Banca Macerata ha donato al reparto di Chirurgia Generale dell'ospedale di Macerata un ecotomografo Esaote MyLabX8, strumentazione di precisione estremamente all’avanguardia che da ora in poi permetterà laparoscopie al fegato direttamente nel nocosomio del capoluogo provinciale.
La donazione è nata dalla richiesta del primario di reparto, Walter Siquini, alla responsabile dell'area commerciale unificata di Banca Macerata, Debora Falcetta: "Dalla richiesta all'approvazione sono passati un paio di giorni e non posso che essere grato per la rapidità d'esecuzione. I pazienti da oggi non dovranno più essere mandati in altre strutture per questo tipo di interventi".
Presenti all’incontro, oltre al consigliere regionale Pierpaolo Borroni in rappresentanza di Filippo Saltamartini, anche il presidente di Banca Macerata, Ferdinando Cavallini, e il direttore generale Toni Guardiani, il quale ha così commentato durante la conferenza: "Questo intervento entrerà a far parte della storia della nostra banca. Rimarchiamo la nostra vicinanza, sensibilità e disponibilità per il servizio sanitario pubblico e contribuiremo anche in futuro a mettere a disposizione strumenti sempre aggiornati e all’avanguardia".
"Vorrei venire qui più spesso per celebrare questo tipo di eventi – ha aggiunto il sindaco di Macerata, Sandro Parcaroli – Questo ospedale ha tanti anni ma rimane bello grazie alle persone straordinarie che ci lavorano dentro. Con il nuovo ospedale daremo loro un luogo adeguato dove lavorare, con strumentazioni nuove secondo le esigenze dei medici. Voglio sottolineare l’importanza della collaborazione fra pubblico e privato: Banca Macerata è una delle poche banche del territorio rimaste che investe ancora nel luogo che abita e per questo ci tengo a ringraziarli".
"Siamo abituati a leggere di malasanità ma, da medico e direttore sanitario, non posso che essere felice in una buona giornata come questa – dice Daniela Corsi, subcommissario dell’Ast di Macerata - Nell’azienda ospedaliera abbiamo operatori d’eccellenza ma in periodo difficile e angosciante come questo abbiamo bisogno di tutto il supporto possibile per portare avanti la nostra missione.Permettetemi una battuta da rianimatrice: questa donazione è una boccata d’ossigeno".
Nello specifico, questo macchinario risulta utilissimo se si considera che gran parte della chirurgia oncologica effettuata nel reparto di Macerata viene eseguita con approccio mininvasivo. L'ecografo, dotato di due sonde di cui una per l’ecografia laparoscopica intraoperatoria e l’altra per le ecografie a cielo aperto, consente la precisa valutazione intraoperatoria dei rapporti vascolari e la definizione di linee di transezione parenchimale.
"A Banca Macerata va il nostro più sentito ringraziamento per questa donazione - dichiara il comminssario straordinario Antonio Draisci - che si è realizzata grazie ad una collaborazione consolidata e proficua tra le nostre istituzioni, e che mira ad integrare e migliorare l'erogazione dei nostri servizi sanitari"
“Sono più di 6 anni che questo macchinario è la norma per la chirurgia del fegato – spiega il dottor Siquini – Ora possiamo effettuare operazioni di precisione con strumentazioni che non hanno nulla da invidiare al San Raffaele o alla Cattolica. Oggi si chiude un cerchio ed è per me una grande soddisfazione personale: i rischi di emorragia per i pazienti si riducono di molto e noi medici saremo più tranquilli durante le operazioni, senza la paura di complicazioni gravi sul tavolo operatorio”.
Chiude l’incontro il vescovo Nazzareno Marconi, invitato per benedire i nuovi macchinari: "Questo è un salto di qualità sociale in cui il tessuto cittadino prende forma e si compatta in sinergia per il bene di tutti. Il diritto alla sanità deve essere accompagnato dai piccoli doveri che ogni agente sociale deve svolgere, tutti dobbiamo fare la nostra piccola parte".
Dalla lotta agli stupefacenti alla sicurezza stradale, passando per bullismo e cyberbullismo. Le forze dell’ordine della provincia di Macerata hanno reso pubbliche le attività di controllo e contrasto per quanto riguarda il tema della sicurezza stradale, ponendo in evidenza il ruolo centrale che occupa l’aspetto della prevenzione e il lavoro nelle scuole di ogni ordine e grado.
Ad introdurre l’incontro è stato il prefetto di Macerata, Flavio Ferdani. Il questore Vincenzo Trombadore ha sottolineato “l’importanza della perentoria attività di prevenzione nelle scuole”, organizzata secondo incontri periodici ogni settimana in tutta la provincia: “È vitale infondere punti di riferimento e linee guida valide per le nuove generazioni. La conoscenza è l’elemento essenziale della prevenzione”.
L’attività di informazione sulla legalità è coadiuvata dall’arma dei Carabinieri, che da anni portano avanti la campagna di prevenzione negli istituti scolastici: “Spesso i giovani sono fuorviati dalle informazioni false che circolano sui social – spiega il comandante provinciale dei Carabinieri, Nicola Candido – È importante informare sui rischi legati alla salute, ma soprattutto sulle possibili conseguenze giuridiche legate agli stupefacenti”.
Anche la guardia di Finanza ha rimarcato l’importanza dell’attività nelle scuole: "Dobbiamo indirizzare i giovani cercando di far capire loro i possibili rischi legali legati al consumo e allo spaccio di stupefacenti – aggiunge il comandante provinciale della guardia di Finanza, Ferdinando Falco – Oltre alle scuole ritenute più sensibili al problema, dove andiamo di nostra iniziativa, sono i dirigenti stessi degli istituti scolastici, soddisfatti dai risultati conseguiti, a contattarci per tenere gli incontri".
Presente anche l’assessore alla sicurezza Paolo Renna, il quale ha presentato il progetto “Life Addicted” recentemente aggiudicato dal Comune di Macerata con un finanziamento di 350mila euro: “In sinergia con tutte le forze dell’ordine e le eccellenze del territorio – ha detto Renna – questa amministrazione vuole entrare nelle scuole per insegnare ai giovani maceratesi l’importanza di non devastarsi la vita e farsi male da soli. Mettersi alla guida sotto i fumi dell’alcol è un rischio per sé stessi e per gli altri”.
"Crediamo sia importante valorizzare il tessuto sociale maceratese – aggiunge il comandante della Polizia Locale, Danilo Doria – Il mondo dei ragazzi deve essere al centro della nostra attenzione ed è fondamentale instaurare un canale di comunicazione con le generazioni più giovani. In questo senso continua l’impegno per la sicurezza durante la movida tramite attività di formazione e repressione".
L’incontro si è concluso con la presentazione da parte del vice comandante Alberto Luigi Valentini dei dati sull’attività della Polizia Stradale nei 13 mesi che vanno dal 1 gennaio 2022 al 31 gennaio 2023: maglia nera per Civitanova che, anche a causa della maggiore attenzione riservata dalle forze dell’ordine al comune marittimo, risulta prima per ogni infrazione stradale in termini di numeri assoluti.
9493 le infrazioni complessive, per un totale di 19047 punti decurtati, 478 patenti ritirate e 256 violazioni per guida in stato di ebrezza. Se in media la fascia dei giovanissimi (18-24 anni) occupa una posizione minoritaria nel computo generale (il 6,88% di tutte le infrazioni registrate, contro il 65,57% degli adulti fra i 33 e i 64 anni), per quanto riguarda la guida in stato di ebbrezza la percentuale sale ad un vertiginoso 35,94%.
Ben 2041 le infrazioni accertate per mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, violazioni poco diffuse, in questo caso, fra gli under 25 che si attestano sul 5,59% del totale. L’ampia forbice dei 33-64 non basta invece a giustificare l’altissima percentuale del 71,44%, indice di una pericolosa negligenza diffusa.
Il totale delle infrazioni accertate per uso del telefono cellulare alla guida è di 638. Stupisce il dato particolarmente basso dei giovanissimi, con la fascia 18-24 al 3,29% contro un 5,33% degli over 65. In controtendenza rispetto questo dato, il totale delle infrazioni per velocità pericolosa, dove sono proprio i più anziani a risultare più virtuosi con un 7,50%.
Più basso il numero di violazioni del limite di velocità, pari a 585 infrazioni. Non essendoci una contestazione immediata, ma un sistema di notifiche, risulta più difficile raccogliere dati rilevanti per l’età dei contravvenenti, imprecisata per il 68,03% dei casi. Da notare l’alto numero di infrazioni registrato a Tolentino a causa della grande attenzione posta sulla superstrada della Val di Chienti.
143 i veicoli sequestrati per mancanza di copertura assicurativa; 3037 le infrazioni per veicoli irregolari adibiti al trasporto di merci e persone in ambito nazionale e internazionale, di cui 51 per superamento di limiti di massa, 17 per trasporto irregolare di merci pericolose e 7 per alterazioni del tachigrafo.
Importante anche il lavoro di monitoraggio per la sicurezza stradale nel comune di Potenza Picena, dove era stata richiesta un’attenzione particolare per la statale 16 e la statale 571 protratta per due mesi di attività: 205 violazioni accertate e 531 punti decurtati dal 30/09/2022 al 27/10/2022; 241 violazioni e 351 punti nel periodo dal 23/01/2023 al 26/02/2023.
Per quanto riguarda, infine, l’attività di infortunistica stradale, gli incidenti rilevati ammontano a 459, di cui 2 mortali, 195 con feriti e 261 senza danni alle persone. Principalmente i veicoli coinvolti sono autovetture e la maggior parte dei conducenti sono di nazionalità italiana. Inclusi per la prima volta anche i minori di 18 anni (1,46%), data la presenza di ciclomotori.
Di questi, 30 incidenti stradali sono stati ricondotti all’abuso di alcol con una netta predominanza di uomini (88,67%) e spesso in prossimità dei centri abitati. Undici gli incidenti stradali con fuga, di cui solo uno a carico di una donna.
Il Partito Democratico si appresta a conoscere una leadership inedita dopo la vittoria a sorpresa della ex vicepresidente dell'Emilia Romagna, Elly Schlein, a seguito delle primarie di domenica scorsa.
Nonostante le posizioni della nuova segretaria non si discostassero troppo da quelle di Stefano Bonaccini, Schlein è riuscita ad intercettare l'interesse di un elettorato sfiduciato e dei molti giovani che si sono recati alle urne.
Un milione e 20mila gli elettori attestati in tutta Italia, fra cui quasi 5000 maceratesi recatisi nei 33 seggi sparsi per la città. Numeri che registrano la partecipazione attiva di un elettorato finora distante, che ha chiesto a gran voce una svolta, un cambiamento di rotta che possa risollevare le sorti del Partito Democratico, verso una politica progressista di sinistra finora latitante nel panorama nostrano. Starà alla nuova segretaria dimostrarsi all'altezza della richiesta degli elettori.
Per avere qualche chiarimento sulle motivazioni di una vittoria tanto inaspettata, sulle possibili implicazioni della nuova segreteria per il futuro del PD e del contesto politico italiano, abbiamo raggiunto Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Partito Democratico e sostenitore di Bonaccini, e per la controparte a sostegno di Schlein Giulio Silenzi, ex presidente della provincia di Macerata, neo eletto all'assemblea nazionale del Pd e unico amministratore ad avere sostenuto Schlein.
Vittoria inaspettata, quali le motivazioni possibili?
Sciapichetti: "Elly Schlein è riuscita ad interpretare meglio l’impellente necessità di voltare pagina nel PD. Sia perché rappresenta una novità assoluta sotto ogni aspetto, ma è riuscita meglio di Bonaccini a mobilitare una partecipazione molto superiore alle aspettative.
Anche nella provincia di Macerata abbiamo toccato quasi le 5mila persone nei 33 seggi, con oltre un milione di votanti in tutta Italia. Gente che ha sfidato il freddo e la pioggia, ha pagato due euro, si è messa in fila per votare: questa è la più bella risposta che il popolo del PD potesse dare a tutte le malelingue che dopo il 25 settembre ci davano per spacciati. Abbiamo dimostrato che c’è un popolo che crede ancora nel PD e che con l’elezione della Schlein ha chiesto un chiaro segnale di cambiamento".
Silenzi: "Era orma chiara la necessità di un cambiamento non più rinviabile, sia nelle modalità che nel programma del partito aderendo ai bisogni concreti della società. Elly è stata individuata come candidata ideale per rappresentare queste istanze e sicuramente ha giocato un ruolo anche la sua forza personale, il suo essere una novità assoluta per il Partito Democratico sotto ogni aspetto".
Come spiega il risultato opposto tra votanti ai gazebo e tesserati?
Sciapichetti: "È la prima volta che le primarie aperte sovvertono il voto degli iscritti e sicuramente è un dato di cui tenere conto. Io sostenevo Bonaccini ma ora bisogna prendere atto che c’è stata una maggioranza di amici, simpatizzanti, elettori vecchi e nuovi che ha chiesto una svolta.
Il dato forte è sicuramente anche la giovane età degli elettori: un grande segnale di speranza in un momento in cui il Partito Democratico è in difficoltà e che arriva con una netta volontà di cambiamento. Credo sia un’iniezione di nuova linfa vitale quando tutti ci davano per morti".
