di Vanessa Carletti

Carboidrati e longevità: ecco che cosa dicono i dati

Carboidrati e longevità: ecco che cosa dicono i dati

Quando si decide di intraprendere una dieta, spesso si tende a eliminare alimenti come pane, pasta, pizza e patate. Tuttavia, la Dieta Mediterranea - riconosciuta a livello internazionale come modello alimentare promotore di longevità, anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) - pone i carboidrati al centro, considerandoli la principale fonte di energia. Ma è davvero possibile vivere a lungo e, se necessario, dimagrire consumando carboidrati? Uno studio pubblicato nel 2018 sulla prestigiosa rivista The Lancet, condotto su oltre 15.000 adulti, ha rilevato che il rischio di mortalità è più basso con un apporto di carboidrati pari al 50-55% delle calorie totali, esattamente quanto previsto dalle linee guida della Dieta Mediterranea. Al contrario, il rischio aumenta sia con un'assunzione troppo bassa (<40%) sia con una troppo elevata (>70%) di carboidrati. Non a caso, nelle cinque Blue Zone - le aree del mondo con la più alta aspettativa di vita - l’apporto di carboidrati si attesta generalmente tra il 50 e il 60%. A Okinawa (Giappone), ad esempio, i carboidrati rappresentano il 58% dell’apporto calorico e provengono soprattutto da alimenti a basso indice glicemico, come le patate dolci, abbinate a verdure e legumi (soprattutto soia). In Ogliastra, Sardegna, la quota di carboidrati arriva fino al 67%, grazie al consumo di grano duro, orzo e patate. A Nicoya (Costa Rica), fagioli e mais sono sempre presenti nei pasti, accompagnati da abbondanti verdure, e a Ikaria (Grecia) i protagonisti sono i legumi, consumati con regolarità. I benefici dei carboidrati, in particolare quelli complessi e ricchi di fibre, sono numerosi e ben documentati dalla letteratura scientifica. Una dieta equilibrata e ricca di carboidrati integrali si associa a una riduzione significativa del rischio di malattie cardiovascolari, grazie alla capacità di migliorare i livelli di colesterolo, di regolare la pressione arteriosa e di ridurre l’infiammazione sistemica. Inoltre, un apporto adeguato di fibre contribuisce a prevenire il diabete di tipo 2, poiché rallenta l’assorbimento degli zuccheri e migliora la sensibilità all’insulina. Anche la salute dell’intestino trae beneficio da un’alimentazione ricca di carboidrati complessi: le fibre, infatti, favoriscono il transito intestinale, nutrono il microbiota e svolgono un’importante funzione prebiotica. Questo si traduce anche in una maggiore efficienza del sistema immunitario, poiché la flora intestinale è strettamente legata alla risposta immunitaria dell’organismo. Infine, i carboidrati ricchi di fibre aumentano il senso di sazietà, aiutando a controllare l’appetito e a gestire meglio il peso corporeo. Attenzione, però: questo non significa che si possa eccedere con pane, pasta o pizza. I carboidrati raccomandati nella Dieta Mediterranea derivano principalmente da cereali integrali, legumi, verdura e frutta. L’approccio mediterraneo privilegia infatti alimenti a basso indice glicemico, ricchi di fibre o accompagnati da porzioni generose di verdure, in grado di attenuare i picchi glicemici post-prandiali. In altre parole, nel piatto dovrebbero prevalere fonti di carboidrati complessi e fibre (almeno 30 grammi al giorno) mentre gli zuccheri semplici vanno limitati. In conclusione, è importante sfatare alcuni falsi miti che ancora oggi circolano intorno ai carboidrati. Non è vero, ad esempio, che debbano essere evitati la sera: ciò che conta è il bilancio energetico complessivo e la qualità degli alimenti consumati, non l’orario. Allo stesso modo, non sono i carboidrati in sé a far ingrassare, ma l’eccesso calorico e la scarsa qualità della dieta. Inseriti nel contesto di un’alimentazione equilibrata e varia, soprattutto se provenienti da fonti integrali, verdure e legumi, i carboidrati rappresentano un alleato prezioso per la salute, il benessere e persino per il controllo del peso corporeo.

12/04/2025 17:10
Abbinamenti intelligenti in cucina: i segreti per una nutrizione ottimale

Abbinamenti intelligenti in cucina: i segreti per una nutrizione ottimale

Adottare un’alimentazione salutare non significa solo scegliere cibi sani nelle giuste quantità, ma anche imparare a combinarli correttamente. Una buona associazione degli alimenti consente infatti di ottimizzare l’assorbimento dei nutrienti e favorire il benessere generale. Abbinare gli ingredienti in modo consapevole è utile non solo per trarne il massimo beneficio nutrizionale, ma anche per migliorare la digeribilità dei pasti. Tra le combinazioni più efficaci troviamo quella tra legumi e cereali. Questi alimenti si completano a vicenda, poiché ciascuno è carente di alcuni aminoacidi essenziali che invece l’altro possiede, fornendo così proteine di elevato valore biologico. Non a caso, fanno parte di molte tradizioni culinarie antiche: rappresentano infatti un’alternativa economica e sostenibile alla carne, contribuendo alla tutela delle risorse naturali. Un altro abbinamento strategico riguarda la vitamina C e il ferro, un minerale fondamentale per l’organismo. Oltre alla carne rossa, il ferro è presente anche in alimenti vegetali come legumi, rucola o timo secco, ma in una forma meno facilmente assorbibile. Per migliorarne l’assimilazione, è utile consumare nello stesso pasto una fonte di vitamina C, come pomodori o peperoni crudi, oppure del succo di limone o di arancia. Al contrario, è bene evitare di accompagnare pasti ricchi di ferro con bevande contenenti tannini, come tè nero, caffè o vino rosso. Queste sostanze ostacolano l’assorbimento del minerale, motivo per cui chi ha un fabbisogno elevato di ferro dovrebbe consumare tali bevande lontano dai pasti. Anche il calcio può essere influenzato da alcune abitudini alimentari. Un’eccessiva assunzione di proteine animali, fosforo, sodio, caffeina o di ossalati (come quelli presenti negli spinaci) può comprometterne l’assorbimento. È quindi importante moderare il consumo di carni, bibite contenenti acido fosforico, alimenti troppo salati e caffè, soprattutto nelle donne in menopausa, il cui fabbisogno di calcio aumenta. Infine, l’aggiunta di olio extravergine di oliva ai piatti non serve solo a migliorarne il gusto. I grassi che contiene sono fondamentali per favorire l’assorbimento di vitamine liposolubili come la vitamina A e di carotenoidi — tra cui il licopene — presenti in ortaggi come carote, pomodori e peperoni rossi. In conclusione, saper combinare correttamente gli alimenti è un aspetto fondamentale di un’alimentazione equilibrata e consapevole. Non si tratta solo di scegliere cibi salutari, ma anche di valorizzarne il potenziale nutrizionale attraverso abbinamenti intelligenti. Piccoli accorgimenti, come unire legumi e cereali, accompagnare fonti vegetali di ferro con vitamina C o aggiungere un filo d’olio extravergine a verdure ricche di carotenoidi, possono fare una grande differenza per la nostra salute. Educarsi a queste buone pratiche alimentari significa prendersi cura del proprio benessere quotidiano in modo semplice, efficace e sostenibile.

