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"Civitanova, tra nuove aperture e vecchi problemi: il commercio non può farcela da solo"

"Civitanova, tra nuove aperture e vecchi problemi: il commercio non può farcela da solo"

"Fa un male terribile vedere con quanta superficialità si affronta il tema delle nuove aperture dei negozi dichiarando ‘Civitanova è attrattiva’". Le parole di Manola Gironacci, presidente dell’associazione ViviAmo Civitanova Aps, non lasciano spazio a dubbi: dietro l’entusiasmo per ogni nuovo taglio del nastro, si cela un quadro ben più complesso e fragile. Gironacci rivolge un sentito ringraziamento a chi ha scelto di investire nel centro cittadino, sottolineando l'importanza e il coraggio di avviare un'attività commerciale in un momento storico così complicato. Ma non risparmia critiche a chi, secondo lei, cavalca l'onda dell’"euforia commerciale" per fini elettorali, ignorando le vere sfide che gli esercenti affrontano ogni giorno. I dati parlano chiaro: a fronte di 25 nuove aperture, ci sono state 58 chiusure e solo 5 trasferimenti o rinnovi di attività. Un saldo negativo che mostra quanto sia precario il sistema commerciale cittadino. "Civitanova non deve essere solo attrattiva, ma deve anche mantenere questo richiamo", avverte Gironacci, che invoca un cambio di passo nelle politiche di sostegno al commercio. La presidente di ViviAmo evidenzia come l'intero comparto commerciale, in Italia e a Civitanova, sia schiacciato da diversi fattori: il caro-vita, che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie; l’impennata della concorrenza online, esplosa con la pandemia; e una burocrazia ancora troppo farraginosa, che scoraggia chi vorrebbe investire. In questo contesto, secondo Gironacci, servirebbe un impegno concreto e continuo da parte delle Istituzioni locali, con misure di sostegno reale: dalla riduzione della tassazione comunale a una vera semplificazione amministrativa. Al centro delle critiche c'è anche la gestione del turismo e della programmazione degli eventi. "Una amministrazione attenta avrebbe già organizzato un cartellone per Pasqua e il primo maggio", denuncia Gironacci, parlando di "silenzio tombale" che pesa sull’economia cittadina.  Non è solo una questione di programmazione, ma anche di immagine: la presidente sottolinea il degrado visivo in alcune zone centrali, come corso Umberto, dove “le aiuole sembrano abbandonate” e non trasmettono quel senso di ordine e cura che una città turistica dovrebbe garantire. Per ViviAmo Civitanova, il nodo centrale resta la mancanza di una visione condivisa tra pubblico e privato. Mentre i commercianti si rimboccano le maniche, spesso da soli, l'amministrazione sembra rincorrere gli eventi invece di pianificarli: "Civitanova corre su due binari paralleli, quello del privato e quello dell'amministrazione, ma con velocità diverse. Il privato che traina il pubblico", afferma Gironacci. Il taglio del nastro, le foto di rito, lo champagne e le tartine non bastano: "Per un sindaco il lavoro finisce lì, ma per il commerciante quello è solo l’inizio - dichiara la presidente - un momento in cui inizia l’incertezza e si concretizzano impegno e responsabilità".   

15/04/2025 11:20
Chiude 'Macerati Spiriti Conviviali': "La nostra storia si infrange contro scogli duri che abbiamo provato a scalfire"

Chiude 'Macerati Spiriti Conviviali': "La nostra storia si infrange contro scogli duri che abbiamo provato a scalfire"

Dopo oltre sette anni di brindisi, storie raccontate tra un calice di vino e cocktail d'autore, arriva l'annuncio: il 31 maggio sarà l'ultimo giorno di attività per "Macerati Spiriti Conviviali", un'altra saracinesca si abbassa nel centro città. La notizia è stata condivisa direttamente dai titolari del locale - Netelia Tamagnini e Giambattista Damiani - con un lungo e sentito post sui social, nel quale si legge: "Eccoci arrivati alla fine della nostra avventura: il 31 maggio sarà l’ultimo giorno dei Macerati. Non siamo tipi da frasi fatte come: ‘Non è un addio, ma un arrivederci’. Dopo più di sette anni di bevute, chiacchiere, vini, birre e cocktail, Macerati si interrompe.Non torneremo più come ci avete conosciuto finora. La nostra storia si infrange contro scogli duri che abbiamo provato a scalfire in tutti i modi". "Abbiamo resistito, cercando di trasmettere il nostro spirito e quello dell'artigianalità, ma ci siamo ritrovati smarriti in un posto che non ci appartiene più - scrivono ancora i titolari -. Un posto buio, fatto di vini convenzionali, birre 'doppio malto' (se qualcuno ha mai capito davvero cosa sono, ce lo dica, per favore), cocktail improvvisati e troppa arroganza. Oggi ci sentiamo come un piccolo lumino che non riesce più a fare la differenza in tutto quel buio. Abbiamo bisogno di fermarci. Di respirare. Di ricaricarci. Per poter, un giorno, tornare a splendere". "Faremo tesoro di tutto ciò che ognunә di voi ci ha trasmesso in questi anni, perché è solo grazie a voi se siamo riusciti ad essere ciò che siamo oggi - conclude il post -. Non sappiamo se, o dove, Macerati tornerà. Prima dobbiamo ritrovare noi stessi. Ma una cosa è certa: saremo dietro al bancone ad aspettarvi, anche solo per un saluto, fino al 31 maggio (forse)".  Il post ha rapidamente raccolto reazioni e commenti da parte di affezionati clienti, amici e colleghi del settore, uniti da un sentimento comune: riconoscenza per l’esperienza che Macerati ha saputo offrire alla città. Non solo un locale, ma un luogo che ha saputo educare al gusto, valorizzare i produttori indipendenti e tenere alta la bandiera dell’artigianalità vera, senza compromessi.  

14/04/2025 19:50
Monte San Martino, riconoscimenti per “Dialetti a Confronto”: il teatro amatoriale protagonista nei borghi dei Monti Azzurri

Monte San Martino, riconoscimenti per “Dialetti a Confronto”: il teatro amatoriale protagonista nei borghi dei Monti Azzurri

Si è conclusa con successo al Teatro di Monte San Martino la rassegna dialettale Dialetti a Confronto, promossa dalla FITA (Federazione Italiana Teatro Amatori) e sostenuta dall’Unione Montana Monti Azzurri. Un appuntamento molto atteso che ha saputo valorizzare non solo il teatro popolare e le espressioni dialettali del territorio, ma anche l’identità culturale dei borghi dell’entroterra maceratese. Durante la serata finale si sono svolte le premiazioni, che hanno visto protagoniste numerose compagnie teatrali locali. Il riconoscimento per il miglior testo è andato a Fluido Marchigiano, scritto da Mirko Eleonori e portato in scena dalla Filodrammatica Sangiustese, mentre il premio per la miglior regia è stato assegnato a Fabio Campetella della compagnia CFD Caldarelli di Macerata. Nella categoria dei migliori interpreti, Daniela Calcinelli della compagnia “Dieci Donne Mamme Matte” di Camerino si è distinta come miglior caratterista, mentre Mauro De Luca, sempre della CFD Caldarelli, ha ricevuto il premio come miglior attore. Nella stessa compagnia femminile di Camerino, Carla Casadidio è stata premiata come miglior attrice. Il premio più atteso, quello per il miglior spettacolo, è stato conferito alla compagnia “La Torre che Ride” di Civitanova Marche per "Scene de strada e de cantina" (e  "Vranco de Matti"), che ha conquistato pubblico e giuria per la vivacità e la fedeltà alla tradizione. Alla fine della serata, il presidente dell’Unione Montana Monti Azzurri, Giampiero Feliciotti, ha espresso grande soddisfazione per l’esito della manifestazione, sottolineando come queste iniziative rappresentino un’opportunità preziosa per far vivere i teatri storici del territorio — ben otto nel comprensorio — e al tempo stesso per promuovere l’arte, le tradizioni locali e le eccellenze enogastronomiche che rendono unici i borghi dell'entroterra marchigiano. La rassegna si chiude quindi con un bilancio decisamente positivo, lasciando spazio a nuove prospettive per la promozione culturale e turistica dell’area montana.

