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Un’estate meno salata: consigli per difendersi dal sodio in eccesso

Un’estate meno salata: consigli per difendersi dal sodio in eccesso

Con l’arrivo dell’estate, le nostre abitudini alimentari cambiano: cerchiamo piatti freschi, veloci e pratici, spesso a base di formaggi, affettati o insalate già pronte. Se da un lato questi alimenti sembrano ideali per affrontare il caldo, dall’altro possono diventare una fonte nascosta – e spesso sottovalutata – di sale. Il sale è uno dei condimenti più conosciuti e utilizzati nelle cucine di tutto il mondo, ed è una sostanza fondamentale per l’organismo umano. È coinvolto nella regolazione dell’equilibrio idrico, nella trasmissione degli impulsi nervosi e nella contrazione muscolare, compresa quella del cuore. Tuttavia, come spesso accade in nutrizione, è la quantità a fare la differenza tra beneficio e rischio.

Secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non dovremmo superare i cinque grammi di sale al giorno, una quantità che corrisponde a circa un cucchiaino da tè. Eppure, nella realtà quotidiana, il consumo medio della popolazione italiana si aggira tra i nove e i dodici grammi, più del doppio del limite suggerito. Il paradosso è che solo una piccola parte del sale che assumiamo proviene dalla saliera: la maggioranza è già presente nei cibi industriali e trasformati che consumiamo ogni giorno. Pane, grissini, formaggi stagionati, salumi, snack confezionati (sia dolci che salati), salse pronte, piatti precotti possono contribuire in modo significativo all’introito di sodio, spesso a nostra insaputa.

Le conseguenze di un’assunzione eccessiva di sale sono ben documentate dalla letteratura scientifica. Numerosi studi, hanno dimostrato che una riduzione del consumo di sale può portare a una significativa diminuzione della pressione arteriosa, sia in soggetti ipertesi che normotesi. Anche una modesta riduzione, nell’ordine di 4-5 grammi al giorno, può abbassare la pressione sistolica di diversi millimetri di mercurio, con benefici concreti in termini di prevenzione cardiovascolare. In alcuni casi, l’effetto può essere paragonabile a quello di un farmaco antipertensivo, ma senza effetti collaterali. L’eccessivo consumo di sale può favorire, oltre all’aumento della pressione arteriosa, anche fenomeni come la ritenzione idrica, la sensazione di gonfiore. Va poi considerato che, con il caldo, aumenta la sudorazione e con essa la perdita di sali minerali: ciò può indurre alcune persone a ricercare inconsciamente cibi più saporiti, accentuando ulteriormente l’apporto di sodio.

Cosa possiamo fare, dunque, per ridurre l’eccesso di sale senza rinunciare al piacere del cibo? Innanzitutto, è utile abituarsi gradualmente a sapori meno salati, perché il palato si adatta facilmente. Chi è abituato a salare tutto rischia di non percepire il gusto naturale degli alimenti. Un primo passo è quello di ridurre il sale aggiunto in cottura o a crudo, utilizzando invece erbe aromatiche, spezie, succo di limone, aceto o scorza di agrumi, che possono esaltare il gusto senza aggiungere sodio.

È fondamentale poi leggere attentamente le etichette degli alimenti confezionati, soprattutto per quelli che sembrano insospettabili: pane e i suoi sostituti, cereali da colazione, zuppe pronte, formaggi, salse da condimento e perfino dolci! Molti prodotti riportano il contenuto di sodio invece che di sale, ma il calcolo è semplice: per sapere quanti grammi di sale ci sono, basta moltiplicare i grammi di sodio per 2,5.

Un altro accorgimento utile è quello di scegliere pane e prodotti da forno a ridotto contenuto di sale, ormai presenti in molti supermercati e forni artigianali. Anche limitare il consumo di salumi, formaggi stagionati e pesce conservato (come il tonno in lattina) a non più di una o due volte a settimana può fare la differenza. In alternativa, si possono preferire formaggi freschi e naturalmente meno salati, come la ricotta. Inoltre, privilegiare la cucina casalinga rispetto ai piatti pronti consente un maggiore controllo su ciò che si mangia, evitando condimenti eccessivi o nascosti. Infine, ricordiamoci che una dieta ricca di frutta e verdura, cereali integrali e legumi non solo aiuta a ridurre il sodio, ma apporta potassio, un minerale che bilancia gli effetti del sodio sull’organismo e protegge la pressione arteriosa.

Anche l’idratazione gioca un ruolo chiave: bere a sufficienza, soprattutto nei mesi caldi, favorisce l’eliminazione del sodio in eccesso attraverso l’urina e aiuta a mantenere l’equilibrio idrosalino.

Il messaggio, in conclusione, è semplice ma potente: il sale non va demonizzato, ma va usato con consapevolezza. In una società in cui i gusti forti e decisi sono esaltati dall’industria alimentare, imparare a ridurre il sale diventa un gesto di attenzione verso sé stessi, il proprio cuore e la propria salute. Anche in estate, con pochi accorgimenti e un pizzico di creatività in cucina, è possibile mantenere il piacere della tavola senza eccedere con il sodio. La salute, in fondo, comincia proprio da ciò che mettiamo nel piatto ogni giorno.

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