“Il terremoto era certamente ciò che non ci voleva per tutti i paesi del maceratese e non solo, un evento che, oltre l’animo e lo spirito, nonostante non ci siano stati morti, ha piegato le persone. Ciò che pesa maggiormente, da concittadino prima che da amministratore, è l’impotenza verso gli abitanti di San Ginesio, il non poter fare nulla se non garantire costantemente un supporto morale”. Il sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco, a tre anni dal sisma che ha colpito fortemente la città delle “100 chiese”, fa il punto della situazione su cosa è stato fatto e cosa ancora c’è da fare.
“Il primo anno le richieste erano svariate e di ogni tipo ma ciò che serviva maggiormente alle persone era il rapporto umano – prosegue il primo cittadino -. Ho deciso di aprire il comune dal lunedì al sabato ma se delle cose non possiamo farle dobbiamo essere onesti con i cittadini che stanno soffrendo. La rabbia verso i politicanti è tanta perché non si rendono conto che per le comunità come le nostre la casa è tutto: rappresenta il sudore, i ricordi, i risparmi, la tradizione. Il fatto che nessuno, ripeto nessuno, si stia adoperando per accelerare i tempi e ridare uno spiraglio a queste persone fa molta rabbia. Vogliamo ridare speranza ai giovani e un sorriso agli anziani perché oggi le persone sono spente come una candela che, in questi tre anni, ha piano piano perso la luce.”
Tra pubblico e privato, a San Ginesio, sono 1300 i fabbricati danneggiati dal sisma tra danni lievi e pesanti. 236 le pratiche presentate, 61 i cantieri aperti (54 con danni lievi e 7 pesanti). “Abbiamo un grande staff che sta facendo un ottimo lavoro in stretta sinergia con l’ufficio tecnico – spiega Ciabocco -. Il responsabile dell’urbanistica arriva da Finale Emilia ed è un docente dell’Università di Ferrara; ha preso molto a cuore la nostra situazione e ha dato una grandissima accelerata alle pratiche della ricostruzione. San Ginesio inoltre è stato scelto dalle comunità creative dell’Unesco come comune modello della ricostruzione che è una cosa seria e bisogna stare molto attenti. Non ci possiamo permettere di sbagliare ora con tutte le difficoltà che già ci sono.”
“Chi c’era prima di me non ha scelto di mandare le persone al mare e avevamo la fortuna di avere un ostello fuori dal paese: evacuato tutto il centro storico abbiamo ospitato lì gli sfollati – ha spiegato il sindaco -. Una decisione che aveva creato feroci polemiche: a me non interessa la politica ma, insieme alla squadra, vogliamo essere al servizio della comunità.”
Ciabocco ha poi riportato l’attenzione si una delle questioni più difficili vissute, nel post sisma, dalla sua citta: quella relativa al polo scolastico. I ragazzi degli istituti superiori infatti sono delocalizzati a Passo San Ginesio mentre gli altri frequentano le lezioni presso l’ostello. “A fronte di una scelta sbagliata fatta sull’area, siamo l’unico paese del cratere a non avere ancora una scuola – ha continuato il primo cittadino -. La volontà era quella di accorpare i vari istituti (materna, elementare, liceo socio pedagogico e ipsia) per creare un unico polo dotato di servizi. Bisognava scegliere un’area di proprietà dell’ente e la scelta è caduta, credo in maniera forse affrettata, sull’unica area che l’ente aveva ma che era sottoposta a vincolo paesaggistico. Faccio fatica a pensare che il vincolo non fosse stato ricordato da nessuno; fatto sta che questo è stato detto. Casualmente questa problematiche è uscita solo l’11 giugno del 2018, il giorno dopo la mia elezione. Una settimana prima, in piena campagna elettorale, l’allora commissario per la ricostruzione, la Dottoressa De Micheli, insieme ai componenti della lista a me avversa, alla presenza della cittadinanza e soprattutto dei bambini, avevano celebrato ufficialmente la posa della prima pietra e l’inaugurazione del cantiere, sapendo che non si poteva fare un bel nulla. Il giorno prima delle elezioni hanno anche mandato una ruspa a rovinare gli ultimi due campi da tennis per far vedere che i lavori erano iniziati.” È importate per il sindaco e l’Amministrazione “mantenere con le unghie e con i denti i numeri degli istituti. Il comune si è accollato la tassa di iscrizione delle prime e delle superiori – ha spiegato il Sindaco -. Degli amici del nord Italia si sono resi disponibili a una donazione per istituire dei premi al merito che serviranno per acquistare i libri di testo. Noi stiamo facendo tutto ciò che possiamo per garantire ai cittadini la massima serenità.”
Sulla Rsa, fortemente lesionata, le speranze sono altrettanto forti. “La residenza sanitaria assistenziale avrà i suoi 20 posti letto, più altri 20 (residenza protetta) ai quali se ne aggiungeranno altri otto – spiega Ciabocco -. Una grane novità è senza subbio il punto di telemedicina, degli ambulatori dove è possibile eseguire gli esami gratis e, in tempo reale, avere le risposte. Una grande novità che attrae moltissime persone anche da fuori provincia, un servizio davvero fondamentale per il territorio. Ora c’è anche un accordo con l’Unione Montana per ampliare questi servizi facendo anche altri due punti delocalizzati.”
San Ginesio è anche il paese delle 100 chiese e nemmeno una, al momento è agibile. Nel maggio del 2018, la Caritas nazionale ha donato un centro di comunità adibito a chiesa dove ancora di svolgono le funzioni religiose. “A breve partiranno i lavori della Pieve Collegiata, un esempio unico di combinazione tra romanico e gotico – osserva il sindaco -. Il progetto esecutivo è quasi pronto ed è stato preso in carico dal Ministero. La novità sta nel fatto che lo stesso comune ha deciso di eseguire dei lavori anche all’interno della torre civica per poter posizionare un ascensore e conferire maggiore vocazione turistica a quello che è già un gioiello di San Ginesio. Proprio la vocazione turistica rappresenterà il nostro futuro: se tutti insieme riusciamo a rilanciare le comunità, investendo sulle nostre potenzialità, potremo esplodere.”
Un lavoro che va avanti, giorno dopo giorno, in “una squadra di amici e di persone fidate” come ama sottolineare il primo cittadino. “Ho cambiato lo statuto comunale per poter assegnare le deleghe ai consiglieri: credo che chi ha la piena fiducia ma soprattutto la competenza deve poter portare il proprio contributo alla nostra Città così martoriata dal sisma.”
L’Amministrazione comunale si sta anche adoperando per riaprire i quattro chilometri di cinta muraria di San Ginesio. “Vorremmo far entrare la città nel club delle Città Murate del Mondo e ci sono i finanziamenti per realizzare anche un percorso ciclopedonale – ha spiegato Ciabocco -. Sta proprio al territorio stringersi e fare rete e la promozione turistica deve essere sinergica con i comuni vicini. Bisogna scardinare le sciocchezze legate ai campanilismi perché è il momento storico a chiedercelo; siamo in un territorio splendido e dobbiamo essere noi, in primis, a creare valore, portando solo cose positive alle nostre comunità. L’economia deve ricominciare a girare per quelli che eroicamente resistono e noi, come Comune, siamo in prima linea per far sì che questo accada.”
"Per me è chiaramente il sogno di una vita perché quando ho iniziato a fare questo lavoro non pensavo fosse un obiettivo che avrei potuto realizzare. Sono andato oltre l'ambizione personale a livello artistico e penso che questa sia la cosa più grande e bella mai fatta nella mia vita". Non nasconde l'emozione Piero Romitelli, autore e cantate nato a Civitanova Marche ma residente a Trodica di Morrovalle che continua a collezionare un successo dietro l'altro nella sua brillante carriera.
(Foto Henry Ruggeri)
Dopo essere salito alla ribalta nazionale lo scorso febbraio avendo composto i brani di Loredana Berté e de Il Volo saliti sul palco del Festival di Sanremo e dopo aver firmato, lo scorso maggio, anche il brano di Chiara Galiazzo e J-Ax "Pioggia Viola", Romitelli oggi ci svela di essere tra gli autori del nuovo singolo di Emma Marrone, "Io sono bella", scritto insieme a Vasco Rossi, Gaetano Curreri e Gerardo Pulli. Il brano, farà da apripista al nuovo attesissimo album di inediti dell'artista salentina. Il Blasco e Pulli hanno scritto il testo mentre il leader degli Stadio e Romitelli la musica.
