Due colpi di pistola in una zona rurale di Mogliano, piccolo comune di cinque mila abitanti del maceratese, hanno sconvolto la tranquilla vita di alcuni abitanti.Ieri sera verso le 8 di sera, due ladri, sulla quarantina, erano da poco entrati in una casa posta sul ciglio della strada, quando il figlio dei due proprietari passando davanti casa dei genitori ha notato qualcosa di strano.I genitori, non erano in casa in quel momento. “Ho visto le luci accese in casa - racconta l’uomo - e le finestre aperte, da fuori ho visto un uomo che frugava nell’armadio”.Subito dopo l’uomo decide di chiamare i vicini e insieme a loro, in sei persone, aspettano fuori casa che i due ladri escano. La paura era tanta, ma quando sono usciti qualcosa è andato storto. I due ladri, viste le persone davanti all’abitazione, si sono messi a correre. Uno dei due è riuscito a scappare, mentre la fuga dell’altro è stata interrotta dalla recinzione dell’abitazione dei vicini.Sentitosi braccato dalle sei persone che lo avevano rincorso, il ladro deve aver perso il controllo e ha detto: “Io sparo”. Il figlio delle due persone anziane derubate ha risposto: “Va bene”, pensando che nulla potesse succedere.Invece, proprio in quel momento, il ladro ha estratto la pistola in segno di minaccia e sparato due colpi in aria.Lo spavento ha preso il sopravvento e nella confusione generale l’uomo con la pistola in mano è riuscito a fuggire.Intanto, i carabinieri che erano stati chiamati, sono arrivati circa mezz’ora dopo sul posto, quando ad attenderli c’erano solo persone spaventate.“Ho avuto paura, non avevo mai visto una cosa del genere in vita mia” - confessa uno dei vicini che ha assistito alla scena dell’inseguimento, e sua moglie aggiunge - “mio figlio di sei anni non dorme più, perché ha paura”.Quello avvenuto ieri sera non è l’unico furto verificatosi nella zona. “Da circa un anno la situazione qui è cambiata e c’è quasi un furto al giorno”, spiega un ragazzo che abita vicino alla casa presa di mira dai ladri, un’abitazione che negli ultimi anni ha subito più di un furto.L’Assessore allo Sport del Comune di Mogliano, Alessandro Quarchioni, ha assicurato che l’amministrazione sta provvedendo ad installare un sistema di videosorveglianza e che vigilerà sulla sicurezza dei suoi cittadini.https://www.youtube.com/watch?v=aAnxNqnkYUg Alessandro Quarchioni, Assessore Sport Comune di Mogliano
Sono Ninfa Contigiani e Cristina Monachesi le nuove Presidente e Vice Presidente del Consiglio delle Donne di Macerata. Le due donne che da oggi presiederanno il consiglio rosa sono state votate, oggi pomeriggio a scrutinio segreto, dalle rappresentanti di diritto dell’assise femminile, consigliere e assessore comunali.Ninfa Contigiani, consigliera del Pd, membro della commissione consigliare servizi sociali e cultura, è Ricercatrice in Storia del diritto medievale e moderno, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Macerata. Da sempre interessata a tematiche sociali e femminili, in particolare al tema della famiglia, sulla questione delle donne Contigiani ha detto di “essere una donna che ama prendere posizione, in maniera ragionata, ferma e determinata”.L’elezione di Contigiani rientra nella filosofia di scelta della presidenza avanzata dall’Assessora alle Pari Opportunità Federica Curzi che ha proposto di eleggere una “presidenza istituzionale, per essere maggiormente incisiva nelle decisioni dell’assise comunale, e una vicepresidenza incarnata da rappresentanti delle associazioni”.Le due anime del consiglio delle donne, quella istituzionale e quella associativa con donne rappresentanti degli organismi pubblici e privati, sono parte integrante del consiglio solo dal 2010, da quando consigliere e assessore si sono aperte alla società civile.Subito dopo la votazione, Ninfa Contigiani ha preso il posto del Presidente del Consiglio Comunale, Luciano Pantanetti, che aveva condotto la prima fase del consiglio di oggi.Contigiani è stata eletta quasi all’unanimità con 18 voti a favore e una sola scheda bianca, mentre più complicata è stata la scelta della Vice Presidente che ha creato non pochi malumori tra le donne, rischiando di trasformare l’elezione in “un pasticcetto”, come l’ha definito Orietta Maria Varnelli, imprenditrice dell’omonima distilleria che fa parte del consiglio come membro della società civile.Nonostante fosse già inserita nell’ordine del giorno e il regolamento stabilisca che “nella prima riunione i membri di diritto scelgono al loro interno, a scrutinio segreto, il Presidente e il Vice Presidente del Consiglio”, l’Assessora Curzi aveva proposto di posticipare alla prossima riunione l’elezione della Vice Presidente. Poiché per la Vice Presidenza si era deciso per una donna delle associazioni, Curzi aveva proposto che questa venisse scelta alla prossima riunione, quando sarebbero state presenti rappresentanti delle associazioni, che tuttavia non avrebbero potuto votare per la vicepresidenza, in quanto tale decisione spetta solo alle donne membri di diritto, consigliere e assessore.La proposta dell’Assessora ha ricevuto alcune critiche, in particolare dalla consigliera Deborah Pantana di Forza Italia che ha contestato la scelta di non rispettare il regolamento e di scegliere la Presidente attraverso due assemblee diverse, quella odierna e quella successiva che avrebbe riunito anche le associazioni.Categorica Pantana: “C’è un regolamento e va applicato così com’è: non prevede eccezioni. Non si può votare una Presidente con un consiglio ristretto e una Vice con un consiglio allargato all’associazionismo, altrimenti - ha avvertito la consigliera - io non partecipo più alle riunioni”.Le acque si sono calmate e la discussione è rientrata con la decisione dell’Assessora Curzi di ritirare la sua proposta e procedere all’elezione della Vice Presidente. Al centro Cristina Monachesi, Vice Presidente Consiglio DonneCosì dopo i malumori iniziali è stata eletta Cristina Monachesi, dentista odontoiatra e consigliera dell’Ordine dei Medici delle Marche con 7 voti a suo favore, 3 a Orietta Maria Varnelli e 10 schede bianche. Poiché nella votazione della vicepresidenza conta la maggioranza semplice, a differenza della presidenza in cui c’è bisogno della maggioranza qualificata dei 2/3, Monachesi è diventata la nuova Vice Presidente del Consiglio delle Donne di Macerata.Da sempre attenta alle tematiche femminili, in particolare a quelle legate alla salute delle donne, Monachesi ha detto di volersi impegnare nella “difesa della dignità delle donne, partendo dalla questione sanitaria che rimane uno dei problemi fondamentali del mondo femminile”.A conclusione della prima riunione sono state valutate e accolte tutte le 34 domande di partecipazione al Consiglio pervenute dalle associazioni. Tuttavia, per essere più inclusivi possibile l’assise ha espresso la disponibilità a mantenere aperte le porte del Consiglio delle Donne a tutte le altre realtà locali interessate, purché ne facciano formale richiesta, anche se il bando per parteciparvi è scaduto lo scorso 30 novembre.
