Dopo due anni sarebbe stato bello poter dire che la pagina era stata voltata. Invece le ferite del terremoto hanno bisogno di molto tempo per rimarginarsi. Almeno quelle materiali. In Umbria ce ne sono voluti 20 di anni, dopo la grande paura del 1997.
Ancora andavo al liceo, ci nascondemmo sotto ai banchi quando la seconda grande scossa arrivo, portandosi poi via un pezzo della Basilica di Assisi. Un pomeriggio salimmo in macchina per arrivare a Valtopina e consegnare al sindaco la piccola raccolta di solidarietà che avevamo messo in piedi. Passando lungo quelle strade che hanno segnato per anni il viaggio verso le Marche. Per venti anni tra i bandoni arancioni dei cantieri che poi sono scomparsi, uno dopo l'altro. Riconsegnando la nuova normalità che oggi vivono da Colfiorito a Foligno e Spoleto, ad Assisi a Gualdo.
In Valnerina no, perché due anni fa, come nelle Marche con cui si dividono i Sibillini, si è tornati al punto di partenza, con paesi e città da rifondare o poco meno. E con la consapevolezza che non sarebbe stato domani e neanche dopodomani. Sapendo che l'emergenza sarebbe diventata la normalità. Zone rosse, macerie da rimuovere, il nastro dei vigili del fuoco che delimita aree e quartieri, i ricordi che sono rimasti seppelliti per sempre. Si torna indietro velocemente al 1997, in fondo a quella salita da scalare passo dopo passo, con il dolore di questa gente che si può solo immaginare. In queste condizioni, due anni allora diventano troppi, è troppo un giorno. Eppure è quello con cui queste terre si trovano a fare i conti quotidianamente.
In attesa che i Governi che si alternano mantengano gli impegni, che le amministrazioni locali si adoperino al meglio. Per dare un tetto a tutti, prima di tutto. E poi per mettere le basi per ripartire. Un'impresa titanica, da far tremare i polsi. Eppure l'impegno è costante e convinto, anche se le risorse e le forze sono quelle che sono, se i tempi e la burocrazia sfiancherebbero chiunque. E i risultati? Be' i risultati, quelli che si possono vedere senza inoltrarsi in sofismi e scartoffie, lasciano un po' di sconforto. Di motivazioni plausibili ce ne sono tante, nessuno discute. Ma sono le risposte quello di cui le persone hanno bisogno. Perché dopo i danni del sisma, quello che sta uccidendo questi paesi è l'impossibilità di essere ancora comunità. Un patrimonio che non ci si può permettere di sperperare.
Presentato ieri in Regione il Rapporto sull'immigrazione 2018, dal quale emerge una situazione sostanzialmente invariata rispetto all'anno precedente. Da quanto riportato nel comunicato stampa della Giunta regionale Marche, dal titolo eloquente "L'invasione che non c'è", si evidenzia come l'immigrazione verso l'Italia nel 2017 è rimasta invariata in alcune zone, se non addirittura in calo, e la percezione del fenomeno migratorio è "drogata" da una narrazione disinformata con cui bisogna fare i conti anche in termini di anche in termini di costruzione delle politiche sociali.
Siamo il Paese europeo con maggiore disinformazione - continua il comunicato - rispetto alla realtà dei dati statistici che vedono anche un saldo sostanzialmente paritario tra chi arriva e chi emigra dall'Italia (oltre che italiani anche moltissimi stranieri da anni residenti in Italia stanno partendo) e la provenienza dei migranti che risulta in massima parte europea (Romeni) e meno dall'Africa. Queste alcune delle considerazioni emerse nel corso dell'incontro di ieri in Regione per la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2018 del Centro Studi e Ricerche IDOS in partenariato con il Centro Studi Confronti e presentato in tutta Italia in contemporanea.
A fine 2017 gli stranieri residenti in Italia (5.144.000) risultano 97.000 in più rispetto all'anno precedente (+1,9%), per un'incidenza dell'8,5% sulla popolazione totale (era dell'8,3% nel 2016). Per il quarto anno consecutivo si conferma una consistenza numerica stabile, intorno ai 5 milioni, e una incidenza di circa l'8%. L'aumento di quest'ultima dipende soprattutto dalla progressiva diminuzione degli italiani, sempre più anziani (gli ultra 65enni sono 1 ogni 4, mentre tra gli stranieri 1 ogni 25), con una natalità sempre più bassa (1,27 figli per donna fertile, contro 1,97 tra le straniere) e tornati a emigrare verso l'estero (quasi 115.000 nel corso dell'anno). Nel 2017 il numero degli italiani residenti all'estero (oltre 5.114.000 secondo l'Aire) è analogo a quello degli stranieri residenti in Italia (5.144.000). Ma mentre gli italiani all'estero sono aumentati di circa 141.000 unità in un anno (+2,9%), gli italiani in Italia sono diminuiti di 203.000 nello stesso periodo, nonostante le 147.000 acquisizioni di cittadinanza italiana avvenute nel 2017 da parte di cittadini stranieri residenti in Italia (senza le quali la diminuzione annua della popolazione italiana sarebbe stata di 350.000 unità).
