Mentre le sue condizioni di salute continuano a peggiorare, Roberto Pioli stamattina è andato ad Ancona dove, in consiglio regionale, si discuteva un'interrogazione urgente del consigliere del gruppo misto Sandro Bisonni in merito allo sciopero della fame che il giovane settempedano sta attuando per protesta contro la riforma sanitaria."Oggi si è discussa la mia interrogazione urgente sullo sciopero della fame di Roberto Pioli che era presente in aula. Dopo l'interrogazione" ha detto Bisonni "mi sono confrontato con il presidente Ceriscioli che ha dato la sua disponibilità all'ascolto a condizione che Roberto avesse smesso lo sciopero. Detto fatto, Roberto ha accettato, il Presidente ha dato la sua disponibilità".Pioli, però, non sembra affatto intenzionato a tornare sui suoi passi: "Il presidente Ceriscioli mi ha dato garanzie sul fatto che mi incontrerà" ha dichiarato mentre stanchissimo stava rientrando da Ancona "però, fino a quando non saprò con certezza il giorno e l'ora in cui questo accadrà, non smetterò lo sciopero della fame".Con tutte le conseguenze del caso, visto che ormai giorno dopo giorno le sue condizioni di salute sono sempre più preoccupanti.
Fabriano, Matelica, Cagli, Osimo, San Severino e Pesaro ''insieme per sostenere la sanità pubblica''. Non si ferma la protesta dei cittadini contro la riforma sanitaria portata avanti dalla giunta regionale, che sabato prossimo 6 febbraio scenderanno in piazza insieme ad Ancona. Il comitato in difesa del punto nascita di Fabriano fa sapere che ''dopo le varie proteste che i singoli comuni hanno condotto ciascuno perorando la propria causa, i cittadini hanno deciso di unire la loro voce. I manifestanti si incontreranno a piazza Roma per un sit in che durerà tutta la mattinata''.Il coordinamento a favore del punto nascita di Fabriano difende l'ospedale cittadino ''e il diritto delle partorienti di avere un servizio sicuro ed efficiente. L'aggregazione con i coordinamenti delle altre città ricorda che la questione interessa tutti, non solo le donne in dolce attesa, ma l'intera sfera dei servizi sanitari''. (Ansa)
Che sia un inverno anomalo è fuor di dubbio. Che il 2 febbraio la temperatura possa raggiungere i venti gradi è quasi incredibile.Ad anticiparlo è il sito geometeo.it che sottolinea come "la quota dello zero termico nella giornata di domani raggiungerà addirittura i 3500-3800 metri; valori consoni del mese di luglio e non di inizio febbraio.Le ultime ore ma anche la giornata di domani vedranno l’apice del richiamo caldo sulle regioni centrali con valori massimi sulle Marche che raggiungeranno i +10/+11 gradi a 2000 metri di quota, +14/+16 gradi a 1000 metri e punte fin verso i +19/+20 gradi nelle pianure e zone basso collinari interne".Da mercoledì, però, è previsto un brusco calo delle temperature."Sulle Marche la giornata di mercoledì 3" si legge su geometeo.it "inizierà sotto un cielo parzialmente o irregolarmente nuvoloso con nubi a tratti compatte sui settori appenninici con deboli ed intermittenti piovaschi che nel pomeriggio potranno muoversi da ovest verso est, associati a tese correnti prefrontali da sud-ovest con raffiche nelle aree pedemontane e lungo il crinale appenninico anche oltre i 100 Km/h.A partire dalla tarda serata/notte il fronte freddo che già avrà fatto il suo ingresso sul alto Adriatico, scivolerà velocemente verso sud, iniziando ad interessare il pesarese (attorno circa alle ore 0:00-1:00) con un rapido rinforzo dei venti da nord nord-est, temperature in sensibile diminuzione e rovesci diffusi a tratti anche di moderata intensità e a sfondo temporalesco specie lungo la costa. Visto il calo termico (in quota a 1300 metri entrerà una termica di -4 gradi) le precipitazioni assumeranno carattere nevoso sui rilievi mediamente oltre i 700-800 metri, tuttavia viste le precipitazioni a carattere di rovescio che causeranno il rovesciamento verso gli strati inferiori dell’aria fredda, non escludo che fenomeni di neve mista a grauplen e/o gragnola possano verificarsi anche a quote prossime al piano con temperature anche al di sopra dello zero".Insomma, occhio ai repentini cali di temperatura perchè in ventiquattro ore si passerà dalle maniche corte alla neve.
Da Michele Verolo, coordinatore della Federazione provinciale Sel di Macerata, riceviamoIl presidente Ceriscioli sembra aver preso di mira il futuro della sanità della nostra Regione. Alcune tra le scelte compiute negli ultimi tempi (chiudere i punti nascita di Fabriano, Osimo e San Severino Marche, aver modificato i servizi previsti nelle Case della salute – che si trasformano in ospedali di comunità con la conseguenza di ridurre ulteriormente i posti letto ospedalieri, aver ulteriormente modificato la rete dell’emergenza – urgenza, non aver risolto il gravissimo problema delle lunghissime liste di attesa, non aver investito sui servizi territoriali – con conseguente riduzione dell’assistenza domiciliare integrata, non aver previsto il finanziamento del fondo di solidarietà necessario per gli anziani più poveri che non riescono a pagare l’aumento delle rette nelle residenze protette, aver tentato di vanificare il ruolo delle RSU per la contrattazione) hanno provocato parecchio malcontento tra le comunità interessate dai tagli e dalle riorganizzazioni imposti dal governo Renzi ed avallati dalla Giunta regionale.Quello che non può essere in alcun modo accettabile è che tale operazione venga condotta avendo come punto di riferimento soltanto alcuni freddi numeri. L'unica preoccupazione sembra il raggiungimento delle compatibilità economiche, più che la realizzazione dei bisogni dei cittadini marchigiani. Le decisioni vengono sempre più accentrate e manca il confronto con le organizzazioni sindacali. La proposta di un unico ospedale per l'Area Vasta 3 rischia di essere uno specchietto per discutere di altro e non affrontare i temi sul tappeto.È in atto una politica di programmato smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale tale per cui, chi avrà la possibilità, si rivolgerà al settore privato, mentre gli altri saranno costretti a rinunciare a curarsi: nel 2014, quasi il 10% della popolazione, anche marchigiana, ha rinunciato ad una prestazione sanitaria di cui aveva bisogno a causa delle lunghe liste di attesa e del costo insopportabile dei ticket, per una popolazione che diventa sempre più povera.È aumentata la mortalità ed è diminuita di oltre venti punti la qualità della vita. Il rinnovo del contratto delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità è fermo al 2009, mentre il blocco del turnover ha portato ad forte riduzione del personale, con turni massacranti.Le liste di attesa, infine, non accennano a diminuire. Mettere mano alla sanità, a nostro avviso, significa predisporre un piano strategico preciso, significa privilegiare i servizi territoriali con una forte integrazione tra sociale e sanitario, aumentare l’assistenza domiciliare, investire nella prevenzione. L'art. 32 della nostra Costituzione afferma che “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Eccola, la stella polare che dovrebbe guidare le politiche in materia di sanità.
