Appello di Ceroni a Ceriscioli: "Sulla sanità si consulti coi territori e condivida le scelte"
Dal senatore Remigio Ceroni, coordinatore regionale Marche di Forza Italia, riceviamo
Il presidente Ceriscioli, benché sollecitato, non lascia la delega alla sanità, anzi raddoppia.
Raddoppia i casini che ha creato in questi pochi mesi di attività. Cittadini, sindaci, operatori sanitari, sindacati sono in ogni parte della Regione in fibrillazione, contro le scelte operate nei confronti del servizio sanitario regionale.
C'è una grande confusione con continui stop and go, oggi i giornali sono pieni di notizie a riguardo. È vero che la regione Marche deve tener conto dei pesanti tagli che il Governo Renzi ha operato al fondo sanitario nazionale e quindi anche alla nostra regione, ma non bisogna agire come Attila.
Sono lontani i tempi in cui il PD gridava "La sanità non si tocca". Un po' come per le pensioni. Urlavano "Le pensioni non si toccano" poi abbiamo visto come è andata a finire.
Noi temiamo che lo stesso trattamento tocchi al servizio sanitario delle Marche, storicamente funzionante attraverso tante strutture ospedaliere distribuite sul territorio (ancora 48 tra pubbliche e private) che improvvisamente debbono ridursi a poche unità. La scelta manda in malora investimenti milionari operati in questi anni in: strutture, attrezzature diagnostiche, professionalità e servizi a portata di mano del cittadino.
Noi non condividiamo questo modo di operare e invitiamo ancora una volta il Presidente Ceriscioli a riflettere, a fermarsi e a programmare complessivamente e a condividere le scelte, perché coloro che governano la Regione non devono sentirsi padroni del vapore, ma operano in nome e per conto, ed hanno il dovere di consultare i territori prima di decidere e mettere in atto scelte sbagliate e incomprensibili. Anche la concertazione ha fatto una brutta fine.
In particolare questo deve avvenire quando si tratta di operare per garantire la tutela della salute dei cittadini. Ogni cittadino delle Marche ha lo stesso diritto alla salute sia che abiti nell'entroterra, che abiti nella costa, in una grande città oppure in uno sperduto comune.
Ceriscioli non stia chiuso nel palazzo ma giri nelle Marche, solo così potrà comprendere le giuste preoccupazioni dei cittadini che non possono percorrere 50 km per soddisfare i propri bisogni di salute.
Infine leggiamo della partecipazione del direttore generale dell'Asur Marini ad un incontro regionale del Pd, ci piacerebbe sapere se è un iscritto del Partito Democratico. Ma di questo parleremo un'altra volta.
Al momento ci permettiamo di ricordare il ruolo e la funzione dell'Asur, che non è un dipartimento del PD ma l'azienda sanitaria unica regionale che, nel rispetto degli obiettivi assegnati e delle direttive impartite dalla giunta regionale, esercita, a livello centralizzato, le funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'attività aziendale e di area vasta.
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