Con qualche giorno di ritardo, a causa delle intemperie del 6 gennaio scorso, è arrivata la Befana anche a Macerata, questa volta con temperature piacevoli, nella tradizionale festa che ogni anno riunisce adulti e bambini. La festa delle Befane è stata curata dalla Pro Loco di Villa Potenza e Macerata ed è patrocinata dal Comune.La giornata di festa in onore della vecchietta “che vien di notte con le scarpe tutte rotte” è iniziata alle 15 e 30 con arrivo delle befane e, in particolare, di due vecchiette a cavallo, grazie alla collaborazione con Passione Equestre. Un cavallo nero e uno bianco hanno sfilato in Piazza della Libertà con in sella le due befane che hanno lanciato caramelle e dolciumi ai più piccoli.L’evento, che rientra nel ciclo di appuntamenti natalizi di “Macerata d’inverno, Città d’incanto”, oltre che profano è anche un omaggio al sacro maceratese, al suo santo patrono, San Giuliano.L’omaggio al santo si è trasformato nell’alzata della stella in piazza della Libertà per “San Giulià d’Inverno”, a cura del Centro Italiano femminile.Subito dopo una giuria di bambini ha scelto la Più Befana dell’anno 2016. Alle 17 le luci si sono accese sul palco di piazza della Libertà, dove Befane provenienti da tutto l’universo si sono sfidate per aggiudicarsi la fascia di Miss Befana 2016, nona edizione del concorso che elegge la più befana dell’anno.Tra odori di castagne e vino che hanno sommerso la piazza, un’altra Befana, invece, più atletica è scesa come ogni anno dal campanile lanciando dall’alto caramelle e ogni prelibatezza a bambini entusiasti che l’aspettavano sotto la torre cittadina.https://youtu.be/Wta4TZnqdH0(Foto Si.Sa.)
I politici marchigiani a Roma non sono molto produttivi. Lo rivela l’ultimo rapporto di Openpolis, l’osservatorio civico e indipendente della politica italiana che si occupa di accesso ai dati pubblici, sulla produttività dei parlamentari della XVII Legislatura, da marzo 2013 a novembre 2015.Per produttivi non si intendono quelli che lavorano di più: “Non è produttivo il parlamentare primo firmatario di innumerevoli ddl, ma quello che porta a casa una legge, - è scritto nell’introduzione del rapporto - non è produttivo chi protocolla centinaia di interrogazioni ma chi riesce ad ottenere una risposta da parte del ministro competente”.A livello nazionale, si registra una “diminuzione di attività ed efficacia dei parlamentari che fanno parte dei gruppi di maggioranza. A spiccare sono i partiti di opposizione, con la Lega Nord in testa in entrambi i rami del Parlamento. Fra le opposizioni, il M5S occupa posizioni più basse proprio perché meno disponibile al compromesso parlamentare”.I più bravi sono i parlamentari che totalizzano più 500 punti: solo l’1,9% alla Camera e il 2,8% al Senato. Molti di più quelli che invece hanno un punteggio basso: il 57% dei deputati e il 41% dei senatori. Se si guarda al ruolo ricoperto dal parlamentare si scopre che i più produttivi non sono i parlamentari “semplici”, ma quelli che ricoprono un ruolo istituzionale come quello di presidente di commissione, capogruppo di aula o commissione. “Invece i 458 deputati e 176 senatori senza incarichi - è scritto nel dossier - producono meno della media di Camera e Senato”.E i marchigiani? Come lavorano quando vengono eletti tra i banchi romani? Non sono certamente tra i più produttivi. Il primo tra i parlamentari della Regione Marche, Remigio Ceroni di FI-PdL, ha un indice di produttività di 292,31, collocandosi a livello nazionale al 36° posto.Dopo di lui si deve scorrere fino all’80° posizione nella classifica generale per trovare un’altra marchigiana Silvana Amati del PD 207,34. Dopo due posizioni, all’82°, si colloca Lara Ricciatti di SI-SEL che porta a casa un indice di produttività del 212,39.Al 93° Serenella Fucksia del M5S con un indice del 183,49. Posizione 104° per Ignazio Abrignani del Gruppo Misto con 188,26 punti.L’ultima nella classifica marchigiana e 118° in quella nazionale è Patrizia Terzoni del M5S 181,61.I politici marchigiani, dunque, non si collocano certo nelle posizioni più alte, ma riescono a posizionarsi poco al di sopra della media, il cui indice di produttività è di 121,45.
