Vittoria Schlein, parlano le due anime del Pd. Silenzi esulta: “Cambierà tutto”. Sciapichetti: “No a scissione"
Il Partito Democratico si appresta a conoscere una leadership inedita dopo la vittoria a sorpresa della ex vicepresidente dell'Emilia Romagna, Elly Schlein, a seguito delle primarie di domenica scorsa.
Nonostante le posizioni della nuova segretaria non si discostassero troppo da quelle di Stefano Bonaccini, Schlein è riuscita ad intercettare l'interesse di un elettorato sfiduciato e dei molti giovani che si sono recati alle urne.
Un milione e 20mila gli elettori attestati in tutta Italia, fra cui quasi 5000 maceratesi recatisi nei 33 seggi sparsi per la città. Numeri che registrano la partecipazione attiva di un elettorato finora distante, che ha chiesto a gran voce una svolta, un cambiamento di rotta che possa risollevare le sorti del Partito Democratico, verso una politica progressista di sinistra finora latitante nel panorama nostrano. Starà alla nuova segretaria dimostrarsi all'altezza della richiesta degli elettori.
Per avere qualche chiarimento sulle motivazioni di una vittoria tanto inaspettata, sulle possibili implicazioni della nuova segreteria per il futuro del PD e del contesto politico italiano, abbiamo raggiunto Angelo Sciapichetti, segretario provinciale del Partito Democratico e sostenitore di Bonaccini, e per la controparte a sostegno di Schlein Giulio Silenzi, ex presidente della provincia di Macerata, neo eletto all'assemblea nazionale del Pd e unico amministratore ad avere sostenuto Schlein.
Vittoria inaspettata, quali le motivazioni possibili?
Sciapichetti: "Elly Schlein è riuscita ad interpretare meglio l’impellente necessità di voltare pagina nel PD. Sia perché rappresenta una novità assoluta sotto ogni aspetto, ma è riuscita meglio di Bonaccini a mobilitare una partecipazione molto superiore alle aspettative.
Anche nella provincia di Macerata abbiamo toccato quasi le 5mila persone nei 33 seggi, con oltre un milione di votanti in tutta Italia. Gente che ha sfidato il freddo e la pioggia, ha pagato due euro, si è messa in fila per votare: questa è la più bella risposta che il popolo del PD potesse dare a tutte le malelingue che dopo il 25 settembre ci davano per spacciati. Abbiamo dimostrato che c’è un popolo che crede ancora nel PD e che con l’elezione della Schlein ha chiesto un chiaro segnale di cambiamento".
Silenzi: "Era orma chiara la necessità di un cambiamento non più rinviabile, sia nelle modalità che nel programma del partito aderendo ai bisogni concreti della società. Elly è stata individuata come candidata ideale per rappresentare queste istanze e sicuramente ha giocato un ruolo anche la sua forza personale, il suo essere una novità assoluta per il Partito Democratico sotto ogni aspetto".
Come spiega il risultato opposto tra votanti ai gazebo e tesserati?
Sciapichetti: "È la prima volta che le primarie aperte sovvertono il voto degli iscritti e sicuramente è un dato di cui tenere conto. Io sostenevo Bonaccini ma ora bisogna prendere atto che c’è stata una maggioranza di amici, simpatizzanti, elettori vecchi e nuovi che ha chiesto una svolta.
Il dato forte è sicuramente anche la giovane età degli elettori: un grande segnale di speranza in un momento in cui il Partito Democratico è in difficoltà e che arriva con una netta volontà di cambiamento. Credo sia un’iniezione di nuova linfa vitale quando tutti ci davano per morti".
Silenzi: "Le primarie poggiano proprio sul principio dell’apertura ai non iscritti: gli italiani hanno capito che era questo il momento decisivo per cambiare le cose, specialmente dopo la delusione cocente del 25 settembre e il conseguente distacco verso il modo di fare politica del PD. Sfidando il nubifragio la gente ha voluto esprimere questa preferenza per lanciare una chiara richiesta di rinnovamento.
Gli iscritti del PD erano ai minimi storici e Bonaccini, avendo tutti i sindaci e i dirigenti dalla sua parte, avrebbe potuto prendere molto più del 53%. 1 milione e 200mila votanti sono otto volte i tesserati del PD, per intenderci: chi dava per scontata la vittoria di Bonaccini doveva aver completamente malinterpretando quella che è la volontà del paese reale. Come hanno potuto gli analisti non percepire questa forte esigenza di cambiamento manifestata dal popolo di centro sinistra?".
Futuro del PD e possibili cambiamenti politici, in quale direzione deve guardare il partito? C'è il rischio scissione?
Sciapichetti: "Non c’è nessun rischio di scissione, sta alla capacità del nuovo segretario tenere insieme le anime diverse che hanno fondato il PD e che lo hanno fatto vivere fino ad oggi. Elly Schlein è una persona capace e intelligente e non ho dubbi che saprà tenere insieme le diverse correnti che per il Partito Democratico rappresentano un valore aggiunto.
Da ora in avanti il nostro compito sarà fare opposizione a tutti i livelli. Dovremo mettere al centro i temi del lavoro, della precarietà e della sostenibilità ambientale, tenendo insieme i diritti civili con quelli sociali. Se dovessimo riuscire in questa sfida torneremo ad essere quel grande partito riformista che era nelle intenzioni di chi lo ha fondato".
Silenzi: "Non vedo il rischio di scissione, credo piuttosto in un partito nuovo in grado di superare le vecchie correnti che rappresentano il male del PD, per come sono state realizzate. C’è bisogno di un nuovo partito: la Schlein non deve aggiungersi alla struttura preesistente ma trasformarla dalle fondamenta.
Si apre una fase completamente nuova, questo è un nuovo inizio per il Partito Democratico che rimetterà al centro il valore alla rappresentanza, aprendo spazio a nuove priorità e temi amministrativi, dalla precarietà nel mondo del lavoro alle questioni ambientali, passando per i diritti sociali e civili".
Si può dire che Schlein rappresenti una risposta al modello Meloni? Il suo esserne quasi antitesi giocherà un ruolo nella vita politica del Paese e del partito?
Sciapichetti: "Grande segnale per un paese come l’Italia, spesso indietro su queste tematiche. Il capo del governo e la segretaria del primo partito d’opposizione saranno le protagoniste della vita politica italiana nel prossimo futuro e credo che ci saranno delle novità, e anche una ventata d’aria nuova".
Silenzi: "Di fatto abbiamo due leader donna, ma una si fa chiamare “Il Presidente” mentre l’altra è una femminista, dalla parte delle donne fino in fondo. Non era mai successo che in Italia che fossero due donne a rappresentare i due più grandi poli politici italiani. La differenza fra le due c’è ed è sensibile: la Schlein vuole affrontare i problemi dal punto di vista delle donne, mentre Meloni si allinea più al modello classico senza rappresentare una vera novità.
Cambierà tutto, il partito tornerà a parlare con la gente, uscirà dal palazzo per raccogliere i temi discussi nelle case dei cittadini, per ridare fiducia ai giovani, a chi non va più a votare e a chi ha smesso di credere nella politica".
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