di Jacopo Ventura

"Medical Assistance Italia", primo esempio in Italia di imprenditoria sanitaria tutto al marchigiano (FOTO)

"Medical Assistance Italia", primo esempio in Italia di imprenditoria sanitaria tutto al marchigiano (FOTO)

Una realtà già avviata, che aspettava solo di affacciarsi ufficialmente all’opinione pubblica: la Medical Assistance Italia (sede operativa a Civitanova) di Amedeo Di Giacomo ha annunciato oggi in conferenza stampa tutti i numeri e le peculiarità che, a fronte della grande domanda generale, la attestano come primo grande esempio in Italia di imprenditoria sanitaria. Un compound di 22 medici, 24  infermieri, 26 istruttori, centri operativi stanziati nelle regioni Marche e Abruzzo, altri prossimi all’apertura in Emilia Romagna e Umbria. E ancora: un centro di formazione plurispecialistico attivo dal 1992, con corsi quotati e riconosciuti a livello nazionale - rivolti a medici, infermieri, laici, aziende, associazioni sportive – relativi a primo soccorso, decreto 81, Blsd, trauma e rianimazione pediatrici. “Ho iniziato a formare i primi infermieri già all’età di 18 anni – racconta Di Giacomo – e dal ’92 sono circa 15mila i soccorritori certificati in tutta Italia grazie al lavoro del nostro centro. Dopo 30 anni di esperienza non era più tempo di rimanere all’Asur Marche come dipendente, e ho preso una decisione: il 30 aprile scorso mi sono dimesso (destando grande scalpore fra gli addetti ai lavori) e dal 1° luglio ho fatto partire in via ufficiale l’attività della Medical Assistance Itallia (ufficio assistenze e scorte sanitarie)”. Un progetto quasi visionario, dunque, che giustifica il merito a Di Giacomo (a detta di molti soci e collaboratori) di essere il precursore della nuova imprenditoria sanitaria italiana: un concetto che in Europa ha già preso piede. “Sul piano delle assistenze – prosegue il founder marchigiano – il nostro service sanitario ha preso subito piede: il comune di Civitanova ci ha affidato concerti, si è rivolto a noi l’ultimo Motor Days, saremo presto anche a Senigallia. Siamo primi in Italia a fornire sanitari formati ad hoc per pubblici e privati, dagli spettacoli alle manifestazioni. Per le cosiddette scorte sanitarie, invece, ho ragionato per affiliazione con le pubbliche assistenz, e in più ho voluto prendere in co-gestione due aeromabulanze per il trasferimento sanitario protetto e privato, con rianimatori e personale certificato”. Un dato su tutti, a chiudere la conferenza: la Medical Assistance Italia è riuscita a formare in soli 35 giorni crica 685 persone appartenenti alla Guardia di Finanza della Regione Marche. Segnale tangibile delle collaborazioni fin qui costruite anche con le istituzioni locali.  

20/07/2022 18:00
Crisi di governo, la linea dura del M5s. Emiliozzi: "Ok al Draghi bis, ma serve una nuova visione politica"

Crisi di governo, la linea dura del M5s. Emiliozzi: "Ok al Draghi bis, ma serve una nuova visione politica"

“C’era una volta un avvocato che sfidò un banchiere”. Non è certo la favola da raccontare ai bambini prima della buonanotte: piuttosto, un romanzetto dal finale ancora aperto, e che se restasse tale avrebbe tutt’al più le fattezze di un buon best seller (con riserva dell’attuale crisi dell’editoria, s’intende). Tornando con i piedi per terra, il tutto si riduce alla ‘trepidante’ attesa di conoscere l’esito del prossimo voto di fiducia (prima al Senato e poi alla Camera) che decreterà il governo Draghi bis o ulteriori formule per tenere insieme i cocci dell’Italia fino al 25 settembre. Nei giorni scorsi, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, aveva declinato a voce i 9 punti di quel documento che, di fronte alla sostanziale indifferenza del premier Mario Draghi, è stato in ultima battuta la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dopo l’uscita dai ranghi del ministro Luigi Di Maio, serviva ribadire una certa compattezza e (soprattutto) credibilità del comparto pentastellato agli occhi di una politica che ormai lo riteneva prossimo al tramonto. Il “conto” è servito: reddito di cittadinanza, salario minimo, precariato, famiglie e imprese, transizione ecologica, Superbonus 110%, cashback fiscale, rateizzazione delle cartelle esattoriali e contrasto alla violazione delle prerogative parlamentari. Per alzare la voce e ridefinire il proprio ruolo anche all’interno dell’esecutivo, il M5s ha dovuto ricorrere il 14 luglio scorso alla formula dell’astensionismo rispetto all’ultimo ddl n. 2668 (cd. decreto aiuti), aprendo di fatto alla crisi di governo. In queste ultime ore, anche all’interno della Regione Marche continua a crescere il dibattito sul futuro dell’esecutivo, eludendo di fatto le conseguenze strettamente materiali che gli italiani si troverebbero comunque a dover fronteggiare. Come se caro vita e crisi energetica non fossero già abbastanza. All’unica parlamentare maceratese dei 5 stelle, Mirella Emiliozzi, abbiamo chiesto un’analisi di questo delicato momento storico, in virtù anche del recente tavolo di confronto fra i vari rappresentanti e il loro leader. Onorevole, cosa è emerso dall'ultima riunione del Movimento? È stata una riunione fiume, in cui il Presidente Conte ha esortato tutti ad esprimersi con franchezza, e così è stato. Il dato comune è l’estrema preoccupazione espressa da ognuno per le mancate risposte concrete ai problemi urgenti che impattano pesantemente sulla vita dei cittadini e che abbiamo posto nel documento che il Presidente Conte ha consegnato al premier Draghi. Un esempio su tutti: basterebbe una telefonata dello stesso presidente del Consiglio per disincagliare la questione della cessione dei crediti che sta strozzando migliaia di imprese, tecnici e famiglie. Sul piano nazionale si può pensare che questa sia l'ennesima bagarre fra leader di partito. Ma una crisi adesso cosa comporta sul piano locale? Chiunque abbia letto il documento sui 9 punti presentato a Draghi dal M5S può facilmente rendersi conto che stiamo ponendo questioni concrete e urgenti che riguardano la vita di imprese e famiglie. Niente di più lontano da questioni politiche di lana caprina! E tengo a precisare che quel documento non è affatto un libro dei sogni, ma propone soluzioni molto precise a problemi altrettanto reali: esattamente quello che ci si aspetterebbe da un governo di unità nazionale in uno dei momenti più difficili della nostra storia. Conte sta osando questo braccio di ferro con Draghi per ridare credibilità al Movimento dopo l'uscita di Di Maio? Sono molto amareggiata da quello che è successo. Credo che se si riuscisse a mettere da parte gli stereotipi e a ragionare nel merito, ci si renderebbe conto che in pochi anni un giovane e poco esperto M5S ha impresso a questo Paese una spinta mai vista prima, pur dovendo di volta in volta negoziare con forze politiche che, nonostante anni di governo, non hanno mostrato di riuscire ad interpretare i bisogni reali delle persone. Mi riferisco alle comunità energetiche e alla possibilità di auto consumare l’energia prodotta dal proprio impianto: se ci avessero ascoltato al tempo, il problema del caro bollette sarebbe molto meno pesante ora! Mi riferisco al Superbonus che permette di riqualificare e ristrutturare il nostro patrimonio immobiliare, di renderlo eco compatibile e, non ultimo, di stoppare la cementificazione, senza considerare l’eccezionale impulso economico che rappresenta. Mi riferisco al cash back che ha incentivato l’uso della moneta elettronica e la cui prosecuzione poteva essere l’inizio della risoluzione dell’annosa questione dell’evasione fiscale. E ancora lo Spazzacorrotti, il Codice Rosso e così via. Sicuramente tutto perfettibile, ma sbaglia chi fa. Lei è stata subito convinta di seguire la linea di Conte? E perché? Io non ho scelto fra Conte e Di Maio. 14 anni fa mi sono unita a questo progetto iniziato con i meet up e che ho contribuito a realizzare. Credo che abbiamo ancora tanto da dire in termini di ambiente, di riorganizzazione industriale, sociale. Mi guardo intorno e, nonostante tutte le nostre imperfezioni, non vedo ancora nessun’altra forza orientata al futuro come il M5S, anzi, finora ho visto tante resistenze per mantenere lo status quo. L'alleanza in virtù delle politiche 2023 continua a tendere verso il centrosinistra? Una simile eventualità implicherebbe comunione di intenti, non di convenienze. Anche l’appoggio ai temi che abbiamo messo sul tavolo del Presidente Draghi può essere indicativo. Vedremo. Temete che certi leader di centrodestra possano sfruttare la situazione per ottenere ulteriore consenso in modo da essere decisivi alle prossime elezioni? Non è un timore, è una realtà. Da una parte è inevitabile che chi sta all’opposizione raccolga il malcontento, ma un conto è incanalare la protesta verso un progetto costruttivo (come ha fatto il M5S), e un altro è soffiare sul fuoco come purtroppo vedo fare pericolosamente dalle destre. Lei cosa auspica da questa crisi di Governo? Nel mio mondo ideale mi piacerebbe che un uomo come Mario Draghi, che, certamente per capacità personali ha avuto tanto, arrivato alla sua età sentisse il desiderio di restituire altrettanto ai suoi concittadini. Tornando alla realtà, sarebbe sufficiente tracciare una linea, guardare cosa si è fatto, raddrizzare con decisione gli errori e andare avanti con quello che c’è ancora da fare, possibilmente con capacità di visione.