05/04/2025 17:29
Addio colazioni "sbagliate": 5 trucchi per un inizio di giornata equilibrato

Addio colazioni "sbagliate": 5 trucchi per un inizio di giornata equilibrato

La colazione è il primo pasto della giornata e ha un ruolo essenziale nel fornire l'energia necessaria per affrontare le attività quotidiane. Un pasto equilibrato al mattino aiuta a migliorare concentrazione, metabolismo e benessere generale. Che sia dolce o salata, è importante scegliere alimenti nutrienti e bilanciati per iniziare al meglio la giornata. Nonostante la sua importanza, spesso viene consumata di fretta o addirittura saltata. Dedicare almeno 15-20 minuti a questo momento non solo favorisce una migliore digestione, ma influisce anche sul benessere mentale. Infatti, una colazione abbondante può ridurre il rischio di depressione, soprattutto nelle persone con problemi cardiovascolari, spesso associati a disturbi dell’umore. Uno degli errori più comuni è fare (troppo spesso) una colazione sbilanciata, ricca di zuccheri semplici ma povera di proteine e grassi buoni. Ad esempio, bere solo un caffè zuccherato accompagnato da un cornetto fornisce un’immediata carica di energia, seguita però da un rapido calo glicemico che causa stanchezza e fame improvvisa. Lo stesso accade con i cereali raffinati, spesso pubblicizzati come salutari ma in realtà poveri di fibre e ricchi di zuccheri, che portano a brusche oscillazioni della glicemia. Anche affidarsi esclusivamente a prodotti confezionati, come merendine industriali e biscotti lavorati, non è l’ideale: contengono spesso grassi di bassa qualità e additivi poco salutari. Bere solo un succo di frutta commerciale, seppur pratico, non è una scelta ottimale, poiché molti contengono zuccheri aggiunti e sono privi delle fibre essenziali della frutta intera, risultando meno sazianti. Per una colazione bilanciata, è fondamentale combinare carboidrati complessi, proteine e grassi sani, senza trascurare l’idratazione. Dopo il digiuno notturno, infatti, è importante reidratarsi con bevande ricche di minerali, vitamine e polifenoli, come tè, tisane, spremute fresche o acqua, evitando zuccheri aggiunti. I carboidrati forniscono l’energia necessaria per affrontare la giornata, ma è preferibile scegliere quelli a lento rilascio, come cereali integrali, pane con farine non raffinate o dolci fatti in casa con ingredienti scelti da noi. La frutta fresca o disidratata e gli estratti di frutta e verdura, invece, apportano zuccheri semplici, vitamine e sali minerali, essenziali per l’organismo. Anche le proteine e i grassi buoni non devono mancare. Latte, yogurt, ricotta, frutta a guscio e derivati della soia rendono il pasto più completo e saziante. Per una colazione salata, si possono scegliere uova, hummus di ceci o olio extravergine d’oliva, riducendo così il consumo di affettati. Infine, anche l’ambiente gioca un ruolo importante: una tavola apparecchiata con cura rende la colazione più invitante, soprattutto per chi fatica a mangiare appena sveglio. Offrire una varietà di alimenti stimola l’appetito e trasforma questo momento in un’occasione piacevole per tutta la famiglia. Prendersi il tempo per una colazione equilibrata è un piccolo gesto che può fare la differenza per il benessere quotidiano.  

29/03/2025 17:18
Fragole e Vitamina C: il segreto per rafforzare le difese immunitarie

Fragole e Vitamina C: il segreto per rafforzare le difese immunitarie

Le fragole non sono solo un frutto delizioso e profumato, ma anche un vero e proprio concentrato di nutrienti benefici per la salute. Ricche di vitamine, antiossidanti e fibre, queste piccole gemme rosse contribuiscono a rafforzare il sistema immunitario e a proteggere il cuore. Grazie al loro basso contenuto calorico e all’elevata percentuale di acqua, le fragole rappresentano una scelta ideale per chi segue un’alimentazione ipocalorica senza rinunciare al gusto. Scopriamo insieme le loro straordinarie proprietà nutrizionali e i benefici che apportano all’organismo. Composte per circa il 90% di acqua, le fragole sono perfette per favorire l’idratazione, soprattutto con l’arrivo dei primi caldi primaverili, e per stimolare la diuresi. Un’altra componente fondamentale di questo frutto è la fibra, essenziale per la salute intestinale. Le fibre, infatti, supportano il transito intestinale e nutrono il microbiota, influenzando positivamente diversi processi metabolici. Se pensiamo che con la fine della stagione delle arance potremmo essere carenti di vitamina C, è importante sapere che una porzione di fragole (circa 10 frutti) è sufficiente a coprire il fabbisogno giornaliero di questa vitamina! Inoltre, consumarle a fine pasto, soprattutto in presenza di alimenti ricchi di ferro, come i legumi, ne migliora l’assorbimento da parte dell’organismo. Uno dei principali protagonisti delle fragole sono gli antociani, una classe di polifenoli responsabile della loro vivace colorazione rossa. Queste molecole antiossidanti svolgono un ruolo chiave nella protezione contro l’invecchiamento cellulare e nel contrasto di malattie neurodegenerative e cardiovascolari. Numerosi studi hanno indagato l’effetto delle fragole sul profilo lipidico, dimostrando che il consumo di circa due porzioni al giorno di fragole o altri frutti rossi può migliorare i livelli di colesterolo nel sangue già dopo quattro settimane. Infine, le fragole potrebbero rivelarsi un’arma in più nella prevenzione del tumore al seno. Studi di laboratorio, che necessitano ulteriori conferme, hanno evidenziato come la fisetina, un flavonoide presente in questo frutto, sia in grado di inibire significativamente la crescita delle cellule tumorali. Grazie alla loro versatilità e ai numerosi benefici per la salute, le fragole sono un alimento prezioso da includere nella dieta quotidiana. Le fragole, quindi, non sono solo un piacere per il palato, ma anche un vero alleato per la salute. Approfittiamo della loro stagionalità per gustarle fresche e beneficiare delle loro straordinarie proprietà.