Dopo le “Cravatte” di Patrizio Moscardelli, arrivano i “Cavalli” di Carlo Gentili: gli stupendi locali di Villa Picena aprono ai colori “elettrizzanti” dell’artista nativo di Tolentino.Ideatore di un movimento artistico internazionale presentato ufficialmente in Cina nella metropoli di Hangzhou, Gentili espone gli ultimissimi lavori nella rinomata villa picena. Il direttore di Villa Picena Resort Franco Aureli precisa: “Lavoriamo nel senso della continuità: come abbiamo valorizzato i vini, le tradizioni e la cucina locali a chilometro zero, nello stesso modo puntiamo sull’arte e sull’ingegno creativo di artisti piceni. Prossimamente dedicheremo delle serate a tema puntando su artisti come Gentili e Moscardelli, presenti con i loro lavori nelle nostre sale”.Amici nella vita e nell’arte, Gentili e Moscardelli promettono importanti novità a partire dalla prossima primavera che partiranno proprio dalle serate artistiche di Villa Picena con colori dell’arte che sposeranno i colori della cucina e della tradizione picena.
Venerdì 5 febbraio alle 16 il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli incontrerà nel suo ufficio di Ancona Roberto Pioli, il giovane settempedano in sciopero della fame per protesta contro la riforma sanitaria.La comunicazione è arrivata dallo stesso Pioli che, però, nel frattempo proseguirà la sua protesta, malgrado il peggiorare giorno dopo giorno delle sue condizioni di salute."Ringrazio il presidente Ceriscioli per avermi invitato ad Ancona venerdì prossimo. Sono molto contento di questo risultato ottenuto, in quanto è un primo passo per arrivare a costruire qualcosa di concreto.Proseguo, però, lo sciopero della fame perchè la mia battaglia rimane quella di arrivare ad indire un tavolo di tecnici e si costruiscano i presupposti per fare sì che la riforma sanitaria risulti essere la più giusta possibile per tutti i cittadini. Intanto però devo dire grazie Presidente Ceriscioli, grazie Regione Marche: finalmente si inizia a fare qualcosa per costruire qualcosa di importante"
"Il territorio marchigiano, anche per l’anno 2016, così come accaduto nel biennio 2014-2015, risulta, ad oggi, escluso dall’utilizzo del sussidio governativo della 'Social Card'". Lo afferma, in una nota, Claudia Regoli, Coordinatrice Regionale dei Club Forza Italia delle Marche."I cittadini marchigiani - continua Regoli - nonostante appartengano ad un territorio che detiene il mesto primato di regione del Centro-Nord Italia, con il più alto tasso di povertà, oscillante attorno al 10%, fin dal biennio 2014-2015 non possono usufruire di tale importante provvedimento, a differenza del confinante Abruzzo, area inclusa nella lista delle regioni beneficiarie. I Club di Forza Italia, costantemente sensibili verso situazioni di incapienza economica e di disagio sociale, attuatori di iniziative concrete per fronteggiare tali criticità, consci della presenza in ambito regionale di quasi 115mila cittadini e circa 41mila nuclei familiari in uno stato di povertà relativa, caldeggiano con convinzione l’attuazione di questa disposizione a sostegno del reddito e si rivolgono alla Giunta Ceriscioli, affinché si attivi prontamente - conclude - per rimediare alla mancanza di attenzione mostrata fino ad oggi su tale tematica, facendo in modo che anche la nostra Regione venga inclusa tra le beneficiare della social card in oggetto".
