Macerata, un sindaco da Decameron: concede soldi e fa nomine convinto che nessuno lo veda
Settembre s'avvia e tanti accadimenti avremo "entro l’estate" – le piscine, via dei Velini, il sottopasso di via Roma, la Raci e via promettendo o illudendo, ma il Giullare osserva – che ha avuto un pregio: induce alla lettura. Così l’attenzione s’è soffermata su pagine che furono scolastiche e ora tornano a diletto: il Decamerone.
Nell’ottava giornata, quella dedicata alle burle che s’addice al Giullare, c’è una novella che messer Boccaccio intitola Calandrino e l’elitropia, dove si narra del paese di Bengodi. Che qualcuno forse non nato né qui né con la camicia, salvo farne poi mercatura e compiacenza in età adulta, deve essersi immaginato potesse essere Macerata.
Del resto a osservare il centro ormai ricettacolo di spaccio di calorie e purtroppo di altro criminale spaccio di cui troppo poco ci si occupa e preoccupa c’è veramente da pensare che questa città si sia ridotta a essere contrada “nella quale eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevan che far maccheroni e raviuoli … ”.
E’ tutto un panem – scarso in qualità – e banali circenses come i d.j. set! Sovente ad usum delphini che trasforma piazza Cesare Battisti in una dependance della Versilia o piazza Vittorio Veneto in una imitazione delle Halles. Che a guadagnarci siano i commercianti che vengono da altri lidi con il contributo del Comune chiesto da chi si impalca a rappresentante delle nostrane botteghe è cosa trascurabile.
Perciò la terza novella dell’ottava giornata pare una cronaca dei nostri giorni. Calandrino viene convinto da Bruno e Buffalmacco, due sodali in vena di burla e in cerca di utilità, che l’elitropia è una pietra che rende invisibili. Possederla consente di pigliare i soldi ai banchieri, di intrufolarsi sotto le lenzuola di procaci vergini, di mangiare a sbafo e di beffare mercanti e popolani.
In questi giorni anche il nostro amatissimo Sindaco dev’essersi convinto di possedere l’elitropia e di poter concedere benefizi a Bruno e Buffalmacco senza che nessuno se n’avveda. Offre ventimila euro per i circenses e confida su una benevola revisione dei conti affidando a professionista amico ancorché stimatissimo ciò che la legge nol consente.
Ci sarà molto da raccontare se martedì prossimo Sandro Parcaroli presidente della Provincia nominerà revisore dei conti un commercialista che è stato revisore dei conti della fu sua azienda Med – ora totalmente in mano di un gruppo partenopeo con Parcaroli senior estromesso da ogni incarico operativo – nonostante egli, correttamente, si sia dichiarato incompatibile.
Del resto questo professionista che nella nostra ottava giornata veste i panni di Bruno ha già un carnet di incarichi pubblici affidati dal Sindaco Calandrino non trascurabile. Ma Parcaroli ci riprova convinto che la vita è una Rotary che gira così come è convinto che chi si occupa di camicie sia nato con la camicia. Avesse letto Boccaccio saprebbe che dal Mugnone il fiume in cui Calandrino si truffa alla ricerca dell’invisibile pietrone si cavano solo sassi.
In giunta comunale è spuntata, alla chetichella, una nuova delibera sui famosi ventimila euro implorati dal Sindaco il 2 di luglio con lettera autografa al presidente della Regione Francesco Acquaroli per fare la festa dell’Associazione dei commercianti del centro storico. Nella lettera il Sindaco scrive che si farà il 4 e 5 ottobre.
Risponde la Regione che i soldi ci sono a tre condizioni: che siano destinati a iniziative – dunque diverse e non una sola - a sostegno degli esercizi commerciali, che vengano presentati progetti confortati da preventivi di spesa e che vi sia una scrupolosa rendicontazione.
Come si sa, scoperta dal Giullare, la raccomandazione del Sindaco a beneficio di una sola Associazione s’è cercato di mascherarla dicendo, falsamente, che si trattava d’una elargizione motu proprio di Acquaroli. Nel frattempo sono stati mobilitati la Stasi, il Kgb, il Mossad e la Cia per sapere chi avesse divulgato la perorazione del Sindaco e qualche assessore pareva Rigoletto in giro per il Comune gridando: "sì vendetta, tremenda vendetta".
Ma ecco che spunta Buffalmacco colui il quale doveva essere destinatario esclusivo della prebenda implorata dal Sindaco. Pare che urlando abbia detto ai “comunali” ai quali si mormora può ingiungere la qualunque entrando negli uffici come fossero cosa o casa sua: “Ora fate una delibera che mi dà tutti i sodi perché sono io che ho trovato i ventimila euro e mi spettano.”
Manco fosse questione di sopravvivenza. Nel frattempo però altri hanno presentato progetti per le botteghe e non solo quelle del centro che più che storico pare invecchiato male. E allora come si fa? Ecco l’elitropia.
Il Sindaco Calandrino prepara una delibera di giunta in cui si afferma che poiché il progetto di Buffalmacco è il migliore ed è il primo presentato i soldi si danno tutti a lui, magari anche con un ulteriore pour boire perché le spese sono tante. Non per la festa del 4 e 5 ottobre, ma per, non s’è capito bene cosa, il 20 e 21 settembre.
Non è solo questione di calendario. Il consigliere di opposizione Andrea Perticarari vuole saperne di più e anche i cittadini così nota: "Sindaco stavolta è coinvolto in prima persona, non si puoi nascondere".