22/03/2025 16:40
Oltre 3 milioni di italiani con disturbi alimentari, età d'esordio sempre più bassa: Giornata del Fiocchetto lilla

Oltre 3 milioni di italiani con disturbi alimentari, età d'esordio sempre più bassa: Giornata del Fiocchetto lilla

Ogni anno, il 15 marzo, si celebra la Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, un’occasione dedicata alla sensibilizzazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). Questa giornata nasce con l’obiettivo di diffondere una maggiore consapevolezza su patologie come anoressia nervosa, bulimia nervosa, binge eating disorder e altre forme di disagio legate all’alimentazione, promuovendo al contempo la prevenzione e l’informazione. I disturbi dell’alimentazione e della nutrizione si manifestano attraverso un rapporto disfunzionale con il cibo, un'alterata percezione del proprio corpo e una costante preoccupazione per il peso e l’aspetto fisico. Le conseguenze possono essere molto serie, con impatti sulla salute che spaziano dai problemi gastrointestinali e cardiovascolari fino a gravi squilibri endocrini. Nei casi più estremi, purtroppo, possono portare anche alla morte. Questi disturbi sono una realtà che coinvolge oltre 55 milioni di persone nel mondo, di cui circa 3 milioni solo in Italia. Sebbene siano più comuni tra gli adolescenti (in particolar modo nelle ragazze), negli ultimi anni l’età di insorgenza si è abbassata drasticamente: se un tempo si manifestavano tra i 14 e i 16 anni, oggi si riscontrano già tra gli 11 e i 13 anni. La pandemia ha avuto un ruolo significativo nell’accentuare questa tendenza, contribuendo all’aumento dei casi e all’abbassamento dell’età di esordio. Chi soffre di DCA sviluppa comportamenti dannosi che compromettono seriamente la qualità della vita. Alcuni esempi includono diete estremamente rigide, la paura di determinati alimenti, abbuffate segrete seguite da episodi di vomito autoindotto, il conteggio ossessivo delle calorie, l’esercizio fisico eccessivo per "bruciare" ogni caloria ingerita, l’uso di lassativi o diuretici e il controllo costante del proprio peso o della propria immagine corporea. Tuttavia, i DCA non riguardano solo il cibo: chi ne soffre tende ad avere un'immagine distorta di sé stesso, accompagnata da pensieri svalutanti e un’autocritica incessante che va ben oltre l’alimentazione. Per affrontare questi disturbi è necessario un approccio multidisciplinare, che coinvolge il supporto medico, psicologico e nutrizionale. Il trattamento può includere cure specifiche per eventuali problemi di salute fisica, percorsi di terapia cognitivo-comportamentale o familiare, oltre a un supporto nutrizionale che aiuti a ristabilire un rapporto equilibrato con il cibo. La Giornata del Fiocchetto Lilla è un'opportunità per superare pregiudizi e stereotipi, ricordando che i DCA possono colpire chiunque, indipendentemente da età, genere o background culturale. Celebrare questa giornata significa sostenere chi sta affrontando il percorso di guarigione, offrendo ascolto, comprensione e vicinanza. È un momento per educare, sensibilizzare e diffondere un messaggio di speranza, ricordando quanto sia fondamentale prendersi cura della propria salute mentale.

15/03/2025 15:35
Alimentazione e benessere femminile: come nutrirsi in ogni fase della vita

Alimentazione e benessere femminile: come nutrirsi in ogni fase della vita

L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della Donna, un’occasione non solo per ricordare le conquiste sociali, economiche e politiche del genere femminile, ma anche per riflettere sull’importanza della salute e del benessere. Tra i pilastri fondamentali di uno stile di vita sano, l’alimentazione gioca un ruolo essenziale nel supportare le esigenze del corpo femminile nelle diverse fasi della vita. Dall’adolescenza alla gravidanza, fino alla menopausa, ogni fase richiede attenzioni nutrizionali specifiche. Le pubblicazioni scientifiche evidenziano sempre più le differenze tra uomo e donna, in particolare per quanto riguarda i fabbisogni alimentari. Il corpo femminile attraversa numerosi cambiamenti nel corso della vita e adattare l’alimentazione a queste trasformazioni può favorire energia, benessere e contribuire alla prevenzione di alcune patologie. Se nei primi anni di vita le esigenze nutrizionali di bambine e bambini sono simili, le differenze emergono già con l’adolescenza. Con l’arrivo del ciclo mestruale, ad esempio, il fabbisogno di ferro aumenta. Questo minerale essenziale si trova non solo nella carne rossa, ma anche in alimenti di consumo più frequente, come frutta a guscio, legumi e verdure a foglia verde. Per migliorarne l’assorbimento, è utile abbinarlo a una fonte di vitamina C, presente negli agrumi, nel peperoncino fresco (da aggiungere a crudo a fine cottura) o in frutti come kiwi, arance e frutti di bosco. Un altro nutriente fondamentale per la salute femminile è il calcio. Poiché il rischio di osteoporosi aumenta dopo la menopausa, è importante costruire una buona riserva sin dall’infanzia, consumando regolarmente yogurt, latticini, ma anche legumi, spinaci, semi e frutta secca. Per la salute delle ossa, inoltre, non può mancare un adeguato apporto di vitamina D, che si assume in piccola parte con la dieta (presente soprattutto nel pesce azzurro, nel latte intero e nel tuorlo d’uovo) e si sintetizza principalmente grazie all’esposizione al sole. Anche la fertilità e la gravidanza sono fortemente influenzate dall’alimentazione. Già a partire dal periodo pre-concezionale, una dieta equilibrata aiuta a portare avanti la gravidanza nelle migliori condizioni, riducendo il rischio di parto pretermine e diabete gestazionale, con benefici anche per il nascituro. Mantenere un peso adeguato è fondamentale per la fertilità, poiché sia l’eccesso che la carenza di peso possono comprometterla. Inoltre, alcuni nutrienti svolgono un ruolo chiave, come l’acido folico, essenziale per la crescita e la riproduzione cellulare, in particolare per la formazione del sistema nervoso centrale nell’embrione e nel feto. Infine, durante la menopausa, è comune un aumento di peso accompagnato da una diversa distribuzione del grasso corporeo, che tende ad accumularsi soprattutto a livello addominale. Per mantenere un peso equilibrato, oltre a uno stile di vita attivo, potrebbe essere utile ridurre leggermente l’apporto calorico quotidiano, senza però sacrificare la qualità e la varietà della dieta. Il principio guida deve essere la moderazione nella scelta e nelle quantità degli alimenti, favorendo quelli ricchi di fibre, come cereali integrali, frutta e verdura, e prediligendo grassi insaturi, come l’olio extravergine d’oliva, limitando invece il consumo di grassi saturi e cibi eccessivamente salati. Adottare un’alimentazione equilibrata e consapevole è fondamentale per supportare il benessere femminile in ogni fase della vita. Prendersi cura della propria alimentazione non significa solo prevenire patologie, ma anche valorizzare il proprio benessere, celebrando ogni giorno la propria salute con scelte alimentari sane e bilanciate.