Altro che "buona scuola"! Più che altro bisognerebbe parlare di "scuola ripensata". E che fa arrabbiare.Succede in un istituto scolastico al confine fra le provincie di Macerata e Ancona, dove a distanza di otto mesi dall'esame di terza media, l'Invalsi ha capovolto il risultato trasformando i "10" in "4", mettendo in dubbio la veridicità della prova e facendo calare l'ombra del sospetto sul risultato.Una situazione paradossale che ha provocato l'inevitabile reazione della dirigenza della scuola: "la 'scuola italiana' premia chi non studia e dubita di chi lo fa veramente" si legge nella mail che l'istituto ha inviato ai genitori degli ormai ex alunni, oggi studenti del primo anno delle superiori."Scrivo questa mail per informare che l'Invalsi ha messo in dubbio il dieci che i nostri alunni hanno conseguito nell'esame di Stato, sospettando che siano stati aiutati. Per cui, hanno trasformato i dieci in tanti "bei" quattro. Non è uno scherzo, ma è la 'scuola italiana' che premia chi non studia e dubita di chi lo fa veramente. Dobbiamo dimostrare che non è successo ciò che loro suppongono. Perciò, necessitano delle prove. Con la preside abbiamo pensato di inviare la fotocopia della pagella del primo quadrimestre conseguita nella scuola superiore. Potreste portarmi la fotocopia a scuola?".Insomma, arbitrariamente e senza alcuna prova, l'Invalsi ha trasformato il massimo dei voti in una brutta insufficienza e ora - per giustizia, per il buon nome della scuola e per la dignità dei ragazzi che avevano conseguito quel bel voto - si cercherà di dimostrare che gli studenti sono veramente bravi con il supporto della prima pagella delle superiori. Che, fra l'altro, ancora non è stata emessa.Comprensibilmente amareggiati anche i genitori degli studenti coinvolti che, di certo, non si aspettavano una cosa del genere.Anche se la cosa non avrà ripercussioni sul curriculum scolastico dei ragazzi, si è scritta un'altra brutta pagina della scuola pubblica italiana.(di seguito il testo originale della mail inviata dall'ex insegnante ai genitori)
Nei giorni in cui una parte d'Europa ipotizza di mettere in discussione il trattato di Shenghen (per la libera circolazione delle persone e delle merci nei confini europei), in cui alcuni Paesi adottano nuove misure di espulsione e in cui altri migranti continuano a morire nel naufragio di barconi, il PD Marche tiene alta l'attenzione sul tema dell'immigrazione.Doppia iniziativa pubblica, infatti, quella dedicata al fenomeno migratorio e organizzata dal partito regionale ieri pomeriggio ad Ancona e, in serata, a Tolentino per “superare gli ostacoli e generare sviluppo”, come recita il titolo dell'evento. Evento che è stato l'occasione per il lancio del Forum Immigrazione e Integrazione del PD Marche, tenuto a battesimo dal responsabile dello stesso Forum tematico nazionale, Marco Pacciotti.“L'immigrazione e l'accoglienza non sono un problema, ma una risorsa” - ha detto il vice segretario del PD Marche, Gianluca Fioretti, intervenuto all'appuntamento dorico. “Quello migratorio – ha spiegato Fioretti – è un fenomeno epocale, dobbiamo essere consapevoli che esiste e dobbiamo assolutamente governarlo, sia a livello nazionale che locale”. Poi un invito al governo centrale: “Si deve modificare la legge Bossi-Fini, perché il reato di clandestinità non è concepibile”. E ancora: “L'Italia può giocare un ruolo decisivo nella partita dell'immigrazione, a livello europeo. Mettere in discussione il Trattato di Shenghen, come alcuni Paesi stanno facendo, è assolutamente deleterio, fa cadere l'idea di un'Europa aperta e culla della civiltà. Altro che moneta unica, qui il rischio è che prevalgano politiche di esclusione”.“Sulla solidarietà dei marchigiani non mi dovete convincere – ha esordito ironizzando Marco Pacciotti –; i miei nonni erano originari di Amandola, quindi conosco bene questa realtà. Sui fattori che spingono le persone a migrare dobbiamo interrogarci non come persone di sinistra, ma come Paese civile. I numeri – ha aggiunto – non giustificano l'allarme. In Europa nel 2015 sono arrivati circa un milione di migranti, su una popolazione di oltre 500 milioni. Dunque, gli allarmismi sono ingiustificati. E proprio su essi – ha sottolineato Pacciotti – è costruita la battaglia politica, di deriva reazionaria, della destra, che punta a salire alla ribalta cavalcando la paura delle persone. La politica tutta dovrebbe mettersi nell'ottica di cogliere questa sfida in positivo, non solo perché è giusto, ma perché conviene al sistema Paese. Oltre ai buoni sentimenti, che è sempre bene ribadire, l'Europa senza i migranti sarebbe in difficoltà, specie nel welfare e nelle scuole, molte delle quali, soprattutto nei piccoli centri, dove la Lega fa il pieno di voti, senza Pablo, Karim, Irina, avrebbero chiuso per mancanza di numeri.Un passaggio poi dedicato alla legge sullo ius soli, in avanzata fase di discussione in Parlamento. “Quando sarà approvata permetterà a circa 900 mila ragazzi di diventare cittadini italiani, non solo perché sono nati, ma anche perché hanno studiato qui, grazie allo ius culturae. I diritti vanno riconosciuti per stabilizzarli. La grande sfida – ha concluso –, anche sul regionale, è dare la direzione di marcia, che qualcuno considererà di sinistra, ma che io considero prima di tutto realista”.Sulla stessa linea anche il segretario regionale del PD Marche, Francesco Comi, presente all'incontro di Tolentino. “Il partito – ha detto il segretario – è attento alle questioni migratorie e crede che l’immigrazione, se sostenuta da azioni adeguate di integrazione, possa rappresentare un motore di sviluppo, non solo un onere. Il fenomeno migratorio non tenderà a diminuire, non è un fenomeno straordinario, ma epocale, perché siamo di fronte al più grande esodo della storia dell'umanità. Milioni di persone che si sposteranno da una parte all'altra del mondo. La sfida non è solo organizzativa e istituzionale, ma è anche culturale”.“La sensibilità all'immigrazione è presente nel nostro territorio – spiega Antonella Ciccarelli, Responsabile Immigrazione e Integrazione del PD Marche e del neonato Forum regionale, nonché coordinatrice dei due incontri –, ma non sempre è piena in tutte le sfaccettature. Quindi, ci auguriamo che possa attivarsi un gruppo di lavoro per allargare la base di discussione, migliorare le conoscenze e fornire indirizzi chiari, promuovendo una riflessione sulle priorità in tema di immigrazione e integrazione e, più in generale, di diritti civili”.All'incontro di Ancona ha portato il suo contributo anche Emma Capogrossi, assessore alle politiche sociali del comune dorico, che ha ricordato come “nel nostro territorio la solidarietà è stata sperimentata e declinata in chiave concreta. Questo ha permesso di strutturare modelli non improvvisati: esistono competenze, sensibilità, attenzione e non c'è una conflittualità importante”.Illustrata, sempre ad Ancona, l'esperienza di accoglienza sul territorio della cooperativa La Gemma, grazie all'intervento della propria Presidente, Orietta Zitti, mentre a Tolentino sono intervenuti anche Anna Cerquetti, segretaria del PD locale, Giovanni Lattanzi del Gruppo Umana Solidarietà e Claudia Santoni dell'Osservatorio di Genere.
