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Dazi USA, Ragni (Confindustria Macerata): "Un colpo durissimo, serve un'Europa unita e coraggiosa"

Dazi USA, Ragni (Confindustria Macerata): "Un colpo durissimo, serve un'Europa unita e coraggiosa"

"Le imprese italiane non chiedono protezione, ma regole giuste, mercati aperti e istituzioni solide". Con queste parole, Marco Ragni, eletto ieri nuovo presidente di Confindustria Macerata, ha lanciato il suo primo accorato appello alla politica e all’Europa, commentando con preoccupazione i dazi annunciati dall’amministrazione statunitense, che potrebbero arrivare fino al 30%.

Una scelta che, secondo Ragni, rappresenta un rischio concreto per l’intero tessuto produttivo marchigiano: "Mentre l’economia globale affronta una fase di profonda instabilità, le nostre imprese si trovano ancora una volta esposte agli effetti di dinamiche che non dipendono da loro, ma che ne mettono a rischio la sopravvivenza. I dazi rappresentano un colpo durissimo per l’industria manifatturiera marchigiana, già provata da anni di crisi, rincari energetici, difficoltà logistiche e incertezze normative".

Nel suo intervento, il presidente ha sottolineato l’effetto domino che simili misure possono innescare: "L’impatto sul nostro territorio rischia di essere drammatico, non solo sul piano economico, ma anche su quello sociale. Le imprese che oggi ancora investono, esportano e danno lavoro sono le stesse che si troveranno domani a fronteggiare un mercato distorto da logiche protezionistiche e decisioni unilaterali. Il rischio è che venga intaccato anche l’equilibrio di comunità locali che vivono grazie all’impresa e al lavoro".

Ragni punta il dito anche contro l’Europa, colpevole - a suo dire - di una risposta debole e frammentata: "Purtroppo, l’Europa non sta rispondendo con la prontezza e la coesione che la situazione richiederebbe. Le trattative in corso non hanno prodotto risultati tangibili, né segnali di reale fermezza. Se da un lato gli Stati Uniti perseguono con determinazione la logica del “divide et impera”, ci auguriamo di non assistere alla reazione disorganica di un’Europa che si frantuma in interessi nazionali".

Da qui il richiamo a un’azione collettiva, capace di restituire all’Unione Europea un ruolo centrale nella difesa delle sue eccellenze produttive: "Serve un’Europa che parli con una sola voce, che difenda le sue imprese e che costruisca alleanze strategiche con partner che condividono le stesse sfide e valori: Giappone, Corea del Sud e Canada per citarne alcuni. Solo con una rete di collaborazione internazionale possiamo evitare che il mondo si chiuda in sé stesso, generando sfiducia, povertà e nuove disuguaglianze".

Infine, un messaggio chiaro alla politica e alle istituzioni: "Le imprese marchigiane si sono imposte nel mondo grazie alla qualità, alla creatività e alla capacità di innovare. Spetta alla politica, a tutti i livelli, garantirne la sopravvivenza, per non compromettere irrimediabilmente la possibilità di uno sviluppo futuro. Non c’è crescita possibile senza unità. Non c’è competitività senza visione. Non c’è futuro senza coraggio".

 

 

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