Non che le aspettative fossero particolari, ma che si parlasse del nulla cosmico non era proprio nelle previsioni.
A cinque mesi dal sisma di ottobre, quello che ha provocato più danni in città, ieri pomeriggio era in programma a Tolentino il primo incontro pubblico con le istituzioni per parlare di ricostruzione. "L'aspetto normativo e la ricostruzione post sisma 2016": già il titolo dato al convegno lasciava presagire qualcosa di anomalo. Di quale ricostruzione si sarebbe parlato? Ma tralasciamo questo piccolo particolare e andiamo al contenuto dell'incontro, al quale erano presenti tutti i protagonisti previsti, ad eccezione del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio. Che, dopo le famose dichiarazioni di Errani ad Ancona, non sembra più avere un gran feeling con il commissario straordinario alla ricostruzione. Al posto di Curcio era presente Roberto Oreficini. Sul palco, oltre ad Errani, anche il presidente della Regione Ceriscioli, il direttore dell'ufficio speciale per la ricostruzione Spuri e il sindaco di Tolentino Pezzanesi.
Incredibilmente in orario (e questa forse è l'unica vera notizia della giornata...), è stato proprio il sindaco a fare gli onori di casa di fronte a un teatro dello Spirito Santo gremito in ogni ordine di posti, con tanta gente in piedi e altra rimasta fuori, segno tangibile della tanta voglia di conoscere lo stato delle cose da parte dei cittadini malgrado l'orario infelice dell'incontro.
L'introduzione del sindaco di Tolentino è stata una summa del "volemose bene" con ringraziamenti a gogò e numeri snocciolati come olive durante un aperitivo fra amici: "Quasi 4000 edifici lesionati, 4500 persone in autonoma sistemazione, 223 nei container (che quindi restano vuoti per la metà, essendo stati costruiti per ospitare 400 persone, ndr) e poco meno di 300 negli alberghi". Pezzanesi ha ribadito l'importanza di acquisire immobili da poter un domani destinare a edilizia popolare, ammettendo che mancano ancora un migliaio di perizie da svolgere a Tolentino. E prima di chiudere, l'immancabile invito a chi dal pubblico avesse preso la parola a guardare avanti e a non fare polemica sul passato.
Ok. Andiamo avanti allora. Perchè poi ha preso la parola il presidente della Regione Luca Ceriscioli, L'intervento del governatore delle Marche si è basato, oltre che sui numeri enormi (indiscutibili, ndr) relativi alle problematiche causate dal sisma, anche su un qualcosa che ancora non esiste: la prossima ordinanza di Errani sulla ricostruzione pesante, in procinto di essere pubblicata nelle prossime ore. Ceriscioli ha detto che i rimborsi parametrici per la ricostruzione saranno addirittura i più alti mai messi in campo per gli eventi sismici, superiori anche a quelli dell'Emilia Romagna. Evidentemente l'incazzatura di sindaci e cittadini dopo la bozza di rimborsi circolata nelle scorse settimane, ha sortito un rapido dietrofront. Resta il fatto che al momento si parla del nulla cosmico, di cose che non esistono, di personaggi delle favole. E in attesa dell'ordinanza, Ceriscioli ha anche detto che i progetti presentati ad oggi sono pochissimi e invitato i cittadini a sbrigarsi a presentare i progetti per la ricostruzione leggera, per evitare poi un ammasso di progetti tutti insieme che rischierebbero di ingolfare gli uffici.
E già. Ma, a detta unanime dei tanti professionisti presenti, senza gli strumenti, senza sapere chi paga, senza avere riferimenti concreti, di fronte a norme complesse e incomprensibili, come si fa a partire con la ricostruzione leggera? Chiede un professionista in sala: "Ma se è tutto pronto, perchè la ricostruzione leggera non parte? Perchè i tecnici non presentano i progetti? Glielo dico io: o la normativa è troppo complicata o siamo diventati tutti incompetenti, ma non credo sia questa seconda ipotesi".
Ancora Ceriscioli: "Nelle Marche abbiamo 2000 opere pubbliche danneggiate per un danno complessivo di circa due miliardi di euro", ribadendo la volontà della Regione di dare la possibilità ai Comuni di comprare immobili inutilizzati. Ce ne sarebbero almeno 5000 in tre province. Un dato curioso: i famosi 5000 euro che possono richiedere le attività commerciali che si sono dovute spostare hanno una copertura finanziaria di 34 milioni, ma sono state presentate domande solo per un terzo della cifra disponibile. Non ce ne è bisogno o manca una informazione vera su come fare le domande e ottenere qui soldi? Da ultimo, l'Ufficio Ricostruzione presto dovrebbe trovare la sua definitiva collocazione all'altezza di Caccamo di Serrapetrona.
Ascoltato tutto questo, e avendo capito l'andazzo della riunione, lo scrivente se ne è uscito a fumare una sigaretta, lasciando all'interno due collaboratori per verificare se uscisse fuori qualche notizia degna di tal nome. La collega rimasta nel teatro mi riferisce che si sono susseguiti poi diversi interventi di professionisti e tecnici, la maggior parte dei quali non ha lesinato critiche sulla necessità di fare chiarezza nella lettura delle ordinanze e dei decreti che si sono succeduti, molti dei quali in contrasto l'uno con l'altro. Non è un mistero che la stragrande maggioranza dei professionisti, una volta fuori dal teatrino, non ha esistato nel definire inutile questo incontro, dal quale non è emerso nessuno scatto deciso in avanti, nulla che lasci presagire una svolta rapida in questa ricostruzione che non vede ancora un avvio concreto.
Le rassicurazioni del commissario Errani, che parla di "grandi problemi di informazione ai cittadini e di comunicazione" e di "confronti diretti sul piano territoriale con i professionisti", francamente, ad oggi lasciano il tempo che trovano. Commissario Errani, i soldi ci sono. Lo ha ribadito anche ieri. Bisogna lavorare insieme, ha ribadito. Ma i cittadini si trovano ancora a doversi confrontare con l'insostenibile leggerezza del nulla cosmico.
Foto Ludovica Scatola
Un documento durissimo di accusa verso le Istituzioni. Ma anche la volontà ferma di non mollare e di voler mettere in piedi qualsiasi forma di protesta, anche la più eclatante, possa essere utile ad evitare il totale abbandono del territorio dell'entroterra maceratese colpito dal terremoto e il conseguente, inevitabile spopolamento.
La riunione dei titolari delle strutture ricettive comprese nel cratere dei Monti Sibillini ha avuto come esito l'unanime protesta verso chi non ascolta le ragioni e le necessità di una intera popolzione, tanto che si parla di "condanna a morte per l'entroterra e le imprese del comparto turistico, produttivo e artigianale".
Il testo integrale del documento non lascia spazio a interpretazioni di alcun tipo. E una frase colpise particolarmente, una metafora che recentemente anche chi scrive aveva usato per far capire come stanno andando le cose: "L'entroterra fra 50 anni sarà forse metà turistica di passaggio per vedere le macerie del più grande sisma degli ultimi 300 anni. Per Pompei il Vesuvio, per noi il terremoto”.
"La condanna è scaturita dal rifiuto dell’applicazione dell’area NO-TAX e della richiesta di annullamento delle quote fisse relative alle utenze (min.3 anni) a tutte le attività produttive e ai cittadini residenti nel cratere.
Questi emendamenti rappresentano l’unica speranza di far ripartire territori letteralmente a terra dopo le scosse e di dare occupazione alle comunità di cui si teme lo spopolamento.
Non riusciamo a capire come mai lo Stato non ha applicato il testo di questo documento (qui) di vitale importanza per gli abitanti e per le attività turistico/ricettive dell’area del cratere. In Emilia sono state fatte le zone franche urbane, guarda caso per noi tutto ciò non è stato possibile. Quando rispetto a loro abbiamo Comuni completamente distrutti.
Grazie Stato! Il processo di distruzione economica e psicologica che stanno toccando con mano quotidianamente gli abitanti e gli operatori economici dell’area del cratere è imputabile unicamente allo Stato ed ai suoi governanti, capaci di creare disagi ben maggiore della calamità che ci ha colpiti: uno Stato che non sa decidere, che non sa dare risposte né chiare né tempestive, uno Stato che non dà punti di riferimento proprio per scoraggiare i cittadini e farli perdere nei meandri della burocrazia, uno Stato inefficiente e disinteressato nei confronti di coloro che stanno vivendo un dramma ancora più grande del Terremoto perché le scosse sono diminuite ma NON si riesce ancora minimamente a vedere la speranza di poter ripartire.... anzi prima ancora di poter sopravvivere!!!
Non ci si rende conto (o forse meglio fa comodo fare finta di niente!!!) che senza sgravi fiscali, senza decontribuzioni previdenziali, senza tagli alle utenze, senza fondi VERI per finanziare i pochi “eroici” imprenditori (e per tali intendiamo i piccoli artigiani e commercianti, o i titolari di piccoli insediamenti produttivi....perchè di questo parliamo, questo è il nostro reale tessuto socio-economico se qualcuno ancora non se ne è accorto!) che stanno provando a resistere o che si dovrebbe provare ad attrarre, resta solo una prospettiva per il futuro, che è lì ad attenderci proprio dietro l'angolo: fallimento. Fallimento di tutte le attività ricettive e non e relativo spopolamento dei comuni del cratere i quali abitanti, l’80%, vivono di solo turismo, agricoltura, artigianato, commercio e cultura.
Diteci come riusciamo a pagare ciò che abbiamo descritto sopra se dal 24/08/2016 le nostre attività non hanno più fatturati e i costi fissi quotidiani vanno avanti imperterriti (luce, acqua, gas, tari, imu, telefono e i contratti di assistenza tecnica, siae, rai, consulenze di professionisti ecc. Tutto ovviamente obbligatorio per legge!).
Queste spese fisse dobbiamo comunque pagarle. Ad esempio le fatture del gas e della luce solo il 30% del costo è addebitabile ai consumi effettuati....tutto il resto se ne va in quote fisse, accise, iva.... neppure su questo sarebbe lecito attendersi un intervento che renda sostenibile ciò che non lo è, o meglio che neanche è concepibile accettare!!
Lo sappiamo benissimo che i Comuni del cratere vi interessano poco. Il motivo è semplice: hanno poca popolazione e questo per coloro che intendono governarci equivale a dire pochi voti e pochi consensi.... questi SI' che sono gli UNICI numeri che interessano la nostra classe dirigente e sui quali si affollano i loro pensieri..... altro che quelli delle utenze, dell'incidenza delle tasse, del calo demografico che sta perpretando un fenomeno tangibile di spopolamento!!!!
Lo Stato ci ha abbandonato completamente dicendo grandi bugie sui mass media: “è tutto a posto, è tutto sotto controllo”. Non è vero niente di ciò che comunicate, tutte falsità..... la verità è una sola: nei territori colpiti dal sisma NIENTE è a posto, NIENTE è sotto controllo e NIENTE funziona, ci sono ritardi sotto gli occhi di tutti, non ci sono tempi e procedure certe su NIENTE..... e nel frattempo le nostre Comunità rischiano di scomparire.
Ci rivolgiamo a quei pochi politici, locali e non, che dicono di avere realmente veramente a cuore il destino dei propri concittadini, ed in particolare di quei loro concittadini che sono stati profondamente colpiti dal sisma.
Aiutateci! Aiutateci perché il futuro delle attività produttive, turistiche e commerciali dell’area del cratere sono nelle vostre mani.