Non può ancora anticipare nulla di quello che è accaduto in questo lungo viaggio di un anno percorso insieme a una delle pietre miliari della musica italiana e tutto rimane ancora top secret fino al 6 settembre, data di uscita del singolo. "Il nuovo brano di Emma è sicuramente coerente con il suo filone musicale anche se, in alcuni aspetti, diverso: possiamo parlare di una sorta di ibrido, di un pezzo pensato anche in ottica radiofonica - spiega Romitelli -. "Io sono bella" ha un testo molto crudo e diretto, scritto da Vasco Rossi insieme a Pulli, che osserva e racconta le ragazze di oggi."
Non più solo la sanzione amministrativa ma anche il procedimento penale per chi finge di fermarsi all’alt della Polizia e poi scappa. Una nuova strategia di intervento, che potrebbe rappresentare un apripista a livello nazionale, che ha portato la Polizia Stradale e la Questura di Macerata alla denuncia di dieci automobilisti (di cui due in fase di accertamento) che non si sono fermati all’alt intimato dalla paletta degli uomini in divisa.
“Nei controlli effettuati dalla Polizia Stradale di Macerata negli ultimi dieci giorni, sono venuti alla luce dei comportamenti pericolosi, per l’incolumità personale e pubblica, messi in atto da alcuni automobilisti – ha spiegato il questore Antonio Pignataro -. È accaduto che, dopo che veniva intimato l’alt da un posto di blocco al conducente della vettura, quest'ultimo faceva finta di fermarsi per poi scappare subito dopo. Una condotta che nell’ultimo mese è stata registrata per ben dieci volte e che viola l’articolo 192 del Codice della Strada, punibile con una sanzione amministrativa che dagli 84 euro può arrivare ai 335 e con la decurtazione di 3 punti sulla patente di guida. Abbiamo analizzato la cosa e abbiamo visto che, in base alle sentenze della Corte di Cassazione, è possibile contestare all’automobilista che mette in atto questo comportamento anche la resistenza a pubblico ufficiale e quindi avviare un procedimento penale.”
“Un comportamento che mette in pericolo non solo la vita stessa dell’automobilista, che cerca di speronare la vettura della Polizia che procede all’inseguimento, ma anche quella degli operatori dello Stato e dei comuni cittadini – ha continuato il questore -. I soggetti fermati, tutte persone tra i 20 e 40 anni, sono tutte risultate essere sotto l’effetto di alcool o di sostanza stupefacente. La condotta diventa così una fattispecie delittuosa e non convenzionale e si configura nel reato 337 del codice penale, resistenza a pubblico ufficiale, punibile con la reclusione da 6 mesi a 5 anni.”
“Lo scopo della Polizia di Stato è quello di dare risposte concrete ai cittadini e garantire loro la massima sicurezza – ha osservato Pignataro -. Questa strategia di intervento, messa in atto in stretta collaborazione con la procura della Repubblica, permette quindi di fare in modo che certe condotte vengano stigmatizzate.”
Entrando nel dettaglio, “se l’automobilista non ottempera all’alt, la violazione implica il pagamento della cifra e la decurtazione dei punti sulla patente – ha aggiunto Tommaso Vecchio, il Commissario Capo della Polstrada -. Se il conducente della vettura non altera la sua condotta di guida e mantiene un atteggiamento consono si rimane nella norma. Nel caso contrario, se si mettono in atto fughe pericolose, si costringe il poliziotto a rocamboleschi inseguimenti che mettono a repentaglio la vita di tutti. È in questo caso che si concretizza la fattispecie di reato di resistenza a pubblico ufficiale perché si impedisce agli stessi operatori di eseguire il loro lavoro. Abbiamo quindi deciso di denunciare legittimamente queste persone per la tipologia di reato.”
Condotte che, come spiegano all’unisono il questore Pignataro e il Commissario Capo Vecchio, “sempre più spesso assumono una grande propaganda tra i giovani i quali credono che, non ottemperando all’alt, incorrono semplicemente in una sanzione amministrativa. Ora non è più così.”
Origini molisane, ha lavorato per un periodo della sua vita in Lombardia per poi essere nominato Vice Comandante nella sua terra natia, a Campobasso, dove è rimasto per 16 anni. Dal 27 maggio, a seguito della promozione, l’Ingegner Antonio Giangiobbe è il nuovo Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Macerata. Un territorio, quello maceratese, “che conosco molto bene a causa del sisma che ha colpito il Centro Italia nel 2016” ha spiegato.
Insediatosi da maggio nel Comando di Macerata, che lui stesso definisce “molto attivo dal punto di vista operativo e amministrativo”, ha tracciato un bilancio, insieme al suo Vice Mirko Mattiacci, delle attività, supportate da 6 squadre operative giornaliere per un totale di 35 unità, svolte negli ultimi mesi in Provincia, contraddistinte maggiormente dall’emergenza incendi e dagli interventi legati al sisma.
“Sono 5mila gli interventi effettuati dall’inizio dell’anno sul fronte del soccorso – ha spiegato Giangiobbe -. 650 sono stati destinati alla repressione incendi mentre 400 agli incidenti stradali. L’anno scorso sono stati effettuati 3.500 interventi relativi all’emergenza sisma mentre nel 2019 sono state 1.300 le operazioni eseguite, prevalentemente nella zona di Camerino, uno dei comuni simbolo di questa tragedia. Questo a testimonianza del fatto che siamo ancora impegnati nel cratere con il Comando Operativo Avanzato e che l’emergenza sisma non è ancora finita, soprattutto nelle aree montane. La speranza è che si tratti di un’attività residuale perché dobbiamo fare in modo che inizino a lavorare anche le imprese locali.”
Sul fronte incendi boschivi, soprattutto a conclusione di una “stagione estiva particolarmente siccitosa, dal 1 giugno al 21 agosto sono andati a fuoco ben 83 ettari di bosco complessivi contro un ettaro dell’anno scorso – ha spiegato Mattiacci -. Un numero così elevato raggiunto soprattutto per il grande incendio che ha interessato Fiuminata, dove sono andati a fuoco circa 70 ettari.”
“Attivato, da quest’anno, anche il presidio acquatico, che collabora in stretta sinergia con la Capitaneria della Guardia Costiera di Civitanova Marche – ha spiegato Giangiobbe -. Sono tre i presidi, localizzati nelle altrettante località costiere della Provincia, che svolgono maggiormente attività preventiva con soccorritori specializzati.”
Giangiobbe ha ereditato dal suo predecessore Patrizietti, l’importante compito di portare avanti l’ammodernamento delle varie sedi dei Vigili del Fuoco danneggiate a seguito del sisma. “Per quella centrale, che necessita di un restyling e soprattutto di nuovi spazi, ci sono già i finanziamenti della Provincia e del Commissario. Anche per la sede di Camerino, che è stata particolarmente danneggiata, sono già stati stanziati i fondi per procedere all’abbattimento e alla ricostruzione. Di rilievo sono poi i distaccamenti di Visso e di Apiro; per quest’ultimo è in atto un progetto di riqualificazione, ideato in sinergia con il primo cittadino, per portare avanti un corso per il personale volontario dato che le unità stanno scemando e c’è bisogno di rimpinguare i volontari su un presidio considerato strategico per il territorio.”
Volontà del nuovo Comandante è anche l’istituzione di un ufficio di Polizia Giudiziaria. “Mi porto dietro l’esperienza avuta, in qualità di Vice, a Campobasso – ha osservato -. Credo sia un punto importante per il Comando dei Vigili del Fuoco, sia per il controllo e per la vigilanza ma anche per l'implemento dei rapporti con la Procura.”
Infine la ricorrenza dell’80esimo anniversario dall’Istituzione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. “Il Dipartimento di Macerata ha predisposto una serie di eventi celebrativi a Camerino, individuato come luogo simbolo del sisma, il 2 ottobre – ha concluso Giangiobbe -. Durante la ricorrenza, la Banda del Corpo, composta da 42 elementi, suonerà nel centro polifunzionale Benedetto XIII, e verrà esposta una mostra con gli elmi dei Vigili del Fuoco. Un’occasione e un’opportunità per dare lustro non solo al Corpo Nazionale ma anche a questi territori che hanno vissuto il dramma del terremoto.”
Solo 4 abitazioni agibili e ancora tante zone rosse. “Su circa 270 abitanti sono rientrate a casa solo 22 persone.116 sono gli occupanti delle Sae, 140 i cittadini che percepiscono il Cas e altre 60 persone sono ancora negli alberghi. Quattro pratiche di inagibilità B sono partite (una completata, una in attesa di completamento e due in atto) per quanto riguarda le E, queste non sono ancora iniziate”. A Castelsantangelo sul Nera, uno dei comune maggiormente colpiti dal sisma del 2016, la ricostruzione non è mai iniziata e la situazione è davvero drammatica. La rabbia del primo cittadino Mauro Falcucci si mescola alla speranza ma soprattutto alla volontà di sapere quale è il futuro di queste zone del Centro Italia: “Se vogliamo lasciar morire la montagna basta che ce lo dite ma almeno che ci sia sincerità. Se ho una malattia, devo sapere se può passare con l’aspirina o se sono destinato a morire.”
