Avevamo pensato di stare su Scherzi a Parte dopo che due parlamentari del Partito Democratico hanno promosso l'emendamento per inserire la provincia di Pesaro fra quelle destinatare di contributi per "danni indiretti" dal terremoto.
Non eravamo su Scherzi a Parte. E non lo siamo neanche stavolta. L'ex premier Matteo Renzi, infatti, ha chiamato a raccolta i suoi e le magliette gialle si preparano ad "invadere" domenica prossima le zone colpite dal terremoto. Leggiamo il post su Facebook di Renzi:
"Vorrei ringraziare i volontari del PD romano che ieri hanno indossato una maglietta gialla e si sono messi a pulire Roma.Il PD continuerà a fare iniziative come questa. Del resto ricordo che la prima volta in cui abbiamo “sperimentato” le magliette gialle è stato due anni fa a Milano. Ma adesso lo faremo più spesso, non solo a Roma. Anche per questo domenica prossima, 21 maggio, le magliette gialle torneranno in azione.Sto chiedendo a tutti i parlamentari di utilizzare questa domenica per andare – insieme ai volontari dei circoli, ai consiglieri regionali di tutta Italia, agli amministratori locali, ai cittadini che vogliono darci una mano – nelle zone del terremoto. Abbiamo oltre trecento parlamentari, centinaia di consiglieri regionali, migliaia di circoli. La giornata di domenica la passeremo ciascuno in un comune diverso di quelli colpiti dal sisma. Il PD sarà in tutti i comuni. Ad ascoltare, a fare il punto, a portare la testimonianza di un impegno concreto.Non si tratta in questo caso di pulire, come abbiamo fatto a Roma, ma di ascoltare, di capire, di condividere. E ciascuno da lunedì riporterà a Roma lo stato dell'arte. Il Governo ha fatto moltissimo per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto ad agosto, a ottobre, a gennaio. Ma la burocrazia è sempre in agguato per bloccare, fermare, rimandare, rallentare. Questa delle magliette gialle di domenica prossima, nelle zone del terremoto, è una buona opportunità. Chi vuole darci una mano lo faccia anche se non è parlamentare: magliettegialle@partitodemocratico.it Non dobbiamo lasciare nessun comune da solo. Dobbiamo andare ovunque, anche nei territori più piccoli che giustamente temono l'abbandono. Se ce la mettiamo tutta riusciamo a coprire ciascun comune. Avanti, insieme".
Non dobbiamo lasciare nessun Comune da solo. La burocrazia è sempre in agguato. Ma veramente? Ma, ci scusi Renzi, chi governa l'Italia? Chi governa le Marche? Non è il suo partito? In casi come questo, francamente, servirebbe solo un po' di buon senso. E a quello del segretario regionale Francesco Comi e dell'assessore regionale Angelo Sciapichetti ci appelliamo: se può, si adoperino per evitare un gesto di cattivo gusto. Anche perchè gli animi da quelle parti sono già sufficientemente esasperati. Delle magliette gialle proprio non se ne sente il bisogno: non è una questione politica. Le difficoltà sono innegabili, ma ritardi e stop dati da rigide norme burocratiche arrivano solo dalla politica. Non andate nelle zone terremotate: è solo buon senso.
C'è una notizia che è passata un po' in secondo piano, malgrado invece sia diventata uno dei principali punti all'ordine del giorno del direttivo provinciale maceratese del Partito Democratico.
Apprendiamo, infatti, dal Corriere Adriatico che è stata presentata una proposta di delibera per la quale ai membri del Consiglio di Amministrazione del Cosmari vengono riconosciute indennità di funzione. "Ritenuto opportuno procedere al riconoscimento agli amministratori componenti del Cda dell'indennità di funzione con le quantificazioni emerse in commissione, delibera...".
Insomma, quatti quatti, visto che questa proposta di delibera fino a due giorni fa non aveva ancora visto la luce, i membri del Cda si preparano a ricevere complessivamente poco meno di 90mila euro l'anno. Che non è una cifra casuale. Infatti, questa somma è inferiore " alla somma massima che sarebbe possibile destinare allo scopo in virtù del pronunciamento della Corte dei Conti".
E i conti son presto fatti. Al presidente Graziano Ciurlanti andranno 2700 euro al mese, alla vice presidente Rosalia Calcagnini 1500 euro mensili, e ai consiglieri Paolo Gattafoni, Maria Elena Sacchi e Armando Vitali 1100 euro al mese. Attenzione: si parla addirittura di compensi retroattivi.
Però, bisogna dire che parliamo di persone estremamente qualificate, tenuto conto che, ad esempio, la vice presidente Rosalia Calcagnini, segretaria del sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, fa parte di ben tre consigli di amministrazione. Oltre al Cosmari, infatti, fa parte del Cda dell'Assm spa di Tolentino e del Cda della Fondazione Franco Moschini, per intenderci quella che ha seguito e sta seguendo la ristrutturazione del Politeama Piceno. Tanti impegni, quindi, che anche tramite un regolamento interno del Comune di Tolentino vengono premiati.
Nel regolamento, infatti, si legge all'articolo 3 "nel caso in cui società o enti partecipati dal Comune di Tolentino prevedano la nomina di dipendenti del Comune nei propri consigli di amministrazione o organi equivalenti, tali dipendenti, qualora abbiano ottenuto un giudizio positivo nella seconda parte della scheda di valutazione relativa allo svolgimento di specifici compiti non prevalenti ulteriori rispetto a quanto richiesto da dipendenti della medesima categoria, avranno incrementato l'importo annuo della produttività di massimo 2000 euro nel caso di partecipazione a un Cda, di massimo 4000 euro in caso di partecipazione a due Cda e di massimo 6000 euro nel casi di partecipazione a tre o più Cda".
E domani, lunedì, alle 16 al Cosmari, l'assemblea dei soci deciderà. Ma prima è previsto un incontro con i vertici provinciali del Pd cui questa cosa non è andata giù: "Alle14 è convocato un incontro con i sindaci e amministratori relativo alla convocazione dell'Assemblea Cosmari fissata per lo stesso giorno alle ore 16 che vede all'ordine del giorno le indennità al CdA. Un incontro convocato con urgenza da questa segreteria appena venuta a conoscenza della proposta di delibera che prevede aumenti di compensi al cda addirittura retroattivi. Proposta di delibera che appare inopportuna e su cui questa segreteria intende prendere posizione insieme ai propri sindaci e amministratori".
Sembra di essere su Scherzi a Parte, ma invece è tutto tremendamente vero.
Mentre nelle Marche deve ancora arrivare una, dicesi una sola casetta di legno e a Norcia ne hanno già consegnate una trentina (nessuno ancora ha mai spiegato quale differenza sostanziale esista fra Castelsantangelo sul Nera, zero casette, e Norcia, trenta casette, entrambi Comuni terremotati del 24 agosto); mentre la maggior parte delle macerie da ormai quasi sette mesi giace esattamente nello stesso punto in cui sono crollate; mentre attività commerciali ed economiche del cratere (e in modo particolare quelle dell'entroterra maceratese ormai spopolato e praticamente abbandonato) sono sull'orlo della chiusura per il calo del fatturato dovuto al sisma e, talvolta, anche per i ritardi nei pagamenti da parte dello Stato; mentre non è ancora neanche abbozzato uno straccio di ricostruzione, neanche per tirare su quattro canterti e far rientrare a casa migliaia di persone; mentre la rassegnazione inizia ad essere il sentimento popolare più diffuso fra chi ha perso tutto, cosa si sono inventati oggi alla Camera dei Deputati?