Se un uomo ha particolari doti seduttive e ha relazioni con più donne come viene definito e in che modo viene visto dalla società? Sarà un Casanova, una figura che ricalca quella leggendaria ammirata e invidiata da uno stuolo di emulatori. Se a sedurre, invece, è una donna, se è lei ad avere relazioni con più di un amante, come viene chiamata? Nel migliore dei casi “libertina”, in quello più comune “prostituta” o termini simili.Lo sanno tutti, ma lo spiega bene nel suo libro “Spregiudicate”, ed. Imprimatur, Adriana Schepis che rivelerà dettagli e segreti del maschilismo di ieri e di oggi durante la presentazione della sua opera sabato 9 gennaio alle 17 e 30 presso la Bottega del Libro di MacerataDurante l’incontro organizzato dall’Osservatorio di Genere, col patrocinio del Comune di Macerata, si parlerà delle donne “Casanova” insieme a Michela Meschini, ricercatrice e docente in lettere presso l’università di Macerata.Chi ha preso in mano questo volume con l'intenzione di nutrire lo stigma e il pregiudizio nei confronti delle donne seduttrici e libertine, ha sbagliato libro: se volete puntare l'indice contro di loro, quanto segue vi farà piuttosto cambiare idea. Perché le donne che Adriana Schepis racconta sono a modo loro delle rivoluzionarie, accomunate da una caratteristica imprescindibile che si accompagnava alla loro bellezza, anzi ne era la componente determinante: una acuta, profondissima intelligenza. È grazie a essa che la Bella Otero, Ninon de l'Enclos, Frida Kahlo e le altre sono riuscite a sedurre uomini tra i più colti del loro tempo, incantati dalla loro presenza di spirito e dalla loro brillantezza forse più che dalle loro forme armoniose. Ed è grazie a queste qualità che sono riuscite a cambiare quel piccolo o grande pezzo di storia di cui hanno fatto parte.
“Non basta come scusa un figlio handicappato per non pagare il ticket”: così un ausiliario del traffico di Macerata ha risposto ai genitori di una bambina disabile che non avevano fatto il biglietto per il parcheggio a pagamento.Se esistono i parcheggi destinati alle persone disabili, per legge almeno 1 ogni 50 disponibili, e se questi sono occupati, perché un disabile che parcheggia in un posto non destinato ai disabili deve pagare?Nel momento in cui una persona disabile non trova parcheggio, resta disabile, non diventa normodotato quando la sua auto viene posteggiate tra strisce blu invece che gialle. Per quale ragione, dunque, una persona disabile dovrebbe pagare per un servizio gratuito che deve essergli garantito per legge?La questione è stata sollevata da una signora maceratese su Facebook. E' stata lei ad assistere tra un rappresentante del Comune, l’ausiliario del traffico, e due genitori di una bambina disabile in uno dei tanti posti d’Italia dove, a differenza del resto d’Europa, i portatori di handicap non hanno il diritto di parcheggiare ovunque senza oneri.Perchè in Italia non può essere applicato il principio europeo lo spiega una sentenza della Cassazione del 2009, la n. 21271 del 5.10.2009, che stabilisce che il disabile, detentore dello speciale contrassegno, non è esentato dal pagamento della tariffa per il parcheggio dell’autovettura all’interno dello spazio delimitato dalle strisce blu, neanche ove non siano disponibili i posti riservati dalla legge.E a Macerata come funziona? Il disabile paga o no se parcheggia sulle strisce blu? “Nel parcheggio Armaroli - spiega il Capitano della Polizia Municipale Fiorenzo Fiorani - bisogna pagare, mentre in concessione dall’APM il disabile che parcheggia sulle strisce blu, ma espone in contrassegno, non paga. Dipende dalla società che ha in concessione il parcheggio”.Resta ancora aperto l’interrogativo sul perché nel Comune di Macerata non sia possibile far parcheggiare gratuitamente i disabili o garantire più parcheggi riservati a chi ne ha bisogno.Il disabile che parcheggia sulle strisce blu paga due volte: oltre alla sosta, paga anche con le enormi difficoltà che ha nel parcheggiare su stalli in cui non ha spazio sufficiente per salire o scendere dalla macchina. E così è anche disabile due volte.
Sono stati ritrovati da pochi minuti i tre ragazzi che si erano persi tra la nebbia nei boschi di Elcito a San Severino. Dopo circa due ore di apprensione si conclude nel migliore dei modi l’avventura di tre giovani che avevano deciso nel pomeriggio di fare una passeggiata nei boschi settempedani.Sono stati recuperati dal corpo dei vigili del fuoco di Macerata intervenuto con due squadre sul posto. Erano spaventati e infreddoliti: a Elcito c’è la neve, le temperature sono molto rigide e tira un forte vento.I vigili del fuoco erano stati avvisati intorno alle due del pomeriggio dalla Questura di Macerata, la prima ad essere avvisata dai ragazzi che giravano per i sentieri due con il cellulare con la batteria scarica e il terzo con il tre per cento di carica. E proprio questo tre per cento ha salvato i tre giovani, perché ha permesso loro di inviare le coordinate del segnale Gps ai vigili del fuoco che hanno così localizzato la zona in cui si trovavano.Al momento del ritrovamento si erano allontanati di qualche chilometro dal posto in cui avevano parcheggiato la loro auto e si erano spostati dal sentiero, dirigendosi verso un boschetto dove ripararsi dal freddo e dalla neve.
