Lo "swing" si balla a rilento. Anzi, la musica rischia di fermarsi. E per avere chiarimenti la deputata del Movimento Cinque Stelle Patrizia Terzoni si rivolge al ministro graziano Delrio.La vicenda è quella relativa ai treni 220-Swing. "Quella dei treni “220-Swing”, prodotti da una ditta polacca e attivi nelle Marche sulla linea Fabriano-Civitanova Marche" dice l'onorevole Terzoni "è ormai una vera e propria farsa. L’assessore regionale ai Trasporti Sciapichetti mesi fa presentò in pompa magna i convogli come gioielli di ultima generazione a metano, salvo dover fare dietrofront subito dopo: i treni sono diesel Euro 3. Ora scopriamo che questi treni della discordia hanno qualche problemino di compatibilità e rischiano di uscire dai binari.Mentre Sciapichetti minimizza asserendo che sono in corso semplici ispezioni sull’apparato elettrico e che i passeggeri sono in una botte di ferro, Trenitalia decide invece di fermarli, nelle Marche come in Abruzzo, Toscana, Veneto e nelle altre regioni che li hanno acquistati. Dai controlli fatti sui telai dei carrelli infatti sarebbero emerse delle non conformità. L’assessore regionale, anche questa volta, è scivolato: mentre Trenitalia dice “fischi” lui capisce “fiaschi”. Resta il fatto che quanto ribadito dalle verifiche è scandaloso: non solo i passeggeri della tratta marchigiana in questione si sono visti “spezzettare” il percorso a Macerata, ma ora devono temere pure per la loro sicurezza magari mentre vanno a lavoro o a dare un esame all’università. Su questi treni Swing i pasticci continuano a susseguirsi, per questo ieri ho depositato un’interrogazione parlamentare al ministro dei Trasporti Graziano Delrio chiedendo che prenda in mano la situazione e renda noti gli esiti dei controlli: sulla sicurezza dei passeggeri non si può giocare al rimpallo di “colpe”. Inoltre il ministero deve accertare anche eventuali responsabilità amministrative: tutto questo scempio, non va dimenticato, è stato messo in piedi con i quattrini dei cittadini e tutto ciò è insopportabile".
di Tamara MoroniIn un Referendum come quello di domenica prossima, 17 Aprile, che non è tra i più sentiti come ,ad esempio, quelli costitutivi di un diritto civile, ma relativo all'art. 6, promosso da 9 Regioni per l’abrogazione del comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, "Norme in materia ambientale", come sostituito dal comma 239 dell'art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) promulgato dal presente Governo , e su una materia tecnica e complessa quale quella energetica, si ha la forte tentazione di disertare le urne e rimettere tutto in mano al Governo per non impegnarsi troppo nella libera formazione della propria scelta di voto. In questo caso, scelta resa meno vigorosa per gli effetti differiti nell’arco di alcuni anni, qualora , superato il quorum , e vinto il Si, di fatto, le estrazioni entro le 12 miglia dalla costa cesserebbero soltanto alla scadenza del contratto di concessione, eventualmente prorogabili previe nuove e approfondite indagini di impatto ambientale necessarie per ia semplice ragione che, l’istallazione delle piattaforme interessate risalgono ad anni precedenti l’introduzione delle norme sul rispetto d’impatto ambientale, e di conseguenza per le società petrolifere , farsi carico alla scadenza di contratto dei costi di demolizione degli impianti finora da essi sfruttati. Tuttavia, l’interesse al Referendum in questione si è acceso nell’ultimo periodo , e, quale sarà il suo risultato, gli va riconosciuto il merito di andare oltre il singolo quesito referendario col porre l’attenzione su di un settore produttivo attraverso una migliore conoscenza a livello qualitativo e quantitativo degli impianti estrattivi presenti sul nostro territorio , e alla loro ricaduta in termini ambientali. Cosa ancora più importante, questa consultazione popolare ci investe direttamente a pronunciarci se volere o no mettere uno stop nel prossimo futuro per fare il punto sullo stato di salute del nostro mare, delle nostre coste, a seguito delle estrazioni di petrolio o gas degli ultimi decenni.In un quadro così composito , s’inseriscono inoltre risvolti che toccano il sociale, con il lavoro che deriva da queste attività, e l’economia nazionale. Finisce allora, che il dibattito tra i sostenitori del SI e i fautori de NO, trova terreno di scontro tra i due diversi punti d’ osservazione , dove in uno prevale l’aspetto ambientale e collettivo, nell’altro quello più rivolto al fattore economico, col risultato di venire a trovarsi su un fronte contrapposto, pur avendo ognuno a riferimento quello che è il cosiddetto bene comune .Da qui, l’appello degli uni a privilegiare e preservare il bene comune acqua, suolo, sottosuolo, terra, aria, fauna ittica, biodiversità, invitando a sfruttare piuttosto che le risorse fino ad esaurimento, questi elementi naturali quale patrimonio paesaggistico, agricolo, turistico, per generare sempre più imprese che grazie a questi lavorano e danno lavoro , a partire dallo smantellamento di quelle piattaforme entro le 12 miglia, obsolete e improduttive , nel mentre verrebbero potenziate e incentivate sempre più fonti energetiche rinnovabili; degli altri, la propensione a continuare l’attività estrattiva fino ad esaurimento dei giacimenti, e quindi, a dare più valore allo sfruttamento fino al depauperamento totale del bene comune presente nel sottosuolo.E vengo al punto per cui scrivo. Indipendentemente dal dibattito filosofico e pragmatico portato avanti da eminenti personaggi , tra cui economisti, negli ultimi anni su cosa sia questo bene comune - uno per tutti il biologo Garrett Hardin , che già nel 1968 pubblicò nella r vista Science “ La tragedia dei beni comuni”, e la cui posizione è, in sintesi, che gli utilizzatori di una risorsa comune sono intrappolati in un dilemma tra interesse individuale e utilità collettiva da cui non è possibile uscire con soluzioni tecniche come può essere, ad esempio, l'incremento di produttività che, in definitiva, si risolverebbe in espedienti in grado solo di spostare il problema in avanti nel tempo, per cui l'ultima parola, secondo Hardin, spetta all'intervento di un'autorità esterna, lo Stato, che imponga la "coercizione" come sistema per evitare la "tragedia” attraverso soluzioni politiche e legislative che tutelino la salvaguardia dell'interesse e del bene della collettività , che viene prima di ogni altro diritto individuale- mi sono chiesta più e più volte in casi come questo : come è possibile, avere lo stesso sguardo rivolto al “ bene comune” e trovarsi in simile conflitto d’ interessi contrapposti? La mia risposta è stata: perché” il bene comune” è un concetto superato , non in grado di investire ogni cosa di significato comune. . Perché , “il bene comune “ non indica esattamente quale sia questo bene comune a tutti. In sintesi , perché “ bene comune” non è la misura per valutare quale sia il vero interesse generale. Ma