“Il 5 settembre scade il bando europeo per i piani attuativi sulle perimetrazioni; lo abbiamo prorogato per un altro mese e contiamo di affidare a un gruppo di professionisti la redazione degli stessi iniziando così la prima e vera fase della pianificazione – spiega il sindaco -. Qui a Castelsantagelo sul Nera non c’è più nulla, è tutto completamente distrutto e le frazioni sono sparite. Senza contare la delicatezza del territorio sul piano dell’assetto idrogeologico: un fattore dal quale non possiamo assolutamente svincolare lo studio mirato volto alla ricostruzione.”
“È ovvio che la ricostruzione poi deve avvenire in maniera partecipata e quindi partire dai piani attuativi sulla scorta delle microzonazioni fatte e degli approfondimenti che sono stati anche demandati al Commissario per la Ricostruzione; da lì si mettono insieme tutti i puzzle e si inizia a dire cosa si può fare e cosa non si può fare – osserva Falcucci -. Serve una pianificazione urbanistica puntuale che ci dica come, dove e se possiamo costruire. Per farle capire: se un professionista chiede di fare un approfondimento su una frazione, noi dobbiamo fermare tutto, procedere con uno studio insieme all’Usr che poi valuta il tutto. Da lì si invia la valutazione al Commissario, quest’ultimo decide, ci dà le risorse e, secondo la quantità dei finanziamenti, si attua la procedura amministrativa. Questo per farle capire che qui non se ne esce più fuori perché ci vogliono dei tempi biblici e la burocrazia ci uccide. Qui siamo morti perché il processo di desertificazione è ormai partito da tanto tempo.”
“Per dare un futuro e spendere bene i soldi ci vogliono delle norme che siano di aiuto e che ci dicano che noi qui possiamo rimanere anche un domani – tuona il primo cittadino -. La legge 97 del 1994 sulle aree montane è completamente disattesa. Una legge speciale che consentiva alla Repubblica Italiana di emanare tanti decreti legislativi per tutelare queste zone che partono dal Piemonte e arrivano fino alla Sicilia. Una legge che non è mai stata applicata per carenza di emanazione di specifici decreti legislativi: se fosse andata in modo diverso forse la montagna italiana non avrebbe chiuse le scuole, i servizi e i punti sanitari. O questa legge la completiamo, la riscriviamo e andiamo avanti dando delle certezze, altrimenti diteci la verità.”
“L’impostazione dei sisma ormai è partita male e nessuno la vuole toccare per ragioni di carattere politico: è un procedimento sbagliato e questo è noto a tutti. Se vogliamo che la montagna venga salvata dobbiamo dire che qui non si pagherà l’Imu sulle case, che ci saranno delle agevolazioni di carattere fiscale per le attività commerciali compatibili che vogliono investire e molto altro ancora – osserva Falcucci -. Se la vogliamo salvare dobbiamo porre le basi normative affinché tutti possano aspettare i 15 anni della ricostruzione. Non tanto per le nostre generazioni, che non lo ricorderanno, ma almeno per i nostri figli; altrimenti questa è la strategia della desertificazione accelerata.”
“Ci vorrebbero ore per raccontare la nostra amarezza verso chi governa – prosegue il sindaco di Castelsantangelo -. Sentire il discorso del Presidente del Consiglio Conte di qualche giorno fa, che alla fine del suo intervento ha completamente dimenticato i terremotati, ci crea profonda rabbia. Non ci hanno lasciato soli ma è successo ben peggio, ci hanno completamente dimenticato e hanno dimenticato quella Carta Costituzionale che vale per tutti. Noi siamo pochi sì, ma stiamo soffrendo e a nessuno interessa perché il Centro Italia non conta nulla. Ciò che è certo è che continueremo a urlare fino alla fine ma non è di certo questa la strada per andare avanti.”
“L’esperienza del passato non è servita a nulla e nessuno ha mai fatto una norma come si deve per il Centro Italia: è una vergogna farla? Hanno omologato il sisma dell’Emilia Romagna con questo del 2016 sbagliando completamente – prosegue Falcucci -. Non tutti i comuni sono uguali e soprattutto la terapia deve essere diversa in base alla malattia che viene diagnosticata. La nostra amarezza non è più sopportabile e non ne facciamo una questione di partito ma una questione di dignità e di diritti dei cittadini italiani che devono essere onorati da questa Repubblica.”
“Almeno portiamo via le macerie, per permettere anche all'abitante dell'ultima casa in fondo alla via di poter andare a prendere quella fotografia o quel ricordo che per molti può essere insignificante ma per lui ha un valore affettivo inestimabile – ha concluso il primo cittadino -. La montagna la vogliamo far vivere o no? Questo noi lo dobbiamo sapere; a queste popolazioni deve essere detto se si vuole ricostruire o se vogliamo lasciarle morire. Tutti, dalla collina alla costa, devono ricordarsi che se la montagna viene desertificata i dissesti partono da qua. Se vogliamo fare delle norme apposite resteremo ma ce lo dovete dire con grande chiarezza e non farci spendere dei soldi che invece andrebbero solo a indebitare le generazioni future. Questo è il terremoto della mancanza del buonsenso dove tutti condividono ciò che dici, ti fanno fesso e poi non ci sono. Vanno bene tutte e due le scelte basta che ci venga detta la verità, altrimenti chiudiamo la partita: abbiamo il diritto di sapere quale è il futuro della montagna.”
È online da circa due settimane la gara a procedura aperta per l’affidamento dei lavori di realizzazione della nuova scuola primaria di Porto Potenza Picena, situata tra viale Piemonte e viale Lombardia. L’istituto di Porto Potenza era stato chiuso nel novembre del 2016 a seguito del risultato del certificato di vulnerabilità sismica che era quasi pari allo zero. Il Comune aveva subito disposto la chiusura immediata e si era adoperato, nel modo più rapido possibile, al fine di trovare una nuova sistemazione per gli oltre 400 studenti.
“All’inizio sono stati fatti dei doppi turni e Porto Potenza era stata ospitata a Potenza Picena – spiega Luisa Isidori, Assessore con deleghe all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici -. Successivamente abbiamo ultimato un immobile a Porto Potenza, il centro culturale ricreativo di via Rossini, che è stato trasformato quindi in scuola. Una parte dell’edificio era già utilizzabile mentre l’altra parte è stata ultimata e abbiamo realizzato delle aule con tutti i certificati annessi per garantire la sicurezza dei ragazzi. Attualmente quindi gli studenti sono divisi tra questo edifico e nelle scuole medie di Porto Potenza.”
“Inutile nascondere che all’inizio, questo procedimento ha creato alcuni disagi ma l’Amministrazione si è impegnata costantemente per garantire in primis la sicurezza dei ragazzi e in secondo luogo la continuità della didattica – prosegue l’Assessore -. Un risultato importante per il quale è necessario dare il merito alla grande sinergia creatasi tra gli uffici comunali preposti e gli enti, il tutto volto a ristabilire l’equilibrio dell’istituto.”
“Nel frattempo l’Amministrazione comunale ha provveduto all’adeguamento sismico dell’edificio esistente ma la spesa non era economicamente possibile da sostenere; o meglio, con un eguale importo avevamo la possibilità di rifare la scuola nuova e così è stato – spiega Isidori -. Abbiamo partecipato a un bando del Miur con un progetto esecutivo eseguito dallo Studio 77 di Torino è l’abbiamo vinto. Ci siamo così aggiudicati 4milioni e 750mila euro, un finanziamento a fondo perduto, mentre i restanti 2milioni e 50mila euro verranno finanziati dal Comune per la realizzazione della nuova struttura.”
“Trattandosi di una cifra, ma soprattutto di un progetto, importante abbiamo affidato la gara all'Unione Montana Sua di San Severino con cui il Comune ha già una collaborazione – prosegue l’Assessore -. Il 14 agosto è stato pubblicato il bando che scade il 16 settembre quindi entro i primi di novembre i lavori dovranno essere tassativamente aggiudicati. Il primo passo è provvisorio perché il Comune verificherà i requisiti di tutte le ditte che partecipano dato che ci sono diversi criteri da soddisfare.”
“Il nuovo edificio, che sorgerà tra viale Piemonte e viale Lombardia, si trova in un’area comunale in cui ci sono già le scuole medie, le materne e il nido: così potremmo parlare quasi di un campus scolastico – conclude la Isidori -. Per noi, e per tutta la comunità, questo è un lavoro importantissimo di cui siamo estremamente orgogliosi e che stiamo portando avanti in modo incessante e continuo per cercare di rimanere nei tempi. La scuola rappresenta il nostro futuro ed è quindi importante anche l’ambiente dove i nostri ragazzi vengono educati.”
