Elezioni Unimc, il manifesto di McCourt: “Pensare in grande per dare valore all'eccellenza" (VIDEO)
Un curriculum dal forte respiro internazionale, quello di John Francis McCourt, già docente e Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici presso Unimc, e candidato (insieme alla professoressa Francesca Spigarelli) al prossimo rettorato per il sessennio 2022-28. Nel suo personale manifesto, McCourt espone – quasi in chiave saggistica – la sua visione di una “Università-comunità”, evidenziando da subito quanto, per raggiungere un simile obbiettivo, si debba ripensare a quel concetto di 'intellectual culture' argomentato già nel XIX° secolo dal cardinale e teologo John Henry Newman: parlare al cuore degli studenti, formarli valorizzando le specificità di ciascuno. Obbiettivo attuabile solo in seno di una comunità dedita al sapere.
“Il mio progetto parte dall’idea che l’università non è solo un luogo di studio – spiega McCourt - ma anche aggregante delle unicità di ogni singolo studente, grazie anche all’offerta di tutta una serie di attività sociali, culturali e sportive legate al territorio. Oggi, a causa di terremoto e pandemia, siamo ridotti a fare il minimo sindacale, ma la priorità rimane quella di garantire ai ragazzi una formazione personale a tutto campo, migliorando in primis l’aspetto della didattica”.
Nel suo programma, il professore pone l’accento sulla necessità di tornare all’autonomia findanziaria. “Si tratta di un aspetto fondamentale: negli ultimi anni abbiamo ottenuto una VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca) debole, pertanto nei prossimi anni rischiamo di non poter usufruire adeguatamente dell’FFO (Fondo Finanziamento Ordinario). Fortunatamente, avremo dalla nostra i Fondi Area Sisma e quelli del Pnrr, ma servirà un lavoro di squadra e una visione lungimirante per migliorare sul piano della ricerca”.
Un discorso a parte viene poi riservato al tema della Terza Missione, che il candidato rettore definisce “essenziale per una struttura come Unimc, eccellente negli studi umanistici e legata al territorio dal punto di vista sociale e culturale. Ma bisogna andare oltre: pensare in grande, superare i confini provinciali e regionali per avere un impatto anche a livello internazionale”.
“Penso al ‘Festival of the Humanities’ che stiamo organizzando per il prossimo mese di settembre, con l’obbiettivo di attrarre non solo il pubblico locale: voglio ripetere l’esperienza della Jaymes Joyce Summer School che fondai 24 anni fa a Trieste, e che coinvolse ragazzi e ragazze provenienti da tutta Europa. In questo senso – conclude McCourt – Unimc è un campus che ha bisogno di vita, di essere aperta e attiva. Anche per dare valore alle bellezze di questa città”.
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