"Civitanova, tra nuove aperture e vecchi problemi: il commercio non può farcela da solo"
"Fa un male terribile vedere con quanta superficialità si affronta il tema delle nuove aperture dei negozi dichiarando ‘Civitanova è attrattiva’". Le parole di Manola Gironacci, presidente dell’associazione ViviAmo Civitanova Aps, non lasciano spazio a dubbi: dietro l’entusiasmo per ogni nuovo taglio del nastro, si cela un quadro ben più complesso e fragile.
Gironacci rivolge un sentito ringraziamento a chi ha scelto di investire nel centro cittadino, sottolineando l'importanza e il coraggio di avviare un'attività commerciale in un momento storico così complicato. Ma non risparmia critiche a chi, secondo lei, cavalca l'onda dell’"euforia commerciale" per fini elettorali, ignorando le vere sfide che gli esercenti affrontano ogni giorno.
I dati parlano chiaro: a fronte di 25 nuove aperture, ci sono state 58 chiusure e solo 5 trasferimenti o rinnovi di attività. Un saldo negativo che mostra quanto sia precario il sistema commerciale cittadino. "Civitanova non deve essere solo attrattiva, ma deve anche mantenere questo richiamo", avverte Gironacci, che invoca un cambio di passo nelle politiche di sostegno al commercio.
La presidente di ViviAmo evidenzia come l'intero comparto commerciale, in Italia e a Civitanova, sia schiacciato da diversi fattori: il caro-vita, che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie; l’impennata della concorrenza online, esplosa con la pandemia; e una burocrazia ancora troppo farraginosa, che scoraggia chi vorrebbe investire. In questo contesto, secondo Gironacci, servirebbe un impegno concreto e continuo da parte delle Istituzioni locali, con misure di sostegno reale: dalla riduzione della tassazione comunale a una vera semplificazione amministrativa.
Al centro delle critiche c'è anche la gestione del turismo e della programmazione degli eventi. "Una amministrazione attenta avrebbe già organizzato un cartellone per Pasqua e il primo maggio", denuncia Gironacci, parlando di "silenzio tombale" che pesa sull’economia cittadina.
Non è solo una questione di programmazione, ma anche di immagine: la presidente sottolinea il degrado visivo in alcune zone centrali, come corso Umberto, dove “le aiuole sembrano abbandonate” e non trasmettono quel senso di ordine e cura che una città turistica dovrebbe garantire.
Per ViviAmo Civitanova, il nodo centrale resta la mancanza di una visione condivisa tra pubblico e privato. Mentre i commercianti si rimboccano le maniche, spesso da soli, l'amministrazione sembra rincorrere gli eventi invece di pianificarli: "Civitanova corre su due binari paralleli, quello del privato e quello dell'amministrazione, ma con velocità diverse. Il privato che traina il pubblico", afferma Gironacci.
Il taglio del nastro, le foto di rito, lo champagne e le tartine non bastano: "Per un sindaco il lavoro finisce lì, ma per il commerciante quello è solo l’inizio - dichiara la presidente - un momento in cui inizia l’incertezza e si concretizzano impegno e responsabilità".
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