Le Marche rispecchiano ampiamente la tendenza nazionale, come ha spiegato Valeria Bochi responsabile del progetto "Voci di Confine": al 31 dicembre 2017 gli stranieri residenti sul territorio marchigiano erano 136.045, l'8,9% della popolazione regionale (valore invariato rispetto all'anno precedente), e in maggioranza donne (54,5%). In un anno il numero dei residenti stranieri è diminuito di 154 unità, un dato che conferma il trend di decrescita della popolazione immigrata in atto da quattro anni: nel 2013 gli stranieri residenti erano 146.152 (il 9,4% della popolazione regionale), 10.000 in più. Ci sono però altri dati che possono contribuire a comprendere le dinamiche migratorie nelle Marche. Nel 2017 sono nati da genitori stranieri 1.646 bambini, si sono iscritti nei comuni marchigiani 18.651 stranieri, di cui 8.474 dall'estero, ma si è cancellato quasi lo stesso numero di stranieri: 18.805, di cui 1.482 per l'estero. Tra i cancellati vi sono 5.605 (ex) stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Tuttavia, anche questo dato è in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Le acquisizioni di cittadinanza dal 2008 al 2016 hanno avuto una crescita esponenziale, passando da 1.897 a 8.404, per subire nel 2017 una battuta d'arresto, con 2.800 acquisizioni in meno. La distribuzione dei residenti stranieri tra le cinque province marchigiane ha subito dei cambiamenti interessanti rispetto al 2016. Se la provincia con più residenti resta, senza variazioni nei numeri, quella di Ancona (43.350), in quelle di Macerata e Pesaro Urbino, rispettivamente al secondo e terzo posto, si registra una diminuzione, passando la prima da 31.020 a 30.329 residenti e la seconda da 30.100 a 29.996. Al contrario, in quelle del sud della regione c'è stato un incremento: a Fermo (al quarto posto) si è passati da 17.770 a 18.250 residenti e ad Ascoli Piceno (al quinto posto) da 13.959 a 14.120. Per quanto riguarda l'incidenza sulla popolazione, la provincia di Fermo consolida il suo primato, registrando in un anno un aumento dal 10,2% al 10,5%. L'Europa continua ad essere il continente maggiormente rappresentato tra gli stranieri nelle Marche, con il 54,4% dei residenti. La Romania è il paese che ne conta il numero maggiore (26.204) e continua ad aumentare la propria incidenza sul totale, passando dal 19,1% del 2016 (quando era già aumentata dello 0,8% sul 2015) al 19,3%, con un terzo delle presenze concentrate nell'anconetano. Il secondo paese più rappresentato è l'Albania, con 15.904 residenti distribuiti in modo relativamente equo tra le cinque province. In controtendenza nelle Marche l'aumento di minori stranieri non accompagnati, accolti in 65 strutture sono 204 (1,1% del totale). Per quanto riguarda l'accoglienza nel 2017 i migranti presenti nelle strutture marchigiane sono stati 5.097 di cui 780 nell'ambito di progetti Sprar. I permessi di soggiorno rilasciati per motivi umanitari-richiesta d'asilo sono stati 2.073, in calo rispetto all'anno precedente.
È finito all'ospedale in condizioni gravissime per un incidente sul lavoro un operaio di 31 anni. È accaduto questa mattina ad Ancona in una casa dove l'uomo stava svolgendo alcuni lavori di facchinaggio per conto di una ditta. Il 31enne che stava trasportando la rete di un letto per le scale ha deciso di tagliarla con il frullino, ma una scheggia lo ha colpito alla carotide.
Sul posto personale della Croce Rossa che ha predisposto il trasporto dell'uomo all'ospedale di Torrette. Le sue condizioni sono gravi.
Dall'ufficio stampa della Lega (Marche) riceviamo e pubblichiamo:
“Quella di oggi è davvero una giornata importante perché grazie alla Lega, che ne ha sempre fatto una sua battaglia di civiltà, il Senato ha finalmente approvato la legge sulla legittima difesa”.
A comunicarlo sono i Senatori Paolo Arrigoni e Giuliano Pazzaglini, rispettivamente Responsabile della Lega nelle Marche e Sindaco di Visso, che commentano con entusiasmo la votazione di questo pomeriggio in Senato.
“Siamo davvero felici per il grande risultato ottenuto e per la condivisione della proposta, che con 194 voti a favore e 52 contrari ha visto l’opposizione in aula del solo PD”, continuano Arrigoni e Pazzaglini. “Ora la palla va alla camera e presto il testo diventerà legge, introducendo accertamenti più rapidi, spese legali a carico dello Stato se l’accusato viene assolto, pene più alte per ladri e rapinatori, stop alle richieste di rimborso da parte dei malviventi”.