allora, di quale concetto sostitutivo ci si può avvalere che possa mettere d’accordo tutti? Io l’ho trovato in questo: IL SENSO COMUNE. Perché dotare qualcosa, qualsiasi cosa, di un significato comune reale e non astratto, vuol dire spostare l’ accento dal bene oggetto - materiale o immateriale - in sé, al soggetto presente e futuro che di quel bene comune gode e di cui non può fare a meno. In questa accezione di bene, non più comune ma di “senso comune” trovo conforto nel racconto di una storia tratta da un fatto vero e a cui lascio la parola nel dialogo riportato dal film “ Una casa sotto il cielo” , preceduta da una breve trama del film. Negli anni ’50, uno scrittore americano, Eugene Carter, che aveva passato diversi anni in Italia da studente torna dieci anni dopo la fine della seconda guerra mondiale in cerca di spunti per il libro che sta scrivendo su testimonianze di vite difficili. A Galtelli, piccolo borgo sperduto tra le montagne del Nuorese, vive il protagonista di una di queste storie, Gaetano Piras, che all’età di sette anni viene portato in montagna dal padre, un pastore, per imparare il mestiere. Dopo cinque anni, ormai esperto, viene "venduto" ad un armentario, il Conte Casula, e diviene servo pastore. Il suo è un lavoro duro, durissimo, che consiste nel portare le pecore del padrone per i pascoli delle montagne, dormendo solo, e con un solo occhio, per mesi e mesi all’aperto, senza stipendio ma ricevendo in cambio del lavoro, dieci o dodici pecore all'anno quando andava bene. Nel 1925, Gaetano, che intanto si è sposato ed ha anche un figlio, e riuscito a mettere insieme un centinaio di pecore e si mette in proprio. Ma un giorno, in una località vicina al suo paese, viene rubato un gregge di proprietà di un certo Tolla. Un dipendente di questi dichiara ai carabinieri di aver sentito dire che il furto e stato commesso per incarico del Conte Casula, l'ex-padrone di Gaetano. Indignato per questa ingiustizia ritenendo il conte una persona perbene, e per riconoscenza verso il suo ex padrone, Gaetano si autoaccusa del furto recandosi dai carabinieri , ma il primo a non credergli è proprio il comandante della locale stazione. Gaetano, decide allora di risarcire con le sue 200 pecore Tolla ,a condizione che ritiri la denuncia contro il conte Casula, il quale gli sarà riconoscente offrendogli di tornare a lavorare per lui, in quanto se lo avesse indennizzato per le sue 200 pecore, tutti avrebbero pensato che dietro l’ autodenuncia di un suo ex dipendente , effettivamente fosse stato lui a commissionare il furto . Così, ripreso al suo servizio, Gaetano si fa 15 più altri 5 anni da servo pastore prima di rendersi definitivamente libero. La storia di Gaetano sconvolge lo scrittore americano, che non può quindi fare a meno di esclamare alla fine :” My God, ma è ridicolo! Perché proprio lei, lei che aveva lottato sin da bambino per farsi una posizione, una famiglia, che bisogno c’era?Gaetano: “Voi non potete capire. La vostra logica è lavorare, mangiare, dormire. Tutti i giorni, tutto l’anno, tutta la vita. La regolarità, senza sorprese, è ciò che desiderate . E perciò, le disgrazie, le malattie, e tutto ciò che è tragico, vi turba, e vi domandate: e perché proprio a me? E figurarsi uno, che se le va a cercare! E bèh, e bèh, per voi, è proprio matto!Eugene: Non è vero, io l’ammiro, la invidio , io non ne sarei stato davvero capace , ma, mi creda, non è facile da capire, Un gesto eroico è dettato quasi sempre da un impulso, è fatto quindi di getto, e poi si fa perché ci si trova coinvolti, e poi perché ci si trova nel momento esatto in cui il fatto avviene . Ecco, lei non era chiamato in causa, lei non c’era, quindi non capisco perché abbia sentito l’impulso di sacrificarsi .Gaetano: Io c’ero . Quando sono nato, sono entrato nel corpo del pastore Piras di Galtelli, e vi ho trovato gambe robuste, un cuore forte, e una certa porzione di cervello. E voi, invece, siete entrati in un altro corpo, e ci avete trovato un cervello migliore, ma non gambe come le mie. La parte che vi è toccata , è diversa, dalla mia. Voi avete potuto studiare, e conoscere cose diverse della vita e del mondo. E io no. Io conosco le mosse della volpe che vuole rubarmi gli agnellini; le arie, le arie che piacciono agli avvoltoi; o le erbe che cercano le mie pecore. Io capisco il male e il bene di qui., e voi che venite da lontano, capite il bene e il male di tanti altri posti. Capito mi avete? Chissà quante belle cose avete conosciuto, hè? Io so solo che sono belli i disegni delle nuvole in cielo. Che mi piace la forma degli alberi piegati dal vento. Che ammiro la goccia che buca la roccia. Natura, insomma. Guardate la quercia, che da sola fa la ghianda. Il suo capolavoro. Lei fa la sua parte, io la mia, mi pare giusto. Voi sapete fare la ghianda? No. E la quercia sì. C’è tutta scritta dentro la sua storia.Eugene: Ma lei, quindi pensa che chiunque altro al suo posto avrebbe fatto la stessa cosa?Gaetano: No, non ho detto questo. Anzi, per anni sono stato nel ridicolo. Pochi hanno apprezzato. Ma io, non l’ho fatto per gli altri. Forse non lo so perché l’ho fatto, ma non mi sono pentito. Si pente chi fa qualcosa di male.Eugene: Ma poi, avete trovato il vero colpevole?Gaetano: No, non si seppe mai. In seguito ho fatto il servo pastore per altri 15 anni presso il conte Casula. Alla fine ero quasi libero quando, era il 1945, ci fu una tremenda morìa e mi morì mezzo gregge ,e così sono rimasto altri 5 anni. Ora sono 10 anni che sono un uomo libero.Eugene: Ma perché lo fece? Rischiare di andare a finire in galera per il padrone, che senso aveva tutto ciò?Gaetano: Vedete, per noi sardi, il senso del rispetto è diverso da come lo intendete voi. E’ un rispetto morale, è come… è come se ci sentissimo sempre in debito verso gli altri. Come posso dire…se qualcuno viene a trovarmi, un pezzo di formaggio, un bicchiere di vino, c’è sempre per lui, anche se non l’ho mai visto. E questa non è semplicità ospitalità, no, è rispetto. E spero che sia sempre così. Non so se mi sono spiegato. Noi pastori, poi, questo rispetto, lo rivolgiamo alla natura dove viviamo. Tutti abbiamo la stessa casa sotto il cielo. Questa terra la sento mia, ma allo stesso tempo anche degli altri. Tutti ,ci sediamo allo stesso masso quando ci passiamo vicini. Tutti , andiamo alla stessa sorgente quando abbiamo sete. Tutti, d’estate, ci ripariamo all’ombra della stessa quercia. Insomma: abbiamo un senso comune delle cose. E’ una questione di rispetto, appunto. Noi, anche alle bestie diamo una dignità umana, vivono nelle nostre case, ci preoccupiamo quando stanno male, le seguiamo fin dalla nascita, hè, siamo le loro levatrici. Ma sapete che io le conosco una ad una? E allora, anche il padrone va rispettato. Non perché è il padrone, ma perché è una sicurezza, rappresenta il futuro, ma anche il passato. Il conte Casula è stato un secondo padre per me, e i padri, si rispettano sempre.
