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Politica Civitanova Marche

Civitanova- "Commercianti dimenticati, promesse solo da campagna elettorale"

Civitanova-  "Commercianti dimenticati, promesse solo da campagna elettorale"

«Siamo tutti consapevoli che il commercio attraversa una crisi strutturale. Le chiusure nei centri storici sono l’effetto combinato di stipendi fermi da trent’anni — il potere d’acquisto è oggi inferiore del 26,5 % rispetto a quello dei tedeschi e del 12,2 % rispetto a quello dei francesi —, dell’avanzata dell’e-commerce, dell’inflazione, dell’incertezza sul futuro e della crisi energetica, fattori che frenano i consumi.»

Con queste parole, il gruppo Viviamo Civitanova, guidato da Manola Gironacci, lancia un nuovo allarme sullo stato del commercio in città e chiede un’azione politica decisa: «È indispensabile un’azione politica, innanzitutto locale, capace di ricostruire fiducia in ogni comunità».

I dati non lasciano spazio all’ottimismo. «Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, prevede per il 2025 una crescita del PIL dello 0,8 % e un ritorno ai livelli di consumo del 2007, cioè di quasi vent’anni fa. Nella provincia di Macerata, gli esercizi commerciali sono diminuiti del 25,6 %: un negozio su quattro è scomparso. Sangalli ricorda che “i negozi devono fare la loro parte in termini di innovazione, ma i Comuni devono puntare sulla riqualificazione dei centri”».

Il gruppo cita anche i numeri della Camera di Commercio: «Nel primo trimestre 2025, nelle Marche hanno chiuso 3 207 aziende, a fronte di 2 663 nuove aperture: un saldo negativo di -544 attività in soli tre mesi. Il direttore generale Polacco sottolinea come, negli ultimi dodici anni, la vitalità dei centri sia stata l’ago della bilancia dell’economia del commercio».

Viviamo Civitanova accusa l’amministrazione comunale di inazione: «Ci chiediamo se il nostro sindaco, Fabrizio Ciarapica — assente nei fatti — sia consapevole che, in un momento tanto difficile, lasciare il commercio a se stesso significa alimentare una crisi più profonda e una crescente sfiducia nelle istituzioni».

La situazione nel centro storico, secondo il censimento del gruppo, è allarmante: «Il centro cittadino, come il nostro Borgo marinaro, è un assegno in bianco che solo gli imprenditori, con i loro investimenti, rendono vivo. Contiamo 422 vetrine nelle vie centrali: 320 attività in esercizio e 102 serrande abbassate. Le nuove aperture non invertono la tendenza; le cessazioni superano le inaugurazioni con un saldo negativo del -2,5 %, in linea con il dato nazionale».

I dettagli evidenziano le zone più colpite: «Corso Umberto I risulta la via più penalizzata — complice il caro affitti — con 154 negozi e 36 chiusure. La più resiliente è via Duca degli Abruzzi. Seguono via Matteotti e viale Vittorio Veneto (12 chiusure ciascuna), vialetto Nord e Sud (6), corso Vittorio Emanuele (28), corso Dalmazia (16) e via Trento (4)».

Non manca però un riconoscimento al tessuto imprenditoriale locale: «Sono 320 le imprese che tengono vivo il centro, grazie a una classe imprenditoriale che molte città ci invidiano. Con scelte politiche lungimiranti, Civitanova potrebbe tornare la “perla dello shopping” del centro Marche».

Il gruppo non risparmia critiche alla retorica dell’amministrazione: «Sconcerta che un comparto così numeroso, che contribuisce in modo sostanziale all’economia locale, non venga realmente considerato dall’amministrazione, ma esibito come una mera coccarda social: finita la festa, gabbato lo santo».

Anche Confartigianato conferma l’urgenza di azioni concrete: «Uno studio di Confartigianato Imprese Macerata‑Ascoli‑Fermo sottolinea la necessità di rafforzare i rapporti con i Comuni, garantire una viabilità fluida verso parcheggi sufficienti, tutelare la sicurezza pubblica e promuovere manifestazioni a sostegno delle attività».

Viviamo Civitanova contesta duramente le parole del sindaco: « Il nostro sindaco parla di “esplosione di energia imprenditoriale” che confermerebbe la vitalità di Civitanova. Peccato che non rilevi il saldo ancora negativo: alle attività cui augura “buon lavoro” volta poi le spalle durante la stagione estiva, sacrificandole sull’altare di una Civitanova più turistica».

E concludono con amarezza: «Si confonde la presenza alle inaugurazioni con il sostegno concreto a un settore che la stessa amministrazione, con eventi sul lungomare sud e una viabilità già compromessa, indebolisce ulteriormente, lasciando la piazza ai soli mercati. Una categoria usata solo in campagna elettorale, immortalata in foto che chi lavora spera non restino propaganda, ma si traducano in misure concrete a tutela degli investimenti; mentre il sindaco spera che, magicamente, si traducano in voti».

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