14/04/2025 12:00
Formazione internazionale: secondo LAE, agenzia di orientamento studi, cresce l'interesse per l'Inghilterra

Formazione internazionale: secondo LAE, agenzia di orientamento studi, cresce l'interesse per l'Inghilterra

Negli ultimi mesi, l’Inghilterra è tornata a occupare un posto di rilievo nelle scelte di molti studenti italiani interessati a proseguire la propria formazione all’estero. Nonostante l’incertezza legata al contesto post-Brexit, la qualità degli atenei britannici, la struttura dei corsi e le opportunità legate alla carriera accademica e lavorativa continuano ad attrarre nuove candidature. Secondo l'agenzia Lae Educazione Internazionale, specializzata nell’orientamento agli studi internazionali, il Regno Unito si conferma tra le mete più valutate dai diplomandi e laureandi italiani nel 2025. Le motivazioni che spingono a guardare verso l’Inghilterra sono diverse. In primo luogo, la reputazione consolidata del sistema universitario britannico, che annovera tra i suoi atenei alcune delle università più rinomate al mondo. Ma al di là del prestigio, molti studenti scelgono questa destinazione per l’approccio didattico: corsi più brevi rispetto al modello italiano, forte orientamento alla pratica e alla ricerca, ampia scelta di specializzazioni e una maggiore attenzione all’autonomia dello studente. È un sistema che premia la motivazione personale e la capacità di gestione, aspetti particolarmente apprezzati da chi cerca un’esperienza formativa immersiva. Un altro elemento che continua a esercitare fascino è l’internazionalità dell’ambiente accademico. Nonostante il nuovo quadro normativo, le università britanniche restano altamente internazionali, sia per numero di studenti provenienti da altri Paesi, sia per la rete globale di contatti accademici e professionali che offrono. Frequentare un corso in Inghilterra significa entrare in contatto con culture diverse, stili di apprendimento alternativi e prospettive che superano i confini nazionali. I dati raccolti da LAE indicano un ritorno di interesse anche tra coloro che negli ultimi anni avevano escluso il Regno Unito per motivi legati ai costi e alle nuove regole sull’immigrazione. Se è vero che la Brexit ha introdotto cambiamenti importanti – primo fra tutti la necessità di ottenere un visto studentesco – è altrettanto vero che molte università hanno attivato nuovi programmi di sostegno economico rivolti proprio agli studenti europei. In alcuni casi si tratta di borse di studio parziali, in altri di agevolazioni specifiche per coprire le spese sanitarie o l’alloggio. La questione economica, infatti, resta uno dei temi centrali. Le rette universitarie per studenti internazionali variano ampiamente, ma in media si attestano tra le 11.000 e le 20.000 sterline annue. A queste vanno aggiunti i costi della vita, che possono variare sensibilmente da città a città. Londra, per esempio, richiede un budget più elevato rispetto a centri universitari come York, Leicester o Portsmouth. Nonostante questo, la percezione diffusa tra gli studenti è che l’investimento possa risultare vantaggioso nel medio-lungo periodo, soprattutto in termini di preparazione professionale e opportunità lavorative. Molti ragazzi si avvicinano a questa scelta non solo per il desiderio di acquisire competenze linguistiche o titoli accademici, ma per vivere un’esperienza formativa completa, in grado di rafforzare la propria autonomia e aprire nuove prospettive. Le testimonianze raccolte tra chi ha già intrapreso il percorso evidenziano proprio questo: la possibilità di misurarsi in un contesto esigente ma stimolante, dove ogni studente è chiamato a costruire attivamente il proprio percorso. A confermare la solidità del sistema universitario britannico contribuiscono anche i dati sull’inserimento lavorativo post-laurea. Molti corsi includono periodi di stage o placement obbligatori, e gli atenei offrono supporto nella ricerca del primo impiego anche dopo la fine del percorso accademico. Inoltre, il Graduate Route – il permesso che consente agli studenti internazionali di restare nel Paese fino a due anni dopo la laurea per lavorare – rappresenta un ulteriore incentivo per chi desidera esplorare il mercato del lavoro inglese prima di decidere se rientrare o proseguire la propria esperienza all’estero. LAE sottolinea anche un altro aspetto: la crescente consapevolezza da parte delle famiglie. Negli ultimi anni, genitori e studenti si informano in modo più accurato e iniziano a valutare l’ipotesi di studio all’estero già durante il penultimo anno delle superiori. Questo consente di organizzare con maggiore calma tutti i passaggi: dall’esame di lingua ai documenti per la domanda, fino alla ricerca dell’alloggio. Nel complesso, lo scenario 2025 evidenzia una ripresa decisa dell’interesse verso l’Inghilterra, non più solo come scelta “prestigiosa”, ma come esperienza concreta e strutturata. Per chi desidera costruire un percorso formativo internazionale, il Regno Unito continua a rappresentare una delle opzioni più solide e riconoscibili, a patto di affrontare la candidatura con metodo, consapevolezza e il giusto livello di preparazione. (Foto di Aleks Marinkovic su Unsplash)

14/04/2025 09:30
La reputazione del vino italiano: tra riconoscibilità all'estero e nuove sfide competitive

La reputazione del vino italiano: tra riconoscibilità all'estero e nuove sfide competitive