08/03/2025 16:45
I picchi glicemici sono una reale minaccia? Da cosa dipendono e come gestirli

I picchi glicemici sono una reale minaccia? Da cosa dipendono e come gestirli

Negli ultimi tempi si è parlato sempre più spesso di picchi glicemici e delle strategie per evitarli. Ma è davvero così importante preoccuparsene?  Il picco glicemico rappresenta il massimo livello di glucosio nel sangue dopo un pasto. Si verifica in risposta alla digestione e all’assorbimento dei macronutrienti energetici presenti negli alimenti, non solo zuccheri e amidi. Dopo l’assunzione di cibo, l’organismo risponde producendo insulina, un ormone che facilita l’immagazzinamento del glucosio nei tessuti, come il tessuto muscolare, riportando così la glicemia a livelli normali.  Questo processo di aumento e successiva riduzione della glicemia è del tutto fisiologico. Eppure, c’è chi lo teme al punto da strutturare la propria dieta cercando di evitarlo a ogni costo, un obiettivo che, peraltro, è quasi impossibile da raggiungere.  Il motivo per cui si discute così spesso dei picchi glicemici risiede nei loro possibili effetti negativi quando si verificano in maniera frequente e brusca, specialmente in associazione a una dieta sbilanciata e a uno stile di vita sedentario.  Un'eccessiva produzione di insulina nel tempo può portare a resistenza insulinica, una condizione in cui le cellule diventano meno sensibili all'azione dell'insulina, aumentando così il rischio di diabete di tipo 2. Inoltre, l'insulina favorisce l’accumulo di grasso, quindi picchi glicemici ricorrenti possono contribuire all’aumento di peso e all’obesità.  C’è poi un altro effetto da considerare. Dopo un picco glicemico, la glicemia può scendere rapidamente, causando fame improvvisa e inducendo a mangiare più spesso, con una predilezione per cibi dolci e raffinati. Questo può creare un circolo vizioso che porta a un consumo eccessivo di zuccheri e calorie.  Il picco glicemico in sé non è un problema e non rappresenta una condizione patologica, né va evitato a tutti i costi. Piuttosto, è importante monitorare situazioni specifiche, come l’iperglicemia a digiuno o livelli glicemici elevati per tempi prolungati dopo i pasti, una condizione nota come pre-diabete. Anche una produzione insufficiente di insulina o una sua iperproduzione inefficace, ovvero la resistenza insulinica, può essere un segnale da non sottovalutare. Inoltre, quando alcune proteine del sangue vanno incontro a glicazione, possono favorire l’invecchiamento cellulare e complicanze metaboliche.  Non è necessario ossessionarsi con il controllo dei picchi glicemici. La chiave per mantenere una glicemia stabile e un metabolismo sano è adottare uno stile di vita attivo e una dieta equilibrata, con un’adeguata presenza di carboidrati complessi e ricchi di fibre, come cereali integrali, legumi e verdure, e un corretto apporto di proteine e grassi sani, che rallentano l’assorbimento degli zuccheri nel sangue. Un’alimentazione varia e bilanciata, evitando eccessi di zuccheri raffinati e cibi ultraprocessati, permette di ridurre i rischi metabolici senza inutili restrizioni.  E se ogni tanto ci concediamo una fetta di torta? Nessun problema. I picchi glicemici occasionali non sono una minaccia per la salute.

01/03/2025 15:58
Diabete di tipo 2, lo zucchero non è l'unico colpevole: miti da sfatare e abitudini da preferire

Diabete di tipo 2, lo zucchero non è l'unico colpevole: miti da sfatare e abitudini da preferire