20/07/2022 10:00
Macerata, iniziativa a sostegno degli uomini vittime di violenza. “Parità di genere a 360 gradi” (FOTO)

Macerata, iniziativa a sostegno degli uomini vittime di violenza. “Parità di genere a 360 gradi” (FOTO)

Un primo passo universale, proiettato verso una parità di genere a 360° gradi: su questo presupposto ha preso il via ufficialmente la nuova iniziativa a sostegno degli ‘uomini vittime di violenza’ all’interno del contesto famigliare (e non solo), fortemente voluta dal suo ideatore Mirko Salvatori (già consigliere per il Comune di Pollenza). A presiedere la conferenza, tenutasi fra le mura di Palazzo al Corso, anche la consigliera di parità Deborah Pantana, la psicoterapeuta e specialista in criminologia Antonella Baiocchi, e il direttore responsabile editoriale di QCC Magazine Michele Cesari. Attraverso i dati recuperati dagli ultimi report di Censis (aprile 2022) e Caritas (2021), il tema della discriminazione ha segnato - secondo i relatori - "uno sviluppo significativo anche per quanto riguarda la platea maschile", sebbene risultino ancora poche le denunce catalogate sia sul piano nazionale, sia locale. “Questo perché – ha spiegato Salvatori – molti uomini si vergognano, e allo stesso tempo non esiste una legislazione efficace, in grado di illustrare come si formula una denucia. Ma conosco padri di famigllia che, dopo la separazione, hanno subìto soprusi da parte delle loro mogli e si sono ritrovati costretti a vivere in macchina a causa delle forti ristrettezze economiche: al limite della sussistenza”. “E’ importante sensibilizzare l’opinione pubblica nostrana a questo tema – ha aggiunto Pantana – poiché in pochi sanno che la Provincia di Macerata detiene in tutte le Marche il triste primato di suicidi fra gli uomini: la crisi del lavoro, il Covid e le pratiche di separazione mal gestite, sono tutti fattori che hanno contribuito negli ultimi anni ad accrescere un simile dato. In tal senso, è opportuno intervenire prima di tutto a livello culturale”. Fra gli argomenti affrontati della consigliera di parità, è spiccata la necessità di una vera e propria educazione psicologica, riservando allo Stato italiano il dovere di fornire accesso gratuito per sostegno psicoterapico a uomini, donne, minori e, nel complesso, a tutti coloro che – rappresentando socialmente una minoranza – ne avvertono oggi l’esigenza. “Siamo impantanati in una cultura della violenza – le parole di Baiocchi – figlia di quelle informazioni tossiche che, di base, alimentano una visione unidirezionale della faccenda, dove l’uomo è sempre un carnefice e la donna una vittima. Tale convinzione deriva da un equivoco: il cosiddetto ‘analfabetismo psicologico’, per cui la coppia tende a gestire le proprie divergenze in base a un background culturale molto spesso nocivo. “Con questa iniziativa a sostegno degli uomini vittime di violenza – ha proseguito la psicoterapeuta ed ex assessore alle pari opportunità per San Benedetto del Tronto - intendiamo superare ogni genere di fondamentalismo, istituire centri di sostegno aperti a tutti i membri di un nucleo famiglliare, depennare aberrazioni come l’ultima 'Carta dei diritti delle bambine'. Il primo gesto, già in cantiere, sarà la realizzazione di una panchina 'inclusiva della violenza': la prima in Italia, riferita a uomini, donne e bambini vittime di abusi di natura fisica e/o psicologica”. A chiudere questo primo tavolo di confronto, le parole di Cesari. “Come portatore di disabilità fisiche, conosco bene il problema culturale di fondo che affligge la nostra scoietà. Chi si sente diverso, di norma, tende a nascondersi: i vari 'salotti d'incontro' che intendiamo organizzare da oggi in poi puntano a trasmettere un messaggio chiaro, ovvero quello di imparare a valorizzare le persone non per quello che hanno in meno rispetto ad altre, ma piuttosto per ciò che possono offrire grazie alla propria unicità”.

18/07/2022 18:08
Pieve Torina, la storia di Isabella dal sisma alle SAE. “Restare è una scelta di cuore, voglio dare una casa a mia figlia” (FOTO e VIDEO)

Pieve Torina, la storia di Isabella dal sisma alle SAE. “Restare è una scelta di cuore, voglio dare una casa a mia figlia” (FOTO e VIDEO)

Tentare un’immersione nell’entroterra delle Marche porta con sé il 'rischio' della meraviglia (per i suoi paesaggi), ma anche una buona dose di responsabilità. Quella un po’ tipica del viaggiatore, in cerca di storie da ascoltare e di cui diventare testimone: ma allo stesso tempo, anche quella di documentare determinati fatti e condizioni umane, riportandoli in un secondo momento all’attenzione di altri. Specie di chi potrebbe, ma non fa nulla per aiutare. Nella provincia di Macerata tutto questo diventa possibile specie durante una stagione estiva come questa del 2022, che si divide fra la voglia di spensieratezza e, su altri fronti, quella di portare avanti la propria forma di resistenza. Quest’ultima, in particolare, di chi – dopo 6 anni – non riesce a (o non vuole) tracciare una distanza tangibile fra quella terra straniera che è il passato (citando L.P. Hartley) e contemporaneamente nutre il desiderio di un lascito dignitoso per i propri figli. E’ il caso di Isabella (48 anni), cittadina da sempre di Pieve Torina, e residente in una delle SAE - preposte all’indomani dell’ultimo terremoto occorso il 26 ottobre 2016 - insieme al marito Ascanio (41anni ), la figlia Marta (9 anni), i genitori Tonino e Ivana (72 anni). Se le macerie ancora visibili per le vie del centro testimoniano un trascorso che non c’è più, sono senz’altro le persone oggi a farsi carico di una memoria da preservare e della quale servirsi per rivendicare proprio quel diritto alla resistenza (di cui sopra) e alla rinascita. “Rimanere qui nonostante tutto è per me una scelta di cuore – afferma Isabella, mentre ci accoglie nella sua nuova 'casa' – perché in questa città sono nata e cresciuta. L’ultimo terremoto è un ricordo ancora vivo: la paura, i boati, la casa che sembrava sollevarsi. In pochi secondi abbiamo perso tutto, ci siamo sentiti strappare via la vita. La cosa più preziosa che ho voluto salvare, col rischio di finire sotto le macerie, è stata una scatola di ricordi di mia figlia appena nata”. “Ora la mia casa in via Aldo Moro – prosegue la donna - è stata demolita: so che Pieve Torina non riuscirà mai a tornare come prima, ma la speranza è di poter restituire alla mia bambina una casa da abitare anche per quando sarà più grande. I lavori, purtroppo, procedono a rilento e ogni volta c’è un problema diverso: sembra quasi che non vogliano ricostruire, ma piuttosto che le persone se ne vadano da sole. Nessuno pensa che nel frattempo persone come me continuano a pagare tasse, assicurazioni e mutui per una casa che non hanno più”. (Un ringraziamento all'amministrazione comunale di Pieve Torina, in particolare alla responsabile dell’Ufficio Tecnico, Arch. Annarita Luccio, e ai vari collaboratori, ndr). Di seguito, il servizio:

17/07/2022 10:00
Piediripa, caos al centro vaccinale: affluenza fuori controllo per la quarta dose agli over 60 (FOTO)

Piediripa, caos al centro vaccinale: affluenza fuori controllo per la quarta dose agli over 60 (FOTO)

Con il progressivo aumento dei contagi e la capacità della nuova variante Omicron di resistere perfino al caldo estivo, anche la Regione Marche ha voluto disporre nelle ultime ore la possibilità del quarto booster (già previsto per i fragili) per gli over 60. Ma in breve tempo dal via libera alle prenotazioni (ore 9, leggi qui), i centri vaccinali sembrano essere stati presi d’assalto dalla platea di circa 386mila ultrasessatenni, con conseguenze ben visibili sul piano organizzativo. Alla base del fenomeno, il fatto che ci si potesse presentare oggi anche senza opportuna riserva per sottoporsi alla profilassi . Basti considerare come la sede di Piediripa – trasferita nelle ultime settimane in via Annibali 114 – si sia trovata già alle ore 11 a fronteggiare un’affluenza di oltre un centinaio di persone. Quattro i box presenti all’interno per le somministrazioni con altrettanti medici incaricati, più un paio di volontari preposti al servizio informazioni. Nessun display (l'unico presente è fuori uso), solo bigliettini numerici all’ingresso e vaccinazione su chiamata.   Il rischio concreto delle prossime ore – constatato un flusso di utenti piuttosto continuo – è che molti over 60 possano ritrovarsi ad attendere fuori la struttura, sotto il pesante sole estivo: a dilatare i tempi di attesa è ancora una volta lo scarso impiego di sanitari, delegando ai pochi già presenti l’onere non solo di effettuare la somministrazione del secondo booster, ma anche quello di verificare la compilazione della documentazione preliminare. “Invece di investire i soldi delle nostre tasse per pagare i medici – commenta una signora in attesa del proprio turno – la nostra amministrazione organizza cose inutili come ‘Città di Macerata in Festa’ o simili: ancora una volta siamo riusciti ad essere disorganizzati nell’offerta del sistema sanitario, e a servirci di personale in pensione o prelevato da altre sedi. Siamo ancora in pandemia: possibile che nessuno in Regione o al governo capisca le risorse devono essere impiegate per migliorare la Sanità pubblica piuttosto che per altri scopi meno ingenti?”  

13/07/2022 12:20
Macerata, Walter rimane senza casa. “Presto sarò ricoverato. Perché nessuno vuole aiutarmi?”

Macerata, Walter rimane senza casa. “Presto sarò ricoverato. Perché nessuno vuole aiutarmi?”