E chi se lo sarebbe aspettato che nel bel mezzo di una rappresentazione teatrale una spettatrice, poi rivelatasi attrice solo alla fine, venisse portata in scena e che un attore parlasse al pubblico come se fossero amici da una vita.Succede anche questo nello spettacolo “Servo per due”, andato in scena al Teatro Lauro Rossi di Macerata il 4 e 5 gennaio.Tratto dal rifacimento del noto commediografo inglese Richard Bean, riadattato nella versione italiana da Pierfrancesco Favino, Paolo Sassanelli, Marit Nissen e Simonetta Solder, la commedia affonda le radici in un testo del 1745 “Il Servitore di due padroni” di Carlo Goldoni. Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Alessandro Lai, le luci di Cesare Accetta e le coreografie di Fabrizio Angelini.“Il tentativo è quello di riportare in scena un classico, rispettando gli schemi della commedia dell’arte, ma in cui il pubblico di oggi di tutte le età può riconoscersi”. Lo ha spiegato Pierfrancesco Favino, uno degli attori e autori dello spettacolo ieri pomeriggio presso la Civica Enoteca Maceratese Gente di Teatro, nell’incontro con i due cast che hanno lavorato insieme, la compagnia “Gli Ipocriti” e quella del “Gruppo Danny Rose”, in tutto ventisei attori, accompagnati in scena dai quattro musicisti di “Musica da Ripostiglio”, che hanno raccontato cosa si nasconde e come nasce uno spettacolo teatrale.Quello che vedono gli spettatori nasce da una preparazione di cinque mesi e da un mix straordinario di più abilità. Sul palco i personaggi non sono solo semplici attori, ma anche acrobati che cadono dalle scale, sbattendo le porte, maschere che fanno battute a doppio senso, clown, ballerini e cantanti che interagiscono continuamente con il pubblico.Siamo a Rimini, nel 1936 e un’umanità variegata e divertente ruota intorno all’inganno, all’amore, al cibo, al denaro, alle ambizioni e alla confusione più totale che dei semplici fraintendimenti possono causare nella vita di tutti i giorni.Protagonista centrale del palco, intorno a cui ruota un’umanità esilarante e confusa, è Pippo, moderno Arlecchino, che ha appena perso il lavoro e si ritrova depresso, senza soldi e senza la possibilità di poter mangiare.Cerca, come tanti giovani e disperati adulti nell’era della crisi, un lavoro, qualcosa con cui poter unire il pranzo con la cena. La fame di Pippo fa quasi venire voglia di mangiare al pubblico, la sua non è mai sola e semplice finzione.La disperazione lo porta a lavorare contemporaneamente alle dipendenze di due diversi padroni. Uno è Rocco, un piccolo malvivente del nord, padre della sua fidanzata Clarice, l’altro è Lodovico, anch’egli noto malfattore. Due padroni significano più soldi, ma anche più responsabilità, più cose da ricordare, cercando di non confondersi tra gli ordini e le pretese di entrambi.Il nostro Arlecchino riuscirà a perdersi tra le mille richieste dei due padroni, mostrando una comicità sorprendente e avvicinandosi al personaggio dello Zanni della Commedia dell’arte, un servitore non proprio astuto e agile, ma completamente ignorante e quasi incapace di formulare un concetto. La sua tardezza è incarnata dal movimento lemme e curvo verso il basso di Favino che fa magistralmente la parte del buffone, “che poi diventa Checco Zalone e passa attraverso Totò, Charlot, Buster Keaton e il tradizionale scemo di corte”, ha spiegato ieri pomeriggio l’attore all’incontro tra gli attori e la città. Tuttavia, il vero protagonista di “Servo per due” è l’equivoco, quello che accade senza che noi ce ne rendiamo conto ogni giorno, quello creato per superare alcune situazioni nella vita, per vincere la realtà, perché spesso non riusciamo a interpretare correttamente ciò che ci circonda e siamo vittime inconsapevoli delle nostre stesse azioni.In “Servo per due” tutto quello che lo spettatore non si aspetta di trovare a teatro succede. “Vogliamo restituire al pubblico il gesto dell’eccitazione di andare a teatro”: questo l’obiettivo rivelato ieri pomeriggio da Pierfrancesco Favino.Per molti spettatori, per la prima volta il teatro diventa un luogo divertente, non solo un momento di riflessione e fruizione passiva, ma piuttosto qualcosa a cui partecipare in prima persona.Pippo-Favino crea continuamente una connessione con lo spettatore, lo fa salire sul palco fisicamente o semplicemente con la risata, un moto liberatorio della mente che tesse un filo invisibile con gli attori in scena. Lo spettatore è quasi portato ad allungare lo sguardo e la mente oltre la rappresentazione, perché l’attore si rivolge direttamente a lui, esce in continuazione fuori dal personaggio, crea un legame con la quotidianità dello spettatore che è seduto in un teatro vero, nella realtà che conosce e non in quella rappresentata.Il pubblico nei due giorni di “Servo per due” è stato magistralmente ingannato, proprio come i personaggi in scena. Un inganno divertente che nasce da una riflessione bonaria più che furba sulla nostra umanità. Siamo fragili, facilmente creduloni e infinitamente disorientati se gli schemi a cui siamo abituati, la vita è fuori e la finzione è dentro il teatro, improvvisamente saltano.Cosa succede se la vita diventa finzione e il teatro quotidianità? Perdiamo le coordinate spazio temporali, ma anche quelle emotive, ci chiediamo dove siamo e chi è realmente la persona-attore che abbiamo di fronte. Insomma, ieri e l’altro ieri sera chi è andato a teatro ha visto davanti a sé il racconto divertente e scanzonato dell’umanità e la nostra assoluta difficolta di decifrare la realtà, che non è mai chiara, palese, interpretabile come le storie raccontate a teatro o al cinema e in cui ci rifugiamo per cercare risposte che nella vita di tutti i giorni si perdono nella complessità della realtà esterna, ma anche di quella della nostra mente.
Se ci sono furti, arrivano loro. Non sono le forze dell’ordine, ma Forza Nuova Macerata. Alcuni militanti del movimento di estrema destra questa notte hanno deciso di andare in giro per due quartieri della città, Colleverde e Collevario, recentemente interessati da alcuni furti domestici.Le chiamano “passeggiate per la sicurezza”, come è scritto anche nel volantino che hanno lasciato in giro per la città, per “pattugliare le strade da cittadini maceratesi che non accettano più questa situazione di totale insicurezza”.Se qualcuno sta pensando alle ronde, modalità già utilizzata in passato in alcune città del Nord Italia principalmente da parte da alcuni esponenti o simpatizzanti della Lega Nord, i militanti di Forza Nuova precisano che non si tratta di questo, ma di “semplici passeggiate”."L’iniziativa - precisa in una nota Forza Nuova - si ripeterà anche nei prossimi giorni".