Si sono inventati un emendamento alla "manovrina". Sapete di cosa si tratta? Della possibilità di includere la provincia di Pesaro fra quelle che - recita testualmente l'Ansa - potranno beneficiare della ristorazione economica a causa del danno indiretto provocato dal sisma".
Secondo i parlamentari del Pd Camilla Fabbri e Marco Marchetti è "una misura necessaria perché il terremoto ha determinato conseguenze negative anche sul nostro tessuto economico-produttivo, sebbene particolarmente colpito, in modo diretto, sia stato il territorio del Sud delle Marche".
Ora, il bivio è: si pensa davvero che in provincia di Macerata vivano persone con l'anello al naso o si cerca consapevolmente di far incazzare la gente e portarla all'esasperazione? Ora, con tutto il rispetto per i nostri corregionali del nord, resta veramente difficile capire come e in che modo possano essere stato interessate dalla crisi post sisma località come Pesaro o Gabicce Mare o Gradara. Ma non sarà il caso che prima di pensare ai danni indiretti si pensi a far sopravvivere chi ha subito enormi danni diretti, ovvero molto più brutalmente ha visto crollargli addosso l'attività e i sacrifici di una vita? E magari prima di pensare ai "danni indiretti" a Gabicce Mare, ipotizzare una bozza di ricostruzione che ci consenta almeno di poter se non guardare almeno immaginare un futuro? Così, francamente, è davvero difficile pensare di poter andare avanti.
Poche righe che racchiudono tanti sentimenti. E tanta rabbia. Quella che un bambino di due anni forse non può provare. Ma anche un bambino di due anni che deve imparare a crescere troppo in fretta può essere deluso. E se quella delusione si chiama "Stato" diventa ancora più difficile da sopportare.
Mattia, due anni, è lo sfollato più piccolino di Muccia. E, con l'aiuto dei genitori, ha scritto allo Stato. Ha scritto parole di delusione, ma anche di speranza.
"Caro Stato, mi chiamo Mattia. Da pochi giorni ho compiuto i miei primi due anni di vita.Sette mesi di questa li ho già passati insieme alla mia mamma e al mio papà in un container. Sono il più piccolino della comunità terremotata qui a Muccia.
Ho imparato a mangiare da solo. Faccio la fila come i grandi con il mio vassoietto blu alla nostra mensa.
Qui abbiamo avuto la fortuna di avere in aiuto i carabinieri del battaglione Puglia che cucinano per tutti noi (e che mi viziano). Loro sì che mi stanno vicino... non come te che ti sei dimenticato. La mia mamma dice che le promesse poi vanno sempre mantenute.
Io rappresento il tuo futuro, insieme a tanti altri bimbi del centro Italia che dal 24 agosto in poi hanno perso tutto.Io però ho fiducia nella mia famiglia, nel mio paese. Aiutami a crescere credendo ancora in te. Perché se mi togli la possibilità di avere un futuro caro Stato... io con te poi faccio i capricci e non ci gioco più.Mattia".
Messaggio chiaro e forte. Ricevuto, caro Stato?
Raf in concerto venerdì 28 a Castelraimondo non è solo un evento musicale.
Raf in concerto a Castelraimondo significa innanzitutto che il signor Raffaele Riefoli, a distanza di otto mesi dal terremoto che ha devastato larga parte della provincia di Macerata, è il primo artista che arriva da queste parti, porta solidarietà concreta e dice "Mi sono sentito in dovere di esservi vicini. Allestire le prove del tour estivo qui da voi, a noi non toglie nulla, ma allo stesso tempo dà qualcosa a questi posti meravigliosi che hanno bisogno di tornare alla normalità".
E forse, non è un caso che Raf non fosse fra i cinquantasei cantanti che dopo quindici giorni dal sisma de L'Aquila incisero subito una canzone per donare i proventi alla ricostruzione: "In quell'occasione nessuno mi ha contattato...". Così, mentre dagli altri "big" si attendono ancora segnali concreti verso il territorio maceratese, Raf ha scelto di allestire il suo nuovo tour a Castelraimondo e venerdì sera ci sarà la data "zero" aperta al pubblico.
Grazie a questa iniziativa, dove i biglietti avranno appositamente un prezzo contenuto, con il ricavato dell'incasso sarà possibile finanziare i lavori di adeguamento della sala polivalente di Castelraimondo, il Lancianoforum, che, a seguito del terremoto, è rimasta l'unica struttura sul territorio comunale in grado oggi di ospitare attività culturali e manifestazioni di vario genere.
"Serve qualsiasi forma di aggregazione sociale, qualsiasi cosa che possa in qualche modo dare una mano a tornare alla normalità che i cittadini di queste zone meritano. Sarebbe davvero un peccato dire 'non possiamo farcela'. Io invece sono convinto che questi posti bellissimi meritano di andare avanti e prima ci si riesce e meglio è. Un altro aspetto è quello dell'attenzione che non deve scendere su quanto accaduto qui. Viviamo in un'epoca in cui i media riescono a condizionare anche le scelte di chi deve muoversi a favore di qualcosa. Quando i riflettori si spengono, di solito le cose vanno per le lunghe, ci si dimentica... quindi è necessario tenere alta l'attenzione su un problema che rimane ed esiste" ha detto Raf che, di fatto, diventa il testimonial "extra Marche" dei luoghi maceratesi colpiti dal sisma.
"Prometto che anche nelle altre date, terrò sempre alta l'attenzione su queste meravigliose terre: è la cosa più importante di questo tour" ha ribadito Raf, ringraziato dal sindaco di Castelraimondo Renzo Marinelli "per la grande solidarietà dimostrata e per il gesto di profonda generosità".
Oggi hanno riempito le pagine di giornali e le agenzie non fanno altro che battere il nome di Michele Scarponi. Cordoglio unanime, che arriva da ogni dove: dai ministri ai presidenti delle federazioni sportive, dai colleghi ai giornalisti.
Le avevate già riempite le pagine di giornali e avevate già fatto centinaia di lanci di agenzia dieci anni fa, quando Michele Scarponi era stato bollato, smerdato, condannato senza processo dal solito utilizzo scientifico dei media che devono creare il "mostro" per essere "il solito ciclista dopato". Ve lo siete scordato oggi quello che scrivevate su Scarponi? Oggi diventa un "campione" perchè ha perso la vita a 37 anni in un assurdo incidente a due metri da casa? Beh, avete la memoria corta. Ma fortunatamente non tutti.
Su Michele Scarponi sono state gettate camionate di merda in merito a una vicenda mai del tutto chiarita, il famigerato caso chiamato come un film portoricano di second'ordine: "Operation Puerto".
Copio da Wikipedia: "Operation Puerto è il nome dato all'indagine spagnola relativa al doping sportivo effettuata tra il febbraio e il maggio 2006.
I principali accusati sono Eufemiano Fuentes, medico di diverse squadre ciclistiche, e Manolo Saiz, al momento dell'arresto direttore sportivo della squadra Liberty Seguros. Secondo l'accusa Fuentes e Saiz erano a capo di una organizzazione che si dedicava alla gestione di autoemotrasfusioni, alla vendita di sostanze dopanti, quali EPO, ormoni della crescita, anabolizzanti, e alla pianificazione del loro utilizzo.
La polizia ha sequestrato anche numerosi elenchi cifrati di presunti clienti dell'organizzazione. Dalla decifrazione degli elenchi si è arrivati al coinvolgimento di 58 ciclisti professionisti, che sono stati individuati dalle autorità. I nomi di altri sportivi non sono stati decifrati o resi noti, il dottor Fuentes ha però riferito di prestare regolare assistenza medica a sportivi di discipline diverse, fra cui calciatori, motociclisti e tennisti".