Nel corso dell’ultima settimana, si sono susseguiti aggiornamenti, telefonate, messaggi e anche veri e propri gesti concreti: il comun denominatore, la solidarietà. La complicata vicenda di Walter Monteverde (leggi qui) ha senz’altro risvegliato il senso di partecipazione da parte della comunità maceratese: in molti, infatti, hanno espresso (per lo più tramite i social) sostegno e vicinanza nei confronti dell’ex camionista di Pollenza e della sua famiglia. Altri, si sono perfino recati di persona presso il camper parcheggiato di fianco al coperto dello Sferisterio, donando – secondo le proprie possibilità - cibo e/o qualche euro per svoltare la giornata. E’ sembrato, addirittura, che qualcosa si stesse muovendo anche in merito alla ricerca di un appartamento, ma le speranze si sono spente presto. Il più delle difficoltà riscontrate, e che bloccherebbero l’esercizio delle varie agenzie immobiliari, fanno capo alla mancanza di garanzie finanziarie da parte di Walter (senza lavoro perché malato) e, più nello specifico, al pignoramento subito dalla busta paga della compagna Pamela, avvenuto per morosità a fine 2020. Finanche la presenza della cagnolina di 3 mesi Kira sembra oggi costituire un problema per alcuni padroni di casa. “Mi dicono che a Pollenza non ci sono appartamenti disponibili – racconta l’uomo classe 1970 – ma la vicenda ormai è diventata assurda. E sebbene io sia disposto (a malincuore) a rinunciare alla mia cagnolina, questo comunque non sembra bastare. Come faccio a non pensare che qualcuno stia cercando intenzionalmente di mettermi in difficoltà?” Una domanda, quella di Walter, che nella sua liceità sembra quasi sottendere 'ipotesi e sospetti di complottismo', rimandando alla denuncia – già segnalata nel precedente articolo – mossa ad aprile 2020 a seguito di minacce e percosse subite (leggi qui). E rispetto alla quale è ancora in corso un procedimento penale.  Nel frattempo, però, le condizioni di salute dell’ex camionista si fanno sempre più incerte: nonostante l’assistenza del dott. Aldo Pisani, le iniezioni di Eparina e, in generale, la terapia seguita per cefalea a grappolo e trombosi alla gamba, appare sempre più necessario per l’uomo il ricovero immediato con annessi esami e cure opportune. Di fronte a simili sviluppi, viene naturale continuare a domandarsi: “possibile che non ci sia qualcunno disposto ad affittare una casa a Walter, alla sua compagna, la figlia tredicenne Elena e la cagnolina Kira?" “Stiamo procedendo con le ricerche – ci spiega Barbara Giunchi di UPS Pollenza, in rappresentanza anche dell’assistente sociale Luciana Pigliapoco che segue direttamente il caso – ma è chiaro che la garanzia di un solo stipendio non aiuta, e alcuni non tollerano nemmeno cani in casa. Il Comune, dal canto suo, è disposto ad assicurare almeno un anno d’affitto, ma nel dubbio consigliamo allo stesso Monteverde di muoversi anche per conto proprio”. Un suggerimento, quest'ultimo, che però si scontra con le difficoltà già evidenti del piccolo nucleo famigliare nel gestire le cure mediche, le poche entrate e la custodia della giovane Elena. Nel tentativo di cercare ulteriori risposte, la redazione di Picchio News è stata messa in contatto direttamente con il sindaco di Pollenza, Mauro Romoli. “Di alloggi pubblici a disposizione non ne abbiamo – ha dichiarato il primo cittadino – e il Monteverde non possiede i titoli per inoltrare la domanda d’affitto di una casa popolare. Ora si cercano altre soluzioni, sebbene anche nelle frazioni di Piediripa e Sforzacosta si faccia molta fatica. Credo che la reputazione del Monteverde giochi un ruolo decisivo, superando la questione puramente economica: agli agenti immobiliari salta subito la mosca al naso quando vengono contattati dagli assistenti sociali”. Un’osservazione quasi torbida, quella del sindaco di Pollenza, e rispetto alla quale Walter si è sentito di rispondere così: “Sono solo chiacchiere di paese. La mia fedina penale è pulita, a differenza di quella di altre persone: al massimo posso essere venuto alle mani con qualcuno, ma nulla di grave o perseguibile. Giustificare con simili argomenti il fatto che nessuno sia disposto ad affittarmi una casa, è pressoché ridicolo”.    

12/07/2022 10:00
Siccità Marche, la Forestale di Macerata: “Future generazioni a rischio, serve responsabilità” (FOTO e VIDEO)

Siccità Marche, la Forestale di Macerata: “Future generazioni a rischio, serve responsabilità” (FOTO e VIDEO)

Come avviene spesso per alcune rappresentazioni teatrali, anche noi di Picchio News siamo voluti ricorrere alla formula del 'secondo atto', nell’intento di documentare in maniera approfondita l'attuale problema della siccità, particolarmente vessante per la regione delle Marche in questa estate 2022. Dopo il nostro ultimo sopralluogo nella frazione del fiume Chienti in quel di Piediripa (leggi qui), abbiamo seguito nuovamente le attività del Gruppo Carabinieri Forestale di Macerata: stavolta, occupato nel rilevamento GPS di un attingimento presso l’alveo fluviale di Fiastra (zona Petriolo) limitrofo ad alcune stazioni idroelettriche e colture ivi presenti. “Anche in questo caso – ci spiega il T.C. Simone Di Donato – si tratta di effettuare un monitoraggio preventivo al fine di scongiurare i rischi di abusivismo: quando siamo costretti a procedere con le sanzioni, vuol dire che il danno ambientale si è già verificato, e che le conseguenze sulla salute pubblica sono in atto. Inoltre, un atteggiamento scellerato può influire anche sui cosiddetti incendi boschivi: questi rischiano di distruggere l’intero sistema fluviale, poiché il suolo percorso dalle fiamme crea uno strato di impermeabilizzazione che impedisce all’acqua piovana di raggiungere la falda freatica che alimenta il fiume . Va da sé che un simile fenomeno incide soprattutto nei periodi di siccità, determinando la mancanza di riserve d’acqua nel sottosuolo”. Un vero e proprio stress idrico, quello a cui l’intera provincia di Macerata risulta sottoposta da alcuni mesi a questa parte, e che rischia di peggiorare nel corso di questa stagione estiva. “La sensibilità del cittadino è tutto – aggiunge Di Donato – e per questo raccomandiamo di evitare consumi d’acqua non necessari (dalla toilette personale al lavaggio delle automobili), e ad agricoltori e aziende chiediamo di rispettare scrupolosamente le autorizzazioni concesse dalla Regione. L’acqua è un bene comune, e se non viene tutelata come tale rischiamo gravi conseguenze che peseranno sulle generazioni future”. "La portata del fiume Fiastra è oggettivamente limitata – spiega l’Appuntato Scelto Stefano Fargnoli una volta effettuato il monitoraggio - e l’estate è ancora lunga. La regolarità metereologica è profondamente cambiata a causa dei cambiamenti climatici: negli ultimi inverno e primavera c’è stata una forte carenza di piogge, le falde non si sono riempite adeguatamente e quindi si sono innescati i vari problemi idrogeologici. Ecco perché, rispetto al consumo d’acqua, oggi dobbiamo senza dubbio essere più responsabili sia sul piano individuale, sia nelle scelte di carattere collettivo”.

10/07/2022 10:00
Emergenza siccità nelle Marche, la Forestale di Macerata: “Al lavoro per scovare i ladri d’acqua” (FOTO e VIDEO)

Emergenza siccità nelle Marche, la Forestale di Macerata: “Al lavoro per scovare i ladri d’acqua” (FOTO e VIDEO)

Temperature elevate, mancanza di precipitazioni: uguale, siccità. Una sintesi quasi ovvia, ma che in realtà sottende una serie di conseguenze e retroscena con le quali la regione delle Marche si trova a fare sempre più i conti, nel corso di questa estate 2022. Dopo aver dato voce nelle ultime settimane agli agricoltori (leggi qui), la redazione di Picchio News ha voluto seguire per una giornata intera i Carabinieri del Gruppo Forestale di Macerata, ed osservarli nelle loro attività di monitoraggio e rilevamento presso i fiumi e le falde acquifere delle zone limitrofe la capitale di provincia. Una delle tappe più importanti – come documentato nel video a supporto – è stata senz’altro quella presso il fiume Chienti, nella frazione di Piediripa. “Le conseguenze della siccità – ci spiega il T.C. Simone Di Donato – sta provocando danni all’ittofauna, all’agricoltura e all’economia. Diminuendo l’acqua, aumenta la salinità e la concentrazione di inquinanti: le stesse centrali idroelettriche soono costrette a lavorare a basso regime o addirittura a fermarsi. Il nostro lavoro consiste nel verificare che non ci siano attingimenti abusivi (da qui i cosiddetti ‘ladri d’acqua’), costruzioni illecite che possano interferire con l’ecosistema fluviale e che vengano rispettate le concessioni disposte dalla Regione Marche”. L’attenzione viene rimandata, a questo punto, alla campagna 'Fiume Sicuro 2022' che su scala nazionale (circa 800 le Stazioni Carabinieri Forestali coninvolte) ha già prodotto circa 7000 controlli e oltre 437mila euro di sanzioni dovuti a prelievi abusivi e concessioni non rispettate. In linea generale, le multe passano da un minimo di 1.500 euro fino a 30mila euro, cui possono fare seguito veri e propri procedimenti penali nei casi di conclamato ‘danno all’ambiente’ (previa verifica da parte di ARPAM).  “Il fiume Chienti riveste un’importanza particolare – ci spiega Simone Morico, Maresciallo presso il NIPAAF - perché a monte ci sono delle derivazioni idroelettriche che devono garantire il cosiddetto ‘dmv’ (deflusso minimmo vitale). Servendoci del mulinello idrometrico, misuriamo la portata idrica del canale: se quest’ultima non viene rispettata (nonostante i livelli di siccità), allora scatta la segnalazione presso l’autorità competente amministrativa (la Regione Marche, per quanto concerne Posizioni di Funzione "Tutela del Territorio”), che può adottare un provvedimento di diffida verso l’abusivo di turno. Naturalmente, il nostro obbiettivo fondamentale è quello di scongiurare i danni ambientali, che altrimenti andrebbero a ripercutersi sul clima e sulla salute di ognuno di noi”.

07/07/2022 10:00
Recanati, al via gli incontri estivi presso l'Orto del Colle dell'Infinito per celebrare Leopardi

Recanati, al via gli incontri estivi presso l'Orto del Colle dell'Infinito per celebrare Leopardi

Dal prossimo venerdì 8 luglio sul Colle dell’Infinito di Recanati sono attesi ua serie di incontri di importante spessore, a cominciare dall'autrice islandese Hanna Fridriksdottir - residente a Staffolo e docente alla scuola musicale Gigli di Recanati - che presenterà «Il mio mare infinito - Dialogo della natura e di una islandese» (ore 21.15). Le letture del libro, a cura di Patrizia Giardini, si alterneranno con brani musicali cantati dall’autrice accompagnata alla chitarra da Massimiliano Pirani e al clarinetto da Samuele Faini. Il libro vuol essere un omaggio alle celebrazioni de l’Infinito e all’anima di Leopardi, un omaggio al mare e alla sua tutela, appunto un "dialogo della natura e di una islandese", tutto da vedere e da ascoltare. Un altro grande appuntamento dell’estate leopardiana è quello che il Centro Nazionale di Studi Leopardiani del presidente Fabio Corvatta, in collaborazione con il Comune di Recanati, ha messo in calendario per il 10 luglio alle 21.15. «Il mio amatissimo Giacomo » è il titolo del recital/concerto che vedrà protagonisti Sergio Carlacchiani (voce) e i QuartEight (due pianoforti, otto mani), ensemble formato dai pianisti campani Enza De Stefano, Geminiano Mancusi, Lorenzo Fiscella e Giuseppe Giulio Di Lorenzo. Si tratta di un progetto artistico originale nato con l’intento di dare voce al genio di Leopardi, mettendo in rilievo testi tratti dai Canti, Operette Morali, Pensieri e Lettere. L’attore Sergio Carlacchiani, profondo conoscitore delle opere del poeta recanatese, è già stato protagonista di eventi dedicati a Leopardi sul Colle dell’Infinito, così come in diverse altre importanti città italiane. I QuartEight sono orientati da tempo ad indagare il repertorio ad otto mani e impegnati nella produzione di spettacoli frutto di sinergie tra le arti letterarie, figurative e musicali. Musiche di Bach, Debussy, Brahms, Beethoven, Smetana oltre a brani degli stessi componenti dell’ensemble. Per entrambi gli eventi l'ingresso è libero fino ad esaurimento posti, entrata presso l'ex Convento di Santo Stefano in Piazzale F. Foschi (già Pzz.le S. Stefano).