L'Helvia Recina 2000 è la squadra di volley femminile di Macerata. Una realtà sportiva divenuta nel corso degli anni una grande società: è la prima squadra femminile di Macerata infatti ad aver conquistato un campionato nazionale di B2. "L'impegno è stato totale da parte di tutti noi, di abbiamo creduto molto" racconta Pietro Paolella, il presidente della società dal 2015, in seguito alla scomparsa dell'amato Tito Antinori, fondatore della società, ex presidente e punto di riferimento per tutti.Sabato 16 si disputerà il derby contro Sacrata, la squadra di Civitanova Marche."Sarà una partita molto importante per la squadra. Siamo alla fine del campionato, mancano solo quattro partite. Posso affermare che la stagione è andata molto bene e comunque vada sarà un successo. Ovviamente noi ce la metteremo tutta fino alla fine perché ora siamo quarti ma siamo a tre punti dalla seconda e dalla terza, quindi non escludiamo di poter entrare in zona play off e giocarli. Puntiamo sempre al massimo."https://www.youtube.com/watch?v=WhZec_YT9eo
Tragedia sfiorata a Treia dove un ex operaio attualmente disoccupato stava per togliersi la vita ma è stato fermato appena in tempo dal figlio.L'uomo era sceso in garage e, dopo averla assicurata a una trave, si era legato una corda al collo. Qualche attimo prima che mettesse in atto l'insano proposito, è stato raggiunto dal figlio che è riuscito a farlo desistere. Da quanto si è appreso, il cinquantenne sta vivendo un periodo particolarmente difficile della sua vita, legato proprio al fatto di non riuscire a trovare un lavoro. Della situazione dell'uomo sono stati informati i servizi sociali del Comune.Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118 e i carabinieri della Stazione di Treia.
La città di Macerata sarà per quattro giorni, dal 20 al 23 aprile, sotto l’obiettivo di Panorama d’Italia, il tour in dieci tappe del magazine settimanale Panorama, alla scoperta delle eccellenze d’Italia.Dopo il successo di Genova, la seconda tappa del tour di Panorama d'Italia 2016 sarà dunque nelle Marche, a Macerata, dal 20 al 23 aprile.Per scoprire il Paese più da vicino, Panorama incontrerà gli imprenditori, i giovani delle start up, il mondo dell'arte e della cultura legato alla città. Ci sarà come di consueto Vittorio Sgarbi che illustrerà i segreti dell'arte marchigiana, l'incontro "Presidente mi spieghi" con le domande dei cittadini al presidente della Regione Luca Ceriscioli, il concorso per la migliore start-up il progetto "Panorama carriere e lavoro" in collaborazione con HRC, i due eventi di Focus sull'ambiente e lo spazio.Il sindaco Romano Carancini ha espresso la sua soddisfazione tramite un post su facebook: "La copertina di prima pagina con la foto che si affaccia sui tetti del centro storico, 14 pagine interne dedicate a Macerata e provincia per anticipare il racconto di un territorio ed in particolare di una città che sempre più accende la curiosità e la meraviglia di quelli, italiani e stranieri, che ci vengono a trovare e ci conoscono."Tuttavia, non sono mancati gli scambi di battute tra Riccardo Sacchi, consigliere comunale di Macerata e Carancini. Scrive Sacchi: "Copertina di Panorama da oggi in edicola! Piacevolissima sensazione trovare la Nostra meravigliosa città sulla copertina di un importante e autorevolissimo settimanale. Tuttavia, non posso evitare una prepotente curiosità: sarà proprio tutto gratis per i maceratesi? Lo scopriremo presto Amici! Intanto, Viva Macerata!"Il sindaco rassicura: " Non costerà nulla ai maceratesi, Panorama si paga anche tutti i servizi. Panorama ha voluto Macerata e la prossima settimana Panorama dedicherà altre pagine al racconto di Macerata: anche questo gratis!!! A tutti quelli che dicono "però..": un sorriso vi seppellirà. Mi viene da dire a Panorama: grazie per averci voluto conoscere."Il settimanale Panorama sarà a Macerata la prossima settimana (20/23 aprile) e sarà un'occasione straordinaria per sorprendere per la bellezza della città e delle persone che la abitano.
Nota di Marco Bindelli, vice presidente della BCC di Civitanova Marche e Montecosaro e consigliere delegato ai rapporti con il Movimento del Credito CooperativoE’ stata appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale, con entrata in vigore dal 15 aprile 2016, la Legge 8 aprile 2016, n. 49, contenente la conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, recante misure urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, ed è scattata la fase due della riforma, quella più importante e che doveva essere affrontata già diversi anni fa: la definizione del modello industriale del credito cooperativo, ossia del Gruppo Bancario Cooperativo (GBC) o dei Gruppi Bancari Cooperativi.Stiamo parlando della vera riforma del Credito Cooperativo, ossia della capacità delle BCC di adattarsi alle nuove sfide del mercato che il nuovo quadro normativo dovrebbe agevolare, ma che, invece rischia, addirittura, di peggiorare, perché è bene ricordare che, seppur continueranno ad esistere ed operare tutti i consigli di amministrazione delle BCC eletti dall'assemblea dei soci, il GBC e le singole banche aderenti saranno considerate esattamente alla stregua di tutte le altre banche vigilate dalla BCE e, per delega, dalla stessa Banca d'Italia.Tralasciando le 3 o 4 BCC che usufruiranno della “particolare” way out creata appositamente per loro, tutte le altre 360 BCC avranno 18 mesi di tempo dall’entrata in vigore delle norme attuative del MEF e della Banca d’Italia per costituire la potenziale banca capogruppo (o le potenziali capogruppo) ed inviare all’organo di vigilanza la documentazione prevista.Conseguentemente, la sfida, di non facile soluzione, che le BCC si apprestano ad affrontare è, sia di natura tecnica, che politica.Le resistenze al cambiamento sono notevoli e la legge appena approvata in via definitiva rischia di aggravare una situazione già difficile qualora il credito cooperativo, chiamato ora a confrontarsi e a competere con i grandi gruppi bancari, non riesca a risolvere i veri problemi che si segnalano da tempo: governance, efficienza ed innovazione!Con l’introduzione, da parte della Camera dei deputati, della norma che consente al MEF di ridurre (sotto il 50%) la soglia di partecipazione delle BCC al capitale della capogruppo per esigenze di stabilità del gruppo stesso, la necessità di cambiamento del credito cooperativo diventa ancora più attuale ed urgente se non si vuole consegnare in tempi brevi l’intero sistema ai grandi gruppi bancari e finanziari internazionali. In altre parole, anche grazie all’introduzione della predetta norma, il credito cooperativo è costretto a produrre un progetto industriale serio, efficace e, soprattutto, scevro da quelle logiche politiche che hanno caratterizzato sino ad ora, nel bene e nel male, l’intero sistema. Occorre, cioè, riformare la riforma delle BCC appena approvata, o quanto meno coloro che l’hanno proposta, introducendo concetti di meritocrazia, competenza e trasparenza nella governance della capogruppo e, conseguentemente, delle BCC aderenti al gruppo.Tra le numerose modifiche apportate nel corso dell'esame da parte della Camera dei deputati e che attengono alla nuova ripartizione dei poteri tra MEF e Banca d’Italia, ce n’è una, in particolare, che lascia intravedere uno spiraglio positivo perché obbliga ad intraprendere la direzione indicata.Si tratta del nuovo comma 7-bis dell’art. 37-bis con il quale si prevede che la Banca d’Italia, al fine di assicurare la sana e prudente gestione, la competitività e l’efficienza del GBC, detta disposizioni con riferimento ai requisiti minimi organizzativi ed operativi della capogruppo, al contenuto minimo del contratto di coesione, alle caratteristiche della garanzia in solido delle obbligazioni assunte dalla capogruppo e dalle BCC aderenti, al procedimento per la costituzione del gruppo e all’adesione al medesimo.Indubbiamente, l’aver previsto concetti di competitività ed efficienza per il GBC sui quali la Banca d’Italia fornirà disposizioni specifiche