Michele Scarponi venne squalificato per 18 mesi dalla commissione disciplinare della federciclismo che l'ha giudicato dopo il deferimento della Procura antidoping del Coni per tentato uso di sostanze proibite. In sostanza è stata confermata la prima richiesta di stop, che poi è stata leggermente ridotta per la collaborazione fornita dal corridore, ritenuta comunque "incompleta".
Il 5 maggio 2007 la Gazzetta dello Sport scriveva "Il corridore (Scarponi, ndr) ha già dato la propria disponibilità al test del Dna, dando prova di un atteggiamento collaborativo. Ma non sono le sacche di sangue ciò che gli viene contestato. Nel materiale in mano agli inquirenti del Coni ci sarebbero infatti altri elementi che testimonierebbero rapporti con Fuentes: in particolare un numero di telefono di Scarponi (che per i magistrati spagnoli si nasconderebbe dietro lo pseudonimo Zapatero) sull’agenda del medico. Anche qualora non fosse possibile dimostrare una relazione diretta, il corridore rischia il deferimento alla Disciplinare per la presunzione dei fatti".
Diciotto mesi di squalifica per "la presunzione dei fatti". Capito come? E mesi di gogna mediatica, non con quella che sembrerebbe essere una banale ma logica presunzione di innocenza, ma secondo quell'odioso motto popolare instillato dal giustizialismo a tutti i costi per il quale "Eh, ma qualcosa avrà fatto sicuramente, ti pare?".
E i responsabili primi di tutto questo siamo noi giornalisti, categoria da cui mi sento personalmente ogni giorno sempre più distante.
Beh, malgrado tutto, Michele Scarponi è ripartito, ha ricominciato, ha continuato a pedalare, a spingere lungo quelle salite che per noi "umani" a volte è difficile anche percorrere in prima con la macchina. E nel 2011 ha vinto anche la corsa delle corse per un ciclista italiano, quel Giro d'Italia assegnatogli a tavolino dopo la squalifica di Contador.
Stamattina l'Aquila di Filottrano è tornata a volare in cielo, libera, lasciando Giacomo e Tommaso insieme a mamma Anna nel dolore, ma anche nell'orgoglio di chi ha vissuto accanto a un grande atleta, a un ottimo ciclista ma soprattutto a un uomo per bene come tutti confermano a Filottrano dove era amatissimo per la sua estrema disponibilità e per il carattere gioviale che lo contraddistinguevano.
Il tweet di ieri sera alle 22.02 con i due gemelli sulle spalle è struggente: "...anche se solo per un giorno ho pensato di portarne a casa 2 di maglie da leader.... ".
Stamattina Michele, ti sei portato via la maglia da immortale. E anche il rimorso, speriamo, di chi prima di chiamarti "campione" ti chiamava "dopato". Ciao, saluta Marco: per voi non esistevano prima salite impossibili, figuriamoci adesso...
L'incidente stradale in cui ha perso il ciclista Michele Scarponi è avvenuto a Filottrano sulla strada provinciale 362, all'altezza di un incrocio. All'intersezione con un'altra strada l'autista dell'autocarro Fiat 'Iveco', un 57enne del posto, avrebbe omesso di dare la precedenza, centrando in pieno Scarponi, che nel violento impatto sarebbe morto sul colpo per le gravissime lesioni riportate. L'investitore ha detto ai carabinieri di non averlo visto. I mezzi, sia la bici su cui il ciclista si stava allenando sia il Fiat 'Iveco', sono stati sequestrati. L'autista del mezzo, indagato per omicidio colposo, per un assurdo destino, è un amico di famiglia del ciclista: pare che dopo l'incidente, sotto choc, in lacrime gridasse di voler morire anche lui.
La salma di Scarponi, che lascia la moglie, sua coetanea, e due gemellini in tenera età, è stata trasferita nell'obitorio dell'ospedale regionale di Torrette, ad Ancona, su disposizione del magistrato di turno.
La bara sarà portata al palazzetto di Filottrano dove sarà allestita la camera ardente, anche se sono si sa ancora il giorno preciso: la protezione civile è stata allertata per i funerali al campo sportivo o mercoledì o giovedì,
"Quando era qui – ha raccontato all'Ansa Coppari, sindaco del centro marchigiano – Michele faceva ogni giorno il suo allenamento partendo da casa verso le 8 e rientrando alle 14-14.30, dopo aver fatto diversi chilometri nelle colline qui intorno, da Jesi verso Serra San Quirico, arrivando fino ad Arcevia. La comunità di Filottrano è sotto choc, per noi era come uno di famiglia".
Intanto la moglie di Michele, Anna Tommasi ha scritto "Grazie a tutti" sul suo profilo Instagram, allegando una foto del marito con i due gemellini Giacomo e Tommaso (i nomi sono quelli dei genitori di Anna e Michele) sullo sfondo. Nel post il ciclista dell'Astana ha la testa bassa mentre si prepara per una tappa.
La coppia si era conosciuta grazie alla passione per il ciclismo. Anche Anna, infatti, correva per la Site di Tezze di Piave (una frazione del comune di Vazzola, in provincia di Treviso). Michele era nella stessa squadra del fratello di Anna, poi laureata in Chimica Farmaceutica all'Università di Padova. Si sono sposati nel 2006 e nel 2012 hanno avuto i due bambini gemelli.
Michele Scarponi lascia anche un fratello e una sorella: Silvia è il capitano della squadra femminile di calcio della Jesina, mentre il fratello Marco è un educatore.
Un minuto di silenzio per ricordare Michele Scarponi: lo ha disposto il presidente del Coni Giovanni Malagò che, partecipando al dolore della famiglia e di tutto il mondo del ciclismo, ha invitato le federazioni sportive nazionali, le discipline sportive associate e gli enti di promozione sportiva a far osservare un minuto di silenzio in occasione di tutte le manifestazioni sportive, che si disputeranno in Italia da oggi e per tutto il fine settimana.
Ormai parlare di emozione e commozione, quando si raccontano storie di vite oltre il terremoto appare quasi scontato. Ma non è scontato per niente. Non è scontato che famiglie intere dalla Romagna decidano di trascorrere la Pasqua insieme a famiglie terremotate sfollate lungo la costa.
E il racconto che esce al termine della giornata fa salire il magone, ma anche la speranza. Da un lato, storie intime e nascoste, rivelate solo dalla semplicità con cui i protagonisti le raccontano. Dall'altro, la consapevolezza che al termine di una giornata speciale, tutto tornerà inesorabilmente come prima. Solitudine e nostalgia comprese. E leggere le parole che seguono, fa trattenere a stento le lacrime.
Grazie al gruppo "Aiutiamo e non crolliamo", sempre particolarmente attivo nell'aiuto verso le popolazioni terremotate, le famiglie dell'oratorio di Cerasolo Ausa, in provincia di Rimini, hanno realizzato insieme ai loro figli un gemellaggio con le famiglie sfollate all'hotel Charlie a Porto San Giorgio. I loro bambini hanno consegnato le uova di Pasqua ai loro coetanei sfollati, e tutti insieme hanno trascorso il pomeriggio in affettuoso ascolto sulle loro vicissitudini anche anteriori al sisma. Un pomeriggio ricco di esplosioni di lacrime ed abbracci sinceri. Dopo aver cenato tutti insieme, le famiglie riminesi sono ripartite per tornare a casa.