06/07/2022 19:28
Macerata, malato e costretto a vivere in un camper. Storia di Walter: "Io, cittadino di serie B" (FOTO)

Macerata, malato e costretto a vivere in un camper. Storia di Walter: "Io, cittadino di serie B" (FOTO)

Walter Monteverde (classe 1970), è un ex camionista, domiciliato – come da documento d’identità – in via Menichelli, presso il quartiere Casette Verdini di Pollenza. Dettagli validi solo sulla carta: dal 20 marzo di quest’anno, infatti, l’uomo vive costipato nei 5 mq di un camper Ford Transit 1992, insieme alla compagna Pamela (1972), la figlia Elena di 13 anni e Kira, una cagnolina meticcia di 3 mesi tutta feste e carezze. Chiunque si trovasse a passare per caso nella zona parcheggio adiacente il coperto dello Sferisterio di Macerata noterebbe l’autocaravan con distrazione, visto che lì in sosta se ne possono trovare di altri. Ma nel caso di Walter, una simile soluzione va oltre il compromesso atto a garantire la propria sopravvivenza e quella della sua famiglia. A rendere ancora più drammatica e surreale l’intera vicenda, ci pensa il quadro clinico dell’ex camionista: una cefalea a grappolo cronica (fino a 8 attacchi al giorno, rischio epilessia) e una trombosi venosa profonda, trattate con terapia Eliquis, iniezioni di Sumatriptan (passate dal SSN) e bombole d’ossigeno. Non ultima, una protesi all’ombelico rimediata dopo un intervento chirurgico d’urgenza a gennaio 2022 per un’ernia espulsa, tenuta oggi a bada con il cortisone (che però rischia di entrare in conflitto con il trattamento per la cefalea).   Considerate tali condizioni di salute, il nome di Walter è stato automaticamente inserito nel 2010 all’interno delle cosiddette “categorie protette” (art. 18, legge 68/99), e pertanto ritenuto inabile a proseguire il proprio lavoro di autotrasporatore. C’è però lo stipendio da 1.500 euro di Pamela (commessa Conad) ad attutire temporaneamente la caduta: o almeno, fino al pignoramento dello stesso avvenuto verso la fine del 2020, che lo ridimensiona a 1.200 euro. La causa: affitto scaduto a ottobre dello stesso anno e mancato rinnovamento del contratto di locazione. “Grazie al blocco degli sfratti durante l’emergenza covid – spiega Walter – abbiamo potuto usufruire del nostro appartamento fino al 9 maggio scorso, un giorno prima che i carabinieri e l’ufficiale giudiziario disponessero l’escomio esecutivo. Questo per vergogna: nel quartiere ci conoscevano tutti. Oggi viviamo in questo camper che stiamo pagando a rate di 120 euro al mese (in tutto, 7.500 euro), senza nemmeno il tubo di scarico per l’acqua, sotto il sole cocente di luglio”. “Avete provato a cercare un’altra sistemazione?”, chiediamo in buona fede a Walter e Pamela. “Ci siamo rivolti a decine di agenzie immobiliari su indicazione degli assistenti sociali – risponde la coppia - ma nessuno finora è stato disposto a concederci nemmeno un monolocale: questo perché, a detta loro, non siamo in grado di dare sufficienti garanzie”. Neanche le SAE concepite per i terremotati della provincia maceratese sono da prendersi in considerazione: ‘tutto esaurito’, per usare un’espressione quasi ad hoc. Un’altra domanda a questo punto è sorta spontanea da parte nostra: “Vi siete rivolti alle giunte comunali di Pollenza e Macerata per ricevere aiuto e assistenza?” “I nostri assistenti sociali ci hanno garantito di aver interceduto presso le autorità competenti – racconta Walter – ma nessuno si è fatto ancora vivo. Ormai siamo al limite della sopravvivenza, perché oltretutto la mia compagna si trova bloccata con la schiena per via di un’ernia del disco espulsa: ha percepito finché ha potuto l’indennità di malattia dall’INPS, ora dovrà affidarsi alla mutua. Rischiamo di non avere nemmeno più i soldi per fare la spesa, senza contare quelli che paghiamo di parcheggio (5 euro al giorno, per usufruire in quell’area della corrente elettrica) quando i controllori di APM non ci fanno la multa”. Walter non trova colpevoli per una condizione esistenziale che minaccia di gravare seriamente anche sulla propria figlia Elena. Ma non può allo stesso tempo fare a meno di pensare che tutto sia cominciato con una denuncia sporta ad aprile 2020, a seguito di minacce e percosse ricevute un mese prima da parte di due giovani (leggi qui). Oggi, il procedimento penale – come confermato dall’avvocato Federico Valori che lo assiste – è fermo in coda nell’attesa che si sbrogli l’intera macchina burocratica: i tempi di sviluppo appaiono dunque ancora molto lunghi, e nel frattempo appelllarsi al proprio spitrito di sopravvivenza diventa più che un’impresa eccezionale. “Non nascondo di aver pensato più volte di farla finita”, ammette Walter, ricordando quando (circa un mese fa) dovettero intervenire a dissuaderlo i medici del 118 e il v.isp. Gianluca Romagnoli, allertati da una spaventata Pamela. “Continuo a resistere per mia figlia e la mia compagna, ma è chiaro che qualcuno ci considera cittadini di serie B: per il mio stato di salute sono stato persino costretto a rivolgermi al San Carlo Borromeo di Milano, e per mangiare da domani dovremo affidarci ai buoni pasto della Caritas di Macerata. Ogni giorno mi sento spacciato, e con il caldo estivo che aumenta la situazione rischia solo di peggiorare ulteriormente. Non so quanto ancora potrò durare”.

06/07/2022 10:00
Crisi del gas, la nuova soluzione di Draghi è razionare i consumi degli italiani per il prossimo inverno

Crisi del gas, la nuova soluzione di Draghi è razionare i consumi degli italiani per il prossimo inverno

“Un’estate fa….” eravamo già a corto di gas. Chiedo venia agli estimatori di Franco Califano, e per aver scomodato una simile perla della canzone italiana d’autore. La stagione attuale, però, un po’ lo esige; e ad essere onesti, anche le prospettive che ci attendono nel prossimo inverno, non proprio così rosee. Basti considerare che per il terzo semestre del 2022 le stime di Nomisma Energia hanno appena confermato un nuovo aumento delle bollette di luce e gas: le prime del 17% e le seconde di ben il 27%. “Un aumento importante – ha spiegato in un'intervista il presidente Davide Tabarelli – causato dalla decisione del 16 giugno da parte della Russia di tagliare le forniture a Germania e Italia”. Tradotto: il prezzo sui consumi della luce aumenterà di 194,4 euro (in base ai 2.700 kWh all’anno di una famiglia tipo), mentre quello del gas arriverà fino a 462 euro (secondo 1.400 mc all’anno per nucleo famigliare). Eppure il governo italiano ci ha assicurato di stare correndo ai ripari, al netto dei pacchetti di sanzioni al Cremlino che si ostina a promuovere insieme al resto della compagine Ue (oltre all’invio costante di armi all’Ucraina, s’intende). La prima delle soluzioni, come già dichiarato negli ultimi mesi e in più di un vertice del Cdm dal premier Mario Draghi, è il riscatto dal gas russo tramite nuovi accordi con altri fornitori. Il tutto, affidandosi alla diplomazia dei ministri Luigi Di Maio e Roberto Cingolani e del capo dell’Eni Claudio Descalzi. Ma chi sono questi nuovi fornitori? Tutti amici della Russia, in primis. L’Algeria, ad esempio, ha promesso a Draghi (dopo l’11 aprile) di aumentare la sua quota di fornitura fino a 30 mld di mc di gas. Ma va considerato che il presidente Abdelmadjid Tebboune oggi è uno dei più forti alleati di Mosca nel Maghreb: non a caso, l’astensione dell’Algeria dal condannare – come richiesto dall’Onu – la famosa “operazione speciale” nei confronti dell’Ucraina, è valsa alla stessa un condonato di 4,7 miliardi di debito in cambio dell’accesso privilegiato ai russi su alcune esportazioni. Oltre al fatto che le aziende Gazprom e Sonatrach sono già legate da un recente memorandum d’intesa. La missione italiana ha quindi proseguito, fino a maggio-giugno, per Libia (3 mld di mc), Congo ex francese (5 mld di mc), Angola (oltre 4,5 mld di mc di GNL), Egitto (appena 1mld di mc di GNL), Azerbaigian (7-10 mld di mc), Kazakistan (2 mld di mc) e infine Qatar (8-9 mld di mc). Secondo un prospetto che – a voler essere ottimisti – potrebbe effettivamente compensare l’affrancamento dalle riserve di Putin. Ma tra il dire e il fare, c’è di mezzo una guerra dagli esiti geopolitici ancora incerti. Nessuno dei Paesi elencati, poi, è sicuramente da considerarsi un campione di democrazia (c’è chi non nasconde le proprie simpatie filo-sovietiche, e chi magari ancora non ha pagato per la morte di Giulio Regeni), ma questo non sembra costituire un problema per le urgenze nostrane: ci penseranno le varie formule di cooperazione industriale "do ut des" a sopperire, anche alla coscienza sporca. E quali soluzioni, invece, nel breve-medio periodo? Incremento della produzione nazionale, dal carbone alle nuove perforazioni nell’Adriatico (con buona pace della transizione ecologica), e razionamento del gas nelle case, nelle aziende e negli uffici, soprattutto nella prossima stagione invernale. Ma se nel primo caso i rallentamenti burocratici saranno inevitabili, nel secondo possiamo pure cominciare a metterci l’anima in pace e a vestirci pesante in vista del freddo. Coscienti del fatto che, contemporaneamente, continueranno a lievitare anche i prezzi dell’energia elettrica: fino a due anni fa, l’Italia raggiungeva quasi l’83% del totale termoelettrico grazie proprio al gas naturale in larga parte importato. E dire che già nel settembre del 2021 (e qui torniamo all'incipit "canoro" di questo editoriale), analisti e dirigenti di aziende si erano messi in allarme sugli aumenti del prezzo del gas, sebbene al tempo fosse stato individuata nella transizione ecologica la causa principe. Solo in un secondo momento si è dovuto ammettere che il problema fosse il calo – ai minimi storici dal 2013 - delle riserve in tutta Europa: un po’ per il forte consumo nelle case durante le fasi più acute della pandemia, e un po’ per la minore produzione di eolico, la chiusura di alcune centrali a carbone, la mancanza di alternative valide. Quello che sappiamo con certezza, è che l’Italia si trova oggi scoperta per due terzi del proprio fabbisogno energetico, tamponati dalle importazioni: e determinando, per forza di cose, maggiori difficoltà nel tenere sotto controllo i prezzi in generale dell’energia. Nel frattempo, la Russia può dormire sonni tranquilli: a dispetto delle sanzioni, la soluzione è incrementare l’esportazione di gas verso i paesi asiatici, a cominciare dalla Cina. Quest'ultimma, particolarmente interessata ad accrescere le proprie riserve, indipendentemente dagli esiti della guerra.