Se non verranno applicati i punti contenuti nei documenti da noi richiesti per noi è la fine totale! E relativo spopolamento di questi paesi meravigliosi i quali diverranno un deserto cosparso di macerie. E fra 50 anni sarà forse metà turistica di passaggio per vedere le macerie del più grande sisma degli ultimi 300 anni. “Per Pompei il Vesuvio, per noi il terremoto”.
Ma ricordatevi, politici, noi popolo dell’entroterra e della montagna siamo persone determinate e tenaci.......non vogliamo rinunciare ai nostri diritti e non vi permetteremo, con tutti i mezzi leciti che ci saranno consentiti, di lasciar morire le nostre terre.
Noi chiediamo urgentemente l’approvazione del documento precedente “Ci sentiamo soli, abbandonati e sfruttati dallo Stato” perché senza questo non riusciremo a fare un programma di rilancio turistico del territorio dato che massimo entro un anno l’80% delle attività dell’area del cratere saranno fallite.
Siamo stremati a livello psicologico ed economico ma vi ribadiamo che il popolo della montagna venderà cara la sua pelle.
Il nostro documento precedente è di vitale importanza per le attività ricettive del cratere. Questo è stato totalmente ignorato da parte di qualche organo istituzionale che copre un ruolo determinante nell’area del cratere: ossia nemmeno letto. Ci snetiamo offesi e ridicolizzati da questo atteggiamento irresponsabile!
In merito alla nostra richiesta contenuta nel documento precedente relativa al rientro degli sfollati verso il proprio comune di appartenenza possiamo affermare senza pericolo di smentita che l’obiettivo delle istituzioni è quello di lasciare la situazione esattamente come è. Di fatto le nostre imprese ricettive hanno accolto la richiesta di disponibilità da parte della regione fino al 31.12.2017 dato che ci avevano comunicato che avrebbero avuto urgente bisogno di spostare gli sfollati dalla costa verso l’entroterra.
Proprio come riportato nel documento precedente la nostra richiesta riguardava un accordo “VUOTO PER PIENO” almeno per la stagione estiva, oltre all’aumento della tariffa pro capite giornaliera riconosciuta sino ad ora qaule elemento fondamentale per evitare di operare in perdita gestionale. Cosa è successo? In parte gli sfollati rimarranno nelle strutture della costa dove sono attualmente ospitati e gli altri spostati in strutture ricettive limitrofe.....NON C'E' BISOGNO DI AGGIUNGERE ALTRO, TUTTO IN PERFETTA SINTONIA CON LE QUESTIONI SOLLEVATE E CON UN CHIARO PIANO DI FAR SPOPOLARE DEFINITIVAMENTE L'ENTROTERRA!".
Le conclusioni della riunione vengono racchiuse nelle ultime righe del documento:
"Ci avete bloccato le strutture, ci avete preso per in giro, ci avete danneggiato al massimo bloccandoci le prenotazioni per il periodo estivo, non mandandoci nessun ospite sfollato e nello stesso tempo bloccandoci l’ipotetico arrivo di nuovi ospiti e gruppi. Le nostre strutture, dunque, sono vincolate al vostro contratto di ospitalità ma nella realtà sono di fatto semi-vuote e stanno operando in perdita!!!
Riepiloghiamo brevemente la storia che di ciò che è accaduto in merito a quanto sopra.
Circa un mese fa tutte le strutture della zona del cratere, quelle che già ospitavano sfollati, hanno aderito su richiesta della regione Marche, di proseguire e/o ampliare l’offerta di posti letto per ospitare gli sfollati del sisma. Ci hanno chiesto di comunicare i posti disponibili di ogni singola struttura dato che avevano urgente bisogno di liberare le strutture del mare e riavvicinare gli stessi ospiti ai loro comuni.
Il risultato di questa loro richiesta è che la situazione è rimasta pressoché immutata.
Le nostre strutture sono vincolate fino al 31.12.2017 con la Regione Marche. Con questo vincolo non possiamo prendere prenotazioni da parte di turisti; il “vuoto per pieno” richiesto e l’aumento della tariffa completamente ignorati. Risultato: fatturati azzerati, strutture utilizzate solo in minima parte ed a prezzi di sopravvivenza, perdite gestionali che si stanno accumulando, impossibilità ad accettare nuove prenotazioni da parte di clientela “esterna” per il vincolo imposto dalla Regione a favore defgli “sfollati”......Tradotto: lo Stato sta facendo fallire le poche strutture ricettive rimaste!!!!
Non abbiamo più parole per definire il vostro comportamento, il vostro modo di gestire l’emergenza ed il vostro non rispetto e menefreghismo che state adottando nei confronti delle strutture ricettive del cratere. Una cosa è ormai certa: che a voi dello spopolamento dei comuni del sisma e relativo riavvicinamento delle persone sfollate non ve ne frega nulla. Basta vedere tutta la stampa delle ultime settimane per capire che gli sfollati verranno trasferiti su altri campeggi ma sempre sulla costa. Dell’entroterra e quindi dei comuni più colpiti, ma ancor di più delle strutture agibili già martoriate dagli eventi ma che già ospitano gli ospiti sfollati, pochissimi, e che potrebbero ospitarne degli altri consentendo il loro rientro verso casa, non se ne parla per niente.
L'unica strada che ci rimane è quella di dare seguito ad ogni forma di protesta LECITA E PACIFICA, MA SICURAMENTE BEN VISIBILE E TANTO RUMOROSA, PER DENUNCIARE A TUTTA ITALIA COME STANNO VERAMENTE LE COSE, MOLTO DIVERSE DALLE FRASI AD EFFETTO CHE RIEMPIONO I PROCLAMI CHE QUALCUNO QUOTIDIANAMENTE LANCIA ALLA STAMPA.
E' ORA DI DIRE “BASTA” DI FRONTE A TANTO MENEFREGHISMO......E' ORA CHE OGNUNO SI ASSUMA LE RESPONSABILITA' DEL PROPRIO OPERATO!".
La gestione post sisma sta mettendo in luce giorno dopo giorno situazioni sempre più assurde, spesso ai limiti della fantascienza. Se non fosse che poi le conseguenze ricadono pesantemente sui cittadini.
L'ennesimo caso che suscita quantomeno indignazione riguarda la decisione del Dipartimento dei Vigili del Fuoco di assegnare la gestione della mensa della cucina da campo presso il campo base di Arquata a una ditta privata con i prezzi di ogni singolo pasto che sono lievitati dai 3,80 euro della gestione dei Vigili del Fuoco ai 10 euro a pasto attuali.
L'allarme arriva dalle organizzazioni sindacali di Cgil Cisl Uil dei Vigili del Fuoco, "indignate dalla decisione che il Dipartimento VVF ha assunto, in maniera del tutto unilaterale, in merito alla gestione della cucina da campo presso il campo base di Arquata, cucina che va considerata a tutti gli effetti “un‘attrezzatura tecnica di soccorso” visto che è un tassello fondamentale del sistema di colonna mobile Regionale dei Vigili del Fuoco delle Marche.
Nessuna richiesta è stata fatta dai Vigili del Fuoco per far assegnare la gestione della mensa mobile ad una ditta privata, né si sono verificate situazioni problematiche che hanno obbligato in tal senso la scelta del Dipartimento, che con tale decisione ha di fatto obbligatoriamente assegnato a privati la gestione delle attrezzature ed il confezionamento dei pasti. La decisione è stata assunta senza il minimo confronto con la Dirigenza locale che si è vista “calare dall’alto” un provvedimento assurdo che non rispetta l’egregio lavoro svolto dai colleghi fino ad oggi e non coglie di certo, a parere delle scriventi, l’obbiettivo di risparmiare.
Perché si parla di risparmio quando il singolo pasto confezionato dalla ditta avrà un costo quasi tre volte superiore a quello del confezionato in proprio? Con la gestione dei VVF il costo per la fruizione di un pasto è di 3,80 euro, con la ditta privata il costo sarà intorno ai 10 euro a pasto. Di quale risparmio sta parlando l’amministrazione?
Oltretutto sembra che personale VVF continuerà ad essere inviato in missione presso la cucina da campo regionale ma non più per il confezionamento dei pasti: con quali mansioni? Le attrezzature che compongono la cucina da campo dei Vigili del Fuoco in gestione al Comando di Macerata è costata circa 500.000 euro, di cui 200.000 investiti alla fine dello scorso anno per completarne l’assetto definitivo ed avere un’attrezzatura perfettamente funzionale in grado di garantire nel giro di poche ore centinaia di pasti in totale autonomia in scenari emergenziali complessi in cui è impossibile usufruire di strutture o utenze in loco. Perché quindi dare in mano ad una ditta privata un bene dello Stato costato così tante risorse economiche dei cittadini, per permettere alla stessa di fare profitto sfruttando tale bene?
Non sappiamo se ci siano i presupposti per un intervento della Corte dei Conti o della Magistratura, ma ci sconcerta che un’attrezzatura di soccorso dei VVF, senza nessun motivo apparente, sia assegnata ad una ditta privata oggi dopo più di sei mesi di gestione interna dei Vigili del Fuoco, gestione che ha funzionato in maniera egregia anche in momenti di estrema difficoltà come quelli vissuti in occasione delle persistenti nevicate di metà gennaio. Rimaniamo convinti che le cose non accadano a caso, qualcuno ha già una sua strategia da attuare e probabilmente si immagina magari in nome del risparmio di dare in gestione anche il soccorso tecnico urgente!
"Volete aiutare le Marche? Andate a visitare le bellezze del nord della Regione, lontane dalle zone terremotate": sembra incredibile ma è tutto vero. L'invito a stare alla larga dalle zone terremotate del centro sud delle Marche è arrivato nei mesi scorsi indovinate da chi? Dall'Ufficio Turismo e Commercio della Regione Marche!
Sembra un romanzo di Kafka, ma invece è la realtà di questa disastrata regione dove, oltre a calamità di ogni genere, si aggiunge anche una politica assurda che, alla luce di quanto sta succedendo, non fa altro che alimentare l'idea che ci sia un vero e proprio disegno di spopolamento del territorio devastato dal sisma.
L'e-mail partita dall'Ufficio Turismo e Commercio della Regione è stata inviata a novembre, quindi subito dopo le devastanti scosse sismiche di fine ottobre agli operatori del settore turistico e della ricettività. E oggi, alla luce di un rilancio di cui non si vede neanche l'ombra, questa comunicazione assume un carattere ancora più inquietante, oltre che assurdo.
Il testo della mail recita testualmente: "Gentilissimi, come sapete le Marche stanno vivendo, a seguito del sisma di agosto e ottobre, un periodo di sofferenza per le ferite portate alle famiglie, alle case, alle nostre montagne e all’immenso patrimonio culturale della nostra regione. Crediamo tuttavia che il modo migliore per aiutare le Marche sia visitarle e cogliere le occasioni che gli eventi in corso in questo periodo, come le grandi mostre di Osimo, Loreto, Senigallia, Ancona e Urbino e i mercatini natalizi dei borghi storici e città d’arte della provincia di Pesaro-Urbino sanno offrire. Vi alleghiamo pertanto il calendario degli eventi di Natale e vi invitiamo a diffonderlo”. “Siamo a disposizione – prosegue la mail – per invio di immagini e di altre informazioni sul patrimonio culturale colpito e le iniziative di solidarietà che sono in corso. A tal proposito vi invitiamo a vedere la nuova pagina facebook della Regione Marche ‘Salviamo i tesori delle Marche’ che documenta le operazioni di salvataggio del patrimonio diffuso tra i Monti Sibillini”.
