Dopo il successo dei primi tre appuntamenti degli Aperitivi Culturali, legati alle premières della scorsa settimana, Sferisterio Cultura si prepara ad accogliere i nuovi ospiti in attesa della prima recita dell’Aida di Francesco Micheli il 30 luglio. Gli incontri di questo weekend si concentrano sulla contaminazione tra i temi delle opere e del Festival e molteplici discipline.
Venerdì 28 luglio, l’avvocato Marco Mellone, esperto di diritto matrimoniale comparato, affronta il complesso tema delle unioni tra persone di paesi diversi, un argomento rilevante per la stagione dedicata a Oriente. Lasciandosi suggestionare dal libretto di Giacosa e Illica, Mellone si concentra sul matrimonio tra Cio-Cio-San e F.B. Pinkerton nella Madama Butterfly di Puccini, facendo anche qualche accenno al rapporto tra Turandot e Calaf e tra Aida e Radamès. L’appuntamento Moglie e buoi dei paesi tuoi? è accreditato dall’Ordine degli Avvocati di Macerata ai fini della formazione forense.
Adriano Fabris, ordinario di Filosofia morale all’Università di Pisa, è protagonista dell’incontro di sabato 29 luglio dal titolo Il Tao di Puccini. In occasione della pubblicazione di nuovi volumi dell’epistolario pucciniano, Fabris discute sul rapporto tra Puccini e la cultura e la musica orientale, focalizzandosi sugli archetipi del Taoismo. Un appuntamento dedicato alla scoperta del profondo interesse e della grande conoscenza del compositore lucchese verso i miti dell’Oriente.
La seconda settimana degli Aperitivi Culturali si chiude con l’incontro di domenica 30 luglio insieme a Carla Moreni e al Maestro Riccardo Frizza. In occasione della première di Aida, la giornalista de “Il Sole 24 Ore” dialoga con il direttore d’orchestra, già ospite a Macerata lo scorso anno con Otello, per riflettere sulla rivalità tra Aida e Amneris nella corsa per conquistare il cuore di Radamès. Oltre alle suggestioni della partitura dell’opera di Verdi, Frizza farà un omaggio ad Arturo Toscanini a 150 anni dalla morte.
A seguito delle conferenze, i locali del centro storico offrono un rinfresco sempre nei locali degli Antichi Forni per discutere di opere davanti ad un bicchiere di vino e qualche assaggio. Si ringraziano gli sponsor tecnici di questa settimana: Verde Caffè, Quanto Basta e Maga Cacao; oltre che Enzo Gironella per la scelta dei vini.
Prima o dopo gli incontri, è possibile visitare la mostra e capsule collection tramando/tremando. L’abito come metafora, in collaborazione con il Museo della Tessitura La Tela e Paolo Trillini. Inoltre, si possono ammirare dei panelli raffiguranti delle foto di personaggi dell’opera cinese e dell’opera occidentale – una mostra curata dall’Istituto Confucio di Macerata che mette a confronto i topoi dei due generi di teatro per evidenziare similarità e differenze. Gli allestimenti degli Antichi Forni sono curati dall’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Il Codice di Avviamento Postale introdotto da Poste Italiane festeggia il cinquantesimo compleanno.
In provincia di Macerata i codici postali attualmente in vigore sono 25, divisi in 204 zone di recapito che vengono servite dai 7 centri di distribuzione della posta presenti sul territorio: Macerata Piediripa, San Ginesio, Camerino, San Severino, Cingoli, Potenza Picena e Civitanova Marche.
Il codice, divenuto familiare a generazioni di italiani con la comoda sigla CAP, è stato adottato ufficialmente in Italia dal luglio del 1967: a cinque cifre, identifica univocamente una località o il quartiere di una città, fu introdotto per far fronte all’aumento della corrispondenza conseguente alla crescita economica degli anni precedenti (i volumi erano passati da 3 miliardi di pezzi nel 1950 a circa 5 miliardi nel 1960), allo scopo di consentire un più agevole recapito della posta e soprattutto aprire la strada allo smistamento automatico, adottato nel corso degli anni Settanta e Ottanta con la realizzazione dei Centri di Meccanizzazione Postale..
Una storia che non ha esaurito il proprio significato. E anche in epoca digitale con il linguaggio numerico di 4.0 che esprime il massimo dell’innovazione, quelle cinque cifre del Codice di avviamento postale risultano essere insostituibili per un corretto recapito della corrispondenza.
Otto studenti, di cui quattro con dislessia, partiranno per una Summer School in Cina dal 5 al 19 agosto e potranno sperimentare nuove strategie di apprendimento della lingua cinese.
All’interno del progetto di Ateneo “Inclusione 3.0” di cui è responsabile la professoressa Catia Giaconi, è stato portato a termine il percorso “Dislessia in lingua cinese”. Come prosecuzione dei risultati ottenuti, la scorsa settimana il rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato e il prorettore dell’Università Normale di Pechino Zhou Zuoyu hanno firmato un accordo per promuovere linee di ricerca che favoriscano l’inclusione di studenti universitari con dislessia o disabilità. Erano presenti alla firma anche i docenti Luigi Lacchè, presidente dell’Istituto Confucio insieme ai direttori Giorgio Trentin e Yan Chu,you, Catia Giaconi e tutto il gruppo dei ragazzi che prendono parte al progetto. Gli otto studenti partecipanti, di cui quattro con dislessia, partiranno per una Summer School in Cina dal 5 al 19 agosto e avranno l’occasione di sperimentare le strategie apprese nel percorso di ricerca pilota anche nel contesto di apprendimento cinese.
I risultati, presentati da Catia Giaconi nel corso di un incontro al Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo presieduto dal prorettore Claudio Ortenzi e dal direttore del Dipartimento Michele Corsi, hanno dimostrato come la lingua cinese possa essere tra le lingue straniere di più facile apprendimento per studenti con dislessia. Il progetto ha permesso di realizzare materiali didattici inclusivi per favorire l’apprendimento del cinese da parte degli studenti italiani e, in particolar modo, utili anche a studenti con dislessia.
Il regista Francesco Amato martedì 25 e mercoledì 26 luglio sarà a Macerata e a Porto San Giorgio per presentare il suo ultimo film “Lasciati andare”. La pellicola, che vede nei panni del protagonista un inedito e divertente Toni Servillo, insieme a Luca Marinelli, Carla Signoris e Veronica Echegui, sarà proiettata nelle rassegne di cinema all’aperto di Macerata, a Palazzo Conventati martedì 25 luglio, e Porto San Giorgio, al CinemaMagnolie, mercoledì 26. L’inizio degli incontri è alle 21.30.
Le proiezioni non sono però gli unici impegni marchigiani per il regista che in questi giorni è a Tolentino per seguire le riprese di un cortometraggio realizzato dagli allievi di Officine Mattòli, di cui è docente.