"E' stato un incontro che ha lasciato il segno nel vero senso della parola" racconta il portavoce della comitivi riminese "Abbiamo trovato diverse famiglie, soprattutto formate da persone anziane provenienti da Camerino, Visso, Pievebovigliana e Pieve Torina, persone che appena ci hanno visti hanno cercato di capire cosa succedeva, vedendo anche tanti ragazzini. Tutta questa perplessità è svanita in un secondo: dopo esserci presentati, sono stati quasi travolti da tanta vitalità dei ragazzi di Cerasolo, in primis i giovani che si sono fiondati sui loro 'nonnini adottati'. Tanta emozione, tanta condivisione e comprensione mentre queste famiglie ci raccontavano il loro vissuto".
Poi inizia il racconto, toccante, dell'incontro. "Appena arrivato, sono entrato nell'hotel recandomi nella sala dove le famiglie ci aspettavano. Erano tutti seduti, composti. Ho visto i loro occhi nei miei e quegli sguardi curiosi sono diventati pieni di luce, sorridenti, familiari. Quando mi muovo per tornare indietro, in modo da chiamare la truppa, vedo gli sguardi di prima richiudersi e allora ritorno subito indietro dicendo 'aspettate che arriviamo!', e in un secondo è tornata la luce in quegli occhi pieni di dolcezza e di dolore...
Faccio entrare 27 persone tra adulti e ragazzini di tutte le età in una sala piena di persone, persone pronte a dare e a ricevere. Entriamo con un mare di uova di Pasqua e di dolci, do un'occhiata veloce e in un secondo vedo diverse generazioni: una nonnina di 97 anni e un bimbo di 16 mesi. Cacchio, dove vado ora? E niente... corro a prendere in braccio il bimbo per andare a baciare la nonnina... Siamo lì tutti zitti e allora prendo in mano la situazione e presento il gruppo, riuscendo a non crollare dato che una signora di Visso già piangeva. I ragazzi dell'oratorio si muovono prendendo le uova ed iniziano a distribuirle. Vedere ragazzine di 12 anni andare da nonnine di 70 con il cuore nel viso, con un sorriso che scioglierebbe anche un iceberg, mi ha riempito il cuore... in un battibaleno si formano gruppetti di persone dove i protagonisti erano loro, le famiglie sfollate. Vedo ragazzini attentissimi nell'ascoltare i loro racconti su quella bruttissima sera del 26 ottobre...Vi giuro, sembrava un film: non lo avrei mai pensato.
Ognuno di noi si è dedicato a qualcuno di loro, da Luana a Paolo a Micaela a Elena e tutti gli altri... Ed io? Beh io stavo aspettando il mio Angelo che è arrivato dopo un'oretta e che nemmeno conoscevo. Ero al bar a parlare con la direttrice e lo vedo lì fuori mentre arriva con la moglie, quella moglie che da qualche anno ha rinunciato a se stessa dopo la perdita di un figlio. Lo vedo arrivare verso la porta ,con il suo cappellino alla pescatora un po' rovinato, con i suoi vestiti da lavoro, lui che quando gli apro la porta e gli dico 'Ti aspettavo', mi risponde con un sorriso pieno di gioia ' Sò arrivato!'
Li porto nel salone e tutti li salutano. Fa sedere la moglie come un vero gentiluomo. Lei non parla e non sente da anni, oltre a non mangiare se non per sopravvivere... si siede anche lui, gli portano l'uovo di Pasqua mentre io giravo per la sala ma niente... Ci siamo guardati, lui a testa bassa ma con lo sguardo verso di me, occhi lucidi e io che mi dicevo, ok vado... mi avvicino, parliamo un attimo e in men che non si dica sale in camera a prendere le foto della sua casa per farmele vedere. Le abbiamo commentate tra un mezzo pianto e l'altro... Aveva già vinto ma ha voluto stravincere dicendomi: 'Vuoi salire su a casa mia (casa sua,la camera, ndr)? Ne ho tante altre da farti vedere'. Saliamo, tira fuori un bottiglia di aranciata sanguinella e sul terrazzo parte la rassegna delle foto. Belle, piene di vita, da quelle in bianco e nero a quelle a colori in gita con la moglie bellissima, cosa che lui ha sottolineato sempre, un uomo che ha lavorato come un mulo quella terra che a suo dire lo ha tradito ma che ama più di se stesso...Questo è Antonio, 74 anni con la mente ed il cuore a Pievetorina, il 'Mazzarino' della Valnerina.
Siamo sul terrazzo e due finestroni più in là sento parlare. Mi giro e vedo una donna di 90 anni che fa fatica a camminare, dimessa, con un affanno che toglie il fiato al solo vederla, demotivata, diventata asociale... la prendo in braccio e la porto su una sedia, ci parlo e la invito a cena con noi di sotto ma lei: 'No, non scendo mai di sotto io', detto con l'affanno dettato dalla paura e dall'ansia, quel peso sul cuore. Ma scherziamo? le dico 'Stasera ti invito a cena io'. Vado a prendere la sedia a rotelle che ha li sul terrazzo, la carico, la porto nella sua camera e mentre lei mi parla per farmi desistere inizio a pettinarla, parlandole come fosse mia madre. Mi scendono le lacrime ma lei non mi vede, le sono dietro per pettinarla e sento che l'affanno si calma. Dopo 20 minuti siamo pronti per scendere. Prendiamo l'ascensore e il suo affanno riprende un po' quando mi chiede 'Adesso cosa dico di sotto?'. E io le rispondo 'Nulla, lascia che siano gli altri a dire qualcosa'. Si apre l'ascensore e sfiliamo belli, decisi, lei con un sorriso raggiante, felice come una bambina mentre il solo personale dell hotel guarda lei e guarda me con occhi spalancati, pieni di stupore e felicità, vedendola di sotto come mai era successo fino ad allora. Entriamo nella sala dove gli altri cantano e io con il mio modo la presento. Mi hanno riferito che il suo viso era come un sole raggiante: purtroppo me lo sono perso perché spingevo la carrozzina. Questa è Liliana, 90 anni, la mia mamma adottata e fidanzata per una sera. Ha anche mangiato come ha mangiato tutta la cena la moglie di Antonio. Mi fermo qui... ho il cuore che mi scoppia!".
La grande paura sembra essere passata. La improvvisa sequenza dei giorni scorsi aveva inevitabilmente creato apprensione e paura nelle popolazioni che da mesi subiscono anche psicologicamente la pressione di una crisi sismica che sembra infinita. Ma fin da subito, pur con tutte le cautele del caso, gli esperti avevano avvisato che si trattava di uno sviluppo fisiologico degli eventi sismici precedenti.
Anche il giorno di Pasqua, il sempre puntuale e chiaro sismologo Alessandro Amato dell'Ingv, ha voluto comunque aggiornare la popolazione, confermando come dopo il picco del 10-12 aprile, la situazione sia tornata a normalizzarsi.
"Dopo il picco del 10-12 aprile, con diversi eventi di magnitudo superiore a 3 e tanti più piccoli" spiega il sismologo "siamo tornati ai livelli dei giorni precedenti, anzi un po' meno. Ieri e il 14 i turnisti Ingvterremoti hanno localizzato 96 e 92 terremoti al giorno, nessuno dei quali pari o superiore a 3. I giorni prima ne erano stati localizzati sempre di più (tra parentesi quelli ≥3):......15/4 96 (0)14/4 92 (0)13/4 120 (0)12/4 205 (1)11/4 141 (8)10/4 130 (1)9/4 99 (2)8/4 100 (1)7/4 131 (0)6/4 120 (2)......