E mentre da sei mesi si attende un benchè minima bozza di programma di rilancio del settore turistico delle zone colpite dal terremoto, leggere queste righe lascia non solo perplessi, ma anche fortemente amareggiati: esiste dunque veramente una differenza di fondo fra le Marche del nord e quelle del sud? Chi prende queste decisioni scellerate che rischiano di lasciare nell'isolamento totale una larga fascia della popolazione marchigiana? Ecco: queste potrebbero essere domande da rivolgere ad esempio venerdì al presidente Luca Ceriscioli che sarà a Tolentino insieme a Errani per parlare... di terremoto.
Avete presente la reazione del bambino che aspetta con trepidazione e speranza di aprire il suo regalo, immaginando che all'interno ci sia una playstation nuova mentre invece quando la scarta dentro la scatola trova le mutande e le canottiere regalate dalla nonna? Ecco. Immaginate che i terremotati abbiano fatto la stessa faccia, fra l'incazzato - disgustato e deluso, quando è stata emessa la nuova ordinanza del commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani.
Tutti stiamo aspettando di sapere se e quando partirà un abbozzo di ricostruzione, se e quando verranno spostate almeno le macerie. Insomma, a distanza di mesi dagli eventi sismici ci aspettiamo che da un momento all'altro la situazione si sblocchi e finalmente si parta con questa oramai famigerata ricostruzione. E lo strumento per ripartire, sono senza dubbio le ordinanze del commissario. Così, quando ieri, 13 marzo, è stata registrata l'ordinanza numero 17, eravamo certi che qualcosa cambiasse. Ecco. Tornate ad immaginare la faccia del bambino quando vede le mutande invece della playstation.
Volete sapere di cosa tratta la nuova ordinanza di Errani? Parla della "Disciplina delle modalità di effettuazione delle erogazioni liberali ai fini della realizzazione di interventi per la ricostruzione e ripresa dei territori colpiti dagli eventi sismici".
Ora, con tutto il rispetto, la disciplina delle donazioni era una delle priorità da affrontare? E, soprattutto, per quale motivo la volontà del donante viene dirottata con un'ordinanza del commissario per la ricostruzione? Siamo su scherzi a parte?
Per dovizia di particolari riportiamo la parte iniziale dell'ordinanza rubricata "Modalità di effettuazione delle erogazioni liberali" in cui si legge
"1. Le erogazioni liberali di cui al precedente articolo 1 (ma quale precedente se questo è l'articolo 1?) possono essere effettuate secondo le seguenti modalità:
a) donazioni raccolte mediante il numero solidale 45500 e i versamenti sul conto corrente bancario attivato dal Dipartimento della protezione civile ai sensi di quanto previsto dall'articolo 4 dell'ordinanza del Capo del Dipartimento della protezione civile 28 agosto 2016, n. 389, come sostituito dall'articolo 4 dell'ordinanza 1° settembre 2016, n. 391;
b) versamenti diretti sulla contabilità speciale intestata al Commissario Straordinario ed aperta presso la Tesoreria Provinciale dello Stato di Rieti;
c) versamenti diretti, con specifica destinazione, sulla contabilità speciale intestata al Commissario Straordinario ed aperta presso la Tesoreria Provinciale dello Stato di Rieti;
d) donazioni, formalizzate nei modi e nelle forme previste dagli articoli 782 e seguenti del codice civile, secondo lo schema di contratto di cui all’allegato “B” della presente ordinanza;
e) donazioni con specifica destinazione, formalizzate nei modi e nelle forme previste dagli articoli 782 e seguenti del codice civile, secondo lo schema di contratto di cui all’allegato “A” della presente ordinanza.
Da un punto di vista giuridico suscita non poche perplessità una disciplina così dettagliata di una normativa regolata dal codice civile e che dunque riguarda i rapporti tra privati. Ricordiamo infatti che l'ordinanza è una fonte giuridica di secondo grado che assume un ruolo centrale ed eccezionale solo nelle situazioni di emergenza formalmente dichiarate. Tuttavia ciò avviene per motivi espressamente indicati di urgenza, contingenza e necessità. In questo caso e a distanza di sei mesi dal sisma (lo stato di emergenza dura 180 giorni prorogabili solo per altri 180 giorni) stupisce che si disciplinino le liberalità PRIVATE e non invece i contributi PUBBLICI per la ricostruzione...
La domanda resta sempre quella... che non ci siano le risorse per ricostruire? D'altronde, consentiteci il vezzo scaramantico, cosa ci si può aspettare dall'ordinanza del commissario n.17 ed emessa il 13 marzo (!)?
Ammettetelo, ci volete prendere per stanchezza... Non tornavo a Visso da mesi, tanti mesi. Da quando il terremoto ha devastato il paese, rendendolo una sorta di città fantasma, come tutto l'entroterra maceratese. E mai avrei pensato che tutto fosse rimasto come allora. In cinque mesi non è cambiato assolutamente nulla, a parte il ponte realizzato dai vigili del fuoco per l'accesso alla zona rossa e inaugurato stamattina.
Non solo ancora non c'è neanche una parvenza di ricostruzione, ma addirittura le macerie sono tutte esattamente nello stesso posto in cui si trovavano cinque mesi fa, dopo essere crollate dagli edifici. Nella zona rossa di Visso (ma come a Visso in tutti gli altri Comuni devastati dal sisma), il tempo si è fermato ad ottobre. Da allora non è successo più niente. Niente. Quando sono entrato stamattina in centro, attraversando quel breve tunnel costruito dagli encomiabili e infaticabili vigili del fuoco, non ho saputo trattenere un moto di rabbia, una profonda incazzatura che mi ha portato a filmare tutto e a trasmetterlo in diretta. Qui non solo non si parla di ricostruzione, ma non si è stati capaci neanche di togliere le macerie, di dare almeno una parvenza di voler far tornare questi posti meravigliosi com'erano un tempo.
Scrive un amico su Facebook: "Ottobre 2001 / maggio 2002, 7 mesi per portar via le macerie delle torri gemelle, circa 5 milioni di tonnellate dal centro di New York. Qui da noi ancora devono portare via tutto. Con queste premesse mettiamoci l'anima in pace, non ce la faremo mai". Parole sante.
All'indomani del sisma, scrissi che niente sarebbe stato più come prima. Ma intendevo che le nostre vite sarebbero state segnate indelebilmente dal terremoto. Ora invece quelle parole assumono un valore diverso, purtroppo quasi di profezia: niente sarà più come prima, perchè queste meravigliose perle incastonate nei Sibillini rischiano di restare solo un ricordo da tramandare nei libri di storia. Avete presente Pompei? Ecco, un qualcosa del genere. Di questo passo, fra cinquant'anni arriveranno (allora sì) frotte di turisti a farsi la foto ricordo sulle macerie di Visso, Ussita, Castelsantangelo, Pieve Torina e via dicendo. "Qui un tempo c'erano dei bellissimi paesi che nell'ottobre del 2016 vennero distrutti da un forte terremoto. La gente fu costretta ad andarsene e non tornò più": voi che comandate, voi che prendete le decisioni, voi che scegliete il nostro futuro, sì dico a voi. Noi non vogliamo fare questa fine. La gente vuole tornare nelle proprie case, vuole tornare alla propria vita, alle proprie abitudini, alla propria quotidianità.
In cinque mesi (quasi sette, se partiamo dal sisma di agosto), non si sta neanche ipotizzando una bozza di ricostruzione, mentre si spendono vagonate di soldi per tenere le persone negli alberghi e in autonoma sistemazione Vagonate: oltre trenta milioni di euro da quando è iniziata l'emergenza. Vogliamo dire che con trenta milioni non si poteva almeno iniziare la ricostruzione leggera e riportare a casa migliaia e migliaia di sfollati? Invece no. Qui non arrivano neanche le casette di legno. Pare che si speri (pare e speri... verbi da cui già traspare la certezza in cui ci si sta muovendo, ndr) di averle prima del prossimo inverno. No vabbè, dai, state scherzando, no? Ma sì, perchè poi vediamo che a Norcia le casette (per quanto assegnate col tribale metodo dell'estrazione a sorte) sono arrivate. L'ex premier a Porta a Porta afferma "È fondamentale far ripartire il turismo perché Norcia se non riparte il turismo è morta. Io vorrei che si facesse tutti quanti insieme, senza far polemica su questi argomenti". Ma certo. Per par condicio bisogna aggiungere che ha anche detto "Io vorrei fare un appello: quest’anno andiamo in vacanza nelle Marche, in Umbria, in Abruzzo, andiamo in quei territori che sono stati colpiti dal terremoto". E qui, francamente, come marchigiano terremotato, mi sento decisamente preso per il culo. Signor Renzi, dove dovrebbero andare a fare turismo le persone a Visso, a Ussita, a Camerino, a Pieve Torina, a Muccia? Dove? In quali strutture ricettive, visto che sono tutte crollate o, quando è andata bene, inagibili?
La sensazione che noi marchigiani (del sud della regione, per essere precisi) siamo visti come cittadini di serie B, arriva anche dalla bozza di ordinanza che il commissario Errani ha presentato ai sindaci terremotati, con tariffe per la ricostruzione che non consentiranno neanche di coprire i costi di riparazione delle abitazioni. Pare che ci sia stato un intervento dei parlamentari marchigiani per far rientrare la vergognosa bozza preparata. Ma resta il fatto che qualcuno l'aveva pensata così. Magari immaginando che nelle Marche avessimo ancora l'anello al naso. No. Fatevene una ragione. "Qui non tornerà più nessuno. Ti fanno andare via anche la voglia di ricostruire" mi diceva stamattina un sindaco, mentre raggiungevamo la zona rossa di Visso. E un altro sindaco terremotato, di un piccolo Comune, faceva presente all'assessore Sciapichetti "ho fatto anticipazioni di cassa per 480mila euro. Se non arrivano i soldi, non riusciremo più neanche a pagare i dipendenti". Capite in quale situazione ci stiamo muovendo? Capite che con le vagonate di soldi che si spendono ogni mese per l'emergenza (non per la ricostruzione!) non si andrà molto lontano, perchè si tratta di cifre talmente ingenti che difficilmente potranno essere coperte ancora per molto tempo dallo Stato? E i sindaci, poveri cristi, devono metterci la faccia tutti i giorni di fronte ai loro cittadini. A cui non sanno e non possono dare risposte.
A questo punto, non ci si può più nascondere. È ora di giocare a carte scoperte. Dietro questa lentezza disarmante, capace di portare la gente allo sfinimento fisico e morale, c'è una volontà politica di portare via la gente da un entroterra che non rappresenta un bacino elettorale particolarmente allettante? Si è deciso che la gente dovrà spostarsi tutta verso la costa? In tanti questa decisione, sotto certi aspetti inevitabile, l'hanno già presa. Soprattutto le famiglie più giovani. E ogni giorno che passa, quest'idea sale nella testa di un numero sempre maggiore di persone. Se, perchè a questo punto il dubitativo è d'obbligo, dovesse iniziare la famigerata ricostruzione, quanti anni durerà? Cinque? Sei? Dieci? Venti? E a quel punto saranno ricostruiti dei bei paeselli nuovi di zecca, fatti di tutte seconde e terze case di chi in quei posti andrà a passarci qualche giorno di ferie. Mentre la popolazione indigena non esisterà più. Vogliamo questo? I marchigiani, testardi e incazzosi, vogliono lasciarsi fare questo o hanno intenzione di reagire in qualche modo? Purtroppo vediamo rassegnazione, scoramento, anche qualche figlio di buona donna che cerca di approfittare della situazione. Sì, per carità, ci staranno anche questi. Ma la stragrande maggioranza vorrebbe solo tornare a casa. Una semplice, banale, ovvia richiesta che, di fronte a una gestione dell'emergenza come quella che stiamo vivendo, si sta trasformando in una montagna insormontabile. È necessario reagire. Adesso o mai più.