Dopo un grande successo di critica e di pubblico, "Lasciati andare" è stato eletto "Miglior commedia" dell'anno ai Globi d'oro ed è stato premiato con il Nastro d'argento per la Miglior attrice non protagonista a Carla Signoris e il Ciak d'oro per il Miglior attore non protagonista a Luca Marinelli. Nel cast anche Giacomo Poretti (di Aldo Giovanni e Giacomo), Paolo Graziosi, Pietro Sermonti, Carlo De Ruggieri, Valentina Carnelutti, Giulio Beranek, Vincenzo Nemolato, Antonio Petrocelli, Glen Blackhall e, per la prima volta sul grande schermo, la giovanissima Odette Adado.
Prosegue la fase operativa dell’opera di ripristino e ricostruzione delle strade colpite dal sisma nel Centro Italia. Anas ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi tre bandi di gara d’appalto per l’affidamento - con procedura aperta accelerata – dei lavori di ripristino su tre strade nelle province di Macerata e Ascoli Piceno, del valore complessivo di oltre 6,5 milioni di euro.
In particolare, il primo intervento riguarda i lavori per la messa in sicurezza della strada provinciale 20 per un tratto di 1,5 km nel Comune di Arquata del Tronto. I lavori, del valore di circa 1,5 milioni di euro, saranno eseguiti in 120 giorni dalla consegna all’impresa esecutrice.
Il secondo appalto riguarda gli interventi di ripristino di alcune componenti di un viadotto danneggiate dal sisma, lungo la strada statale 77 “della Val di Chienti” in provincia di Macerata, per un importo di oltre 1,7 milioni di euro. I lavori saranno completati in 315 giorni dal momento della consegna all’impresa esecutrice.
Il terzo appalto riguarda un tratto di circa 4 km della strada provinciale 135 Visso-Ussita, in provincia di Macerata, dove saranno eseguiti interventi di stabilizzazione dei versanti, ripristino del corpo stradale, di una galleria, di opere minori e protezione idrauliche, per un investimento complessivo di circa 3,4 milioni di euro.
I lavori rientrano nel primo stralcio del “Programma di ripristino delle strade colpite dal sisma”, che prevede 497 interventi prioritari per un importo complessivo stimato in circa 474 milioni di euro. Si tratta, in particolare, di interventi sulle strade in gestione Anas che non era stato possibile eseguire in regime di emergenza per l’entità dei danni che richiedevano rilievi tecnici/geologici e una approfondita fase di progettazione nonché di interventi di ricostruzione da eseguire su strade di competenza di Comuni, Province e Regioni che, in base al decreto legge n. 205 del 4/11/2016, hanno deciso di delegare all’attuazione di Anas in qualità di Soggetto Attuatore di Protezione Civile.
Le imprese che intendono partecipare alle gare d’appalto devono consegnare le offerte nelle modalità indicate nei rispettivi bandi, tramite il Portale Acquisti di ANAS https://acquisti.stradeanas.it, entro le ore 12.00 del giorno 8 agosto 2017.
Per informazioni dettagliate su tutti i bandi di gara è possibile consultare il sito internet www.stradeanas.it<http://www.stradeanas.it> alla sezione Fornitori>Bandi di gara.
Sopralluogo, questa mattina, del Presidente Pettinari sul cantiere riguardante i lavori che interessano il ponte a Piediripa sul fiume Chienti dove si sta lavorando a ritmi sostenuti per ripristinare prima possibile la viabilità.
“Allo stato attuale – ha riferito il Presidente - sono stati rimossi i vecchi giunti di collegamento sulla prima delle due corsie dove si sta o attualmente perando. E' stata già effettuata la fresatura dell'asfalto, rifatto il manto stradale e predisposti gli interstizi dove verranno messi i nuovi giunti. Subito dopo la posa in opera degli stessi il cantiere verrà trasferito sull'altra corsia.”
È la settimana di Aida. L’opera di Giuseppe Verdi nell’applauditissimo spettacolo firmato da Francesco Micheli del 2014, coprodotto con il Comunale di Bologna e andato in scena nel cinquantesimo dello Sferisterio, ritorna allo Sferisterio giovedì 27 luglio per l’anteprima giovani e sabato 30 luglio per il debutto. L’allestimento ha le scene di Edoardo Sanchi, i disegni di Francesca Ballarini, i costumi di Silvia Aymonino e le coreografie di Monica Casadei. “Un modello di spettacolo che nella sua capacità innovativa sa dialogare con le forme del passato – dichiara il direttore artistico Francesco Micheli –. In vista di questa ripresa, l’affresco di scenografie virtuali è stato ampiamente aggiornato”.
Sul podio Riccardo Frizza, già apprezzato in Otello nell’estate 2016 e interprete di prestigio internazionale dell'opera italiana. Nel ruolo di Aida, Liana Aleksanyan; con lei in scena Stefano La Colla (Radames), Anna Maria Chiuri (Amneris), Stefano Meo (Amonasro) e Giacomo Prestia (Ramfis). Repliche il 5, 11 e 14 agosto.
Risultati di biglietteria
Nuovo record di presenze allo Sferisterio per il primo fine settimana di festival con il debutto delle tre nuove produzioni: Shi (Si faccia), Turandot e Madama Butterfly. “Gli spettatori paganti per le due opere in scena, Turandot e Madama Butterfly, sono stati 4125 - dice il sovrintendente Luciano Messi -, con 206.771 euro di incasso, mentre nel 2016 i paganti erano stati 4122 per un incasso di 210.037 euro. Calano, a livello simbolico, gli inviti: 191 contro i 195 del 2016. Turandot è stata la miglior prima dal 2006 con 2222 paganti (il record era dell’Otello con 2157) e 111 inviti, e ha incassato 110.052 euro, terzo incasso di sempre dietro alla Traviata e al Flauto magico. Ma la notizia al momento più importante è che la prossima recita di Turandot, il 29 luglio, è già sold out (solo il loggione è rimasto in vendita per la giornata di sabato): non era mai successo nelle 25 stagioni liriche gestite dall’Associazione Arena Sferisterio che il titolo di apertura registrasse un tutto esaurito simultaneamente alla prima e alla seconda recita, fin dalla data di inaugurazione”.
Il presidente dell’Associazione Arena Sferisterio, Romano Carancini, prosegue: “Questi dati ci soddisfano pienamente e dobbiamo continuare a lavorare come nel primo fine settimana. Il nostro obiettivo è anche quello di coinvolgere la comunità in una discussione e in un dibattito sugli spettacoli. Mi sembra che ci siamo riusciti, far parlare dello Sferisterio alle persone significa entrare dentro al vivo dell’opera”.