“Con la scomparsa di Pietro Paolo Menzietti perdiamo un amico, un compagno, un professionista della politica. La sua dipartita lascia in tutti noi un grande vuoto e un profondo dolore”. Così il segretario regionale del Partito Democratico Marche, Francesco Comi, nell’ultimo saluto a Pietro Paolo Menzietti, componente dell’attuale Commissione Garanzia del partito regionale, spentosi ieri sera a San Benedetto del Tronto, sua città natale.“Menzietti è stato una figura di primo piano della politica locale e nazionale – ricorda Comi –. Iscritto al Pci fin dagli anni Sessanta e fautore di una politica con la P maiuscola, era stato eletto deputato nel 1987, carica ricoperta fino al 1992. Prima dell’esperienza sui banchi della Camera dei Deputati, Menzietti aveva ricoperto il ruolo di consigliere comunale, dal 1978 al 1988 e di vicesindaco di San Benedetto del Tronto, dal 1985 al 1987. Alle elezioni del 1983, infatti – ricostruisce il segretario –, che restituirono un’amministrazione comunale a guida Dc-Psi, riconfermò la sua carica consiliare e due anni dopo, nel 1985, a seguito della morte del sindaco Bernardo Speca, ebbe un ruolo chiave nell’accordo con socialisti e repubblicani che portò alla creazione di una giunta comunale di sinistra, a guida del sindaco socialista Natale Cappella, mentre lui, pur essendo stato il regista della nascita di quella amministrazione, in pieno clima di pentapartito, assunse il ruolo di vicesindaco, che mantenne fino al 1987. Una persona umile, onesta e aperta al confronto vero e diretto delle idee.Dal 1964 al 1984 fu consigliere provinciale e dal 1975 al 1979 fu vicepresidente della Provincia di Ascoli Piceno. Dal 1979 al 1984 ricoprì anche l’incarico di segretario provinciale del Pci. Una personalità molto aperta e innovativa – sottolinea Comi –, legata alle correnti riformiste e vicino a figure quali Giorgio Napolitano, Gerardo Chiaromonte, Giorgio Amendola e Marcello Stefanini, segretario regionale del Pci.Curioso, amante della cultura e del cinema, negli ultimi anni era stato anche presidente della Fondazione Libero Bizzarri. E, ancora, di recente, in occasione del centenario della Prima Guerra Mondiale, aveva lavorato ad un progetto sulla Grande Guerra, curando diverse iniziative e realizzando un sito web dedicato (www.lemarcheelagrandeguerra.it), con un minuzioso lavoro di ricerca e di approfondimento storico, restituendo alla comunità marchigiana un grande archivio di immagini, informazioni e documentazioni sul tema.Fu anche, dal 1994 al 2000, Presidente dell’azienda Multi Servizi di San Benedetto. Un’esperienza multisfaccettata la sua – conclude il segretario –, con cui ha sempre dimostrato dedizione e attaccamento al suo territorio e alla sua comunità. Un esempio per noi da custodire in eredità”.
Avete mai ascoltato la vera e incredibile storia del mondo? Ci pensa la compagnia Eventi Culturali a raccontarla, con il secondo appuntamento di “A Teatro con mamma e papà”Domenica 10 gennaio, alle 17, al Teatro Annibal Caro di Civitanova Marche, va in scena La storia di un punto, spettacolo vincitore del Premio Rosa d’Oro al XXX Festival nazionale del Teatro per i ragazzi Città di Padova e della seconda edizione del Festival Briciole di Fiabe, ad Arezzo.La storia, con Stefano Leva e Lorenzo Palmieri, parla di un punto che incontra una punta e da cui nascono tanti puntini scalmanati che, prendendosi per mano, formano delle bellissime linee. Queste linee incastrandosi in mille figure geometriche e mosse da irrefrenabile attrazione si compongono, disegnando il mondo e le sue vicende, tutte colorate, dalle origini ad oggi.Il testo e la regia sono di Marco Renzi, le musiche di Rodolfo Spaccapaniccia, le scene di Paolo De Santi, le immagini video di Mirko Viti, la voce fuori campo di Beatrice Bellabarba, i costumi di Roberta Spegne con la collaborazione di Marianna Peruzzo e Silvia Maggi.La nuova edizione di “A Teatro con mamma e papà” è curata da Eventi Culturali, diretta da Marco Renzi, e organizzata dal Comune di Civitanova Marche, dall’Azienda dei Teatri e da AMAT.
Inaugurata oggi la quarta edizione della collettiva d’Arte “Tavolozza d’Inverno. Un brindisi all’arte contemporanea” presso la galleria “Antichi Forni” di Macerata. La mostra di 150 opere di 46 artisti che provengono da ogni parte della regione Marche, e non solo, è stata curata da Tina De Marco e Giovanni Colucci, anche essi pittori, e dal consigliere comunale Francesco Luciani. Presente all’inaugurazione anche il Tenente Colonnello Patrizio Florio del Comando provinciale dell’Arma e l’Assessora alla cultura Stefania Monteverde.Manifesto della mostra è un acquerello che riproduce una panoramica della città di Macerata sotto la neve del pittore Giovanni Colucci.L’evento è un momento di valorizzazione di opere e di talenti che “resterebbero chiuse nelle abitazioni, senza essere mostrate alla collettività - ha spiegato il curatore Antonio Oppido - invece mettendole insieme si crea un momento di confronto”. E non solo. Per il Colonnello Florio l’arte è un antidoto alla violenza e al pericolo che “la libertà di cui godiamo e che noi diamo per scontata - ha detto - venga messa in pericolo da fenomeni come l’Isis. Lo spirito dell’arte e del bello esula dalle teste mozzate e dalle bombe”.La cerimonia si è conclusa con il ricordo del pittore maceratese di origini libanesi Roland Dagher, spentosi il 3 gennaio scorso e la consegna agli artisti di un tavolozza di ferro per la partecipazione.La collettiva d'arte resterà aperta al pubblico dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle ore 16 alle ore 19.30 fino al prossimo 7 gennaio.(Foto Si.Sa)
Bussano alla porta, dicono di essere funzionari dell’Enel e poi chiedono la fattura “per farmi notare che sto pagando il noleggio del contatore nuovo dell’Enel”, spiega un post di una signora maceratese su Facebook che denuncia con il social uno dei tanti casi di tentata truffa, avvenuta stamane a Piediripa.Non è la prima volta che a Macerata e provincia si verificano casi come questo. Ne avevamo già parlato a novembre, quando si era intensificato il fenomeno di falsi funzionari Enel che andavano casa per casa a chiedere di poter vedere l’ultima bolletta pagata, in modo da poter risalire ai dati identificativi della persona a cui bussavano alla porta.Il fenomeno non è solo locale, succede ogni giorno in molte città d’Italia, spesso in zone rurali o piccoli paesi, dove durante il giorno a casa restano le persone più anziane e anche quelle più vulnerabili.Sapere davvero chi abbiamo di fronte quando apriamo la porta non è facile neppure per i più giovani. Tuttavia, Enel assicura che non bisogna assolutamente fidarsi e che “è assolutamente impossibile che siano funzionari Enel. - spiegano - “Noi non mandiamo mai persone in casa della gente, non abbiamo bisogno di chiedere la fattura perché i dati dei clienti li conosciamo già e li abbiamo tutti nei nostri computer”.