“Di fatto è stato finalmente approvato il principio che la legittima difesa è sempre proporzionata all’offesa e quindi se ne esclude la punibilità: non è necessario che il ladro o l’aggressore che si introduce in una proprietà privata o nei luoghi di lavoro abbia l’arma in mano, ma è sufficiente la sola presunta minaccia che possa utilizzarla”.
“Gli italiani potranno dormire sonni tranquilli – concludono i due senatori leghisti – la loro incolumità domestica è finalmente garantita. Un'altra vittoria e un’altra promessa mantenuta da Matteo Salvini e dalla Lega!”
"Il decreto Genova all'esame in queste ore alla Camera prevede anche importanti misure per sbloccare l'impasse che da troppi mesi rende impossibile l'avvio della ricostruzione nelle aree del Centro Italia. Sono mesi che i sindaci del cratere, gli ordini professionali, i tecnici comunali e i semplici cittadini chiedono semplificazione, sburocratizzazione e in particolar modo di risolvere il problema legato alle lievi difformità edilizie che, di fatto, sono una delle maggiori cause della lentezza della ricostruzione. Questo decreto mette fine a una situazione che, a causa dell'immobilismo dei precedenti esecutivi, purtroppo ha dell'assurdo".
Così Mauro Coltorti (M5s), presidente della commissione Lavori Pubblici del Senato.
"Ciò che è mancato da parte dei governi Pd - nazionali e regionali - in questi due anni è stato l'ascolto dei cittadini colpiti. Inoltre - prosegue - una struttura commissariale estremamente politicizzata e schiava della burocrazia ha fatto il resto, contribuendo in maniera decisiva allo stallo totale che stiamo affrontando. Anche qui, con la nomina di una persona preparata come il professor Piero Farabollini siamo certi che questo governo invertirà la rotta.
Col decreto Genova si sanano le tante anomalie che purtroppo hanno impattato negativamente sulle vite dei cittadini dell'area appenninica - conclude - e sostanzialmente si predispone il primo cruciale step per la ricostruzione dei centri distrutti dalle scosse del 2016".
Il Consiglio di Gestione di UBI Banca ha nominato Roberto Gabrielli Responsabile della Macro Area Territoriale Marche – Abruzzo di UBI Banca. Il manager assumerà la carica a partire dal prossimo 1 dicembre e succede a Nunzio Tartaglia che lascia il Gruppo UBI dopo una lunga e proficua collaborazione.
“La conoscenza del territorio e l’esperienza maturata in diverse attività strategiche per il nostro istituto di credito – spiega Frederik Geertman, Chief Commercial Officer di UBI Banca - consentiranno a Roberto Gabrielli di proseguire con successo il progetto avviato oltre un anno fa con l’integrazione di Nuova Banca Marche e ci aspettiamo da lui un grande contributo all’ulteriore potenziamento del servizio di UBI Banca alle famiglie e alle imprese dell’area”.
Roberto Gabrielli, nato a Roma nel 1971, prima del nuovo incarico era responsabile della Direzione Territoriale di Roma Centro di UBI Banca. Da oltre vent’anni nel settore bancario, Gabrielli ha ricoperto diversi ruoli nella rete commerciale e nelle aree retail degli istituti di credito poi integrati nel Gruppo UBI (Banca Popolare di Bergamo, Banca Popolare di Ancona). Ha speso una parte rilevante della propria carriera professionale nei territori che nella attuale configurazione del Gruppo UBI Banca, rientrano nell’ambito della Macro Area Territoriale Marche e Abruzzo.
Disarticolata dai carabinieri un'organizzazione ritenuta epigona al clan Triassi e antagonista agli Spada. Quarantadue gli arresti e beni sequestrati per due milioni. Al vertice dell'organizzazione criminale è stato individuato un anziano malvivente, già in passato considerato elemento apicale della "Banda della Marranella" e, in posizione immediatamente subordinata, due uomini in passato ritenuti vicini al clan dei Triassi.
L'operazione ha riguardato Lazio, Campania, Toscana, Lombardia e Marche.
Due imprenditori e un geometra sono stati indagati a vario titolo dalla guardia di finanza in relazione a un "notevole" contributo a fondo perduto stanziato dalla Regione in seguito al terremoto del 1997 per la ristrutturazione di un opificio industriale a Nocera Umbra che in realtà - secondo gli investigatori - non è stata realizzata.
In particolare uno degli imprenditori è il proprietario dell'immobile (di un valore stimato in 150 mila euro e ora messo sotto sequestro), l'altro è il titolare della ditta edile incaricata dei lavori mentre il geometra era incaricato della loro direzione e ne ha attestato la regolarità.Il contributo è stato ottenuto a fronte di un progetto da 90.000 euro ma in realtà - secondo la gdf di Foligno - i tre indagati, avuta l'approvazione della Regione, hanno realizzato solo una "piccolissima parte" dei lavori di ristrutturazione, che un consulente della procura di Spoleto ha stimato non superiori a 7.500 euro.