Quindi, dal 13 aprile, nessun evento superiore magnitudo 3. Anche il livello dell'energia rilasciata giornalmente è tornata ai livelli pre-picco (i pallini neri, secondo la scala logaritmica sull'asse a destra). Il numero dei terremoti nel grafico si riferisce ai soli eventi di M≥2 (pochi al giorno, le colonnine colorate, si veda l'asse verticale a sinistra), mentre i numeri riportati sopra sono relativi a tutti i terremoti localizzati nella zona, che sono molti di più perché si contano anche quelli molto piccoli. Come descritto già altre volte, questi picchi sono normali nel decorso generale in diminuzione della sequenza".
E' proseguita anche nella notte e in mattinata la sequenza sismica che sta interessando l'area epicentrale di Fiastra e Fiordimonte. Una decina gli eventi registrati dai sismografi, uno soltanto dei quali con magnitudo superiore a 3: alle 3.37 è stato infatti avvertito un terremoto di magnitudo 3.1 con profondità di 10 chilometri. Gli altri eventi hanno avuto tutti una magnitudo inferiore compresa fra 2.1 e 2.9.
E sull'argomento è tornato questa mattina il sismologo di Ingv Alessandro Amato che ha confermato quanto già affermato nei giorni scorsi: si tratta di aftershocks e non ci sono elementi per pensare all'attivazione di nuove faglie.
"Nella zona di Fiastra e Fiordimonte" spiega Amato "ci sono stati un centinaio di piccoli terremoti negli ultimi due giorni (intorno a Lat.43.02-Long.13.11), compresi alcuni di magnitudo superiore a 3. Il massimo ieri alle 16:35 e 19:04 (M3.6). Alcune considerazioni: vista la localizzazione, questi terremoti sono tecnicamente degli "aftershocks", ossia eventi appartenenti alla sequenza iniziata ad agosto 2016, in particolare nel settore settentrionale attivo da ottobre.
Dopo un certo tempo dall'inizio di una sequenza, spesso si osservano aftershocks più forti nelle zone marginali del sistema di faglie (e meno nelle parti centrali). Non ci sono elementi particolari che fanno pensare all'attivazione di nuove faglie. Nessuno è in grado oggi di dire se potrà arrivarne uno più forte, né di escludere che questo accada (se qualcuno lo fa, diffidate).
La probabilità di avere un evento più forte nella zona è difficile da calcolare, ma con i metodi sperimentali a disposizione, questa è comunque bassa (ma non nulla)".
Una sequenza sismica che arriva dopo un periodo di calma apparente sta riportando forte apprensione nel cratere. Oltre dodici eventi di magnitudo superiore a 2 in meno di tre ore, tra le tutti con epicentro nella zona di Fiastra e Fiordimonte, con eventi chiaramente avvertiti dalla popolazione come quello delle 16.35 di magnitudo 3.6, delle 16.45 di magnitudo 3.4, delle 17.02 di magnitudo 3.1, un altro 3.6 alle 19.04, hanno creato inevitabile preoccupazione. E inevitabilmente, si cerca di saperne di più dagli esperti. Tante le domande rivolte al geologo Emanuele Tondi e al sismologo Alessandro Amato, forse i due maggiori esperti in Italia di terremoto, che hanno spiegato all'unisono il loro punto di vista su quanto sta accadendo.
Il professor Tondi ha detto di "leggere con attenzione quanto ha scritto Alessandro Amato dell'INGV per la zona di Barrete (Aq) due giorni fa, perché vale anche per Visso e Fiastra. La zona è sempre quella destabilizzata dai forti eventi di fine ottobre 2016, quindi sono da considerarsi aftershocks. La sequenza nel suo complesso è in diminuzione e piccole, temporanee riprese sono possibili. L´importante è che siano piccole e temporanee, perché non se ne può più...".
Alessandro Amato, infatti, il 9 aprile aveva affermato "c'è stata una piccola (fisiologica) ripresa di attività nell'aquilano, intorno a Barete, con un evento di magnitudo 3.5 (alle 3:52) e altri minori. L'area interessata rientra in quella più ampia attiva da agosto 2016, in particolare nel settore meridionale, quello che ha avuto i quattro eventi di M5-5.5 il 18 gennaio. Si tratta quindi tecnicamente di "aftershocks", in uno dei picchi di attività che ci sono sempre in queste lunghe sequenze. Come detto in altre occasioni, la sequenza è ancora in corso e durerà a lungo, con un andamento generale di diminuzione del numero degli eventi e oscillazioni in più e in meno. La probabilità di altri eventi forti diminuisce ma non sarà mai zero, neanche tra dieci anni quando la sequenza sarà finita".
Quindi, niente panico perchè la sequenza rientra nella normalità, ma sempre attenzione perchè la sequenza stessa sembra ben lontana dall'essere terminata.
Dimenticati da tutti. Anche dagli artisti che all'indomani del sisma de L'Aquila presero parte ad un'iniziativa corale senza precedenti e con la vendita del cd Domani raccolsero quasi 1,2 milioni di euro.
Il 6 aprile, in concomitanza con gli otto anni dal sisma aquilano, abbiamo pubblicato un pezzo (qui), amaro e provocatorio, proprio su come la tragedia del centro Italia sia passata quasi inosservata anche dai grandi nomi dello spettacolo. E questo articolo è arrivato anche ad artisti di chiara fama. Uno di loro ha risposto alla provocazione, con una dichiarazione che da un lato sconcerta e dall'altro lascia aperti enormi interrogativi sull'utilizzo dei fondi che vennero raccolti all'epoca grazie al cd Domani.
Piero Pelù storico front man dei Litfiba e fra i principali protagonisti del cd Domani insieme a Jovanotti, ha risposto così al nostro articolo: "Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio... certo che lo so. Sapete però che i soldi raccolti per il teatro de L'Aquila rimasero bloccati per sei anni e ancora oggi non si sa per cosa furono usati veramente?".
Una dichiarazione molto forte che, fra le righe, lascia intendere che se c'è stato un certo "disimpegno" a fronte della tragedia del centro Italia del 2016, forse è anche per come vennero gestiti allora i soldi.
I fondi, versati dall'allora ministro Sandro Bondi su un conto corrente intestato al Mibac, vennero destinati alla ricostruzione del Conservatorio 'Alfredo Casella' e in piccola parte (69 mila euro) a quella del Teatro comunale.
Fu proprio Jovanotti nell'aprile 2012 a denunciare come i fondi non fossero ancora stati utilizzati: ""Parte dei fondi (6%) sul Teatro Comunale - scriveva in un tweet - risulta spesa. Il grosso, assegnato al Conservatorio, è fermo".
Il 25 luglio 2012, il Ministero dei Beni Culturali emanava un comunicato dove si leggeva "I proventi della vendita del brano “Domani 21 aprile 2009”, registrato all’indomani del sisma in Abruzzo, hanno una nuova destinazione: il Teatro San Filippo Neri nel centro storico de L’Aquila. La donazione di 1.121.607 euro, disponibile presso il Ministero dei Beni Culturali, era inizialmente destinata alla ricostruzione del Conservatorio Casella e del Teatro Comunale dell’Aquila, semi-distrutti dal sisma.
Nell’ambito dell’azione di accelerazione della ricostruzione che il Ministro per la Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, svolge su delega del Presidente del Consiglio, il Governo sta infatti intervenendo per accelerare l’utilizzo delle risorse ancora disponibili dalle donazioni verso destinazioni di massima utilità.