Festival Off
Intanto partono le varie rassegna del Festival Off a partire dalla novità del 2017: i Lunedì, a cura di Life Strategies (azienda maceratese dedita a corsi di formazione per la crescita personale con i più illustri scienziati, filosofi e psicologi provenienti da tutto il mondo). Oggi 24 luglio, alle 21 a palazzo Buonaccorsi, arriva Igor Sibaldi, esperto di psicologia del profondo e spiritualità, con Dove si nasconde la Lampada di Aladino. Un incontro incentrato sulla filosofia persiana e il suo modo di concepire il desiderio, la libertà e la scoperta di altri mondi. Sibaldi parla della Persia come fonte d’ispirazione per l’Occidente e per gli archetipi delle sue religioni, in special modo del Cristianesimo. Lo scrittore e studioso di teologia, nonché autore di numerosi romanzi e saggi sullo sciamanismo, i testi sacri, le strutture superiori della coscienza, conduce il pubblico in viaggio verso Levante, attraverso la filosofia persiana, per trovare stimoli per la crescita personale.
Martedì 25 luglio, alle ore 18 a palazzo Buonaccorsi, l’appuntamento pensato per i più piccoli, alla scoperta dei titoli in cartellone, insieme agli studenti dei corsi di Psicologia dell’Educazione e Psicologia dello Sviluppo - un’occasione per raccontare, in modo semplice, le storie delle opere in della stagione tra musica e storytelling. Il primo appuntamento per i più piccoli è dedicato a Turandot – tre indovinelli e un’unica soluzione: l’amore. Segue, alle 19, un’appetitosa merenda educativa offerta da Coldiretti e TreValli Cooperlat.
In serata, alle ore 21, la presentazione dell’antologia Non sono un intellettuale, a cura di Gianfranco Borgani e Maurizio Serafini, sulla vita del maceratese Giuseppe Tucci, grande esploratore e conoscitore dell’Oriente nonché il più importante tibetologo del suo tempo. A seguire, Senza Guida, una narrazione per parole, musica e video in un atto unico. Maurizio Serafini racconta il suo viaggio nel 1991 nella zona off limits dell’allora chiusa Birmania, ripercorrendo gli incontri fatti con personaggi straordinari. Ad accompagnare la voce, ci pensa il percussionista David Cervigni.
Tutti gli appuntamenti del Festival Off sono ad ingresso gratuito.
Shi (Si faccia)
Dopo aver aperto con successo la 53ª edizione del Macerata Opera Festival, mercoledì 26 luglio torna sul palco del Teatro Lauro Rossi, Shi (Si faccia), l’opera commissionata dallo Sferisterio a Carlo Boccadoro, di origini maceratesi e tra i più apprezzati compositori italiani contemporanei, su libretto di Cecilia Ligorio, regista e drammaturga con esperienze significative sia nella prosa che nel teatro musicale. L’opera – per due pianoforti (Andrea Rebaudengo e Paolo Gorini), percussioni (Tetraktis Percussioni Ensemble), attore (Simone Tangolo) e due baritoni (Roberto Abbondanza e Simone Taddia), è ispirata alla vita del gesuita Matteo Ricci. L’allestimento è realizzato dall’Accademia di Belle Arti di Macerata che cura le scene, i costumi e le luci; i video sono firmati invece da Igor Renzetti. La serata di mercoledì è in collaborazione con il Rotary club Matteo Ricci che ha acquistato biglietti per la recita e metterà a disposizione il proprio service per alimentare la raccolta fondi a favore del charity partner della stagione lirica, Anffas.
In questa seconda settimana sono in programma i percorsi tattili allo Sferisterio. Da venerdì 28 luglio a domenica 30, il Macerata Opera Festival, in collaborazione con Unimc e il Museo Tattile Omero guida gli spettatori alla scoperta delle scene, dei costumi e della musica. Il percorso è pensato per non vedenti e ipovedenti ma è aperto a tutti, necessaria la prenotazione a arte.accessibile@unimc.it. Nelle stesse serate sono previste le audio descrizioni delle tre opere in cartellone.
Nel fine settimana anche tre appuntamenti degli Aperitivi culturali agli Antichi Forni a cura di Cinzia Maroni, mentre parte la nuova rassegna dei Concerti in cantina, brindisi in musica nelle cantine scelte tra le più suggestive delle Marche. Sabato 29 luglio primo appuntamento nell’azienda agricola Moroder di Montacuto (An) con la Salvadei Brass e domenica alla country house Salomone di Matelica con Ornitophonica, tra flauti e pianoforte. Questi ultimi due eventi sono a pagamento ed è prevista una degustazione.
Informazioni sul sito www.sferisterio.it
L’incremento del 3% nelle iscrizioni ai corsi di laurea e dei corsi post lauream. Ricolloca Unimc nel gruppo dei medi Atenei.
Nell’anno accademico 2016/2017, in coerenza con i risultati degli anni precedenti, l’Università di Macerata ha superato gli undicimila iscritti. Circa 10.350 sono gli studenti che hanno scelto l’ateneo maceratese per corsi di laurea di primo e secondo livello sono stati, oltre 700 quelli che hanno deciso di completare la propria formazione post-laurea, ossia di terzo livello, iscrivendosi a master, corsi di formazione e perfezionamento, scuole di specializzazione, dottorati di ricerca. L’aumento, in entrambi i casi, è stato di quasi il 3% rispetto all’anno precedente. Crescono tutti i Dipartimenti, in particolare quello di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo, con il 4,5%, e di Studi umanistici, con il 5%. Questi risultati consentono a Unimc di tornare nel gruppo dei medi atenei.
“La reputazione circa la qualità dei nostri corsi cresce di anno in anno – sottolinea con soddisfazione il rettore Francesco Adornato – e induce una crescita costante nelle iscrizioni al primo anno, con incrementi vicini 3% e un totale di circa 3.300 nuovi iscritti. Le recenti classifiche pubblicate dal Censis confermano l’autorevolezza dei nostri corsi, ai primi posti in Italia: secondo posto nel settore letterario-umanistico e terzo posto in quello delle scienze dell’educazione e della formazione. La stessa valutazione Anvur, su sedici atenei esaminati, colloca l’Università di Macerata al secondo posto subito dopo il Politecnico di Torino. Tuttavia, voti e dati, sono elementi di confronto. La questione strutturale riguarda la nostra più profonda e convinta visione su cosa vogliamo fare dell’Ateneo di Macerata, uno dei più antichi e reputati in Italia. Intendiamo, infatti, farne un avamposto scientifico e culturale nelle dinamiche globali, un punto di riferimento nello sviluppo del territorio, uno spazio di accoglienza e di confronto, una comunità che contribuisce a dare fiducia alla comunità più ampia. Il futuro di Unimc risiede nella sua capacità di immaginare e impaginare i percorsi formativi negli infiniti mondi con cui dobbiamo confrontarci, guardando soprattutto a Est: da Ancona ai Balcani, fino a Mosca e Pechino. L’obiettivo è quello di fare di Unimc e di Macerata e del suo territorio, un caleidoscopio di culture e di lingue, pur nelle dovute differenze”.