Quanti sono gli stranieri in provincia di Macerata? E quali sono le etnie maggiormente presenti? In quale città vive il maggior numero di stranieri? Una serie di interessanti statistiche è stata diffusa dal portale www.tuttitalia.it e abbiamo analizzato i dati più indicativi per quanto riguarda la provincia di Macerata.
Gli stranieri residenti in provincia di Macerata al 1° gennaio 2016 sono 32.477 e rappresentano il 10,1% della popolazione residente. La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dalla Romania con il 15,4% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dalla Repubblica di Macedonia (11,0%) e dall'Albania (10,2%). I cittadini provenienti dal Pakistan sono il 9,25%, mentre quelli che arrivano dalla Repubblica Popolare Cinese sono il 7.78%. Non molti i cittadini provenienti dall'Africa con l'etnia marocchina che risulta essere quella maggiormente rappresentata con poco più del 6%.
Va ricordato che sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.
La città della provincia con la più alta concentrazione di stranieri è Porto Recanati, oltre un quinto della popolazione complessiva: il 22,27%. Qui sono i senegalesi ad essere più presenti con il 15,7%, seguiti dai cittadini del Pakistan (15%) e da una nutrita rappresentanza proveniente dal Bangladesh: quasi l'11%. Gli europei più presenti sono romeni (8,61%) e albanesi (7,75%).
A Macerata, la percentuale di stranieri non arriva al 10%: sono il 9,2% della popolazione complessiva, per lo più provenienti dall'Est. I più presenti sono infatti gli albanesi (12%), i romeni (9.1%) e i macedoni (8,9%). La comunità africana più rappresentata è quella nigeriana (5,27%), seguita da quella marocchina (4,99%). Dal continente asiatico, invece, gli indiani sono il 6,85%. Ben rappresentata anche la comunità peruviana con il 6.64%.
A Civitanova, dove gli stranieri sono 4016, in totale il 9,6% della popolazione, sono i cinesi ad essere i più rappresentati al 16,5%, seguiti dai romeni (15,2%) e dai pakistani (13,3%). Decisamente meno rappresentate le altre etnie: Ucraina al 6,55%, Marocco al 3,49% ed Ecuador all'1,52%.
Recanati fa registrare una delle percentuali più basse di presenza di stranieri in provincia di Macerata: 1593 pari al 7,5% della popolazione.Quasi la metà è di etnia albanese (20,7%) e romena (20,7%). Presenti anche macedoni (12,5%), marocchini (8,16%) e pakistani (6,65%).
A Tolentino gli stranieri sono 2322, pari all'11,6% della popolazione. Il 14,9% è albanese, il 12,1% macedone, il 10,4% kosovaro e il 9,78% romeno. Presenti anche diversi cinesi (8,27%), indiani (6,72%), senegalesi (8,66%) e una esigua rappresentativa peruviana: l'1,89%.
Potenza Picena conta l'8,5% di stranieri sul proprio territorio comunale, con ampie presenze dalla Romania (15,3%), Macedonia (11,9%) e Albania (11,3%).
Per quanto riguarda le altre città, si conferma una larga presenza di pakistani a Corridonia (il 27,2%) su un totale di 1696 stranieri: l'11% della popolazione. A San Severino gli stranieri sono l'8,9% del totale con ben il 32,7% di albanesi, il 17,4% di romeni e l'8,2% di indiani. A Camerino la percentuale di stranieri è dell'11%: il 14,8% arriva dalla Romania, l'11,4% dalla Cina e l'8,8% dall'Ucraina. Curioso a Gagliole: gli stranieri sono appena 45, il 7,3% della popolazione e quasi il 30% arriva dalla Repubblica Popolare Cinese.
E' evidente che, alla luce degli eventi sismici degli ultimi mesi, la situazione potrebbe essersi modificata sensibilmente.
Allora, prima di procedere alla pubblicazione del comunicato odierno di Forza Italia (inoltrato non da Forza Italia, non dal Comune di Tolentino, ma dal comitato Pezzanesi Sindaco) è giusto e doveroso fare un riassunto delle puntate precedenti, per evitare che al lettore sorga il dubbio di non aver ben compreso di cosa si stia parlando.
Partiamo dall'inizio: la storia d'amore ha radici profonde e trova la sua massima espressione quando la coalizione di centrodestra guidata da Pezzanesi espugna un feudo rosso come Tolentino, da oltre un ventennio governato dalla sinistra. All'epoca, corre l'anno domini 2012, e il soggetto politico dove sono confluite le diverse anime del centrodestra si chiama Popolo della Libertà. Al suo interno c'è anche una componente di Forza Italia che riesce a portare in consiglio comunale due suoi esponenti, Carmelo Ceselli e Antonio Trombetta. La storia d'amore fra Pezzanesi e Forza Italia è subito intensa, ma come tutti i grandi amori inevitabilmente va incontro a delle crisi. Le prime avvisaglie sono interne al partito stesso, tanto che Antonio Trombetta esce dal gruppo Forza Italia ed entra nel gruppo misto. L'unico rappresentante forzista resta ufficialmente Ceselli. La storia d'amore va avanti sempre più travagliata, fra le rivendicazione degli azzurri, che per mesi e mesi chiede la sua rappresentatività in Giunta, senza mai trovare corrispondenza d'amorosi sensi. Fin quando, alla fine, Ceselli sbotta, chiude la porta ed esce dalla maggioranza.
Ma all'orizzonte ci sono di nuovo le elezioni. Fratelli d'Italia e Lega manifestano pubblicamente il proprio appoggio alla ricandidatura di Pezzanesi e... anche Forza Italia. Una decisione politicamente quasi inevitabile per evitare l'isolamento politico. Ma quale Forza Italia appoggia Pezzanesi? Alla conferenza stampa di ufficializzazione della candidatura del sindaco uscente, preannunciata da un comunicato (qui) a firma della coordinatrice provinciale Lorena Polidori (alla quale, peraltro Carmelo Ceselli il giorno dopo scriverà una lettera rovente, nella quale fra l'altro le chiede come mai fino al giorno prima cercasse la strada per poter appoggiare l'eventuale candidatura dell'ex presidente del consiglio comunale Mauro Sclavi), presenziano la stessa Polidori e Trombetta, confermando il sostegno di Forza Italia a Pezzanesi. Dopo qualche giorno, a seguito di un coordinamento regionale del partito, il coordinatore regionale Remigio Ceroni dichiara (qui) che le alleanze a Tolentino sono ancora tutte da verificare, di fatto azzerando la presenza di Polidori e Trombetta alla conferenza stampa del sindaco uscente.
Oggi, il nuovo capitolo della saga. Forza Italia (sì, ma quale...?) è vicina all'accordo con Pezzanesi. Questo il testo del comunicato: "Un incontro all'insegna della cordialità, correttezza, trasparenza e alla ricerca della condivisione programmatica, quello che si è svolto nel pomeriggio di venerdì tre marzo tra il sindaco di Tolentino, Giuseppe Pezzanesi, ed il Coordinatore Regionale di Forza Italia, il Sen. Remigio Ceroni, accompagnato dalla Vice Coordinatrice Regionale, Barbara Cacciolari, e dal consiglierecomunale Carmelo Ceselli (quindi, Polidori e Trombetta immortalati in tanto di foto ufficiale, quale Forza Italia rappresentavano? ndr)
L'appuntamento, accolto dai vertici di Forza Italia all'indomani di una manifesta disponibilità del Sindaco Pezzanesi al confronto, ha visto la trattazione di vari argomenti.Innanzitutto l'attività consiliare svolta nel quinquennio dai rappresentati di Forza Italia nell'Assise cittadina, poi, sono state esaminate le ragioni per le quali nel corso del mandato sono nati motivi di attrito. Il confronto si è sviluppato sul piano programmatico facendo registrare interessanti aperture volte ad una possibile condivisione, necessaria al proseguimento della collaborazione. Individuata anche la scala delle priorità con in primo piano la ricostruzione post terremoto, il sostegno alle attività economiche e produttive, fortemente compromesse dal sisma, e una forte attenzione alle problematiche del sociale in un momento in cui la crisi economica e il terremoto hanno accentuato le difficoltà e i disagi che vivono le famiglie.Un incontro che riporta grande serenità tra le parti dopo alcune incomprensioni e lascia presagire il probabile ed importante sostegno di Forza Italia alla prossima candidatura per il secondo mandato a Sindaco di Giuseppe Pezzanesi.“Sarebbe un risultato auspicabile – conclude il Primo Cittadino – a conferma di un dialogo mai venuto meno, ricco di confronti e scambi di vedute densi di determinazione da entrambe le parti a dimostrazione che tutta l'area moderata delle liste civiche ed il centro destra possano continuare uniti e compatti nelle intenzioni e nei fatti, consolidando la continuità e la concretezza di un' esperienza amministrativa ottimale per l'economia, il sociale e la cultura di questa magnifica realtà cittadina".
Speriamo che ora sia tutto più chiaro.
Carabiniere di 45 anni, padre di due figli, muore a Monte San Giusto, travolto dall'auto in fuga di un malvivente. Quali sarebbero state le reazioni? Quali sarebbero stati i titoli dei nostri giornali? Di cosa staremmo parlando oggi?
Invece no. E' successo che il carabiniere di 45 anni, padre di due figli, carriera immacolata, mai un colpo sparato in servizio dall'arma di ordinanza, ha sparato prima di essere investito, centrando alla testa il malvivente in fuga. E sui social si scatena la guerra fra colpevolisti, innocentisti, ha fatto bene, ha fatto male, ha fatto e basta.
E dal piano etico si è immediatamente scivolati sul piano politico: chi difende l'operato del carabiniere viene bollato come "fascista", chi ritiene che il militare abbia esagerato premendo il grilletto è invece il "buonista" di turno. E in tutto questo ecco intervenire la politica, in primis il leader della Lega Matteo Salvini che preannuncia la sua presenza sabato a Monte San Giusto e chiede un encomio per l'appuntato che ha sparato.
Siamo sicuri di voler lasciare in mano alla Lega e a Salvini la difesa del carabiniere? Francamente no. Non ne siamo sicuri per niente. Se la dinamica dei fatti sarà confermata dalle indagini, sarebbe ignobile lasciare che sia Salvini a ergersi a salvatore della Patria e difensore delle istituzioni. D'altronde, come si fa a chiedere l'encomio per chi, eventualmente, non ha fatto altro che il proprio dovere (merce estremamente rara di questi tempi...)?
Eppure, al di là di quelle dei singoli cittadini (Monte San Giusto si è espressa chiaramente all'unisono...), non si sono levate voci da parte di nessuno, oltre la Lega, a difesa dell'istituzione Arma dei Carabinieri nelle vesti dell'appuntato coinvolto in questa tragedia. Se fosse accaduto il contrario, se a lasciarci le penne fosse stato il militare, già saremmo stati subissati di comunicati di cordoglio, vicinanza, affetto, e coccodrilli di ogni tipo. Con tanto di funerali di Stato. Dov'è quello Stato adesso?Intanto l'appuntato è stato indagato. Un cosiddetto atto dovuto. E ci mancherebbe altro che non fosse stato indagato: ha ammazzato una persona bisogna fare chiarezza su come sono andate le cose...
E' giusto, quindi, che il carabiniere subisca un'investigazione, come succede sempre in questi casi.Non è giusto pero' che venga condannato, se l'investigazione confermerà le dinamiche dell'accaduto descritte nell'immediatezza dei fatti.