(ansa)
Sono bastati meno di dieci gare per mostrare al campionato di serie B 2018-2019 quale potrebbe essere l’assoluta protagonista della stagione. Pur con le dovute riserve del caso, il Pescara di Giuseppe Pillon, si attesta come la formazione da battere per la serie cadetta, almeno stando a quanto si è visto fino a questo momento in campo. E’ vero che c’è tutto un gruppetto di squadre di livello medio-alto che può concorrere a un posto d’onore che potrebbe tradursi a fine stagione in un piazzamento valido per la serie A. Eppure senza nulla togliere a Palermo, Verona e Benevento, per fare i nomi delle squadre al momento più accreditate, il cammino lineare del Pescara in questo scorcio di stagione appare evidente a tutti. Non c’è ancora una classifica così lunga, ma già rispetto alla passata stagione possiamo vedere come vi siano alcune distinzione tra l’alta e bassa classifica, cosa che durante lo scorso anno appariva molto più indistinguibile. Così dal quarto posto del Benevento per arrivare al piazzamento di Crotone e Ascoli, il divario appare meno evidente, dato che basterebbe infilare due-tre successi in sequenza per balzare in alto, nella parte superiore della classifica. Le cose stanno diversamente se la si guarda invece dal basso verso l’alto: Livorno e Foggia concludono la classifica rispettivamente con 2 e 4 punti, più avanti troviamo invece Carpi e Venezia, con 5 punti, mentre il Cosenza dopo la vittoria in casa contro il Foggia si allontana dalla coda con 6 punti.
Forse la vera dimensione di questo campionato sta in squadre come Ascoli, Crotone, Brescia e Cremonese, che al momento sembrano lanciate per una rincorsa delle prime della classe, ma che sono sempre lì vicino alla parte bassa della classifica. Si tratta comunque di una stagione, quella di regular season che è ancora piuttosto lunga e in attesa di proporre la sua trama, con il susseguirsi di scontri diretti che daranno una maggiore dimensione alle squadre che possono lottare davvero per la promozione in A, così come per chi dovrà vedersela per non sprofondare nel baratro dei play-out e ancora peggio della retrocessione in serie C. Tra le prossime giornate di campionato segnalate anche dalle quote per la serie B su 888sport troviamo trai i match un intrigante Cosenza-Pescara senza dimenticare Ascoli-Verona: con la formazione marchigiana guidata da Vincenzo Vivarini che dovrà affrontare in casa il Verona di Fabio Grosso. Saranno in effetti settimane importanti per l’Ascoli che a seguire avrà ancora gare impegnative contro il Benevento in trasferta, il Padova in casa e ancora prima lo Spezia e poi il Venezia di Walter Zenga. Il tutto per arrivare alla 16esima giornata che sarà caratterizzata oltre che dalla sfida al vertice tra Verona e Pescara, anche da gare come Ascoli-Cittadella, Brescia-Lecce e Cosenza-Benevento. Bisogna però considerare che queste gerarchie potrebbero cambiare fino ad arrivare agli ultimi due impegni del girone d’andata dove, tra Palermo in trasferta e Crotone in casa si concluderà la prima parte di stagione dell’Ascoli e di tutte le formazioni impegnate in questo campionato di serie B 2018-2019.
Nuova ordinanza di demolizioni per tre edifici di Castelluccio. E' stata emessa dal Comune di Norcia che chiede, contestualmente, anche la rimozione delle macerie. Se non ci saranno opposizioni dai legittimi proprietari dei tre immobili, le ruspe entreranno in funzione il 3 novembre.
Castelluccio e San Pellegrino sono le due frazioni più colpite dal sisma di due anni fa, al punto che entrambi i borghi verranno praticamente rasi al suolo. Sono già centinaia le demolizioni che hanno interessato i due paesi e proseguiranno almeno fino a tutto il 2018.
A Castelluccio, intanto, continuano i lavori per completare la terza ala del cosiddetto "deltaplano" che ospiterà una decina di attività che erano presenti prima del terremoto, nel paese "perla" dei monti Sibillini. La consegna totale della struttura temporanea potrebbe avvenire entro la fine di ottobre. (ANSA)
La FanPage Facebook del Gruppo Escursionistico il Camoscio dei Sibillini Trekking, della Guida Ambientale Escursionistica Associata a AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche) Dr. Simone Gatto, raggiunge i 30.000 Fan su Facebook e 8000 Follower su Instagram. Il Suo Fondatore Simone, dice: "Non è così scontato avere tutto questo seguito per delle Pagine o Account che riguardino Natura e argomenti seri, in mondo, come quello dei Social dove spesso sono argomenti frivoli a farla da padrone. Io e i miei collaboratori siamo fieri di questo obbiettivo raggiunto che ci permette oramai di portare clienti (turisti) da tutta Italia e anche dall'estero nei nostri amati e martoriati Sibillini. Oltretutto grazie al nostro AsTag #camosciosibillini possiamo fare pubblicità in modo completamente gratuito alla natura e alle aree interne della nostra Regione Marche, della nostra Ussita e dei Sibillini. Tieniamo ancora a sottolineare che questo successo è stato raggiunto senza alcun fondo ne pubblico ne privato, se non quello delle quote che pagano i nostri clienti che vengono ai nostri eventi escursionistici. Un enorme grazie, invece, dobbiamo dirlo a tutte le testate giornalistiche locali e web che da sempre dal primo giorno hanno pubblicato le nostre foto e le nostre notizie aituandoci in questo percorso di crescita e di promozione del territorio. Abbiamo voluto festeggiare questo obbiettivo raggiunto con due belle passeggiate fra i boschi in foliage (colorazione del fogliame autunnale) di faggio a Canfaito, ecco alcune foto allegate, insieme ad altre del nostro fitto calendario escursionistico del recente passato".