 La reputazione, nel settore del vino, è uno degli asset più delicati e al tempo stesso più strategici. Si costruisce nel tempo, attraverso la coerenza della qualità, la capacità di presidiare i mercati e il modo in cui si comunica il valore di un prodotto. Il vino italiano gode oggi di un’ampia riconoscibilità internazionale, frutto di decenni di lavoro da parte di produttori, consorzi e operatori della promozione. Ma in un contesto in continua evoluzione, fatto di nuovi competitor, consumatori più esigenti e canali sempre più digitali, anche la reputazione va costantemente curata, protetta, aggiornata. Rimanere informati sull’andamento dei mercati e sulle preferenze emergenti – in tal senso è possibile trovare notizie sul mondo del vino nel magazine Winemeridian – è fondamentale per chi lavora o si interessa al mondo del vino italiano. La riconoscibilità è un valore che va oltre la semplice notorietà. Significa essere identificati, attesi, desiderati per una serie di elementi distintivi: la storia, i paesaggi, la cultura che ogni bottiglia porta con sé. Il vino italiano gode di questo privilegio in molti mercati esteri, dove rappresenta un simbolo della qualità made in Italy, accanto alla moda, al design e alla cucina. Ma questa forza identitaria non è più sufficiente da sola. Negli ultimi anni, la competizione internazionale si è intensificata, con l’emergere di nuovi player produttivi e l’evoluzione delle preferenze dei consumatori, soprattutto nelle generazioni più giovani. Il contesto globale premia chi sa rinnovarsi mantenendo una coerenza narrativa. In questo senso, il vino italiano deve affrontare una duplice sfida: da un lato, consolidare la propria immagine nei mercati storici, dall’altro saper parlare a pubblici nuovi, con linguaggi diversi, formati alternativi e un approccio più contemporaneo. Paesi come Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Canada restano centrali, ma crescono anche l’interesse e le opportunità in aree come l’Asia-Pacifico, l’Europa orientale e alcune regioni dell’Africa urbana emergente. Le denominazioni di origine sono da sempre un pilastro del prestigio italiano nel vino. Tuttavia, secondo molti analisti, la loro efficacia comunicativa è in parte da rivedere: spesso risultano complesse per i consumatori stranieri, e rischiano di sovrapporsi senza una strategia di sistema chiara. In alcuni casi, il nome della regione o del vitigno riesce a parlare più chiaramente al pubblico rispetto a una sigla tecnica. Il lavoro da fare è dunque duplice: semplificare senza banalizzare, e valorizzare le specificità con strumenti più moderni e fruibili. Anche la sostenibilità è diventata parte integrante della reputazione. Sempre più consumatori – e operatori della distribuzione – associano la qualità del prodotto alla responsabilità ambientale e sociale del produttore. Le certificazioni contano, ma contano ancora di più le pratiche concrete: riduzione dell’uso di fitofarmaci, gestione razionale delle risorse, attenzione alla filiera. Comunicare questi aspetti in modo trasparente, senza retorica, rappresenta oggi un elemento decisivo nella percezione complessiva del valore. Il canale digitale, in questo scenario, è ormai imprescindibile. Non solo per la vendita, ma per costruire una relazione continua con il pubblico. I social media, i contenuti video, i podcast, le newsletter mirate: tutto contribuisce a mantenere vivo il contatto, a spiegare cosa c’è dietro una bottiglia, a rendere più umano un prodotto spesso percepito come tecnico. Anche il ruolo degli ambasciatori – sommelier, chef, comunicatori specializzati – è sempre più importante per dare voce, stile e credibilità alla narrazione. Un’altra variabile riguarda la distribuzione. In molti mercati, la reputazione del vino italiano è costruita anche attraverso il posizionamento nei punti vendita: presenza sugli scaffali giusti, racconto coerente nelle enoteche, formazione del personale nei ristoranti. Dove manca questo lavoro di radicamento, il rischio è che la reputazione venga progressivamente erosa, anche a fronte di un’offerta qualitativa ineccepibile. Il futuro della reputazione del vino italiano si giocherà, quindi, su più livelli. Sarà essenziale investire sulla formazione, sulle reti, sull’alleanza tra produttori e territori. Servirà una maggiore integrazione tra promozione pubblica e sforzi privati. Ma soprattutto sarà fondamentale mettere al centro la coerenza: tra ciò che si produce, ciò che si comunica e ciò che si promette. In definitiva, la riconoscibilità del vino italiano all’estero è un patrimonio costruito con fatica, che oggi deve affrontare un tempo nuovo. Non si tratta di difenderlo con timore, ma di rilanciarlo con intelligenza. E in un mondo dove l’identità conta più che mai, l’Italia ha tutte le carte in regola per continuare a farsi riconoscere. E a farsi scegliere. (Foto di Hermes Rivera su Unsplash)

14/04/2025 08:30
Ricostruzione della chiesa di Santa Maria Assunta: l’appello del Sindaco Gentilucci alla sovrintendenza

Ricostruzione della chiesa di Santa Maria Assunta: l’appello del Sindaco Gentilucci alla sovrintendenza

È il sindaco di Pieve Torina, Alessandro Gentilucci, a muovere un appello alla Sovrintendenza nazionale per ottenere quanto prima la restituzione alla cittadinanza della chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta: «dopo più di otto anni dal sisma, abbiamo necessariamente dovuto ricostruire la nostra piazza, che oggi è tornata a risplendere. Non potevamo procrastinare oltre i lavori di ricostruzione altrimenti ci sarebbero stati tolti gli stanziamenti derivanti dal Piano Nazionale Complementare (PNC). Abbiamo restituito uno spazio importante alla collettività, ma si tratta di uno spazio in cui manca il pilastro delle nostre radici: la chiesa parrocchiale. Ci ritroviamo con una piazza finita, vero e proprio fiore all’occhiello, ma con una ferita ancora aperta, perché la chiesa è rimasta esattamente com’era dai giorni del sisma: distrutta. A più riprese abbiamo sollecitato la Sovrintendenza affinché si potesse avere una data certa per l'avvio dei lavori, ma ancora non abbiamo potuto prendere visione del progetto. Le abbiamo tentate tutte, compresa la richiesta di poter diventare noi, come comune, soggetto attuatore per una veloce ricostruzione della chiesa, cui, però, è seguita una risposta negativa. Da qui l'appello alla Sovrintendenza, in qualità di sindaco, ma a nome di tutta la cittadinanza, per un pronto avvio dei lavori che restituisca ai nostri concittadini il luogo sacro per eccellenza di Pieve Torina e consenta di vivere appieno la piazza del paese».

13/04/2025 12:35
È possibile richiedere un risarcimento danni per la procurata morte dell’animale di affezione?

È possibile richiedere un risarcimento danni per la procurata morte dell’animale di affezione?

Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, "Chiedilo all'Avvocato". In questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato principalmente la tematica assai attuale del risarcimento danni e nello specifico a seguito della procurata morte di un nostro animale di affezione. Di seguito la risposta dell’avv. Oberdan Pantana alla domanda posta da una nostra lettrice di Macerata, che chiede: "È possibile richiedere un risarcimento danni per la procurata morte di un nostro animale di affezione?".  Il caso di specie ci offre la possibilità di approfondire la tematica risarcitoria del danno non patrimoniale per la sofferenza patita a seguito della procurata morte del nostro amato animale di affezione. Tale circostanza è stata recentemente statuita dal Tribunale di Prato proprio in occasione di una richiesta risarcitoria a seguito della procurata morte del cane di una giovane coppia che aveva affidato la propria cagnolina alle cure di una pensione per poi ritrovarla morta il giorno della riconsegna. Partendo dal consolidato principio giurisprudenziale secondo il quale "il danno non patrimoniale derivante dalla lesione dei diritti inviolabili della persona è risarcibile a condizione che l'interesse leso abbia rilevanza costituzionale, che la lesione dell'interesse sia grave, nel senso che l'offesa superi la soglia minima di tollerabilità imposta dai doveri di solidarietà sociale, che il danno non sia futile, ovvero non consista in meri disagi o fastidi, ma anche che vi sia specifica allegazione del pregiudizio, non potendo assumersi la sussistenza del danno in re ipsa" (ex plurimis cfr. Cass. civ., sez. VI, 12 novembre 2019, n. 29206; Cass. civ., sez. III, 22 gennaio 2024, n. 2203), il Tribunale di Prato, in accordo con il succitato principio di diritto ed in linea con la più recente giurisprudenza di merito, riguardo la “ lettura contemporanea delle abitudini sociali e dei relativi valori” (Trib. Pavia, sez. III civ., 16 settembre 2016, n. 1266; in senso analogo Trib. Vicenza, 3 gennaio 2017, n. 24; Trib. La Spezia sez. I, 31 dicembre 2020, n. 660), ha ritenuto che la perdita della cagnolina nel caso in questione potesse determinare la lesione di un interesse della persona alla conservazione della propria sfera relazionale-affettiva, costituzionalmente tutelata attraverso l'articolo 2 della Costituzione, in quanto "il rapporto tra padrone ed animale d'affezione costituisce occasione di completamento e sviluppo della personalità individuale". Considerato che il danno non patrimoniale non può essere identificato con lesione del diritto in sé; dunque, nel caso di specie, i giudici hanno verificato che i danneggiati avessero assolto l'onere di provare di avere subito un effettivo pregiudizio in termini di sofferenza patita per la perdita dell'animale e "le fotografie allegate alla citazione dimostrano che la cagnolina era considerata un membro della famiglia e come tale veniva trattata".  Pertanto, in risposta alla nostra lettrice, risulta corretto affermare che "l'esistenza di questo forte legame sentimentale e le circostanze in cui la morte si è verificata, provano che da tale evento sia derivata a carico della famiglia proprietaria dell'animale una forte sofferenza interiore con lesione di un interesse della persona alla conservazione della propria sfera relazionale-affettiva, costituzionalmente tutelata attraverso l'art. 2 Cost. che deve essere risarcito quale danno non patrimoniale" (Tribunale di Prato, Sez. Civile, sentenza del 25.01.2025 n. 51). Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.                                                    