Un taglio e via, parte la polemica. Sono passate poche ore da quando, questa mattina, a Tolentino vicino al Villaggio scolastico Don Bosco, in via del Mattatoio, sono stati abbattuti quattro alberi protetti.Sui social è subito partita la polemica per la soppressione degli alberi che, come scrive un utente in un commento, rappresentano “un altro pezzo della mia infanzia che se ne va”.L’abbattimento di quattro alberi della specie protetta Pinus Pinea (pino domestico) al confine con una proprietà privata adiacente alla scuola, è stato deciso attraverso una delibera di Giunta dello scorso 13 novembre. A richiederlo, lo scorso 15 luglio, il proprietario dell’area privata che ne denunciava la pericolosità.Se non ci fosse stata la richiesta di un privato gli alberi sarebbero ugualmente stati abbattuti? Il consigliere di Tolentino delegato all’Ambiente Antonio Trombetta, assicura di sì. “Forse non sarebbe stato fatto nell’immediato, - spiega - ma il lavoro di riqualificazione dell’area della scuola, che è diventata negli anni un ‘gabinetto per cani’, era già in programma”.La ragione per cui gli alberi sono stati abbattuti è scritta nero su bianco nella delibera: “garantire la pubblica incolumità nonché per consentire una razionale, idonea e sicura sistemazione dell’area pubblica”.“Si tratta di piante pericolose - spiega Trombetta - perché fortemente inclinate dal vento verso l’edificio scolastico e che forti nevicate avrebbero potuto provocarne la caduta sulla scuola e sull’area circostante in cui transitano ogni giorno i bambini di Tolentino”.Gli alberi al centro della contestazione sono alti oltre 15 metri e producono periodicamente radici di superficie che “creano danni al terreno, ai marciapiedi e alle case vicine, - spiega il consigliere - costringendo l’amministrazione a intervenire continuamente per ripristinare il manto stradale”.Il verde che oggi viene meno sarà comunque ripristinato. Ai cittadini il consigliere Trombetta assicura che, al posto di quelli rimossi, verranno rimpiazzati altri alberi della specie dei Ligustri, una tipologia più adatta al contesto urbano, la stessa già presente nell’area antistante la scuola.
Un referendum per l’espulsione di Serenella Fucksia. E’ partito da poche ore il conto alla rovescia sul blog di Beppe Grillo per cacciare via dal movimento la senatrice marchigiana, colpevole di non aver restituito lo stipendio da parlamentare per sei mesi.L’accusa del "tribunale" grillino ha già fatto nascere sul web i due partiti dei favorevoli e dei contrari alla decisione, ma anche al metodo della cacciata degli infedeli alla grillina.“Chi non restituisce parte del proprio stipendio come tutti gli altri - si legge nel blog - non solo viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari MoVimento 5 Stelle, ma impedisce a giovani disoccupati di avere ulteriori opportunità di lavoro oltre a tradire un patto con gli elettori”.Serenella Fucksia, messa sotto accusa per aver “violato ripetutamente il codice di comportamento dei Parlamentari 5 Stelle”, come è scritto sul blog, si difende sulla sua pagina Facebook con un post dal titolo “La rendicontazione è una scusa ridicola #sapevatelo”.“Avevo detto e tutti sapevano che avrei finito la rendicontazione entro oggi, massimo domani, - scrive la senatrice - qualora ci fossero stati problemi tecnici ed avessi avuto bisogno di aiuto. Tanta fretta, per giocarsi in modo becero questa carta. Ci si appella alle regole, ma poi non si rispettano. Non si poteva trovare scusa più ridicola. - e aggiunge - In molti hanno finito di rendicontare questi giorni, veramente qualche giorno in più fa tanta differenza? Allora chiedetevi qual è il vero motivo? E soprattutto chi è il baro?”.La risposta nei social network non è molto solidale, in tanti non credono alle “scuse” da lei presentate per giustificare il ritardo. C’è chi scrive: “serena manca da aprile no gli ultimi tre mesi ti abbiamo aspettato un anno e coincidenza che ti dovevi mettere a posto oggi o domani” o chi lancia allusioni: “Ma alla fine il malloppo lo hai mollato o te lo sei tenuto?”.Tuttavia, il “vero motivo” a cui Fucksia fa riferimento nel post e da scaturirebbe la rabbia pentastellata sarebbe la sua presa di posizione a favore della Ministra Maria Elena Boschi in occasione della sfiducia contro di lei per il conflitto d’interessi. Non nuova a critiche per le sue posizioni non ortodosse, Fucksia era stata l’unica tra i pentastellati a lodare il discorso della Ministra Boschi fatto in Parlamento nel giorno del voto della sua sfiducia. Mentre i suoi compagni di partito la criticavano in Parlamento, Fucksia, postando il discorso della ministra, scriveva su Facebook: “oggi la Ministra Boschi ha fatto, a mio avviso, la sua bella figura”.