Come ampiamente previsto già da qualche giorno, l'irruzione di aria fredda dai Balcani è arrivata puntuale nel pomeriggio di ieri, abbassando repentinamente le temperature e causando la prima nevicata stagionale sui Sibillini.
La variazione della temperatura è stata tanto veloce quanto intensa, come testimoniano alcune persone presenti sul Monte Argentella, sopra i 2000 metri di quota, che hanno riferito come in mattinata erano tranquillamente a maniche corte.
L'impulso freddo dall'est Europa però, nel pomeriggio, "ha abbassato la quota neve fin sui 1500 metri circa", come riporta la pagina Meteo Macerata e provincia, che allega anche la foto dei primi fiocchi stagionali nei pressi di Ragnolo.
Marche protagoniste alla Leopolda. O meglio, tirate in ballo come esempio non proprio positivo. Il tema del contendere è quello estremamente discusso delle vaccinazioni obbligatorio. I contendenti, a distanza, sono il noto virologo Roberto Burioni, e il presidente della giunta regionale, Luca Ceriscioli. Con Matteo Renzi, ex segretario Pd ed ex presidente del Consiglio, che chiosa prendendone le distanze. In estrema sintesi, parlando appunto di vaccini, Burioni, di origini marchigiane, ha citato come esempio negativo di segno Pd il patrocinio della Regione Marche, poi ritirato, a un convegno a cui era stato chiamato a intervenire Dario Miedico, medico antivaccini, radiato dall'ordine. In quell'occasione, ha ricordato ancora Burioni, l'allora consigliere Federico Talè si era, secondo il virologo, eretto a difesa di questa scelta.
Proprio cinque giorni fa, ha rimarcato ancora Burioni, Talè aveva assunto la delega alla sanità al posto di Fabrizio Volpini, medico pro vax. Non cacciato, replica Ceriscioli, ma dimissionario per sua volontà. Un avvicendamento, ha aggiunto ancora il governatore, che nulla ha a che fare con la posizione sui vaccini della Regione, tra le prime, ha ribadito, ha renderli obbligatori ancora prima delle direttive ministeriali. E no va, ha ricordato ancora Ceriscioli, è di certo l'attuale assessore Talè. Insomma, Burioni dal palco della Leopolda ha attaccato, Ceriscioli si è difeso, rimandando le accuse al mittente.
Il tribunale della Rete ha emesso la sua sentenza. Per i detrattori, quanto avvenuto e le parole di Renzi sono il colpo di grazia al governo regionale e guardano alle prossime consultazioni per cambiare perché "le Marche meritano di meglio". I sostenitori, al contrario, rivendicano la correttezza dell'operato contro accuse che, sostengono, non rispondono al vero.
C'è Spiderman seduto sulla banchina del porto. Lo sguardo rivolto verso il mare, l'atteggiamento di chi sta affrontando un momento difficile. "Ho finito la ragnatela" ha detto agli agenti di polizia della squadra nautica, che presidia la zona portuale in acqua scooter.
Sconsolato, Spiderman ha poi svelato il suo volto agli agenti: sotto la maschera del celebre supereroe dei fumetti e del cinema, un 25enne inglese, privo di poteri sovrannaturali ma con un biglietto per imbarcarsi su una nave diretta in Grecia, sulla quale, completata la sua identificazione dopo averlo fatto spostare in una zona più sicura, è stato fatto salire.
Torna, come ogni domenica, la rubrica curata dall’avv. Oberdan Pantana, “Chiedilo all’avvocato”.
Questa settimana, le numerose mail arrivate hanno interessato la questione inerente ai contributi erogati nei riguardi di coloro che hanno avuto le proprie abitazioni danneggiate dal terremoto a far data dall’agosto 2016 e nello specifico i contributi elargiti per la loro ricostruzione o per l’autonoma sistemazione versati a titolo di affitto. In particolare, ecco la risposta dell’avvocato Pantana alla domanda posta da un lettore di Muccia, che chiede se tali somme di denaro possono essere o meno oggetto di pignoramento da parte di terzi.