Silenzi: "Le primarie poggiano proprio sul principio dell’apertura ai non iscritti: gli italiani hanno capito che era questo il momento decisivo per cambiare le cose, specialmente dopo la delusione cocente del 25 settembre e il conseguente distacco verso il modo di fare politica del PD. Sfidando il nubifragio la gente ha voluto esprimere questa preferenza per lanciare una chiara richiesta di rinnovamento.
Gli iscritti del PD erano ai minimi storici e Bonaccini, avendo tutti i sindaci e i dirigenti dalla sua parte, avrebbe potuto prendere molto più del 53%. 1 milione e 200mila votanti sono otto volte i tesserati del PD, per intenderci: chi dava per scontata la vittoria di Bonaccini doveva aver completamente malinterpretando quella che è la volontà del paese reale. Come hanno potuto gli analisti non percepire questa forte esigenza di cambiamento manifestata dal popolo di centro sinistra?".
Futuro del PD e possibili cambiamenti politici, in quale direzione deve guardare il partito? C'è il rischio scissione?
Sciapichetti: "Non c’è nessun rischio di scissione, sta alla capacità del nuovo segretario tenere insieme le anime diverse che hanno fondato il PD e che lo hanno fatto vivere fino ad oggi. Elly Schlein è una persona capace e intelligente e non ho dubbi che saprà tenere insieme le diverse correnti che per il Partito Democratico rappresentano un valore aggiunto.
Da ora in avanti il nostro compito sarà fare opposizione a tutti i livelli. Dovremo mettere al centro i temi del lavoro, della precarietà e della sostenibilità ambientale, tenendo insieme i diritti civili con quelli sociali. Se dovessimo riuscire in questa sfida torneremo ad essere quel grande partito riformista che era nelle intenzioni di chi lo ha fondato".
Silenzi: "Non vedo il rischio di scissione, credo piuttosto in un partito nuovo in grado di superare le vecchie correnti che rappresentano il male del PD, per come sono state realizzate. C’è bisogno di un nuovo partito: la Schlein non deve aggiungersi alla struttura preesistente ma trasformarla dalle fondamenta.
Si apre una fase completamente nuova, questo è un nuovo inizio per il Partito Democratico che rimetterà al centro il valore alla rappresentanza, aprendo spazio a nuove priorità e temi amministrativi, dalla precarietà nel mondo del lavoro alle questioni ambientali, passando per i diritti sociali e civili".
Si può dire che Schlein rappresenti una risposta al modello Meloni? Il suo esserne quasi antitesi giocherà un ruolo nella vita politica del Paese e del partito?
Sciapichetti: "Grande segnale per un paese come l’Italia, spesso indietro su queste tematiche. Il capo del governo e la segretaria del primo partito d’opposizione saranno le protagoniste della vita politica italiana nel prossimo futuro e credo che ci saranno delle novità, e anche una ventata d’aria nuova".
Silenzi: "Di fatto abbiamo due leader donna, ma una si fa chiamare “Il Presidente” mentre l’altra è una femminista, dalla parte delle donne fino in fondo. Non era mai successo che in Italia che fossero due donne a rappresentare i due più grandi poli politici italiani. La differenza fra le due c’è ed è sensibile: la Schlein vuole affrontare i problemi dal punto di vista delle donne, mentre Meloni si allinea più al modello classico senza rappresentare una vera novità.
Cambierà tutto, il partito tornerà a parlare con la gente, uscirà dal palazzo per raccogliere i temi discussi nelle case dei cittadini, per ridare fiducia ai giovani, a chi non va più a votare e a chi ha smesso di credere nella politica".
Carlo e Ilaria, meglio noti come Callo e Didi sui social, sono i proprietari e fondatori della pagina "Duenerdsottountetto". I due ragazzi sono una coppia anche nella vita, oltre che su internet, e hanno deciso di iniziare questo percorso insieme una volta andati a convivere a Civitanova Marche. Lui è un videomaker civitanovese doc, lei un’illustratrice e colorista abruzzese trasferita nelle Marche.
Nel giro di due mesi, dopo l’apertura della pagina nel dicembre 2022, hanno raggiunto quasi 40mila follower su Instagram e oltre 400mila mi piace su TikTok, con video che hanno superato abbondantemente il milione di visite. Due sono i filoni che caratterizzano i video della coppia: da un lato il retroscena pop e nerd che li accomuna, con un orizzonte che spazia dai Final Fantasy ad Harry Potter, passando per Lost, Game of Thrones, Hunter x Hunter o Death Note; dall’altro gli aspetti di vita quotidiana da conviventi, la relazionalità più semplice e condivisibile.
"Non ti saprei dire come ci è venuta l’idea di aprire la pagina. Entrambi abbiamo fatto teatro e ci piace creare situazioni comiche giocando con la fantasia – racconta Carlo -. Quello che si vede nei video succede molto spesso nella nostra quotidianità e già prima di iniziare a pubblicare ci divertivamo a metter su teatrini fra di noi. Passare da questo a fare video è stato naturale, ci ha permesso anche di unire le nostre formazioni e le nostre competenze lavorative in un progetto comune".
Perché avete scelto di realizzare i video in formato verticale, e non, ad esempio, i più classici video lunghi? "Il formato verticale dei Reel di Instagram o di TikTok è quello che usiamo anche noi principalmente da spettatori – continua Carlo - Sicuramente è il trend più in voga, ci si passa un sacco di tempo e soprattutto sono molto semplici da realizzare anche con una strumentazione poco costosa. Quando abbiamo iniziato avevamo solo un telefono di bassa qualità e una piccola luce".
"Fino a qualche anno fa in effetti anche io guardavo solamente i video lunghi – aggiunge Ilaria -, recentemente però mi sono spostata quasi esclusivamente su questo formato più breve. Non posso nasconderti però che man mano che andiamo avanti ci sta venendo voglia di esplorare altre possibilità, magari provando anche noi a passare su YouTube con qualcosa di più complesso. Questo è l’inizio, poi vedremo cosa verrà fuori".
Vi aspettavate un’esplosione di contatti tanto rapida? "Quando carichi un contenuto sui social ci speri sempre che vada bene, però sicuramente non immaginavamo di raccogliere tante visualizzazioni in così poco tempo" spiega Ilaria.
"Abbiamo iniziato per ridere noi e per far ridere gli altri – specifica Carlo - però non nascondo che i video sono realizzati con criterio e cura, dato che questo è anche il mio lavoro nella vita di tutti i giorni. Anche non avessimo avuto questi numeri, ci tenevamo a fare le cose fatte bene. Il canale, dopotutto, riunisce le mie capacità da videomaker con quelle di Ilaria da illustratrice".
Come scegliete gli argomenti per i video? "Quello che si vede è la caricatura di ciò che succede nella nostra vita quotidiana – spiega Ilaria -. Per questo iniziare a fare video è stato molto naturale, abbiamo solo dovuto mettere in scena quello che siamo già normalmente. Poi è bello passare più tempo insieme da dedicare ad un progetto comune e devo dire che litighiamo anche meno come coppia".
Quali differenze avete notato fra Instagram e TikTok? "I nostri risultati sono un po’ in controtendenza, per quanto il nostro storico sui social sia troppo breve per trarre già ora delle conclusioni attendibili – continua – I video migliori tendono a riscuotere lo stesso successi su entrambe le piattaforme, ma su Instagram è più apprezzata la linea comica legata alla coppia, mentre su TikTok il filone nerd. Forse influisce la differenza di età media nel pubblico dei due social network".
Quando sono arrivati i primi numeri importanti? "Il primo milione di visualizzazioni è arrivato con il video più breve che abbiamo pubblicato, paradossalmente uno di quello su cui ci eravamo impegnati meno ("Perché le donne fanno meno complimenti") e anche il primo video dove utilizzavamo i nostri nomignoli è andato molto bene. Generalmente i video andati meglio sono quelli più personali, dove la gente può riconoscersi più facilmente ed empatizzare con noi. Anche per questo litighiamo meno: vedere che i nostri problemi sono un po’ i problemi di tutti aiuta a ridimensionare e tante cose non ci fanno più arrabbiare come prima".
La Recanatese soffre sul campo del Siena, ma riesce a portare a casa un buon punto che allontana sempre più lo spettro dei playout. Dopo un primo tempo a ritmi bassi, con poche azioni create dalle due compagini, nella ripresa un botta e risposta con le firme di Meli e Carpani sposta il risultato sull’1-1 finale, con la posta in palio divisa equamente.
La Cronaca
Il primo tempo scorre senza grandi emozioni con poche occasioni per entrambe le formazioni. Primo squillo per il Siena con Raimo che cerca la conclusione velleitaria da fuori area. La Recanatese risponde poco dopo con Guadagni che calcia in porta da dentro l’area, ma Lanni para e respinge la minaccia. Solo un altro brivido per i padroni di casa entro il duplice fischio: Riccardi cerca la conclusione sugli sviluppi di un corner ma non inquadra lo specchio e la palla termina sul fondo.
Il Siena scende in campo deciso a segnare e il solito Raimo non fa attendere molto per la prima azione della ripresa, respinta, però, prontamente da Fallani. I padroni di casa incalzano i leopardiani e alla fine arriva il gol: Disanto calcia sull’estremo giallorosso che respinge ma non trattiene, Meli come un rapace si avventa sulla sfera e imbuca la palla in rete per l’1-0. La Recanatese, però, non demorde e Carpani riesce a riequilibrare il risultato dopo aver recuperato palla su un pasticcio di Riccardi in area. Sul finale Orlando cerca Petrelli che, arrivato alla conclusione, calcia fuori e manca il sorpasso.
Il fischio finale del direttore di gara sancisce il pareggio definitivo per 1-1, che porta la Recanatese a quota 33 punti e il Siena a 42. Con una gara in più, a seguito dell’anticipo odierno, i giallorossi siedono al 14esimo posto a quattro distanze dalla Vis Pesaro che insegue subito dietro.
Sono iniziati gli scavi esplorativi nell’area adiacente al Centro fiere di Villa Potenza in seguito al ritrovamento della necropoli di età tardo-romana di Recina. Le operazioni archeologiche sono ora in stato di attesa, data l’impossibilità di procedere in caso di pioggia, ma riprenderanno una volta che il clima si sarà stabilizzato con l’arrivo della bella stagione sotto la direzione della Soprintendenza. A fare chiarezza sul ritrovamento è l’assessore comunale all’Urbanistica Silvano Iommi: “Dobbiamo verificare la portata del ritrovamento. I lavori proseguiranno per almeno 2/3 mesi”.
“Lo spostamento del campo da rugby dalla sua attuale posizione vicino al sito archeologico di Recina, nei pressi del fiume, all’area adiacente al Centro fiere era stato motivato dalla volontà di allargare gli scavi di Helvia Recina – spiega Iommi -. Dopo aver ottenuto i fondi del PNRR per il nuovo campo sportivo, sono partite le normali procedure di appalto, le quali prevedevano un’analisi preliminare in prossimità di un’area archeologica”.
“Nonostante il sito in questione non fosse propriamente definibile come tale – continua - a rientrare nella categoria di area archeologica riconosciuta era quella adiacente del campo accanto al Centro fiere, dove dalle foto scattate dall’alto e da rilevazioni precedenti era già emersa chiaramente la presenza di un anfiteatro ancora sepolto”.
“Lo spazio individuato appena più ad est, tra l’area archeologica e il centro fiere, ai primi rilievi superficiali aveva già dato indicazione di presenze a una profondità fra i 3 e i 4 metri – prosegue - Sono iniziati dunque i lavori di archeologia preventiva sotto la supervisione della Soprintendenza che ha commissionato lo scavo delle trincee (scorticamenti superficiali del terreno a nastri atti ad individuare presenze sub-orizzontali, come in foto) iniziali a una ditta terza di fiducia. Queste trincee hanno già portato alla luce qualche reperto e, soprattutto, hanno evidenziato le differenze nel terreno che segnalano quasi certamente la presenza di tombe”.
“Recina è una colonia romana risalente al I secolo avanti Cristo: appare dunque evidente che la necropoli ricada in una datazione presumibilmente tardo-romana – sostiene l’assessore specificando la provvisorietà di queste stime -. Potremmo trovarci di fronte ad un ritrovamento databile intorno alla fine dell’età imperiale (V secolo d.C.) o di qualche secolo successivo, fino al X d.C.”.
“Ora che le tombe sono state individuate – dice - gli scavi dovranno necessariamente proseguire e spetterà direttamente alla Soprintendenza ultimare i lavori. Nei primi scavi abbiamo trovato del laterizio sotto forma di detriti, principalmente tegole che in epoca romana coprivano le tombe. Ciò che colpisce è la grande quantità di ritrovamenti individuati: ad est dell’antico perimetro murario di Recina (ultima rilevazione ad opera dell’archeologo belga Frank Vermeulen) si trovava questa imponente città dei morti che, secondo la consuetudine dell’epoca, precedeva la città dei vivi”.