Non c’è nemmeno un ospedale a Macerata e nella provincia dove una donna possa ricevere servizi sanitari d’eccellenza. Non bastano, infatti, le polemiche scatenate proprio in questi giorni dalla riorganizzazione della sanità voluta dalla regione.Secondo l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) per il biennio 2016-2017, i nosocomi premiati con il ‘bollino rosa’ della regione Marche sono altri: quelli delle province di Ancona, Ascoli Piceno, Pesaro Urbino e Fermo.I Bollini Rosa sono il riconoscimento che Onda attribuisce dal 2007 agli ospedali italiani ‘vicini alle donne’, ossia quelle strutture che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili.Sono gli ospedali migliori per le donne dove partorire, dove sottoporsi a un intervento chirurgico o fare una mammografia.Nel censimento nazionale sono state coinvolte 1.000 fra le 1.500 strutture fra ospedali e case di cura convenzionate italiane, ma le adesioni alla valutazione sono state solo 253. Tra questi sono 249 gli ospedali italiani 'amici delle donne’, che garantiscono particolare attenzione alle patologie femminili, ma anche percorsi diagnostico-terapeutici e servizi dedicati.I criteri con cui sono stati valutati gli ospedali italiani aperti nei confronti delle donne sono: la presenza di servizi destinati specificatamente alle donne, di percorsi sanitari destinati alle donne e di prestazioni aggiuntive come la mediazione culturale per donne straniere o i servizi sociali.
“Tutto nasce dalla perdita di mio figlio. Aveva quattro anni e due mesi”. Nazzarena Barboni è una madre che nel 2007 ha dovuto affrontare il lutto di suo figlio Raffaele, affetto da neuroblastoma al III stadio.Da quando viene diagnosticata la malattia “trascorro dieci mesi con mio figlio all’ospedale Salesi di Ancona nel reparto di oncoematologia”.“Quella di un figlio che si ammala è una cosa contro natura”, spiega Nazzarena. Tuttavia, proprio da un luogo di disperazione e dolore, nasce la voglia di fare qualcosa per gli altri bambini che erano nel reparto con il suo Raffaello. Da qui che nasce l’Associazione Raffaello di Camerino, un fiore che nasce dal dolore di una madre.L’Associazione è così diventata negli anni punto di riferimento per bambini e famiglie che attraversano lo stesso calvario di Raffaello, organizzando numerose iniziative e raccolte fondi.“Questo Natale abbiamo distribuito circa 400 panettoni artigianali confezionati a mano - spiega Nazzarena - e stiamo diffondendo il calendario 2016 delle infermiere del reparto di oncoematologia del Salesi”.Tutto il ricavato verrà devoluto alla causa di questi bambini a cui l’Associazione porta il sorriso in reparto. Lo fa attraverso corsi di musicoterapia due volte a settimana e di arteterapia una volta ogni sette giorni e la clownterapia organizzata dall’associazione “Il sogno di Filippo”, nata dalla sofferenza di un altro bambino sfortunato.Periodicamente vengono organizzate feste in reparto per Carnevale, Natale o Pasqua. La ventata di spensieratezza che l’Associazione vuole portare nei luoghi del dolore è indirizzata anche alle madri. Per la Festa della Mamma nel reparto entrano parrucchiere e estetiste che si prendono cura di chi ogni giorno dimentica se stessa per dedicarsi completamente al proprio bambino.“La madre con un figlio malato non si prende più cura di sé, non esiste più. - spiega Nazzarena - La malattia del figlio diventa di tutta la famiglia”.Per questo il sogno di questa madre coraggiosa è quello della “casa di Raffaello”, un appartamento vicino all’ospedale dove ospitare gratuitamente le famiglie dei bambini ricoverati.
Romano Carancini starebbe preparando la sua candidatura alle prossime elezioni nazionali. Ad insinuare il dubbio è Riccardo Sacchi, consigliere comunale e coordinatore comunale di Forza Italia.Nella tradizionale conferenza di fine anno il Sindaco “ha fatto solo annunci di impatto mediatico, parlando poco dei problemi della gente - e si chiede Sacchi - Non sarà che Carancini sta usando il suo ruolo di Sindaco del capoluogo come scaletta per la sua carriera politica?”.Al consigliere forzista la conferenza di ieri del primo cittadino non ha convinto. “I maceratesi sapevano che erano stati vietati i fuochi d’artificio - dice - però ieri sono stati sparati e il Sindaco le ha sparate grosse”.La battuta si riferisce alle dichiarazioni del sindaco sulla piscina di Fontescodella che per Sacchi “si commenta da sola”. Dopo più di sei anni di ritardo, la notizia che la data d’inizio dei lavori della piscina è domani 24 dicembre, il giorno prima di Natale, ha suscitato numerose polemiche e battute tra i cittadini. “Faccio appello alla Macerata di buon cuore - dice ironicamente Sacchi - a mobilitarsi e portare generi di primo conforti agli operai che lavoreranno nel cantiere il 25 dicembre”. In realtà c’è “poco da scherzare - aggiunge - visto che dal maggio scorso la ditta ha 19 mesi di tempo per completare i lavori e ne sono già passati sei. Difficile che riusciranno a finire la piscina per gennaio 2017”.Le stesse perplessità sono indirizzate alla questione Park sì, di cui il Sindaco “parla come fosse la soluzione di tutti i mali di Macerata - spiega il consigliere - quando tutte le opposizioni, e anche consiglieri del Pd, hanno sollevato dubbi approfonditi sulla questione, che lui non vuole affrontare”.Quella di ieri secondo Sacchi sarebbe stata una conferenza “di molto fumo e niente arrosto, con grande attenzione su temi mediatici come centro storico, pedonalizzazione e musei e niente, nemmeno una parola, sui temi concreti come la sicurezza, la viabilita, il degrado dei quartieri o le buche nei marciapiedi”.