03/07/2022 10:00
Superstrada, fra disagi e tragedie sfiorate. Sclavi: “Normativa regolare, ma i guidatori si distraggono"

Superstrada, fra disagi e tragedie sfiorate. Sclavi: “Normativa regolare, ma i guidatori si distraggono"

“Il requisito di una segnalazione preventiva da parte delle forze dell’ordine è obbligatorio e l’articolo 142, co. 6-bis del Codice della Strada afferma che ciò vale sia per le postazioni fisse, che per quelle mobili”. Basterebbe questo stralcio (semplificato) dell’ordinanza n. 4007/2022 della Corte di Cassazione ad archiviare ogni dibattito o polemica in merito alla gestione degli appostamenti con autovelox da parte della Polizia locale maceratese. Ma qualora non fossero già sufficienti le multe (spesso contestate), ci pensano senz’altro gli incidenti stradali a riaccendere ciclicamente lo sdegno cittadino - soprattutto sulle piattaforme social. E’ il caso del tremendo impatto avvenuto martedì 28 giugno lungo la SS 77 della Val di Chienti, nei pressi del distributore Ip e del Castello della Rancia (leggi qui). A seguito delle conseguenze occorse (mezzo distrutto e conducente di 27 anni trasportato con urgenza al Torrette di Ancona), l’inchiesta popolare si è subito concentrata sulla legittimità dell’autovelox piazzato in quel tratto della superstrada, preceduto da una curva che, a detta di alcuni testimoni, “rende difficile l’individuazione in mancanza di una segnaletica preventiva”. Il primo nodo da sciogliere, insomma, riguarda il rispetto della normativa di cui sopra da parte della Polizia locale di Tolentino (in questo caso), guidati dal Comandante David Rocchetti. A chiarire questo aspetto è, però, direttamente il neo sindaco Mauro Sclavi: “Nelle ultime ore ho chiesto agli agenti impegnati nelle indagini di effettuare le opportune revisioni, e mettere a disposizione i dati di rilevamento degli autovelox: è ovvio che se una decina di appostamenti nell’arco di un mese hanno prodotto a malapena 4 multe, una soluzione del genere mette solo a repentaglio la vita delle persone”. Non solo quella dei conducenti che transitano ogni giorno sulla SS77, ma anche quella dei vigili impiegati nella rilevazione della velocità. “La mia preoccupazione da sindaco è la tutela di tutti – prosegue Sclavi – ma qualcosa non torna in quell’incidente: la brusca e innaturale frenata da parte del giovane conducente lascia pensare che fosse distratto già per altre ragioni (attendiamo i risultati della perizia tecnica). Quindi, indipendentemente dalle segnalazioni, avrebbe potuto lo stesso provocare un incidente. Non posso certo cambiare la testa dei cittadini, ma se esiste una certa normativa rispetto ai limiti di velocità in superstrada è perché sono stati loro a renderla necessaria: molti superano ogni giorno i 110 km/h e si distraggono facilmente mentre sono al volante”. Un vero ‘far west’, come suggerisce il sindaco tolentinate. Lo stesso dove, nel frattempo, si contano anche i disagi maturati dalla commistione di lavori intermittenti che – fra corsie chiuse e restringimenti di carreggiata, regolamentati da Anas S.p.a. – obbligano i vari autisti a usufruire di soluzioni poco congeniali. In alcuni casi, senza alcuna specifica sui tempi previsti prima che la circolazione stradale torni regolare. "Le entrate e le uscite dalla superstrada per Caldarola – aveva dichiarato appena due settimane fa il sindaco Luca Maria Giuseppetti - sono deviate e la segnaletica non è esauriente ed esplicativa. In più di un’occasione, autisti di camion e autoarticolati, si sono trovati nella condizione di fare manovre impossibili per ritornare indietro e riprendere le giuste direzioni".    

30/06/2022 10:00
La Chiesa fra negazione dei diritti civili e ritorno alla castità. Marconi: "La fede non è un'ideologia"

La Chiesa fra negazione dei diritti civili e ritorno alla castità. Marconi: "La fede non è un'ideologia"

Gli anni Duemila hanno di fatto decretato il successo della “società liquida e dei consumi”, insieme alla perdita di valori etico-morali e punti di riferimento politico-istituzionali. Nel frattempo, anche la Chiesa Cattolica ha ceduto progressivamente a un inevitabile nichilismo, determinando 'ipso facto' una crisi delle proprie autorità e partecipazione attiva, rispetto alle dinamiche sociali. Tutto questo, naturalmente, è andato a ripercuotersi sull’intera comunità dei credenti, anch’essa di per sé già vessata dall’informazione fuori controllo – spesso la principale causa di incomprensioni, insipienza, attenzione deviata, esplosioni di rabbia e malcontento che finiscono nel più dei casi col tradursi in atteggiamenti discriminatori di stampo razzista e/o sessista. “Siamo al Medioevo”, direbbero alcuni citando le battute del riuscitissimo personaggio di Corrado Guzzanti, Don Florestano Pizarro. “Chi si scandalizza è una persona profondamente incerta, pertanto conformista”, aggiungerebbe Pier Paolo Pasolini. Due visioni, seppur di natura differente, che possono aiutare nell’analisi e nella comprensione di quale significato vada attribuito oggi al concetto di “fede”. Da questo processo non è esente nemmeno la comunità maceratese, da circa 8 anni sotto l’egida del vescovo Nazzareno Marconi: figura religiosa per certi aspetti progressista come il suo Papa, per altri più conservatore e intransigente (si guardi alla presa di posizione rispetto al tema dei diritti civili e a quella altrettanto dibattuta sul concetto di ‘famiglia naturale’). Avis au lecteur. Quella che segue è un’intervista realizzata nello stile epistolare, tramite scambio di email: una modalità che è stata preferita dalla Diocesi di Macerata e da Sua Eccellenza, rispetto al confronto diretto, 'occhi negli occhi'. Forse anche questo può essere indice di quel ‘senso di partecipazione attiva’ sopra citato e che sembra essersi perduto nel tempo, persino fra gli uomini (e le donne) di Chiesa. Al lettore l’ardua sentenza. In questi 8 anni, quali cambiamenti ha individuato fra i suoi fedeli della comunità maceratese? Per tutto questo tempo ho cercato di svolgere la mia missione al meglio che ho potuto. Sicuramente gli eventi estremi, come pandemia e terremoto, hanno avuto la loro incidenza sul cambiamento sociale. Nel marchigiano è accaduto questo: l’invecchiamento della popolazione, la fuga dei giovani più qualificati che cercano lavoro altrove, la crisi delle industrie familiari che non hanno una leadership solida e sono state poco capaci di innovare. Dal punto di vista umano e religioso, come nel resto d’Italia, questa situazione ha reso ancora più fragili i rapporti familiari e la coesione dei gruppi sociali. Così si è accentuato l’individualismo, oltre al senso di solitudine ed abbandono. La sua fede in Dio e nell’essere umano ha mai vacillato fino ad oggi? Se non ci fossero dubbi e/o momenti di fatica non sarebbe vera fede, ma illusione o ideologia. I momenti più difficili li provo vedendo persone ricche di doti, intelligenza e spesso anche di mezzi economici, ma che li usano per fare del male. Non dubito di Dio, ma mi intristisce vedere come alcune persone cedano all’egoismo e all’invidia, distruggendo anche il bene che altri cercano di fare. Qual è il suo rapporto con le altre confessioni religiose e filosofiche? Ho studiato con impegno le religioni e le filosofie diverse dal cristianesimo. Ad essere sincero, tutto questo non ha messo in crisi la mia fede, anzi: il confronto ed il dialogo personale con chi ha una confessione diversa o si professa agnostico, previo rispetto reciproco, l’ho sempre ritenuto un dono prezioso ed uno stimolo a purificare e migliorare la mia vita ed il mio modo di credere e ragionare. Per questo ho molti amici di altre fedi e anche alcuni non credenti. Nella sua umanità, di cosa ha paura o la spaventa maggiormente? Ogni volta che sono cresciute le mie responsabilità ed anche quello che il mondo chiama “il potere”, ho avuto paura che questo mi cambiasse, mi facesse montare la testa. Per questo ho sempre chiesto agli amici più stretti e sinceri di dirmi con chiarezza se stavo esagerando. Più o meno fino ad ora me la sono cavata. Pensa che la Chiesa debba imparare ad accogliere alcuni dei cambiamenti connessi al fenomeno della globalizzazione culturale, o piuttosto rafforzare il proprio spirito conservatore per mantenere la propria autorevolezza? Nel vangelo si dice che la vera saggezza è “il comportamento di chi sa riconoscere ciò che è buono e prezioso tanto nelle cose nuove quanto in quelle antiche”. Nella globalizzazione, che è governata soprattutto da interessi economici e da una ingiusta e crescente separazione tra chi ha sempre di più e chi ha sempre di meno, ci sono tuttavia delle cose nuove e buone che vanno accolte. Ritengo però che sia stupido credere che questo assunto valga sempre. Il mondo è pieno di nuove armi, di nuovi vizi e di nuove ingiustizie: cose nuove appunto, ma tutt’altro che positive. È d'accordo con la proposta di tornare alla castità prematrimoniale? Considerando che negli ultimi anni si è riscontrato un considerevole aumento della denatalità. Prima che un valore cristiano, la castità, cioè un rapporto graduale, maturo e responsabile con la propria sessualità e con il corpo degli altri, è un valore anzitutto umano. Lo mostra la natura: anche la psicologia laica riconosce che un’introduzione sfrenata, solo istintiva e non educata di un giovane al sesso, spesso porta a traumi e squilibri piscologici profondi. “Con il sesso non si scherza”, ha sempre insegnato con sapienza la Chiesa: non per avere potere sulle persone, ma per aiutare la loro crescita e gioia più piena. Chi vive così impara ad amare la vita e desidera donarla. Se invece, sei spaventato e depresso non vorresti che altri nascano in un mondo che non ti soddisfa. Così pensi che non potrai dare la vita ad un figlio finché, soprattutto con tanti soldi, non potrai garantirgli determinate cose. I popoli poveri ad esempio, che sono felici di vivere pur avendo pochi mezzi, fanno figli. E non perché sono ignoranti, ma perché non sono così egoisti come molti di noi. In virtù della guerra russo-ucraina in atto, il messaggio di fede, amore e fratellanza religiosa ha ancora un peso nel mondo di oggi? O rischia di perdersi nel mare magnum dell’informazione fuori controllo? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma questo non giustifica chi ha una buona notizia dal non provare a comunicarla. La guerra e la violenza umana non sono una novità nella storia: chi crede nel Dio della pace e della giustizia non deve scoraggiarsi nel portare con sé il messaggio della fede. Ciò che insegna il vangelo è scritto da Dio per il cuore dell’uomo. C’è tanto male molto pubblicizzato, ma anche tanto bene di cui nessun parla che però porterà frutto.  La comunità italiana, quindi anche quella marchigiana e maceratese, è molto più influenzata dalla politica e meno dalla religione cristiana. E' d'accordo con questa analisi? Le persone mi sembrano sempre le stesse: molto attratte dal potere, dall’interesse e dal successo. Queste cose alcuni le chiamano politica, ma per un cristiano è un’altra cosa: l’amore per la polis, cioè per la città e i suoi abitanti. E’ l’impegno nel costruire un futuro migliore per tutti, a partire dal lavoro e dalla giustizia. Fede e politica sono in concorrenza solo se diventano cattiva fede e cattiva politica. Intolleranza verso lo straniero, verso i membri della comunità LGBTQIA+, verso chi "non è normale". Qual è la sua posizione in merito? La sua domanda può suscitare confusione fra realtà diverse, e questo fa aumentare l’intolleranza, che è una malattia di uno spirito confuso. E’ bene chiarire che chi ha delle necessità e dei problemi, gode di diritti sociali per un principio di solidarietà. I diritti civili, invece, sono quelli inestricabilmente legati ai doveri civili, sui quali si fonda la tutela del più debole dalla sopraffazione del più forte. Sopprimere una vita umana fragile perché crea fastidi, ad esempio, non può mai essere un diritto civile. Per questo chi ne parla riferendosi all’aborto o all’eutanasia esprime, a mio parere, un concetto falso, e quindi crea confusione: la famiglia che genera naturalmente figli e li cresce in un contesto psicologico vario ed arricchente, come quello offerto dalla differenza sessuale e psicologica di padre e madre, dona molto e per questo gode di vari diritti ed aiuti sociali. Altre unioni potranno rivendicare lo stesso, ma è necessario valutare con seria equità. Affermare che una pera non è una mela non significa fare discriminazione, ma dire solo la verità. Vale ancora il classico concetto di famiglia basato sul patriarcato, o bisogna imparare ad accettare che un nucleo possa essere composto da genitori dello stesso sesso e, comunque, crescere con amore dei figli? La famiglia nella storia ed anche nella geografia ha subito tante variazioni in alcuni suoi aspetti: ci sono state, e ci sono tuttora, famiglie patriarcali, matriarcali, nucleari o allargate, ma esistono alcuni elementi la caratterizzano sempre. La principale è l’unione stabile di un uomo ed una donna: tutta la nostra legislazione si è sviluppata dando questo assunto come base indubitabile. Se si cambia questo, non mi sembra corretto né saggio attribuire ad un’altra realtà tutto il sistema giuridico creato su questa base. Farlo sarebbe un grave errore di metodo, che non contribuisce al bene ed al giusto diritto. (foto da "il Cittadino di Recanati")

