Formazione internazionale: secondo LAE, agenzia di orientamento studi, cresce l'interesse per l'Inghilterra
Negli ultimi mesi, l’Inghilterra è tornata a occupare un posto di rilievo nelle scelte di molti studenti italiani interessati a proseguire la propria formazione all’estero. Nonostante l’incertezza legata al contesto post-Brexit, la qualità degli atenei britannici, la struttura dei corsi e le opportunità legate alla carriera accademica e lavorativa continuano ad attrarre nuove candidature. Secondo l'agenzia Lae Educazione Internazionale, specializzata nell’orientamento agli studi internazionali, il Regno Unito si conferma tra le mete più valutate dai diplomandi e laureandi italiani nel 2025.
Le motivazioni che spingono a guardare verso l’Inghilterra sono diverse. In primo luogo, la reputazione consolidata del sistema universitario britannico, che annovera tra i suoi atenei alcune delle università più rinomate al mondo. Ma al di là del prestigio, molti studenti scelgono questa destinazione per l’approccio didattico: corsi più brevi rispetto al modello italiano, forte orientamento alla pratica e alla ricerca, ampia scelta di specializzazioni e una maggiore attenzione all’autonomia dello studente. È un sistema che premia la motivazione personale e la capacità di gestione, aspetti particolarmente apprezzati da chi cerca un’esperienza formativa immersiva.
Un altro elemento che continua a esercitare fascino è l’internazionalità dell’ambiente accademico. Nonostante il nuovo quadro normativo, le università britanniche restano altamente internazionali, sia per numero di studenti provenienti da altri Paesi, sia per la rete globale di contatti accademici e professionali che offrono. Frequentare un corso in Inghilterra significa entrare in contatto con culture diverse, stili di apprendimento alternativi e prospettive che superano i confini nazionali.
I dati raccolti da LAE indicano un ritorno di interesse anche tra coloro che negli ultimi anni avevano escluso il Regno Unito per motivi legati ai costi e alle nuove regole sull’immigrazione. Se è vero che la Brexit ha introdotto cambiamenti importanti – primo fra tutti la necessità di ottenere un visto studentesco – è altrettanto vero che molte università hanno attivato nuovi programmi di sostegno economico rivolti proprio agli studenti europei. In alcuni casi si tratta di borse di studio parziali, in altri di agevolazioni specifiche per coprire le spese sanitarie o l’alloggio.
La questione economica, infatti, resta uno dei temi centrali. Le rette universitarie per studenti internazionali variano ampiamente, ma in media si attestano tra le 11.000 e le 20.000 sterline annue. A queste vanno aggiunti i costi della vita, che possono variare sensibilmente da città a città. Londra, per esempio, richiede un budget più elevato rispetto a centri universitari come York, Leicester o Portsmouth. Nonostante questo, la percezione diffusa tra gli studenti è che l’investimento possa risultare vantaggioso nel medio-lungo periodo, soprattutto in termini di preparazione professionale e opportunità lavorative.
Molti ragazzi si avvicinano a questa scelta non solo per il desiderio di acquisire competenze linguistiche o titoli accademici, ma per vivere un’esperienza formativa completa, in grado di rafforzare la propria autonomia e aprire nuove prospettive. Le testimonianze raccolte tra chi ha già intrapreso il percorso evidenziano proprio questo: la possibilità di misurarsi in un contesto esigente ma stimolante, dove ogni studente è chiamato a costruire attivamente il proprio percorso.
A confermare la solidità del sistema universitario britannico contribuiscono anche i dati sull’inserimento lavorativo post-laurea. Molti corsi includono periodi di stage o placement obbligatori, e gli atenei offrono supporto nella ricerca del primo impiego anche dopo la fine del percorso accademico. Inoltre, il Graduate Route – il permesso che consente agli studenti internazionali di restare nel Paese fino a due anni dopo la laurea per lavorare – rappresenta un ulteriore incentivo per chi desidera esplorare il mercato del lavoro inglese prima di decidere se rientrare o proseguire la propria esperienza all’estero.
LAE sottolinea anche un altro aspetto: la crescente consapevolezza da parte delle famiglie. Negli ultimi anni, genitori e studenti si informano in modo più accurato e iniziano a valutare l’ipotesi di studio all’estero già durante il penultimo anno delle superiori. Questo consente di organizzare con maggiore calma tutti i passaggi: dall’esame di lingua ai documenti per la domanda, fino alla ricerca dell’alloggio.
Nel complesso, lo scenario 2025 evidenzia una ripresa decisa dell’interesse verso l’Inghilterra, non più solo come scelta “prestigiosa”, ma come esperienza concreta e strutturata. Per chi desidera costruire un percorso formativo internazionale, il Regno Unito continua a rappresentare una delle opzioni più solide e riconoscibili, a patto di affrontare la candidatura con metodo, consapevolezza e il giusto livello di preparazione.
(Foto di Aleks Marinkovic su Unsplash)
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