13/04/2025 12:20
Anche Pieve Torina aderisce alla giornata nazionale AIDO

Anche Pieve Torina aderisce alla giornata nazionale AIDO

Pieve Torina s’illumina di rosso. Anche il comune dell’entroterra maceratese guidato dal sindaco Alessandro Gentilucci ha voluto aderire alla giornata nazionale per la donazione di organi e tessuti organizzata dall’AIDO, colorando di rosso uno dei suoi monumenti più rappresentativi e simbolici: il monumento ai caduti delle guerre, sito all’interno del Parco delle Rimembranze. “Sensibilizzare alla donazione degli organi” dichiara Gentilucci “significa sensibilizzare a una cittadinanza responsabile, consapevole, significa contribuire alla creazione di una dimensione solidale e civica in ogni cittadino. Le occasioni che possono ricordarci quanto sia importante l’impegno di ognuno nei confronti dell’altro vanno sottolineate e richiamate. Il rosso è il colore della vita e illuminando il nostro monumento anche noi diciamo con forza sì alla vita. Perché la donazione può restituire speranza a chi vive in sospeso, in attesa di un trapianto, chiunque esso sia, e rappresenta un gesto d’amore che non conosce barriere spaziali o sociali”.

13/04/2025 12:10
Destra e sinistra in Italia si confermano problema e non soluzione

Destra e sinistra in Italia si confermano problema e non soluzione

L'ho detto e ripetuto ad abundantiam. Destra e sinistra oggi sono le due ali dell'aquila neoliberale. Rappresentano la finta alternativa, che fa apparire democratico e pluralistico l'ordine monocratico del capitale. Due recenti dichiarazioni di Tajani, esponente di punta della destra bluette neoliberale e filobancaria, atlantista e filoisraeliana, meritano davvero un commento critico. La prima dichiarazione riguarda la questione bellica e militare. Tajani ha dichiarato che l'Europa senza Stati Uniti non è in grado di difendersi. L'affermazione tocca in qualche modo un nodo problematico reale, ma lo fa naturalmente nel modo sbagliato, senza fare emergere la questione dirimente. L'Europa non è in grado di difendersi, ma non per le ragioni evocate da Tajani: la vera causa sta nel fatto che l'Europa è attualmente costellata da centinaia di basi militari statunitensi, che impediscono ogni sovranità reale dell'Europa stessa, rendendola de facto e de jure una colonia dell'impero a stelle e strisce. Con la conseguenza paradossale per cui gli stessi che invocano goffamente la difesa comune europea non dicono che il primo gesto per rendere l'Europa autonoma e sovrana deve essere quello di liberazione dalla occupazione militare americana. Tutto questo non compare nemmeno per errore nei claudicanti ragionamenti in materia di Tajani. La cui seconda dichiarazione può facilmente comprendersi anche in questa luce. Tajani ha detto che "ci vuole più Europa". Una frase non particolarmente originale, invero, se si considera che è ormai da anni il cavallo di battaglia del discorso unico europeisticamente corretto diffuso urbi et orbi dal coro virtuoso degli euroinomani delle brume di Bruxelles. Il paradosso è lampante, se si considera che quando si fa notare che l'Unione Europea sta producendo tutta una serie di contraddizioni macroscopiche, il buon euroinomane di Bruxelles, il militonto europeista, risponde che ci vuole più Europa: che è un po' come se il drogato che soffre dicesse che per superare la propria sofferenza ci vuole più eroina, in questo caso più "euroina". Il trionfo del non sequitur, in effetti: è come dire che per risolvere gli effetti contraddittori bisogna potenziare le cause che li hanno prodotti. Una prova di più del fatto che viviamo nel tempo del cogito interrotto, come sempre mi piace dire variando Cartesio. Per quel che riguarda la sinistra, nei giorni scorsi, è uscita su "La Repubblica", rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico, una imperdibile intervista a Lorenzo Guerini, già ministro della difesa. Il quale ha detto - e il rotocalco turbomondialista lo enfatizza con lirica approvazione fin dal titolo - quanto segue: "Pd dalla parte giusta: con Israele come già con l’Ucraina". Credo che in questa frase sia racchiusa per intero la catastrofe della sinistra sul piano delle relazioni internazionali. Come abbiamo provato a mostrare nel nostro studio "Sinistrash", il comunismo si è contraddistinto sul piano politico per la lotta dalla parte del lavoro contro il capitale e per il sostegno alle lotte patriottiche di liberazione dall'imperialismo. Ebbene, la sinistra metamorfica kafkiana ormai divenuta un fenomeno trash - da cui il lemma sinistrash - non soltanto ha abbandonato le classi lavoratrici al loro destino, schierandosi in toto dalla parte del capitale contro il lavoro: ha anche messo in congedo il supporto alle lotte di liberazione nazionale contro l'imperialismo, di fatto schierandosi dalla parte di quest'ultimo, nobilitato naturalmente come esportazione della democrazia, lotta al terrorismo, estensione dei diritti umani. Si tratta con tutta evidenza di foglie di fico con cui la barbarie dell'imperialismo prova a mascherarsi e a giustificarsi agli occhi dell'opinione pubblica. Rovesciando l'asserto di Guerini, il Pd ha scelto di schierarsi - proprio come la destra liberale, ma questa non è una novità - dalla parte sbagliata della storia, quella dei rapporti di forza dominanti della globalizzazione americanocentrica macchiata col sangue dell'imperialismo più brutale. Per quel che riguarda Israele, le sue politiche sono quelle dell'imperialismo genocidario di Netanyahu: la vecchia sinistra rossa avrebbe difeso indubbiamente le ragioni del popolo palestinese e della sua lotta di liberazione, ma la new left fucsia e arcobaleno sta invece dalla parte di Israele e dei suoi massacri disumani. Per quel che riguarda l'Ucraina, ormai lo sanno anche i sassi: questa non è la guerra della Russia contro l'Ucraina, è invece il conflitto che l'occidente, anzi l'uccidente liberal-atlantista ha scatenato contro la Russia utilizzando l'Ucraina del guitto di Kiev come semplice instrumentum belli. Anche in questo caso, la vecchia sinistra rossa si sarebbe schierata strenuamente contro l'imperialismo americano e in difesa dei paesi resistenti, e invece la neosinistra dell'arcobaleno si pone dalla parte dell'imperialismo occidentale presentato come esportatore di civiltà e diritti. Non mi stanco di ripeterlo da anni e voglio sottolinearlo anche ora: se la sinistra smette di interessarsi a Marx e a Gramsci, dobbiamo smettere di interessarci alla sinistra per continuare sulle orme di Marx e di Gramsci e della loro lotta dalla parte del lavoro e contro l'imperialismo. La situazione è tragica, ma non seria.