Il caso di specie ci offre la possibilità di fare chiarezza riguardo ad una tematica molto sentita nonché attuale, relativa alla pignorabilità delle somme erogate a sostegno della ricostruzione degli immobili lesionati dal sisma, nonché delle mensilità versate, a titolo di contributo di autonoma sistemazione, in favore dei soggetti che hanno perso la propria abitazione in conseguenza delle violenti scosse di terremoto, che dall’agosto 2016 hanno purtroppo interessato il Centro Italia e nello specifico la nostra amata provincia.
Innanzitutto, deve essere specificato che, la Legge n. 219 del 14 maggio 1981, emanata in seguito al violentissimo terremoto che il 23 novembre 1980 colpì la Campania centrale e la Basilicata centro-settentrionale (il terremoto dell’Irpinia), aveva previsto anche in quella circostanza l’erogazione dei contributi economici nei confronti di coloro che avevano perso la propria abitazione, alla scopo di permettere la ricostruzione delle zone colpite da tale sisma. Ebbene, in materia si segnala un importante e consolidato principio giurisprudenziale statuito dalla Suprema Corte di Cassazione, che chiamata a pronunciarsi proprio per una vicenda legata a quel terremoto in merito alla pignorabilità di terzi nei confronti dei contributi elargiti per la ricostruzione di un immobile, la stessa ha statuito che tali somme pur non soggette ad un vincolo di impignorabilità assoluta vige però nei loro confronti un vincolo di impignorabilità di destinazione, affermando quanto segue: “La legge n. 219 del 1981, non introduce espressamente un vincolo di impignorabilità in relazione ai contributi erogati per la ricostruzione di immobili danneggiati dal sisma. Inoltre il D. lgs. n. 76 del 1990, art. 3, comma 7, prevede che gli atti di pignoramento eventualmente notificati agli uffici pagatori non sospendono il pagamento dei titoli di spesa, rendendo chiaro sul piano dell’interpretazione letterale che la legge non ha inteso gravare di un vincolo di impignorabilità assoluta i contributi per la ricostruzione. Difatti, pur in mancanza di un vincolo di impignorabilità assoluta, e di un riferimento espresso al pignoramento nell’ultima norma citata, esiste pur sempre un vincolo di destinazione sui fondi erogati ai privati per consentire la ricostruzione, affinché essi non siano aggredibili dai creditori del beneficiario stornandoli dalla finalità per la quale venivano erogati” (Cassazione Civile, Sez. III, 15/05/2014 n. 10642).
Quindi, sulle somme erogate per la ricostruzione delle aree devastate dal terremoto, sussiste un vincolo di destinazione, finalizzato a consentire lo specifico risultato a cui sono destinati tali fondi. Qualora, infatti, il soggetto destinatario di questi contributi ponga in essere una serie di obbligazioni aventi la stessa destinazione delle somme corrisposte dallo Stato, quest’ultime potranno certamente essere pignorate, in quanto sono rivolte a soddisfare comunque gli stessi interessi che con il vincolo si intendeva preservare; mentre, allo stesso tempo, tali somme non potrebbero essere pignorate da terzi nel momento in cui le stesse andrebbero a soddisfare interessi diversi: ad esempio, il creditore che ha fornito materiale edile proprio per la ricostruzione di quell’abitazione può porre in essere un pignoramento presso terzi nei confronti di tali somme destinate per la ricostruzione a differenza di un credito riferito all’acquisto di una macchina, o comunque di beni che nulla hanno a che vedere con tale vincolo di destinazione.
Per quanto riguarda il C.A.S., ovvero il contributo per l’autonoma sistemazione, occorre precisare che anch’esso è una misura rivolta al sostegno delle popolazioni colpite dagli eventi sismici, riconosciuto a chi, al momento del sisma, risultava titolare di diritti reali sull’immobile nel quale aveva l’abitazione principale, edificio poi dichiarato inagibile con ordinanza del Sindaco; tale contributo termina, poi, al venire meno dei presupposti normativi, e quindi al momento del ripristino delle condizioni per il rientro nell’abitazione principale, o nel differente caso di reperimento di un’altra sistemazione avente però carattere di stabilità.
Ebbene, stante la sua natura di misura volta al sostegno della popolazione colpita dal terremoto, deve essere rilevato che anche per il contributo di autonoma sistemazione varrà lo stesso principio giuridico consolidato applicato dalla Suprema Corte nella sentenza n. 10642/2014 come sopra riportato, tanto da andare incontro anch’esso al vincolo giuridico di destinazione.
Rimango in attesa come sempre delle vostre richieste via mail, dandovi appuntamento alla prossima settimana.
Valorizzare il contributo delle donne nel lavoro e nella gestione delle imprese come tema chiave per il cambiamento e la crescita e contribuire a far crescere la Confapi con la forza tipica di chi è abituato a guidare la propria azienda. Ecco uno degli obiettivi che ha portato alla costituzione del Gruppo Donne Imprenditrici nell’ambito di Confapi associazione di piccole e medie imprese con oltre 400 iscritti.