“L’estensione del sito è molto vasta e i lavori non possono iniziare fin quando c’è il rischio di pioggia – conclude - Si pensa che entro marzo, massimo aprile, saranno giunte al termine queste operazioni preliminari di studio e conoscenza per poi procedere con gli scavi effettivi e la ricopertura dell’area. Un rallentamento di 2/3 mesi è quasi sicuro”.
Si è tenuta presso la Gran Sala Piero Cesanelli dell’Arena Sferisterio la conferenza stampa di presentazione della 34esima edizione di Musicultura, durante la quale sono stati rivelati i 56 artisti attesi alle 10 serate di Audizioni Live, in programma continuativamente dal 24 febbraio al 5 marzo al Lauro Rossi di Macerata, con inzio alle 21 e la domenica alle 17.
Alla conferenza, oltre al direttore artistico della celebre kermesse Ezio Nannipieri, hanno preso parte i “compagni di viaggio” delle istituzioni cittadine: dal primo cittadino di Macerata Sandro Parcaroli e l’assessore agli eventi Riccardo Sacchi, al vicepresidente di Banca Macerata Nando Ottavi (sponsor principale dell’evento), passando per il rettore di Unimc John McCourt, il rettore di Unicam Claudio Pettinari e la direttrice di Abamc Rossella Ghezzi.
La nutrita partecipazione della stampa nazionale all’incontro è stata poi impreziosita dalla presenza di Margherita Vicario, attrice e cantautrice che ha mosso i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo proprio sul palco di Musicultura nel 2013, e dei Santi Francesi, vincitori del contest maceratese del 2021 e consacrati a livello nazionale con la vittoria dell’ultima edizione di XFactor.
Ci sono voluti tre mesi per selezionare i 56 partecipanti alle Auduzioni Live, individuati dopo aver minuziosamente passato al vaglio tutte le 1113 candidature inziali – nuovo record per il celebre concorso dedicato alla canzone popolare e d’autore. Fra questi 56, ben 5 provengono dalle Marche (Caponetti da Osimo, Folkantina da Ancona, Lucio Matricardi da Porto San Giorgio, Utah da San Benedetto e Ferretti da Mogliano).
“Ciò che mi piace sottolineare è che 500 spettatori ogni sera partecipano per ascoltare musica che non conoscono, aprendosi con speranza ad una nuova piccola scoperta – dice Nannipieri - . Noi lavoriamo su questo crinale, preferendo la libera espressione artistica al prodotto confezionato solo per vendere.
Dal facile all’ovvio è un attimo, dall’ovvio in poi non c’è più niente. Abbiamo registrato l’erosione rapida di stili e tendenze come la trap, in favore di una pennellata melodica e armonica che svincola dalle canzoni incapsulate nell’autobiografismo, dalle lamentele lagnose e dal dissing e che rialza lo sguardo sul mondo, sul mistero e sul fantastico”.
Da sottolineare la cospicua collaborazione degli organi di informazione, su tutti la presenza di Rai Italia che per la prima volta seguirà anche la fase delle Audizioni realizzando 3 servizi con riprese e interviste destinati ai 120 milioni di italiani sparsi per il mondo. In concorso, oltre ai cantanti in gara, saranno presenti anche diversi ospiti speciali come John Vignola il 24 fbbraio, Morgan il 27 febbraio, Fabrizio Bosso e Julian Oliver Mazzariello il 28 febbraio, Elisa Ridolfi il 2 marzo e Margherita Vicario il 4 marzo.
“Macerata sta a Musicultura come Musicultura sta a Macerata – commenta il sindaco Parcaroli – durante questo periodo la città torna ad animarsi con l’arrivo di appassionati, giornalisti, musicisti e addetti ai lavori e noi cittadini ci apprestiamo ad accoglierli come dentro casa nostra. Il Festival ha dato e continua a dare molto a Macerata ed è anche per questo che il sostegno dell’amministrazione non verrà mai meno”.
“Siamo orgogliosi di annunciare il rinnovo della nostra sponsorizzazione per questa 34esima edizione – ha affermato il vice presidente di Banca Macerata Ottavi – La nostra è una banca radicata nel territorio e crediamo sia importante contribuire ad accrescere e supportare l’arte e la cultura che nasce qui”. Riconfermato anche per quest’anno, infatti, il montepremi di 20mila euro messo in palio dal main sponsor per il vincitore finale del contest.
“Musicultura porta molti turisti in città nel periodo di bassa stagione – spiega l’assessore Sacchi – Tutte le strutture ricettive della città sono al completo e non possiamo che apprezzare l’atmosfera di continuo scambio reciproco e di scoperta. Vogliamo tenere stretto questo evento che rappresenta, a tutti gli effetti, un fantastico acceleratore turistico, economico, commerciale e culturale per tutta la città di Macerata”.
“Sono felice di confermare il sostengo dell’Unviersità di Macerata a Musicultura: non si arriva a 34 anni di percorso senza qualità – aggiunge il rettore McCourt -. Il livello si alza di anno in anno ed è un ottimo biglietto da visita per la città in regione, in Italia e all’estero. La nostra è una città campus che agli studenti offro molto più delle lezioni mattutine: poter partecipare attivamente come membri della giuria e della redazione social rappresenta un’opportunità formativa rara, un’esperienza irrepetibile all’interno di una delle realtà più prestigiose del panorama musicale italiano”.
“L’Università di Camerino è orgogliosa di proseguire il rapporto con Musicultura – continua il rettore Pettinari – che dalla sua nascita si è formata e trasformata fino a diventare un importante palcoscenico internazionale. Ciò che mi preme mettere in evidenza è l’impatto sociale delle Università, le quali formano la persona prima del ricercatore. Per questo le Università sono parte integrante della società e di loro ci sarà sempre bisogno, così come di Musicultura”.
“La collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Macerata è nata ormai tanti anni fa – conclude la direttrice Ghezzi – e ogni volta vediamo questo evento come un’occasione per rinnovarci, cogliendo tanto spunti culturali e artistici che evolvono costantemente. Si tratta di un movimento fortemente dinamico che lascia molto spazio ai giovani, e non posso che essere felice di questo. Siamo orgogliosi di vedere la proposta grafica della studentessa Denissa Gligor sul Manifesto di una delle kermesse musicali più importanti d’Italia”.
Dalle audizioni emergeranno i 16 progetti artistici finalisti che passeranno al vaglio del prestigioso Comitato Artistico di Garanzia di Musicultura, in questa edizione formato da: Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Maria Grazia Calandrone, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Giorgia, La Rappresentante di Lista, Dacia Maraini, Mariella Nava, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi, Boosta, Fabrizio Bosso, Angelo Branduardi, Cristina Donà e Irene Grandi.
Tra i 1113 partecipanti al concorso otto saranno i vincitori finali di Musicultura e si esibiranno, con i prestigiosi ospiti italiani ed internazionali, nelle serate di spettacolo finali del Festival nel mese di giugno allo Sferisterio di Macerata. Lì sarà il voto del pubblico ad eleggere il vincitore assoluto del Concorso, al quale andrà il Premio Banca Macerata di 20.000 euro.
L’Università di Camerino ha inaugurato il suo 687° anno accademico in una giornata all’insegna della scienza e del suo impatto sociale. La celebrazione si è tenuta presso l’Auditorium Benedetto XIII alla presenza del rettore Claudio Pettinari (al suo ultimo anno da rettore), delle varie autorità - fra cui l'Arma dei carabinieri, la guardia di finanza, la questura, il presidente di regione Francesco Acquaroli e i sindaci della provincia – e dell’ospite d’onore Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021 insignito per la prima volta nella storia dell’ateneo camerte del Dottorato Honoris Causa.
“Con i social siamo in grado di comunicare dall’altra parte del mondo, ma dimentichiamo di parlare con il nostro vicino di banco – ha sottolineato il presidente del consiglio studenti, Yari Ferroni, in merito al tema dei suicidi degli studenti universitari, citando per l’occasione il testo ‘Elogio alla lentezza’ di Lamberto Maffei – . Vogliamo veramente anteporre le questioni economiche a quelle morali? Come direbbe Tiziano Terzani, le cause della guerra sono dentro di noi, non al di fuori”.
A ribadire l’importanza della conoscenza per la conoscenza, e non per utilità esterne, è la rappresentante del personale tecnico e amministrativo Catia Re: “È nostro compito partecipare responsabilmente alla formazione dei giovani, consci dell’importanza e del valore della cultura. La scienza è il ponte che permette di passare dal ‘pressappoco’ alla ‘precisione’, sta a noi fare in modo che tutti possano attraversarlo”.
Concetto messo in evidenza anche da Angela Trapananti, rappresentante dei docenti e ricercatori Unicam: “La scienza è un elemento centrale della società, in quanto fonte di risposte, strumenti e soluzioni. Per questo è importante divulgare al di fuori del contesto accademico”.
Il direttore generale Andrea Braschi ha messo in luce l’importanza della collaborazione, troppo spesso messa in secondo piano in favore della tanto acclamata competizione a tutti i costi: “Credo sia importante riscoprire l’importanza della preposizione latina ‘cum’, prefisso di 3 parole chiave da riscoprire: compassione, competere e conclusione nella loro accezione etimologica originale (rispettivamente sentire/soffrire insieme, chiedere insieme e chiudere insieme, unire piuttosto che includere ndr).
Con l’intervento a seguire del rettore Pettinari, Unicam ripercorre quelli che sono stati i grandi obbiettivi centrati, conseguiti grazie agli sforzi congiunti di ogni persona dell’ateneo nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie possibilità: “La scienza non è certezza, piuttosto dubbio in evoluzione, un incessante ‘non so’ che acquisisce valore solo quando è condiviso con gli altri. La nostra università mette al centro l’apprendimento e accompagna le nuove, fragili, generazioni nel mondo. Questo è comprovato dall’aumento in iscrizioni e immatricolazioni che continuiamo a registrare, nonostante il reinserimento della tassazione dopo il sisma del 2016 e le varie difficoltà che la pandemia ha comportato”.
Si è dunque proceduto con l’intervento del professor Parisi, introdotto dallo studente Antonino Marino come "un esploratore e un artista della scienza" e subito insignito di toga e onorificenze per il dottorato honoris causa con la laudatio del docente David Vitali. Parisi ha ricordato la natura mutevole e collaborativa della ricerca scientifica e l’importanza di continuare a investire a livello statale in ricerca e sviluppo.
“La scienza è come un mosaico a cui ogni scienziato aggiunge un tassello, il suo punto di vista personale. Ogni scoperta che facciamo permette di formulare sempre nuove domande e più andiamo avanti a conoscere, più diventiamo consapevoli della nostra ignoranza”.
“La scienza di per sé non ha finalità pratiche, solo dalla Prima Guerra mondiale in poi la così detta Grande Scienza è diventata oggetto d’interesse da parte degli Stati per uso bellico -continua -. Ora, in un momento di crisi antiscientista parallela ad un vorace consumismo tecnologico, la scienza ha bisogno di tornare ad essere considerata per il suo valore culturale e di ottenere finanziamenti da parte della società civile”.
“I limiti sono nei cattivi divulgatori, che si mostrano arroganti, superiori e portatori di una verità unica e indiscutibile – conclude Parisi -. Credo sia invece importante sensibilizzare la popolazione per permettere a tutti di poter apprezzare la bellezza della scienza, pur non conoscendo la matematica. Si può apprezzare una poesia cinese anche dalla sua traduzione in italiano, pur perdendo il valore pittorico e unico della lingua originale”.
Di seguito il servizio:
Di seguito, il servizio:
Maxi truffa sul Superbonus 110%. I finanzieri della tenenza di Camerino, unitamente ai carabinieri del reparto operativo - nucleo investigativo - coordinati dalla Procura di Macerata, hanno smantellato un'associazione a delinquere dedita alle truffe nel settore dell’edilizia: una famiglia di quattro persone e tre professionisti gestivano un sistema di truffe in materia di bonus edilizi (110%, ecobonus e sismabonus) per un valore di circa 4,8 milioni di euro in crediti fittizi individuati.
A presentare l’operazione il procuratore di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone, il comandante provinciale dei carabinieri Nicola Candido con il tenente colonnello Massimiliano Mengastini, congiuntamente con il comandante provinciale della guardia di Finanza Ferdinando Falco e il comandante della tenenza di Camerino Elia Mascolo.
“Questo è il primo importante passo di un’operazione importante nel nostro territorio – esordisce il procuratore Narbone, primo a prendere la parola – . Un’operazione che è stata possibile grazie alla perfetta sinergia e armonia fra i due corpi di polizia giudiziaria, i quali hanno messo in campo le proprie competenze specifiche garantendone il successo”.
L’operazione era infatti originata dal nucleo investigativo dei carabinieri che stavano già indagando sulla famiglia a seguito di precedenti risalenti allo scorso 2019 per il reato di estorsione ai danni di un’azienda abruzzese che operava nel Maceratese. Durante le indagini i lavori si sono incrociati con quelli della GdF, portando alla decisione di collaborare per fermare l’attività illecita dell’associazione criminale.
“Man mano che le indagini andavano avanti ci si era resi conto di quelle che erano le finalità del gruppo – racconta il colonnello Candido - e, grazie al coordinamento della Procura di Macerata, si è fatto ricorso all’ausilio della Guardia di Finanza e alle sue competenze specifiche con cui è stato possibile approfondire gli aspetti fiscali della nostra indagine”.