Fanno leva sulla paura delle persone con un ricatto che si trasforma in un incubo economico e psicologico: sono decine le denunce di vittime disperate e che in alcuni casi hanno pagato e continuano a pagare.Già, perchè chi paga una volta, entra in un inferno di ricatti continui. Sto parlando di una delle truffe più schifose del mondo: ti agganciano su Facebook, una bella donna ti illude, ti chiede di parlare in videochiamata e poi registra tutto e inizia un ricatto che potrebbe essere infinito. La vittima viene filmata e poi minacciata che il video venga pubblicato su Fb (inviato nelle chat private di amici e parenti) e su youtube.Ieri, la nostra denuncia pubblica del ricatto subito da un tolentinate ci è costata l'hackeraggio del sito e oltre ventiquattro ore off line. Abbiamo reso pubblico uno dei tanti profili utilizzati da un'organizzazione criminale che ha sede in Africa e ce l'hanno fatta pagare. Il profilo della sedicente Rossella Maeva altro non è che un fake con foto reali rubate dal profilo di una ignara ragazza di Jesi. E oggi le richieste di amicizia si stanno moltiplicando con altri profili: Davilla Adriana, Valerie Plombe, Melanie Coquelet, Mailey Poletti sono solo gli ultimi creati per estorcere denaro alla gente. Alcuni di questi profili ci sono stati segnalati direttamente dai lettori che hanno ricevuto richieste di amicizia da questa gente.Dopo l'articolo di ieri abbiamo scoperto che sono almeno una ventina le persone ricattate fra Tolentino e Macerata da Rossella Maeva. Uno di loro, un uomo di Tolentino, ci ha raccontato tutta la storia, fornendoci anche copia del versamento effettuato via Moneygram alla banda di delinquenti."Ho accettato l'amicizia di questa Rossella Maeva perchè ho visto che avevamo diversi amici in comune. Dopo poche parole in chat, in un italiano strano, mi chiama con la videochiamata. Io accetto e mi arriva l'immagine di una donna bellissima che si spoglia, che si tocca e mi chiede per continuare di mostrare le parti intime e di simulare una sorta di masturbazione. A quel punto ho chiuso la chiamata, ma questa tizia aveva già registrato le immagini con la mia faccia. A quel punto mi manda un link di youtube con il mio nome e vicino la scritta 'pedofilo'. 'Se non vuoi che lo diffonda fra i tuoi amici devi darmi 200 euro' mi ha scritto.Mi fa la lista di tutti gli amici e parenti a cui invierà il video e le foto. Inoltre, posta per due volte sul diario il mio video-scandalo. ''Se non paghi io mettere il video sul sito www.youtube.com, www.dailymotion.com, www.france24.fr, www.policedunet.fr, www.google.com, www.tv.italie.com".Per prima cosa ho segnalato il video a Youtube che lo ha rimosso, ma ho preso paura e le ho risposto che in tasca avevo soltanto 80 euro. Lei ha insistito e alla fine abbiamo chiuso per 100 euro che avrei dovuto inviare su un conto Moneygram in Costa d'Avorio. Il giorno seguente avrei dovuto mandarle gli altri soldi. La sua mail è rossella.rossella@outlook.frDevo dire che ci sono stato male tutta la notte, non ci ho dormito. Nel frattempo, ho mandato a tutti i miei contatti Facebook un messaggio privato dicendo che mi era stato rubato il profilo e che qualsiasi cosa fosse comparsa era dovuta a un virus: ho cercato di cautelarmi. Stamattina ho cancellato tutte le amicizie su Facebook e ho chiuso il mio profilo. Intanto questi delinquenti si sono appropriati veramente della mia immagine di copertina e poi di tutto il mio profilo Facebook. Sono andato a denunciare tutto alla Polizia Postale. Alle 16 di oggi avevamo un nuovo appuntamento on line per chiudere la vicenda e io ho cercato di prendere ancora tempo: l'ho bloccata e non so che fine abbia fatto. Ho però ancora il timore che possa succedere qualcosa: chi mi garantisce che quel video non venga nuovamente pubblicato su youtube con un account diverso?".Oltre al rischio di perdere affetti e amori per una leggerezza.Attualmente ci sono ben cinque profili Rossella Maeva pronti su Facebook per essere utilizzati per estorcere soldi e distruggere la vita delle persone. La raccomandazione è solamente una: non accettare mai richieste di amicizia da persone sconosciute e, soprattutto, controllare il profilo. I fake, per lo più, sono profili estremamente recenti con poche foto e pochi amici, quasi tutti in comune.