Una precisazione dobbiamo comunque farla: il carabiniere è indagato e non imputato e c'è una grossa differenza. L'indagato è solo una persona sottoposta ad indagini preliminari, all'esito delle quali eventualmente il P.M. potrà anche chidere l'archiviazione degli atti. L'imputato è una persona che è sottoposta in tutto e per tutto ad un processo penale. Quindi non stiamo parlando di una condanna per omicidio (colposo legato ad eccesso di legittima difesa, ndr), ma di una procedura standard per verificare l'effettiva dinamica di quanto accaduto.
Purtroppo, quella che era nata come una norma a tutela dell'indagato è diventata una sorta di gogna mediatica, basandosi sul vecchio principio popolare secondo cui "se qui tuona, da qualche parte sta piovendo".
Detto questo, è chiaro che la vita delle persone oneste, quelle che non si sognerebbero mai di andare a mettere in pericolo volutamente la vita degli altri, debba essere tutelata in maniera prioritaria rispetto a quella di uno che per sua libera scelta ha deciso di dedicarsi al crimine. E che nel far ciò non si preoccupa minimamente di spedire all'altro mondo chiunque rappresenti un ostacolo al suo modo di vivere o a ciò che egli intenda realizzare. Ma proprio per questo non si può lasciare in mano a Salvini la difesa dell'ovvio.
La vicenda emotivamente sta coinvolgendo molto e da più parti si richiama all'equilibrio. Ma non vogliamo che col termine "equilibrio" si tenti di far passare quello che ormai è divenuto consuetudine, ossia dover subire (in nome di un concetto di "civiltà" tanto caro al politically correct) tutti i soprusi, perchè "nessuno tocchi Caino" (mentre Abele se la può prendere anche in saccoccia, no?), il Beccaria e via di slogan che appaiono talmente scollati dalla realtà da far pena solo a nominarli.
La realtà è che la gente è esausta, non ne può più di vivere nella paura, nell'incubo che qualcuno entri nella sua casa e non solo porti via oggetti e ricordi, ma metta a repentaglio la vita sua e dei suoi figli. Questa non è civiltà.
Se qualcuno ha sbagliato paghi. Ma non in nome di una "civiltà" che oggi viene calpestata e violentata da chi ha perso anche quella che un tempo era una sorta di "deontologia del crimine". Seminando il terrore fra la gente.
Richieste precise, ineluttabili, chiare: le pretendono i proprietari delle strutture ricettive del cratere dei Sibillini che stanno ospitando da mesi gli sfollati a causa del terremoto. E per mettere a punto unitariamente i punti cardine da presentare alle istituzioni preposte, domani (lunedì 27 febbraio) alle 16 tutti gli albergatori si incontreranno all'Hotel Eden di Sarnano in via De Gasperi.
Il documento che verrà sottoposto a tutti è già pronto ed è molto chiaro in ogni singola riga. Lo proponiamo integralmente in anteprima ai nostri lettori.
"Illustriamo nella maniera più sintetica ed esaustiva possibile la situazione delle strutture ricettive ubicate nel cratere a ridosso e sui Monti Sibillini.
In questo scenario ci troviamo di fronte a numerose situazioni di danno diretto ed indiretto che potremmo sintetizzare schematicamente:
- alcune imprese hanno subito danni strutturali determinandone l’inagibilità e la successiva chiusura post terremoto;
- molte altre hanno subito danni cosiddetti “ lievi” e subito riparati a spese dei gestori e proprietari per dare accoglienza immediata agli sfollati.
- ulteriori importanti danni riguardano il lato commerciale delle strutture ricettive. Gli eventi sismici hanno provocato nell’immediato la partenza anticipata dei nostri clienti, la cancellazione delle prenotazioni per i periodi successivi e la totale mancanza di domanda per l’immediato futuro. Per intenderci le festività natalizie sono trascorse con la totale assenza di richieste da parte dei turisti; quindi è facile capire la nostra preoccupazione per il crollo totale dei nostri fatturati nonché le prospettive pessime per l’immediato futuro.
Una situazione già difficile come quella del post 24 agosto è divenuta purtroppo gravissima in seguito alle scosse del 26 e del 30 ottobre scorsi e successive.
Non possiamo non evidenziare come le nostre imprese, che si sono sobbarcate l’onere dell’ospitalità delle persone terremotate, non possono essere messe ulteriormente in difficoltà con pratiche e procedure burocratiche macchinose di difficile attuazione. Inoltre dilatando ulteriormente i tempi di pagamento delle Fatture relative ai soggiorni si rischia di minacciare ancor più la tenuta economico/finanziaria delle stesse strutture ricettive, avviandole alla chiusura.
Vi facciamo notare inoltre:
- che la nostra categoria, sia a livello regionale che nazionale, si è attivata su richiesta della Federalberghi Nazionale nel mettere a disposizione immediatamente i posti letto per fronteggiare l’emergenza e dare un tetto dignitoso e servizi essenziali ai terremotati
- che solo successivamente sono state comunicate le condizioni economiche riconosciute per persona alloggiata per giorno e i termini di pagamento. E’ assolutamente inconcepibile chiedere, come effettivamente è successo, alle strutture ricettive di sostituirsi allo stato e finanziare fino a 90 giorni la permanenza delle persone ospitate a prezzi nettamente più bassi di quelli di mercato non considerando, quindi, l’evidente aumento dei costi (personale, materie prime, utenze, lavanderia, manutenzioni ordinarie e straordinarie, ecc.).
Oltretutto non riusciamo a comprendere come sia stato possibile utilizzare la stessa tariffa applicata post sisma dell’Emilia del 20 maggio 2012 (ordinanza Regione Emilia Romagna n°94 del 21/12/2012), quando da questo evento sono trascorsi più di 4 anni, evitando di prendere in considerazione il palese aumento dei costi gestionali. Inoltre va evidenziata la situazione climatica: in quel caso specifico si andava verso la stagione estiva mentre nel nostro caso verso quella invernale.
Infatti è facilmente comprensibile che le strutture ricettive montane, in pieno inverno, hanno dei costi completamente superiori a quelli delle strutture ricettive del mare, costi lievitati dal riscaldamento dei locali, dalle operazione di sgombro neve, dai danni causati dai continui distacchi dell’energia elettrica ecc.
In aggiunta va segnalato che le nostre strutture che stanno ospitando terremotati sono dovute ricorrere, a proprie spese, ad una rapida sistemazione dei danni cosiddetti “lievi”, ancor prima dell’uscita dell’ordinanza che ne prevedeva il riconoscimento.
I nostri paesi vivono, direttamente ed indirettamente, grazie ai flussi turistici estivi ed invernali legati al turismo ambientale, escursionistico, termale, commerciale e culturale.
La situazione attuale, anche alla luce di un’indagine fatta fra i colleghi, è semplicemente disastrosa:
- una parte delle strutture ricettive sono chiuse per inagibilità
- le altre strutture ricettive sono legate esclusivamente alla presenza di ospiti sfollati e con occupazione media sfavorevole alle gestioni
- un’occupazione parziale di alcune strutture ed altre senza occupazione, con problemi di riscossione in forte ritardo e costi gestionali elevatissimi; pertanto con il rischio della chiusura immediata post sisma e conseguente licenziamento del personale, oltre all’ ulteriore crollo di fatturato del turismo e del commercio della catena dei Monti Sibillini.
- Aprendo una parentesi riguardante il settore commercio che va di pari passo al disagio delle strutture ricettive, in quanto la realtà di piccolo paese già minata dalla crisi economica preesistente con il terremoto ha avuto il colpo finale. Alcuni sono stati costretti alla chiusura ed altri in base alla tendenza seguiranno la stessa strada nei mesi a seguire. In questa situazione vengono a mancare i punti di forza, le basi della nostra economia. Un esempio emblematico sono le partenze degli stranieri che avevamo ristrutturato casa ora inagibile, le seconde case perdute in egual modo con l’ultima forte scossa del 30 ottobre. Il fatturato legato ai proprietari delle seconde case perso completamente. Altra considerazione legata al danno economico diretto dall’allontanamento dei residenti dalle proprie case dopo l’ultimo sisma con sistemazione negli alberghi della costa o in aree messe temporaneamente a disposizione dove usufruiscono di vitto e alloggio garantito con le stesse organizzazioni che provvedevano e provvedono ancora con materie prime provenienti da altre fonti. Mentre sarebbe stato più giusto sostenere le attività del paese che equivalgono a posti di lavoro, Tari, Tasi, Irpef, ecc. Detto ciò senza un valido aiuto anche il commercio, come il turismo è di fatto al collasso.
- prospettive per l’immediato futuro: totale assenza di prenotazioni e richieste di soggiorno per i prossimi ponti festivi e per la stagione estiva 2017. Ma la tendenza negativa probabilmente può protrarsi per alcuni anni a venire.
CHIEDIAMO URGENTEMENTE
- che le nostre strutture ricettive, tutte quelle convenzionate e posizionate a ridosso dei Monti Sibillini e nell’entroterra, arrivino almeno all’ 80% dell’occupazione.
- che ci venga riconosciuta una tariffa per il periodo invernale superiore almeno del 20-25% rispetto all’attuale. L’importo base a 46€ netti per una pensione completa e ad almeno €55 netti nei mesi invernali (novembre, dicembre, gennaio, febbraio e marzo). Nel caso in cui siano stati già effettuati alcuni pagamenti, chiediamo che ai medesimi venga riconosciuta la natura di “acconto” e si proceda quanto prima al ricalcolo complessivo sulla base delle tariffe proposte, con contestuale versamento a saldo del conguaglio che ne emergerà.
- in merito alle tempistiche di pagamento, facciamo riferimento alla richiesta inoltrata dalla Confcommercio/Federalberghi Marche e cioè quella di consentire alle strutture convenzionate di fatturare ogni 15 giorni e ricevere il saldo delle fatture al massimo entro i 30 giorni successivi. Tutto questo per garantire copertura finanziaria ai pagamenti verso dipendenti e fornitori.
- Di alleggerire le utenze per imprese e cittadini privati per la quota non relativa all’effettivo consumo che incide più del 50-60%, ma al tempo stesso di prolungare la durata del provvedimento di sospensione dei pagamenti delle utenze a tutto l'anno 2017 in quanto non risulta attualmente tra le decisioni di proroga emanate.
- In merito alla richiesta di ricettività agli sfollati per tutto il corrente anno 2017 e salvo ulteriori proroghe, la concessione di disponibilità della medesima dovrà comportare l'acquisizione della struttura da parte della Regione con la formula “allotment totalmente garantito”, più comunemente conosciuto come contratto “vuoto per pieno”, in virtù del quale la Regione si obbliga, per l'intero periodo opzionato, al pagamento di tutte le camere e servizi opzionati, indipendentemente dall'effettiva conferma ed impiego. In questo modo, verrebbe superata l'attuale problematica delle strutture alberghiere parzialmente occupate e delle forti perdite di gestione che ne derivano, considerato che la disponibilità concessa rappresenta un vincolo e non consente di acquisire ulteriore clientela. Possiamo aiutarci con un esempio: struttura alberghiera con n. 70 posti-letto, di cui n. 50 vincolati per destinazione agli sfollati post-sisma. Se nel periodo di media ed alta stagione luglio/agosto/settembre, al di là delle pessime prospettive che si profilano, l'albergo potrà disporre di soli n. 20 posti-letto da destinare alla normale clientela, è impensabile come avviene attualmente che dei n. 50 posti vincolati (e quindi diversamente non utilizzabili) solo n. 25 siano effettivamente usufruiti e pagati dalla Regione per gli sfollati (ed in aggiunta a prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato normalmente praticati!!), in quanto i restanti n. 25 posti-letto resterebbero inutilizzabili e genererebbero un risultato di gestione assolutamente negativo.