“Fare rete è una frase forse abusata – ha detto la presidente Patrizia Brega che è anche membro del consiglio nazionale di Confapi Donna – ma nel nostro caso è un’esigenza reale che nasce dal valore di condividere le nostre esperienze e metterle a sistema. Ci confrontiamo ogni giorno con un sistema di welfare aziendale tutt’altro che perfetto e sentiamo l’esigenza di utilizzare l’importante rappresentanza di Confapi anche nei tavoli istituzionali per portare il nostro contributo in questa direzione”. I servizi di supporto alla genitorialità, facilitando la conciliazione tra i tempi del lavoro e le esigenze della vita familiare sono dunque un tema ma non l’unico. “Organizzeremo momenti formativi ed informativi destinati a noi donne intese non solo come imprenditrici e contiamo di promuovere iniziative benefiche a carattere solidale” – ha aggiunto la presidente Brega.
Il consiglio direttivo del Gruppo Donne di Confapi Ancona è costituito da: Patrizia Brega (SH Sistemi di Osimo), Lorena Cittadini (Bespeco Professional di Castelfidardo), Daniela Ciacci, (A.T. Metalli di Fermignano), Elisabetta Leonardi (Assembla di Recanati), Stefania Burattini (Rina degli Antinori di Ancona), Sara Gambelli, Cristina Palombarani (Palombarani di Camerano).
Le linee guida del Piano sociale regionale 2018/2010 arrivano sul tavolo della IV commissione “Sanità”, presieduta da Fabrizio Volpini (Pd), che ha incontrato il dirigente del servizio Politiche Sociali e Sport della Regione Marche, Giovanni Santarelli. Nel corso dell'audizione sono state illustrati, partendo dagli scenari di riferimento, indirizzi prioritari e strategie per lo sviluppo e l'innovazione del welfare marchigiano e per il rafforzamento degli interventi in materia di servizi sociali.
Il Piano rientra tra gli strumenti di programmazione indicati dalla legge n.328/2000 recepita dalla Regione Marche con la normativa n.32/2014, che affida allo stesso il compito di determinare le linee di programmazione regionale in materia di servizi sociali e, per quanto di sua competenza, anche in materie di integrazione socio-sanitaria.
Santarelli ha evidenziato gli “step” che porteranno alla stesura del piano, il cui percorso di costruzione prevede una integrazione con il Piano sanitario e socio-sanitario, in fase di stesura. Successivamente, sarà avviato un confronto con le parti sociali e con i principali portatori di interesse al fine di raccogliere indicazioni, proposte, osservazioni sui contenuti proposti dagli uffici regionali. Nella sua stesura definitiva il piano verrà poi sottoposto all'esame della Commissione "Sanità" e in seguito all'Assemblea legislativa per la definitiva approvazione.
Dal presidente AIAC Marche, Angelo Ortolani (nella foto), riceviamo e pubblichiamo:
Il collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI, riunitosi ieri 18/10, ha espresso parere favorevole alle candidature a Consigliere Federale di Zoi Gloria Giatras e Mario Beretta in quanto in possesso dei requisiti di Legge. Quindi i suddetti saranno i candidati che andrannmo a rappresentare la nostra associazione in vista delle elezioni Federali del giorno 22 P.V. che vede come candidato unico alla presidenza Gabriele Gravina, che puo’ contare sul 63% dei consensi.
Il presidente regionale marche Angelo Ortolani, comunica inoltre , che nel corso dell’assemblea generale aiac tenutasi a Coverciano il giorno 16 u.s., sono state approvate le modifiche statutarie inerenti all’accorpamento dell’AIPAC, associazione italiana preparatori atletici calcio, all’interno dell’associazione allenatori.
Si comunica inoltre , che in data 5 novembre prossimo , si svolgerà in Ancona il 4 modulo dei corso territoriale obbligatori di aggiornamento, per la conservazione dell’abilitazione alla qualifica allenatori uefa B . Docente Stefano Baldoni
Una folle corsa con la sua auto, tra derapate e sorpassi azzardati. Per questo un 22enne di Tortoreto è stato arrestato dai carabinieri a San Benedetto del Tronto: si era fatto notare per una serie di manovre azzardate e sorpassi pericolosi, addirittura utilizzando la corsia ciclabile come una vera a propria corsia di emergenza. I militari lo hanno inseguito con sirene e lampeggianti, ma il giovane non ha interrotto la sua folle corsa e solo grazie all'esperienza dei carabinieri si è potuto evitare il peggio: conoscendo bene il territorio, sono riusciti a portare il fuggitivo in una strada senza uscita.Sceso dalla macchina, il 22enne ha ingaggiato subito una colluttazione con i Cc che sono riusciti a bloccarlo ed arrestarlo. E' stato trovato in possesso di una dose di cocaina per cui è stato anche segnalato al prefetto come assuntore di stupefacenti. (Ansa)
Sono solo Macerata, alla posizione n°15 della classifica nazionale, e Pesaro, che occupa il 30° posto, le città marchigiane ad aver fornito i dati per “Ecosistema Scuola”, l’indagine annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica presentata questa mattina a Napoli promossa da Legambiente insieme a Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il contributo di Fassa Bortolo e Iccrea BancaIntesa, in partenariato con Ecomondo e Vastarredo. Escluse Ascoli Piceno per incompletezza di dati, Ancona, che quest’anno non ha risposto, e Fermo, che non ha mai partecipato all’indagine.