28/06/2022 10:00
Comunali 2022, vince il partito dell’astensione. I marchigiani rinunciano alla politica e lasciano i seggi vuoti

Comunali 2022, vince il partito dell’astensione. I marchigiani rinunciano alla politica e lasciano i seggi vuoti

In varie province d’Italia si sono stappati spumanti e alzati cori da stadio, fra sogni di gloria, ribaltoni e 'dolci' conferme. Con le ultime Amminstrative, i due più importanti schieramenti politici hanno dimostrato di saper racimolare piccole manciate di voti, seppur con  affanno e sudore - e che poco o niente hanno a che fare con l’afa estiva. Primo sintomo di una (nuova?) stagione politica in precario stato di salute. Dovendoci affidare necessariamente ai dati, la partita delle Comunali 2022 è stata vinta di fatto dal Centrosinistra, portando a casa 7 sindaci contro i 4 del Centrodestra e i 2 per le Liste Civiche. Un risultato significativo, in vista delle Politiche 2023, che rimette in discussione le sorti di un Paese che – secondo sintomo – della politica non sa più veramente che farsene. Dimenticate i vari Giorgia Meloni, Enrico Letta, Matteo Salvini, Giuseppe Conte o i Matteo Renzi: il primo partito in Italia oggi è ufficialmente quello dell’astensionismo. Il crollo nazionale di affluenza alle urne (dal 39,1% del primo turno al 29,4% del ballottaggio) certifica di fatto un evidente calo d’interesse degli italiani rispetto alla loro stessa sorte, nonostante quest’ultima dipenda per forza di cose dalle scelte di carattere politico. Va da sé che a fare la differenza, negli ultimi anni, è stata senz’altro la dubbia caratura dei vari leader, divisi sostanzialmente fra strilloni, voltagabbana, moderati, personaggi tragicomici e dilettanti allo sbaraglio (al lettore la libertà di assegnare a ciascuna categoria volti e bandiere). In questo senso, la Regione Marche rappresenta ancora una volta lo specchio dell’Italia intera, dove una pioggia di liste civiche hanno tolto in questi ultimi mesi spazio e luce ai vari Partito Democratico, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle (terzo sintomo). Fermo restando, ovviamente, che fra le stanze di Palazzo Raffaello si aggira pur sempre un “meloniano”: Francesco Acquaroli. La Provincia di Macerata, poi, è risultata la più esemplare rispetto alle sorelle Ancona e Fermo: è qui infatti che si è registrato il calo di affluenza alle urne maggiore, dal 52,96% del primo turno al 42,59% del secondo. Un dato passato decisamente in sordina in quel di Civitanova Marche (-13,18% rispetto al 12 giugno), dove in nemmeno un’ora dall’inizio dello scrutinio sono pervenuti presso la sede FI di Corso Garibaldi i numeri ufficiosi dei vari seggi. Dando presto il via a baci, abbracci, cori ultras (“Chi non salta, comunista è”) e fiumi di spumante, per celebrare il bis di Fabrizio Ciarapica (leggi qui). Un copione simile, ma forse meno esagitato, è stato replicato anche a Tolentino (-4,63%), dove Mauro Sclavi ha convinto più della ostinata campagna elettorare di Silvia Luconi, cui non è bastato beneficiare dell’ascendente di Giuseppe Pezzanesi per aggiudicarsi la fascia tricolore (leggi qui). Non meno importanti, gli entusiasmi in quel di Corridonia (-10,4%), dove Giuliana Giampaoli ha staccato di oltre 10 punti l’avversario Manuele Pierantoni, decretando comunque la vittoria di una lista civica (leggi qui).  Insomma, anche le Marche ripartono da qui: dal quel vuoto - ancora più grande - lasciato dalla politica e progressivamente riempito dall’orda di astenuti che hanno scelto nuovamente - e non certo per un vezzo anticonformista - di demandare ad altri (se non al caso o alla provvidenza) la responsabilità di certi cambiamenti. Fra cinque anni (forse anche prima) si vedranno le conseguenze di questa "partecipazione passiva": a quel punto, però, lamentarsi e/o astenersi potrebbe non avere più molto senso. E, contemporaneamente, bisognerà anche constatare lo stato di salute ulteriore della depauperata “arte di governare”.

27/06/2022 13:08
Siccità Marche, la testimonianza di Lauro e Francesco. "Non resisteremo a lungo" (FOTO e VIDEO)

Siccità Marche, la testimonianza di Lauro e Francesco. "Non resisteremo a lungo" (FOTO e VIDEO)

Il respiro torrido dell’anticiclone Caronte ha ufficialmente effettuato il suo pieno ingresso nella stagione estiva marchigiana, risvegliando l’attenzione anche sulle criticità da tempo segnalate nel settore della produzione agricola a livello nazionale. Già nel mese di marzo, infatti, i dati Assam evidenziavano un forte calo delle piogge invernali (85% in meno rispetto alla media degli ultimi decenni), con conseguenze ben visibili oggi in ogni parte della regione. Nella provincia di Macerata, ad esempio, la siccità ha iniziato a suscitare serie preoccupazioni fra gli agricoltori, giustificate da un repentino prosciugamento sia delle falde freatiche sia di quelle artesiane (quindi anche pozzi, fiumi e sorgenti). Basta una rapida incursione nella Contrada Campogiano (Corridonia), a pochi metri da un fiume Fiastra pericolosamente in secca, per entrare in contatto con chi la terra la lavora da almeno 40 anni e comprendere la gravità di una situazione che, in mancanza di interventi mirati e lungimiranti, rischia solo di peggiorare. E’ il caso di Lauro Carducci (56 anni, agricoltore da sempre) e di suo figlio Francesco (27 anni, dedito al mestiere sin dal conseguimento del diploma di liceo), oggi impegnati nella raccolta del grano suglli oltre 100 ettari di terreno di loro proprietà. E che, trascorsa la stagione estiva, proveranno a concentrarsi sulla semina delle altre colture a ciclo corto e medio-corto. Qualora nel frattempo (appunto) la crisi idrica non sia andata ulteriormente peggiorando. “Una siccità come quella di quest’anno onestamente non me la ricordo”, confessa Lauro. “Con questo caldo stiamo producendo il 35% del raccolto in meno, e questo condizionerà anche foraggio, mais e altre colture. Ci troviamo in uno stato di profonda incertezza: l’intero settore agricolo è in forte rischio anche per l’aumento dei costi delle materie prime, come gasolio, energia elettrica e concimi. Non so quanto potremo resistere”. “E’ un problema grave che affligge un po’ tutta l’Italia”, aggiunge Francesco. “Le piogge scarseggiavano già nel periodo invernale, segno dei cambiamenti climatici in corso. La nostra produzione di grano è ai minimi storici: in un ipotetico futuro, i costi di irrigazione aumenteranno e, di conseguenza, le derrate alimentari ne risentiranno sensibilmente. Le soluzioni migliori oggi sono evitare gli sprechi, adottare sistemi di recupero dell’acqua, passare all’irrigazione a goccia e ad altri metodi che tutelino le falde e i depositi di acqua dolce. Non ultimo, puntare maggiormente sulle energie rinnovabili per ridurre l’impatto ambientale”.