“Da lì si è agito congiuntamente e si è riusciti a mettere insieme le risultanze autonome per ottenere un risultato operativo interessante – continua il comandante provinciale dei carabinieri - ciò che potevamo fare nel nostro ambito veniva integrato dagli accertamenti fiscali dei colleghi e il tutto ha consentito di ricostruire il quadro al completo e di interrompere l’azione criminale, la quale abbiamo scoperto essere molto viva sul territorio”.
Al centro del gruppo criminale c’era una famiglia di quattro persone di origini albanesi, ma residente a Tolentino: il dominus dell’operazione, 31enne con una lunga lista di precedenti, la moglie e la sorella, le quali avevano il ruolo di prestanome e intermediarie, e la madre, mente dietro le truffe con una laurea in Economia e Commercio conseguita in Albania.
Denunciati anche tre professionisti, complici della famiglia, che si occupavano della parte burocratica dell’attività fraudolenta: un architetto 66enne di Martinsicuro, un ex-commercialista di Tolentino (già radiato dall’albo e avvezzo all’attività criminale) e un consulente del lavoro (anch'egli tolentinate. Con l’ausilio dei tre professionisti, la famiglia gonfiava e falsificava le fatture rilasciate per lavori nel campo dell’edilizia, riuscendo a sfruttare i benefici delle norme vigenti e appropriandosi indebitamente di ingenti somme di denaro.
“Come Guardia di Finanza eravamo partiti con un’analisi di intelligence su tutto il territorio della provincia – spiega il comandante Falco - . In particolare abbiamo cercato di contrastare eventuale infiltrazioni criminali nell’economia legale della provincia nell’ambito della ricostruzione post sisma e in materia di superbonus 110%, ecobonus e sismabonus”.
“Siamo arrivati a Tolentino dove abbiamo individuato il sodalizio dedito ai lavori edilizi – continua il comandante provinciale della GdF - . Gli importi risultavano particolarmente considerevoli e c’era una forte discrepanza fra quanto dichiarato dalla famiglia nella denuncia dei redditi e la ricchezza manifesta. Abbiamo dunque avviato i relativi controlli ricostruendo la rete di truffe grazie anche ai dati fornitici dai carabinieri”.
“Il modus operandi consisteva nel gonfiare ampiamente le fatture dei lavori edilizi rispetto ai costi effettivi dei lavori eseguiti – conclude il colonnello Falco - . Questo, previo visto di conformità del commercialista e del consulente del lavoro conniventi, le false fatture venivano inserite nel portale dell’agenzia delle entrate, facendo maturare loro dei crediti fittizi che venivano conseguentemente monetizzati e riciclati e autoriciclati in immobili, gioielli e beni di lusso vari. Siamo così arrivati a oltre 2 milioni di crediti sequestrati”.
Per lavori da 300mila euro, dichiaravano fatture da un milione, ottenendo la differenza come credito per il superbonus, immediatamente monetizzato e reinvestito. Se un palazzo aveva 10 finestre, ad esempio, grazie all’aiuto dell’architetto ne facevano risultare 50 e le fatture lievitano. Gli altri due professionisti facevano in modo che le carte finissero nel cassetto fiscale e facevano ottenere il credito alla famiglia.
Eseguite sette ordinanze di misure cautelari nei confronti di altrettante persone, di cui 2 finite in carcere e 5 agli arresti domiciliari. Disposto il sequestro del profitto dei reati contestati per oltre 2.750.000, nonché numerosi immobili, ritenuti frutto degli illeciti ipotizzati.
Sono state, inoltre, eseguite numerose perquisizioni personali e domiciliari che hanno portato al sequestro da parte delle forze dell’ordine di: 10 fabbricati, 12 terreni, quattro autovetture, oggetti di lusso fra cui orologi rolex e gioielli preziosi, 13 quadri (di cui alcuni di grande valore), denaro contante e un assegno per circa 30.000 euro. Ancora in corso i lavori di indagine delle forze dell’ordine per recuperare la refurtiva mancante e nei confronti delle altre società facenti capo al sodalizio.
I reati ipotizzati vanno dal trasferimento fraudolento di valori al riciclaggio, all’autoriciclaggio e all’associazione per delinquere. A finire in carcere sono stati colui che è ritenuto a capo dell’organizzazione, un imprenditore 31enne di Tolentino e un professionista 66enne di Martinsicuro.
Agli arresti domiciliari sono finiti, invece: la madre, la sorella e la moglie del capo dell’organizzazione (e due professionisti) anch’essi residenti a Tolentino, uno dei quali risultava già radiato dal proprio albo professionale.
Andrà in onda domani la prima puntata di “InclusiviTV”, il programma televisivo girato e realizzato dai ragazzi e dalle ragazze della classe 2°C dell’Istituto Comprensivo Don Bosco di Tolentino, interamente finanziato dal Centro Commerciale Val di Chienti di Macerata e prodotto dall’agenzia di comunicazione Proxima Spa Società Benefit.
Al centro del programma è stato posto il tema dell’inclusività, affrontato nelle sue diverse declinazioni nel corso di cinque puntate dalla lunghezza di circa dieci minuti l’una, che andranno in onda a partire dal 7 febbraio su èTV Marche (canale 12) ogni martedì alle 19 e 45, fino al 7 marzo.
Il progetto ha coinvolto gli studenti e le studentesse di Tolentino, rendendoli protagonisti del programma dalla sua organizzazione alla realizzazione davanti alle telecamere: 12 gli ospiti intervistati (dal fischietto di Serie A Juan Luca Sacchi alla regista teatrale Ada Borgiani e molti altri) dai ragazzi e dalle ragazze che affronteranno in ogni episodio un aspetto specifico nel campo dell’inclusione fra sport, cultura, animali, web e iniziative cittadine.
“Gli alunni e le alunne si sono divisi i compiti per organizzare al meglio il lavoro e per raggiungere un obiettivo comune senza escludere nessuno – sottolinea Emilio Mori, senior account e business development di Proxima -. Non credo vada sottovalutata la buona riuscita del progetto: la classe si è dimostrata affiatata ed è riuscita a lavorare come una vera redazione televisiva e alla loro professionalità va dato merito”.
“Abbiamo accolto con favore la proposta che ci è stata fatta dal centro commerciale relativa al progetto InclusiviTV – evidenzia la dirigente dell’Istituto comprensivo Don Bosco di Tolentino, Pierina Spurio -. La nostra scuola ha tra i suoi obiettivi prioritari quello di favorire l’inclusione degli alunni con bisogni educativi speciali e questo progetto è riuscito a suscitare l’interesse e la partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse favorendo l’integrazione e spingendoli a superare le proprie fragilità”.
“Nei 25 anni di storia del Val di Chienti abbiamo avuto la fortuna e il piacere di indirizzare la nostra attenzione verso molte attività sociali ed educative rivolte alle scuole del territorio – prosegue il manager del Centro Commerciale, Gianluca Tittarelli - ma questa è stata particolarmente stimolante per l’importanza del tema dell’inclusività. Non a caso abbiamo scelto di mandare in onda la prima puntata di InclusiviTV proprio il 7 febbraio, in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo: trattandosi di un programma fatto da giovani per i giovani, sono emerse molte sfaccettature interessanti e personalmente mi porterò dietro questo bel ricordo per molto tempo”.
“È stata una bella esperienza che ricorderemo sempre – racconta lo studente Leonardo Mandolesi - inclusiva in primo luogo per noi che abbiamo tutti potuto partecipare come classe: ci siamo trovati ad imparare sul campo il significato della parola inclusione, cercando di superare battibecchi iniziali sulla formazione dei gruppi di lavoro, ad esempio. Mi è piaciuto tutto del progetto e non c’è nulla che cambierei, anche se la parte più emozionante è stata sicuramente la registrazione delle puntate”.
“Un progetto bello e coinvolgente dove abbiamo potuto imparare il concetto di inclusività anche nella relazione con i professionisti del mondo della televisione – conclude l’alunna Maria Ruani -. È stato divertente dividersi in gruppi e scegliere chi avremmo intervistato, ma il bello è arrivato con le riprese al il centro commerciale”.
Di seguito il palinsesto integrale delle puntate, completo di orari di messa in onda, di repliche, di ospiti e tematiche:
PUNTATA 1Date: in onda martedì 7 febbraio ore 19.45 su Ètv Marche, canale 12. In replica mercoledì ore 14.00, giovedì ore 20.40, canale 12. Venerdì ore 17.00 e domenica ore 13.25, canale 17.Tema: Animali, Protagonisti: Ilary Ferroni e Benedetta Cerrani intervistano Irene Pazzaglia di Associazione Noa e Michela Marchesini dell'Associazione Castel Lornano. Presentano Eriona Seferi e Maria Scattolioni.
PUNTATA 2Date: in onda martedì 14 febbraio ore 19.45 su Ètv Marche, canale 12. In replica mercoledì ore 14.00, giovedì ore 20.40, canale 12. Venerdì ore 17.00 e domenica ore 13.25, canale 17.Tema: Web, Protagonisti: Vittorio Pela e Arbenito Seferi intervistano Silvia Alessandrini Calisti di Mammemarchigiane.it e Daniela Zepponi, Vicepresidente dell'Associazione RED. Presentano Camilla Fabiani e Matilde Sciaratta.
PUNTATA 3Date: in onda martedì 21 febbraio ore 19.45 su Ètv Marche, canale 12. In replica mercoledì ore 14.00, giovedì ore 20.40, canale 12. Venerdì ore 17.00 e domenica ore 13.25, canale 17.Tema: Sport, Protagonisti: Irene Brandi e Kaur Garleen intervistano Luca Sacchi, Arbitro di Serie A, e Roberto Minnetti, Allenatore atletica leggera Anthropos Civitanova Marche e della Nazionale Italiana. Presentano Alessandro Caporaletti, Maria Ruani e Diego Damiani.
PUNTATA 4Date: in onda martedì 28 febbraio ore 19.45 su Ètv Marche, canale 12. In replica mercoledì ore 14.00, giovedì ore 20.40, canale 12. Venerdì ore 17.00 e domenica ore 13.25, canale 17.Tema: Cultura, Protagonisti: Roberto Passarini e Btissame Nfanti intervistano Marco Luchetti di Inclusivopera e Ada Borgiani, Regista teatrale della Compagnia della Rancia. Presentano Alessio Maiolati e Leonardo Mandolesi.
PUNTATA 5Date: in onda martedì 7 marzo ore 19.45 su Etv Marche canale 12. In replica mercoledì ore 14.00, giovedì ore 20.40, canale 12. Venerdì ore 17.00 e domenica ore 13.25, canale 17.Tema: Città, Protagonisti: Besart Saiti e Matilde Rossetti intervistano Mauro Sclavi, Sindaco di Tolentino ed Enrico Cherchi, dell’Associazione Bonobo. Matteo Bagic intervista il Dirigente Scolastico dell'Istituto Comprensivo Don Bosco, la Dott.ssa Pierina Spurio. Presentano Kaur Gurleen e Matilde Romagnoli.
Corso Cairoli diventa il cuore del San Valentino maceratese. Per celebrare la festa degli innamorati, i commercianti del Centro Commerciale Naturale “Le Casette” si sono organizzati per dare il via ad un’iniziativa che punta a far entrare Macerata nel Guinness dei primati.
Richiamando la celebre canzone di Adriano Celentano, il progetto prende il nome di "24mila baci" e propone ai cittadini del capoluogo di raccogliere il maggior numero possibile di foto di baci, nel tentativo di spodestare San Paolo in Brasile che nel 2012 aveva raccolto ben 13.316 baci su un murales.
"Questa iniziativa è il frutto della volontà corale di tutti noi commercianti - racconta Franca Ercoli di "Pizzi e Ricami" - di riunirci per dare vita alla città durante tutto l'anno. Ci piacerebbe che partecipassero tutti i negozi e le attività della città, non solo quelli di Corso Cairoli, così da aumentare le possibilità di vincere ed entrare nel Guinnes World Record. Per ora siamo stupiti del successo che stiamo riscuotendo: ci sono arrivate foto da Pordenone, da Bergamo e anche dalla Spagna".
Il contest è partito con un giorno di anticipo sulla tabella di marcia, il 31 gennaio, e avrà termine proprio il 14 febbraio, quando verranno conteggiate le foto raccolte. Non ci sono restrizioni sui soggetti, sulle modalità o sul luogo del bacio: che sia a casa o davanti ai "kissing point" posizionati lungo Corso Cairoli, che sia un bacio di coppia, fra amici, parenti o con il proprio animale domestico, l’unica prerogativa per partecipare è postare la foto sui social taggando le pagine @lecasettemacerata e @macerataoggi.
Sugli account Instagram degli organizzatori sono già state raccolte oltre 60 foto a un giorno dall'inizio ed è anche presente il regolamento dettagliato dell’iniziativa: "È il momento di dimostrare che, se si tratta di baci, Macerata è perfettamente capace di battere il Brasile. Ci serve il vostro aiuto - si legge - per catturare il maggior numero di baci".