13/04/2025 11:55
Il tempo dell'estate

Il tempo dell'estate

È aprile, l’aria ha un profumo diverso, tutti gli altri sentono la primavera, io vedo già l'estate! Mi guardano come se fossi pazza, forse lo sono...Avverto un'energia che risveglia i sensi, una gioia improvvisa mi pervade per l'imminente arrivo del momento più intenso dell’anno. È la fase della vita piena, quando tutto appare più chiaro fuori e dentro di te, è il momento dell'agire maturo! Ora sai che subito dopo arriverà inesorabile l'autunno e non hai tempo per procrastinare progetti e sogni, è l’istante per vivere e ritrovare i colori persi sotto la coperta invernale. È la stagione dei bagni al mare, un invito ad immergersi nelle acque delle nostre emozioni sopite, per nuotarci dentro fino a sentire scorrere la vita. Non è più tempo di coprirci dietro a vesti che ci proteggono dalle paure e dalle ansie. L'Estate è un sospiro di sollievo. È l'occasione per uscire allo scoperto e dell'incontro con l'altro dopo mesi di chiusura, è l'ora dei pensieri inespressi e dei baci non dati. La pioggia ci ha accompagnato con il pianto dei nostri dolori, ma ora non c’è più tempo, il sole ci reclama tutti, sotto il suo cielo e noi presenti godiamo del suo calore tanto anelato. È il momento per cadere, sbucciarsi le ginocchia e rialzarsi, voltarsi un attimo indietro, guardare bene lo scalino inatteso che ci ha fatto inciampare, per poi ripartire più forti di prima. È la stagione dei canti dispersi nell’aria leggera e dei balli scalzi tra la sabbia, complice il riflesso di una luna intrigante. È tempo di osservare le stelle che sapienti ci indicano la strada verso i nostri desideri. Una nuova luce illumina la realtà circostante, ci svela segreti e ci apre a verità nascoste. La libertà si fa strada, alleggerisce gli animi e ci rende coraggiosi.    

13/04/2025 11:00
Il Dott. Loris Tartuferi insignito del Premio Silvia Rossi 2025 dal Rotary Club Macerata Matteo Ricci

Il Dott. Loris Tartuferi insignito del Premio Silvia Rossi 2025 dal Rotary Club Macerata Matteo Ricci

Nella sede storica del Rotary Club Macerata "Matteo Ricci" presso il ristorante Le Case, la Presidente Barbara Antolini, alla presenza del Governatore Massimo De Liberato, autorità ed ospiti, ha conferito con grande orgoglio al Dott. Loris Tartuferi il Premio Silvia Rossi, un riconoscimento riservato alle figure che si sono distinte per eccellenza professionale, impegno etico e impatto positivo sulla comunità locale. Classe 1934, laureato in Economia e Commercio, il Dott. Tartuferi ha costruito una carriera esemplare come Dottore Commercialista. Con una visione strategica e innovativa, ha contribuito attivamente allo sviluppo del tessuto economico locale, in particolare con la fondazione della Banca della Provincia di Macerata S.p.A., di cui è stato Presidente fondatore. Un'iniziativa che, con visione strategica, ha segnato una svolta per il sistema bancario territoriale. Accanto alla sua attività professionale, si è distinto per il sostegno alla formazione dei giovani professionisti e per l'impegno di lungo corso nel Rotary, dove ha incarnato pienamente i valori del servizio e dell'etica. Il Premio Silvia Rossi riconosce in lui una figura emblematica: capace di coniugare eccellenza tecnica e visione sociale, nel solco della tradizione rotariana e dello spirito che animava la socia Silvia Rossi. Nel ricevere il prestigioso riconoscimento, il Dott. Tartuferi ha espresso sincera gratitudine, dichiarandosi profondamente onorato e particolarmente gratificato per le motivazioni poste a base dell'attribuzione del premio. "I risultati conseguiti nel corso della mia lunghissima e fortunata carriera professionale", ha affermato Tartuferi, "sono semplicemente il frutto di un'attività posta in essere sempre con spirito altruistico, grande impegno, professionalità, determinazione, e con visione allargata agli interessi del territorio." Ha aggiunto con umiltà che, nonostante la sua veneranda età, non ha ancora la piena percezione di avere potuto effettivamente realizzare tutti i risultati attribuitigli. Guardando al futuro, il Dott. Tartuferi ha espresso fiducia che l'impegno nella formazione dei giovani, la sua organizzazione professionale che continua a portarlo avanti, nonché Banca Macerata, possano continuare a contribuire al sostegno delle esigenze del territorio maceratese e al suo necessario sviluppo. Chiudendo il suo intervento, Tartuferi ha invitato a una riflessione critica sul sistema bancario territoriale attuale, ponendo l'interrogativo su quale senso e utilità abbia il sostegno che il territorio continua a riservare alle grandi banche nazionali. Queste ultime, ha sottolineato, "abbandonando i comuni più disagiati, trascurando completamente le famiglie e le tradizionali piccole attività imprenditoriali e professionali locali, nonché sostenendo soltanto le poche grandi imprese che vi operano, invece di contribuire a farlo crescere lo stanno impoverendo, traendone benefici senza restituire alcunché." Le parole del Dott. Tartuferi hanno evidenziato ancora una volta la sua visione orientata al bene comune e allo sviluppo sostenibile del territorio, valori che hanno caratterizzato l'intera sua carriera e che hanno trovato pieno riconoscimento nel Premio Silvia Rossi 2025. Durante la serata é stato accolto dal Presidente e da tutto il Club il nuovo socio Luca Pelacani di Caldarola, titolare della TEC Tecnologie Elettriche Combinate s.r.l. , impresa attiva nel settore dell'impiantistica elettrica, della sicurezza e della domotica.

13/04/2025 11:00
Camerino, apre lo spazio nel Sottocorte Village dedicato alla Corsa alla Spada e Palio

Camerino, apre lo spazio nel Sottocorte Village dedicato alla Corsa alla Spada e Palio

E’ stato inaugurato oggi pomeriggio nel Sottocorte Village lo spazio dedicato alla 44° edizione della Corsa alla Spada e Palio. “Di mercantia e di altri mestieri: le Arti a Camerino”” è il tema della vetrina promozionale della rievocazione storica - che si terrà a Camerino dal 14 al 25 maggio 2025 - dedicata in questa edizione alle corporazioni delle arti, grazie agli allestimenti curati da Patrizia Menghi, Fiorella Paino, Gabriele Rosati, Danilo Torresi e Stefano Mosciatti. Lo spirito associazionistico fu un tratto caratteristico della società medievale europea soprattutto a partire dal XII secolo, periodo che vide la fioritura delle città e la nascita della borghesia. I secoli XIV e XV vedono Camerino affermarsi come uno dei maggiori poli i mercantili e manifatturieri più attivi dell’intera Marca.  La porta dello spazio espositivo è stata aperta dalla presidente della Corsa alla Spada e Palio Donatella Pazzelli e dal sindaco di Camerino Roberto Lucarelli. Presenti l’assessore al turismo Silvia Piscini, i capi terziero Marco Gagliardi e Paolo Paternesi, la presidente della Proloco Delfina Benedetti e chi ha lavorato per dar vita a questa vetrina. “Dopo l’esperimento dello scorso anno dedicato alle donne – spiega la Presidente – questo anno rivolgiamo l’attenzione al fiorente commercio dell’epoca. All’interno dello spazio abbiamo ricreato angoli dedicati alle corporazioni delle arti e dei mestieri (speziali, fabbri, sarti, calzolai…) e dato spazio alle figure maschili, esponendo anche una selezione di foto di Giulio Rosati, il cui interessante patrimonio fotografico delle origini della manifestazione è utilizzato per i post dei nostri social. Questo locale, messo gentilmente a disposizione dall’Amministrazione comunale di Camerino, sempre presente agli appuntamenti della Corsa alla Spada e Palio, rappresenta una sorta di apertura della 44° edizione della rievocazione storica che verrà presentata nella sua interezza mercoledì 23 aprile 2025 alle ore 17:30 nella Sala consiliare del Comune di Camerino”.  