- Di condividere una strategia di rilancio turistico coordinata da imprese e Regione di breve, medio e lungo periodo per il rilancio e sviluppo turistico/economico/occupazionale dei Monti Sibillini per i settori: turismo, agricoltura, commercio, enogastronomia e terme.
- Di prevedere un risarcimento per il danno indiretto per quelle imprese inagibili e agibili che allo stesso modo hanno subito una drastica perdita del fatturato legato proprio agli eventi sismici. Che vengano riconosciuti, quindi, i mancati guadagni calcolati sulla media dei 5 anni precedenti per il periodo che va dal 30 ottobre 2016 a tutto il 2018.
- di prevedere non una mera sospensione del pagamento di imposte, tasse, tributi e contributi – sia nazionali, regionali e comunali – ma una vera e propria “NO TAX AREA” che esoneri da assoggettamento TARI-TASI, INPS, INAIL, ecc.; integralmente per le imprese turistico ricettive, del commercio, artigianali, agricole e dei servizi ricadenti nell’area del cratere dei Sibillini per almeno un periodo di 10 anni.
- di mettere a disposizione contributi a fondo perduto per attività turistico ricettive, agricole e commerciali presenti nell’area, che siano intenzionate anche ad implementare nuovi servizi e progetti in modo da attrarre nuovi investimenti con l’obiettivo di rilanciare, riorganizzare e sostenere la ripresa economica dell’area dei Sibillini.
- Chiediamo inoltre risposte immediate e dirette e non mediatiche di parte come sta accadendo attualmente.
- Annullamento totale di questa burocrazia che è la causa del malfunzionamento dell’emergenza terremoto.
- Inoltre chiediamo che vengano immediatamente riportate nei propri comuni tutte le opere d’arte sottratte senza che sia stato tenuto conto dell’importanza che esse rappresentano per il comparto turistico delle nostre aree montane.
Non rientra nell'elencazione di cui sopra ma ne rappresenta la condizione essenziale ed imprescindibile, la necessità di chiarezza e trasparenza negli accordi che si andranno a stipulare: non è accettabile che vengano ripercorsi gli stessi errori di qualche mese fa!! La disponibilità delle strutture alberghiere non può essere ancora subordinata alle esigenze ed alle tempistiche altrui, bensì deve intendersi vincolata ad un dignitoso riconoscimento del servizio che faticosamente si sta cercando di offrire. Pertanto, la disponibilità al prolungamento dell'ospitalità agli sfollati, che in questi giorni gli albergatori stanno trasmettendo, è condizionata e vincolata alla preventiva sottoscrizione di una nuova convenzione con la Regione, nella quale trovino accoglimento le istanze sopra elencate, specificando sin da subito che la proroga dell'ospitalità nel corso dell'anno 2017 NON potrà avvenire (e ribadiamo espressamente che non è accettata!) alle medesime condizioni ad oggi esistenti!! Ferma restando pertanto la disponibilità di massima che gli albergatori stanno offrendo, tuttavia la medesima sarà priva di efficacia se non si verifica la suddetta condizione, ovvero la sottoscrizione in via preventiva di una nuova convenzione nei termini sopra indicati. Vengono pertanto rigettate con fermezza e decisione delle ulteriori imposizioni calate dall'alto, da ritenersi assolutamente non idonee a cogliere le reali problematiche esistenti e le palesi difficoltà di cui quotidianamente ci stiamo facendo carico.
Queste sono le richieste che facciamo a tutte le Istituzioni Pubbliche. Istituzioni che abbiamo sempre difeso e sostenuto con il lavoro delle nostre imprese; oggi chiediamo che ci aiutino e sostengano la nostra ripartenza in maniera chiara, concreta e con tempi certi.
E queste saranno oggetto di discussione al fine di stilare un documento condiviso fra le strutture ricettive del cratere dei Sibillini".
Inevitabili, tante e molteplici le reazioni ai tragici fatti di venerdì sera a Monte San Giusto. Ma il sentimento più comune, specialmente fra i cittadini sangiustesi, è quello di vicinanza all'Arma e all'appuntato 45enne che da oggi è ufficialmente indagato per lesioni gravissime legate ad eccesso di legittima difesa. E così, è subito partita una macchina della solidarietà per aiutare il militare a sostenere le inevitabili spese legali che si troverà a sostenere.
A lanciare l'appello è il dottor Giuseppe Sardini che chiede anche all'amministrazione comunale di Monte San Giusto di intervenire concretamente.
"La macchina della "giustizia" si è messa in moto. Arma sequestrata al Carabiniere. Indagine in corso. Sicuro "atto dovuto" con avviso di garanzia per un reato odioso a tutto il Popolo come "l'eccesso di legittima difesa". Sono cose lunghe e penose per i militari che ci passano per aver fatto il proprio dovere e per le loro famiglie. Probabile sospensione dal servizio e - peggio ancora - dello stipendio. E' di un paio di giorni fa la notizia che un poveruomo si è visto condannare anche al risarcimento del delinquente cui aveva sparato.Speriamo non capiti al nostro amico, ma cominciamo subito a difendere concretamente il nostro Carabiniere.
Chiediamo" dice Sardini "all'Amministrazione Comunale due cose veloci:1) conferma che si costituirà parte civile contro i delinquenti nel caso di rinvio a processo del Carabiniere di Monte San Giusto.2) apertura immediata di un conto corrente bancario per le spese legali di difesa e di mantenimento della famiglia, qualora gli venisse sospeso lo stipendio. Comunicazione mensile pubblica delle entrate su tale conto corrente.Se non lo fa l'Amministrazione Comunale, lo faccio personalmente io.Quanto alla Costituzione di Parte Civile in un eventuale e probabile processo, se l'Amministrazione Comunale non intendesse o non potesse procedere a difesa degli interessi della sua cittadinanza, costituiremo un Comitato Cittadino di Difesa cui dovranno aderire tutte le famiglie sangiustesi che non ne possono più.Le chiacchiere stanno a zero. Facciamo per una volta un passo concreto nei confronti di chi rischia la vita per cercare di proteggerci.Dobbiamo sentirci tutti uniti in questa vicenda che non riguarda solo qualcuno di noi, ma l'intera comunità sangiustese".
Prime avvisaglie di disagio da parte degli operatori turistici della costa. Cominciano a comparire i primi avvisi che parlano ai terremotati presenti nelle strutture ricettive affinchè la Regione Marche intenda.
Il disagio degli operatori ricettivi è lo stesso di chi, ormai senza speranza nel breve periodo, aspetta le famigerate casette. Ma è anche il disagio di chi ormai da mesi ospita queste persone rimaste senza casa, avendo ricevuto la promessa di aver le strutture libere per una stagione estiva che invece ora rischia concretamente di essere rovinata. Con conseguenze e strascichi che rischiano di protrarsi anche più avanti.
Era quello che purtroppo si temeva e che ora drammaticamente si sta concretizzando. Quello degli operatori turistici è a questo punto un aut aut che porterà inevitabilmente a delle trattative. Giocate sul futuro dei terremotati. I fatti ad oggi sono inesorabilmente questi. E l'avviso appeso all'Holiday di Porto Sant'Elpidio parla chiaro: "Comunichiamo ai nostri ospiti del sisma le date attualmente inviate alla Regione Marche per l'ospitalità: 500 posti fino al 20 maggio 2017; 250 posti in hotel fino al 30 giugno. I requisiti per usufruire dell'alloggio e dei pasti nel mese di giugno saranno comunicati con apposita circolare dalla Regione Marche".
E' chiaro, e inesorabilmente confermato dai numeri, che le prenotazioni abbiano subito un crollo verticale e che a questo punto la presenza dei terremotati negli alberghi potrebbe diventare una piccola ancora di salvezza. Qui si aprirà la trattativa. Che inevitabilmente dovrà giungere a conclusione positiva entro breve. Altrimenti... che fine faranno le persone oggi ospitate nelle strutture ricettive? Le risposte dalla Regione Marche devono arrivare presto. Molto presto.
Un compito che diventa il simbolo di quello che sentono i bambini. Nelle parole scritte da una bambina di quinta elementare dell'entroterra maceratese si racchiudono le paure, le angosce, i timori che spesso proprio i più piccoli si stanno trovando ad affrontare ormai da mesi e che spesso non manifestano all'esterno.
"Ero molto felice dopo aver fatto la prima comunione. Ma il destino ha voluto che provassi una nuova esperienza. Il 24 agosto, il 26 ottobre e il 30 ottobre (e ancora non ha finito di rompere!). Terremoto!!! (scritto in maiuscolo con le lettere tremanti..., ndr). Brutto e cattivo! Io e la mia famiglia non abbiamo più una casa": a queste parole, la bambina ha allegato la foto di una parete lesionata della sua casa.
Parole che esprimono tutta l'ansia, la paura che eventi simili provocano in chi suo malgrado è costretto a viverli. E aprono ferite profonde negli animi dei bambini. che si trovano a dover affrontare sensazioni prima sconosciute, come la paura, la perdita della casa e delle proprie abitudini, la vista di immagini drammatiche.
Secondo il professor Ernesto Caffo, Presidente di Telefono Azzurro e docente di Neuropsichiatria Infantile "Spesso gli adulti tendono a celare le realtà più dolorose agli occhi dei bambini, per un naturale istinto protettivo nei loro confronti. In realtà, per poter superare momenti difficili come quelli conseguenti ad evento traumatico quale un terremoto, è importante parlare e condividere. I bambini devono essere informati su cosa è un terremoto, su cosa può provocare, ma anche su come può essere prevenuto. È importante spiegare loro che esistono degli standard di sicurezza adottati per la costruzione degli edifici e che ci sono delle norme per mettersi in sicurezza durante un terremoto. Le loro paure devono essere giustificate, ma è bene ricordar loro che possono essere gestite".
Per aiutarli ad affrontare il terremoto, gli esperti psicologi consigliano :
di parlare con i bambini e farli parlare di quanto accaduto, raccontare, tirar fuori ciò che li mette in ansia
di non comunicare panico ai bambini, ma rassicurarli in modo razionale
spiegare ai bambini che cos'è il terremoto e quali sono le azioni utili da fare per mettersi in salvo
spiegare ai bambini che nonostante la paura che ci fa il terremoto, ci sono molte persone esperte che sono in grado di aiutarci : vigili del fuoco, protezione civile, medici, croce rossa, etc.
tranquillizzare i bambini sul fatto che non sono soli
spiegare ai bambini che il terremoto è un evento naturale che si può affrontare, perchè esistono precauzioni e comportamenti da seguire, che ci salvano la vita.
Save The Children ha anche pubblicato un decalogo per aiutare i bambini a superare il trauma del sisma (qui).
Tutti i giornali hanno parlato nei giorni scorsi della firma, al Ministero dell’Interno, del ‘Patto per un Islam italiano’: ne abbiamo parlato col Prof. Stefano Testa Bappenheim, docente di Diritto ecclesiastico e di Diritto musulmano e dei Paesi islamici alla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino.
Nei giorni scorsi è stato firmato il "'Patto nazionale per un Islam italiano, espressione di una comunità aperta, integrata e aderente e ai valori e principi dell'ordinamento statale". Di cosa si tratta?
È un documento d’impegni firmato, grazie al Ministro Minniti, da una ragguardevole porzione delle Comunità musulmane in Italia, ed è una tappa importante d’un iter di conoscenza e dialogo avviato dal Ministro Pisanu nel 2005, con la creazione della Consulta per l’Islam in Italia, poi proseguito col Ministro Amato, nel biennio 2006-2008, con la ‘Carta dei valori della cittadinanza e dell’immigrazione’ e la ‘Dichiarazione d’intenti’, e continuato ancora col Ministro Maroni, al cui Comitato per l’Islam si debbono altri documenti importanti sugli Imam e sulle moschee.