"C’è un grande entusiasmo intorno a questa iniziativa - racconta il gestore della pagina “Le Casette” e proprietario del Dream Music Shop, Gaetano Siciliano - L'obiettivo finale è quello di realizzare un video da mandare al Guinnes dei Primati, poi saranno loro a giudicare se il risultato conseguito sia idoneo o meno. Stiamo cercando anche di stampare un centinaio di foto per realizzare un’esibizione finale, ma è ancora tutto in divenire".
È previsto anche un premio per le tre foto che al termine del contest avranno raccolto il maggior numero di 'Mi piace'. "Volevamo realizzare un progetto per San Valentino ma non avevamo alcun budget - racconta la proprietaria di MacerataOggi, Anna -, quindi abbiamo pensato di far diventare un contest di fotografia qualcosa di più emozionate. Dopo qualche ricerca abbiamo scoperto la storia di San Paolo e ci è venuta l’idea del Guinness. Macerata è una città bellissima e merita di salire alla cronaca perchè associata a qualcosa di bello come un bacio".
"Certo, superare San Paolo con 11milioni di abitanti non sarà facile - continua -, ma perché non provare? Alla fine, si tratta di mettersi in gioco e la reazione che abbiamo ricevuto finora è ben più entusiastica di quanto immaginassimo. Ci sono alcuni ex studenti che non abitano più qui e che hanno voluto partecipare per i bei ricordi conservati della loro vita da universitari, addirittura qualche cantante che si era esibito al Macerata Opera Festival. So che parliamo di un numero altissimo ma la gente ci crede e noi non possiamo essere da meno: mi toccherà trasformarmi in una contabile di baci".
Da un gioco nato in un bar di Porto Sant’Elpidio, a uno dei fenomeni social più virali d’Italia. Il FantaSanremo arriva alla quarta edizione e quest’anno si è provvisto di un’organizzazione senza precedenti, con un sistema più esteso e adatto a ricevere l’enorme mole di utenti già iscritti al sito. Nel 2020 i 47 giocatori erano tutti fisicamente presenti al Bar Corva di Papalina, nel 2021 erano mille volte tanti, 47mila. Nel 2022 il numero è quasi decuplicato fino a quota 500mila partecipanti, ma il picco massimo è stato raggiunto quest’anno: al 30 gennaio 2023 si contano 1 milione 550mila squadre registrate, un numero destinato ancora a crescere man mano che ci si avvicina all’inizio del Festival fissato per martedì 7 febbraio.
Basato su un sistema di regole che di anno in anno è evoluto e si è adattato in relazione all’inaspettato boom di popolarità, il FantaSanremo è oramai una realtà affermata che punta ad approfondire l’esperienza del Festival coinvolgendo maggiormente gli spettatori da casa. Una “second screen experience”, come l’ha definita anche Marco Nazzareno Giovanna Filipponi, host e organizzatore del FantaSanremo nell’intervista che segue, che potrebbe fare da apripista verso una nuova fruizione del media televisivo.
Come nasce il FantaSanremo? «Tutto nasce da un gruppo di amici musicisti, insegnanti di musica e in generale addetti ai lavori nel mondo dello spettacolo, appassionati del Festival. Ci siamo ispirati ad altri Fanta-game come il “Fanta-Game of Thrones”, abbiamo scelto di chiamare “Baudo” la moneta di gioco e tutti e 47 i partecipanti si erano ritrovati al Bar Corva di Papalina per vedere insieme la kermesse. All’inizio si era formata una “Giuria Microscopica”, la controparte della “Giuria Demoscopica” per stilare pagelloni e previsioni».
Quando avete capito di essere diventati un fenomeno virale? «L’anno dopo, in vista del lockdown e mentre eravamo ancora in piena pandemia, abbiamo deciso di spostare tutto online con un sito inizialmente calibrato per un massimo di 100 squadre. Ovviamente non avevamo ancora idea di quanta gente avrebbe partecipato. La voce, però, si è diffusa sempre più ed è arrivata fino agli Slim Dogs (celebre gruppo di youtuber e videomaker romani ndr), per poi raggiungere altri influencer come Paolo Camilli, Dariohead o Estetista Cinica e, tramite loro, anche gli artisti sul palco dell’Ariston».
«Da lì in poi siamo esplosi e nell’ultima settimana il sito andava in crash di continuo: abbiamo raggiunto le 47mila squadre ed eravamo costretti a ricalibrare il sito più volte al giorno per reggere la mole di iscrizioni - continua Filipponi -. Nel 2021 già lo Stato Sociale, Random e Colapesce e DiMartino avevano partecipato, ma è nel 2022 che la cosa ha davvero preso piede. Eravamo partiti per tempo con un marketing più consapevole e pronto, come ad esempio l’idea di far dire “Papalina” sul palco, in omaggio al bar da cui tutto è iniziato. Ranieri che all’Ariston dice “Papalina” è ancora un ricordo indelebile nei nostri cuori»
Come ha fatto, secondo te, il FantaSanremo a passare da 47 squadre a più di un milione e mezzo in soli tre anni? «Credo che le motivazioni siano principalmente due: da un lato lo spirito goliardico, come dimostrato dal premio in palio della gloria eterna, dall’altro la serietà e l’affidabilità che il team ha saputo dimostrare negli anni. A noi piace definirci “cazzoni professionali” o “inaspettatamente affidabili”».
Credi che il FantaSanremo abbia contribuito a riavvicinare i giovani al Festival? «Personalmente credo di no. Dal canto nostro ci siamo evoluti nel tempo e abbiamo dovuto adattarci alle nuove esigenze, imparando concetti come la “gamification” o la “second screen experience” che stavamo già applicando senza saperlo. A livello numerico abbiamo contribuito in misura minima, anche se c'è stato qualcuno che ci ha raccontato di aver iniziato a seguire il Festival solo per poter giocare al Fanta».
Come è cambiata l’organizzazione del FantaSanremo in relazione alla crescita di popolarità del gioco? «Radicalmente. Fino all’edizione dell’anno scorso l’organizzazione, dalle regole con bonus e malus alla gestione del lavoro, era la stessa del bar. Dopo lo sdoganamento dell’anno scorso abbiamo capito che era meglio correre ai ripari e darsi una struttura più efficiente: ora siamo divisi in tanti microteam che si occupano dei singoli settori, dalla stesura del regolamento alla parte legale fino all’addetto stampa e così via».
Avete mai pensato di far diventare quest’attività un vero e proprio lavoro? «Sarebbe un sogno poter vivere con il FantaSanremo, il FantaEurovision e chissà cos’altro. Se riusciremo a mantenere intatti lo spirito e l’affidabilità che ci caratterizzano potremmo pensarci ma per ora rimane solo un sogno».
Come decidete quali regole applicare di anno in anno? «Il primissimo regolamento si basava sulla storia del Festival, quindi sui grandi classici come “scendere la scalinata”, “ringraziare l’orchestra”, “baci al pubblico” o “scendere in platea”. Una buona fetta di regole è stata poi ispirata dalle performance di Achille Lauro, quindi “la scapezzolata” o “l’essere scalzi”, per esempio. Qualcosa anche dal mondo della musica come l’autotune o il mettere gli occhiali da sole o il cappello sul palco. La restante fetta è frutto solo dell’estro, della follia e della goliardia di chi ha stilato il regolamento».
Come è cambiato il regolamento con il crescere della popolarità? «Edizione dopo edizione abbiamo dovuto aggiustare il tiro: con un numero sempre maggiore di giocatori e con la partecipazione attiva degli artisti c’è stato proprio bisogno di rivedere i valori e i punteggi tenendo conto delle azioni volontarie dell’artista. È anche diventato importante cercare di non essere invasivi durante il Festival, quindi in questa edizione dire “FantaSanremo” è diventato un malus, né ci sono più gesti eclatanti da fare o cose da dire sul palco, proprio perché il nostro è un omaggio al Festival e l’ultima cosa che vogliamo è essere fastidiosi. Quelle regole c’erano perché pensavamo fossero semplicemente impossibili. È stato un piacere venire smentiti da Amadeus e dagli artisti che hanno capito subito il nostro spirito e che hanno partecipato spontaneamente. Si è rapidamente compresa la genuinità del gioco e per questo non si è deciso di limitarlo: nella conferenza stampa del lunedì mattina dopo Sanremo ci siamo commossi e ancora conserviamo un bellissimo ricordo».
Tornerete a Sanremo quest’anno? «L’anno scorso è stata una visita rimediata al volo. Ad ora il solo il Comune di Sanremo ci ha invitati e alloggeremo al PalaFiori, a due passi dall’Ariston che però ancora non ci ha fatto sapere niente. Speriamo di riuscire a fare una capatina ma non c’è ancora niente di ufficiale in merito».
Credi che la “second screen experience”, una multimedialità che coinvolge lo spettatore da più punti di vista, possa essere una nuova direzione da percorrere per i media? «Perché non provare? A partire dal televoto, che era una forma embrionale di coinvolgimento del telespettatore da casa, non mi sembra ci sia stata una grossa evoluzione in Italia. Penso che percorrere questa direzione potrebbe portare a sviluppi interessanti e, comunque, non abbiamo nulla da perdere».
Furono circa 600mila i militari dell’esercito italiano deportati nei campi di concentramento in Germania, Austria ed Europa orientale all’alba dell’armistizio dell’8 settembre. Circa 50mila non fecero mai ritorno.
Privati delle tutele garantite dalla Convenzione di Ginevra e della protezione della Croce Rossa Internazionale, agli IMI toccò una sorte non dissimile da quella degli altri prigionieri dei lager: fra il trasporto disumano via treno o via nave e il lavoro forzato, fra le torture fisiche e psicologiche e la glaciale violenza sistematica. A raccontare questa storia, in occasione della Giornata della Memoria, è Rossano Corradetti, figlio dell’internato e testimone diretto dell’Olocausto, Mario Corradetti.
Nato a Montottone nel 1913, nel Fermano, Mario è uno dei tanti "dimenticati di Stato" - come li definisce il figlio Rossano - uno dei superstiti dalla strage nazista che ha custodito in un diario la propria esperienza, la preziosa memoria storica di chi ha esperito in prima persona la brutalità del nazismo, la desolazione inumana dei campi di concentramento.
Rossano spiega che il padre era spesso reticente a raccontare, a rimestare quei ricordi tanto dolorosi: “Ricordo quando da bambino facevo i capricci per il cibo, magari rifiutando la minestra o le verdure preparate da mia madre, e subito lui mi rimproverava: «Magari l’avessi avute io queste cose nei campi. Dovevo nascondere anche il coltellino con cui pelavo le patate per non farmi sparare»".
"L’altra Resistenza" – come il titolo del libro di Alessandro Natta, segretario prima e presidente poi del Partito Comunista Italiano fra il 1984 e il 1990 e internato nei campi di Sandboestel e Wietzendorf fra il ’43 e il ’45 insieme allo stesso Mario Corradetti – è stata portata avanti dai militari italiani nei campi di prigionia: in risposta alle lusinghe e alle minacce dei nazisti e dei repubblichini (i pochi che si riunirono sotto il fascio littorio della repubblica di Salò) volte a reintegrare le forze dell’asse, i soldati italiani eressero un muro di rifiuto che ha retto per due anni, un “no” che a molti è costato la vita.
«Se si fossero dichiarati disponibili a combattere, spiega Rossano, (stando alle fonti il 70% degli ufficiali e il 78% dei soldati internati rifiutò di prestare giuramento alla Repubblica di Salò ndr), sarebbero stati liberati dalla prigionia e rimandati a casa – così dicevano i nazifascisti. Il bastone era affidato ai tedeschi che lanciavano insulti come "traditori", “badogliani”, “feccia”, mentre la carota ai repubblichini i quali promettevano onore, libertà e patria».
«Promesse vuote che mio padre rifiutò sempre, continua Rossano, un no che sapeva benissimo significare la prigionia nei campi di concentramento: «La scelta del ‘no’ ci dava la dignità di sentirci uomini, oltre che soldati. Il mio no era consapevole, sapevo cosa mi aspettava», si legge nel diario.
Dopo la morte di Mario, nel 1986, Rossano ha deciso di diffondere la storia del padre nella casa museo di Montottone, di mantenere in vita la memoria di un volto della Resistenza italiana spesso considerato come secondario, di sfondo. “Sono anni che raccolgo firme e mando petizioni a Roma per far istituire una giornata dedicata ai militi italiani internati".
"Lo scorso governo sembrava essere sul punto di approvare la richiesta prima di cadere e recentemente ho rimandato tutto al presidente del Senato, Ignazio La Russa, ma sinceramente nutro poche speranze. I morti sono tutti uguali, non dovrebbero avere colore”.
Fino all’8 settembre 1943, l’esercito italiano combatteva dallo stesso lato dei tedeschi ed era impiegato in diversi fronti in tutta Europa (Iugoslavia, Francia, Albania, Grecia e isole dell'Egeo, Polonia, paesi baltici e Unione Sovietica ndr), in linea con le volontà del regime fascista.
Poi la deposizione e l’arresto di Mussolini, la prigionia e la liberazione da parte dei paracadutisti tedeschi stravolsero la posizione dell’Italia nello scacchiere europeo, segnata in quell’8 settembre dalla dichiarazione ufficiale di Badoglio sulla firma dell’armistizio di Cassibile, con cui si decretava il cambio di fronte e l’impegno contro il nazifascismo.