25/06/2022 09:43
Ballottaggio Comunali, prove libere per le Politiche del 2023. Destra o Sinistra?

Ballottaggio Comunali, prove libere per le Politiche del 2023. Destra o Sinistra?

Tutto pronto – o quasi – per il rush finale di queste elezioni Comunali 2022 nella Provincia di Macerata. Appurato il calo di affluenza alle urne rispetto alla tornata del 2017, il caos nei seggi imputato alla concomitanza con il voto per il Referendum Giustizia e la conclamata sfiducia da parte dei cittadini nei confronti di istituzioni e figure politiche, l’attenzione ora è tutta riversata sul ballottaggio dei Comuni di Corridonia, Civitanova Marche e Tolentino. Un’altra domenica di votazioni quella del 26 giugno, divisa fra dovere civico e voglia di svago estivo: visti i precedenti, tutto lascia presupporre un’ulteriore incremento degli astenuti, a fronte dei pochi ma decisi simpatizzanti di una certa fazione politica o di quell’altra. Perché, alla fine, la competizione – seppur sul piano locale – sarà ancora una volta fra Centrodestra e Centrosinistra. Il primo, forte sul piano nazionale della cavalcata estremista di Giorgia Meloni (leader FdI), abbastanza da deviare l’attenzione rispetto la caduta libera di Matteo Salvini (Lega) e le timide incursioni di Silvio Berlusconi (FI). Il secondo, fermo sulle posizione moderate di Enrico Letta – che con il suo PD ha registrato un consolidamento generale dei consensi grazie anche ai risultati finora ottenuti con le Comunali -, ma ancora più indeciso sulle alleanze da stringere in vista delle Politiche 2023. Soprattutto, dopo l’addio ai 5 stelle da parte di Luigi di Maio. Un’analisi questa che, indubbiamente, avrà il suo peso a Civitanova nel confronto finale tra Fabrizio Ciarapica (FI) e Mirella Paglialunga (PD). Il sindaco uscente ha sicuramente convinto di più il proprio elettorato rispetto a 5 anni fa, ma non abbastanza da evitare un altro ballottaggio (leggi qui). Fatto interessante, se si considera una candidata Paglialunga che molti hanno definito “a digiuno di politica”: ma, a quanto pare, persuasiva nei suoi argomenti quel tanto che basta per provare a rovinare la festa a Ciarapica e soci (leggi qui). Va da sé che a giocare un ruolo decisivo saranno anche le possibili alleanze processate in queste ultime due settimane (da una parte piuttosto che dall’altra) con i candidati flop della prima tornata (leggi qui). Fari puntati anche su Tolentino, dove i cittadini sono chiamati a scegliere fra Silvia Luconi (“Tolentino nel Cuore”, coalizione centrodestra) e Mauro Sclavi (Polo Civico). La favorita ed ex braccio destro di Giuseppe Pezzanesi (sindaco uscente) ha puntato per tutto il corso della propria campagna elettorale su argomenti come “ricostruzione e rilancio” della città. Di fatto, raccoglie un’eredità che – a detta di molti – rischia di far passare in secondo piano le urgenze del centro storico rispetto a quelle della periferia più industriale, sulla quale convergeranno buonissima parte dei fondi Sisma e del Pnrr. Dall’altro lato, ci sarà uno Sclavi che con ogni probabilità potrà godere dell’appoggio di Massimo D’Este e soci (oltre che dei suoi, già sbilanciati a destra), e per il quale il futuro di Tolentino dipende in primis dalla partecipazione attiva dei suoi abitanti (leggi qui). In ultimo, saranno le coalizioni di Centrodestra e Centrosinistra – guidate rispettivamente da Giuliana Giampaoli e Manuele Pierantoni – a contendersi la prima poltrona di Corridonia. Sicuramente, la leader di “Cambiamo Corridonia” potrà contare sul pacchetto di voti che il cognato-deluso Sandro Scipioni vorrà cedergli, qualora fosse scemato nel frattempo il potere persuasivo degli argomenti elettorali (concentrati su comunicazione, marketing e brandizzazione della città). Sull’altro fronte, non sarà semplice per Pierantoni farsi carico ulteriormente delle aspettative dei gruppi consiliari di maggioranza che nei mesi passati ne avevano promosso la canidatura (leggi qui). Sicuramente, i voti di questo ballottaggio restituiranno una volta per tutte anche il 'feedback' popolare nei confronti dell’ultima amministrazione Cartechini: e quindi, anche la sincera volontà di dare o meno continuità a tutta una serie di progetti e investimenti messi (per il momento) sotto naftalina.

24/06/2022 20:00
Elezioni Unimc, il manifesto di McCourt: “Pensare in grande per dare valore all'eccellenza" (VIDEO)

Elezioni Unimc, il manifesto di McCourt: “Pensare in grande per dare valore all'eccellenza" (VIDEO)

Un curriculum dal forte respiro internazionale, quello di John Francis McCourt, già docente e Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici presso Unimc, e candidato (insieme alla professoressa Francesca Spigarelli) al prossimo rettorato per il sessennio 2022-28. Nel suo personale manifesto, McCourt espone – quasi in chiave saggistica – la sua visione di una “Università-comunità”, evidenziando da subito quanto, per raggiungere un simile obbiettivo, si debba ripensare a quel concetto di 'intellectual culture' argomentato già nel XIX° secolo dal cardinale e teologo John Henry Newman: parlare al cuore degli studenti, formarli valorizzando le specificità di ciascuno. Obbiettivo attuabile solo in seno di una comunità dedita al sapere. “Il mio progetto parte dall’idea che l’università non è solo un luogo di studio – spiega McCourt - ma anche aggregante delle unicità di ogni singolo studente, grazie anche all’offerta di tutta una serie di attività sociali, culturali e sportive legate al territorio. Oggi, a causa di terremoto e pandemia, siamo ridotti a fare il minimo sindacale, ma la priorità rimane quella di garantire ai ragazzi una formazione personale a tutto campo, migliorando in primis l’aspetto della didattica”. Nel suo programma, il professore pone l’accento sulla necessità di tornare all’autonomia findanziaria. “Si tratta di un aspetto fondamentale: negli ultimi anni abbiamo ottenuto una VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) debole, pertanto nei prossimi anni rischiamo di non poter usufruire adeguatamente dell’FFO (Fondo Finanziamento Ordinario). Fortunatamente, avremo dalla nostra i Fondi Area Sisma e quelli del Pnrr, ma servirà un lavoro di squadra e una visione lungimirante per migliorare sul piano della ricerca”. Un discorso a parte viene poi riservato al tema della Terza Missione, che il candidato rettore definisce “essenziale per una struttura come Unimc, eccellente negli studi umanistici e legata al territorio dal punto di vista sociale e culturale. Ma bisogna andare oltre: pensare in grande, superare i confini provinciali e regionali per avere un impatto anche a livello internazionale”. “Penso al ‘Festival of the Humanities’ che stiamo organizzando per il prossimo mese di settembre, con l’obbiettivo di attrarre non solo il pubblico locale: voglio ripetere l’esperienza della Jaymes Joyce Summer School che fondai 24 anni fa a Trieste, e che coinvolse ragazzi e ragazze provenienti da tutta Europa. In questo senso – conclude McCourt – Unimc è un campus che ha bisogno di vita, di essere aperta e attiva. Anche per dare valore alle bellezze di questa città”.

22/06/2022 11:00
Unimc, la corsa al rettorato di Spigarelli: “Guardare all’Europa per sostenere i nostri studenti” (VIDEO)

Unimc, la corsa al rettorato di Spigarelli: “Guardare all’Europa per sostenere i nostri studenti” (VIDEO)

Un programma approfondito in ogni suo aspetto, dove ad eccellenze e criticità viene riservato (“per onestà”) il medesimo spazio, e si evidenziano per ogni area d'intervento azioni immediate e progetti ambiziosi. In attesa delle elezioni (29 giugno) che decreteranno il nuovo rettore dell’Università di Macerata, la candidata Francesca Spigarelli - professoressa ordinaria di Economia Applicata, presso il Dipartimento di Giurisprudenza – fissa i suoi obbiettivi legati al futuro degli studenti, secondo un progetto di “Umanesimo” in grado di valorizzare le capacità di ognuno e, al contempo, creare i migliori presupposti di crescita e inclusività a livello europeo. “L’Europa ci dà tante ispirazioni per migliorare sul piano della didattica, della ricerca, e per interfacciarci al meglio con il panorama economico e istituzionale”, ha spiegato Spigarelli. “Dobbiamo essere aperti, discutere e saper cogliere gli strumenti che l’Unione Europea ci offre: in questo senso, voglio continuare il percorso già iniziato in questi ultimi anni, e incrementare le possibilità di confronto con le migliori università europee”. Una visione che, nella sua progettualità, ambisce anche a ricostruire quel senso di appartenenza che, afferma la professoressa, “negli ultimi anni si è persa per varie ragioni: dal terremoto alla pandemia, passando per tutte quelle energie e risorse che non sono state adeguatamente alimentate. Sarà importante, quindi, puntare sull’ascolto e sul dialogo, sia con i ragazzi sia con le realtà locali, in modo da creare la perfetta sinergia capace di portare crescita e sviluppo a tutti”. Non ultimo, il tema prioritario della Terza Missione. “Credo che l’università debba in primis formare la nuova cittadinanza attiva, forgiando menti pensanti capaci di confrontarsi culturalmente con il resto del mondo", ha concluso la candidata rettrice al sessennio 2022-28. "Oltre a questo, il corpo docenti ha una responsabilità enorme: quella di creare le opportunità adatte ragazzi e ragazze, consentendogli di perseguire la ricerca di un lavoro dignitoso, che risponda alle loro aspirazioni reali. In questo senso, la prospettiva europea di inclusione rimane la strada migliore”.