di attuazione, costringe il sistema a convergere verso un’unica o più capogruppo aventi i predetti requisiti.Al momento, l’unico piano industriale concreto contenente i citati requisiti resta quello presentato da Cassa Centrale Banca lo scorso anno alla borsa valori di Milano durante il processo di riforma.In attesa di conoscere quello di Iccrea Holding SpA, la quale ha dichiarato il 4 marzo scorso di attendere l’approvazione definitiva della legge di riforma delle BCC, è iniziato il braccio di ferro tra i due soggetti per imporre il proprio modello industriale e tentare di evitare la costituzione più gruppi.A prescindere da quella che sarà la scelta finale, gruppo unico o più gruppi, è ovvio che la possibilità di successo del credito cooperativo ed il mantenimento della maggioranza del capitale della capogruppo o delle capogruppo in mano alle BCC dipenderà dalla capacità di elaborare ed attuare piani industriali in grado di preoccuparsi, non solo del requisito minimo del patrimonio imposto dalla normativa, ma anche della capacità prospettica di produrre reddito in un contesto di tassi di interesse particolarmente bassi e, dunque, della capacità di incidere sia sul mercato (competitività e innovazione) che sul cost-income (efficienza), inteso quale rapporto tra i costi operativi e il margine di intermediazione.Ecco allora che, nonostante l’inusuale assenza dei sindacati registrata sino ad ora, saranno proprio i lavoratori dipendenti a dover sopportare i maggiori sacrifici richiesti dalla nuova legge di riforma delle BCC.L’unica speranza, per questi e per l’intero sistema del credito cooperativo, è che (a) si inizi a distinguere tra BCC virtuose e banche deficitarie, il cui numero, tra l’altro, è in continuo aumento, e che (b) si interrompa quell’antica ed obsoleta pratica che ha visto mescolare le piccole mele marcie insieme a quelle più grandi nella convinzione di migliorarne la qualità media (anche in considerazione del fatto che le BCC medio-grandi stanno mostrando maggiori problematicità rispetto a quelle piccole o medio-piccole) .Solo attraverso specifici piani di risanamento portati avanti con trasparenza e competenza da chi non ha prodotto situazioni di dissesto (o comunque da chi non ha operato in un’ottica politica), si potrà tentare un’applicazione positiva della nuova legge di riforma, atteso che anche le BCC virtuose saranno costrette a ristrutturarsi per riuscire a resistere al nuovo contesto competitivo internazionale.In altri termini, si intende affermare che, un conto è procedere con tagli occupazionali trasversali uguali per tutte le BCC, altra cosa è, invece, incidere, caso per caso, in funzione dell’andamento gestionale e prospettico di ciascuna banca, analogamente a quanto accade per tutte le altre aziende non bancarie.A tal proposito, il corretto utilizzo del fondo temporaneo introdotto con l’art. 2-bis segnerà il primo spartiacque tra la fine del credito cooperativo e la sua possibilità di sopravvivenza.Proprio sul corretto utilizzo del fondo temporaneo, la BCC di Civitanova Marche e Montecosaro vigilerà e presterà particolare attenzione, sia nel proprio interesse che di quello dell’intero sistema.
L'associazione Frazioni e Centro, attraverso questo convegno intende porre l'attenzione su una tematica che purtroppo sempre più sta riguardando il nostro territorio, la sicurezza. Dagli ultimi fatti di cronaca locale e dal sentore cittadino, riguardo ai furti ed altre forme di reati di questo genere che risultano purtroppo sempre più frequenti, ci hanno condotto ad affrontare questa tematica e per questo motivo riteniamo ed auspichiamo che sulla scia di questo convegno che si terrà Martedì 19 aprile ore 15.30 presso la Camera di Commercio di Macerata, nella Sala Consiliare in via Tommaso Lauri, 7 ne seguano di altri, magari promossi da altre associazioni o enti, affinché si possa sempre più mantenere alta e vigile l'attenzione sulla questione sicurezza.Riteniamo che al di la dei vari punti di vista, se pur diversi a riguardo la gestione e le modalità di risoluzione di questo problema, e malgrado i diversi schieramenti politici ed opinioni a riguardo, sia sempre importante dare un segnale di unità pur nella pluralità di vedute, per questo crediamo che la città, dalle istituzioni, in modo particolare le forze dell'ordine, alle forze politiche e le associazioni e più in generale tutti i cittadini siano uniti ed insieme contro questa piaga sociale che riguarda la criminalità, cercando di affrontare il problema mediante lo strumento sempre utile del confronto, del dialogo e quindi del dibattito.Interverranno all'incontro i relatori:Porzi Giuseppe, Giornalista (Moderatore dell'incontro)Iesari Mario, Assessore Sicurezza e Legalità Comune di MacerataDott. Renis Romeo, Criminologo Sociale (Associazione Insieme in Sicurezza)Ruotolo Paolo, Associazione Controllo del VicinatoMenichelli Francesco, Segretario Provinciale SILP CGILSindacato di PoliziaRomagnoli Gianluca, Segretario Provinciale SAP Sindacato di Polizia La cittadinanza è invitata a partecipare.
Va in scena venerdì 15 aprile al teatro Giuseppe Verdi di Pollenza la commedia dialettale "Ogghi a me…domà pure". L’opera, ultimo lavoro del Gruppo Teatro Totò, vede la regia di Aldo Pisani.La vicenda narra di Franco, dipendente presso la ditta del futuro suocero, lavoratore attento, integerrimo e scrupoloso, ma con una grande passione: il calcio! Quando un giorno si troverà a scegliere tra il dovere e la sua passione, senza dubbio sceglierà quest’ultima. Una decisione che finirà per travolgere e sconvolgere la sua vita lavorativa ed affettiva, fino a quando interverrà un imprevisto, un colpo di scena…La commedia si sviluppa attorno al tema del contrasto tra l’onestà di pochi (forse di nessuno) e l’avidità di molti (forse di tutti). L’intera vicenda è un susseguirsi di situazioni comiche che regalano allo spettatore una risata dietro l’altra, ma, come si sa, ridere è una cosa seria.La commedia si sviluppa in due tempi e vede impegnati sul palco Marco Scarponi, Nora Crocetti, Paolo Carassai, Paolo Moretti, Aldo Pisani, Antonella Menichelli, Cristiana Principi.Per informazioni e prenotazioni si può contattare il n. 349.4730823.
Nel tardo pomeriggio di ieri 13 aprile 2016, a Porto Recanati(MC), i Carabinieri della Stazione di Porto Potenza Picena (MC) in collaborazione con quelli di Porto Recanati, hanno dato esecuzione ad una misura cautelare per il reato di sequestro di persona e rapina emessa dal Tribunale di Ancona – Sezione Riesami e Appelli, su richiesta della locale Procura della Repubblica che concordava con le risultanze investigative svolte dai reparti operanti, emessa nei confronti di C. D., una donna 26enne residente a Chiaravalle (AN) ma di fatto senza fissa dimora, che la sera del 22 gennaio scorso, a Porto Potenza Picena, dopo aver messo un annuncio su un sito specializzato per incontri, si incontrava nella stanza di un affittacamere, con un cliente con il quale aveva contrattato una prestazione sessuale.Quando il cliente, un uomo sposato di Macerata, entrava nella stanza e iniziava a spogliarsi per intrattenersi sessualmente, la donna chiudeva a chiave la porta della stanza e dal bagno usciva un complice che armato di coltello minacciava il cliente e si faceva consegnare la somma detenuta dal malcapitato, circa 100 euro . Nel frattempo rivestitosi, dopo aver consegnato il denaro, il cliente riusciva a raggiungere la porta della stanza e a fuggire dopodiché avvisava i Carabinieri dell’accaduto che avviavano immediatamente le indagini.Le attività investigative permettevano di identificare sia la donna arrestata, trovata con un altro cliente che probabilmente veniva salvato dalla rapina che il suo complice, un 26enne di origini calabresi, che però al momento è rimasto denunciato a piede libero. La coppia successivamente si era resa protagonista di un analogo episodio commesso nel mese di marzo ad Ancona.La donna, dopo le attività di rito, è stata tradotta in regime di arresti domiciliari presso l’abitazione di residenza.