Saltano tutte le linee di comando: la famiglia reale fugge da Roma e le autorità politiche scompaiono, si smembrano o si rendono irraggiungibili, tutto mentre la Wehrmacht dà il via all’occupazione del territorio italiano. La Repubblica Sociale Italiana si insedia nel nord alla fine di settembre e con essa si apre l’ultimo capitolo della seconda guerra mondiale.
Intanto i soldati dislocati in Europa erano allo sbando: Corradetti era di stanza in Grecia, a Larissa, al momento dell’armistizio, dove il numero dei soldati italiani superava di gran lunga i tedeschi, ma la mancanza di ordini chiari e immediati costò la deportazione. Ammassati su treni e navi, furono trasportati in massa nella bassa Sassonia, nei campi di prigionia destinati specificatamente agli italiani (alcuni dei quali presenti anche nel Maceratese).
La differenza fra questi lager e i più noti di Auschwitz, Birkenau o Dachau, era solo nell’intensità della persecuzione operata dai carnefici, non nella sostanza. Non c’erano forni crematori; i numeri non venivano tatuati sulla pelle dei prigionieri, solamente schedati e numerati (il numero di matricola di Corradetti era 192792); i capelli non venivano tagliati, ma cosparsi di creosolo; a Sandboestel non c’erano neanche le fosse comuni (presenti, invece, a Wietzendorf), e i prigionieri potevano seppellire i loro morti in dei cimiteri abbandonati e dismessi.
Ciò che li accomunava era la brutale violenza spersonalizzante, le condizioni igieniche e alimentari terribili con il tetro corteo di fame, malattia e morte: “Lande sabbiose e reticolati; fame e puzzo di rape; baracche di legno e insetti; urla bestiali e morte”, così Natta descrive i lager.
Nonostante il rischio di venire fucilati sul posto, Corradetti e i suoi compagni riuscirono a costruire una radio con cui intercettare le notizie proveniente da fuori. L’avevano chiamata Radio Caterina, in onore della fidanzata di uno dei prigionieri, ed era da lì che ogni giorno speravano di ottenere la notizia della fine della guerra.
“Quando nel 1945 arrivarono gli arei americani a bombardare pensavamo di morire. Era da qualche settimana che si inseguivano voci sull’imminente liberazione e finalmente, il 19 agosto, fu dato l’annuncio della fine della guerra al grido di “Viva l’Italia! Viva le nazioni alleate!”. Solo dopo emerse che Goebbels aveva firmato l’ordine di bruciare i campi ed eliminare i superstiti. Un ordine fortunatamente mai eseguito.
Nel diario di Corradetti si leggono parole di sollievo e gioia ricordando la fine della cattività: “Dopo mesi di peregrinare eravamo finalmente fuori dal campo e tornammo in Italia con mezzi di fortuna, chi in treno, chi su un camion, chi a piedi. La precedenza era data ai feriti e ai malati gravi, ma ero felice di poter tornare in patria. […] Arrivai a Montottone dopo una lunga odissea, era il 20 ottobre ed ero finalmente libero”.
Al termine di un periodo di forte stress economico, fra le conseguenze della pandemia e la crisi energetica, sono tante le questioni e le sfide che si presentano alle imprese e alle famiglie italiane. In un contesto globale in evoluzione, con la Comunità Europea che incalza su sostenibilità e innovazione digitale, il panorama economico finanziario attuale si presenta ancora complesso e difficile.
Per mettere un freno all’inflazione galoppante (all’+11,6% a dicembre 2022 ndr), la Bce sta aumentando i tassi d’interesse, mossa che disincentiva le banche dal concedere credito alle imprese, mentre i margini di queste ultime vengono erosi dai rincari dell’energia e dalla carenza di materie prime.
Queste le principali tematiche affrontate nel convegno organizzato da Confidi Macerata con Confindustria Macerata e l'Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Macerata e Camerino, tenutosi nel pomeriggio di lunedì 23 gennaio. Il tema, "Sostenibilità, innovazione e crescita: le nuove sfide della relazione Banca-Confidi-Impresa", ha attratto un nutrito gruppo di esponenti del settore fra imprese, banche del territorio e i professionisti dell’Ordine.
La moderazione dei lavori è stata affidata a Marco Cucculelli, docente all’Università Politecnica delle Marche, il quale ha introdotto le due finalità dell’incontro: l'accordo fra Confidi e Odcec (Ordine dei Commercialisti ed Esperti contabili) e le presentazioni delle due relatrici invitate da Roma, la direttrice dell’area credito Confindustria, Francesca Brunori e il segretario generale Federconfidi, Francesca Torchia.
Il professore si è soffermato sui risultati preliminari di una sua ricerca che prende in considerazione l’impatto dei modelli ESG (Environmental, Social and Governance ndr) sulle aziende delle Marche, evidenziando l'importanza di non limitarsi ad un’applicazione superficiale di tali modelli – o Greenwashing -, ma ad una loro seria ed integrale adozione: "I fattori di sostenibilità migliorano le aziende sotto diversi aspetti, non per l’ultimo la reputazione. Sono infatti fondamentali per accedere a fondi europei come il PNRR".
Il risultato di un accurato sondaggio condotto su vasta scala nella regione ha dimostrato un forte arretramento nell’applicazione dei criteri di sostenibilità fra le piccole e medie aziende (intorno ai 100/110 dipendenti), in particolare per quanto riguarda gli aspetti 'Social' and 'Governance': "Nelle Marche non è strano – continua Cucculelli – vedere aziende con laboratori all’avanguardia ma con la zona uffici rimasta al Medioevo. C’è ancora tanto spazio da colmare".
Primo a prendere la parola è stato il presidente di Confidi Macerata, Gianluca Pesarini, il quale ha presentato l’accordo di collaborazione con l’Odcec di Macerata e Camerino: "Un accordo volto ad assistere e facilitare le imprese nell’accesso al credito, in particolare alla luce di nuove sfide del periodo post-pandemia. Nonostante l’economia incerta dovuta a dei macro-scenari, dobbiamo andare avanti nella micro-quotidianità. Non vogliamo scivolare nel sud che vive di assistenzialismi, ma dobbiamo unirci all’Italia e all’Europa che tirano".
Si unisce alle congratulazioni il presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Macerata e Camerino, Luca Mira: "I professionisti vogliono accompagnare gli imprenditori lungo questa strada. Questo è un cammino corale dove tutti dobbiamo collaborare per andare avanti, compresi il sistema bancario e le istituzioni".
I termini dell’accordo sono stati elencati e spiegati dal direttore responsabile di Confidi Macerata, Leonardo Ruffini: il contenuto della partnership prevede che il professionista predisponga la "scheda notizie aziendali" e/o un company profile e/o un business plann (per i progetti d’investimento), mentre Confidi si impegna ad agevolare e assicurare le migliori condizioni dell’accordo.
Nello specifico si impegna a: deliberare la garanzia in tempi veloci (entro 5 giorni lavorativi); a far applicare le condizioni creditizie ottimali dalle banche convenzionate; a rilasciare una garanzia diretta patrimoniale, fino all’80%, con controgaranzia Fondo per le PMI, a costi agevolati; ad analizzare i requisiti di ammissibilità al Fondo Garanzia per le PMI; ad assistere nell’ottimizzazione dell’accesso al credito delle PMI e nella gestione del rapporto banca-impresa.
Interviene anche il vice presidente di Confindustria Macerata, con delega al credito, Paolo Ceci, il quale ha illustrato il quadro economico e creditizio con cui le imprese e le famiglie devono confrontarsi quotidianamente: "Su di un sistema eroso dai costi crescenti delle materie prime, gravano ora anche le politiche restrittive e prudenziali delle banche in materia di credito. La BCE, con lo spauracchio dell’inflazione, sta colpendo i bilanci delle aziende. Credo sia necessario rivedere, a livello europeo, le condizioni del default".
La relazione tenuta da Francesca Brunori si è concentrata sulle attività e i progetti che Confindustria attua sul tema del credito: "Veniamo da una fase difficile e fino a poco fa l’accesso al credito era facilitato e incentivato, un sostegno alla liquidità su cui ora non possiamo più fare affidamento. Al termine della gestione da emergenza è arrivato il momento di costruire e pianificare il futuro, ma per farlo è necessario che ci sia una corretta ed adeguata regolamentazione orientata allo sviluppo".
Sul tema della sostenibilità, Brunori insiste sull’importanza di fare formazione e investire nell’aggiornamento ai criteri Esg: "Non è una questione di ideologia o di valori, ma di valore dell’investimento. Anche le banche saranno costrette a prendere in considerazione tali criteri per fornire crediti alle imprese, senza contare le grandi possibilità d’investimento che la transizione ecologica e digitale possono comportare a livello di fondi europei".
Chiude la conferenza Francesca Torchia di Federconfidi: "Anche gli operatori finanziari sono stati sollecitati a tenere sotto controllo i criteri ESG, a fare formazione e mediazione fra le industrie e le banche. Dobbiamo però cercare di adattare queste regole ai tempi fisiologici di metabolizzazione del sistema economico". Ha sottolineato quindi il ruolo centrale dei Confidi nel favorire l’accesso al credito, fungendo da tramite fra imprese e banche.
La crisi pandemica e l’inizio dell’invasione dell’Ucraina hanno provocato negli ultimi anni un’impennata del costo del carburante, arrivato a superare i massimi storici sopra i 2 euro al litro. A contribuire all’aumento dei prezzi sono stati diversi fattori: dal rincaro del costo del Brent (il petrolio estratto nel Mare del Nord ndr) alla corsa del prezzo del greggio nel 2021 conseguente al periodo post-Covid.
Nelle Marche, come riportato dalla recente ricerca condotta dal Codacons, a detenere il primato per i prezzi più alti è il comune di Tolentino, con un massimo di 2,344 €/litro per la benzina e 2,431 €/litro per il diesel. Record positivo invece per Ancona, con un prezzo medio della benzina a 1,76 €/litro mentre per il gasolio 1,84 €/litro.
BENZINAI IN SCIOPERO - Il caso è esploso a livello nazionale con l’inizio del 2023, quando i prezzi hanno subito una ripida impennata conseguente alle misure adottate dal governo in carica: i benzinai italiani hanno indetto uno sciopero generale il 25 e il 26 gennaio per protestare contro l’”ondata di fango” che il decreto trasparenza ha generato, ultimo esempio di una linea tenuta dal governo che scarica la responsabilità dell’aumento sui gestori stessi, accusati di speculazione.
Le multe previste dal decreto arrivano fino a 6mila euro (equivalenti a 180mila litri di benzina, sei autobotti, di benzina venduti). “Sul caro carburanti continua lo scaricabarile del governo”, ha commentato Roberto Di Vincenzo, presidente della Fegica, assieme al presidente nazionale della Figisc Bruno Bearzi. “Il governo non può dire che i gestori si sono comportati correttamente e domani evocare l’intervento della guardia di finanza e dell’Agcm”.
Nel concreto, il decreto trasparenza impone un monitoraggio dei prezzi giornaliero con l’obbligo di esporre il prezzo medio nazionale accanto a quello praticato dal gestore. Un tetto massimo è stato poi fissato per i distributori in autostrada, con l’ipotesi di una riduzione delle accise in modo da riconoscere una percentuale maggiore ai distributori in questione.
COME SI CALCOLA IL COSTO DEL CARBURANTE - Per comprendere concretamente il perché il prezzo di diesel e benzina è balzato in avanti dallo scorso primo gennaio, è necessario specificare come si compone il costo totale del carburante quando paghiamo al distributore. Oltre al prezzo netto della materia prima e il margine lordo - che rivestono insieme un ruolo minoritario nel computo finale, circa il 42% per benzina e il 49% per il diesel - va considerata la componente fiscale, ricavata dalle accise fisse e dall’IVA al 22% da calcolare sul prezzo finale (una tassa su una tassa, detto altrimenti, che corrisponde a più della metà del prezzo finale del carburante). Si pensi che se, per assurdo, il prezzo della materia prima dovesse scendere a 0 euro al litro, comunque facendo rifornimento il costo sarebbe di circa 1 €/litro di sole tasse.
SALI E SCENDI DELLE ACCISE - Nel marzo 2022, il governo Draghi aveva imposto un taglio alle accise su diesel e benzina di 25 centesimi (rispettivamente da 0,62 € a 0,37 € e da 0,73 € a 0,48 €), con un conseguente calo del prezzo totale di circa 30 centesimi, contando il rapporto percentuale dell’Iva. L’intervento è stato prorogato anche dopo le ultime elezioni fino allo scorso novembre, per vedere un primo rialzo di 10 centesimi a dicembre e la completa abolizione a inizio gennaio 2023.
Il gettito garantito allo stato dalle imposte sul carburante è altissimo, specialmente se considerato che le accise sul gasolio in Italia sono le più alte d’Europa, mentre quelle sulla benzina sono seconde solamente ai Paesi Bassi. Basti pensare che in meno di un anno dallo sconto applicato dal precedente governo, lo Stato ha registrato perdite pari a 7 miliardi di euro. Queste le principali motivazioni che hanno portato al dietrofront sullo sconto, oltre al primo calo significativo nel costo netto delle materie prime registrato lo scorso dicembre (da novembre a dicembre 2022 - benzina: da 0,91€/litro a 0,78 €/litro; diesel: da 1,12€/litro a 0,95€/litro ndr).