Dal senatore Remigio Ceroni, coordinatore regionale Marche di Forza Italia, riceviamoIl presidente Ceriscioli, benché sollecitato, non lascia la delega alla sanità, anzi raddoppia.Raddoppia i casini che ha creato in questi pochi mesi di attività. Cittadini, sindaci, operatori sanitari, sindacati sono in ogni parte della Regione in fibrillazione, contro le scelte operate nei confronti del servizio sanitario regionale.C'è una grande confusione con continui stop and go, oggi i giornali sono pieni di notizie a riguardo. È vero che la regione Marche deve tener conto dei pesanti tagli che il Governo Renzi ha operato al fondo sanitario nazionale e quindi anche alla nostra regione, ma non bisogna agire come Attila.Sono lontani i tempi in cui il PD gridava "La sanità non si tocca". Un po' come per le pensioni. Urlavano "Le pensioni non si toccano" poi abbiamo visto come è andata a finire.Noi temiamo che lo stesso trattamento tocchi al servizio sanitario delle Marche, storicamente funzionante attraverso tante strutture ospedaliere distribuite sul territorio (ancora 48 tra pubbliche e private) che improvvisamente debbono ridursi a poche unità. La scelta manda in malora investimenti milionari operati in questi anni in: strutture, attrezzature diagnostiche, professionalità e servizi a portata di mano del cittadino.Noi non condividiamo questo modo di operare e invitiamo ancora una volta il Presidente Ceriscioli a riflettere, a fermarsi e a programmare complessivamente e a condividere le scelte, perché coloro che governano la Regione non devono sentirsi padroni del vapore, ma operano in nome e per conto, ed hanno il dovere di consultare i territori prima di decidere e mettere in atto scelte sbagliate e incomprensibili. Anche la concertazione ha fatto una brutta fine.In particolare questo deve avvenire quando si tratta di operare per garantire la tutela della salute dei cittadini. Ogni cittadino delle Marche ha lo stesso diritto alla salute sia che abiti nell'entroterra, che abiti nella costa, in una grande città oppure in uno sperduto comune.Ceriscioli non stia chiuso nel palazzo ma giri nelle Marche, solo così potrà comprendere le giuste preoccupazioni dei cittadini che non possono percorrere 50 km per soddisfare i propri bisogni di salute.Infine leggiamo della partecipazione del direttore generale dell'Asur Marini ad un incontro regionale del Pd, ci piacerebbe sapere se è un iscritto del Partito Democratico. Ma di questo parleremo un'altra volta.Al momento ci permettiamo di ricordare il ruolo e la funzione dell'Asur, che non è un dipartimento del PD ma l'azienda sanitaria unica regionale che, nel rispetto degli obiettivi assegnati e delle direttive impartite dalla giunta regionale, esercita, a livello centralizzato, le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'attività aziendale e di area vasta.
Mancano pochi giorni all’avvio della discussione sul Ddl Cirinnà in Senato il prossimo 28 gennaio e mentre il paese si divide tra favorevoli e contrari, interviene anche il segretario regionale del Partito Democratico delle Marche, Francesco Comi.Il segretario riconosce al Premier Renzi la paternità della scelta politica di fare del tema delle unioni civili una priorità per il paese: “E’ stato il Pd di Renzi ad imporre come urgente e non rinviabile il riconoscimento dei diritti civili, ancora oggi preclusi a tanta parte della società italiana”.Se tra i banchi dei cattolici democratici emergono posizioni di scetticismo rispetto al testo presentato in aula e proposte di emendamenti che modificano il Ddl, il Pd Marche invece ritiene che “si debba andare avanti senza modifiche sostanziali al testo proposto. Mi piace anche ricordare – puntualizza Comi – che il Segretario Generale del Consiglio d'Europa ha invitato a garantire il riconoscimento legale alle coppie dello stesso sesso, così come stabilito dalla sentenza della Corte europea dei diritti umani e come accade nella maggior parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa.”I diritti civili, secondo Comi, sono al primo posto nell’agenda del Governo Renzi, infatti, ricorda che “è orientata alla fase di approvazione anche la legge sulla cittadinanza: una risposta attesa dai tantissimi giovani stranieri che di fatto sono parte del nostro Paese”.
Erano le 3 e mezza, questa notte, quando il bancomat dell’Unicredit di Corso Vittorio Emanuele di Matelica è stato fatto saltare da alcuni malviventi. I ladri hanno saturato il vano con il gas, ma che non sono riusciti a impossessarsi del bottino.La cassa interna dello sportello automatico del bancomat, infatti, ha resistito all’onda d’urto impedendo di arrivare al denaro.Nel disperato tentativo di entrare in possesso del contante, i malviventi hanno anche forzato una porta laterale di vetro della banca, ma sono poi stati costretti a fuggire.Proprio in quel momento sul posto stavano arrivando i Carabinieri che erano stati allertati da un cittadino, il quale aveva trovato la strada sbarrata da un Fiorino bianco messo di traverso per ostacolare l'eventuale arrivo delle Forze dell’Ordine.I ladri sono riusciti, tuttavia, a far perdere le proprie tracce. Sul caso indagano i Carabinieri del Nucleo Operativo di Camerino e del Reparto Operativo di Macerata, che in queste ore stanno controllando le telecamere di sicurezza e i nastri degli impianti di videosorveglianza nel tentativo di trovare nuovi indizi che facciano arrivare all’identificazione dei ladri.