Sono trascorsi i primi due giorni del route sui Monti Sibillini organizzato da Agesci nell'ambito del progetto “Se la Terra Trema". Quattro percorsi, concordati con l’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che attraverseranno le zone colpite dallo sciame sismico degli scorsi mesi e che permetteranno a tanti ragazzi provenienti da tutta Italia di tornare a camminare in questi luoghi.
I clan hanno vissuto un primo momento comunitario a Macerata, con i saluti di Matteo Carlocchia e Roberta Battistini, responsabili regionali Agesci Marche.
Nella giornata di ieri hanno raggiunto i punti di partenza dei 4 percorsi: Montemonaco, Pievetorina, Camerino e Amandola.
Qui hanno incontrato le prime associazioni e amministrazioni comunali.
Le settimane del Macerata Opera Festival si aprono con una nuova iniziativa dell’edizione 2017 per il Festival Off: i Lunedì. Il ciclo di incontri Da Oriente a Occidente: viaggio tra mente, corpo e spirito, a cura di Life Strategies (azienda maceratese dedita a corsi di formazione per la crescita personale con i più illustri scienziati, filosofi e psicologi provenienti da tutto il mondo), porta nell’accogliente cortile di palazzo Buonaccorsi tre grandi pensatori dei nostri tempi per discutere del legame che unisce un’estremità del globo all’altra. Alle ore 21, il pubblico è invitato a partecipare alle conversazioni per scoprire gli insegnamenti che l’Oriente può darci per una vita più sana e più luminosa.
Domani 24 luglio, primo appuntamento con Igor Sibaldi, esperto di psicologia del profondo e spiritualità, che apre le danze con Dove si nasconde la Lampada di Aladino. Un incontro incentrato sulla filosofia persiana e il suo modo di concepire il desiderio, la libertà e la scoperta di altri mondi. Sibaldi parla della Persia come fonte d’ispirazione per l’Occidente e per gli archetipi delle sue religioni, in special modo del Cristianesimo. Lo scrittore e studioso di teologia, nonché autore di numerosi romanzi e saggi sullo sciamanismo, i testi sacri, le strutture superiori della coscienza, conduce il pubblico in viaggio verso Levante, attraverso la filosofia persiana, per trovare stimoli per la crescita personale.
Si prosegue il 31 luglio con il secondo incontro dal titolo La scienza occidentale scopre l’Oriente insieme a Filippo Ongaro, medico certificato nelle pratiche anti-invecchiamento. Il dottore degli astronauti dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) analizza con una lente scientifica le antiche tradizioni orientali per migliorare la vita in tutti i suoi aspetti, basandosi su quattro fondamenti: nutrizione, integrazione alimentare, allenamento fisico e meditazione. Ongaro presenta agli spettatori un tipo alternativo di medicina, che cura prima di tutto la persona nel suo insieme per debellare le malattie.
Il ciclo di appuntamenti si chiude il 7 agosto con Giulio Cesare Giacobbe, psicologo e psicoterapeuta esperto in filosofia e psicologia orientale. La via orientale alla serenità è il titolo del suo intervento, un’occasione per parlare del buddhismo e di come possa essere una soluzione per una vita più tranquilla. Partendo dalla considerazione che lo stress è uno dei nemici principali della nostra felicità, Giacobbe spiega i piccoli esercizi giornalieri, scoperti già al tempo di Buddha, atti a eliminare definitivamente la tensione per così poter assaporare i piaceri della nostra esistenza.
Al termine degli interventi nel cortile di Palazzo Buonaccorsi, è possibile visitare la Sala dell’Eneide nel piano nobile dell’edificio, uno delle sale più mozzafiato nel centro storico della città. L’ingresso agli incontri è gratuito, con prenotazione obbligatoria su www.sferisterio.it.
"Il corpo anticancro. Come con l'immunoterapia si può vincere la lotta contro i tumori" è il libro che sabato sera è stato presentato nel Cortile di Picchio News, alla presenza dell'autore, Michele Maio, direttore del Centro di Immunoterapia Oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte di Siena, intervistato da Sandro Petrone.
Il professor Maio ha spiegato come l’immunoterapia abbia iniziato a rivoluzionare la lotta contro i tumori.
La quarta strada, l’immunoterapia, oltre alla chemioterapia, radioterapia e chirurgia, si sta rivelando uno strumento efficace nella lotta contro i tumori. Il melanoma soprattutto, poi il tumore del polmone, e altre patologie oncologiche visto che sperimentazioni sono in corso su tutti i tumori.
Maio ha parlato dei farmaci che hanno dato impulso all’immunoterapia e di come agiscono gli anticorpi, divisi in “agonisti” e “antagonisti”. Ma si guarda con fiducia anche alle prospettive future. Maio ha sottolineato che "l’immunoterapia non è un ricostituente del sistema immunitario, l’immunoterapia si può anche sostituire del tutto alla chemioterapia ma solo quando abbiamo dati in tal senso che non possono che derivare dalle sperimentazioni cliniche in corso. La sfida immediata è capire perché metà dei pazienti non risponda ai trattamenti immuno-oncologici oggi a disposizione, vogliamo cioè comprendere meglio le caratteristiche del tumore che in alcuni casi rendono inefficaci queste armi".
Michele Maio devolverà interamente i diritti d’autore del libro al NIBIT, Network Italiano per la Bioterapia dei Tumori (www.nibit.org), che ha fondato nel 2004 insieme a Giorgio Parmiani.
Dopo la Turandot è l'ora di Madama Butterfly. La grande prova di Maria Josè Siri nei panni di Madama Butterfly ha illuminato la seconda serata del Macerata Opera Festival in uno Sferisterio affollato da un pubblico quanto mai cosmopolita, simbolo del vero tema al centro dell'edizione di quest'anno: il rilancio di Macerata e delle Marche dopo la crisi resa più dura dal terremoto.
In un clima mite e piacevole, si è vissuta una partecipazione composta e corale, colorata dagli abiti delle signore di eleganza priva di eccessi, ma ricca di creatività adatta alle abbronzature estive. Tutti all'insegna dell'impegno per la ripresa, dalle istituzioni agli imprenditori, a cui hanno fatto da riferimento la Confindustria e associazioni come il Rotary, pronti a lodare le iniziative in corso ma con l'accento critico di chi chiede più sostegno nel momento dello sforzo straordinario per rimettere in corsa la vita economica della Regione. E proprio lo Steristerio si è fatto simbolo e centro di una cultura da diffondere, come prevede il programma del Festival, in modo da coinvolgere i cittadini e richiamare più visitatori in un turismo in espansione e sempre più diffuso sul territorio marchigiano, come i tanti stranieri in platea ieri sera hanno dimostrato.
