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"2016-2019, Tre anni dopo". Tolentino, Pezzanesi: "Combattiamo ogni giorno contro un mostro chiamato burocrazia" (FOTO E VIDEO)

"2016-2019, Tre anni dopo". Tolentino, Pezzanesi: "Combattiamo ogni giorno contro un mostro chiamato burocrazia" (FOTO E VIDEO)

Gli sfollati sono 4mila, più o meno gli stessi di tre anni fa: sono rientrate a casa solo 250 persone. Tutti quelli che hanno perso la propria abitazione godono del contributo di autonoma sistemazione e sono tutti collocati in appartamenti a Tolentino o comunque in zone limitrofe. Il problema è che, in seguito al sisma, si è originata una congiuntura di riflesso economico negativa nei confronti della città perché nel momento in cui un cittadino viene costretto da una causa di forza maggiore a emigrare dalla sua residenza, la linfa vitale delle attività diminuisce”. A tre anni di distanza, a tracciare la fotografia di ciò che sta avvenendo nel post-sisma e nella ricostruzione per quanto riguarda il suo comune è il primo cittadino di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, uno dei paesi maggiormente colpiti dal terremoto del 2016, iniziato con la scossa del 24 agosto.

Sulle zone rosse, Pezzanesi parla di una decisione “audace, decisa e coraggiosa. Le abbiamo subito eliminate nei primi 15 giorni, nel momento di più alta decisionalità – spiega -. Essendoci un vuoto normativo specifico, ci siamo mossi subito con l’intento di non traumatizzare il centro storico e i cittadini soprattutto sotto l’aspetto commerciale e dei servizi.”

Sull’autonomia dei sindaci in merito al post terremoto, argomento sul quale Pezzanesi si è sempre battuto, il primo cittadino ha una sua precisa idea. “I comuni sono il più alto esempio di democrazia e credo invece che a livello nazionale la legge non abbia nulla di democratico perché il popolo non sceglie nulla. Poi c’è il fattore dell’onestà, sul quale ognuno deve coltivare il proprio intento.”

Uno dei luoghi dai quali ripartire, per il Sindaco, è senza dubbio il centro storico, "uno dei punti di forza della città. Non abbiamo mai staccato la spina sul cuore di Tolentino – ha spiegato -. Bisogna sapersi sacrificare con i mezzi e gli autoveicoli e, con la mobilità sostenibile, dobbiamo fare in modo che il centro storico diventi il vero salotto della città sotto tutti i punti di vista: vietare quindi il parcheggio in piazza della Libertà che viene definitivamente liberata dalle auto. I commercianti devono cambiare il modo di pensare; non possono credere che si vende solo perché il cliente arriva sotto al negozio in auto. La volontà dell’Amministrazione è quella di spingere la gente a rimanere a Tolentino perché ci sono dei buonissimi locali ed è su questo aspetto che dobbiamo lavorare.”

“A breve partirà anche il restyling di piazza Martiri di Montalto (già iniziato, ndr.): provvederemo a una nuova illuminazione, all’installazione di panchine, al posizionamento di 15 posti auto e di alcune essenze verdi che ripensano in toto l’arredo urbano – ha spiegato Pezzanesi -. Il discorso del centro storico è sempre stato aperto e in progress, mai chiuso. C’è chi vorrebbe tutto e subito e non è mai contento delle cose che vengono fatte. Noi comprendiamo benissimo l’esasperazione ma le amministrazioni non possono lavorare in maniera discontinua; c’è bisogno di un certo controllo delle azioni che vengono messe in campo ed è necessario perseguire dei progetti chiari che abbiano a disposizione dei finanziamenti.”

Poi c’è l’operazione del campus universitario degli istituti superiori, un progetto post-sisma che ridarà agli studenti una loro sede propria. “Un'opera importante che segnerà in meglio la storia dell’istruzione di questa vallata – ha commentato il primo cittadino -. Una struttura che rappresenterà, in termini architettonici, di spazio e di formazione un progetto all’avanguardia che questi ragazzi meritavano dopo i tanti sacrifici che hanno dovuto affrontare in seguito al sisma. Un risultato ottenuto perché tutti hanno fatto la loro parte: dal Comune, alla Provincia fino alla Regione.” Anche nel caso della Bretella che collega Tolentino a San Severino Marche e quindi la vallata del Chienti con quella del Potenza, "credo si debba pensare al progetto come un’idea mentale importante e di insieme – osserva Pezzanesi -. Se ragioniamo per compartimenti stagni e ognuno difende il suo orticello si finisce per fallire perché le periferie hanno la loro importanza come i centri storici ed è importante valorizzare entrambe.”

