Nel 1985, Don Antonio Mazzi accese una scintilla nuova nel contrasto alla droga dando vita a Exodus, una comunità itinerante che rompeva con i modelli tradizionali di recupero. In quell’anno, 13 giovani tossicodipendenti e i loro educatori iniziarono a girare l’Italia, portando un messaggio di speranza, libertà e cambiamento. Oggi, a 40 anni da quella intuizione, Exodus continua a camminare, e lo fa insieme ad altre realtà impegnate nella prevenzione e nel recupero.
Tra queste c’è Pars – Cooperativa Sociale di Corridonia, da anni in prima linea nel campo delle dipendenze patologiche, parte del Comitato Italiano Dipendenze presieduto da José Berdini. È stata proprio Pars ad accogliere, dal 14 al 16 luglio, una tappa significativa della Carovana Exodus, offrendo ospitalità e condivisione all’interno del Villaggio San Michele Arcangelo.
Durante i tre giorni, 18 tra ragazzi e operatori provenienti da diverse comunità Exodus hanno vissuto insieme agli ospiti delle comunità Pars, partecipando attivamente alle attività quotidiane del Villaggio: dai laboratori formativi alla cura dell’orto e del verde, dalla cucina alla trasformazione dei prodotti biologici a marchio San Michele Arcangelo. In questo modo, i ragazzi della Carovana hanno potuto sperimentare concretamente il valore educativo del lavoro, della relazione e della responsabilità.
Il momento più emozionante è stato il pomeriggio di martedì, quando si è tenuto un incontro aperto tra Pars e Exodus: testimonianze intense, esperienze condivise, parole vere, chiuse con un brindisi e canti di gruppo che hanno suggellato un’esperienza profonda e umana. A margine dell’iniziativa, il presidente del Comitato Italiano Dipendenze José Berdini ha sottolineato l’importanza dell’incontro:
“La visita della Carovana Exodus rappresenta un momento centrale del nostro impegno. Dopo l’incontro con Papa Francesco del 26 giugno scorso – promosso dal Dipartimento per le politiche antidroga e dal sottosegretario Alfredo Mantovano – questo appuntamento ci richiama a un messaggio forte e chiaro: rialzarsi è questione di vita o di morte. La tossicodipendenza non è solo un’emergenza sanitaria, ma una sfida culturale, educativa e umana. Serve un approccio che metta al centro la persona, la relazione e la libertà”.
Un cammino condiviso, quello tra Pars e Exodus, che unisce due visioni complementari ma profondamente allineate: l’educazione come cura, la comunità come strumento di rinascita e la testimonianza come leva per il cambiamento.
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