La serata del “Rotary all’opera” ha avuto ieri un successo senza precedenti costituendo un evento nell’evento del Macerata Opera Festival, consolidando una tradizione che si rafforza di anno in anno e che richiama nella nostra città un numero sempre crescente di rotariani provenienti da tutta Italia.
Già fin dalla giornata di venerdì ci si era resi conto che l’iniziativa del Rotary anche quest’anno avrebbe fatto centro dal momento che nei vari alberghi erano giunte le prenotazioni per il pernottamento di oltre 60 rotariani. E molti di questi nella mattinata di oggi hanno partecipato alla visita guidata della città con appuntamento allo Sferisterio e quindi soste in piazza della Libertà per la visita al teatro Lauro Rossi e per ammirare la torre civica, con l’orologio antico e il carosello degli automi, il palazzo comunale, la loggia dei Mercanti e la prefettura, concludendo la visita nel palazzo Buonaccorsi che ha suscitato un grandissimo interesse in tutti.
Oggi pomeriggio poi, verso le 18,30, tutti i partecipanti alla serata del “Rotary all’opera” si sono ritrovati nel cortile del palazzo Buonaccorsi per la distribuzione dei biglietti di accesso allo Sferisterio. Ma il momento clou si è avuto alle 19 quando ha preso il via il momento conviviale al quale ha presenziato il sindaco di Macerata, Romano Carancini, ricevuto dal presidente del Rotary Macerata, Gianluca Micucci Cecchi e da tutto il direttivo. Il sindaco si è poi incontrato con il Governatore del Distretto 2090 del Rotary Valerio Borzacchini, con mr Jean Marie Poinsard, past governors 2011/2012 del Distretto Ile de France Est ed Oise D1770, con il past governatore Paolo Raschiatore e con Gabrio Filonzi, governatore eletto.
Nel corso del momento conviviale, apprezzatissimo da tutti i commensali, c’è stato lo scambio dei gagliardetti tra i rappresentanti dei vari Club partecipanti all’evento mentre le autorità hanno avuto espressioni di compiacimento per l’iniziativa del Rotary Macerata, per l’accoglienza ricevuta e per le tante bellezze storiche e architettoniche ammirate nel corso della visita alla città. Al levar delle mense tra i presenti c’è stata una reciproca promessa di ritornare a Macerata anche in occasione della stagione lirica del prossimo anno.
Ma ormai si erano fatte le 20,15 e tutti si sono affrettati a raggiungere lo Sferisterio dove puntualmente alle 21 ha preso il via lo spettacolo.
Il compito del recensore è spesso ingrato. Non è mai piacevole. Ieri allo Sferisterio è andata in scena Turandot di Giacomo Puccini. L’ultimo capolavoro del Maestro composto tra il 1920 e il 1924 e non portato a termine. Puccini, stroncato da un male, lasciò degli appunti per il finale del terzo atto che vennero rielaborati da un suo allievo Franco Alfano. Più tardi un altro compositore italiano Luciano Berio compose una seconda versione del finale ed ora i teatri scelgono l’una o l’altra a seconda della sensibilità e soprattutto della capacità di pagamento dei diritti d’autore che nel secondo caso sono parecchio onerosi. Turandot è una fiaba ambientata in Cina, a Pechino, in un tempo lontano, che narra di una principessa che decide di andar sposa a chi, di sangue nobile, riuscirà a risolvere tre enigmi. Chi fallirà sarà decapitato. Tanti pretendenti persero la vita per lei finché Calaf, figlio di Timur re di Tartaria, non solo scioglie gli indovinelli ma riesce anche a conquistare il suo cuore. Puccini parte da questa semplice storia, piuttosto banale, e realizza un’opera fantastica ricca di notevoli particolarità musicali di assoluta modernità con attenzione particolare a tutte le correnti musicali del suo tempo: Impressionismo, Espressionismo, Seconda Scuola di Vienna. Contemporaneamente riesce a dare un taglio psicologico ai propri personaggi così profondo che ancor oggi il pubblico si riconosce in Calaf, Liù e Turandot stessa. Tutto questo fa si che il nostro Puccini sia considerato un grande protagonista della musica del primo Novecento e la sua opera sia posta tra i titoli che definisco “da far tremare i polsi” tanto è ricca di particolari, di elementi che devono essere evidenziati, di una notevole ricerca timbrica. C’è molto da lavorare con Turandot.
Da qualche anno a questa parte si avverte la necessità di stabilire un tema che orienti il pensiero dell’opinione pubblica e faccia da collante a tutto quanto succede durante la stagione, sia in relazione ai titoli delle opere scelte, che ai vari appuntamenti, “eventi” o presunti tali, che fanno da corollario alla loro messa in scena. Il direttore artistico lo erge a filo conduttore e più si rimane sul pezzo più costui acquista in spessore. Il M° Micheli è molto apprezzato per questo. Con mesi di anticipo le varie associazioni locali capitanate dai relativi altisonanti presidenti, ognuna per i suoi iscritti, organizzano incontri e seminari per dimostrare, attraverso erudite e bislacche elucubrazioni, l’attinenza delle scelte fatte al tema principale. Sul fronte della scuola è la stessa istituzione dello Sferisterio che propone altrettanti incontri per attrarre pubblico, per coinvolgere i giovani. Il tema conduttore caratterizza La notte dell’Opera, evento tra il carnevalesco e il conviviale, voluto in città per attrarre pubblico. In verità non ho mai capito precisamente se l’attrazione favorisce lo Sferisterio o le molteplici attività ristoratrici. Il tema della 53° Stagione Lirica maceratese è “L’Oriente”. Quali titoli migliori di Shi (opera moderna volutamente commissionata dall’Istituzione), Turandot e Butterfly si potevano scegliere. Riguardo ad Aida qualche problemino di identificazione inevitabilmente si pone.
Bene possiamo partire, la serata è calda, lo Sferisterio è quasi pieno e Turandot ci aspetta. Fin da subito noto qualcosa di particolare. All’ingresso fanno, per motivi di sicurezza, aprire borse e borselli. Mi sembra giusto in questo periodo è bene prendere le dovute precauzioni, ma solo dopo essermi seduto noto che dei tizi, brutti ceffi col passamontagna, mi fissano, con aria minacciosa, dal palcoscenico. Tranquilli non hanno eluso la sorveglianza sono uomini di scena. Nell’attesa sfoglio il libretto di sala e tra le note di regia leggo “la nostra ricerca (di Ricci e Forte ideatore del Progetto creativo) si è sviluppata evitando il fardello paesaggistico e oleografico abituale di Turandot (giacché l’orientalismo in sé non era neppure fra gli obiettivi di Puccini), andando dritti al nucleo del dramma: il disgelo di un cuore in inverno. Ma ciò non elude allora Il tema conduttore?