Il nuovo impianto scolastico sarà una corta aperta e ci saranno altri spazi come la biblioteca, la mensa, la palestra e i laboratori; spazi articolati e strutturati in modo tale che tali ambienti possano essere fruibili anche dalla cittadinanza negli orari extrascolastici.
“Gli sfollati sono 4mila, più o meno gli stessi di tre anni fa: sono rientrate a casa solo 250 persone. Tutti quelli che hanno perso la propria abitazione godono del contributo di autonoma sistemazione e sono tutti collocati in appartamenti a Tolentino o comunque in zone limitrofe. Il problema è che, in seguito al sisma, si è originata una congiuntura di riflesso economico negativa nei confronti della città perché nel momento in cui un cittadino viene costretto da una causa di forza maggiore a emigrare dalla sua residenza, la linfa vitale delle attività diminuisce”. A tre anni di distanza, a tracciare la fotografia di ciò che sta avvenendo nel post-sisma e nella ricostruzione per quanto riguarda il suo comune è il primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, uno dei paesi maggiormente colpiti dal terremoto del 2016, iniziato con la scossa del 24 agosto.
Sulle zone rosse, Pezzanesi parla di una decisione “audace, decisa e coraggiosa. Le abbiamo subito eliminate nei primi 15 giorni, nel momento di più alta decisionalità – spiega -. Essendoci un vuoto normativo specifico, ci siamo mossi subito con l’intento di non traumatizzare il centro storico e i cittadini soprattutto sotto l’aspetto commerciale e dei servizi.”
Sull’autonomia dei sindaci in merito al post terremoto, argomento sul quale Pezzanesi si è sempre battuto, il primo cittadino ha una sua precisa idea. “I comuni sono il più alto esempio di democrazia e credo invece che a livello nazionale la legge non abbia nulla di democratico perché il popolo non sceglie nulla. Poi c’è il fattore dell’onestà, sul quale ognuno deve coltivare il proprio intento.”
Uno dei luoghi dai quali ripartire, per il Sindaco, è senza dubbio il centro storico, "uno dei punti di forza della città. Non abbiamo mai staccato la spina sul cuore di Tolentino – ha spiegato -. Bisogna sapersi sacrificare con i mezzi e gli autoveicoli e, con la mobilità sostenibile, dobbiamo fare in modo che il centro storico diventi il vero salotto della città sotto tutti i punti di vista: vietare quindi il parcheggio in piazza della Libertà che viene definitivamente liberata dalle auto. I commercianti devono cambiare il modo di pensare; non possono credere che si vende solo perché il cliente arriva sotto al negozio in auto. La volontà dell’Amministrazione è quella di spingere la gente a rimanere a Tolentino perché ci sono dei buonissimi locali ed è su questo aspetto che dobbiamo lavorare.”
“A breve partirà anche il restyling di piazza Martiri di Montalto (già iniziato, ndr.): provvederemo a una nuova illuminazione, all’installazione di panchine, al posizionamento di 15 posti auto e di alcune essenze verdi che ripensano in toto l’arredo urbano – ha spiegato Pezzanesi -. Il discorso del centro storico è sempre stato aperto e in progress, mai chiuso. C’è chi vorrebbe tutto e subito e non è mai contento delle cose che vengono fatte. Noi comprendiamo benissimo l’esasperazione ma le amministrazioni non possono lavorare in maniera discontinua; c’è bisogno di un certo controllo delle azioni che vengono messe in campo ed è necessario perseguire dei progetti chiari che abbiano a disposizione dei finanziamenti.”
Poi c’è l’operazione del campus universitario degli istituti superiori, un progetto post-sisma che ridarà agli studenti una loro sede propria. “Un'opera importante che segnerà in meglio la storia dell’istruzione di questa vallata – ha commentato il primo cittadino -. Una struttura che rappresenterà, in termini architettonici, di spazio e di formazione un progetto all’avanguardia che questi ragazzi meritavano dopo i tanti sacrifici che hanno dovuto affrontare in seguito al sisma. Un risultato ottenuto perché tutti hanno fatto la loro parte: dal Comune, alla Provincia fino alla Regione.” Anche nel caso della Bretella che collega Tolentino a San Severino Marche e quindi la vallata del Chienti con quella del Potenza, "credo si debba pensare al progetto come un’idea mentale importante e di insieme – osserva Pezzanesi -. Se ragioniamo per compartimenti stagni e ognuno difende il suo orticello si finisce per fallire perché le periferie hanno la loro importanza come i centri storici ed è importante valorizzare entrambe.”
Sempre in tema di scuole, una delle realtà che ha creato maggiore rumore a Tolentino è la nuova sede della Don Bosco. "Un terreno in cui sono confluite incomprensioni e contestazioni – spiega il sindaco -. La politica, quando non viene fatta in maniera esponenziale sugli atti concreti, crea e agita dei fantasmi che vanno a colpire il pathos della gente. Il nostro principio, dopo il sisma, è uno: quello della sicurezza e su questo non si transige. I cittadini pagano le tasse e le tasse, segno del duro sacrificio di ognuno di loro, devono trasformarsi in servizi, strade, infrastrutture, sanità, assistenza sociale e sicurezza. Dunque le scuole, per essere sicure, devono essere ricostruite ex novo. Una minoranza di carattere politico sta facendo una battaglia dicendo che dobbiamo adeguare quell’edificio: proprio nei giorni scorsi abbiamo eseguito un accertamento sull’indice di vulnerabilità sismica e siamo molto lontani dai parametri richiesti. Questo non soddisfa né me, né l’Amministrazione ma soprattutto non soddisfa le famiglie e i ragazzi.”
“Proprio vicino alla Don Bosco invece c’è un’area, quella delle ex Maestre Pie Venerini, che hanno sempre fatto un insegnamento capillare per i bambini di questa città. Un ordine che ha avuto purtroppo delle difficoltà a causa del sisma ed è proprio lì che sorgerà la nuova scuola con nido, elementari e medie. Un edificio nuovo, sicuro e accattivante che rivaluterà tutto il contesto urbanistico – spiega il sindaco -. Poi un’altra parte la porteremo, se tutto va in porto, vicino al Campus, in zona Pace; perché è giusto che questo istituto abbia un distaccamento e non vada a interessare solo il centro storico. Sarà anche questa una struttura sicura e moderna raggiungibile facilmente dalle zone periferiche della città e vicino alle fabbriche dove tante famiglie lavorano. Questo progetto aumenterà l’offerta e aprirà la mente a strutture nuove e sicure – ha proseguito Pezzanesi -. Se tutto questo è poco, allora io non so cosa altro fare o dire. Credo che i genitori la pensino molto diversamente da chi oggi vuole fare un caso politico di questa questione. Io certamente passo per essere un duro nel mio modo di fare politica, anche se nonostante ciò ho sempre fatto autocritica, ma il PD sulla sanità e sulla questione relativa alle scuole ci ha sempre seguito e ha condiviso le nostre idee e lo stesso dicasi della Regione. La politica deve risolvere le problematiche e creare benessere e si va ai tavoli di confronto per questo; il buongusto di un politico si dimostra quando si sa incassare e quando ci si sa confrontare, soprattutto nel caso in cui il risultato è lo stesso per tutti.”
Infine le SAE. “Ho sin da subito fatto la scelta di non istallarle – spiega Pezzanesi -. Indipendentemente dalla loro qualità, che poi è stato dimostrato quale fosse, c’è un mostro che si chiama burocrazia e che mette i bastoni tra le ruote alle amministrazioni anche se queste vogliono correre. A Tolentino c’erano già delle aree urbanizzare e avevamo già abbattuto delle piante e non avremmo quindi dovuto abbattere ulteriormente le essenze arboree per installare una distesa infinita di Sae, ben 216, deturpando inoltre con una soletta di cemento la vallata del Chienti – precisa Pezzanesi -. Ho pensato quindi che andare a lottizzare delle aree già urbanizzate fosse la scelta più giusta soprattutto perché tra qualche anno, quando sarà tutto ricostruito, noi non avremo il problema dello “smaltimento”. Soprattutto le Sae sono delle strutture che, a partire da gennaio, diventeranno anche comunali e saranno le stesse amministrazioni a occuparsi della manutenzione. A Tolentino ci saranno invece appartamenti, oltre 200, che, quando l’emergenza sarà finita, rappresenteranno un patrimonio importante per risolvere il problema sociale dell’abitazione – prosegue il primo cittadino –. La mia è stata sicuramente una scelta forte e dirompente, condivisa dalla Regione e dalla Protezione Civile che hanno portato avanti questa novità.”