Il diabete di tipo 2 è una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati di zucchero nel sangue, causati da una combinazione di insulino-resistenza (condizione in cui le cellule non rispondono bene all'insulina) e una ridotta produzione di insulina. Il numero di casi è in costante aumento a livello globale, rappresentando una sfida sempre più grande per la salute pubblica. Nonostante i numerosi studi, però, ci sono ancora molti falsi miti sul diabete. Ad esempio, si crede che colpisca solo chi è in sovrappeso, quando in realtà può svilupparsi anche in persone normopeso con una predisposizione genetica o abitudini poco salutari. Un altro errore comune è pensare che sia causato esclusivamente dal consumo eccessivo di dolci, quando in realtà i fattori in gioco sono molti di più. Le cause del diabete di tipo 2, infatti, sono multifattoriali, comprendendo sia fattori genetici che fattori ambientali modificabili (tra cui il fumo, la sedentarietà, una dieta non equilibrata). Proprio la dieta riveste un ruolo fondamentale, sia per la prevenzione che per la gestione di questa patologia. Al contrario di quello che si pensa, i carboidrati non vanno eliminati, ma devono essere bilanciati scegliendo fonti come cereali integrali. Ma gli zuccheri, come anticipato, non sono i soli protagonisti. Recenti ricerche hanno approfondito il legame tra il consumo di carne rossa e il rischio di sviluppare diabete di tipo 2. Uno studio del 2024 pubblicato su The Lancet ha analizzato dati internazionali e ha rilevato che mangiare troppa carne rossa è associato a un rischio maggiore di questa patologia. Secondo lo studio, il consumo regolare di 50 grammi di carne lavorata al giorno (una porzione di salumi e affettati, pari a 3 o 4 fette medie di prosciutto) si associa un aumento del 15% del rischio di sviluppare diabete di tipo 2 nei 10 anni successivi. Mangiare 100 grammi di carne rossa al giorno (paria a una piccola bistecca, ovvero una porzione da linee guida), invece, è associato a un aumento del 10% di tale rischio. Questo potrebbe dipendere dalla presenza di grassi saturi e composti pro-infiammatori, che contribuiscono all’insulino-resistenza e all’infiammazione sistemica, condizioni alla base per lo sviluppo di diabete. Un altro studio, pubblicato sulla medesima rivista, ha esaminato anche l'impatto ambientale di una dieta ricca di carne rossa. Ridurne il consumo, oltre a portare benefici per la salute, potrebbe avere un effetto positivo sulla sostenibilità ambientale. Infatti, un'alimentazione più equilibrata, basata su un maggiore consumo di alimenti vegetali, potrebbe ridurre sia il rischio di diabete che l’impatto sull’ambiente. Queste ricerche confermano ancora una volta l’importanza di un’alimentazione consapevole: limitare la carne rossa e aumentare il consumo di alimenti vegetali può fare bene sia al nostro corpo che al pianeta.  

22/02/2025 15:00
Amare il proprio cuore: come proteggerlo con la giusta alimentazione

Amare il proprio cuore: come proteggerlo con la giusta alimentazione

Anche se passata, la festa di San Valentino è l'occasione perfetta per celebrare l'amore in tutte le sue forme, ma spesso dimentichiamo di dedicare un po' di attenzione al nostro cuore, non solo in senso metaforico ma anche fisico. Il cuore è il motore del nostro corpo, e mantenerlo in salute è fondamentale per una vita lunga e piena di energia. Stili di vita adeguati, con abitudini sane a tavola e movimento regolare possono contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari e facilitare la ripresa in chi si è ammalato. Dopotutto, prendersi cura del proprio benessere e di quello delle persone che amiamo è uno dei gesti d’amore più autentici. Età, sesso maschile e familiarità sono solo una parte di fattori (quella non modificabile) che possono influenzare l’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Spesso però, il cuore che fa le bizze è anche una responsabilità personale.  Il benessere del muscolo più importante del nostro corpo può essere preservato anche grazie all’alimentazione, ma non esiste una dieta ad hoc, esistono invece delle buone regole alimentari, da mettere in pratica con regolarità e costanza. In caso di sovrappeso o obesità, è fondamentale rivolgersi al medico o a un nutrizionista per impostare una dieta ipocalorica personalizzata. Un'attenzione particolare va riservata al consumo di sale: limitarsi a 3-5 grammi al giorno e ridurre l’uso di sale aggiunto nelle pietanze. È essenziale anche considerare il sodio nascosto negli alimenti industriali: pane e prodotti da forno sono fonti significative di sale. Allo stesso modo, è meglio evitare insaccati e carni lavorate, alimenti conservati sotto sale o sott’olio, cibi precotti, prodotti preconfezionati e salse come la maionese. Per quanto riguarda le bevande, è consigliabile abolire o ridurre al minimo quelle zuccherate, gli alcolici e i superalcolici. In cucina, invece, è preferibile scegliere condimenti semplici, come sughi di pomodoro o alle verdure. Le modalità di cottura giocano un ruolo importante: privilegiare cotture al vapore, ai ferri o al cartoccio per carni e pesci, e al forno, al vapore o lesso per le verdure; le fritture e le grigliate andrebbero evitate. Infine, per chi segue una terapia con anticoagulanti, è opportuno fare attenzione agli alimenti ricchi di vitamina K – come broccoli, cavoli, spinaci, verza, soia e tè verde – poiché questa vitamina può interferire con i farmaci. In ogni caso, prima di escludere o ridurre determinati alimenti, è indispensabile consultare il medico curante per evitare squilibri nutrizionali. Cosa preferire, invece? È importante privilegiare le carni bianche, come pollo, tacchino e coniglio, e aumentare il consumo di pesce a 3-4 volte alla settimana, dando la priorità al pesce azzurro ricco di acidi grassi Omega-3. Per quanto riguarda i grassi, meglio scegliere quelli di origine vegetale, come l’olio extravergine di oliva. Non bisogna poi dimenticare di consumare ogni giorno le famose 5 porzioni di frutta e verdura, variando i colori per garantire un apporto completo di vitamine e antiossidanti. Accanto alle regole di buona alimentazione, non vanno trascurate l’attività fisica regolare e l’astensione dal fumo. Ogni piccola scelta quotidiana può fare una grande differenza per il nostro benessere a lungo termine.

15/02/2025 17:00
Dopo i 50 anni, cambiamenti del corpo e come mantenere la salute e il benessere