A complicare ulteriormente lo scenario, bisogna ricordare che l’Italia detiene il record per numero di distributori di benzina (quasi il doppio di Francia e Spagna) con 21mila stazioni di servizio sparse per la nazione. Ciò comporta problemi a livello di erogazione del singolo gestore, il quale necessariamente avrà ricavi più bassi che nel resto d’Europa data la maggiore frammentazione della rete di distribuzione.
Il servizio di Report andato in onda su Rai 3 nella serata di lunedì 9 gennaio ha messo sotto accusa il colosso dell’allevamento avicolo Fileni, con sede amministrativa a Cingoli e sede legale a Jesi. La Onlus Lav ha fornito alla redazione del programma immagini e video per testimoniare le condizioni degli animali e alcune presunte irregolarità registrate negli enormi impianti presenti nelle Marche e nel centro Italia, che arrivano a ospitare sino a 400mila polli.
Dalle immagini mostrate nel servizio firmato dalla giornalista Giulia Innocenzi si vedono alcuni esemplari abbattuti nei capannoni tramite torsione del collo, oltre a venire segnalate condizioni di vita al di sotto degli standard imposti per la definizione di "Bio" e un impatto ambientale elevato per la popolazione e l’ecosistema circostante.
L’azienda leader nella produzione di pollo biologico ha ottenuto lo scorso anno, per la prima volta nel settore, la certificazione B Corp che ne attesta la trasparenza, la sostenibilità e la responsabilità delle pratiche interne. Secondo Fileni, dei 50 milioni di polli allevati annualmente nei dieci maxi capannoni sparsi nelle Marche (più altri fuori regione), soltanto l'11% degli animali sarebbe venduto con la denominazione "Bio", mentre il restante 89% verrebbe commercializzato con altre finalità.
Le riprese effettuate nello stabilimento di Monteroberto (Ancona) ritraggono operatori torcere il collo agli animali e prenderli a calci mentre sono agonizzanti a terra. Una condotta "episodica", come ha replicato Fileni, ma giudicata inadeguata in ogni caso dagli intervistati, fra cui il direttore della funzione veterinaria e sicurezza alimentare dell’Asur – Marche, Alberto Tibaldi che l'ha definita come forma di maltrattamento animale.
"In allevamento l’abbattimento di routine non è consentito", ha affermato. Eppure i documenti reperiti durante l’inchiesta da Report registrebbero fino a 280 polli uccisi al giorno. Rilevante anche il tema dell’impatto ambientale. Come riportato da Report, le lamentele dei cittadini e delle associazioni si sono accumulate nel corso negli anni. Lamentele che denunciano odori nauseabondi e aria irrespirabile a diversi orari del giorno e della notte nei pressi delle strutture aziendali Fileni. L'Arpam ha registrato una concentrazione di ammoniaca nell’aria pari a 200 unità per metro cubo (in prossimità dell'allevamento Fileni di Ripa Bianca). Va sottolineato che non esiste una normativa legale che limiti tale quantititivo, per quanto studi scientifici abbiano già dimostrato gli effetti dannosi a breve e lungo termine che l’inalazione di tale sostanza provoca nell’essere umano.
"Le norme che consentono la creazione delle imprese le abbiamo ereditate dall’amministrazione precedente - ha sottolineato Francesco Acquaroli, presidente della regione Marche intervistato da Giulia Innocenzi sul caso -. Vogliamo cambiare queste norme con la legge urbanistica per migliorare la gestione della regione, così come vogliamo tutelare il paesaggio, ma dobbiamo anche consentire lo sviluppo”.
Nella risposta di Fileni (qui nella sua interezza) al servizio andato in onda ieri, si accusa Report di "mistificazione", di censura e diffusione di immagini estrapolate dal contesto che mirano a far passare come regolari comportamenti eventuali ed episodici. Un esempio sarebbe la decontestualizzazione delle immagini prese fuori dai capannoni: i polli, per ottenere la denominazione Bio, devono trascorrere 1/3 della loro vita all’aria aperta ma nei giorni di sopralluogo della troupe televisiva non sono mai stati visti animali razzolare fuori dalle strutture.
Fileni si difende sostenendo che le tempistiche variano in base alle stagioni, all’età degli animali e alla finalità di allevamento: "Sarebbe assurdo imporre età o orari di uscita obbligatori per tutti, dovendosi considerare le caratteristiche degli animali e delle condizioni meteo. Così ad esempio, nella stagione più rigida è opportuno attendere il raggiungimento di un certo livello di sviluppo e robustezza, prima di esporre i capi alle intemperie, laddove – in periodi più miti – anche i pulcini più giovani possono temprarsi al sole".
"Teniamo a ribadire - si legge in una nota dell'azienda - che tutto ciò che dichiariamo bio è bio, ciò che dichiariamo senza Ogm è senza Ogm, ciò che dichiariamo allevato all’aperto è allevato all’aperto. Come sempre, siamo pronti a recepire, laddove ci siano, elementi di miglioramento e intervenire su singoli episodi di comportamento che non riflettono la nostra cultura aziendale, a partire dal benessere animale".
Aldilà del caso in questione, pare evidente che l’alimentazione di massa a base di carne non sembri più adattabile ad un sistema sociale che ospita 8 miliardi di esseri umani. La competizione del mercato costringe le grandi aziende a mantenere ritmi di produzione a pieno regime in ogni situazione e mette il capitale al centro dell’azione industriale. L’essere umano non può più essere considerato come il fine ultimo della vita sul pianeta, a patto che lo si voglia salvaguardare.
Per garantire un futuro alla specie, è necessario un cambiamento di rotta che riconsideri il sistema vita come integrativo dell’essere umano, e non come sua disponibilità materiale. O meglio: è necessario considerare l’essere umano come parte del mondo, non come suo padrone, come un ospite che deve rispettare il luogo che lo accoglie, sottostando alle sue regole e ai suoi tempi.
Si è tenuta la consueta conferenza presso la stazione dei Carabinieri di Macerata in cui i rappresentanti della quattro compagnie provinciali, capitanate dal Tenente Colonnello Nicola Candido, hanno ripercorso le attività dell’anno passato: 5993 i delitti verificatisi in tutto il Maceratese con 151 arresti e 2008 denunce per persone in stato di libertà. Gli autori dei due omicidi ai danni di Amri Rached (lo scorso 8 agosto) e di Maria Bianchi (il 27 novembre 2022) sono stati rapidamente individuati e consegnati alla giustizia.
"Tolti i due omicidi a Civitanova di questa estate, non abbiamo riscontrato problematiche particolari - esordisce Candido -. La crescita registrata nel numero dei reati è sicuramente legata alla fine del periodo pandemico e al ritorno ad una piena circolazione di persone". Particolare attenzione è stata posta sull’aumento dei reati contro il patrimonio, aumentanti nel periodo prefestivo di novembre e dicembre e perpetrati da bande criminali provenienti da altre regioni quali Umbria, Lazio e Campania. Un incremento complessivo del 25% per i reati di furto rispetto al 2022, con le rapine che scendono del 26% e le estorsioni dell’8%.
Altro punto è quello della lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti, attività che preoccupa le forze dell’ordine in maniera massiva tanto in termini di prevenzione quanto di repressione con 113 kg di sostanze sequestrati nel 2022: "Teniamo sempre alta l’attenzione sul tema – continua il comandante provinciale -, specialmente nei riguardi dei giovani che troppo spesso affidano la loro informazione ai social, ignorando le conseguenze psicofisiche e soprattutto giuridiche dell’uso prolungato di sostanze stupefacenti".
La prevenzione nelle scuole e verso i ragazzi ha interessato anche il tema sempre più attuale della guida in stato di ebrezza, una problematica che nel 2022 ha interessato tutta la provincia maceratese con un incremento del 32% nelle patenti ritirate (dalle 132 del 2021 alle 193 dele 2022): "Un dato costantemente alto e soggetto a una crescita preoccupante - conclude Candido -. Cerchiamo di essere sempre presenti sul territorio, specialmente durante i fine settimana".
La parola è passata poi alla comandante del comando di Tolentino, Giulia Maggi, la quale ha messo in luce il tema della violenza di genere: "Quest’anno è stata finalmente inaugurata la ‘Stanza rosa’ e abbiamo seguito, a livello comunale, 15 casi risolti con varie misure rivelatesi particolarmente efficaci come l’allontanamento dalla casa famigliare e l’apposizione del braccialetto elettronico".
La prevenzione rimane centrale nell’operato delle forze dell’ordine che hanno tenuto incontri, spesso espressamente richiesti dalle scuole o dalle amministrazioni comunali, per informare e sensibilizzare i cittadini con l’intenzione di combattere e sradicare la cultura della violenza. In tutta la provincia sono stati 76 i codici rossi attivati a tutela delle vittime di reati di tale natura.
“Macerata è interessata principalmente dalla grande mole di studenti universitari che abitano la città - sottolinea il maggiore Giorgio Picchiotti del comando dei Carabinieri di Macerata -, con tutte le problematiche che si portano dietro: dalla movida settimanale allo spaccio di sostanze stupefacenti”. È stata infatti incrementata l’attività di controllo e di pattuglia sul territorio per intervenire tempestivamente e contrastare i fenomeni di principale interesse.
"Fortunatamente a Macerata non viviamo fenomeni gravi di malamovida – sottolinea Candido – e la situazione rimane generalmente sempre sotto controllo. Capiamo i disagi che possono provare le persone che abitano in centro ma non possiamo che ritenerci soddisfatti dell’ordine conservato durante i giovedì universitari”.
Il comando di Camerino è principalmente interessato dal più grande cantiere a cielo aperto d’Europa, con ben 269 cantieri da dover edificare nel 2023 entro i confini comunali e 720 milioni di euro dai fondi del Pnrr da dividere fra i 18 comuni.
"Fino ad ora non sono emerse attività di carattere mafioso – chiarisce il Capitano Angelo Faraca – ma resteremo vigili per controllare ogni possibile illecito: un movimento così massiccio di capitali porterà molte aziende da tutta Italia nel nostro territorio e dovremo mantenere alta la guardia per garantire lo svolgimento regolare dei lavori”. Di particolare interesse anche il numero di percettori illeciti del reddito di cittadinanza individuati a Camerino grazie alle dimensioni ridotte del centro cittadino e alla presenza capillare delle forze dell’ordine (45 persone denunciate in tutta la provincia nel 2022 ndr).
"A Civitanova abbiamo riscontrato grossomodo una situazione in linea con il resto della provincia – conclude il comandante Cristian Mucci -, fatta eccezione per l’estate particolarmente dinamica. I collegamenti e la posizione della città attirano molta gente durante i mesi più caldi e lo scorso anno abbiamo attraversato un periodo particolarmente complicato fra aggressioni, risse e i due noti omicidi, che però è stato prontamente gestito anche grazie alla collaborazione dei colleghi della polizia. È inevitabile per una realtà vivace ed effervescente come Civitanova che ci siano dei pericoli con l’aumentare dell’affluenza turistica".
Un successo oltre le aspettative per la prima serata evento organizzata dai ragazzi della Homeless Factory. L'”Homeless Party Beta Release”, tenutosi presso il magazzino dell’associazione nella zona industriale di Montecassiano nella serata di venerdì 6 gennaio, ha regalato un'esperienza musicale di alto livello al pubblico presente allo spettacolo. Tre talenti locali si sono esibiti in un concerto di circa tre ore sul palco dell’Homeless Factory, trasportando la qualità tipica del noto fetival annuale in un contesto da concerto, dove gli artisti hanno potuto esibirsi senza le meccaniche da competizione come limiti di tempo o giuria.
“Sono molto soddisfatto del risultato di questo primo esperimento - spiega Alessandro Destro, Video Jockey e organizzatore del concerto -. Il nostro obiettivo è continuare a far crescere questo progetto, trasformando serate come questa in un appuntamento fisso dove gli artisti locali possono incontrarsi ed esprimersi, offrendo uno spettacolo di qualità ai nostri ospiti”.
Il primo a calcare la scena è stato Daniele Gatto, in arte Mivergogno, che con il suo "urlautorato" ruggente ha aperto le danze riuscendo anche a regalare qualche sorriso al pubblico. "Per me è stato come giocare in casa - ha commentato a margine Mivergogno -. Collaboro con i ragazzi dell’Homeless da qualche anno ed è qui che registro i miei pezzi".
"È stata però un’esperienza bellissima poter riscoprire questo luogo sotto un’altra luce e credo molto in questo progetto - continua Gatto -. Sono convinto che se dovesse continuare, la Factory potrebbe diventare un punto d’incontro per chi vuole ascoltare buona musica dal vivo, con la qualità di un vero concerto".
Il turno di mezzo è spettato al duo degli Ikaros con le loro sonorità moderne dal retrogusto classico tipico del cantautorato italiano. Sperimentazione e cultura si uniscono in un connubio dinamico e sorprendete in pezzi come "Rana/Scorpione", "Cervo" o "Falena", tutti parte del disco in uscita "Bestie: Antologia animale".