Cerco di dare una spiegazione agli scatoloni in scena a metà tra enormi celle frigorifere e delle gabbie visto anche la presenza di un enorme orso bianco. Non voglio e non devo avere pregiudizi. La messa in scena è moderna ma non significa che non possa essere funzionale ed esaltare comunque la musica.
Prima dell’inizio, ancora prima che l’orchestra perfezioni l’intonazione, si apre un piccolo siparietto in cui Turandot vestita con abiti che subito hanno portato la mia immaginazione a rievocare Moira Orfei (forse un tributo alla persona scomparsa), si muove su questa distesa bianca e getta del ghiaccio in terra abbassando e seccando tutti i brutti ceffi di prima che ora sembrano alberi. Tranquilli questo sta a rappresentare l’aridità di Turandot donna cinica e senza cuore e amore. Gli orchestrali intonano i rispettivi strumenti. È bene precisare (ma veramente qui siamo all’abc del teatro) che solo ora il pubblico capisce che lo spettacolo ha inizio e si predispone in tal senso. Tutto quello che è successo prima in palcoscenico non conta è come non fatto, viene identificato e percepito al pari di un necessario movimento tecnico. Tant’è che durante lo spostamento precedente il pubblico in sala ha continuato bellamente a parlare ignaro di tutto.
Vabbè comunque ora entra il direttore e Turandot inizia. Non ho nulla contro le regie cosiddette sperimentali e le scenografie moderne. Fin quando il loro impatto visivo non lede il contenuto musicale. Non è un caso che il tempo iniziale è risultato lento e tutto l’episodio caratterizzato da una noia mortale. I fattori che incidono in tal senso sono due. Mettiamoci nei panni del direttore d’orchestra che vede, come impatto emotivo, la scenografia e deve decifrarla e capirla. Abbiamo già citato tre frigoriferi-gabbia (in uno c’è l’orso) posti sulla scena in mezzo ai quali si è disposto il coro. I brutti ceffi attraversano in lungo e largo lo spazio. Potete non credermi ma l’effetto confusione è forte al punto che il povero direttore cerca di essere cauto e naturalmente, direi quasi involontariamente, stacca un tempo più comodo per poter seguire il contesto tanto è destabilizzante. Altra motivazione è di carattere più musicale e pragmatico: semplicemente non si è provato abbastanza.
Timur (Alessandro Spina) vestito da sposo e Liù (Davinia Rodriguez) in abito bianco con tanto di buochet (forse viene simboleggiato il suo desiderio di sposare Calaf, non so). Oltre loro Calaf (Rudy Park), veramente un Principe ignoto camuffato da compare Turiddu della Cavalleria Rusticana. Tutti e tre si muovono in modo grottesco fino a rasentare il ridicolo. Calaf quando nota Turandot (Irene Theorin) e rimane estasiato dalla sua bellezza canta “il suo profumo è nell’aria e nell’anima”. Il veder sfilare Moira Orfei in groppa all’orso polare non può non suscitare ilarità soprattutto quando il pensiero ci riporta alla scia lasciata dall’animale. Ping, Pong e Pang (rispettivamente Andrea Porta, Marcello Nardis e Gregory Bonfatti) sono vestiti da medici, da clown mentre l’imperatore (Stefano Pisani) in smoking. Questo impatto visivo ha molto influenzato, a mio parere, anche il rendimento musicale. Non sono mancate anche trovate di pessimo gusto. Far morire fucilati, in scena, una schiera di bambini per rappresentare la decapitazione del principe di Persia mi sembra veramente il ricercare l’effetto a tutti i costi in modo grezzo e triviale ancor più degli spogliarelli in scena e dei soliti corpi aggrovellati. Ricordo che è sempre più efficace il non vedere che assistere all’atto vero e proprio. Pensiamo al film Lo squalo. La paura ci assale quando arriva la musica e non vediamo altro che l’abisso; in quel momento la nostra mente costruisce il vero senso di terrore che subisce sempre un ridimensionamento proprio quando appare l’animale. Anzi quando lo si vede, tentiamo di sdrammatizzare uscendo con frasi del tipo “ma guarda quanto è finto etc” e ridendoci sopra. È proprio necessario far morire Liù per mezzo di una pistola? Non va più di moda il coltello in epoca moderna. Eppure i casi di cronaca sono pieni di omicidi per mezzo di quest’arma. Non solo, i signori Forte e Ricci sono andati oltre. Liù non muore di suo pugno ma viene uccisa da Turandot vero scoop derivato da anni di ricerche nel carteggio pucciniano. Vista l’enorme fantasia azzecchiamo almeno il momento. Liù muore mentre ancora il coro la interroga per estirparle il nome di Calaf. Errore grossolano! Comprendo che i personaggi nell’opera non muoiono mai, ma farli morire mentre gli altri interagiscono con loro penso non sia contemplato in nessuna piece teatrale; lo trovo ancor più ridicolo.
La buona riuscita dello spettacolo è stata inevitabilmente compromessa da tutto questo. Affinché gli interpreti tutti possano essere stati credibili e rendere di conseguenza credibile la lettura registica e scenografica ci sarebbe voluto, senza nessuna certezza nella riuscita, un numero di prove forse quintuplicato rispetto a quelle fatte. Si può eccepire dicendo che non ci sono i soldi per questo. Bene allora bisogna ricorrere a una Turandot più tradizionale o scegliere un altro titolo. E non mi si tiri fuori ancora il tanto declamato - pareggio di bilancio - che come per magia rende tutti gli artefici dei grandi professionisti e geni di teatro. Un pareggio di bilancio che prescinde dal risultato artistico è una mera operazione contabile. Se il risultato è scarso matematicamente si produce diseducazione nel pubblico che assiste a tali rappresentazioni vanificando, in una sola serata tutto quanto fatto a livello di chiacchiere in precedenza. Di conseguenza anche quei soli 100 euro spesi risultano del tutto spesi male.
Che salvare di questo spettacolo? Beh di getto direi il coro dei bambini e la Corale Bellini. Il primo perché, dopo la fucilazione, ha capito che è bene impegnarsi, si potrebbe fare una brutta fine. Il secondo ha dato segno di una discreta duttilità vocale. Tra i cantanti salverei Liù e Turandot anche se quest’ultima ha sì voce, ma non si capisce niente di ciò che dice. Perfino la parola Amor, nel finale, è risultata un vocalizzo AAAOOO forse con erre finale.