Vedete che l’elitropia non sempre funziona! In verità il progetto di Buffalmacco quando il Sindaco ha scritto non esisteva, e non esisteva neppure quando la Regione ha risposto. Perché Buffalmacco il primo di agosto, desioso di mettere le mani su quei ventimila euro, un mese dopo la lettera del Sindaco che magnificava l’evento implorava i suoi associati: "Vi ricordiamo, con questo secondo richiamo, che nei giorni 20 e 21 settembre si terrà la Festa dei Commercianti. L'idea del direttivo è quella di realizzare una festa diffusa, che coinvolga tutte le zone e duri dal mattino fino alla sera, con iniziative e animazione in ogni area. Abbiamo bisogno di idee. Cosa possiamo fare? Cosa possiamo portare nelle varie zone? È fondamentale la vostra collaborazione. Aspettiamo le vostre proposte e disponibilità".
Dunque il Sindaco Calandrino aveva comprato a scatola chiusa e rivenduto a scatola chiusa alla Regione che però chiede conto e se fossimo Buffalmacco ci domanderemmo se davvero tutti gli associati sono compatti e fedeli e se la famosa lettera non sia uscita come arma di fuoco amico.
Se si divulgano le chat riservate una domandina sul proprio gradimento bisognerebbe farsela e forse anche il Sindaco – ammesso che se lo possa permettere – dovrebbe interrogarsi sulla reale rappresentatività di Buffalmacco. Ma tranquilli c’è l’elitropia e così in giunta passerà questa delibera alla chetichella.
Peccato per quella interpellanza di Perticarari a cui si dovrà rispondere; anche perché la richiesta è tosta: "Un gesto che grida favoritismo e che svela l’assoluta mancanza di terzietà di Parcaroli che non sembra agire da garante di tutti, ma da rappresentante di pochi. Non si governa una città piegando il proprio mandato agli interessi particolari, ma garantendo pari attenzione e sostegno a tutti".
E chissà se con lo stesso criterio si può governare anche una Provincia. Perché Parcaroli è convinto che l’elitropia funzioni anche in corso della Repubblica. Succede che il presidente del collegio dei revisori dei conti della Provincia è scaduto e il 7 maggio viene pubblicato l’avviso per le manifestazioni d’interesse. E' un incaricuccio da 30 mila euro l’anno per tre anni.
Tra gli interessati si manifesta anche Bruno che però è già revisore dei conti di S.I Marche il consorzio a cui la Provincia attraverso il suo ente di ambito (ATO 3) ha affidato la concessione dell’acqua. E all’ATO 3 Bruno – l’altro amico di Calandrino – ha fatto il revisore dei conti per sei anni.
Non solo: è stato già revisore in Provincia fino al 2019. E’ stato nominato nel 2023 presidente del collegio dei revisori di Apm, ha fatto il revisore dei conti al Comune di Macerata – oltreché in buona parte dei municipi del maceratese – e attualmente tra i tanti altri incarichi, molti dei quali pubblici, è liquidatore unico della Rinascita e Sviluppo società interamente partecipata dalla Provincia di Macerata di cui è stato anche amministratore unico. Da qui l’incompatibilità difficilmente sanabile.
Da cinque anni è il liquidatore del Centro di Ecologia e Climatologia, una cooperativa pubblica, di Macerata che ha ben 4 dipendenti con un bilancio di circa 200 mila euro. Diciamo che Bruno, un uomo che conta anche per un prestigioso incarico che ha nel club della gente che conta, ha diversi incarichi che in qualche modo afferiscono alle attività della Provincia.
Correttamente nella domanda per salire al vertice dei revisori dei conti della Provincia lo ha fatto presente indicando semplicemente l’esistenza di una possibile incompatibilità. E però il Presidente Calandrino di lui si fida a occhi chiusi.
Bruno è stato per lungo tempo revisore unico del bilancio della Med di Sandro Parcaroli: conosce i conti della fu azienda del Sindaco forse meglio del Sindaco stesso. A cui non importa se il controllore del bilancio della Provincia è anche un controllato dalla Provincia (ATO 3, S.I, Marche, Rinascita e Sviluppo per dirne alcune) lui lo vuole lì. Così sembra che martedì prossimo deciderà di nominare Bruno.
A dire la verità come Perticarari gli fa le bucce sulla questua da ventimila euro a vantaggio di Buffalmacco e per cui pare che la Corte dei Conti sia già in pre-allarme, così anche sulla nomina di Bruno c’è chi ha avvisato Calandrino-Parcaroli.
Il presidente di una importante municipalizzata – società partecipata dal Comune di Macerata – dove ha in qualche modo “seggio” anche Bruno uomo assai attento alle faccende di deontologia dei contabili da quel che si sa ha telefonato a Calandrino per dirgli: guarda che l’elitropia non funziona, se fai quella nomina essendo palese l’incompatibilità di un controllato che si fa controllore finisce che se ne occupa la Procura della Repubblica.
Calandrino ha provato a dribblare l’ostacolo dell’incompatibilità cambiando un po’ il bando, ma a quel che pare l’incompatibilità dichiarata e le condizioni che la sostanziano non sono mutate. Martedì pare ci sarà il verdetto.
Ah volete sapere come finisce la novella boccaccesca? I due amici prendono a sassate Calandrino per fargli credere di essere diventato invisibile. Lui scappa a casa dalla moglie che è stesa a terra in mezzo alle pietre e lo rimproverano di aver cercato di fregarli perché, trovata l’elitropia, s’è dato a gambe e l’ha nascosta. Lui ribatte: se è così perché mi vedete? E loro: ti sei confuso con questa donna e le donne, caro mio, hanno il potere di dissolvere ogni magia.
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