"Ci piace sperimentare e unire insieme diversi generi - dice Lorenzo Destro, chitarra e voce del duo -. Cerchiamo di unire le sonorità moderne della musica elettronica allo spirito originale del cantautorato italiano. Poter portare la nostra musica qui, poi, è stato bellissimo: come vivere la potenza dell’Homeless Festival condensata in un concerto".
"Vedo molto potenziale nel progetto - sostiene Alessandro Marzioli degli Ikaros - e sono felice dell’opportunità che ci è stata data: poter cantare su un palco così bello, con tutti i crismi e la cura tipica dell’Homeless, è stato impagabile”.
Il sipario cala con un concerto di musica ambient dai toni evocativi, quasi mistici: un viaggio nel mondo techno di Riccardo Andrenelli. “Il tentativo è quello di avvicinare le sonorità tipiche della musica elettronica al gusto di tutti, rendendo ascoltabile da chiunque un genere ai più sconosciuto - commenta Andrenelli, fonico e membro dell’associazione Homeless -. Credo che sia fondamentale dare più spazio alla musica, riabilitandone la veste culturale e promuovendo la scena musicale locale. Questo è lo scopo dietro il nostro progetto: l’underground è vivo e ha voglia di fare e noi vogliamo offrire uno sfogo serio e professionale a tutti gli appassionati”.
"Un esperimento pienamente riuscito - chiosa Angelo Cioci, fondatore dell'associazione e regia luci della serata -. Vogliamo continuare a crescere, allargando il panorama di artisti da invitare e credendo nel progetto. Credo potrebbe rappresentare un ottimo modo di dare visibilità e continuità all’Homeless Festival, estendendo l’orizzonte musicale locale e ridando linfa vitale alla scena del territorio".
"Cambia il vento e cambiano le persone". La sostituzione dell’ormai ex-commissario alla ricostruzione post-sisma, Giovanni Legnini, in favore di Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia, è stata accolta generalmente con speranza dai sindaci della provincia di Macerata. Non mancano certo le perplessità sulla nomina, che paventa un possibile rallentamento dei lavori tanto faticosamente impostati e avviati da Legnini negli ultimi 6 anni. Quest'ultimo è stato inviato ad Ischia, al fine di gestire l'emergenza alluvionale che recentemente ha colpito l'isola campana.
Una decisione presa dalla premier Giorgia Meloni che ha recentemente firmato il Dpcm atto a nominare il senatore marchigiano Castelli come nuovo commissario alla ricostruzione del Sisma del Centro Italia e a reindirizzare il lavoro di Legnini. Le prime contestazioni erano arrivate già nei giorni passati mediante una lettera inviata dal coordinamento interregionale delle Anci regionali di Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo al Presidente del Consiglio e per conoscenza al Ministro per il Sud e al presidente di Anci, ma tali questioni sono rimaste inascoltate e ora non resta che accettare la nomina politica.
La presidente di Anci Marche, Valeria Mancinelli, ha così commentato il cambio di direzione per la ricostruzione: “É una scelta su cui lo stesso Coordinamento interregionale Sisma aveva espresso motivate perplessità. […] Rimarco il grande e proficuo lavoro che la Cabina di Coordinamento Sisma 2016 aveva svolto con il Commissario uscente, con i Presidenti delle quattro Regioni ed i quattro sindaci in rappresentanza delle Anci regionali, innovando il modello di ricostruzione, consentendo a quella pubblica e a quella privata di avviarsi in modo significativo e di iniziare anche il lavoro con la Cabina Integrata Pnrr per il rilancio del tessuto socio economico delle nostre comunità così duramente colpite”.
“Rivolgo un profondo ringraziamento al commissario Legnini per l’eccellente lavoro svolto in questi anni per i nostri territori duramente colpiti dal terremoto del 2016 – ha commentato poi il vescovo di Camerino, Francesco Massara -, per la sua competenza, disponibilità e concretezza. Un benvenuto al nuovo commissario, il senatore Castelli, a cui auguro di proseguire il lavoro iniziato nella proficua collaborazione con tutte le istituzioni per dare risposte concrete al territorio, ancora faticosamente lontano dal rinascere”.
Si unisce agli auguri carichi di speranza il sindaco di Tolentino, Mauro Sclavi: “La strada verso la ripresa dei territori terremotati è a portata di mano e lavoreremo al meglio tutti insieme, affinché il fine ultimo resti sempre restituire alle comunità dell’Appennino centrale condizioni di vita normali nel nostro stupendo territorio ferito. "Un ringraziamento - prosegue il primo cittadino - va all’Onorevole Giovanni Legnini per il lavoro svolto in questi oltre trenta mesi da Commissario Straordinario. Ha innegabilmente dato uno slancio alla ricostruzione grazie ai processi di snellimento delle procedure ed alla semplificazione normativa, fondamentale il lavoro svolto per redigere il nuovo testo unico della ricostruzione privata appena entrato in vigore”.
Oltre ai ringraziamenti di rito, un punto comune emerso dalle parole dei diversi sindaci ed esponenti delle istituzioni maceratesi intervenuti ai nostri microfoni è l’auspicio ad un ulteriore snellimento della burocrazia. Così la sindaca di Ussita, Silvia Bernardini: “Sono sicura che Castelli svolgerà con la stessa dedizione e competenza di Legnini questo ruolo così delicato ed importante per la rinascita dei nostri territori. Confido che il nuovo commissario possa sin da subito favorire un’ulteriore semplificazione delle procedure, che consenta di velocizzare ancora di più il processo di ricostruzione dei nostri Comuni”.
Si pone sulla stessa linea il primo cittadino di Castelsantangelo sul Nera, Mauro Falcucci: "La politica ha fatto le sue scelte e queste vanno rispettate. Castelli era sindaco di Ascoli nel 2016 e da assessore regionale si è già occupato della ricostruzione, dimostrando impegno e competenza. Mi auguro che si riescano a tagliare ulteriormente quei tempi morti che tanto hanno rallentato la ricostruzione finora. In particolare mi riferisco alle norme spesso dimenticate che riguardano la stabilizzazione del personale: troppo di frequente ci siamo trovati sotto organico per ragazzi che, fatta esperienza, si trasferiscono altrove abbandonando il cratere del sisma. Un grazie di cuore al commissario Legnini che ha dato un cambio di passo oggettivo e significativo in questi 36 mesi”.
Più fredde le parole del sindaco di Muccia, Mario Baroni: “Il lavoro è già impostato e Castelli dovrà solo proseguire sul tracciato di Legnini. Ci sono già tutta una serie di ordinanze in piedi che attendono solo di essere attuate. Mi auguro che Castelli, anche in vista del precedente ruolo ricoperto in regione in qualità di assessore con delega alla ricostruzione, possa sostituire degnamente il commissario precedente”.
"Un’ opportunità politica - anche dal punto di vista delle gestione dei fondi, sottolinea l'ex senatore Mario Morgoni, pari a 160 milioni di euro dai contratti istituzionali di sviluppo e il miliardo e 780 milioni del fondo complementare del PNRR per il rilancio economico, sociale e dei servizi delle aree del cratere - che Fratelli d’Italia ha pensato bene di non lasciarsi sfuggire anche a costo di sacrificare la figura che ha rappresentato la vera svolta nel processo di ricostruzione. Il vero problema in realtà oggi, oltre alla necessità di non far perdere slancio al meccanismo della ricostruzione materiale magistralmente impostato da Legnini è questo: verso quale modello di crescita economica e di servizi orientare le grandi risorse disponibili?"
"I precedenti di Castelli sulla ricostruzione e sull'affidamento delle risorse per progetti post sisma, all'epoca in cui era assessore, non sono affatto rassicuranti - conclude Morgoni -. La gestione dei 'contratti istituzionali di sviluppo' da parte dell’allora assessore Castelli fu caratterizzata da assenza di visione, incapacità di programmazione, esclusione di ogni coinvolgimento degli enti locali e mancanza di scelte equilibrate rispetto all’ intero territorio. C’è da augurarsi che la giostra si fermi e che Castelli metta, per un attimo almeno, da parte le sue personali ambizioni di carriera, decida finalmente di dedicarsi ai problemi del territorio e lo faccia con lo spirito di far crescere le comunità più che i consensi del suo partito, Fratelli d’Italia"
Nonostante le tante difficoltà esterne che hanno messo in difficoltà l’intero mercato – dalla guerra in Ucraina e gli annessi rincari su materie prime ed energia agli strascichi della pandemia - il gruppo Eurosuole ha registrato un fatturato senza precedenti, con un incremento del 24,5% (nello specifico +37,5% per Goldenplast, +12,5% per Eurosuole) per un totale di 123 milioni di euro.
Si è tenuta nella sala conferenze dell’Eurosuole di Civitanova Marche la conferenza di fine anno durante la quale il patron Germano Ercoli, accompagnato dai responsabili amministrativi Piergiorgio Polenti (Eurosuole SpA) e Roberto Emili (Goldenplast SpA), ha ripercorso il 2022 mettendo a bilancio i successi dell’azienda in un momento di crisi.
“Un successo derivante dalla versatilità tipica degli imprenditori italiani, l’adattabilità e il coraggio di rischiare che li caratterizza e li distingue dal resto d’Europa” - dice Ercoli in apertura -. “Quando il mercato mostra vivacità e la richiesta estera supera quella interna, questi sono i momenti in cui l’imprenditore italiano si scatena”.
“All’occorrenza assume operai – continua il patron di Eurosuole - anche se non è sempre cosa semplice, controlla velocemente gli impianti, programma e organizza il lavoro in azienda, è lungimirante negli acquisti nei momenti cruciali di aumenti incredibili delle materie prime, cercando di mantenere così a lungo i listini e di non infastidire i clienti. Questi praticamente sono i segreti dietro i nostri successi”.
L’invasione russa ha causato problemi notevoli per la reperibilità delle materie prime, con ricadute pesanti in termini di costi dell’energia. Eurosuole, al 30 giugno 2022, aveva registrato un incremento nelle spese per le materie prime di un milione di euro, pari all’aumento in bolletta per un totale di 2 milioni. Si pensi solo che nel 2019, prima del Covid nello stesso periodo, la bolletta della Eurosuole SpA ammontava a 1,3 milioni (2,2 milioni nel 2021), mentre lo scorso anno la spesa energetica ha raggiunto i 3 milioni di euro, al netto dei contributi.
“Archiviamo il 2022 con notevole soddisfazione: la posizione finanziaria è a quota 32 milioni di euro e i dipendenti sono aumentati fino a 350 – continua Ercoli -. A dicembre è stato firmato il nuovo integrativo che ha un valore di circa 950,00 euro e a tutti i lavoratori, nel corso dell’anno, sono stati erogati ulteriori 500,00 euro”.
Continuano a essere fonte di preoccupazione per il 2023 la guerra e il costo dell’energia: “Inoltre, con un’inflazione al 10%, la BCE ha bisogno di generare una recessione indotta: ai primi aumenti del tasso di sconto ne seguiranno sicuramente altri”. "Questo determinerà, conclude Ercoli, un periodo dai 6 ai 9 mesi di latitanza degli investimenti per forzare la recessione".
“I metodi imposti dall’alto sono difficili da accettare, spiega. Questa non è l’inflazione da consumo degli anni ’80, ma una forma d’inflazione causata dai costi in aumento. Resteremo in balia delle onde finché il problema non verrà risolto alla radice", prosegue il patron del Gruppo Eurosuole. Per ora possiamo solo sperare di interpretare bene il 2023, continuando ad investire in ricerca e sviluppo come negli ultimi 10 anni”.
Il 10% degli investimenti dell’Eurosuole SpA è rivolto alla transizione ecologica e digitale, con adeguamenti nel primo campo come l’installazione di un impianto a GPL in sostituzione del metano e il progetto di un impianto fotovoltaico per sostenere il 30% delle spese energetiche (ci vorrebbero ettari coperti pannelli solari per soddisfare pienamente il bisogno energetico congiunto delle due aziende pari a 20 GigaWatt). L’avanzamento del digitale prosegue con l’adeguamento agli standard europei anche grazie alla razionalizzazione della documentazione, la quale abbandona il supporto cartaceo in favore dell’informatizzazione.
Discorso simile per la Goldenplast SpA che nel 2022 ha superato per la prima volta, in termini di fatturato, la crescita dell’Eurosuole. Il piano fotovoltaico qui è già stato predisposto sui tetti dei magazzini e già produce 310 kW di energia. Una percentuale ancora piccola sul fabbisogno aziendale che viene interamente autoconsumata.
L’azienda Eurosuole SPA nel 2022 ha raggiunto un personale stabile di 305 dipendenti, mentre la Goldenplast, di più piccole dimensioni, è arrivata a quota 46. L’investimento nella sfera sociale è testimoniato ulteriormente dalle tante ore di formazione fornite dal gruppo ai propri dipendenti (3500 per Eurosuole, 170 per Goldenplast).
Durante la conferenza stampa, Germano Ercoli ha anche ricordato il Papa emerito Benedetto XVI recentemente scomparso, rammentando di quando nel 2008 è stato ricevuto in udienza dallo stesso Ratzinger, durante una visita di Confindustria.