Presso la sala consiliare del comune di Macerata si è tenuta una conferenza stampa per presentare la mostra "Metafisica del paesaggio" che si terrà venerdì 22 aprile nei Musei civici di Palazzo Buonaccorsi e il convegno "Paesaggio in trasformazione" che si terrà il 29 aprile all'Audiotorium San Paolo.
Sono intervenuti Stefania Monteverde, vice sindaco e assessore alla Cultura, Enzo Fusari presidente dell'Ordine degli Architetti della provincia di Macerata, Sauro Pennesi vice presidente dell'Ordine degli Architetti della provincia di Macerata, Roberto Cresti critico d’arte e curatore del catalogo e Alessandra Sfrappini, direttrice dell'Istituzione Macerata Cultura. Erano presenti anche gli artisti Carlo Iacomucci e Riccardo Piccardoni.
"Palazzo Buonaccorsi ospita una mostra dal titolo profondo. Il palazzo sta lavorando con la relazione del paesaggio, è un lavoro di ricerca dentro uno spazio comunale che si basa sulla relazione fra cultura e paesaggio" ha esordito la Monteverde. Fusari ha proseguito affermando che il palazzo Buonaccorsi è un gioiello della città. "Il nostro lavoro si basa su una riflessione sul paesaggio urbano e naturale, gli artisti interpretano il nostro paesaggio e attraverso di loro si può capire meglio il paesaggio che si trasforma. In particolare il convegno si prefigge l'obiettivo di spiegare come si può recuperare il paesaggio sia urbano che rurale. Noi siamo per la progettualità affinché questa si integri con il paesaggio per recuperare i fondovalle e i paesaggi costieri. È un convegno rivolto a tutti" ha affermato.
Pennesi invece ha descritto gli aspetti più logistici della mostra che vedrà la partecipazione di sei pittori, due fotografi e uno scultore. Attraverso la mostra si vedrà come gli altri artisti rappresentano il paesaggio, il loro atteggiamento critico. In particolare il fotografo Poltrinetti descriverà un'arte montuosa degli anni '50-'60 di tipo documentario. Gatta invece si occuperà della reinterpretazione della parte collinare, Roviello userà materiali naturali per formare sculture provenienti dal paesaggio. Sala invece porterà degli esempi concreti che riguardano la rigenerazione del paesaggio, mentre Angrilli si occuperà del recupero dei paesaggi degradati.
La Sfrappini ha ribadito la qualità del Palazzo Buonaccorsi e in particolare dei finestroni che lo caratterizzano. "La visione del paesaggio attraverso i finestroni può essere raffrontata con la lettura dei testi poetici. La mostra consentirà alle istituzioni museali di connettersi alla realtà dei territori. Un abbinamento attuale quello della mostra che coniuga perfettamente il paesaggio con la bellezza di palazzo Buonaccorsi - ha spiegato la direttrice- e in linea con il tema che sarà al centro della Conferenza internazionale ICOM, l’Organizzazione internazionale di musei e di professionisti museali, che si terrà in luglio a Milano su “Musei e paesaggi culturali”, e con la Notte dei Musei sullo stesso tema a maggio. Quest'ultima rappresenta un'ottima opportunità per rafforzare l'interesse delle persone all'arte. Gli artisti consentiranno una riflessione critica" ha concluso.
Il critico d'arte e il curatore del catalogo Cresti ha invece ribadito la necessità di trovare dei denominatori comuni tra le opere e gli artisti. "L'architettura configura il paesaggio, le idee del paesaggio implicitamente si ritrovano nelle opere. L'elemento metafisico è quello conduttore. Gli artisiti attraverso vari linguaggi e vari punti di vista forniranno agli architetti una riflessione sull'avvenire" ha concluso.
In conclusione della conferenza sono intervenuti due artisti che prenderanno parte alla mostra: Carlo Iacomucci e Riccardo Piccardoni. Iacomucci ha raccontato il suo vissuto nella città di Urbino che non gli ha permesso una convivenza facile con il paesaggio circostante. "Ma tutti i colori, i rumori del paesaggio mi sono serviti, mi sono diventati utili, sono andato oltre, mi sono rifatto" ha dichiarato. Piccardoni invece ha descritto un'arte dell'800 attenta ai dettami classici mentre nell'arte del '900 l'uomo ha superato i dogmi, costruisce tutto e di più. "Nella mostra c'è tutto il bello dell'opera d'arte, si scopre una bellezza che poi spetta a noi giudicare, spetta a noi dare dei valori all'arte" ha concluso.
(Foto Si.Sa)
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