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Amicizie a scadenza: perché i rapporti durano quanto una story

Amicizie a scadenza: perché i rapporti durano quanto una story

Ventiquattro ore. È questo il tempo di vita di una Instagram Story. Coincidenza vuole che sia anche la durata media di molte amicizie nell’era dei social. Benvenuti nell’epoca delle relazioni usa e getta, dove bloccare qualcuno è più facile che dire “scusa”.

IL GRANDE BLUFF DELLE CONNESSIONI

Mai così tanti contatti in rubrica, mai così pochi numeri da chiamare in caso di emergenza. I nostri smartphone traboccano di “amici”: WhatsApp, Instagram, TikTok, LinkedIn. Eppure quando serve davvero qualcuno, scopriamo che la maggior parte sono solo figurine sullo schermo.Il paradosso della generazione iperconnessa: 5000 amici su Facebook, 1000 follower su Instagram, zero persone disposte ad aiutarti per un trasloco. Qualcosa non quadra.

L’ARTE DEL BLOCCO PREVENTIVO

Una volta per litigare con un amico serviva coraggio. Guardarsi negli occhi, alzare la voce, sbattere una porta. Oggi basta un click e via: blocco su WhatsApp, unfollow su Instagram, rimozione completa e puff! Come se quella persona non fosse mai esistita.

Il bello (si fa per dire) è che spesso il “crimine” è ridicolo: ha messo like alla foto del tuo ex, non ha risposto entro tre ore, ha condiviso un post che non ti è piaciuto. Reati che una volta si risolvevano con una battuta, oggi si puniscono con la cancellazione totale.

E così il tasto “blocca” è diventato il nuovo “vaffa”. Più elegante, meno rumoroso, ma più definitivo.

LA SINDROME “ZERO DRAMMI”

“Non ho tempo per i drammi” è il nuovo mantra. Traduzione: non ho voglia di fare la fatica di capire perché una persona si comporta in un certo modo. È più comodo premere delete e passare al prossimo.

Questa filosofia da self-help da quattro soldi ci ha convinto che ogni momento di tensione sia “tossico”, che ogni disaccordo sia “energia negativa da eliminare”. Risultato? A forza di fare “pulizie energetiche”, ci ritroviamo con la casa vuota.

IL FAST FASHION DELLE RELAZIONI

Le amicizie social seguono le stesse logiche di Shein: consumo veloce, qualità scarsa, sostituzione immediata. Aggiungi, interagisci, ti annoi, rimuovi. Il ciclo di vita di un’amicizia 2.0 è più breve di quello di una tendenza su TikTok.

LA NOSTALGIA DEL LITIGIO VERO

C’era un tempo in cui litigare con un amico era normale. Ti arrabbiavi, non ti parlavi per una settimana, poi uno faceva il primo passo e tutto tornava come prima. O meglio di prima. Il conflitto rafforzava il legame invece di spezzarlo.

Oggi la prima incrinatura è spesso l’ultima. Non c’è tempo per elaborare, per capire, per perdonare. Il mondo pullula di nuove connessioni da fare, perché perdere tempo a riparare quelle danneggiate?

IL MITO DELL’AMICIZIA INSTAGRAMMABILE

I social ci mostrano solo amicizie perfette: cene sorridenti, weekend da sogno, solo commenti positivi. Così ci aspettiamo che anche le nostre siano sempre: senza conflitti, senza momenti morti, senza la noia della quotidianità.

Ma l’amicizia vera non è un contenuto curato. È fatta anche di silenzi imbarazzanti, opinioni diverse, periodi di lontananza. È umana, quindi imperfetta.

LA RICETTA PER L’ISOLAMENTO PERFETTO

 Ingredienti per rimanere soli nell’era dell’iperconnessione:

 - 1 kg di aspettative impossibili sugli altri

- Una manciata di tolleranza zero per i conflitti

- Dito pronto al tasto “blocca”

- Paura di investire emotivamente (quanto basta)

- L’illusione che esista sempre qualcuno “migliore”

 Mescolate tutto con una buona dose di narcisismo digitale. Lasciate riposare in una bolla di autoreferenzialità. Servite freddo con contorno di solitudine.

L’EPIDEMIA DELL’USA E GETTA

 Abbiamo trasformato le persone in contenuti usa e getta. Non intrattengono più? Next. Non rispondono abbastanza velocemente? Next. Hanno un’opinione diversa dalla nostra? Next.

Questa mentalità del “sempre meglio di” ci sta rendendo incapaci di apprezzare quello che abbiamo. Siamo sempre in cerca dell’amicizia perfetta, come fossimo su un’app di incontri.

LA CURA ANALOGICA

Forse è il momento di tornare a trattare le amicizie come facevano i nostri genitori. Con investimento a lungo termine, con la consapevolezza che le persone attraversano momenti diversi, con l’accettazione che non tutto deve essere perfetto sempre.

Prova questo esperimento: la prossima volta che un amico ti delude, invece di bloccarlo, chiamalo. Scoprirai che dietro ogni comportamento “strano” c’è spesso solo una persona che sta passando un brutto momento.

 LA MORALE SOCIAL

In un mondo dove tutto scorre veloce come una Story, le amicizie vere sono quelle che resistono agli algoritmi. Non quelle perfette da postare, ma quelle autentiche da vivere. Non quelle senza conflitti, ma quelle che sanno attraversarli.

Le persone non sono contenuti. Non hanno bisogno di essere sempre interessanti, sempre disponibili, sempre positive. Hanno solo bisogno di essere umane.

E l’umanità, per definizione, non è mai perfetta. Ma è l’unica cosa che vale davvero la pena conservare.

 

 

 

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