Nati prevalentemente come scuole (97,2%), gli edifici scolastici delle due città, edificati dopo l’entrata in vigore della normativa antisismica del ’74, sono il 58,3% contro il 36,4% della media nazionale. Il dato più preoccupante, però, è quello relativo agli edifici di più recente costruzione, che mostra come solo l’1,4% risulta edificato secondo criteri antisismici. Addirittura, la verifica di vulnerabilità sismica risulta eseguita solo su un esiguo 5,9% delle scuole, tutto questo in un territorio posto in zona sismica 2 e colpito, nel caso di Macerata, dal recente sisma del 2016.
Riguardo la manutenzione, le amministrazioni comunicano che ben l’80,6% delle scuole ha goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni, a fronte del 49,7% della media nazionale, arrivando oggi a un’esigenza di interventi urgenti solo per il 2,8%. La spesa per la manutenzione straordinaria nel 2017, però, si colloca molto al di sotto della media nazionale, mentre è al di sopra della media quella per la manutenzione ordinaria. Da ciò scaturisce un quadro sulle certificazioni con molte luci e qualche ombra: tutti gli edifici dispongono di certificazione igienico-sanitaria, di porte antipanico, di impianti elettrici a norma, dei requisiti di accessibilità; ben il 92,9% del certificato di prevenzione incendi. Sono sotto la media nazionale, invece, gli edifici con certificato di agibilità (52,9%) e quelli con collaudo statico (17,6%). Inoltre solo il 17,6% degli edifici presenta indagini diagnostiche sui solai e su appena il 5,9% sono stati realizzati interventi per la loro messa in sicurezza.
“Abbiamo sempre di fronte un quadro dell’edilizia scolastica marchigiana non del tutto soddisfacente – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. I dati relativi alla mancanza del certificato di agibilità scolastica e delle verifiche di vulnerabilità sismica, in particolare, sono piuttosto preoccupanti. Per sanare questa situazione e assicurare lo stesso grado di sicurezza agli alunni, occorre conoscere lo stato di salute degli edifici scolastici situati nelle aree a rischio sismico maggiore, così da programmare le priorità d’intervento e la messa in sicurezza delle scuole maggiormente esposte, e, in generale, accelerare gli interventi di riqualificazione in tutte le scuole che ne necessitano. A questo scopo, ci appelliamo agli enti locali, che vanno aiutati con una semplificazione delle linee di finanziamento e sostenuti in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori”.
Nel dossier, comunque, non mancano esperienze positive. Entrambe le amministrazioni marchigiane, infatti, sono impegnate a finanziare progetti educativi delle scuole e risultano abbastanza attente alla mobilità casa-scuola e alla sicurezza nelle aree antistanti gli edifici scolastici: il 65,3% usufruisce di scuolabus (a Macerata tutte le scuole), il 31,9% di pedibus, il 98,6% ha attraversamenti pedonali, il 27,8% vede presenti i nonni vigili durante l’entrata e l’uscita da scuola.
Buone notizie anche per quanto riguarda il servizio mensa: prodotti biologici sono presenti in tutte le scuole, con una media del 70% e a Macerata vengono privilegiati anche i prodotti a km0. Entrambe le amministrazioni nei bandi di appalto richiedono criteri ecologici nelle procedure d’acquisto, la stagionalità degli alimenti e menù alternativi per motivi culturali o religiosi. Il 27,9% delle mense ha una cucina interna, nel 20,6% si serve acqua del rubinetto e in tutte si utilizzano stoviglie monouso.
La raccolta differenziata dei vari materiali viene effettuata in tutte le scuole, quella delle pile per il 76,4%.
Il 16,7% di edifici utilizza energie rinnovabili, con una maggiore presenza di impianti solari termici (58,3%) rispetto ai fotovoltaici (41,7%), dato in controtendenza rispetto a quello nazionale che vede un maggior utilizzo del fotovoltaico rispetto al termico.
Relativamente al rischio ambientale, solo Pesaro ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto nelle scuole, con nessun caso certificato rilevato, mentre nessun monitoraggio del radon risulta eseguito dalle due città. Le scuole con wifi sono il 52,8%, il 41,7% ha adottato il principio di precauzione implementando reti completamente cablate.
L’innovazione tecnologica e ambientale degli edifici scolastici spesso passa attraverso scelte più ampie, come un progetto di rigenerazione sociale, educativo e ambientale di un territorio o un quartiere, come narrano molte delle Storie di scuole sostenibili, i dieci casi virtuosi di edifici scolastici nuovi o riqualificati contenuti nel dossier di Legambiente, tra cui rientra la Scuola Primaria Felice Socciarelli di Ancona, costruita interamente con materiale antisismico e all’insegna del risparmio energetico.