Dopo i 50 anni, cambiamenti del corpo e come mantenere la salute e il benessere

Con il passare del tempo, il nostro organismo subisce inevitabili trasformazioni, inviandoci segnali che è essenziale riconoscere per adottare le giuste strategie, preservare la salute il più a lungo possibile e invecchiare in modo attivo. L’invecchiamento è un processo naturale, ma al tempo stesso estremamente complesso dal punto di vista biologico. Nel corso della vita, il corpo e la mente attraversano numerosi cambiamenti. Dopo i 50 anni, sia la statura sia il peso tendono a diminuire progressivamente. Con l’avanzare dell’età, si osservano inoltre un aumento della massa grassa, soprattutto a livello addominale, una riduzione della massa muscolare, una demineralizzazione delle ossa e una diminuzione della quantità di acqua corporea. Questi cambiamenti, nel loro insieme, possono compromettere la forma fisica e lo stato di salute generale. In questo contesto, l’alimentazione e lo stile di vita svolgono un ruolo cruciale nel modulare la salute e il benessere. Tuttavia, con l’età si tende a prestare meno attenzione alle proprie abitudini alimentari: la ridotta mobilità può rendere più difficile fare la spesa e cucinare, mentre problemi dentali possono ostacolare la masticazione e la deglutizione. Nonostante queste difficoltà, è fondamentale continuare a seguire una dieta equilibrata per mantenersi in salute. Una dieta varia e bilanciata è il pilastro dell’alimentazione anche in età avanzata. I pasti principali dovrebbero sempre includere cereali sotto forma di pasta, riso e pane, preferibilmente integrali. Nonostante con l’avanzare dell’età si registri spesso un progressivo calo dell’appetito, è fondamentale che la persona anziana assuma ogni giorno due porzioni di alimenti del gruppo "carne, pesce e uova". Occorre invece limitare il consumo di carne rossa e insaccati e privilegiare pesce, fonte naturale di omega-3, carni bianche e uova. In alcuni casi, i legumi possono sostituire un secondo piatto a base di carne o pesce, oppure costituire un piatto unico insieme ai cereali. Mantenere un adeguato apporto di proteine è infatti essenziale per preservare la salute dei muscoli e prevenire l’insorgenza della sarcopenia. Infine, frutta e verdura non dovrebbero mai mancare! Sono ideali per completare i pasti e apportare vitamine e sali minerali, specialmente se si scelgono prodotti di stagione. Un’attenzione particolare va posta anche all’idratazione: è importante bere almeno 1,5 litri di acqua al giorno. Con l’età, infatti, la percezione della sete si riduce, mentre aumentano le perdite di liquidi dovute alla minore efficienza renale. Inoltre, una dieta meno abbondante può comportare un apporto idrico insufficiente. Per questo, oltre all’acqua, si possono integrare liquidi attraverso brodi, passati di verdura, tè e tisane non zuccherate. Infine, una regolare attività motoria, anche di lieve o moderata intensità, è in grado di migliorare il tono muscolare e la capacità di movimento. Meglio ancora se praticata all’aperto, per favorire la sintesi della vitamina D grazie all’esposizione ai raggi solari. Questa vitamina, spesso carente negli anziani, è fondamentale per il corretto metabolismo delle ossa e per prevenire l’osteoporosi. Seguire un’alimentazione sana e mantenere uno stile di vita attivo sono passi fondamentali per affrontare l’invecchiamento nel migliore dei modi, conservando energia, vitalità e benessere psicofisico.  

08/02/2025 16:10
Omega-3, vitamina C, beta-carotene: ecco gli alleati indispensabili per una pelle sana

Omega-3, vitamina C, beta-carotene: ecco gli alleati indispensabili per una pelle sana

La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo e svolge un ruolo fondamentale nella nostra salute. Oltre a costituire una barriera protettiva contro agenti patogeni come virus e batteri, contribuisce a mantenere l’equilibrio idrico, a regolare la temperatura corporea e a interagire con l’ambiente circostante attraverso la percezione tattile. Spesso si tende a evidenziare solo i fattori che compromettono l’aspetto e il benessere della pelle, come l’età, l’esposizione ai raggi UV, il fumo, il consumo di alcol, la mancanza di riposo e lo stress. Si parla meno, invece, dell’importanza dell’alimentazione e del suo impatto diretto sulla salute cutanea. La pelle è un tessuto a elevato potenziale proliferativo e necessita di un apporto costante di nutrienti. La regola fondamentale è l’equilibrio. Diete troppo restrittive o eccessivamente caloriche, così come l’abuso di cibi industrialmente raffinati ricchi di grassi nocivi e di zuccheri semplici, possono compromettere la rigenerazione cellulare e alterare il film idrolipidico protettivo, con conseguenze negative sull’aspetto e sulla salute della pelle. Alcuni alimenti, invece, possono diventare veri alleati di questo organo. Tra questi, i cibi ricchi di omega-3, come il salmone, il pesce azzurro (alici, acciughe, sgombro), le noci e i semi di lino, favoriscono l’elasticità cutanea e contrastano l’infiammazione. Per ottenere benefici concreti, il pesce dovrebbe essere consumato almeno tre volte a settimana! Anche i frutti rossi, come mirtilli, lamponi, ribes, more, e fragole, svolgono un ruolo importante nel contrastare l’invecchiamento precoce. Grazie al loro elevato contenuto di polifenoli, proteggono i piccoli vasi sanguigni e i capillari, migliorano la circolazione e favoriscono l’eliminazione dei liquidi in eccesso. Un altro elemento essenziale per la pelle è la vitamina C, presente in abbondanza negli agrumi, nel kiwi, nelle fragole, nei peperoni, nei pomodori e nelle verdure a foglia verde come spinaci, broccoli, cavoli, carciofi, basilico e asparagi. Questa vitamina stimola la formazione della barriera epidermica e del collagene, protegge le cellule dallo stress ossidativo, rallenta il processo di invecchiamento e contribuisce alla riparazione dei danni causati dai raggi UV e da altri fattori ambientali. Oltre alla vitamina C, non può mancare il beta-carotene, un potente antiossidante che aiuta a proteggere la pelle dai danni causati dai radicali liberi e dall’esposizione ai raggi UV, riducendo il rischio di invecchiamento precoce. Inoltre, il corpo lo converte in vitamina A, essenziale per la rigenerazione cellulare e il mantenimento di una pelle sana, elastica e luminosa, nonché un’abbronzatura naturale e uniforme. È presente in alimenti come carote, zucca, albicocche, patate dolci e verdure a foglia verde. Infine, l’acqua è l’elemento essenziale per mantenere la pelle idratata e in salute. Bere circa due litri di acqua al giorno aiuta a mantenere l’elasticità della pelle e a rallentare la comparsa di rughe e segni dell’invecchiamento. La disidratazione, infatti, porta a una perdita di tonicità e a una riduzione della produzione di collagene. Il primo passo per migliorare la salute della pelle è quindi aumentare l’assunzione di acqua e, contemporaneamente, ridurre il consumo di sale, che favorisce la ritenzione idrica. Un’ottima alternativa è sostituirlo con erbe aromatiche, che esaltano il sapore dei piatti senza compromettere l’equilibrio idrico dell’organismo.