“Ciò che vivo dal giorno dopo il 30 ottobre mi ha amareggiato profondamente perché non è ammissibile aspettare tre mesi per la correzione di una frase. Se il terremoto è una emergenza non può avere un tempo di risposta così lungo – conclude il sindaco -. Tutte queste pile di documenti che sono sul mio tavolo rappresentano le pietre miliari di una storia civile che ci dimostra che, per quanto il nostro voglia essere un paese democratico, non riesce purtroppo a stare al passo con i tempi.”
Miss con la passione per il giornalismo. Giulia Ciarlantini è nata 18 anni fa a Recanati e vive ormai da sei anni a Porto Recanati: ieri sera, a Loreto, è stata incoronata Miss Marche 2019. Diplomata al Liceo Classico “Giacomo Leopardi”, l’anno prossimo vorrebbe tentare l'ingresso alla facoltà di medicina anche se il suo grande sogno è un altro: fare la giornalista televisiva.
“Suono il piano da quando sono piccola ma ho dovuto smettere di frequentare il Conservatorio per motivi legati allo studio – ci racconta Giulia -. Ho fatto danza classica e il mio più grande sogno è diventare una giornalista televisiva: penso che Miss Italia possa essere un buon trampolino di lancio per intraprendere questo tipo di carriera. Mi piace molto stare sul palco ed esprimermi; sono molto estroversa ed eclettica e non riesco mai a stare ferma. Due anni fa ho trascorso anche un periodo all’estero, in America, perché volevo imparare l’inglese e perché mi piace moltissimo viaggiare e conoscere nuove culture, uscendo dalla comfort zone in cui sono: quella è stata davvero una bellissima esperienza.”
"Quella di ieri sera sul palco in piazza Papa Giovanni XXIII è stata una serata davvero emozionante; forse è stata la tappa più bella perché c’è stata una grande partecipazione di pubblico e, oltre al fatto che sarebbero stati assegnati molti titoli di livello, tutto è stato organizzato alla perfezione – ci spiega Giulia -. Ero molto nervosa anche se la competizione con le altre ragazze era “sana” perché dopo aver passato tanto tempo insieme ed esserci conosciute siamo diventate amiche. Ci ho creduto fino in fondo perchén raggiungere quel traguardo era uno dei miei sogni più grande però non me lo aspettavo perché il livello era molto alto e per me era il primo anno di partecipazione. Non posso però nascondere la gioia e la contentezza quando mi hanno incoronato: ci crederò e ce la metterò tutta molto fino all’ultimo.”
Sulla Miss Italia in carica Giulia ci spiga che l’incontro con “Carlotta era avvenuto già un mese fa. Mi aveva dato dei consigli dicendomi di essere sempre me stessa e di vedere questo momento, a prescindere dal risultato, come un’esperienza di vita e una crescita personale. Ieri mi ha fatto i complimenti ed è stata molto gentile, una persona davvero alla mano, così come si vede in televisione.”
Sulle finalissime di Jesolo, che si terranno il 6 settembre Giulia si aspetta di “essere sorpresa positivamente, di conoscere gente e di avere più contatti nel mondo della tv e dei mass media. Vorrei anche essere un po’ più disinvolta davanti alla telecamera" sorride.
“Questo per me non è solo un gioco perché mi aspetto di poter continuare su questa strada – conclude Giulia – dato che il mondo del giornalismo è quello che mi appassiona maggiormente e credo che la visibilità di Miss Italia possa darmi davvero una mano.”
Caldarola è uno dei paesi maggiormente colpiti dagli eventi sismici del 2016. Nonostante la boccata d’aria arrivata con l’inaugurazione della Scuola “De Amicis” dello scorso febbraio, il sindaco Luca Giuseppetti non nasconde le grande problematiche che la città sta vivendo ma soprattutto denuncia l’immobilismo che c’è da parte delle alte istituzioni che sembrano aver scordato ciò che molti luogo del territorio stanno vivendo.
“Non ci hanno mai filato e tutti noi sindaci dei comuni del cratere dovremmo andare in Prefettura e consegnare le fasce; vediamo poi se dal Governo trovano trenta commissari da mandare in queste zone ad amministrare una situazione tragica” la denuncia arriva dalle parole del primo cittadino che ci ha accolto nel suo ufficio-container di due metri per quattro.
È notizia di inizio agosto la riapertura, tramite ordinanza del primo cittadino, della zona rossa del centro storico: le case rimangono inagibili ma la piazza è ora accessibile alle auto e ai pedoni. “Dopo l’ordinanza di perimetrazione a breve inizieranno i lavori per la costituzione dei consorzi che dovranno realizzare gli interventi di ricostruzione o ripristino degli edifici. Per quanto riguarda, nello specifico, la zona rossa, il primo step da portare avanti è la ricostruzione del Palazzo comunale, per il quale ci sono già 7 milioni e mezzo di euro stanziati.”
“Stanno per iniziare poi i lavori di urbanizzazione esterna per la zona che si trova dietro alla nuova scuola donata questo inverno: si tratterà di un anfiteatro per i giovani e per i ragazzi: un vero e proprio luogo di aggregazione – ha spiegato il primo cittadino -. L’80% delle attività commerciali sono ripartite perché alcune non erano danneggiate in modo grave ma questa “ripartenza” porta con sé tutti i problemi legati a una situazione di stallo dovuta dalla burocrazia.”
“Ci sono poi tutte e 16 le chiese inagibili e fino al mese di maggio abbiamo adibito un container di circa 120 metri di spazio a luogo per le funzioni religiose – spiega Giuseppetti -. Proprio nel mese di maggio è arrivata una chiesa donata dalla Caritas nazionale che è stata posizionata nell’area delle SAE.”
Se il Governo non c’è, il cuore grande della comunità è sempre presente. “Stiamo ultimando una sala polifunzionale vicino alla Chiesa che ci è stata devoluta dalla Caritas, un progetto donatoci dalla KitoOnlus, un’Associazione che lavora soprattutto in Africa – spiega il primo cittadino -. Stiamo anche trattando con l’Associazione Italia-Australia che potrebbe contribuire al progetto di una palazzina ex forestale che dovrebbe essere adibita a un centro di aggregazione per gli anziani.”
"Proprio sul fronte delle abitazioni private la situazione non è delle migliori - conclude il sindaco Giuseppetti -. 17 sono i lavori conclusi, quattro le pratiche sospese, 32 quelle presentate, una con istanza di rigetto da parte dell’Ufficio Speciale della Ricostruzione e cinque quelle che non sono ancora partite. Stiamo andando avanti ma sempre con le solite procedure che sono attanagliate dalla burocrazia: sono passati tre anni e andiamo ancora con quel passo lento che non dà di sicuro una speranza nella ricostruzione a breve termine alle nostre comunità. Noi cercheremo sempre di essere ottimisti e di non piangerci addosso, andiamo avanti e cerchiamo di farci forza ma c'è bisogno che lo Stato e la Regione ci diano una via di uscita diversa."
Il furto è avvenuto nella notte scorsa. A essere preso di mira il Tipico.Tips, l'ufficio informazioni del comune di Macerata che si trova in piazza della Libertà, inaugurato lo scorso 31 luglio. A fare la scoperta un'operatrice del Sistema museo che questa mattina è entrata per aprire l'ufficio comunale. I malviventi hanno portato via il fondo cassa dell'ufficio informazioni. Ancora da quantificare il bottino anche se si tratterebbe di qualche centinaia di euro, il valore del fondo cassa. Dai locali non è stato portato via altro.
Sul posto, per effettuare i controlli del caso, la Polizia Scientifica e gli uomini della volante. Le forze dell'ordine hanno controllato le vie che si trovano nelle immediate vicinanze di piazza della Libertà per cercare di capire il punto esatto da cui i malviventi sono entrati. All'interno del Tipico.Tips non ci sono telecamere e l'ufficio è anche sprovvisto di allarme. Gli operatori dell'ufficio hanno comunicato che il Tipico Tips riaprirà alle 14:00.
Il furto, avvenuto davanti alla Questura di Macerata, arriva a circa tre settimane di distanza dal colpo alla biglietteria dello Sferisterio in piazza Mazzini, avvenuto il 29 luglio, sempre nel centro storico del capoluogo. In quel caso, i malviventi, erano riusciti a rubare circa 10mila euro.
Gli uffici comunali hanno attivato le procedure per l'assicurazione ai fini del risarcimento del furto e il personale del Comune ha già provveduto a cambiare le serrature di tutte le strutturate interessate dal tour per ulteriore sicurezza.
Si allungano i tempi per il deposito della sentenza emessa nei confronti di Innocent Oseghale, condannato lo scorso 29 maggio all'ergastolo per l'omicidio di Pamela Mastropietro.