In questo caso è stata acquisita la disponibilità dei destinatari originari della donazione – conferita con il vincolo di impiego sull’intervento di recupero del Conservatorio e del Teatro Stabile dell’Aquila – a orientare queste risorse finanziarie verso un progetto di più celere realizzazione individuato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali tramite la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo. Questa scelta è stata attuata da coloro che hanno realizzato il progetto artistico “Domani 21 aprile 2009” al fine di garantire, in tempi più rapidi, il proficuo impiego del ricavato della loro iniziativa. I protagonisti del progetto di raccolta fondi “Domani 21 aprile 2009”, ovvero, gli artisti coinvolti su iniziativa di Mauro Pagani – autore e produttore artistico del brano -, Lorenzo Jova Cherubini “Jovanotti”, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Caterina Caselli, produttore discografico SugarMusic S.p.a., hanno quindi acconsentito al cambio di destinazione dei fondi proprio nei giorni scorsi.
La donazione conferita da SugarMusic S.p.A. per conto degli “Artisti Uniti per l’Abruzzo”– derivante dalla vendita del CD della canzone “Domani 21 aprile 2009” eseguita gratuitamente da questi ultimi – è stata quindi riassegnata all’urgente finanziamento del restauro degli interni del Teatro San Filippo Neri, senza il quale l’opera non poteva recuperare la propria funzionalità nel tessuto culturale urbano. Grazie a tale liberalità, si potrà ripristinare e rendere utilizzabile il teatro".
Il 6 aprile 2017, Piero Pelù afferma che "ancora oggi non si sa per cosa furono usati veramente" quei soldi. Misteri italiani.
Alle 3.33 di otto anni fa un tremendo terremoto devastò L'Aquila. L’impatto del sisma sulla città abruzzese e su tanti paesi, borghi e località vicine, fu devastante. Nei crolli morirono più di 300 persone, oltre 1600 furono i feriti, e 80.000 gli sfollati. Uno dei crolli rimasti emblematici di quel terremoto fu quello della Casa dello Studente, dove dormivano decine di studenti universitari.
Ancora una volta l’Italia si trovò a piangere morti che potevano essere evitate: da tempo infatti si conosceva l’elevata sismicità dell’area, ma l’edilizia si mostrò del tutto inopportuna a resistere a un terremoto di quelle proporzioni.
Solo un mese dopo, cinquantasei artisti fra i più apprezzati e popolari in Italia (Afterhours, Al Bano, Alioscia (cantante dei Casino Royale), Antonella Ruggiero, Antonello Venditti, Baustelle, Bluvertigo, Caparezza, Claudio Baglioni, Carmen Consoli, Caterina Caselli, Cesare Cremonini, Dolcenera, Elio e le Storie Tese, Elisa, Enrico Ruggeri, Eugenio Finardi, Fabri Fibra, Francesco Renga, Franco Battiato, Frankie hi-nrg mc, Gianluca Grignani, Gianna Nannini, Gianni Maroccolo, Gianni Morandi, Giorgia, Giuliano Palma, Giusy Ferreri, J-Ax, Jovanotti, Laura Pausini, Luca Carboni, Ligabue, Malika Ayane, Mango, Mario Venuti, Marracash, Massimo Ranieri, Mauro Pagani, Max Pezzali, Morgan, Negramaro, Negrita, Nek, Niccolò Agliardi, Niccolò Fabi, Pacifico, Piero Pelù, Roberto Vecchioni, Ron, Roy Paci, Samuele Bersani, Sud Sound System, Tiziano Ferro, Tricarico, Zucchero) diedero vita a "Artisti uniti per l'Abruzzo", incidendo un singolo, "Domani 21/04/2009", per devolvere interamente i proventi della vendita del disco alla campagna Salviamo l'arte in Abruzzo.
Ora, al di là del gesto generoso e apprezzabilissimo, possibile che di questi 56 artisti, nessuno abbia saputo che fra l'agosto e l'ottobre del 2016 un terremoto anche più forte di quello de L'Aquila ha devastato un territorio che coinvolge quattro regioni del centro Italia? Perchè questo terremoto continua a passare sempre in secondo piano, senza che ci sia anche un gesto, come quello degli "Artisti uniti per l'Abruzzo", capace di tenere alta l'attenzione su una tragedia di cui a distanza di mesi e mesi non si riesce a venire a capo?
Meno male che ci sono gli artisti di casa nostra, quelli come Tranca e Paulet che cercano di far capire all'Italia cosa realmente sia capitato da queste parti. E per questo il loro video, il loro "O marchigiani karma" deve essere condiviso ovunque, fino a che qualcuno non si accorga che esiste anche una parte del Paese devastata e dimenticata. Comunque, se avete modo, magari a Jovanotti, a Pelù e agli altri, informateli che anche nelle Marche c'è stato un terremoto devastate. Visto mai che qualcosa si muova...
Prosegue, non senza difficoltà, l'operazione di trasferimento degli sfollati da una struttura all'altra. Stamattina qualche momento di tensione si è registrato all'Holiday di Porto Sant'Elpidio, dove si sono presentati alcuni dipendenti della Regione che, secondo la testimonianza di alcuni presenti, avrebbero contattato gli sfollati, cercando di convincerli a spostarsi. "Hanno fatto terrorismo psicologico, soprattutto sulle persone anziane, dicendo fra le righe che andarsene in un'altra sistemazione sarebbe stata la soluzione migliore" dicono. E al funzionario con il quale si sono confrontati i "resistenti", quelli che non vogliono essere sfollati di nuovo, hanno detto una frase che trafigge l'anima...: "Non vi rendete conto che gli anziani stanno morendo tutti di crepacuore..."
Una versione che contrasta decisamente con quella fornita dall'assessore regionale Pieroni, secondo cui "Il trasferimento di un certo numero di sfollati dai campeggi e hotel della costa marchigiana verso altre strutture ricettive ''avviene in modo volontario e secondo un percorso condiviso con gli operatori alberghieri e i sindaci. Abbiamo messo a disposizione nuove strutture qualificate e accoglienti, e potenziato i servizi di trasporto per i lavoratori e gli studenti che devono spostarsi ogni giorno. Il messaggio che vogliamo dare è che la collaborazione e il confronto saranno massimi''.
Dall'altra parte, invece, l'appello di Diego Camillozzi, fra i promotori del comitato "La terra trema, noi no", anche lui sfollato all'Holiday è chiaro: "Non spostatevi dalle vostre strutture alberghiere.Voglio far passare questo messaggio per tutte le persone che stanno cambiando hotel o scegliendo l'autonoma sistemazione per paura di non sapere dove poter andare dopo la data del 30 aprile..il messaggio è chiaro: non spostatevi.
Dopo aver mandato diffida alla Regione e per conoscenza alle Prefetture interessate, sicuramente rimarremo nelle nostre strutture, ma non sarà facile riallocare chi si è già spostato. Sarà difficile ottenere di farvi rientrare...".
E' attesa e sarebbe imminente la pubblicazione della nuova ordinanza del commissario straordinario Vasco Errani che andrà a disciplinare la ricostruzione pesante. In rete è comparsa una bozza che, sentiti diversi esperti, potrebbe essere quella definitiva che sarà pubblicata ormai nelle prossime ore.
I parametri sono decisamente diversi da quelli presenti nella bozza presentata ai sindaci qualche tempo fa e che aveva sollevato un polverone per via delle grosse disparità presenti, ad esempio, con la ricostruzione dopo il sisma in Emilia Romagna. Ma si tratta, comunque, di stime ancora prudenziali, in attesa che nelle prossime ore venga pubblicata l'ordinanza completa e ufficiale. Di seguito, è possibile visionare integralmente la bozza "Misure per il ripristino con miglioramento sismico e la ricostruzione di immobili ad uso abitativo gravemente danneggiati o distrutti dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016".