L’orchestra, dove intere sezioni non si sentono, suona sembra in un regime di mezzo forte. Ha uno spettro sonoro molto limitato. Per Turandot serve un po’ più di scaltrezza e magari nel periodo invernale farsi un po’ più le ossa con qualche sinfonia romantica e post-romantica anziché fermarsi sempre al solito Beethoven e Schubert. L’augurio è che la nuova presidenza anziché essere attiva politicamente (in arte non c’è politica di sinistra o di destra che conti ma vale solo il livello artistico) punti ad alzare la qualità musicale e ad ampliare il repertorio orchestrale. Solo questi parametri determinano la validità di un organico. Non basta scrivere sui giornali locali che sono tanto bravi.
Vorrei precisare un’ultima cosa relativamente alle note di regia. Benchè gli orientalismi non fossero obiettivo di Puccini, costui con molto garbo ed eleganza ha comunque creato degli stilemi musicali che sono entrati nell’immaginario collettivo ed ora sono considerati esemplari per suscitare il ricordo dell’oriente. Lui nonostante il nucleo del problema fosse stato un altro non ha evitato di occuparsi anche di aspetti ritenuti più marginali (o apparentemente inutili) perché solo così si fanno capolavori.
“Chi ha Paura non Vince Mai” è la frase che appare proprio sul finire con cui i registi chiudono l’opera. I coristi ostentando delle luci a led le puntano nel finale in platea. Ciò non è bastato ad aggraziarsi il pubblico nonostante un nutrico gruppo di amici compiacenti. Pochi gli applausi, forse tra i più applauditi il direttore d’orchestra M° Pier Giorgio Morandi.
(recensione di Massimo Paolella)
Proseguono gli incontri sul territorio della vice presidente dell’Argentina Marta Gabriela Michetti cui è stata conferita venerdì scorso, dal sindaco Romano Carancini e dal Presidente del Consiglio comunale Luciano Pantanetti, la cittadinanza onoraria di Macerata, con una cerimonia svoltasi nel cortile del municipio alla presenza delle autorità regionali, locali e dei rappresentanti delle istituzioni cittadine.
Marta Gabriela Michetti, che ha origini maceratesi da parte paterna e profondi legami affettivi con il nostro territorio, ha incontrato stamattina nel resort “Le Case” di Macerata i rappresentanti delle istituzioni, degli enti, delle università e dell’associazionismo della provincia maceratese. Erano presenti, insieme al sindaco Romano Carancini, alla Giunta comunale e al presidente della Provincia Antonio Pettinari, l’on. Irene Manzi, il prefetto Roberta Preziotti, l’ambasciatore Argentino in Italia Tomas Ferrari, il rettore delle Università di Camerino Claudio Corradini e la docente Amanda Salvioni per l’Unimc, il dirigente della Regione Marche Raimondo Orsetti, Francesco Fucili della Camera di Commercio, don Alberto Forconi in rappresentanza del vescovo, i rappresentanti dell’Avis Macerata Elisabetta Marcolini e delle Marche che hanno avviato un protocollo insieme alla Regione Marche e le associazioni argentine per diffondere la cultura della donazione nel paese del sud America.
Ad accogliere l’ospite argentina, un tuffo nelle radici maceratesi con l’esibizione festosa de Li Pistacoppi che hanno presentati i balli tipici della tradizione contadina molto apprezzati dalla vice presidente.
Il tavolo di lavoro ha riguardato la presentazione dello scenario e delle eccellenze del territorio maceratese e marchigiano e il suo stretto legame con molti aspetti di spicco della cultura argentina attuale. Basti pensare che la provincia di Macerata è quella che ha dato il maggior numero di migranti verso l’Argentina, che tredici città e paesi marchigiani sono gemellati con altrettanti centri argentini, che sono ben 40 le associazioni dei marchigiani in argentina riunite sotto le sigle Femacel e Fedemarche, che nel 2005 è stata istituita in Argentina l’associazione degli imprenditori argentini di origini italiane, per non parlare dei personaggi e della dimensione culturale che vede figure di spicco argentine di origine marchigiana come l’architetto maceratese Carlo Pellegrini cui si deve il teatro lirico Colon di Buenos Aires, fino agli sportivi Leo Messi e Gabriela Sabatini.
Obiettivo è quello di individuare delle linee guida su cui rilanciare i progetti Italia-Argentina del XXI secolo con uno sguardo non più solo alla celebrazione delle radici e della memoria ma con l’idea di costruire una prospettiva nuova che guardi al futuro.
Domani la visita della vice presidente Michetti nelle Marche si concluderà a Pieve Torina, dove incontrerà il sindaco Alessandro Gentilucci prima di partire per Roma ultima tappa del suo viaggio in Italia.
Dalla collaborazione tra Federalberghi-Confcommercio Marche Centrali e il Macerata Opera Festival è nato il sito marcheitalyhotels.it dedicato ai turisti
Per i suoi 30 mila spettatori - residenti fuori regione o turisti internazionali - la Federalberghi-Confcommercio Marche Centrali e il Macerata Opera Festival hanno realizzato un sito Internet (marcheitalyhotels.it), un portale per acquistare biglietti e prenotare soggiorni negli alberghi del territorio.
Federalberghi Marche ha sviluppato in beta una landing, dove è possibile trovare la struttura ricettiva più adatta alle proprie esigenze, scegliendo tra sei differenti proposte, tra cui quella legata a Macerata e alla stagione lirica. «Vogliamo cogliere tutte le opportunità derivanti da questa partnership con il Macerata Opera Festival – afferma il Prof. Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali – e come Federalberghi-Confcommercio Marche abbiamo studiato un meccanismo per incentivare l’acquisto dei biglietti e le prenotazioni nelle strutture alberghiere del territorio. A tal fine abbiamo realizzato un sito Internet, marcheitalyhotels.it, che sarà una sorta di portale con cui interfacciarsi agevolmente per acquistare biglietti e per prenotare soggiorni nei nostri alberghi. Con questo nuovo strumento di business e di sviluppo dell’incoming vogliamo strutturare ancora di più la nostra collaborazione con lo Sferisterio e puntare a nuove sinergie di rete che diano benefici alle imprese e al nostro territorio».
Confcommercio Marche Centrali ha deciso di implementare a livello nazionale un booking che coinvolge tutti gli associati di Federalberghi e di creare da qui un progetto con lo Sferisterio per la promozione dell’intera regione. Dal sito del Teatro, al momento dell’acquisto di un biglietto, se si cerca una camera d’albergo dove alloggiare, si viene automaticamente indirizzati alla nuova landing di Federalberghi-Confcommercio Marche. Un’opzione in più per chi viene all’opera che facilita e migliora il servizio d’accoglienza, vista la crescita del numero di turisti internazionali (per la maggior parte olandesi, tedeschi e belgi) e la conseguente richiesta di strutture.