Le motivazioni della decisione della Corte d'Assise di Macerata sarebbero dovute arrivare in questi giorni ma il giudice Roberto Evangelisti ha chiesto una proroga di 90 giorni per il deposito delle stesse. Così slittano anche i tempi per il ricorso in Corte d'Assise d'Appello di Ancona.
Il 29 maggio Oseghale era stato condannato all'ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi dopo che la Corte d'Assise di Macerata aveva riconosciuto tutti i capi dell'accusa: omicido; distruzione, vilipendio e occultamento di cadavere e la violenza sessuale nei confronti della 18enne romana.
Il Ristorante “Da Faustina” si trova incastonato in uno dei paesaggi più belli della provincia maceratese. Collocato nella vallata di Sefro, circondato dagli Appennini, gode anche della suggestività dell’affluente del Fiume Potenza, il torrente Scarsito. Proprio grazie alla presenza del torrente, Sefro è conosciuta come la città della trota e a pochissimi chilometri dal Ristorante “Da Faustina” troviamo anche la troticoltura Rossi, un unicum del nostro territorio.
Abbiamo incontrato la titolare dell’Hotel Ristorante “Da Faustina” Maria Rita e la figlia Marta per farci raccontare la loro storia e quella di nonna Faustina che, nel 1960, decise di intraprendere la strada della ristorazione, un amore e una passione che ha sempre portato avanti nella sua vita.
“Mia suocera Faustina, nel 1960 aprì una trattoria proprio davanti al Ristorante in cui siamo oggi - ci racconta Maria Rita mentre ci delizia con le sue prelibatezze a base di trota -. Lei hai iniziato con una cucina casareccia, molto tradizionale: il suo cavallo di battaglia erano le tagliatelle fatte a mano, anche se da subito ha iniziato a cucinare la trota; ricordo ancora quando si metteva davanti al grande caminetto in granito e controllava la cottura della trota alla brace.”
“Io sono poi subentrata nel 1976 e lo ammetto, non sapevo nemmeno fare un uovo al tegamino – ha proseguito Maria Rita -. All’inizio infatti lavoravo in sala ma, negli anni, ho sempre cercato di rubare con gli occhi ciò che Faustina cucinava e preparava, anche perché lei era molto gelosa delle sue ricette, mi trattava come un’estranea e davvero non le svelava a nessuno. Ricordo ancora che, dopo il servizio serale, salivamo insieme a casa a riposare e lei, durante la notte, scendeva sotto per provare le sue ricette uniche, per non farsi vedere da nessuno e non dover rivelare gli ingredienti, le preparazioni, le cotture. Poi però lavorandoci fianco a fianco per dieci anni sono riuscita a “rubarle” qualcosa” – sorride Maria Rita.
“Nel marzo del 1986 Faustina, mentre era in cucina, perché non poteva essere altrimenti, viene a mancare – ricorda la titolare -. Avevano una decina di matrimoni da preparare e mi ricordo che alcuni ci diedero fiducia, nonostante non ci fosse più lei, altri invece mi mandarono un telegramma per disdire. Io però non mi sono mai persa d’animo e, grazie anche a ciò che lei mi aveva insegnato indirettamente, sono andata avanti con tanto coraggio e passione e oggi posso dire di avercela fatta perché i nostri piatti piacciono e arrivano clienti da dovunque, Jesi, Fabriano, Civitanova e tanti paesi vicini, per gustare le nostre prelibatezze.”
“Il piatto forte di mia suocera Faustina era la trota in salsa verde di cui sono riuscita a replicare la ricetta nonostante lei non me l’avesse mai insegnata – ci racconta Maria Rita -. Poi però, negli anni, per non perdere il passo con i tempi, abbiamo deciso di rivisitare i piatti. Abbiamo ovviamente lasciato la ricetta principe di Faustina e abbiamo aggiunto un po’ del nostro, io e mia figlia Marta: dalla trota salmonata marinata, ai cappellacci con trota, ortica e pomodorini fino alla trota all’arancia, la mia ricetta, e il sushi alla trota, un’idea di mia figlia che ha già riscosso un grandissimo successo. Bisogna sempre reinventarsi in cucina perché per me questa è un’arte. Soprattutto con un prodotto che si presta alla sperimentazione ed è molto lavorabile.”
“Poi c’è Marta, che rappresenta la terza generazione: lei è una ragazza davvero vulcanica, dritta e molto pignola sul lavoro – giustamente! -. Si è diplomata alla scuola Alberghiera, ha partecipato alla Prova del Cuoco e sono felice di questa sua proposta del “Sushi al fiume” che è stato un vero successo e che rifaremo una volta al mese” racconta Maria Rita della figlia.
“La trota è un pesce che qualitativamente non ha nulla da invidiare al salmone e soprattutto ha moltissime proprietà – ci spiega Marta -. Può quindi essere lavorato in moltissimi modi, dall’antipasto, passando per il primo fino al secondo. Inoltre grazie alla collaborazione con la troticoltura Rossi, sappiamo che le nostre materie prime sono fresche, pescate il giorno stesso e allevate con mangimi sani. Poi noi ovviamente cerchiamo sempre di reinventarci e sperimentare, seguendo la stagionalità dei prodotti che il territorio ci offre e abbinandoli alla trota.”
La nuovissima “sfida” di Marta vedrà la luce entro l’estate. “Ho pensato di creare una selezione di sughi pronti, e non solo, a base di trota da proporre al nostro territorio: dal ragù di trota fino a quello abbinato ai pistacchi – conclude -. In questo periodo sto ultimando i dettagli della mia idea e a breve partirà la distribuzione del progetto che si chiamerà “Gli antichi sapori di Nonna Faustina”.
Si terranno domani, giovedì 15 agosto, alle ore 17.00, presso la chiesa di San Michele Arcangelo a Passo San Ginesio, i funerali di Arturo Pagni, il bambino di nove anni deceduto ieri lungo la strada provinciale 45, in località Passo Sant'Angelo, in seguito a un investimento.
Il bambino si trovava a San Ginesio insieme alla mamma e alle due sorelline per trascorrere le vacanze estive dato che proprio la madre del piccolo è originaria di Passo Sant'Angelo.
Nel tardo pomeriggio di ieri sera, quando erano circa le 19:00, si è consumata la tragedia. In un tratto di strada rettilineo il bambino ha lasciato la mano della madre e ha attraversato la carreggiata non accorgendosi probabilmente del sopraggiungere di una vettura, una Fiat Tipo condotta da un 75enne. Come rilevato dai militari della stazione di Loro Piceno la vettura procedeva a velocità esigua ma l'impatto è stato comunque violento.
Immediato l'arrivo sul posto dei sanitari del 118 che avevano anche allertato l'eliambulanza dall'Ospedale Torrette di Ancona ma per il piccolo non c'è stato nulla da fare.
Il 75enne è stato denunciato per omicidio stradale. I documenti di guida e circolazione del veicolo sono risultati regolari e il test etilometrico al quale si è sottoposto l'anziano ha dato esito negativo.
La famiglia del piccolo Arturo era originaria di Passo Sant'Angelo. Il bambino era in vacanza in paese con la mamma e le due sorelline da alcuni giorni. I tre, insieme al padre del bambino, originario del milanese, vivono stabilmente a Londra dove si sono trasferiti anni fa.
"Un episodio che ci ha tolto il fiato e che ha sconvolto una intera comunità - il commento del sindaco di Sant'Angelo in Pontano Vanda Broglia -. Io stessa da madre, più che da sindaco, avendo una figlia della stessa età di Arturo, posso capire cosa si può provare in quei momenti."
"Come mi è stato riferito dai testimoni, la persona alla guida dell'auto non andava veloce e probabilmente non ha proprio visto il bambino. Parliamo di una tragica fatalità sulla quale saranno poi i Carabinieri a fare luce. Di certo per la nostra comunità è un brutto momento" ha concluso il primo cittadino.
La salma del piccolo si trova presso l'obitorio dell'Ospedale di Macerata dove è stata riconsegnata alla famiglia dopo l'ispezione cadaverica. Il piccolo riposerà presso il cimitero di San Ginesio.
Fabio Menchi è morto nel pomeriggio di ieri a causa di un arresto cardiaco mentre si trovava nella piscina di un'abitazione privata a Civitanova Alta, in contrada Le Grazie.
Il 37enne, originario di Corridonia ma residente a Morrovalle dal 2011 insieme alla moglie Stefania (lei di Montecosaro) e ai due figli, di quattro e due anni, si trovava a Civitanova a casa di amici che avevano lasciato alla giovane coppia l'abitazione in quanto erano fuori in vacanza.
Menchi ieri pomeriggio, mentre si trovava nella piscina, ha accusato un malore ed è caduto sul fondo senza mai risalire. Ad accorgersi dell'accaduto il figlio di quattro anni dell'uomo che ha subito avvertito la mamma, la quale ha immediatamente lanciato i soccorsi.