Nella riunione di ieri della Direzione provinciale del Partito Democratico di Ancona sul tema della riforma sanitaria, il partito si mostra compatto e tutto schierato con il suo Presidente."Presidente, vada avanti così con le riforme, il partito è con lei”: queste le parole del segretario provinciale della Federazione Pd di Ancona, Fabio Badiali, al Presidente della Regione Marche.Alla riunione dell'organismo direttivo provinciale hanno preso parte il Presidente della Giunta regionale, Luca Ceriscioli, il segretario regionale del Pd Marche, Francesco Comi, il Presidente della Commissione regionale Sanità, Fabrizio Volpini ed il Direttore generale dell'Asur, Alessandro Marini.Contro chi accusa Ceriscioli di aver tenuto per sé la delega alla sanità, senza nominare un assessore, è di questi giorni la critica mossa in tal senso da Ceroni di Forza Italia, risponde il segretario regionale Comi che spiega: “La scelta fatta da Ceriscioli, di gestire in prima persona la sfida della riforma sanitaria, è stata pienamente condivisa dal Pd. Quella della sanità è una riforma talmente complessa che solo l'assunzione diretta di responsabilità da parte della figura politica più forte l'avrebbe potuta garantire. Non è stata una scelta residuale, ma una scelta di coraggio e determinazione”.“Un altro falso mito da sfatare – ha aggiunto Comi – è quello secondo cui il governo regionale ha un'ampia discrezionalità di scelta nella realizzazione della riforma sanitaria. No, gli spazi di manovra sono minimali e sono stati tutti consumati dal presidente per accogliere le istanze degli amministratori locali.A rischio, oltre alla credibilità e di un partito ci sarebbero anche 110 milioni di euro di risorse nazionali, che se entro il mese di febbraio non venisse realizzata la riforma, andrebbero persi.“Ho sentito anche dire – ha detto Comi riferendosi ad un altro equivoco strumentalizzato da alcuni – che questa riforma si fa per tagliare le spese. Ma questa è un'errata convinzione delle opposizioni. Non solo non risparmiamo con questa riorganizzazione sanitaria, ma aumentiamo i costi. Ad esempio, a Loreto si investiranno 38 mila euro in più, a Chiaravalle 117 mila, a Sassoferrato ci sarà un incremento di risorse di oltre 400 mila euro. Questa, infatti, è una riforma che qualifica i servizi e, come tale, richiede più risorse”.“La vera differenza alla base della riforma sanitaria – ha spiegato il Presidente Ceriscioli – è che le strutture ospedaliere saranno trasformate in strutture territoriali, con il mantenimento e, anzi, la qualificazione dei servizi. Dobbiamo spostare il punto di vista: non ragionare più per strutture, in modo conservativo, ma per servizi, su un sistema, cioè, che incrementi e incentivi la risposta ai bisogni delle persone. Va organizzata una rete che garantisca a tutti i cittadini tempi di risposta efficaci in strutture adeguate.Dal punto di vista delle risorse – ha aggiunto il Presidente della Regione – non siamo in periodo di risorse crescenti, ma non siamo neanche in un precipitare di risorse. Sta a noi con la riorganizzazione della risposta riuscire a far fronte a bisogni.”Quindi il Presidente Ceriscioli ha passato in rassegna la situazione delle varie strutture ospedaliere della regione: “Quanto al Salesi, il nuovo pediatrico sarà costruito in prossimità dell'ospedale regionale, con ostetricia e ginecologia al sesto piano di Torrette. Per la realizzazione del nuovo Inrca, dopo varie battute d'arresto, adesso è subentrata la nuova azienda e tutto dovrebbe procedere per il meglio. A Fabriano stiamo verificando la possibilità di attivare l'Area Funzionale Omogenea, alcune strade sono percorribili, altre no. Ad ogni modo, si tratta di una misura di accompagnamento alla chiusura dei punti nascita e non va a cambiare la natura della scelta che abbiamo fatto. Su Marche Nord stiamo lavorando per trovare una nuova sintesi; in provincia di Macerata si dovrà scegliere tra il mantenimento della struttura di Civitanova e quella del capoluogo; stesso discorso nel Piceno dovrà farsi tra l'ospedale di Ascoli e quello di San Benedetto, mentre a Fermo si realizzerà il nuovo ospedale”.Ceriscioli ha tenuto anche a sottolineare l'importanza di poter procedere, a fine febbraio, con le nuove assunzioni: “Se non facciamo assunzioni – ha detto – non garantiamo i turni. Se non garantiamo i turni, perdiamo i posti letto. E se perdiamo i posti letto, perdiamo i servizi”.Il Presidente ha, quindi, ricordato come il legislatore, con l'ultima finanziaria, ha stabilito che già da quest'anno gli ospedali di Torrette, di Marche Nord e l'Inrca saranno valutate non solo in base al budget, come avvenuto finora, metodo in base a cui si chiedeva un allineamento risorse-produzione, ma anche in relazione alla quantità e alla qualità delle risposte fornite, in termini di servizi. “Il prossimo anno – ha precisato il Presidente – questo meccanismo si applicherà a tutte le strutture ospedaliere e non sarà possibile fare un piano di rientro là dove non c'è. Proprio per questo, alcune strutture probabilmente dovranno chiudere, al di là della riforma sanitaria che stiamo attuando”.
Dal capogruppo di Forza Italia in Regione, Jessica Marcozzi,riceviamo Nella delibera 735/2013 erano previsti per l’ospedale di Matelica 20 posti di riabilitazione specialistica tutti affidati a un privato. A questi andavano aggiunti 20 posti di Rsa, ulteriori servizi con la previsione di H12 diurna con medico e infermiere, e H12 notturna senza medico, ovvero 12 ore di Msa e altrettante di Msi. Con la delibera 1183/2015 compaiono, invece, 20 posti di riabilitazione così ripartiti: 10 al privato e 10 al pubblico. E’ facile ipotizzare che un privato difficilmente reputerà redditizia l’operazione a fronte dei soli 10 posti letto in gestione. Quindi questo potrebbe equivalere al congelamento se non addirittura al definitivo declino della Riabilitazione intensiva.La proposta è quella di prevedere 20 posti letto di Riabilitazione specialistica di cui 10 intensiva e 10 estensiva, 12 posti letto di Rsa e 8 di continuità assistenziale al fine di avere il mix tra riabilitazione e continuità assistenziale per avere un Msa h24, una battaglia che sul territorio è sapientemente condotta dalla forza consiliare “Nuovo Progetto Matelica” con il Consigliere comunale Rossana Procaccini.Allo stato dei fatti esigo dunque sapere dal presidente Luca Ceriscioli quali siano le intenzioni dell’Amministrazione regionale sull’ospedale di Matelica. L’Amministrazione intende garantire o meno una continuità assistenziale H24 fondamentale per la copertura sanitaria richiesta dall’utenza. Allo stesso tempo qual è la posizione dell’Amministrazione in merito all’ipotesi di affidare al privato la gestione del totale dei posti letto? Voglio sapere in definitiva quale futuro il presidente Luca Ceriscioli intende scrivere per una struttura sanitaria essenziale per il territorio di riferimento. O dobbiamo aspettarci, ancora una volta, un taglio netto del servizio assistenziale anche a Matelica?