01/02/2025 15:55
Nutrizione personalizzata: la fine dell'approccio “una dieta valida per tutti”

Nutrizione personalizzata: la fine dell'approccio “una dieta valida per tutti”

La nutrizione personalizzata è emersa come una nuova tendenza nel fornire consigli nutrizionali e alimentari basati sulla singolarità dell'individuo. Questo approccio mira non solo a personalizzare le raccomandazioni giornaliere di nutrienti e alimenti funzionali di cui una persona potrebbe avere bisogno, ma anche a mantenere una dieta sostenibile per noi e per l’ambiente. Ma come spiegare il concetto di nutrizione personalizzata in semplici parole? Possiamo definire la dieta personalizzata come un vestito cucito su misura, pensato per adattarsi perfettamente a chi lo indossa. Ogni individuo è unico e, per questo, ha bisogno di un’alimentazione che rispecchi le sue caratteristiche personali e il suo stile di vita. Sebbene il nostro corpo condivida gli stessi meccanismi di base, ogni persona presenta differenze significative a livello metabolico, determinate da fattori come il peso corporeo, l’età, il sesso e le abitudini quotidiane. A questi si aggiungono aspetti più specifici e profondi, come le preferenze alimentari, le esigenze nutrizionali, la composizione del microbiota intestinale – una sorta di impronta digitale esclusiva del nostro intestino – e la predisposizione a determinate malattie o condizioni di salute. La nutrizione personalizzata si basa proprio su questa complessità individuale. Non si tratta di seguire schemi rigidi o soluzioni preconfezionate, ma di considerare ogni dettaglio che ci rende diversi, al fine di creare un piano alimentare su misura che si adatti a noi, anziché costringerci ad adattarci noi ad esso. Seguire una dieta personalizzata non è solo una questione di perdere peso o mantenere il peso forma ideale. È anche uno strumento potente per prevenire o gestire problemi di salute come il diabete, la sindrome dell’intestino irritabile e altre condizioni croniche. Una dieta ben strutturata può contribuire a migliorare il benessere generale, favorendo energia, vitalità e una migliore qualità di vita. Un aspetto fondamentale della nutrizione personalizzata è la flessibilità. Si costruiscono piani alimentari che si integrano nella routine quotidiana e rispondono alle esigenze specifiche della persona, mantenendo al tempo stesso l’equilibrio generale dell’alimentazione. Anche in situazioni in cui è necessario adottare diete più restrittive – come accade nel caso della dieta chetogenica o in presenza di intolleranze alimentari – è essenziale che il regime alimentare sia sostenibile. Non si dovrebbe mai percepire la dieta come una privazione, ma piuttosto come un percorso di scoperta verso un modo di nutrirsi piacevole e soddisfacente. L’obiettivo di una dieta personalizzata è, infatti, quello di garantire il benessere a lungo termine. Questo significa creare un rapporto sano e sereno con il cibo, evitando lo stress delle diete yo-yo o la sensazione di sacrificio che spesso accompagna le diete standardizzate. In questo modo, la persona può raggiungere risultati duraturi, coltivando al contempo abitudini alimentari che supportano uno stile di vita sano e felice.

18/01/2025 16:48
Dopo le feste: come rimettersi in forma senza cedere a diete estreme

Dopo le feste: come rimettersi in forma senza cedere a diete estreme

Durante il periodo natalizio, social media, televisione e giornali si concentrano spesso sulla condivisione di ricette per le festività, celebrando i momenti conviviali attorno alla tavola. Tuttavia, subito dopo, l’attenzione si sposta drasticamente su consigli per "rimettersi in forma", spesso puntando il dito verso gli "eccessi" commessi, e associando i pasti celebrativi a concetti negativi come “sgarri” o “abbuffate”. Questa narrazione rischia di alimentare sensi di colpa e rimorsi, spingendo molte persone a cercare rimedi miracolosi o “detox” per riparare ai presunti errori. È importante fare chiarezza: il nostro corpo è una macchina straordinariamente efficiente. Grazie all’azione degli organi emuntori – fegato, reni, intestino e anche pelle – è perfettamente in grado di eliminare metaboliti di scarto e sostanze nocive in completa autonomia. Non servono protocolli estremi o restrizioni eccessive per “purificarlo”. Adottare diete drastiche o non sostenibili non solo non velocizza i processi naturali del nostro organismo, ma può anche compromettere il nostro equilibrio fisico e mentale. Anziché concentrarci su cosa eliminare dalla nostra alimentazione, possiamo riflettere su cosa possiamo aggiungere per supportare il nostro benessere. Se durante le feste abbiamo messo da parte alimenti ricchi di fibre, vitamine e minerali come verdure, frutta, cereali integrali, legumi e acqua, questo è il momento ideale per reintrodurli con gradualità e consapevolezza nella nostra dieta. Questi alimenti non solo favoriscono il corretto funzionamento del nostro organismo, ma contribuiscono a ristabilire un rapporto equilibrato con il cibo. Ascoltiamo il nostro corpo: ha una straordinaria capacità di comunicarci ciò di cui ha bisogno. La chiave sta nel ritrovare un’alimentazione varia, bilanciata e gratificante, senza lasciarci condizionare da sensi di colpa o da messaggi allarmistici. Le festività sono momenti di condivisione e gioia, e non dovrebbero mai essere ridotte a un’occasione per giudicare noi stessi o il nostro stile di vita.   E se abbiamo iniziato il nuovo anno con buoni propositi, come adottare uno stile di vita più sano, affidiamoci a professionisti qualificati che possano guidarci con competenza e personalizzazione. Abbandoniamo il fai da te e scegliamo un approccio consapevole, basato su consigli scientifici e strategie sostenibili, per costruire abitudini che ci accompagnino nel tempo.  