13/04/2025 10:38
Assemblea OPI e convegno sulla responsabilità sanitaria: confronto aperto tra esperti, istituzioni e professionisti

Assemblea OPI e convegno sulla responsabilità sanitaria: confronto aperto tra esperti, istituzioni e professionisti

Ieri 11 aprile, nella splendida cornice dell'Auditorium Mozzi-Borgetti di Macerata, si è tenuta l’Assemblea Ordinaria degli iscritti all’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Macerata. A seguire si è tenuto il convegno dal titolo “Assicurazione e responsabilità sanitaria” circa la responsabilità professionale e l’assicurazione prevista per l’esercente le professioni sanitarie. Al convegno hanno partecipato numerosissimi infermieri, medici, tecnici e altri professionisti della salute. L’evento organizzato dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia di Macerata ha visto relatori di assoluto spessore e competenza in materia: l’Avvocato Italo Partenza, fondatore di ITC Law, e vincitore del premio Top Legal 2025 con il suo studio milanese, l’Avvocato Davide Pennisi  e l’Avvocato Roberta Victoria Nucci che hanno affrontato tutte le tematiche e le problematiche inerenti la professione sanitaria e l’obbligo assicurativo. Le presentazioni  hanno destato molto interesse e un intenso dibattito tra i professionisti, essendo una materia molto attuale, rilevante ed impattante per chi lavora in sanità. All’evento ha presenziato per i saluti istituzionali l’Avvocato Giancarlo Giulianelli, garante dei diritti alla persona per la Regione Marche che ha portato i saluti del governatore Acquaroli, il Dott. Pietro Pinciaroli in rappresentanza dell’Ordine dei Medici portando il saluto del Presidente il Dott. Romano Mari, e il Dott. Jacopo Negri Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP della Regione Marche. Ultimo in ordine di apparizione l’Assessore alla Salute della Regione Marche, il Dott. Saltamartini, sempre presente agli eventi organizzati dall’OPI di Macerata. Questi ha apprezzato molto l’importanza del Convegno e si è detto disponibile a future iniziative, anche legislative, che possano tutelare ancor di più il professionista sanitario. L’assessore ha come sempre espresso parole di stima ed apprezzamento per il lavoro degli infermieri, ringraziandoli per il loro prezioso ed unico contributo quotidiano. Ha concluso i lavori il Presidente dell’OPI Macerata, il Dott. Sandro Di Tuccio, che ha ringraziato le autorità politiche presenti, tutti i relatori che a titolo gratuito hanno permesso tale giornata ed il Comune di Macerata per il patrocinio e l’uso gratuito dell'Auditorium. Attraverso le sinergie di più attori, professionisti ed enti dello Stato si possono raggiungere i migliori risultati e fornire maggiori e più efficienti servizi ai cittadini. L’appuntamento per il prossimo evento è il 12 maggio 2025, in occasione della Giornata Internazionale degli Infermieri, presso la Sala della Confartigianato di Macerata per parlare di bioetica e Codice Deontologico con la Professoressa Maria Grazia De Marinis, ordinario in Scienze Infermieristiche all’Università Campus Biomedico di Roma e la Professoressa Giuliana Masera, membro della Commissione Albo Infermieri della FNOPI e redattore dell’ultimo Codice Deontologico dell’Infermiere 2025.

13/04/2025 10:30
Meno velocità nei movimenti delle braccia è tra le cause per cui si cade di più da anziani

Meno velocità nei movimenti delle braccia è tra le cause per cui si cade di più da anziani

Quello che si sa da tempo è che gli anziani sono più soggetti al rischio di caduta: alcune stime suggeriscono che una persona su tre tra quelle d’età superiore a 65 anni subisce almeno una caduta e che non è raro che alla prima ne seguano altre, anche a distanza di tempo ravvicinato. Quello che fino a poco tempo fa non si sapeva è che tra i principali responsabili delle cadute negli anziani ci sono i movimenti (limitati) delle braccia. Con la vecchiaia le braccia si muovono meno ed è più difficile ritrovare l’equilibrio Un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Arizona ha studiato cosa succede quando si cade e, in particolare, durante le cosiddette cadute laterali o scivolamenti. Questa tipologia di cadute è tra le più comuni sia in generale e sia guardando alla sola fetta di incidenti che hanno per vittime gli anziani: bastano scale poco illuminate, superfici irregolari o pavimenti scivolosi infatti per perdere l’equilibrio e cadere di lato rischiando lesioni gravi come le lesioni del bacino che, nell’anziano, in genere richiedono tempi molto lunghi di guarigione. Le braccia, hanno osservato empiricamente i ricercatori facendo camminare i partecipanti allo studio su una superficie di plexiglass e monitorandone i movimenti, ricoprono un ruolo fondamentale quando si tratta di recuperare l’equilibrio dal momento che, rispetto alle gambe, hanno maggiore spazio di movimento. Con l’avanzare dell’età, le strutture coinvolte nel movimento (ossa, muscoli, articolazioni, eccetera) vanno incontro a un deterioramento fisiologico: anche le braccia si muovono meno e meno velocemente sia in condizioni normali e sia in condizioni d’emergenza come una caduta. Il gruppo di studio ha stimato che la velocità di movimento delle braccia in un individuo anziano è ridotta di almeno un terzo rispetto che in un individuo giovane. Ne risulta che quando si scivola, sulle scale per esempio, si impiega più tempo a ritrovare l’equilibrio: spesso questo “più tempo” è “troppo tempo” per evitare la caduta. Negli anziani più attività fisica e meno ostacoli in casa prevengono le cadute Per questa ragione e per evitare i danni a carico di ossa, legamenti e articolazioni che, si è accennato, possono derivare dalle cadute laterali gli esperti consigliano di ridurre almeno i fattori di rischio ambientali e, cioè, eliminare in casa e negli altri ambienti frequentati dagli anziani tutti quegli ostacoli che aumentano le probabilità di cadere: tappeti, pavimentazione scivolosa, arredamenti ingombranti sono tra questi. Il più grande pericolo, però, rimangono le scale: se l’abitazione si trova a un piano rialzato o se ha ambienti articolati su più livelli, così, il consiglio è di rivolgersi a una ditta di montascale a Terni e far installare un sistema che permetta all’anziano di muoversi su e giù senza dover fare i gradini rischiando di cadere. Le ultime scoperte in fatto di cadute negli anziani, come quella degli studiosi dell’Università dell’Arizona, suggeriscono però l’importanza di mantenersi in movimento e, nel caso specifico, di mantenere in movimento le braccia. Non c’è ragione ed è, anzi, sconsigliabile che superati i sessant’anni si smetta di fare la consueta attività fisica. Agli allenamenti che si sono sempre svolti il consiglio è di associare esercizi mirati a rafforzare i muscoli e migliorare la mobilità degli arti e l’equilibrio.

11/04/2025 14:57
Come vestire i bambini a Pasqua: i look da mettere in valigia per il ponte