21/06/2022 11:00
'Ai marchigiani non gliene frega nulla dei diritti civili'. La lezione del Pride di Pesaro (FOTO e VIDEO)

'Ai marchigiani non gliene frega nulla dei diritti civili'. La lezione del Pride di Pesaro (FOTO e VIDEO)

A migliaia si sono ritrovati in Piazza dellla Libertà (Pesaro) questo 18 giugno 2022 appena trascorso. Per fare gruppo, dare sfoggio di colori e sorrisi, provare ad alzare un po’ la voce se possibile. Qualcuno anche con un certo imbarazzo: per Isabelle – 18 anni, conosciuta proprio in questa occasione – era la prima volta, e nella sua onestà ha confessato: “E’ tutto così bello che sembra finto”. C'è stato anche chi, più visibilmente, sembrava non vedesse l’ora di dare espressione di sé, magari ballando e vestendosi in maniera più eccentrica: come Ivonne, 'drag queen' solo da tre anni perché “prima avevo paura. Nella mia regione, le Marche, c’è una mentalità ancora troppo retrograda. Oggi almeno si torna a respirare un po’ di libertà”. Un’osservazione, quella di Ivonne, che sottende una triste verità, da cogliere solo se si compie lo sforzo di lanciare lo sguardo oltre la facciata, fatta di carri, festa, musica e arcobaleni. E farlo atterrare lì, dove si trovano i drammi sommersi e le solitudini di chi, vessato e discriminato per anni perché 'diverso', finisce suo malgrado sulle prime dei giornali a recitare il ruolo della vittima. Una delle tante, di quelle che alla fine non fanno nemmeno abbastanza rumore. Come Cloe Bianco, ex professoressa, l’ultima di una lunga lista di persone (appunto) 'diverse' ad essere stata lasciata sola dalle Istituzioni, dopo essere stata sospesa dall’insegnamento nel 2015 perché transgender. E che dopo 7 anni di calvario sociale, ha scelto nella sua lucidità di togliersi la vita. Morire di omotransfobia: Cloe (58 anni, Marcon), Sasha (15 anni, Catania), Camilla (32 anni, Albiano Magra). Impossibile non ricordare i loro nomi in questo Pride del 18 giugno 2022 (leggi qui), tanto a Pesaro quanto a Livorno, Lecco, Parma, Torino e Varese. Impossibile non lasciar parlare anche i cartelli che hanno animato il corteo fino a Campo di Marte: “Contro natura è solo l’ananas sulla pizza”, “Cloe, Sasha e Camilla camminano con noi”, “Rispettate la nostra esistenza o aspettatevi resistenza”, “Non sono confusa”, “Basta patriarcato”, “L’amore non ha confini”. Impossibile, infine, non leggere nei volti di Damiano (18 anni, anche lui al suo primo “Orgoglio”), Alice, Nicole, Eden e altri ancora tutti quei brandelli di speranza che vorrebbero potersi affacciare all’indomani, quando la giornata sarà finita. E si tornerà con i piedi per terra. Anche su questa di terra, le Marche, che si è dimostrata in questa occasione, forse più di altre, spaccata in tre. Esiste una parte sommersa, che almeno una volta all’anno cerca di riprendere ossigeno prima della prossima apnea. Poi ce n’è un’altra: quella più reazionaria, bigotta e retrograda, che si lascia cullare dagli estremisti - come la leader di FdI Giorgia Meloni - sull’onda mediatica di slogan come “No alla teoria gender a scuola perché crea confusione ai bambini”, “No alla lobby Lgbt, sì alla famiglia naturale”. E che finisce, di conseguenza, col riversare feroce disprezzo e rabbia su tutti i membri comunità arcobaleno. Infine, c’è una terza parte, la più numerosa e peggiore: quella composta dagli indifferenti. Da coloro che scelgono di non prendere una posizione, che preferiscono non immischiarsi in certe questioni: come se la realtà sociale - cui appartengono per forza di cose – con tutti i suoi movimenti intestini, non fosse affar loro. Sono quella maggioranza di persone cui di fatto, dei diritti civili, di certi drammi, e di provare a cambiare le cose, non gliene frega assolutamente nulla. Se la politica del nostro Bel Paese continua a non volersi assumere quelle responsabilità che sono doverose verso tutti i cittadini (a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere), preferendo piuttosto rimanere impassibile e con le mani sporche di sangue di fronte alle tragedie figlie dell’omolesbobitransfobia, certamente gli italiani – marchigiani compresi – accettano anche in questo caso di assumere il ruolo di 'spettatori passivi'. Ma è opportuno ricordare, scomodando una di quelle canzoni senza tempo di Farìbrizio De Andrè, che “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

19/06/2022 15:50
Marche Pride 2022, nel ricordo di Cloe Bianco. "Basta tragedie, la politica non ha più scuse" (FOTO e VIDEO)

Marche Pride 2022, nel ricordo di Cloe Bianco. "Basta tragedie, la politica non ha più scuse" (FOTO e VIDEO)

Pesaro si veste da madrina, in occasione del Marche Pride 2022. Nell'attesa di vedere sfilare il corteo arcobaleno e il lavoro di informazione e sensibilizzazione di associazioni e fondazioni entrare nel vivo (grazie ai vari stand distribuiti in quel di Piazza del Popolo), è stata la conferenza stampa tenutasi stamattina presso la Sala Consigliare del Comune a dare il via a una giornata sì di festa, ma che porta con sé il dovere di perseguire l'ardua battaglia per i diritti civili. "Una giornata dal valore politico, nel senso più alto del termine", come hanno voluto sottolineare i partecipanti all'incontro. Fra questi: Giacomo Galeotti (segretario Marche Pride e presidente di Arcigay Agorà Pesaro-Urbino), Matteo Marchegiani (segretario generale Arcigay Ancona), Camilla Murgia (assessora Gentilezza e Crescita di Pesaro), Daniele Vimini (vicesindaco e assessore alla Bellezza di Pesaro), Micaela Vitri (consigliere regionale PD), Sara Cucchiarini (assessora Comune di Fano) e Marco Perugini (presidente Consiglio Comunale di Pesaro). "Esiste una parte della politica italiana che pensa non sia necessario intervenire sulla violenza di genere", ha affermato Marchegiani. Il dibattito politico si è riaperto oggi anche a seguito della morte di Cloe Bianco, docente transgender che si è tolta la vita pochi giorni fa nel proprio camper alla periferia di Auronzo di Cadore (Belluno). "La storia ricorderà quei partiti politici che continuano ad opporsi a soluzioni legislative come il DDL Zan: sappiate che le vostre mani sono sporche di sangue". "Le Istituzioni imparino a intervenire lì dove c'è mancanza di diritto e di libertà di espressione", ha aggiunto Murgia. "Come insegnante ed educatrice, prima che assessora, sento la responsabilità di quello che è successo a Cloe Bianco e di quello che avviene nelle nostre scuole e luoghi di lavoro. Per la città di Pesaro è un onore ospitare il Pride di quest'anno, nella speranza che possa ispirare l'Italia dal punto di vista reale e legale". Parole che sono state accolte e ribadite anche dall'ass. Vimini e dalla consigliera Cucchiarini. "Le amministrazioni hanno il dovere di occuparsi di tutti i cittadini e cittadine: le diversità vanno tutelate, non ostracizzate. Fano ha il suo progetto Rainbow Hub, primo centro di accoglienza nelle Marche per la comunità arcobaleno: questo significa prendere posizione tra ciò che è giusto e ciò che non lo è, e farlo capire ai nostri compatrioti. Bypassando il più possibile le strumentalizzazioni politiche". "Ho raccolto l'invito per rappresentare quella parte della Regione che crede nel Marche Pride", l'intervento di Vitri, che ha citato un altro episodio recente di omotransfobia in ambiente scolastico. "È solo una piccola parte quella del consiglio regionale che non ha voluto patrocinare l'evento. Le Istituzioni a Belluno sono state assenti per Cloe Bianco, e voglio ricordare che nel mese di maggio una bambina di 12 anni, sempre nel Veneto, è stata emarginata dalla propria classe dopo aver scritto a un'altra bambina su un bigliettino 'mi piaci moltissimo'. Le hanno addirittura marchiato lo zaino con la frase "sei frocia" accompagnata da una croce celtica, e l'altra bambina le ha tolto anche il saluto. Questo episodio ha spinto il Ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi ad emettere la circolare del 17 maggio scorso (che invita a sensibilizzare i giovani studenti sul tema delle discriminazioni). E invece tutto questo ha fatto nascere l'ennesima, insensata bufera anche nella nostra Regione Marche". Le più grandi democrazie europee - ha dichiarato Perugini - hanno già investito tempo ed energia sul riconoscimento dei diritti civili: non significa togliere qualcosa agli altri, ma piuttosto allargare il cerchio della libertà a tutti. Dobbiamo continuare a batterci, e personalmente sto lavorando per fare in modo che nei seggi elettorali di Pesaro non ci sia più divisione nelle liste elettorali tra "maschi e femmine", ma piuttosto un elenco che segua l'ordine alfabetico. Non è possibile pretendere responsabilità dai cittadini italiani nel momento in cui vengono chiamati a esprimere un voto, e non tutelarli di fronte a questo genere di discriminazioni". A chiudere la conferenza, il messaggio della consigliera regionale Manuela Bora, assente per altri impegni. "La giornata di oggi serve a risvegliare le coscienze dei marchigiani, e invitare a riflettere sulla società in cui viviamo. C'è ancora tanto da fare, soprattutto in virtù di una Regione Marche governata da una destra reazionaria e intollerante, che ha scelto di non patrocinare l'evento anteponendo giustificazioni squallide e speciose. Abbiamo a che fare con rappresentanti politici retrogradi, che non hanno idea di cosa significhi il Marche Pride: un'occasione per trasmettere prima di tutto un messaggio di pace, amore e apertura".

18/06/2022 15:14
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