Questa mattina presso l'Ostello Asili Ricci si è tenuta una conferenza stampa per presentare il convegno che si terrà domenica 17 aprile a partire dalle ore 16.00 presso l'Audiotrium "Asilo Ricci" organizzato dalla rivista d'informazione medico-scientifica "Elixyr". Si tratta del primo convegno che organizza la rivista al quale parteciparanno diversi relatori professionisti che illustreranno le principali novità terapeutiche e diagnostiche. Questa mattina sono intervenuti moderati da Alberto Gagliardi il giornalista medico-scientifico Fabrizio Scoccia, il dott. Orazio Zanetti Monterubbianesi, la dott.ssa Cesarina Giustozzi, il dott. Dino Luandi, il dott. Gerardo Rossi e il dott. Enrico Falistocco.Scoccia ha esordito sostenendo l'importanza della prevenzione effettuata attraverso l'informazione. "Ai giorni d'oggi si rischia però di avere troppa informazione, un'informazione magari deviata,e il ruolo della rivista "Elixyr" è quello di inquadrare le problematiche principali per poi fornire la migliore informazione" ha dichiarato. Enrico Falistocco ha poi illustrato le attività della struttura sanitaria privata "Associati Fisiomed" di Sforzacosta di Macerata che quest'anno compie i 20 anni di attività."La struttura vanta la presenza di 70/80 professionisti che in tempi immediati e con un'organizzazione efficiente garantiscono un servizio di ottima qualità ai pazienti. Attraverso uno spirito di squadra i professionisti garantiscono diversi esami di prevenzione come il sistema bemar per il ripristino di patologie linfatiche e croniche" afferma FalistoccoLa dott. Giustozzi invece ha descritto il meccanismo della tomosintesi mammaria utile per prevenire e combattere il carcinoma mammario attraverso il movimento del tubo che rispetto all'analisi della mammografia classica, suddivide a strati la mammella e alla fine da questi strati la mammella viene ricostruita nel suo insieme. Tale strumento studia anche le recidive tumorali su cicatrici e le microcalcificaioni. Il dott. Scarponi ha illustrato invece i benefici dell' Ecocolor-Doppler metodica non invasiva che, mediante la visualizzazione dei principali vasi sanguigni (arterie, grossi vasi addominali, tronchi sovraaortici, sistema venoso), permette di studiarne il flusso ematico. L’ecocolor doppler fornisce immagini a colori (rosso e blu) dei flussi venosi e arteriosi evidenziando anche le più piccole lesioni delle pareti dei vasi consentendo di valutarne con precisione l'entità.L’ecocolor doppler può essere molto utile per studiare e monitorare le principali patologie vascolari come il diabete,gli aneurismi, le trombosi. Il dott. Orazio Zanetti Monterubbianesi invece ha sostenuto l'importanza dell'Acido ialuronico che rappresenta una medicina diversa, naturale e sublinguale. Orazio Zanetti Monterubbianesi ha anche accennato al progetto di produrre insieme all'Università di Camerino un dentifricio unico. Infine il dott. Rossi ha illustrato i danni che possono portare alla salute i metalli pesanti e in alluminio presenti nel nostro organismo. "Si può intervenire in due modi: o effettuando un'analisi minerale dei capelli attraverso un monitoraggio rivolto a tutti oppure intervenendo individualmente sul soggetto intossicato e disintossicarlo" ha concluso Rossi.Questi interventi nella giornata di domenica verranno approfonditi ulteriormente e sarà presente anche il dott. Giuseppe Lucchetti che illustrerà insieme alla dott.ssa Giustozzi i vantaggi della mammografia in 3D.
Per il secondo anno consecutivo dal cilindro del Cleti escono 43 club, futuri protagonisti dunque della 31° edizione del torneo di calcio giovanile curato dalla Junior Macerata. Il numero è definitivo, la più importante e stimata manifestazione destinata alla categoria Esordienti si conferma così anche la più partecipata bissando il totale dell’edizione 2015. In dettaglio il Nando Cleti ha visto crescere il numero di società marchigiane al via, in special modo quelle dell’anconetano (forse sulla scia del trionfo della Vigorina Senigallia) al punto da eguagliare quasi, con 16 team, il gruppo delle maceratesi. Saranno invece 5 i club portabandiera dell’Abruzzo.Può essere felice il presidente della Junior Macerata e storico responsabile del Cleti Marcello Temperi: “La prima fase della raccolta di adesioni è andata davvero bene. Non era facile bissare le 43 partecipazioni del 2015 perché questa annata dei 2003 risulta difficile e perché in questa primavera abbonderanno i tornei di vario tipo in giro per la regione. Rispetto all’anno scorso crescono le anconetane e diminuiscono le abruzzesi, sorprende l’assenza delle ascolane. Ci sono delle debuttanti assolute come Borghetto, Olimpia Ostra Vetere e Il Borgo Montelupone, si sono iscritte le due società di Jesi e abbiamo avuto ritorni illustri come la Recanatese. Entro fine mese completeremo il tour di incontri/riunioni per la compilazione dei calendari della prima fase, poi come sempre dagli ottavi si giocherà allo Stadio della Vittoria. Posso già anticipare che la finale si disputerà il 25 giugno salvo debba scendere in campo la nostra Nazionale agli Europei.”Queste i club che disputeranno il Cleti 2016: Villa San Martino, Maceratese, Conero Dribbling, Morro76, Junior Jesina, Fortitudo Fabriano, Academy Civitanovese, River Casale65, Giovane Ancona, Alba Adriatica, Vis Pesaro, Osimana, Castelfidardo, United Civitanova, Borghetto, Ancona 1905, Cologna, Filottranese, Junior Macerata, Moie Vallesina, Robur 1905, Olimpia Ostra Vetere, Villa Musone, Settempeda, Tolentino, Campiglione Monteurano, Il Ponte, Il Borgo Montelupone, Montemilone Pollenza, Recanatese, Veregrense, Acf Fermo, Vigorina Senigallia, Poggio degli Ulivi, Matelica, Corridoniense, Porto Sant’Elpidio, Civitanovese, Porto Potenza, Passatempese, Jesina, Palombina Vecchia, Portorecanati.