Come vestire i bambini a Pasqua: i look da mettere in valigia per il ponte

Il ponte di Pasqua è alle porte: si resta a casa da scuola e si possono programmare gite fuori porta, weekend in famiglia o piccoli viaggi. Se siete in questa situazione probabilmente vi starete chiedendo cosa portare nel bagaglio. Seguire le tendenze ma anche i gusti dei più piccoli è fondamentale ma se cercate consigli su come vestire i bambini a Pasqua ecco qualche idea originale. Non solo formal: via libera ai colori Lo sappiamo, le feste sono spesso accompagnate da pranzi e cene in famiglia con la richiesta di un dress code più formale. Ma non possiamo costringere i bambini in look scomodi per tante ore al giorno. Cosa fare dunque? Optare per outfit che rispecchino la loro personalità e, al tempo stesso, siano belli da vedere. Per esempio, nella linea di abbigliamento del brand Stella McCartney da bambina si trovano tantissime opzioni perfette per le feste: salopette pop con fragole all over, abitini con stampe vivaci e frizzanti, camicie e tanto denim. Una delle forze del brand? La scelta green nei filati e l’impegno etico nel rispettare l’ambiente. Prepararsi con la stratificazione al cambio di clima Le temperature primaverili sanno essere molto variabili, soprattutto durante le giornate di Pasqua e Pasquetta. La mattina può essere fresca, il pomeriggio mite e la sera di nuovo fredda. Per questo, è importante puntare su outfit a cipolla: t-shirt, cardigan, felpe leggere o gilet imbottiti da aggiungere o togliere all’occorrenza. I tessuti ideali sono il cotone, la felpa di mezza stagione e il lino misto, che offrono traspirabilità senza rinunciare al calore. I pantaloni in felpa con taglio chino per i maschietti o i leggings in tessuto più consistente per le bambine sono una buona scelta per creare un look pratico, ma curato. Se la destinazione è una località di campagna o montagna, meglio includere nel bagaglio una giacca antivento o un k-way leggero: occupa poco spazio e può salvare da un acquazzone improvviso. Via libera a colori e fantasie Pasqua è una delle prime occasioni dell’anno in cui si può osare un po’ di più con i colori e le stampe. Dopo i mesi invernali fatti di toni neutri e outfit più seri, è il momento di portare nella valigia abiti allegri, con fantasie giocose e motivi ispirati alla natura. I fiori, le righe, i pois si alternano a stampe con animaletti, arcobaleni o simboli pasquali come coniglietti e uova colorate: questi motivi piacciono molto ai più piccoli e danno subito un’aria di festa. E per chi cerca sobrietà? Un solo capo in tonalità pastello si mixerà alla perfezione con tinte neutre ma più chiare e adatte alla stagione. Non dimentichiamo le scarpe Durante le vacanze pasquali, è molto probabile che si cammini parecchio: si visitano città, si fanno gite nella natura, si partecipa alla caccia alle uova nei parchi. Le scarpe devono essere scelte con attenzione. L’ideale è portare almeno due paia: una comoda e resistente per le camminate, e una più carina per le occasioni in cui si richiede un look un po’ più elegante. Le sneakers in tela o pelle morbida sono un’ottima via di mezzo tra estetica e praticità. Per chi partecipa a pranzi o cerimonie, un paio di ballerine con suola flessibile o mocassini in versione baby sono perfetti per completare il look senza rinunciare al comfort. E se ci si sposta in località più calde, anche i sandali sportivi con chiusura in velcro possono diventare protagonisti, sempre con attenzione alla qualità dei materiali e al sostegno del piede.

11/04/2025 14:50
Dal deserto del Gobi alle steppe del nord: come cambia il paesaggio della Mongolia stagione per stagione

Dal deserto del Gobi alle steppe del nord: come cambia il paesaggio della Mongolia stagione per stagione

Chi immagina la Mongolia come un immenso deserto punteggiato da cammelli e ger potrebbe restare sorpreso dalla varietà e dalla mutevolezza dei suoi paesaggi. Questa nazione, tra le più estese e meno densamente popolate al mondo, è un mosaico di ambienti che cambiano radicalmente con il passare delle stagioni. Negli ultimi anni, la Mongolia ha iniziato a farsi largo anche tra le destinazioni scelte dai viaggiatori più curiosi e attenti all’esperienza. Nonostante la sua apparente lontananza, è diventata una meta sempre più ricercata per chi desidera uscire dai circuiti turistici convenzionali e vivere un contatto autentico con la natura e le tradizioni locali. In questo scenario, non mancano itinerari pensati proprio per accompagnare i viaggiatori che desiderano partire in Mongolia con un viaggio organizzato alla scoperta delle sue mille sfumature, adattando le tappe alle caratteristiche e alle potenzialità di ciascuna stagione. A sud, il deserto del Gobi domina con la sua vastità arida e ipnotica. Ma non è un deserto uniforme: dune di sabbia si alternano a altopiani rocciosi, canyon nascosti, vallate verdi che fioriscono per poche settimane dopo le rare piogge estive. In inverno, il Gobi diventa uno scenario lunare, segnato da temperature estreme e silenzi assoluti. Le nevi che coprono le rocce conferiscono al paesaggio un’aura surreale, visibile solo a chi affronta il viaggio nei mesi più freddi. La primavera è forse la stagione che segna il passaggio più netto: dai toni grigi e spenti dell’inverno si passa a un risveglio graduale della natura. Le steppe iniziano a colorarsi di verde, i fiumi ghiacciati tornano a scorrere e il bestiame dei nomadi riprende a pascolare. È il momento in cui la Mongolia si apre, lentamente, dopo mesi di isolamento e gelo. Chi viaggia in questa fase può assistere a momenti unici della vita nomade, come la nascita dei cuccioli, la ripresa delle attività pastorali e i primi spostamenti stagionali delle famiglie. Con l’estate arriva il periodo di massima vitalità. Le temperature si fanno più miti – calde al sud, fresche al nord – e le condizioni di viaggio diventano favorevoli. Il verde domina le steppe centrali, i cieli si fanno vasti e trasparenti, i laghi alpini si aprono come specchi turchesi. È la stagione degli incontri, dei festival tradizionali, delle celebrazioni comunitarie come il Naadam, che animano anche i villaggi più remoti. Il deserto del Gobi, pur rimanendo asciutto, mostra la sua anima più vivace: animali selvatici, fiori di campo e tramonti infuocati offrono scenari che restano impressi. Chi si spinge a nord in estate scopre un’altra Mongolia: quella dei monti Hovsgol, delle foreste di conifere, delle distese popolate da renne e aquile. È una regione che ricorda per certi versi la Siberia, con i suoi corsi d’acqua impetuosi, le notti fresche anche a luglio e la presenza di minoranze etniche dalle tradizioni molto diverse da quelle delle steppe meridionali. Viaggiare in questa zona richiede un certo spirito di adattamento, ma regala incontri e paesaggi che svelano la complessità culturale del Paese. Con l’arrivo dell’autunno, la Mongolia cambia ancora volto. I colori si fanno intensi, caldi, dorati. I cieli restano limpidi, ma l’aria inizia a farsi tagliente. È la stagione ideale per chi ama la fotografia, il trekking e la contemplazione. I nomadi iniziano i preparativi per l’inverno, i campi vengono smontati, il bestiame avviato verso i pascoli invernali. La natura, in questo periodo, sembra rallentare, preparandosi a un nuovo ciclo di silenzio e resistenza. E poi c’è l’inverno, lungo e austero, che rappresenta la Mongolia nella sua forma più estrema. Le temperature possono scendere fino a -30°C, le giornate si accorciano, le ger si trasformano in rifugi caldi grazie alle stufe a legna. Viaggiare in questa stagione non è per tutti, ma chi lo fa vive un’esperienza rara, lontana dalle rotte turistiche. Il bianco domina, le strade spariscono, i paesaggi sembrano disegnati. È il momento in cui il contatto con i nomadi si fa più intenso: ci si raccoglie, si condivide il calore, il cibo, le storie. Ogni stagione in Mongolia racconta una storia diversa. La scelta del periodo in cui partire influisce profondamente sul tipo di viaggio che si vivrà: più dinamico e sociale d’estate, più contemplativo e intimo in primavera o autunno, più intenso e radicale in inverno. Per questo motivo, è utile informarsi bene in anticipo, valutare itinerari pensati per ciascun momento dell’anno, e partire con aspettative calibrate sulla realtà di un Paese vasto, ma non sempre facile da attraversare.   A rendere tutto più coinvolgente è il fatto che la natura, in Mongolia, non è mai solo sfondo: è parte attiva del viaggio. Condiziona i ritmi, impone le pause, suggerisce deviazioni. E più che in altri luoghi, spinge chi la percorre a mettersi in ascolto. Non solo per coglierne la bellezza, ma per imparare a rispettarne i tempi, la forza e la fragilità. (Image by Vined from Pixabay)

11/04/2025 09:30
Civitanova Marche: avviso pubblico per librerie e cartolibrerie per la fornitura dei libri di testo 2025/2026

Civitanova Marche: avviso pubblico per librerie e cartolibrerie per la fornitura dei libri di testo 2025/2026

Il Comune di Civitanova Marche ha pubblicato un avviso rivolto alle cartolibrerie e librerie interessate ad accreditarsi per la fornitura gratuita dei libri di testo agli alunni delle scuole primarie residenti in città per l’anno scolastico 2025/2026. Il bando pubblico, con tutte le modalità di partecipazione e il modulo di domanda, è disponibile al seguente link: clicca qui. Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’Ufficio Servizi Educativi e Formativi.