E' un rito che si perpetua da tantissimi anni, da secoli.La notte del 24 gennaio, data della conversione di San Paolo, il «santo dei segni», il contadino metteva fuori dalla finestra, esposto verso oriente, un tagliere con 12 spicchi di cipolla. All’alba del giorno dopo, scrutando le mutazioni tra gli strati bianchi provocati dallo sciogliersi del pizzico di sale dosato nella conca, il contadino avrebbe saputo, in anticipo sugli eventi, il clima dell’intero anno. L'insegnante durantina Emanuela Forlini anche quest'anno ha ripetuto l’antico rito contadino e ha preparato il calendario del 2016.INVERNO: dopo un inizio con temperature insolitamente miti, a partire dal mese di febbraio, soprattutto nella seconda parte, si prevedono giornate fredde con ghiaccio, nevischio e galaverna, ma relativamente scarse quanto a precipitazioni.PRIMAVERA: la stagione si aprirà con un marzo abbastanza piovoso; e anche negli altri mesi primaverili non mancheranno, seppure in modo discontinuo, lievi piogge.ESTATE: l’inizio della stagione avrà un’apertura con giorni instabili, mentre la parte centrale della stagione sarà particolarmente calda.AUTUNNO: stagione ventosa nel 2016, con piovaschi, particolarmente a novembre dove non è esclusa la neve. Mese per mese.GENNAIO: le cipolle hanno confermato quanto già visto, bel tempo insolito e temperature sopra la media.FEBBRAIO: in questo mese farà capolino l’inverno con bruschi abbassamenti di temperature.MARZO: si presenta variabile e abbastanza piovoso soprattutto nella seconda parte.APRILE: sarà mite, ma con un peggioramento nella seconda metà del mese.MAGGIO: molto simile ad aprile nelle sue manifestazioni primaverili.GIUGNO: mese instabile, soprattutto nella prima quindicina.LUGLIO: migliore di giugno, ma variabile e con rare giornate di pioggia.AGOSTO: l’estate si farà sentire con giornate calde e torride.SETTEMBRE: tendente al bello, ma variabile nell’ultima parte.OTTOBRE: mese instabile e abbastanza piovoso.NOVEMBRE: freddo, gelo e qualche spolverata di neve.DICEMBRE: le gelate e rigori delle temperature si accentuano nella prima metà del mese.
Il vino marchigiano arriva a Milano con l’azienda vinicola “Ciù Ciù" raccontata nel libro del fondatore dell’azienda Natalino Bartolomei dal titolo “Ciù Ciù, una storia di vino nelle Marche”. Il volume è stato presentato in due eventi distinti, organizzati dall’agenzia di comunicazione MAP: uno a Palazzo Parigi dedicato ad una platea di direttori di testate e influenti giornalisti del mondo enogastronomico e moda e, nel pomeriggio, un altro presso il Mondadori Megastore in Piazza del Duomo.A Palazzo Parigi il libro è stato presentato dalla giornalista esperta di enogastronomia Fiammetta Fadda insieme alla foodblogger Chiara Maci e al giornalista e critico Antonio Paolini. Durante l’incontro un video ha trasportato per qualche minuto gli ospiti nelle colline di Offida e Walter Bartolomei ha spiegato il segreto della sua azienda e le origini del libro.Dalla mezzadria e dalla produzione del vino fino ai cambiamenti che nel tempo hanno interessato l'industria vitivinicola, il libro racconta come nasce il vino e dove affondano le radici del Made in Italy targato Marche.In particolare, Chiara Maci, una delle più importanti foodblogger italiane e volto di FoxLife, ha parlato della comunicazione moderna del vino, che è sempre più importante anche in ottica internazionale.Antonio Paolini si è soffermato sui vini, descrivendone le qualità organolettiche e raccontandone il legame inscindibile con il territorio d'origine, le Marche: “Questo libro racconta la storia imprenditoriale di una famiglia che è stata capace di far rinascere il vino, credendo nel proprio lavoro e operando in un territorio unico".Nel pomeriggio il libro è stato presentato al pubblico nella cornice d'eccezione della sala eventi del Mondadori Megastore di piazza del Duomo, dove Fiammetta Fadda e Chiara Maci hanno presentato il libro insieme a Walter Bartolomei e ad Antonella Mazzarella.Al termine della presentazione non poteva mancare la degustazione dei vini Ciù Ciù, che ha immerso gli ospiti nell’universo di sapori e segreti delle colline marchigiane.