Sempre in tema di scuole, una delle realtà che ha creato maggiore rumore a Tolentino è la nuova sede della Don Bosco. "Un terreno in cui sono confluite incomprensioni e contestazioni – spiega il sindaco -. La politica, quando non viene fatta in maniera esponenziale sugli atti concreti, crea e agita dei fantasmi che vanno a colpire il pathos della gente. Il nostro principio, dopo il sisma, è uno: quello della sicurezza e su questo non si transige. I cittadini pagano le tasse e le tasse, segno del duro sacrificio di ognuno di loro, devono trasformarsi in servizi, strade, infrastrutture, sanità, assistenza sociale e sicurezza. Dunque le scuole, per essere sicure, devono essere ricostruite ex novo. Una minoranza di carattere politico sta facendo una battaglia dicendo che dobbiamo adeguare quell’edificio: proprio nei giorni scorsi abbiamo eseguito un accertamento sull’indice di vulnerabilità sismica e siamo molto lontani dai parametri richiesti. Questo non soddisfa né me, né l’Amministrazione ma soprattutto non soddisfa le famiglie e i ragazzi.”

“Proprio vicino alla Don Bosco invece c’è un’area, quella delle ex Maestre Pie Venerini, che hanno sempre fatto un insegnamento capillare per i bambini di questa città. Un ordine che ha avuto purtroppo delle difficoltà a causa del sisma ed è proprio lì che sorgerà la nuova scuola con nido, elementari e medie. Un edificio nuovo, sicuro e accattivante che rivaluterà tutto il contesto urbanistico – spiega il sindaco -. Poi un’altra parte la porteremo, se tutto va in porto, vicino al Campus, in zona Pace; perché è giusto che questo istituto abbia un distaccamento e non vada a interessare solo il centro storico. Sarà anche questa una struttura sicura e moderna raggiungibile facilmente dalle zone periferiche della città e vicino alle fabbriche dove tante famiglie lavorano. Questo progetto aumenterà l’offerta e aprirà la mente a strutture nuove e sicure – ha proseguito Pezzanesi -. Se tutto questo è poco, allora io non so cosa altro fare o dire. Credo che i genitori la pensino molto diversamente da chi oggi vuole fare un caso politico di questa questione. Io certamente passo per essere un duro nel mio modo di fare politica, anche se nonostante ciò ho sempre fatto autocritica, ma il PD sulla sanità e sulla questione relativa alle scuole ci ha sempre seguito e ha condiviso le nostre idee e lo stesso dicasi della Regione. La politica deve risolvere le problematiche e creare benessere e si va ai tavoli di confronto per questo; il buongusto di un politico si dimostra quando si sa incassare e quando ci si sa confrontare, soprattutto nel caso in cui il risultato è lo stesso per tutti.”

Infine le SAE. “Ho sin da subito fatto la scelta di non istallarle – spiega Pezzanesi -. Indipendentemente dalla loro qualità, che poi è stato dimostrato quale fosse, c’è un mostro che si chiama burocrazia e che mette i bastoni tra le ruote alle amministrazioni anche se queste vogliono correre. A Tolentino c’erano già delle aree urbanizzare e avevamo già abbattuto delle piante e non avremmo quindi dovuto abbattere ulteriormente le essenze arboree per installare una distesa infinita di Sae, ben 216, deturpando inoltre con una soletta di cemento la vallata del Chienti – precisa Pezzanesi -. Ho pensato quindi che andare a lottizzare delle aree già urbanizzate fosse la scelta più giusta soprattutto perché tra qualche anno, quando sarà tutto ricostruito, noi non avremo il problema dello “smaltimento”. Soprattutto le Sae sono delle strutture che, a partire da gennaio, diventeranno anche comunali e saranno le stesse amministrazioni a occuparsi della manutenzione. A Tolentino ci saranno invece appartamenti, oltre 200, che, quando l’emergenza sarà finita, rappresenteranno un patrimonio importante per risolvere il problema sociale dell’abitazione – prosegue il primo cittadino –. La mia è stata sicuramente una scelta forte e dirompente, condivisa dalla Regione e dalla Protezione Civile che hanno portato avanti questa novità.”

“Ciò che vivo dal giorno dopo il 30 ottobre mi ha amareggiato profondamente perché non è ammissibile aspettare tre mesi per la correzione di una frase. Se il terremoto è una emergenza non può avere un tempo di risposta così lungo – conclude il sindaco -. Tutte queste pile di documenti che sono sul mio tavolo rappresentano le pietre miliari di una storia civile che ci dimostra che, per quanto il nostro voglia essere un paese democratico, non riesce purtroppo a stare al passo con i tempi.”

 

 

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