10/04/2025 15:00
Matelica è il primo comune della provincia di Macerata a digitalizzare i registri dello stato civile

Matelica è il primo comune della provincia di Macerata a digitalizzare i registri dello stato civile

Da oggi il comune di Matelica subentrerà nell'archivio nazionale informatizzato dei registri dello stato civile (ANSC). Matelica è il 222esimo comune in Italia, nonché il primo all’interno della provincia di Macerata a digitalizzare il proprio servizio anagrafe. L'istituzione dell'ANSC ha visto la creazione di un’unica piattaforma centralizzata, accessibile a tutti i comuni, che permette la gestione digitale di tutte le operazioni relative all’iscrizione, alla trascrizione, all’annotazione, alla conservazione ed alla comunicazione degli atti negli appositi registri dello stato civile. L’amministrazione comunale della Città di Matelica è molto soddisfatta e fiera di questo importante cambiamento che garantisce una maggiore fruibilità di questo servizio di rilievo per i cittadini e per l'ente.

10/04/2025 11:10
Difficoltà nello studio, quali sono i modi per superarle?

Difficoltà nello studio, quali sono i modi per superarle?

Spesso si hanno delle difficoltà nello studio che sono oggettive: non sempre si può parlare di “pigrizia”, perché bisogna prendere in considerazione le naturali attitudini di ciascuno studente. Se i nostri ragazzi hanno bisogno di aiuto, è quanto mai necessario dare loro l'opportunità di riceverlo: ecco perché possiamo valutare un servizio di ripetizioni, anche per aiutarli ad affrontare questo momento e rielaborare le nozioni per superare lo scoglio. Spesso il problema è la concentrazione Purtroppo, viviamo in un'epoca in cui le distrazioni sono molto più frequenti rispetto al passato: ciò significa che la maggior parte delle volte ci distraiamo in modo costante. Basta una notifica sul cellulare per dover passare altri 10 minuti a tentare di comprendere quello che si sta leggendo sul libro. Non dobbiamo però dare sempre la colpa ai dispositivi tecnologici: c'è un motivo, del resto, se ci distraiamo così facilmente. Secondo la psicologia, si tratta infatti di un meccanismo di difesa: a un certo punto il nostro cervello necessita di una pausa. Quella pausa può essere diversa per ciascuno di noi poiché lo stimolo che ci rilassa non sempre è uguale: così c'è chi si perde a osservare i passanti dalla finestra, chi scrolla la home dei social media o chi semplicemente scarabocchia con la penna su un foglio. Avere un metodo aiuta nello studio A tal proposito è essenziale ricordare che avere un metodo è indubbiamente di supporto per lo studio, che di per sé è un'azione che richiede un alto livello di concentrazione. Dobbiamo infatti mettere gli studenti nella condizione di studiare in un ambiente rilassante, privo appunto di distrazioni e insegnare loro la pianificazione, così come le priorità. Al tempo stesso sottolineiamo che la pausa è sacra: studiare per molte ore di seguito mette in una condizione di stress che non consente al cervello di assorbire davvero le nozioni e di rielaborarle. Il rischio infatti è di imparare a “ripetere a pappagallo”, senza sviluppare un senso critico. Le ripetizioni sono di supporto Studiare è un'attività che tendenzialmente viene svolta al meglio in compagnia perché dobbiamo considerare che l'uomo, come diceva Aristotele, è un animale sociale. Avere dunque una persona che possa fungere da sostegno al di fuori del sistema scolastico, può rappresentare un enorme aiuto per i giovani. Tra l'altro le ripetizioni oggi non avvengono più solo ed esclusivamente in presenza ma anche via computer. Questo consente non solo di trovare l'insegnante più indicato per la materia in cui lo studente ha bisogno, ma di semplificare e ottimizzare le ore di studio. Lo stress, il nemico silenzioso Come abbiamo detto non sempre si parla di pigrizia: dobbiamo infatti considerare lo stress da studio un fenomeno che interessa sempre di più gli studenti e che purtroppo si manifesta mediante una sintomatologia ben precisa che coinvolge per ansia, tensione e preoccupazione. Spesso l'alunno sviluppa una vera e propria paura del giudizio, tanto da limitare il confronto con i genitori, gli altri compagni di classe e gli insegnanti stessi. Questo comportamento è da monitorare con grande attenzione perché il giovane può sviluppare con il tempo un profondo senso di insicurezza.  

10/04/2025 08:00
Matelica Turismo Digitale: presentato il progetto per la valorizzazione del patrimonio turistico locale

Matelica Turismo Digitale: presentato il progetto per la valorizzazione del patrimonio turistico locale

L’incontro per “Matelica Turismo Digitale” è in programma lunedì 14 aprile alle ore 11.30 presso la sala "M. Boldrini" di Palazzo Ottoni, si invitano a partecipare gratuitamente al progetto tutti gli operatori economici interessati. Il Comune di Matelica è stato finanziato per questo progetto nell’ambito del bando Servizi Digitali Integrati della Regione Marche. Si tratta di un’iniziativa strategica che mira a rafforzare la valorizzazione del patrimonio turistico locale, rendendolo più accessibile e competitivo a livello regionale e nazionale. L’obiettivo principale è quello di offrire agli operatori economici del territorio degli strumenti innovativi per migliorare la visibilità e connettersi così con un pubblico più ampio. Essi potranno inserirsi con una vetrina virtuale nella app e nel sistema in modo completamente gratuito. L’app permetterà una gestione semplice ed efficace sia delle informazioni che dei contenuti promozionali. Ogni operatore grazie a questa piattaforma potrà aggiornare in tempo reale la propria presenza digitale, valorizzando la propria attività attraverso vetrine interattive capaci di raccontarne l’identità e le peculiarità con contenuti multimediali di grande impatto. Inoltre essi potranno essere inseriti in itinerari tematici dedicati, aumentando in modo significativo la loro visibilità e rafforzando il legame con il territorio. Questa opportunità permetterà loro di distinguersi all'interno di percorsi turistici strutturati e attrarre un pubblico più ampio, favorendo il coinvolgimento e l’apprezzamento da parte di visitatori e potenziali clienti. Oltre alla visibilità garantita all’interno della Progressive Web App (Pwa), il progetto prevede l’interoperabilità con il Digital Hub Marche (DHM), consentendo agli operatori di accedere ai circuiti di promozione turistica regionali e nazionali e di essere presenti su piattaforme strategiche come Let’s Marche. Questo approccio permetterà di amplificare la risonanza dell’offerta locale, rendendo Matelica una destinazione sempre più attrattiva ma anche connessa. Sarà pertanto possibile creare un legame diretto e coinvolgente tra il visitatore ed il territorio, offrendo nuove opportunità di crescita economica a tutti gli operatori. Il termine della presentazione è fissato al 31 dicembre 2026. Grande soddisfazione da parte dell’assessore al Turismo della Città di Matelica Barbara Cacciolari: “Come amministrazione siamo molto soddisfatti per aver vinto questo bando sui Servizi Digitali Integrati della Regione Marche. Siamo sempre molto attenti a seguire e ad intercettare e poi partecipare a bandi che puntino alla valorizzazione del territorio matelicese. Stiamo lavorando per digitalizzare e portare dunque ad un alto livello il turismo di Matelica, così da poter accogliere quanti più visitatori”.

09/04/2025 16:50
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