I sanitari del 118, che avevano anche allertato l'eliambulanza dall'Ospedale Torrette di Ancona, hanno cercato di rianimare il 37enne per circa mezz'ora ma purtroppo non c'è stato nulla da fare. La salma è stata riconsegnata nella serata di ieri ai familiari e non è stata disposta l'autopsia.
Menchi viveva nella frazione di Borgo Pintura a Morrovalle insieme alla famiglia.
Il funerale del 37enne si terrà domani, mercoledì 14 agosto, alle ore 17:00, presso la Chiesa di Sant'Agostino a Morrovalle.
“Ormai da 30 giorni a questa parte vengo letteralmente perseguitata dalla Polizia e dai Carabinieri sia in borghese sia in divisa. Un controllo ci può stare ma dato che nelle dodici perquisizioni che sono state fatte in questo mese nel mio locale non è stato trovato nulla e mi è stata contestata solo la mancata esposizione del cartello che vietasse il gioco delle carte, credo che stiamo parlando di una vera e propria azione persecutoria nei miei confronti”. Rebecca Raponi, titolare del Meet Bar in piazza Mazzini a Macerata, sequestrato ieri dai Carabinieri del capoluogo su disposizione del Questore Antonio Pignataro, dice la sua sulla vicenda che la vede coinvolta.
“Le forze dell’ordine parlano della famosa rissa avvenuta, secondo loro, nel mio locale, lo scorso 13 luglio: non è assolutamente vero e le telecamere della banca lo posso testimoniare perché hanno ripreso tutto. Oltre al fatto che questo tipo di controlli sono iniziati già molto tempo prima – prosegue la titolare del Meet Bar che rimarrà chiuso, a partire da ieri, per sette giorni -. Gli albanesi armati di coltello e bottiglie che hanno colpito un ragazzo di colore incensurato di certo non hanno preso l’alcol nel mio locale né tantomeno le bottiglie. Credo che non serva un matematico per capire che secondo il calcolo delle probabilità non sono normali 12 controlli in un mese”.
“Carabinieri e poliziotti sono passati in borghese disturbando la mia clientela e chiedendo agli avventori se avessero della droga: è questo un comportamento normale? – si chiede Raponi -. Dicono che do da bere ai minorenni: questo non è assolutamente vero. Nel verbale c’è scritto che sono stata trovata in compagnia di un pluripregiudicato: un’altra cosa falsa che rappresenta una vera e propria diffamazione nei confronti della mia persona. Non ho vizi, sono astemia, non fumo e non mi sono mai fatta una canna a 20 anni figuriamoci a 45.”
“L’unico motivo che riesco a trovare sul perché mi sia accaduto questo è dato dal fatto che, nell’ultimo periodo, alcuni ragazzi di colore, a mio avviso tranquillissimi, hanno iniziato a frequentare il Meet Bar – prosegue la titolare -. Sono persone che non mi hanno mai dato dei problemi ma più che altro io non sono una assistente sociale e non è mia competenza sapere se sono persone pregiudicate o meno. Durante le serate di Musicultura, le forze dell’ordine sono venute per un controllo con i cani antidroga, arrivando fino alla cucina, e non hanno trovato nulla. Visto il clima di intolleranza che regna in città la gente cosa deve pensare se ogni volta ci sono delle pattuglie della Polizia o dei Carabinieri davanti al mio locale?.”
“Credo che la motivazione della chiusura del mio bar sia puramente razziale – conclude Raponi -. Piazza Mazzini è la piazza dello Sferisterio e le persone di colore, secondo qualcuno, vanno escluse e ghettizzate; questo non è solo un mio pensiero ma il pensiero di tanti altri residenti del centro storico di Macerata che hanno espresso la loro solidarietà per ciò che mi è capitato. Alla fine, dopo questa vicenda, sono io stessa a dire che chiudo perché non mi fido più di chi dovrebbe tutelarmi."
L’appena insediatosi Comandante della Polizia Locale di Macerata Danilo Doria, ad appena un mese dal suo arrivo in città, traccia un bilancio delle attività messe in campo dal Corpo che lui stesso dirige. Dagli incidenti stradali alle contestazioni amministrative (non solo per gli automobilisti ma anche per i pedoni) passando per l’abbandono illecito di rifiuti fino ai controlli sinergici con le altre forze dell’ordine.
“Gli incidenti stradali sono l’argomento principale di azione dove bisogna intervenire in maniera costante e in sinergia con le forze di Polizia e con i Carabinieri – ha esordito Doria -. Nel mese di luglio si sono verificati 21 sinistri con 8 feriti; dal primo gennaio si contano 146 incidenti con conseguenti 48 feriti. Sulla Carrareccia, teatro dello schianto dello scorso 24 luglio, e più in generale sulle arterie della città, dobbiamo far aumentare l’attenzione degli automobilisti intensificando le pattuglie. Nello specifico sulla strada che collega Piediripa a Sforzacosta, dove il limite attualmente è di 90km/h, cercheremo di abbassarlo. Interventi specifici devono essere eseguiti anche sulla Strada Regina, troppo spesso luogo di incidenti anche mortali e con tanti ingressi privati. Diminuire quindi la velocità, capire quali sono gli aspetti di maggiore rilevanza che provocano i sinistri e agire di conseguenza. Un lavoro svolto giornalmente anche con il Prefetto di Macerata Iolanda Rolli che ringrazio per la sua costante attenzione. Nella mattinata di oggi sono inoltre iniziati i lavori in via Cincinelli, in località Corneto, dove lo scorso 15 luglio si è verificato un grave investimento. A breve la via sarà provvista di un marciapiede e anche lì penseremo ad abbassare il limite a 40km/h.”
Un’azione di controllo ma soprattutto costruttiva. “Anche nel caso dei parcheggi nei pressi dell’Università e del centro, cercheremo di dare maggiori indicazioni ai cittadini che posteggiano in modo scorretto: in questo senso si alleviano le criticità dei residenti della zona centrale e si cerca di agire sotto l’aspetto della prevenzione” – ha spiegato il Comandante. Poi c’è il telelaser. “È importante che la contestazione sull’elevato limite della velocità sia immediata per cercare di dare un messaggio veloce agli automobilisti” ha commentato Doria.
In questo mese sono arrivate 108 segnalazioni alla viabilità, sono stati controllati 286 veicoli e contestati 137 verbali. Nello specifico 11 per la mancanza di assicurazione sul veicolo, 53 per la mancata revisione (tutto monitorato con le telecamere OCR), 9 per la non presentazione dei documenti agli uffici competenti, 8 per la guida con il cellulare, 47 per l’inottemperanza dell’uso delle cinture di sicurezza e uno per la circolazione su strada di patente di guida rilasciate da Stati esteri. Il tutto per un totale di 330 punti decurtati.
“A maggio è partito poi il progetto del vigile di quartiere che sarà in costante servizio a Piediripa, Sforzacosta, Pace e Villa Potenza; dal primo agosto è stato istituito anche nel centro storico in maniera costante – ha spiegato Doria -. Dal primo gennaio al 31 luglio la Polizia Locale ha eseguito 65 servizi serali, dalle 18:00 alle 24:00 e, in occasione delle notti dell’Opera, che sono andate molto bene e durante le quali abbiamo allestito la prima sala operativa in stazione, si è lavorato fino alle 3:00 di notte."
Non solo Macerata però. “Da gennaio, i servizi della Polizia Locale sono stati svolti anche con altre città della nostra Regione. Siamo stati presenti a Loreto in occasione della visita del Papa, a Camerino sempre per l’arrivo del Pontefice e infine, sabato scorso, a Fermo per il concerto di Jovanotti. Questo perché è importante guardare oltre il nostro territorio e i nostri confini: ben vengano gli accordi. Proprio i colleghi di Fermo saranno qui a Macerata in occasione di San Giuliano. Si opera quindi in maniera precisa e puntuale e non in camera stagna ma in sinergia; in questo modo si risolvono i problemi in maniera immediata.”
Infine c’è il settore relativo all’ambiente. “Da luglio sono stati eseguiti sei interventi per il controllo delle norme edilizie, otto interventi per la rimozione di tettoie in eternit, di alberi con fusto alto e di altro genere, e sono state elevate undici sanzioni per l’abbandono illecito di rifiuti e per quelli riciclati erroneamente. Proprio quest’ultimo rappresenta un punto sul quale ci batteremo costantemente, con controlli dedicati e con una telecamera mobile soprattutto in alcune zone della città, dove gli abbandoni sono molto più frequenti rispetto ad altre zone. Verranno messe in campo anche delle pattuglie specifiche per risolvere questo tipo di situazione.”