Cosa cambia in concreto rispetto alle relazioni che c'erano finora?
Sono stati siglati impegni concreti riguardo in primis la trasparenza, l’uso dell’italiano per i sermoni in moschea, la definizione di curricula formativi degli Imam, il controllo dei luoghi per l’aggregazione religiosa onde si evitino interferenze straniere, assicurando la libertà di culto e di religione ai Musulmani che vivono e lavorano in Italia. L’obiettivo e duplice: garantire la libertà religiosa ai fedeli islamici, come a quelli d’ogni altra religione, con l’Intesa o di fatto, respingendo sentimenti xenofobi, e, al contempo, favorire l’integrazione della confessione islamica nel quadro dei diritti e doveri che la Costituzione garantisce a tutti quelli che si trovano nel nostro Paese.
Il documento potrebbe essere anche utile a relazionare le stesse comunità islamiche, spesso in contrasto fra loro?
In vari Paesi europei vi sono accordi similari già operativi di cui mi sono occupato e che stanno funzionando anche in tal senso, mentre è uscito da poco un libro, frutto d’un PRIN-progetto di ricerca d’interesse nazionale cui ho partecipato, che illustra proprio queste prospettive; bisogna comunque tener presente che l’Accordo dell’altro giorno, pur importantissimo, non è ancora un’Intesa ex art. 8 della Costituzione, sicché il cammino resta lungo, quantunque sia stato compiuto uno straordinario investimento per il futuro, come ha detto il Ministro Minniti.
In concreto, invece, per quanto riguarda il diritto che lei insegna, quali modifiche vengono apportate nell'insegnamento?
Io insegno, alla Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Camerino, due materie, Diritto ecclesiastico e Diritto musulmano e dei Paesi islamici, ed entrambe sono interessate da questa prospettiva; il diritto ecclesiastico, infatti, studia le norme dello Stato che regolano il fenomeno sociale religioso, ed è evidente che ove venisse firmata un’Intesa sarà soprattutto il Diritto ecclesiastico a doversene occupare; d’altro canto, poi, già ora, in alcuni casi, il diritto italiano recepisce o rinvia a norme degli ordinamenti confessionali, sia delle Confessioni con Intesa sia di quelle senza, nonché a norme dei Paesi islamici, pure rilevantissime per l’export del Made in Italy, e questo è l’ambito di studio della mia seconda materia.
Ad appena undici anni, un ragazzino che frequenta la prima media si presenta a scuola con un sacchettino di "erba" e lo mostra orgoglioso ai compagni. Qualcuno lo dice a un'insegnante che si tramuta in investigatore, scopre che è tutto vero e a scuola arrivano i carabinieri.
Un episodio quasi incredibile quello che si è verificato lunedì mattina in una scuola dell'entroterra maceratese, destinato a far discutere a lungo. Il ragazzino durante la ricreazione è andato in giro a far bella mostra di un piccolo involucro, affermando con orgoglio che dentro c'era della droga. Si parla di bambini di 11-12 anni e qualcuno di loro, forse anche impaurito, si è rivolto agli insegnanti raccontando quello che stava succedendo.
C'è voluto poco per scoprire che effettivamente il ragazzino aveva con sè un po' di "erba". A quel punto, con estrema diligenza e coscienza (si sarebbe potuta insabbiare la cosa in modo da evitare che trapelasse all'esterno) la scuola ha fatto intervenire i carabinieri. I militari hanno provato a far sbottonare il ragazzo, soprattutto per scoprire come fosse entrato in possesso dello stupefacente, ma non c'è stato niente da fare: "l'ho trovata per terra" è stata l'unica risposta che hanno ricevuto.
Inutile dire che sono in corso tutti gli accertamenti del caso e che la scuola, che si è comportata in maniera ineccepibile, nei limiti delle sue possibilità, cercherà di controllare ancora di più i giovani studenti, nella convinzione che si sia trattato di un unico episodio isolato riconducibile a una bravata ma non per questo meno inquietante.
Il quadro politico di Tolentino verso le amministrative si va delineando in maniera netta già in questi giorni.
Dopo l'ufficializzazione della candidatura di Gianni Corvatta da parte del Partito Democratico, anche il sindaco uscente Giuseppe Pezzanesi sarà sicuramente ricandidato e, altrettanto certamente, sarà della contesa anche un esponente del Movimento Cinque Stelle, molto probabilmente il consigliere comunale uscente Gian Mario Mercorelli.
La coalizione con la quale Pezzanesi vinse le elezioni nel 2012 sarà la stessa che lo appoggerà anche alle prossime comunali. Nessun colpo di scena, nessuno dei partiti che lo hanno sostenuto si tirerà indietro. La presenza del Nuovo centrodestra era già stata ufficializzata nei giorni scorsi. La conferma dagli altri partiti è arrivata dopo un incontro dei diversi coordinatori locali e regionali di Fratelli d'Italia, Lega Nord e Forza Italia. Mentre Fratelli d'Italia già aveva espresso esplicitamente il suo sostegno al sindaco uscente, il coordinatore regionale della Lega Nord Paolini aveva lasciato libertà di scelta agli esponenti cittadini del suo partito che sembrava poter imboccare anche altre strade. Ma i rappresentanti locali della Lega hanno riconfermato l'appoggio a Pezzanesi, anche se lunedì sera si è tenuto un nuovo incontro per limare eventuali divergenze. Ma anche da questo incontro non dovrebbero scaturire sorprese di sorta. Anche Forza Italia appare intenzionata a sostenere il sindaco uscente, o almeno questa sarebbe la volontà del coordinamento provinciale. Curioso come, soltanto una decina di giorni fa, a una cena di solidarietà organizzata da Forza Italia a Macerata a favore dei Comuni di Tolentino e Camerino (assenti entrambi i sindaci) fosse presente il "dissidente" della maggioranza uscente, Mauro Sclavi, non iscritto al partito. La sua presenza aveva dato adito a dei rumors secondo cui Forza Italia avrebbe potuto sostenere una sua eventuale candidatura, ma in pochi giorni la situazione è evidentemente cambiata decisamente, tanto che ora da Macerata si punta su Pezzanesi. Al momento, però, dal coordinatore regionale Remigio Ceroni non è arrivato alcun placet. In appoggio al sindaco uscente, come la volta scorsa, ci sarà anche una lista civica
Alla luce di questo quadro, appare ormai da escludere la possibilità di una candidatura di Mauro Sclavi a capo di una eventuale lista civica. Restano, invece, in gioco le possibili candidature di un esponente della Sinistra e del movimento civico Voce alla Città. Altri outsiders, ovviamente, possono sempre spuntare fuori all'ultimo minuto, ma ad oggi il quadro sembra essere già chiaro.
Una strage in piena regola. Un gesto tanto vile quanto malvagio, messo a segno da qualcuno che non ha trovato di meglio da fare che sterminare una nutrita famigliola di gatti rimasti "orfani" dopo il terremoto.
A raccontare quanto accaduto è Valentino Lampa, referente per Pievefavera dell'O.I.P.A - Organizzazione Internazionale Protezione Animali. "Un simpatico gruppetto di miagolosi fagotti di pelo animavano in questi ultimi mesi la zona rossa del Castello di Croce nel Comune di Caldarola, altrimenti deserta. Dopo la grande scossa sismica di fine ottobre, la colonia felina di Croce composta da 18 esemplari tra adulti e cuccioli, si è trovata improvvisamente anch'essa terremotata e senza quella che era una vera e propria "mamma umana" che, sfollata, non poteva più provvedere alle necessità dei diciotto gatti.
Trovai un giorno" racconta Lampa "un messaggio della responsabile per la provincia di Macerata dell'O.I.P.A - Organizzazione Internazionale Protezione Animali di verificare la presenza e le condizioni di una colonia felina vicino a quella di cui io sono il referente a Pievefavera, appunto quella di Croce. Da quel giorno, oramai sono trascorsi oltre tre mesi, tutti i giorni salvo eccezioni mi reco ad accudire i mici. In questo tempo, loro hanno imparato a conoscermi ed io a conoscere loro. Al mio arrivo, presso il loro territorio c'e' chi richiede a gran voce e senza preamboli del cibo, chi prima vuole una bella dose di carezze chi un po' più in disparte e timoroso prima osserva un po' e poi si lascia andare.
Naturalmente le gatte fanno le gatte e vengono a strofinarsi, tutti fanno le fusa, un bel concerto, che è il loro modo per ringraziare. In questi mesi ne hanno passate tante: il terremoto, la fame, il gran freddo, la tanta neve. Tante avversità che con l'aiuto di volontari, comprese le varie squadre della Polizia Municipale dell'Emilia Romagna che settimanalmente si sono avvicendate, sono state superate. Fiduciosi della mano amica dell'uomo in questi ultimi giorni da questa stessa mano sono stati traditi. Una mano, non più amica, ha vigliaccamente somministrato loro del veleno. Sì, del veleno che ha colpito i più fiduciosi i piccoli, i mezzi gatti come mi piace chiamarli. Tutti i giovani esemplari sono dispersi, sicuramente morti ad eccezione di uno morente insieme ad un adulto. Un gesto vile, difficilmente giustificabile che, da quanto abbiamo saputo, non è neanche il primo. Tutte le autorità competenti sono state allertate per rintracciare l'autore di questo gesto e sicuramente tutti vigileranno affinchè l'episodio non si ripeta". Alla fine, della colonia restano appena cinque esemplari, due sono moribondi, gli altri morti. E con loro la parvenza di umanità di chi ha compiuto questo gesto atroce.
Nessuna sorpresa dopo l'assemblea degli iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico di Tolentino: questa mattina, per acclamazione, Gianni Corvatta è stato indicato quale candidato sindaco del partito alle elezioni comunali della prossima primavera.
Gianni Corvatta, 64 anni da compiere a giugno, laureato in chimica, attuale Direttore regionale dell'Arpam, è stato responsabile dei servizi rifiuti/suolo e aria del dipartimento provinciale di Macerata dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche, direttore del dipartimento di Macerata e direttore tecnico-scientifico dell'Arpam. Si ritirerà dal lavoro a maggio, con un anno di anticipo, per dedicare tutte le proprie energie totalmente ed esclusivamente alla città.
La candidatura è stata ufficializzata dal capogruppo Pd Bruno Prugni, dal segretario Anna Quercetti e dal vicesegretario Alessandro Luciani.
"L'assemblea ha rinnovato l'impegno di tutto il Pd a collaborare con le istituzioni locali su temi importanti come l'emergenza ricostruzione, l'edilizia scolastica e la sanità locale. Il dibattito ha visto la partecipazione di tanti iscrittie simpatizzanti che hanno espresso parole di apprezzamento per la candidatura di Gianni Corvatta, giudicata di grande competenza ed esperienza amministrativa. Il Pd ritiene di rimettere al centro dell'azione un progetto nuovo di rilancio della città che ponga al centro temi quali il lavoro, i giovani e l'ambiente.
Il candidato, intervenuto all'assemblea, ha accettato la candidatura, dichiarandosi onorato di accettare la sfida per cambiare questa amministrazione inadeguata a governare Tolentino. Imprescindibile per la sua candidatura un forte rinnovamento, in termini di persone e metodologie" hanno spiegato Prugni, Quercetti e Luciani, aggiungendo che Corvatta sarà sostenuto da una lista del Partito Democratico quasi completamente rinnovata e da altre liste che si stanno componendo, non escludendo, anzi, puntando al dialogo serrato e costruttivo sul programma insieme a chiunque abbia a cuore gli interessi di Tolentino.