La bozza è scaricabile da qui
Non era chiaramente una bufala, ma era tutto vero. La mail indirizzata dall'Ufficio del Turismo della Regione ai tour operator all'indomani del tragico terremoto del 30 ottobre, esiste, è vera e documentata. Nell'immagine che abbiamo messo in evidenza, ne abbiamo messa una copia, mentre qui trovate il volantino scaricabile che era allegato alla stessa mail.
Non c'è trucco, non c'è inganno: è tutto maledettamente vero. E allora anche la politica chiede conto di questa assurdità.
“Sapevo delle Marche la regione al plurale ma non sapevo delle Marche con e senza il terremoto”: il consigliere regionale di Forza Italia, Piero Celani, accusa la Regione Marche di parzialità nell’ambito della promozione turistica. “Una lacuna che Turismo Promozione (assessorato al Turismo della regione Marche) ha provveduto a riempire. Come? Nella lettera che accompagna la brochure “Il Natale nelle Marche, mercatini, feste di Natale e mostre”, dopo aver ricordato le sofferenze e le ferite del sisma di agosto e ottobre, leggiamo “Crediamo tuttavia che il modo migliore per aiutare le Marche sia visitarle e cogliere le occasioni che gli eventi in corso in questo periodo come le grandi mostre di Osimo, Loreto, Senigallia, Ancona e Urbino e i mercatini natalizi dei luoghi storici e città d’arte della provincia di Pesaro Urbino – tutti territori lontani dai luoghi del sisma – sanno offrire”.
“Tutti territori lontani dai luoghi del sisma? Davvero una gran bella promozione, specie per quelle genti e quei territori colpiti dal terremoto – continua Celani – E, giusto per rimarcare anche visivamente che non tutte le Marche sono sicure, ecco che subito dopo i dati relativi al Mercatino di Ascoli appare una bellissima scritta in rosso che dice “In seguito al forte terremoto che ha colpito recentemente il Centro Italia, l’evento potrebbe subire variazioni e slittamenti. Prima di muoversi, rivolgersi in ogni caso ai numeri indicati nella sezione Informazioni” scrive.
Continua Celani: “Prima di muoversi nelle Marche, quindi, consultate anche il sito dell’Ingv, fate gli scongiuri, munitevi di amuleti anti jella e indossate il casco d’ordinanza. Ah! Non per tutte le Marche. La vecchia regione al plurale ora è divisa in due regioni: quella senza e quella con il terremoto e visitatela pure, purché sia il nord, come si sa esente da scosse sismiche. Gran bella promozione. Davvero. La Regione questa volta ha superato se stessa. Prossimamente cosa dobbiamo aspettarci? Le precipitazioni atmosferiche zona per zona? Le piogge città per città? Quartiere per quartiere? E la neve? Dove la mettiamo la neve? Grandine?”
“Poi, vorrei ricordare all’assessorato e ai suoi epigoni che c’è una parte delle Marche ferita, profondamente ferita, che vuole rialzare la testa, che vuole rimboccarsi le maniche e ricostruire. Una parte delle Marche che dopo il terremoto ora sta facendo i conti con una burocrazia ottusa. Una parte delle Marche che non ha bisogno di ulteriori pesi. Ma quando questi pesi giungono dalla stessa Regione si resta sgomenti. Ipotizzavamo che vi fosse una specie di visione anconacentrica o pesarocentrica della nostra regione ma che venisse certificato. Così mentre Cristo si ferma ad Eboli ecco che le Marche si fermano al confine anconetano. Con buona pace di quanti ancora credono che le Marche siano una regione al plurale. No. Le Marche sono due regioni. Quella devastata dal terremoto e quella che il terremoto l’ha seguito in tivù”, termina Celani.
E per Alessio Pagliacci, Coordinatore Regionale Forza Italia Giovani Marche, "tutti gli assessori regionali, con il Presidente Ceriscioli in testa, nei mesi scorsi sono intervenuti in molti comuni del cratere per rassicurare le realtà economiche locali che la Regione Marche avrebbe fatto il massimo per far tornare a rivivere il prima possibile i territori colpiti dal tremendo sisma. Insomma nessuno, a detta degli amministratori regionali, sarà lasciato solo. Invece con un azione da colpo di scena cosa fa la Regione Marche? Proprio lo scorso novembre, in piena emergenza, l’ufficio promozione turistica ha inviato una mail a tutti gli operatori con oggetto “il natale nelle Marche” e nel contenuto della stessa si invitano i vacanzieri a “Visitate le bellezze del nord della regione, lontano dalle zone terremotate”.
La Regione Marche ed i suoi rappresentanti predicano bene e razzolano male. Nessuna traccia nella mail inviata del sud della Regione fortemente in difficoltà. Con grande indignazione chiediamo con forza e celermente all’assessore al turismo Moreno Pieroni di redigere un piano straordinario di promozione turistica per le zone dell’entroterra colpite dal sisma. Siamo già fuori tempo massimo. E’ necessario promuovere con tutti i mezzi attualmente disponibile i territori in difficoltà. La scelta di abbandonarli non può passare inosservata, le tante famiglie di artigiani e commercianti aspettano risposte e la Regione Marche è ora che le dia".
Qualora venisse confermata, sarebbe una notizia veramente clamorosa. E se il concerto di Gigi D'Alessio a Civitanova a Ferragosto era (chiaramente?) una bufala, questa invece è una notizia fondata di cui si sta parlando da qualche giorno a Tolentino: il recupero dell'ex Hotel Marche.
Da quanto si è appreso, si sarebbe trovata una soluzione per l'immobile (di proprietà della Regione Marche) che da anni si trova in uno stato di totale abbandono, dopo essere stato devastato e saccheggiato di qualsiasi cosa al suo interno, dalle porte dell'ascensore ai fili di rame.
La soluzione si troverebbe in un bando da circa trenta milioni di euro attraverso il quale un privato garantirebbe la demolizione dei piani alti dell'Hotel Marche, facendone una struttura ricettiva con percorso Spa ad un piano. Il progetto sarebbe stato affidato a un architetto di fama internazionale. Resta tutto da verificare, poi, il modo in cui questo nuovo albergo con centro benessere si rapporterà ai vicini di casa delle Terme Santa Lucia.
Il tutto finora era rimasto top secret, ma la notizia è trapelata tanto che l'ufficializzazione avverrà entro la fine del mese di aprile. In piena campagna elettorale, visto che a Tolentino a giugno si vota per il rinnovo dell'amministrazione comunale.
Bisognerà ora capire, sempre se la notizia sarà confermata, se si tratti di una boutade elettorale o se ci sia realmente qualcosa di concreto dietro questa operazione.
Il decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, la cui legge di conversione è stata approvata in prima lettura alla Camera dei Deputati il 23 marzo 2017, parte con l'obiettivo di introdurre regole più snelle e aiuti per i cittadini e le imprese delle zone terremotate di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, "modificando e novellando in vari punti il decreto legge 189/2016, con l’obiettivo di semplificare e accelerare le varie fasi della ricostruzione.
Tra le novità, c'è un punto in cui si afferma "Al fine di impedire ogni attività di tipo speculativo, il decreto è stato emendato su proposta del Governo stabilendo il divieto di vendita delle case riparate con contributi pubblici prima di 2 anni dalla fine dei lavori, pena la decadenza dei contributi e l’obbligo di restituzione con relativo pagamento degli interessi. Rimane comunque possibile vendere l’immobile al coniuge, ai parenti o affini fino al quarto grado e alle persone legate da rapporti giuridicamente rilevanti".