Si è svolta nella splendida cornice di Piazza XX Settembre a Civitanova Marche, la terza tappa dell’edizione 2016 "Un Campione per Amico" promossa da Banca Generali.Più di 600 bambini delle scuole elementari e medie della città, hanno avuto l’opportunità di giocare e divertirsi con quattro grandissimi campioni dello sport italiano: Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Francesco "Ciccio" Graziani e Jury Chechi. Piazza XX Settembre si è trasformata per l'intera mattinata in una vera e propria palestra a cielo aperto: palleggi, rovesci, punizioni, capriole. Protagonisti assoluti lo sport e i bambini, accompagnati da quattro miti dello sport internazionale.L’obiettivo del tour è quello di avvicinare i ragazzi ad un’attività fisica regolare, indispensabile insieme ad una corretta alimentazione, per lo sviluppo e la crescita sana ma soprattutto cosa vuol dire vivere lo sport attraverso l’integrazione, il rispetto delle diversità, la determinazione e la passione che l’esempio di una guida-campione può fornire.I quattro campioni hanno trasmesso ai giovani valori importanti, il carattere e una sana competizione, valori essenziali nello sport, ma anche nella vita."Siamo veramente contenti ogni anno di riscontrare tanto entusiasmo e partecipazione - ha dichiarato un Adriano Panatta – “questa manifestazione ha successo perché permette di incontrare lo sport e i valori che ne fanno parte, elementi utili per diventare soprattutto campioni nella vita". Soddisfazione anche dai vertici di Banca Generali, sponsor per il settimo anno consecutivo della manifestazione: "Siamo molto felici per l’accoglienza ottenuta a Civitanova Marche – spiega Corrado Liguori, Area Manager di Banca Generali Financial Planner in Marche, Abruzzo, Molise, Puglia e Basilicata – “questi ragazzi rappresentano il futuro del nostro paese ed è fondamentale trasmettere loro valori positivi quali quelli dello sport, avviandoli anche ai primi concetti di risparmio, un tema molto sentito alla luce della cronaca di questi giorni che sottolinea ancor di più l’importanza di una seria educazione finanziaria”.Il successo di "Un Campione per Amico" è scritto nei numeri. Sedici edizioni in archivio, più di centosessanta tappe già percorse, uno staff di oltre cinquanta persone, ma soprattutto oltre diecimila mila ragazzi coinvolti ogni anno. Il prossimo incontro sarà il 14 aprile a Rimini. Si possono seguire gli eventi Banca Generali - Un Campione per Amico su www.uncampioneperamico.it, sulla pagina Facebook, sul profilo Twitter dell’evento e novità di quest’anno, si potrà seguire anche tramite l’APP “BG UCPA” un vero e proprio hub dell’evento con contenuti esclusivi che consentiranno di vivere la giornata coi campioni grazie alle potenzialità della realtà aumentata.Le tappe dell’edizione 2016 sono state e saranno: Benevento (5 Aprile); Foggia (7 Aprile); Civitanova Marche (12 Aprile); Rimini (14 Aprile); Pistoia ( 3 Maggio) Monza (10 Maggio); Novara (12 Maggio); Verona (18 Maggio); Trento (20 maggio); Sanremo (24 Maggio).https://www.youtube.com/watch?v=cuiIsX5sArY
È stata presentata in conferenza stampa la nascita della nuova realtà "Divina Provvidenza Santo Stefano", progetto di integrazione fortemente voluto dai due enti, la fondazione Divina Provvidenza e la fondazione Santo Stefano, entrambe attive nel territorio di Potenza Picena. La Fondazione Santo Stefano esiste da ben 24 anni. Viene costituita infatti nel 1992 con l'obiettivo di favorire il miglioramento delle condizioni di vita e di assistenza medica alle categorie incluse in varie fasce di disabilità. A tal proposito si è prodigata anche nell'organizzazione di Convegni e incontri multidisciplinari. Ne sono Presidente e Vice Presidente Matilde Cassano Rosali e Mario Ferraresi. La Fondazione Divina Provvidenza è una realtà più recente. Si costituisce nel 2009 grazie ai coniugi Antonello e Matilde Rosali, Presidente e Vice Presidente. Insieme hanno promosso interventi molto importanti tra cui, probabilmente la più importante, è stata la costruzione di un nuovo, bellissimo edificio in Via Rossini che comprende la Bocciofila e moderne strutture destinate alle Associazioni del territorio. Lo stabile, donato al comune con una convenzione ventennale, sarà a servizio della comunità. Contributo decisivo inoltre dalla Fondazione, è stato fornito, per la realizzazione del nuovo oratorio di Porto Potenza e la ristrutturazione della Cappellina di Casette Antonelli.Nel corso dell'incontro i relatori hanno illustrato il percorso che ha portato a questa fusione, ma, in particolar modo hanno esplicato gli obiettivi e i progetti che vorrebbero realizzare. La nuova Fondazione si occuperà di iniziative di valenza sociale, ricreativa e culturale, ma anche di progetti di spessore scientifico. In cantiere una progetto per un polo sportivo e ricreativo attraverso l'unione delle nuove strutture con le preesistenti (campi da tennis, calcetto, bocciofila) che verrà messo a disposizione della collettività.Presenti in conferenza stampa Antonello Rosalio, Mario Ferraresi e Matilde Cassano, rispettivamente Presidente uscente della Divina Provvidenza, Presidente e Vice Presidente della nuova fondazione. Presente anche Enrico Brizioli, Amministratore Delegato del Gruppo Santo Stefano Riabilitazione e il sindaco di Potenza Picena, Francesco Acquaroli che si è dichiarato molto entusiasta di questa realtà che sicuramente troverà tutto l'appoggio dell'Amministrazione Comunale.Questa nuova realtà avrà un CDA formato dall'unione dei Consigli delle precedenti fondazioni. Nello specifico: Antonello Rosali sarà il Presidente Onorario, Mario Ferraresi, il nuovo Presidente, Matilde Cassano Rosali, Vice Presidente. I consiglieri di amministrazioni saranno: Enrico Brizioli, Nicola Paglietti, Lorenzo Buldrini, Ettore Savoretti, revisore dei conti, Oliviero Rastelli, Raffaele Purifico, Stefania Pepegna, Andrea Rosali, Gian Paolo Rosali, Federico Rosali, Lorella Miccini, segretaria del consiglio. Raffale Purifico e Simona Cascia sono stati, rispettivamente nominati portavoce della Fondazione e del Comune di Potenza Picena. La sede legale e operativa si trova in Via Rossini, 193-197. Mario Ferraresi, Presidente Enrico Brizioli, amministratore delegato Santo Stefano Francesco Acquaroli, Sindaco di Potenza Picena Matilde Cassano Rosali, Vice Presidente Antonello Rosali, Presidente onorario https://www.youtube.com/watch?v=gOE2lqPGFXk