Il booking Federalberghi è l'unico raggiungibile dal sito www.sferisterio.it sia nella sezione biglietteria, che nella nuova sezione visit dedicata al turismo e alla scoperta del territorio, ed è l'unico consigliato agli spettatori (non gruppi organizzati) che fanno richiesta alla biglietteria dei teatri.
Il progetto, di natura triennale, guarda soprattutto al pubblico che arriva nel capoluogo maceratese proprio nel periodo della stagione lirica, e punta ad aumentare il livello di accoglienza legata al Festival operistico nella totalità del territorio.
Il primo weekend di recite si conclude con l’esibizione del pianista Stefano Bollani, dedicato al tema dell’edizione 2017 e ai 50 anni di due DOC marchigiane: il Verdicchio di Matelica e il Rosso Conero
Domenica 23 luglio arriva allo Sferisterio il pianista Stefano Bollani con uno spettacolo pensato per la stagione lirica maceratese. Alle ore 21, il concerto Piano Solo, organizzato in collaborazione con IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vini), che unisce il pianoforte tradizionale all’arte dell’improvvisazione, declinato nel tema della 53° edizione del Macerata Opera Festival: Oriente.
Il concerto di domani 23 luglio costituisce il momento celebrativo principale dei festeggiamenti organizzati dall’Associazione Arena Sferisterio con IMT per i 50 anni di due DOC: il Verdicchio di Matelica e il Rosso Conero. Il legame fra Oriente e vino nelle Marche è intrinseco alla coltivazione stessa, poiché le vigne crescono proprio rivolte a est per la conformazione orografica della regione, le cui valli corrono perpendicolari alla costa.
La musica è come un enorme gioco da re-inventare in continuazione: questo è il messaggio di Stefano Bollani, pianista eclettico e versatile, che trova la sua ispirazione dalle più diverse fonti, attraversando i generi musicali, dal repertorio classico al jazz. Gli stimoli provengono dalla musica del passato come anche (e soprattutto) dal presente. Il palcoscenico, per il pianista, diventa un luogo terapeutico e di apprendimento, dove tutto può succedere. Per Bollani, l’importante non è seguire la scaletta, ma trascinare lo spettatore in un’avventura nuova ogni sera che attraversa i più svariati orizzonti musicali: si può passare da Bach ai Beatles, da Stravinskij ai ritmi brasiliani, con incursioni nel pop o nel repertorio italiano degli anni Quaranta. Nel concerto di Bollani, il riso e l’emozione si mescolano in un flusso di coscienza musicale. Alla fine del concerto, è il pubblico a decidere il bis, e Bollani diligentemente segna ed esegue sul momento i pezzi richiesti in un medley imprevedibile, dove il virtuosismo si unisce all’irriverenza.
Prima dell’esibizione di Bollani, due attività animano lo Sferisterio nel tardo pomeriggio. Alle ore 18, l’Associazione Amici dello Sferisterio guida i visitatori nel backstage dell’Arena, in una visita attraverso le zone “segrete”, condividendone curiosi aneddoti e rievocando i grandi personaggi del mondo operistico e musicale che vi si sono esibiti. A seguire, alle ore 19, per festeggiare i 50 anni delle prime due DOC marchigiane, IMT organizza un aperitivo sul loggione dello Sferisterio per poter godere di buon vino davanti al panorama maceratese, dai Monti Sibillini fino al Mar Adriatico, con un sommelier dell’AIS che racconta i vini delle Marche, sia in italiano che in inglese.
Applausi a Macerata in uno Sferisterio sold out per Turandot di Puccini, andati soprattutto al soprano Iréne Theorin (Turandot) e al tenore Rudy Park (Calaf), convincenti nei rispettivi ruoli.
Consensi anche per i registi Gianni Forte e Stefano Ricci, che hanno voluto dare all'allestimento della loro prima opera lirica un'impronta psicanalitica che però non ha convinto tutti.
Eliminando riferimento alla Cina fiabesca del libretto originale, ricci/forte hanno immaginato per la 'principessa di gelo' un viaggio nell'inconscio che la vede dominare un mondo di false certezze esistente solo nella sua testa e la protegge dalle sofferenze della vita.
Piante e bambini, come tutto ciò che cresce e si espande, vengono sul palco uccisi e conservati in teche di ghiaccio, mentre Turandot regna a cavallo di un orso polare su un deserto di gelo, affollato da uomini e donne vestiti con abiti anni '60, ma anche clown, topi ed automi.Battimani anche per il direttore Pier Giorgio Morandi alla guida della Form.
(FONTE ANSA)
Accese le luci al nuovo campo sportivo in erba sintetica di Villa Potenza.
Il nuovo campo sportivo è una struttura moderna, ampia e funzionale che andrà ad accrescere l’impiantistica sportiva dell’ intera città. Al collaudo delle luci presente anche il presidente dell'Helvia Recina Crocioni.
Con la prima dell'Opera parte anche l'evento dedicato ai "Sapori" fortemente voluto e organizzato dall'associazione Mc food&drink. Un'iniziativa, la prima ufficialmente firmata dal nuovo sodalizio che unisce un nutrito gruppo di ristoranti e bar situati dentro le mura della città (il gruppo è aperto a tutti gli esercizi del centro storico che vogliono aderire), pensata per dare un benvenuto speciale a chi viene a Macerata per vivere le serate dell'Opera. "Sapori in Opera" si intitola così l'evento che vede protagonisti 19 locali del centro che per l'occasione offrono assaggi di vini, birre del territorio e cene a tema a prezzi particolarissimi (5,8 e 10 euro). Un modo nuovo per dare la possibilità a chi arriva in città di gustare i prodotti locali, prima o dopo lo spettacolo, vivere il centro storico passeggiando tra le principali vie della città fermandosi per un aperitivo o una cena.
Per rendere ancora più completa e piacevole la serata alcuni gestori di ristoranti e bar hanno, quindi, pensato di offrire un calice di benvenuto a chi presenta un biglietto dell'Opera in corso di validità e di strutturare dei menu a tema con le Opere proposte in cartellone. Alcune hostess nel pomeriggio hanno consegnato un kit degustazione contenente una mappa con i locali aderenti all'iniziativa e un carnet di biglietti per usufruire di ben 19 assaggi gratuiti in una lunga e variegata degustazione di birre e vini e di alcuni sconti in diversi negozi del centro. Un percorso che, tra le vie della città, accompagna i visitatori davanti allo Sferisterio e quindi all'Opera. Inoltre per avere la certezza di sedersi comodamente a cena prima o dopo lo spettacolo è possibile riservare un tavolo in uno dei locali del tour enogastronomico e scegliere tra uno dei menu pensati per l'occasione. L'iniziativa continuerà per dodici serate (22,28,29,30 luglio e 4, 5, 6, 11, 12, 13, 14 agosto) fino all'ultima rappresentazione il 14 agosto.