"Questa norma" racconta l'avvocato Giorgio Di Tomassi, residente a Caldarola "laddove confermata in Senato, creerebbe enormi problemi a chi (come me) nel frattempo aveva provveduto ad acquistare una nuova prima casa, facendo affidamento sulla norma fiscale che consente di mantenere l'aliquota impositiva minima (4%) per l'acquisto, purché l'immobile precedentemente acquistato con le agevolazioni prima casa sia rivenduto entro un anno dall'acquisto della nuova abitazione che ha fruito delle stesse agevolazioni, oltre a tutte le altre penalizzazioni derivanti dal fatto di non poter acquistare come prima casa quella che, di fatto, lo è.
Nel mio caso specifico esiste anche mandato di vendita all'agenzia, conferito prima del sisma, e contratto di acquisto (appalto) della nuova casa che è attualmente in costruzione, anch'esso antecedente la data del sisma, atti entrambi stipulati per scrittura privata non autenticata né registrata.
Sarebbe doveroso, in estrema sintesi, emendare la norma evidenziata almeno nel senso di prevedere che essa non si applica in tutti i casi in cui la vendita dell'immobile riparato con contributi pubblici sia strettamente connessa all'acquisto di altra abitazione da adibire a prima casa".
Di Tomassi e la sua famiglia, dopo il 30 ottobre hanno vissuto in albergo un mese a Martinsicuro, poi a San Ginesio, quindi a Sarnano per decidere alla fine di acquistare una roulotte (a proprie spese ovviamente), dove alloggia da tre mesi, parcheggiata davanti alla sua abitazione (in condominio) danneggiata e classificata Aedes di tipo “b”. L'avvocato e la sua famiglia non percepiscono un euro di contributo autonoma sistemazione, usufruendo della mensa comunale.
"Per non perdere le agevolazioni della prima casa" conclude il legale "l'unica soluzione che ora avrei sarebbe di riparare integralmente a mie spese gli interni ed accollarmi la quota delle riparazioni esterne che il condominio andrà a fare avvalendosi del contributo, il che mi sembra estremamente penalizzante".
Campus... campus. Da mesi a Tolentino non si fa che parlare di questa che sembrerebbe essere la panacea per le strutture scolastiche duramente colpite dal terremoto. Lunedì scorso in regione si è tenuto l’incontro per la realizzazione di questo campus scolastico a Tolentino ed è stato firmato un accordo di cui trovate copia in questo articolo."Grazie a questa riunione" si legge nelle note ufficiali "è stato possibile finalizzare l’accordo per la creazione di una sede per tutte le scuole superiori del comune fortemente colpito dal sisma del 26-30 ottobre". Liceo classico, coreutico e scientifico, istituto tecnico-economico e professionale, dunque, troveranno tutti posto in un'unica area.
Ma leggendo l'accordo mancano alcuni dettagli insignificanti: quando si farà questo "campus"? Quanto sarà grande? E non c'è una certa discrepanza fra le cifre che si erano annunciate per sistemare l'attuale sede dei licei e quelle dichiarate ora? Quanto costerà tutto questo al Comune? Che fine faranno gli edifici che non ospiteranno più le scuole superiori? C'è conferma del fatto che ci saranno a disposizione appena 5000 metri quadrati? C'è però una certezza: sarà realizzato in zona Pace, cioè in periferia, vicino al centro commerciale Retail Park. E qui già cominciano i problemi (per chi ha deciso l'ubicazione).
Prima è stato Francesco Massi a scrivere a chiare note in un comunicato stampa che il campus deve essere fatto in centro.
Poi, narra la leggenda che una stretta parente di un attuale componente della Giunta comunale, nell'apprezzare il progetto campus per San Ginesio all'interno del centro storico, non abbia avuto remore nello scrivere pubblicamente "Il sindaco preferisce palesemente una zona periferica, mentre (...) da qualche mese ha presentato un progetto ben diverso. Evidentemente, si hanno interessi diversi. Svuotare un centro storico è proprio l'antitesi dei principi di urbanistica e sviluppo urbano". Insomma, l'ha toccata decisamente piano, visto che solo pochi giorni prima era stata ufficializzata la composizione della coalizione che andrà ad appoggiare il sindaco uscente.
Frizioni interne, evidente e palesi quindi. Ma anche sollecitazioni esterne che arrivano dal Partito Comunista che pone questioni primarie e indica l'area ex Fioretti come quella adatta ad ospitare il campus. "Noi Comunisti esprimiamo soddisfazione per il fatto che dopo 20 anni si possa realizzare un complesso scolastico all’avanguardia" scrive il segretario tolentinate Emanuele Porfiri "costruito con tecnologie avanzate,per risolvere in maniera definitiva le precarietà fino ad oggi mal sopportate dagli studenti, negli edifici esistenti che sono stati messi a dura prova del sisma di ottobre scorso,dove gran parte delle strutture sono state lesionate.
Ricordiamo che 25 anni or sono, manifestammo anche noi la volontà di delocalizzare nella periferia il complesso in questione. Ce ne erano le condizioni, ma oggi,dopo tutti questi anni, la periferia della nostra città dista oltre 3 Km dal centro storico. Come si può conciliare una scelta del genere, soprattutto dopo la devastazione del sisma? Il nostro centro storico è diventato isola deserta, con interi complessi da ricostruire. Questa realizzazione potrebbe servire da punto di ripartenza,per ritornare a rivivere il nostro centro Storico e i quartieri limitrofi.
Proponiamo che la politica coinvolga i cittadini i quali, insieme agli addetti ai lavori, verifichino tutte le opportunità, anche quella di riqualificare l’ex area industriale “Fonderia Fioretti”, oggi lasciata all’abbandono e ancora da bonificare. Tutto questo anche per evitare le solite speculazioni edilizie a beneficio dei soliti noti che si potrebbero creare. Infine chiediamo ai candidati delle coalizioni ad oggi all’opposizione: se nella tornata elettorale,risultassero forza di maggioranza, porteranno a termine il progetto di delocalizzazione deciso dall’attuale Sindaco,oppure torneranno a discuterne con i Cittadini, per un progetto alternativo?".
Ancora due settimane e l'aquila tornerà a volare. Renzo Budassi lo aveva promesso a febbraio: "Non me ne vado e riaprirò a Pasqua". E la promessa sarà mantenuta addirittura con una settimana di anticipo.
Budassi è il titolare di un ristorante simbolo delle zone terremotate: Il nido dell'aquila a Monte Cavallo. Il terremoto ha reso inagibile la struttura del ristorante, ma malgrado questo, Budassi fin da subito si è attrezzato con una cucina mobile e ha continuato a cucinare per i terremotati di Monte Cavallo e per le forze dell'ordine.
Tutto questo, da pendolare, arrivando tutte le mattine a Monte Cavallo dalla costa dove è stato costretto a trasferirsi insieme alla famiglia, visto che anche la sua abitazione di Muccia è inagibile.
Sabato 8 aprile, sarà inaugurato il nuovo Nido dell'Aquila in una ampia struttura in legno allestita sul piazzale di Monte Cavallo. I lavori si stanno svolgendo febbrilmente e l'8 aprile ci sarà la grande festa di riapertura che inizierà la mattina e si protrarrà per tutta la giornata.
Per salutare l'arrivo dell'evento, ieri Marco Feroci, titolare del ristorante La Fortezza a Sforzacosta di Macerata, ha offerto del pesce fresco che Budassi ha cucinato per i terremotati di Monte Cavallo, capitanati dal sempre presente sindaco Pietro Cecoli. Un momento di solidarietà e convivialità che tutti hanno apprezzato e gradito, in attesa del grande evento di sabato 8 aprile.