"Il mio primo impegno" ha detto Corvatta, che però parlerà dettagliatamente alla stampa nei prossimi giorni "sarà quello di predisporre entro breve tempo un programma elettorale innovativo e credibile, condiviso con tutte quelle forze e tutti quei cittadini che vorranno sostenerlo".
"il rinnovamento" ha concluso Prugni "non deve essere confuso con il rinnovamento di facciata proposto da Pezzanesi: nelle liste che appoggerano Corvatta ci saranno persone che per le proprie competenze saranno ognuna in grado di dare un valore aggiunto all'amministrazione. L'amministrazione Pezzanesi, invece, si è caratterizzata per gli yes-man e per persone, non dal punto di vista umano ma da quello politico-amministrativo, assolutamente incompetenti e inadeguate. Anche sul programma, non scriveremo un libro dei sogni come fece a suo tempo il sindaco uscente, perchè i cittadini non hanno bisogno di illusioni ma di concretezza".
Comunque ci avremo provato. E qualunque sarà stato il risultato, chi c'era ha vinto.
Ha vinto l'orgoglio di chi non vuol mollare di un centimetro, ha vinto il carattere di chi sceglie di battersi per la propria terra e per la propria casa, la dignità di chi ha perso tutto e vorrebbe solo tornare a una parvenza di vita normale, ha vinto la civiltà di una manifestazione pacifica, onesta, di gente stanca di vedere trascorrere il tempo senza che si veda ancora una parvenza non tanto di ricostruzione ma almeno di una idea di ricostruzione.
I numeri ve li diciamo senza problemi: cinque pullman, neanche tutti pieni, partiti un po' dovunque dalla provincia di Macerata e un centinaio di persone, forse qualcuna in più, che sono arrivate con mezzi propri. Trecento, quattrocento persone scarse. Sembrano poche? No, sono tante. Sono tantissime. Sono persone che hanno scelto di dedicare una giornata lavorativa a una causa, sono persone che si sono pagate la trasferta di tasca propria e hanno dovuto spendere anche qualcosina in più del previsto per le diverse defezioni dell'ultimo minuto che hanno costretto ad aumentare il costo dei pullman, sono persone che si sono pagate un panino per stare in piazza a difendere la propria identità e la propria terra.
E sono persone che non hanno voluto accanto alcun vessillo politico, di nessun tipo. E' stata una manifestazione senza nessuna strumentalizzazione, senza nessun simbolo di partito che abbia neanche provato a metterci il cappello. Giovani e anziani, operai e imprenditori, studenti e professionisti: anche se qualcuno pensa che la partecipazione sia stata scarsa, tutte le categorie erano rappresentate e praticamente tutti i Comuni terremotati. Tutti i Comuni, nessuna fascia tricolore. Gente arrivata grazie alla volontà di un gruppo di ragazzi che ha fatto tutto da soli: uno sforzo immane che deve essere loro riconosciuto, perchè tutto, ma proprio tutto è filato via liscio, alla perfezione.
Eravamo pochi? Forse sì, ma quei pochi sono riusciti a incontrare in più delegazioni i presidenti di Camera e Senato, sottosegretari, gruppi parlamentari, senatori della Repubblica, di tutti i colori e di tutte le estrazioni politiche.
Eravamo pochi? Forse sì, ma quei pochi sono riusciti a far parlare nuovamente i media (anche se qualcuno di loro ha scelto di eclissare la manifestazione) delle terre terremotate, travolte da un oblio giornalistico a volte imbarazzante e che si protrae da troppo tempo.
Abbiamo ascoltato storie incredibili, sprechi assurdi, colpevoli ritardi: abbiamo ascoltato, per esempio, la storia di una famiglia di tre persone che ha casa inagibile e oggi vive in albergo. Allo Stato, a noi, questa famiglia costa 120 euro al giorno, 3600 euro al mese, 43200 euro l'anno: gli interventi di cui avrebbe bisogno la casa per essere messa in sicurezza costerebbero al massimo 4-5mila euro. Capito di cosa stiamo parlando? Capito perchè era un dovere morale essere a Roma per raccontare queste cose a chi ha il potere di cambiarle?
Ci hanno ascoltato. Abbiamo spiegato in maniera chiara e semplice tutte quelle che sono le criticità, i ritardi, le incongruenze di quanto non sta avvenendo. Abbiamo fatto le nostre proposte le nostre richieste. Chiaramente, da parte di chi oggi governa, c'è stato l'impegno (confermato per il momento dal nuovo decreto) di un cambio di rotta deciso con il nuovo decreto legge varato proprio oggi dal governo: maggiori poteri ai sindaci, margini di manovra più ampi per il commissario straordinario, deciso abbattimento della burocratizzazione che finora ha strozzato sul nascere ogni parvenza di ricostruzione. I parlamentari marchigiani del Partito Democratico hanno assicurato anche che nei sessanta giorni che intercorreranno fino alla conversione del decreto in legge, cercheranno di mettere a punto tutte le ulteriori modifiche migliorative necessarie. E su una in particolare abbiamo chiesto di spingere: la possibilità di poter passare alla scheda Aedes attraverso le primissime ordinanze sindacali di inagibilità, così da consentire di partire subito con la ricostruzione leggera di far rientrare tanta gente nelle case nel giro di qualche mese.
Anche i parlamentari e i senatori di minoranza hanno preso nota delle richieste che sono state fatte e hanno promesso di farsene portavoce in aula. Il presidente del Senato Grasso ha dedicato un post all'incontro con la delegazione di terremotati: "Un dovere accogliere in Senato la delegazione dei terremotati delle Marche e ascoltare le loro esigenze e preoccupazioni. Mi hanno invitato alla posa della prima pietra, ho risposto che mi piacerebbe essere presente all'ultima perché vorrà dire che si è ricostruito tutto ciò che il terremoto ha distrutto. La mia personale attenzione non verrà meno". Ci sono stati incontri anche con Forza Italia (Brunetta), Fratelli d'Italia(Rampelli) e M5S(Di Maio)
Un incontro c'è stato anche con il commissario Errani al quale sono state chieste le motivazioni dei ritardi logistici, tecnici ed economici.E' stato risposto che nell'emergenza purtroppo è accaduto, ma arriveranno a breve , ma "se nella ricostruzione mancheranno i soldi, mi dimettero'!". "Speriamo non sia costretto a farlo " ha dichiarato Francesco Pastorella, organizzatore della manifestazione, aggiungendo "Abbiamo ottenuto che si organizzeranno degli incontri periodici con le popolazioni del cratere al fine di informarci sullo stato di avanzamento lavori e sulle procedure da seguire" .
"Abbiamo chiesto ed ottenuto l'impegno di vigilare con estrema attenzione sullo stato di andamento della ricostruzione.Speriamo che gli impegni presi non si fermino alle parole" ha affermato Ludvina Cinti, anche lei fra gli organizzatori della manifestazione.
Insomma, eravamo pochi? Forse sì, ma è stato fatto tutto il possibile e anche di più per portare la voce di tutti e farla sentire a chi deve ascoltarla. Con la promessa che se non saranno messi in campo tutti gli sforzi per far ripartire quanto prima questo nostro martoriato territorio, a Roma ci si tornerà. Ed è una promessa. Perchè? Ascoltate il video che segue.
Commetteremo anche uno sgarbo istituzionale, ma quanto successo stamattina a Camerino non può passare sotto silenzio. La sesta visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nelle zone terremotate, stavolta in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico di Unicam, è stata l'ennesima conferma della lontananza delle istituzioni dai reali bisogni dei cittadini.
Incontro con i sindaci terremotati blindato, non solo per la stampa, ma anche per gli stessi sindaci: solo uno è stato ammesso a parlare in rappresentanza di tutti, il sindaco di Macerata che, nessuno ce ne voglia, non appare francamente come il più rappresentativo dei Comuni devastati dal sisma. Un incontro di una ventina di minuti, del quale apprendiamo un resoconto dall'Ansa: "Avete diritto a tutto l'aiuto possibile, a tutto l'aiuto delle altre istituzioni, aiuto che si cerca di garantire in pieno. Una condizione così mette a dura prova la resistenza psicologica dei vostri concittadini e voi siete chiamati, pur essendo partecipi della loro sofferenza, del loro disagio, della loro difficoltà, a dare una risposta, a dar loro una prospettiva, a darla non verbalmente in maniera illusoria ma in concreto". Praticamente un copia-incolla delle solite dichiarazioni cui ci hanno abituato le visite istituzionali che si sono succedute negli ultimi mesi: "non vi lasceremo soli", "le istituzioni vi sono vicine", e via discorrendo.
Davanti a una evidente e oggettiva latitanza, di fronte a bisogni impellenti e drammatici, neanche i Sindaci hanno trovato la forza di ribellarsi, a parte Filippo Saltamartini di Cingoli e Giancarlo Sagramola di Fabriano che, una volta appreso che non avrebbero potuto parlare, hanno alzato i tacchi e se ne sono andati. Uno sgarbo istituzionale? Forse, ma davvero sarebbe stato utile restare lì ad aspettare il Presidente col sorriso stampato in faccia e ostentando la fascia tricolore, senza poter rappresentare le necessità dei propri cittadini?
Come si può pensare al "protocollo", quando i Sindaci devono rispondere sul territorio ogni giorno, con la loro faccia, ai cittadini che chiedono, pretendono risposte, vogliono sapere di quale morte dovranno morire? Il "protocollo" però, evidentemente, è andato bene a quasi tutti: a parte i due citati, tutti diligentemente presenti (e muti) e alla fine, immancabile foto di gruppo con volti distesi e sorridenti. Beh, i cittadini non chiedevano questo. Chiedevano che alla sesta visita del presidente della Repubblica, arrivasse almeno qualche risposta concreta che non fosse quella della generosità e dell’incredibile impegno dei volontari che troppo spesso in questi mesi hanno nascosto l’inefficienza e la lentezza della macchina pubblica.
Capitolo stampa. Da una settimana, agli organi di stampa venivano richiesti tutti i dati anagrafici dei giornalisti da accreditare, non a uno ma a due eventi. Riportiamo testualmente: "All'atto del ritiro dovrà essere specificato se si intende usufruire del PASS per uno dei seguenti due eventi:
R : Rettorato, incontro del Presidente con i sindaci al Rettorato, ore 9:15
A : Auditorium, inaugurazione dell'anno accademico presso auditorium Benedetto XII, ore 10:00
Si ribadisce infatti che, per ragioni organizzative, non sarà possibile per un singolo operatore accreditato accedere ad entrambe gli eventi". Ci organizziamo per mandare a Camerino un giornalista, un fotografo e un operatore video, accreditando il primo all'incontro con i sindaci e gli altri all'inaugurazione dell'anno accademico. E cosa succede stamattina? Succede che, improvvisamente, i giornalisti non possono partecipare all'incontro e vengono tenuti all'esterno, in mezzo a cumuli di neve, aspettando che qualche anima pia rilasci loro qualche dichiarazione. Anche questo è "protocollo"? Mattarella blindato, Errani passa via liscio senza fermarsi a rilasciare neanche una battuta, Curcio rilascia sorrisi per tutti, qualche sindaco scambia due parole con il giornalista amico.
Ora noi cosa dovremmo raccontare dell'incontro di Mattarella con i Sindaci? Niente. Niente di più e niente di meno di quanto avevamo già scritto nelle precedenti passerelle. Continueremo invece a raccontare quello che accade ogni giorno in queste nostre terre martoriate e che qualcuno vorrebbe far cadere nel dimenticatoio.