"Il Presidente Ceriscioli nomini subito un assessore regionale con il compito di occuparsi del Servizio Sanitario Regionale, eviterà di rimediare ancora brutte figure": la richiesta arriva da Remigio Ceroni, senatore di Forza Italia, che chiede al presidente della Regione un cambio di marcia immediato sulla sanità."Un presidente di Regione notoriamente fa molta rappresentanza e non ha il tempo sufficiente per occuparsi di un settore così importante e delicato.Ci rendiamo conto che chi vuole gestire il potere non può farsi sfuggire di mano il controllo della sanità che da sola vale 80% del bilancio.Tuttavia essendo la salute un bene prezioso la gestione deve essere affidata a persone disponibili a tempo pieno e competenti nella materia. Non è materia di gabinetto.Dal suo insediamento la minoritaria Giunta Regionale delle Marche sta svolgendo il suo mandato in maniera molto deludente.Nella sanità in particolare la contestazione rispetto alle poche scelte operate ha fatto sollevare le proteste di cittadini, sindaci, operatori e organizzazioni sindacali.I sindacati hanno duramente contestato la scelta effettuata senza condividerne i profili con le parti sociali di togliere ai direttori di A.V la contrattazione decentrata con una normaimprecisa e contraddittoria inserita a sorpresa nella legge di stabilità e la decisione è stata momentaneamente sospesa perché eventualmente avrà decorrenza 1/1/2017.Con 4 determine adottate dal D.G. ASUR il 24 dicembre 2015, sperando passassero inosservate, causa le festività natalizie, senza consultare nessuno si è proceduto alla riorganizzazione dei Punti Nascita e dei Punti di Primo Intervento con l'obiettivo dichiarato di risparmiare risorse.Ad un mese esatto dal l'adozione del piano, il piano è al punto zero.Per quanto riguarda i Punti Nascita tutto è sub iudice essendo aperti contenziosi che non sono stati ancora decisi nel merito dal TAR Marche ed il cui esito non è scontato posto che la riforma non tiene conto delle specificità, compresi i profili di disagio dell’utenza determinati da aspetti prettamente legati alle caratteristiche del territorio. Aberrante l’idea che il pacchetto assistenziale da garantire alle mamme in attesa dell’entroterra debba includere la verifica delle condizioni meteorologiche e della viabilità stradale.Il profilo riformatore invocato da Ceriscioli a sottendere un cambiamento così denso di opportunità secondo le dichiarazioni recentemente rese, pare avere preso la piega del dietro front perché per quanto riguarda i punti di primo intervento sembrerebbe che dopo le proteste dei Sindaci del territorio e la denuncia alla Procura della Repubblica, del primo cittadino di Cagli, vi sia stato un ripensamento e l'Area Vasta 1 (Pesaro Urbino) sia stata autorizzata ad assumere personale medico a tempo pieno per oltre 10 unità, attingendo da tutte le graduatorie dell’ASUR., così smentendo anche il fatto che oggi non sia possibile fare nuove assunzioni in difetto del riassetto organizzativo tanto caldeggiato.Intanto il direttore di A.V.1 è stato costretto a smentire se stesso e a sguarnire di nuovo l'Ospedale di Urbino del personale medico assegnato dopo l'applicazione delle disposizioni previste dalla riforma.La rivolta dei sindaci del pesarese ha fatto cambiare idea al Presidente Ceriscioli.Le proteste dei sindaci delle altre aree vaste gli faranno cambiare il resto.Al Presidente Ceriscioli avevamo rivolto l'invito a ritirare tutte le determine, a consultare i territori e a ponderare meglio le scelte perché è evidente che il suo piano è sbagliato, inopportuno, non migliorerà la qualità del servizio e aumenterà i costi".
Dove andranno a finire le Marche nella riorganizzazione delle regioni? Il Consigliere regionale di Forza Italia Piero Celani denuncia che sulla questione la Regione Marche soffre di “strabismo politico”.Se il Presidente della Regione Luca Ceriscioli “strizza l’occhio alla Toscana e all’Umbria e la Vice Presidente Anna Casini all’Abruzzo”.Le due direzioni in cui potrebbe allargarsi la regione marchigiana per costituire la Macroregione, sono infatti a Ovest, con Umbria e Marche, e a Sud con l’Abruzzo.La posizione del Governatore marchigiano non piace al consigliere forzista che denuncia come la scelta di aprirsi verso Ovest, con Umbria e Toscana, nasca “da una decisione del governatore Ceriscioli senza una preventiva discussione in Consiglio regionale.”Per Celani “Ceriscioli guarda solo verso ovest, là dove il sole di Renzi è più forte: verso la Toscana, verso l’Umbria. Verso regioni affatto uguali a noi, ma certamente rosse”. Quella delle Marche sarebbe, dunque, per il consigliere, una scelta politica e non strategica. Se la scelta di Ceriscioli appare al partito di opposizione come una costruzione ex novo di un’unione che non ha fondamenta geografiche e storiche, la possibilità delle Marche di guardare a Sud delle Marche sarebbe più realistica.“Da sempre esiste una sorta di macroregione nei fatti: il Marcuzzo, quel territorio composto dal Piceno e dal Teramano sul versante abruzzese che il Tronto divide geograficamente, ma che in fondo unisce economicamente e socialmente.” - spiega Celani - E sì che proprio nei mesi scorsi le Regioni Abruzzo e Marche, con le Province di Ascoli Piceno e Teramo e i Comuni di San Benedetto e Martinsicuro, si ritrovarono a Teramo, per confrontarsi su una serie di progetti da portare avanti insieme considerato il valore ‘interregionale’ sia degli obiettivi che dei risultati.”Celani, infine, lancia una proposta per uscire dal bivio tra Sud e Ovest: “E se facessimo un referendum per chiedere, noi Piceni, quale sia la soluzione migliore?”
Categorico "niet" del Tar delle Marche al comune di Osimo, che aveva chiesto la sospensione della deliberazione dell'Asur riguardo alla chiusura del punto nascita dell'ospedale cittadino. Il Tar ha respinto infatti l'istanza avanzata, alla quale si era opposta anche la Regione. La partita si gioca tutta sul numero dei parti annuali che, come stabilito da un accordo della Conferenza Stato-Regioni, deve raggiungere quota mille, pena la chiusura del punto nascita. Così come il comune di Osimo, anche quelli di Fabriano e San Severino Marche hanno presentato analoga istanza al Tar: facilmente ipotizzabile, quindi, un no secco per anche questi, dunque.La questione della chiusura dei punti nascita agita, ormai da mesi, cittadini e residenti, che hanno manifestato il loro disaccordo attraverso manifestazioni di protesta - l'ultima in ordine di tempo si è svolta sotto la sede del Consiglio Regionale. Il presidente Luca Ceriscioli è intervenuto affermando che l'intesa a cui la Regione Marche vuole dar corso è basata su una precisa scelta "che rispetta criteri di qualità e sicurezza bel'intesa della mamma e del bambino".