Brutta prestazione della Cucine Lube Banca Marche Civitanova in Gara 2 a Perugia. Gli uomini di Blengini, dopo un aver perso il primo set ai vantaggi, incappano in una serata no e subiscono per i restanti due set il gioco della formazione umbra, incassando così per la prima volta una sconfitta per 3-0 in questa stagione. Con questa vittoria la Sir Safety Conad va sul 2-0 nella serie, ora per Miljkovic e compagni strada in salita: per conqusitare la finale scudetto non potranno più commettere passi falsi, a partire dalla Gara 3 in programma a Civitanova giovedì 21 marzo. Perso il primo parziale nonostante i quattro set ball non concretizzati, Blengini prova a ruotare la formazione più volte nel corso della gara senza però riuscire a contrastare l'andamento del match. Muro (5 Lube contro i 10 di Perugia) e servizio Lube non incidono mai nel corso della partita, mentre l'attacco va a corrente alternata (48%). Dall'altra parte della rete De Cecco fa girare con alte percentuali la sua squadra (59%), con i centrali in evidenza a muro e in attacco (6 muri e 100%). Pesano anche i 24 errori punti commessi dai cucinieri in tre set. Top scorer tra i biancorossi Cebulj con 11 punti e il 56% in attacco, unico in doppia cifra.La partita Blengini sceglie la diagonale Christenson-Miljkovic, con al centro Podrascanin-Cester e in banda Juantorena-Cebulj, Grebennikov libero. In panchina c'è Kovar quarto schiacciatore e Parodi secondo libero. Kovac conferma invece il sestetto di Gara 1. Perugia vuole spingere subito sull'acceleratore con muro e servizio di Buti (6-3), pronta però la reazione Lube con Cebulj che dai nove metri trova la parità. Equilibrio che prosegue fino al break arrivato grazie al servizio di Podrascanin e al muro di Christenson (15-17), un 2 che però viene vanificato dall'errore in attacco di Podrascanin (20-20). In campo è lotta vera, ne è segno il contestatissimo punto del 21-21 in cui l'arbitro assegna prima il punto alla Lube poi a Perugia (il dubbio era se fosse o no caduto un pallone a terra sull'attacco Sir), Atanasijvic mura Miljkovic (23-22) poi subisce lui stesso il muro del neo entrato Vitelli al posto di Cester(23-24). Si va ai vantaggi, dove la Cucine Lube Banca Marche non concretizza altre tre palle set, poi Birarelli a muro (quarto per gli umbri nel set) e l'errore di Miljkovic consegnano il parziale a Perugia 30-28 (Cebulj con l'89% in attacco, 8 errori al servizio Lube). Nel secondo set resta in campo Vitelli, la Sir Safety sulle ali dell'entusiasmo trova subito il 4 con muro e contrattacco (6-2): i cucinieri arrivano fino al -1 (8-7) ma il muro perugino spegne di nuovo la luce (13-9), con i due centrali di Kovac che continuano a girare al 100% in attacco (60% di squadra per la Sir, mentre la Lube è sotto al 50%). Russell firma il 5 (17-12), Blengini prova la carta Fei per Miljkovic sul 19-13, poi Kovar per Cebulj e Stankovic per Vitelli: troppo largo però il vantaggio umbro, chiude Kaliberda 25-20. Nel terzo set Lube inedita in questa stagione, con Fei opposto (chiuderà con il 58% e 7 punti), Kovar in banda con Juantorena e Stankovic-Podrascanin al centro. Il turno al servizio di Russell scava il primo break (6-3), la Cucine Lube Banca Marche perde il filo del gioco e si ritrova a -6 (11-5) complici diversi errori gratuiti. Il set e la partita finiscono praticamente qui, la Sir Safety trova continuità in ogni fondamentale e la Lube crolla 25-14.Il tabellino SIR SAFETY CONAD PERUGIA: Buti 10, Fromm, Holt n.e., De Cecco 4, Kaliberda 11, Giovi (L), Dimitrov n.e., Tzioumakas, Elia, Atanasijevic 12, Fanuli n.e., Birarelli 9. All. Castellani. CUCINE LUBE BANCA MARCHE CIVITANOVA: Fei 7, Parodi (L), Juantorena 9, Vitelli 4, Stankovic 2, Priddy 8, Kovar, Christenson 3, Cester 2, Grebennikov (L), Miljkovic 6, Corvetta, Cebulj 11, Podrascanin 6. All. Blengini. ARBITRI: La Micela (TN), Gnani (FE). PARZIALI: 30-28 (42'), 25-20 (29'), 25-14 (25') NOTE: Spettatori 3985. Perugia bs 7, ace 3, muri 10, errori 4, ricezione 51% (28% prf), attacco 59%. Lube bs 15, ace 1, muri 5, errori 8, ricezione 58% (28% prf), attacco 48%.
"A nome nostro e del Partito Democratico delle Marche esprimiamo cordoglio per la scomparsa di Gianroberto Casaleggio.Rivolgiamo le nostre sentite condoglianze a tutti i militanti del Movimento Cinque Stelle delle Marche, in segno di rispetto verso un movimento che, perdendo il proprio leader, rinuncia ad un protagonista indiscusso della storia politica italiana degli ultimi anni”: così il segretario regionale del Partito Democratico delle Marche, Francesco Comi ed i vice segretari, Gianluca Fioretti e Valerio Lucciarini in seguito alla morte del leader pentastellato, Gianroberto Casaleggio, spentosi oggi all'età di 61 anni.
Un recente studio dell' Istituto Italiano di Fisiologia del Cnr di Pisa ha valutato che l'1% degli studenti intervistati ha fatto uso di droghe iniettive almeno una volta. Le Marche risultano attualmente al primo posto in Italia per l'uso di eroina. Di certo un primato di cui non andare fieri.L'eroina pare sia diventata una droga a buon mercato sempre più utilizzata dai giovani che la usano per sballarsi, senza iniettarsela. Se ne registra un incremento in particolare tra i maschi 15enni, che sono raddoppiati. La regione Marche risulta inoltre essere la terza regione italiana per rischio di morte per overdose: su 100.000 abitanti il tasso medio è del 1,33 calcolato dal 2007 al 2012.Le Marche inoltre, risultano terze per il consumo di tutte le sostanze stupefacenti dietro solo a Sardegna ed Emilia Romagna. L'indagine è stata effettuata su 30 mila studenti italiani tra i 15 e i 19 anni. Sempre secondo il Cnr sono oltre 650 mila gli studenti delle scuole medie superiori che nel corso dell'ultimo anno hanno fatto uso di almeno una sostanza illegale (cannabis, cocaina, eroina, allucinogeni o stimolanti)."Analizzando i risultati degli ultimi 5 anni, cioè dal 2010 al 2015, si rileva un costante aumento dell'uso negli ultimi 12 mesi sia di cannabis (dal 22 al 27%) sia di stimolanti (dal 2,3 al 2,7%), se si considera invece il consumo frequente si riscontra un incremento dell'uso di cannabis (dal 2,5 al 3,5%) e una sostanziale stabilizzazione del consumo di tutte le altre sostanze illegali (corrispondente a circa lo 0,6-0,7%). Una leggera diminuzione nell'uso di cocaina (dal 3% al 2,6%), di eroina (dall'1,3 all'1%) e di allucinogeni (dal 2,7 al 2,3%)". È questa l’analisi di Sabrina Molinaro, responsabile dello studio. Si osserva inoltre sempre maggiore curiosità e sperimentazione per le nuove sostanze sintetiche: il 62%, infatti, ha usato spice, la cannabis sintetica, il 50% catinoni sintetici (mefedrone) e il 57% painkillers, farmaci antidolorifici per sballare.
