società Agricola Fratelli Coperchio, e un riconoscimento importante: per il secondo anno consecutivo, una Goccia d’Oro alla 45esima edizione del Concorso Tre Gocce d’Oro – Grandi Mieli d’Italia a cui hanno partecipato ben 599 apicoltori di tutto lo Stivale, inviando 1.790 mieli. Il millefiori di Coperchio ha confermato la Goccia ottenuta per la prima volta lo scorso anno e oggi il giovane vuole condividere il riconoscimento con l’intero territorio. Perché è in questo principio che la Goccia d’Oro trova il suo vero significato a Cessapalombo: «Per me non è una vittoria personale - dice Coperchio -, ma il simbolo di una sfida portata avanti da molti: quella di un territorio che resiste, che continua a credere e investire in queste terre dove la biodiversità è ancora vera e il miele millefiori racconta il respiro della montagna». E quale prodotto migliore, se non il miele, può rappresentare il valore di un territorio? «Il miele viene prodotto da ciò che il territorio ci dà - evidenzia l’apicoltore -, è per questo che il risultato è di tutti noi: sicuramente il Parco dei Monti Sibillini, ma anche l’amministrazione comunale e tutti i cittadini e agricoltori vi hanno contribuito. Tutti coloro che amano e in qualche modo vivono queste terre mettono la loro tessera del puzzle per rendere unica la nostra biodiversità e dunque anche la qualità del nostro millefiori». Quest’anno, con la conferma della Goccia d’Oro, la piccola realtà di Coperchio ha anche assunto una forma diversa: se inizialmente la produzione avveniva sotto il nome della società della cugina, Serena Ottavi, ora ha preso forma la sua realtà agricola. «È un modo per guardare al futuro - dice Coperchio - avviare collaborazioni con le istituzioni e le realtà produttive e ricettive di questo territorio. Consapevole che la sinergia nei luoghi dell’entroterra sia ancora più fondamentale, ho affidato i vasetti del nostro miele a tutte le attività di Cessapalombo, così che possano essere loro a distribuire il prodotto, in un’ottica di una equa e rispettiva valorizzazione delle nostre realtà». «L’impegno di Diego Coperchio ci riempie di orgoglio - dice il sindaco Giuseppina Feliciotti -. A fare la differenza nei piccoli Comuni come il nostro sono le persone mosse dalla passione e dall’amore per un’area in cui vivere è difficile, è vero, ma grazie alla sensibilità di chi la ama si può crescere insieme. La nostra amministrazione continuerà a sostenere il suo impegno e quello di tutte le attività che hanno compreso come la squadra e la collaborazione siano i punti fermi da cui muoversi insieme per guardare all’obiettivo comune di dimostrare quanta ricchezza siamo capaci di creare».

cielo sereno (MC)