Crescono le vacanze nelle località estere e diminuiscono invece i soggiorni nelle zone della nostra Penisola. “I maceratesi hanno decisamente cambiato direzione sulla scelta delle vacanze estive rispetto all’anno scorso: in calo le località di mare italiane, molto probabilmente dato il buon andamento degli anni passati e il conseguente aumento dei prezzi” la fotografia l’ha scattata Alessandro Crucianelli, titolare della C.M. Viaggi in Piazza Nazario Sauro a Macerata, da 40 anni nel settore del turismo.
“La richiesta quest’anno è principalmente per il mare estero: è tornata in voga Sharm el-Sheikh e si è registrato un grande boom della Turchia, sia come località balneare sia culturale – ci spiega Crucianelli -. C’è stato un grande aumento dei tour culturali in generale in tutta Europa: in primis i Balcani e sta riprendendo piede anche la Francia dopo il calo conseguente alla paura scaturita dagli attentati terroristici.”
“Ciò che stupisce è anche la costante richiesta di vacanza a Londra nonostante il possibile aumento dei prezzi che potrebbe scaturire dalla Brexit, cresce anche la Russia e l’America del nord rimane sempre una meta intramontabile – osserva il titolare della C.M. Viaggi -. Nell’ultimo periodo stanno anche prendendo molto piede le località dell’Indocina: con un aumento delle richieste cinque volte maggiore rispetto agli anni passati.”
Dunque i maceratesi preferiscono uscire dai confini nazionali rispetto agli anni scorsi con un calo che si attesta intorno al 15% per quanto riguarda le località del nostro Belpaese. “Una località che ha perso moltissimo è la Sardegna, anche perché i traghetti diretti sull’isola erano, precedentemente, parastatali. Con il taglio dei fondi del Governo i prezzi sono aumentati e le compagnie si sono unite eliminando, di fatto, la concorrenza.”
“C’è stato anche un grande ritorno dei viaggi organizzati – spiega il titolare dell’agenzia viaggi -; i clienti si rendono conto che spendendo meno rispetto al normale riescono anche a fare una bella vacanza senza pensare all’itinerario e a tante altre questioni legate alla programmazione.”
“Sulla spesa media è difficile fare una fotografia che possa rappresentare la tendenza globale: normalmente per una vacanza in una località europea il prezzo si aggira intorno al migliaio di euro – osserva Crucianelli -. Si parte principalmente dal primo al 25 agosto e già dal 26 si registra un sensibile calo. Anche luglio però, quest’anno, è andato molto bene.”
“Partono generalmente tutte le fasce della popolazione, dai giovanissimi alle famiglie. Certamente i ragazzi, in particolare gli under 30, preferiscono organizzare i viaggi per conto proprio ma molto spesso rimangono vittime di truffa e decidono poi di rivolgersi a noi – conclude Crucianelli -. Nell’anno passato si sono registrate 170mila truffe online sulle prenotazioni delle vacanze e, in moltissimi casi, i clienti perdono i soldi senza poi avere un rimborso. Ai giovani dico di stare in guardia e di non accettare ogni cosa pur di uscire di casa: è importante fare molta attenzione per evitare che la vacanza, invece che un momento di divertimento e relax, possa diventare un incubo."
Nella notte appena trascorsa, l’Ufficio Circondariale Marittimo di Civitanova Marche e il personale della Delegazione di Spiaggia di Porto Recanati hanno svolto un’attività coordinata di polizia demaniale marittima tesa alla rimozione di installazioni e materiale presente permanentemente nelle spiagge libere e altre aree non in concessione.
L’operazione di repressione dell’illecito di abusiva occupazione del demanio marittimo ha interessato tutto il litorale nord di giurisdizione, dal porto di Civitanova Marche al fiume Musone, anche al fine di restituire tali spazi alla libera fruizione e disponibilità dei cittadini e turisti, eliminando nel contempo alcune situazioni di potenziale rischio per la pubblica incolumità, di impedimento al servizio diurno di salvamento e di libero transito dei mezzi di soccorso nella fascia all’uopo riservata in prossimità del bagnasciuga.
L’attività è stata svolta dall’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera di Civitanova Marche e della Delegazione di Spiaggia di Porto Recanati, con la collaborazione del Comune di Civitanova Marche e la Protezione Civile di Porto Recanati, che hanno messo a disposizione mezzi di supporto per la rimozione e trasporto a deposito del materiale sequestrato, circa 130 oggetti di vario genere, prevalentemente attrezzature da spiaggia, e lo smantellamento dei vincoli al suolo (fondazioni leggere, catene, etc.) occasionalmente rinvenuti.
17 voti a favore, 3 contrari e 3 astenuti. Ieri sera il Consiglio Comunale di Macerata ha approvato l’avvio della procedura per la variante al piano regolatore per destinare ad attrezzature collettive l’area, attualmente agricola, scelta per la realizzazione del nuovo Ospedale Unico alla Pieve. Presenti alla seduta comunale anche tre consiglieri regionali: Elena Leonardi (Fratelli d’Italia), Romina Pergolesi (Movimento 5 Stelle) e Franco Zaffiri (Lega).
“Per la realizzazione del nuovo Ospedale è stata scelta un’area di 23 ettari più estesa del necessario in vista anche di investimenti futuri. Abbiamo applicato un indice edificatorio più basso per evitare speculazioni edilizie – ha illustrato l’Assessore all’Urbanistica Paola Casoni -. La delibera odierna è composta da tre atti: l’adozione della variante provvisoria che stabilisce i confini del nuovo Ospedale, l’avvio della procedura Vas e la variazione della classificazione acustica. Molta attenzione sarà dedicata al verde e ai parcheggi che verranno destinati agli utenti e ai lavoratori della struttura – ha proseguito la Casoni -. Poi ancora i sistemi di riutilizzo delle acque, il beneficio che arriverà alla frazione di Sforzacosta, il potenziamento della ferrovia, la metropolitana di superficie e l’elisuperficie. Nell’area non ci sono inoltre industrie che possono essere danneggiate e il progetto porterà nuove strutture per l’Area Vasta ma anche per tutta la comunità.”
L’orgoglio dell’Amministrazione Comunale è stato condiviso anche dai consiglieri di maggioranza intervenuti durante l’assise pubblica: Ivano Tacconi (Udc) e Renato Rocchi (Pd). “Una struttura sanitaria moderna e in linea con i bisogni del territorio” ha osservato il consigliere Pd.
Di tutt’altro avviso, nelle file dell’opposizione, la consigliera Anna Menghi. “Rompiamo il buonismo che regna in quest’aula perché il Pd ha fatto scempio della sanità regionale”. Dall’inchiesta che vede coinvolto il direttore regionale dell’Asur, al concorso che ha interessato l’Area Vasta 4 fino alla “possibilità di far lavorare le macchine di pomeriggio e di sera come succede al Nord”: la Menghi non si è risparmiata nel suo intervento attaccando l’Amministrazione Comunale. “Ci vuole credibilità quando si parla di sanità” ha concluso la consigliera di minoranza.
La replica del primo cittadino Romano Carancini non è stata da meno. “Quello della consigliera Menghi è l’intervento di chi vuole fermare e arretrare la Città, di un odiatore della Comunità. La sanità appartiene alle persone e bisogna essere onesti quando se ne parla – ha proseguito il Sindaco -; non racconti (riferito alla Menghi, ndr.) genericamente senza dire nulla. L’Ospedale porterà valore ai cittadini e rappresenterà un cambiamento rivoluzionario per la comunità: un progetto sostenuto da tutti i sindaci maceratesi, dalla Regione e dal Governo.”
Il furto è avvenuto nella notte scorsa alla biglietteria dello Sferisterio di Macerta, in piazza Mazzini. A fare la scoperta sono stati gli operatori del botteghino che questa mattina, intorno alle 9:00, hanno aperto il locale.
Sul posto, la Squadra Mobile della Polizia e gli uomini della Scientifica: le forze dell'ordine si stanno occupando dei rilievi del caso.
"Per problemi tecnici la biglietteria dei teatri rimane temporaneamente chiusa. Ci scusiamo per il disagio". Recita il cartello apposto questa mattina, alle 10:20, sulla porta d'ingresso dei locali di piazza Mazzini. Gli operatori stanno provvedendo ora ad allestire una postazione temporanea.
I ladri sono entrati, molto probabilmente, dal retro dello Sferisterio, in via Pantaleoni. I malviventi, una volta dentro, hanno aperto la cassaforte con un frullino, rubando il denaro contenuto all'interno, e messo a soqquadro parte dell'arredamento per cercare di fare razzia di quanto potevano.
Tanti i clienti che questa mattina, alla ricerca degli ultimi biglietti disponibili per le serate dell'Opera, hanno dovuto rinunciare ad acquistarli.
Ancora da quantificare il bottino.