Lo Stato siamo noi. È questo, in estrema sintesi, il messaggio che ha voluto trasmettere ieri a Camerino il magistrato Otello Lupacchini, sostituto procuratore presso la Corte di Appello di Roma. Al mattino, incontrando gli studenti dei licei della città ducale, per una lectio magistralis tenuta nello splendido teatro Filippo Marchetti, dal titolo “Arte e Criminalità”. Lupacchini ha spiegato come l'arte sia diventata mezzo di scambio per i criminali, ed abbia a poco a poco sostituito il denaro negli affari illeciti. A sostegno della sua tesi gli esempi che la storia da sempre ci ha messo davanti, dai mecenati del Rinascimento fino ai nazisti, dalle razzie napoleoniche fino ai mafiosi di oggi, nei covi dei quali si ritrovano sempre opere d'arte di pregio e grande valore.“Per essere cittadini liberi dobbiamo essere schiavi della legge”, così citando Cicerone, il magistrato c'entra il punto focale del valore della legalità, un termine ormai abusato, inflazionato, a cui i giovani, che rappresentano il futuro, devono dare nuovi contenuti”. Nel pomeriggio invece Lupacchini ha incontrato gli studenti universitari e numerosi cittadini nella Sala dei Priori del Palazzo Comunale Bongiovanni, per la presentazione del suo ultimo libro “In pessimo stato”, durante la quale era attesa la presenza del giornalista e direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio, che per problemi personali non è potuto essere presente. Al fianco di Lupacchini, in entrambi gli incontri, il sindaco di Camerino Gianluca Pasqui, il magnifico rettore Flavio Corradini, Edy Renzetti la presidente dell'associazione Il Cortile di Edy, organizzatore della giornata. Sono intervenuti anche il senatore Mario Morgoni, l'onorevole Piergiorgio Carrescia, il direttore di Giurisprudenza Unicam Antonio Flamini e il presidente della fondazione Caponnetto Salvatore Calleri.Decisamente più partecipato il dibattito del pomeriggio, con tanto di scontro dialettico tra lo stesso Lupacchini e la senatrice Serenella Fucksia, presente in platea. “Dobbiamo trasmettere ai giovani le chiavi per comprendere la realtà – ha concluso Lupacchini – per capire che la legalità non è una “malattia”, come tanti la considerano, ma l'unica maniera nella quale possiamo vivere in libertà nel nostro Stato. In Italia da sempre manca il senso dello Stato. Ma lo Stato, che oggi è scarno dei valori e del rispetto della legalità, siamo noi”.https://www.youtube.com/watch?v=zy0y4fKWvAc
Si spaccia per dipendente di una banca e ruba migliaia di euro a un pensionato.E' successo ieri pomeriggio a Mogliano, dove una donna si è presentata alla porta dell'abitazione di un anziano qualificandosi come un’impiegata di banca incaricata di controllare i soldi contanti presenti in casa.L’uomo, in totale buona fede, ha consegnato nella mani della sconosciuta alcune migliaia di euro che custodiva in casa. La donna, dopo aver “verificato” le banconote si è allontanata ma, evidentemente, approfittando delle circostanze, le ha sottratte portando con sè il bottino.Solo diverso tempo dopo l’uomo ha realizzato di essere stato truffato non avendo più trovato il denaro. A quel punto, non gli è rimasto altro che andare a denunciare il fatto ai carabinieri di Mogliano che hanno subito avviato le indagini.
Resta sempre un personaggio, comunque lo si guardi. Abbiamo incontrato Franco Prato, figura eccentrica di Macerata che negli anni 70' decise di creare un parco che raccontasse cento anni di storia a partire dal 1850. Dopo qualche anno rilevò il terreno attuale creando il "Parco della fantasia" in zona Collevario all’ingresso ovest della città, lungo la strada statale che collega Sforzacosta a Macerata.Il parco si sviluppa in lunghezza circoscritto da un lato dalla strada statale, dall’altro dalla linea ferroviaria.
Si tratta di un luogo nel quale sono raccolti sia oggetti antichi, sia opere realizzate con materiali di recupero assemblati e poi trasformati: recinti di sci, sculture costruite con scarti di biciclette, tappeti coloratissimi, spazzoloni di un lavaggio auto, manichini, una Fiat Cinquecento gialla con gli sportelli a strisce rosse, blu e rosa, con ruote dentate, il vetro anteriore e degli sportelli sostituiti da grate gialle.
Prato ci accoglie subito indossando con entusiasmo uno dei suoi tanti cappelli stravaganti.
"La mia idea di costituire uno spazio del genere nasce all'età di 14 anni quando già avevo una personalità eccentrica e molto curiosa, e quando iniziavo già a cercare di assemblare oggetti di vario genere" esordisce Prato. "Sono affezionato ad ogni singolo oggetto presente qui in quanto ognuno di esso ha una storia particolare e tutta da scoprire".
Prato infatti ci fa notare subito una pietra tombale di Giovanni Pasquale, una trancia riprodotta modernamente a Roma nell'Altare della Patria e il prototipo di una bicicletta antica con una ruota grande davanti e una piccola dietro. Gli oggetti che Prato propone in esposizione rimandano alla storia dell'arte del Nocevento e in particolare al Dadaismo, alla Pop Art, all'Astrattisimo nonchè ai Ready made di Duchamp e agli "Objects of my affection" di Man Ray ma egli segue un percorso di esposizione tutto personale.
Il desiderio più grande di Prato è quello di realizzare, con l’aiuto del Comune, un prato all’inglese per il suo parco. Prato nel 1970 ha fondato l'Helvia Recina Motor Club e ci ha mostrato con soddisfazione anche le innumerevoli targhe. Quando gli domandiamo se teme le critiche degli abitanti, del Comune di Macerata o degli automobilisti egli afferma che gli oggetti che mette all'interno del parco hanno solo l'obiettivo di dilettare, far riflettere ed intrattenere, infondendo serenità e gioia.
All'improvvisimo sentiamo il rumore del treno e subito Prato ci fa notare che proprio vicino alla ferrovia prima era presente un muro di resistenza.
La volontà, le idee ed il coraggio di questo personaggio "bizzarro" sono da apprezzare e dovrebbero far riflettere tutti riguardo il concetto di "Arte" che qualcuno associa solo a quello che vede nei musei o nelle mostre.
Il consiglio europeo ha recentemente accolto un ricorso presentato dalla Cgil in merito alla legge 194 sull'aborto. In Italia le donne continuano a trovare difficoltà nell'accesso ai servizi d'interruzione di gravidanza. Secondo l'UE quindi, l'Italia viola un diritto alla salute, discriminando anche coloro che non hanno optato per l'obiezione di coscienza, in quanto sono"vittime di diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti".Per una donna è difficile trovare un ginecologo non obiettore, ma anche quando lo trova rischia di avere dei problemi, dalla mancanza dell'anestesista a un infermiere che si rifiuta di sterilizzare i ferri chirurgici. Lo afferma Silvana Agatone, presidente di Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l'applicazione della legge 194/78), che ha collaborato con la Cgil per portare il caso al Consiglio d'Europa. "Bisogna accendere i riflettori sulla situazione reale - afferma Agatone -. Nella maggior parte degli ospedali i primari sono obiettori, e solo alcuni fanno rispettare comunque la legge. Anche l'ambiente culturale non facilita il tutto, talvolta si fa un uso spropositato dell'obiezione. Recentemente dei colleghi stavano facendo interventi e il personale si è rifiutato di lavare i ferri chirurgici, il collega ha dovuto sterilizzarli e continuare da solo. In altri ospedali portantini si rifiutano di portare le pazienti, o manca l'anestesista. Dovrebbe essere un problema della struttura, ma se ne fa carico il non obiettore, che deve sistemare tutto. Molti colleghi che fanno aborti dopo i 90 giorni, quindi per motivi medici, vengono puntualmente denunciati. Per non parlare del fatto che i non obiettori non fanno carriera, e che ci sono stati casi in cui è stato tolto loro addirittura l'insegnamento".Osservando la situazione nei singoli presidi ospedalieri marchigiani emerge che in provincia di Macerata viene effettuato oltre un terzo di tutte le interruzioni di gravidanza delle Marche. Nel 2013 è stato registrato che nella sola provincia sono state effettuate 725 interruzioni. In particolare va rilevato che ben 409 interventi, il 20% dell'intera regione, sono stati effettuati nell'ospedale di San Severino Marche.Nelle altre province la situazione è la seguente: Ascoli Piceno 23,2%, Ancona 20,8%, effettuati prevalentemente all’Ospedale “Salesi” di Ancona e in quello di Senigallia, in provincia di Pesaro-Urbino 20,6% registrati sopratutto all’Ospedale di Pesaro e in quello di Urbino. Nessun intervento a Fermo e Osimo. Numeri particolarmente bassi a Fano, Jesi e Fabriano.I dati forniti dalla Regione nelle varie strutture è in aumento: circa il 70% dei medici sarebbe obiettore, con picchi, all'Ospedale di Ascoli Piceno quasi del 100%. Le interruzioni in questo presidio sono garantite da una convenzione con l’AIED (associazione Italiana Educazione Demografica). Anche a Jesi e a Fano situazione analoga.