11/01/2025 17:00
"Natale senza stress e sensi di colpa": suggerimenti su come godersi al meglio una tavola festiva

"Natale senza stress e sensi di colpa": suggerimenti su come godersi al meglio una tavola festiva

Le festività natalizie rappresentano un momento speciale, ricco di gioia e condivisione, da trascorrere con la famiglia e le persone care. E quale modo migliore di celebrare, se non condividendo buon cibo? Tuttavia, nonostante siano brevi, le feste possono avere un impatto significativo. Ecco alcuni consigli su cosa evitare e cosa valorizzare a tavola durante questo periodo. Allontana osservazioni sulla quantità di cibo, sulle restrizioni alimentari o sul peso. Frasi come: "Mamma mia quanto stiamo mangiando! Da domani dieta ferrea!", "Tanto questa sera non cenerò!", o "Hai preso/perduto peso? Stai meglio!" rischiano di creare tensione e compromettere l’armonia del momento. Una tavola serena giova a tutti! Evita di cedere a pensieri di colpa che portano a riduzioni o compensazioni eccessive. Questi atteggiamenti possono innescare un circolo vizioso, allontanandoti dai reali bisogni del tuo corpo e lasciandoti con un senso di frustrazione e tristezza. Cosa, invece, offrire? Convivialità e tradizione: sono l’essenza delle feste e la base della piramide alimentare. Proponi ricette di vario tipo, dalle più elaborate alle più semplici, per offrire una scelta varia e inclusiva. Fai attenzione, però, alla quantità: ogni anno, durante le festività natalizie, si sprecano circa 500 mila tonnellate di cibo nelle case italiane! Concediti una pausa dai numeri e dal controllo. Un pasto più ricco non comprometterà i progressi fatti durante l’anno! Non c’è bisogno di diete drastiche o digiuni, ma nemmeno di eccessi: goditi i pasti natalizi con equilibrio, sentendoti sazio ma senza abbuffarti o sgranocchiare dolci per tutto il giorno. E se il menù prevede molte portate, inizia con piccole porzioni: questo ti permetterà di assaggiare tutto senza sentirti appesantito. E ricorda: puoi sempre fare il bis, se lo desideri. E soprattutto: non pesarti il giorno dopo un pasto abbondante!Eventuali variazioni sulla bilancia saranno legate ai liquidi o alla digestione, non al grasso corporeo. Evita di farti condizionare da numeri temporanei che potrebbero influire negativamente sul tuo umore. Se segui un’alimentazione sana ed equilibrata durante l’anno, puoi concederti senza problemi qualche sfizio durante le feste. Il Natale è un momento di festa, quindi goditi ogni attimo senza rammarichi o paura di ingrassare!

14/12/2024 15:10
Broccoli, cavoli e cavolfiori: il potere anticancro delle "crucifere" che dovremmo mangiare di più

Broccoli, cavoli e cavolfiori: il potere anticancro delle "crucifere" che dovremmo mangiare di più

Broccoli, cavolfiori, verza, rape, cavoletti di Bruxelles e cavoli: la variopinta famiglia delle crucifere non è solo un’esplosione di sapori e colori in cucina, ma anche una miniera di benefici per la salute. Questi ortaggi, spesso sottovalutati e confinati al ruolo di contorni, meritano invece un posto d’onore nella nostra alimentazione quotidiana, grazie alle loro proprietà nutrizionali e agli effetti protettivi contro gravi patologie, come il cancro. Secondo numerosi studi scientifici, infatti, il consumo regolare di crucifere è associato a un ridotto rischio di sviluppare tumori, in particolare quelli che colpiscono l’apparato digerente. Chi evita questi alimenti, invece, sembra essere maggiormente predisposto a tali patologie. Il loro superpotere risiede nel sulforafano, un composto chimico naturale che non solo conferisce alle crucifere il tipico aroma pungente, ma si distingue anche per le sue molteplici azioni benefiche. Questa sostanza agisce principalmente come un potente antiossidante: combatte i radicali liberi, in particolare le specie reattive dell’ossigeno, molecole instabili che possono danneggiare cellule, tessuti e DNA, favorendo lo sviluppo di malattie croniche. Ma le sue virtù non si fermano qui: questa molecola è capace di ostacolare la proliferazione delle cellule cancerose, promuovere l’apoptosi (ovvero la morte cellulare programmata), inibire l’angiogenesi (la formazione di nuovi vasi sanguigni che nutrono i tumori) e bloccare la migrazione delle cellule tumorali, limitando così la formazione di metastasi. Oltre al potenziale effetto anticancro, le crucifere vantano un profilo nutrizionale di tutto rispetto. Sono ricche di fibre, che favoriscono la salute intestinale e aiutano a controllare i livelli di zucchero nel sangue, oltre a contenere vitamine (in particolare C, K e alcune del gruppo B) e minerali essenziali come potassio, calcio e ferro. Questi ortaggi contribuiscono inoltre al rafforzamento del sistema immunitario e al mantenimento della salute cardiovascolare. Nonostante il loro straordinario potenziale, le crucifere richiedono attenzione nella preparazione. I loro composti benefici sono infatti sensibili al calore e tendono a dissolversi facilmente in acqua. Per preservare al meglio il sulforafano e le altre sostanze bioattive, si consiglia di optare per cotture brevi e delicate, come la cottura al vapore o la bollitura in poca acqua. Quest’ultima, ricca di nutrienti, può essere riutilizzata per preparare zuppe, risotti o cous cous, evitando sprechi e valorizzando ogni elemento del pasto. In alternativa, il consumo a crudo di alcune varietà, come i broccoli o il cavolo riccio (kale), rappresenta un’ottima soluzione per massimizzare l’assunzione di sulforafano. Per esempio, i broccoli crudi possono essere aggiunti a insalate o frullati, offrendo un boost nutrizionale naturale. È importante sottolineare che nessun alimento, per quanto benefico, può agire da solo come soluzione miracolosa contro il cancro o altre malattie. La prevenzione si costruisce giorno dopo giorno attraverso un approccio complessivo che includa una dieta equilibrata, varia e ricca di vegetali, insieme a uno stile di vita sano. Evitare il fumo, praticare regolare attività fisica e mantenere un peso corporeo adeguato sono altrettanto fondamentali per tutelare la nostra salute a lungo termine. Integrare più crucifere nella nostra alimentazione non è solo una scelta gustosa, ma un investimento consapevole per il benessere futuro. Un semplice gesto, come scegliere questi ortaggi per arricchire il piatto quotidiano, può fare la differenza per la salute nostra e di chi amiamo.  

07/12/2024 17:00
Copyright © 2020 Picchio News s.r.l.s | P.IVA 01914260433
Registrazione al Tribunale di Macerata n. 4235/2019 R.G.N.C. - n. 642/2020 Reg. Pubbl. - n. 91 Cron.