E’ una “senseable city” quella che il Sindaco Romano Carancini immagina che la città diventerà nei prossimi anni. Cosa significa il primo cittadino lo ha spiegato durante la tradizione conferenza stampa di fine anno tenutasi presso la Biblioteca Bozzi-Morgetti.Quella immaginata è una città con un’alta sensibilità tecnologica, una città in cui le tecnologie non sono altro che lo strumento per disegnare un nuovo spazio urbano, in cui perdere meno tempo nel traffico, incontrarsi, lavorare e vivere meglio.Proprio ieri il rapporto annuale del “Sole 24 Ore” ha premiato Macerata come provincia in cui si vive meglio nelle Marche. “Dal 2010 al 2015 Macerata è passata dal 46° posto al 5° per qualità dell’ecosistema urbano - ha spiegato Carancini - e dal 23° al 12° per il sistema scolastico”.Insieme al Sindaco c’erano la Giunta attuale, ma anche quella dell’amministrazione precedente, per “lanciare un messaggio di continuità - ha spiegato il primo cittadino - per raccontare un 2015” a cavallo tra le due giunte “Carancini”. Il bilancio del 2015 diventa quindi un modo per valutare un percorso di cambiamento della città iniziato nel 2010, quando fu eletto sindaco per la prima volta.Carancini dice di voler portare avanti un progetto che comprende tre visioni della città: “Macerata di corsa, che vive e che attrae”, che passano attraverso alcuni simboli in cui si riconosce l’identità maceratese.Il primo fra tutti è l’orologio di Piazza della Libertà inaugurato lo scorso 18 aprile, il secondo è rappresentato dal rinnovamento artistico del sottopassaggio dei Cancelli, il terzo dal recupero dai Cancelli, restituiti alla città come primo passo verso la pedonalizzazione di Piazza dell’Annessione.Quello della chiusura di parte del centro storico alle auto e dell’accesso ai soli pedoni è un obiettivo anche futuro dell’amministrazione che si tradurrà “nell’eliminazione dei parcheggi in Piazza della Libertà, Piazza Mazzini, via Gramsci e via Crescimbeni”. L’ha chiamata “rivoluzione dolce” il Sindaco quella della mobilità urbana che prevede la possibilità di utilizzare il parcheggio Armaroli 24 ore su 24 e prendere in mano la gestione del contestato Park Sì. “Park Sì non è l’obiettivo, ma lo strumento per vivere una mobilità diversa. - ha spiegato il primo cittadino - Quella che verrà proposta al consiglio non sarà una delibera sul Park Sì, ma una scelta politica sulla mobilità della città”.Una precisa presa di posizione da parte dell’amministrazione Carancini che su Park Sì, si prende la responsabilità, perché “siamo stanchi dei frenatori, lasciamoli indietro e loro saranno sempre di meno”.Oltre a guardare in avanti, in Sindaco volge lo sguardo agli anni passati in molti aspetti della vita maceratese: dalla cultura alla difesa del territorio.Sul piano culturale, quella di Macerata è una città che ha registrato un aumento di presenze nei musei, passate dalle 31 mila del 2013 alle 41 mila nel 2015.Sul fronte dei lavori pubblici, nel 2014 è stato realizzato un altro simbolo della città, lo stadio Helvia Recina con un investimento di 8 milioni di euro complessivi. Così dopo oltre 40 anni la squadra è tornata a giocare sul suolo di casa “che l’anno prossimo si completerà con la restituzione della curva Just”, ha spiegato il Sindaco, che ha annunciato anche “la trasformazione di Via Berardi con l’eliminazione dei bagni e il ripristino di una delle piazzette più suggestive della città”.Trasformare i luoghi significa modificare una cultura che spesso passa anche per la tavola. Il progetto MenseVerdiBio, la rete di mense di alimenti sani distribuiti nelle scuole, con cui il Comune nel 2014 ha vinto il premio Menseverde per le buone pratiche, ha coinvolto negli ultimi cinque anni 1830 utenti con 266 mila pasti somministrati ogni anno, di questi 226 sono stati realizzati direttamente dal comune, che copre il 70 per cento dei costi.Sul fronte del sociale, che il Sindaco definisce “un tema che per la stampa non fa rumore”, lo sforzo dell’amministrazione è stato indirizzato verso i problemi di famiglie, minori, disabilità e casa. Sono stati ricordati i progetti verso le famiglie che vivono in condizioni di disagio. Dieci famiglie di cittadini italiani residenti sono state aiutate con il progetto “Macerata accoglie Macerata”, i bambini sono stati coinvolti in servizi educativi domiciliari e famiglie d’appoggio, mentre 152 minori sono stati seguiti su indicazione dell’Autorità Giudiziaria. Interventi di integrazione assistenziale sono stati indirizzati a 152 persone disabili, attraverso servizi come cure termali o soggiorni estivi.La casa, anche a Macerata, resta il grande rebus di questo momento storico di crisi economica. Per l’acquisto della prima casa sono stati aiutati 400 nuclei familiari, mentre sono 17 gli interventi di assistenza comunale nei confronti di famiglie in condizioni di sfratto per morosità inconsapevole.L’ultimo atto amministrativo della Giunta Carancini di quest’anno è stata l’approvazione del Piano di protezione civile che sarà integrato con l’attivazione della App “CityUser”, strumento con cui verranno diffuse le informazioni in situazioni di calamità naturali.Il Bilancio dell’ultimo quinquennio Carancini si chiude con le parole del primo cittadino che cita l’architetto Carlo Ratti: “Le città di oggi le hanno fatte uomini di ieri, noi abbiamo il diritto a pensare a quelle di domani”.(Foto Si.Sa.)
Finalmente partiranno i lavori per la piscina di Fontescodella. Lo ha annunciato il Sindaco di Macerata Romano Carancini a margine della conferenza stampa di fine anno, tenutasi presso la Biblioteca Mozzi-Borgetti. “Proprio oggi 22 dicembre - ha detto il Sindaco - la società ha depositato la comunicazione di inizio lavori per il 24 dicembre e interesseranno l’installazione e il cantiere”.Il 2015 si chiude così con la parola “fine” alle tante polemiche nate intorno alla mancata realizzazione del nuovo polo natatorio, rimasto fermo per anni, poi affidata alla ditta Fontescodella Piscine s.p.a per un importo di 12 milioni di euro a carico della società concessionaria e di 4 milioni per il Comune e l’Università.Erano esattamente due anni fa, il 28 dicembre del 2013, quando la precedente amministrazione Carancini annunciava l’approvazione del progetto della piscina e la stipula del contratto con Fontescodella Piscine spa, a cui venivano dati 19 mesi di tempo per completare i lavori.“Non è un nostro risultato - ha commentato il Sindaco - ma un atto dovuto a chi ha la responsabilità del contratto. E’ una presa d’atto”.