Il derby rossoblù tra Civitanovese e Sambenedettese, valido per la diciassettesima giornata di Serie D, ha richiamato al Comunale di Civitanova un pubblico entusiasta, animato dal gemellaggio e dall’amicizia tra le due tifoserie. Tuttavia, quando si è trattato di scendere in campo, la Sambenedettese di mister Palladini ha dimostrato di meritare la vetta della classifica, imponendosi con il risultato di 2-1.
La Civitanovese, reduce dalla sconfitta per 1-0 contro la Recanatese che è costata la panchina a Sante Alfonsi, ha cercato di rialzarsi davanti al proprio pubblico. Di fronte, però, si è trovata una Samb in grande forma, che arrivava da un netto successo per 3-0 sulla Fermana.
La partita è stata combattuta fin dai primi minuti. Nel primo tempo, la Sambenedettese si è resa pericolosa soprattutto sugli esterni, sfruttando la qualità dei propri uomini d’attacco. I padroni di casa, invece, hanno puntato sulle ripartenze, senza però riuscire a impensierire seriamente il portiere Orsini, salvo un’occasione clamorosa al 38’, quando Bevilacqua si è visto negare il gol da un intervento miracoloso dell’estremo difensore ospite.
Nella ripresa, le squadre hanno alzato il ritmo e i gol non sono tardati ad arrivare. Al 15’ la Sambenedettese è passata in vantaggio con Battista, bravo a sfruttare una spizzata su calcio d’angolo. La Civitanovese non si è arresa e ha trovato il pareggio al 33’ grazie a un’azione caparbia di Franco Valentin, che ha insaccato dopo una prima respinta di Orsini.
Ma la gioia dei locali è durata appena due minuti: al 35’ la Samb ha ripreso il controllo della gara con un’azione veloce sulla sinistra orchestrata da Lulli, il cui cross perfetto ha permesso a Kerjota di appoggiare comodamente in rete il gol del definitivo 2-1.
Nonostante gli sforzi finali della Civitanovese, il risultato non è più cambiato. La squadra di mister Palladini si è confermata capolista, allungando la striscia di risultati utili consecutivi, mentre i padroni di casa tornano a leccarsi le ferite in attesa di trovare il giusto equilibrio sotto la guida del nuovo allenatore.
Una giornata di festa sugli spalti, dunque, ma con un sapore amaro per la Civitanovese, che esce sconfitta da un derby sempre sentito.
Tabellino
Civitanovese: Petrucci, Franco, Cosignani (18''st Brunet) Visciano, Passalacqua, Diop, Buonavoglia (40'' st Tassi), Giandomenico (26'' st Esposito) , Bevilacqua, Macarof (11'' st Rossetti), Capece (44" Ruggeri)
All. Mercanti
Sambenedettese: Orsini, Orfano, Zini, Gennari, Lulli, Kerjota, Eusepi, Battista( 18'' st D'Eramo) , Zoboletti, Candellori, Guadalupi (11'' st Lonardo)
All. Palladini
Arbitro: Giacomo Rossini, sezione di Torino
Reti: 15'' st Battista, 33'' st Franco, 35'' Kerjota
Ammonizioni: 40'' D'Eramo
Sabato 14 e domenica 15 dicembre, il palazzo Ottoni di Matelica ha ospitato "Scienza in festa", evento organizzato dall’Università di Camerino per avvicinare la comunità alla ricerca scientifica. Con stand, spettacoli e presentazioni di libri, l'evento ha offerto un’occasione unica di interazione tra ricercatori e cittadini.
Il rettore dell'Unicam, Gianni Leoni, ha sottolineato: “Quando si fa Public Engagement si va tra la gente. Le giornate di ‘Scienza in festa’ seguono questo spirito. Qui a Matelica, dove abbiamo la nostra scuola di Bioscienze e medicina veterinaria, abbiamo organizzato un evento importante. Un evento che segna il secondo appuntamento di ‘Scienza in festa’. Questa estate siamo stati all’Abbadia di Fiastra. Oggi invece siamo qui con degli stand, con spettacoli e presentazioni di libri, ampliando quello che avevamo già proposto".
Tra le varie iniziative di divulgazione scientifica, il focus era trattare temi di attualità in maniera semplice e intuitiva, con laboratori per ragazzi sulle microplastiche, sulla realtà aumentata, e sulla carne coltivata.
Claudio Pettinari di Unicam, ha aggiunto: “Quello che abbiamo visto quest’estate è stato un grande stimolo, con una grande risposta da parte della cittadinanza e delle comunità nei confronti di una scienza chiara e interessante. Quella risposta è stata un vero stimolo a fare di più. Convincere tutti i nostri ricercatori e le nostre ricercatrici che questa è un’attività importante che si unisce alle loro attività di didattica e di ricerca”.
L’assessore alla cultura di Matelica, Barbara Cacciolari, ha sottolineato l’importanza della scienza nell’economia locale: “Ricerca, scienza e innovazione devono far parte del nostro tessuto culturale e imprenditoriale. Siamo onorati di essere un partner dell’Unicam. L’università può dare in futuro un valore aggiunto per far sì che le aziende si possano trasformare ed essere al passo con i tempi”.
Infine, il sindaco di Matelica, Denis Cingolani, ha ricordato il lungo rapporto tra l’Università e il territorio: “La collaborazione con Unicam è da oltre 30 anni che è attiva nel nostro territorio in quanto Matelica ospita una scuola di specializzazione in medicina veterinaria e quindi siamo parte importante dell’ateneo camerte. Per noi è un onore aver ospitato in questo palazzo storico matelicese, il Palazzo Ottoni, questi laboratori”.
"Scienza in festa" si conferma così un appuntamento importante per la divulgazione scientifica e il rafforzamento dei legami tra l’Università di Camerino e la comunità locale.
Ieri sera al Teatro Lauro Rossi di Macerata, si è tenuto il “Concerto di Natale” eseguito dalla Vienna Royal Orchester. Un evento unico che ha portato la grande musica classica nella città.
L’orchestra, formata da 9 elementi e diretta dal violinista Michal Hudack, è composta dai migliori musicisti delle orchestre viennesi più prestigiose, tra cui la Wiener Philharmoniker, la Wiener Symphoniker e l’Orchestra Sinfonica della Radio di Vienna.
Si sono esibiti sulle note dei grandi maestri della musica, eseguendo brani della tradizione natalizia, per dare un assaggio del grande concerto di capodanno che si svolge nella prestigiosa Opera di Vienna.
”Siamo stati invitati a Macerata , una città storica con una grande tradizione musicale. Siamo onorati di essere qui e di partecipare alle festività natalizie della città. Veniamo da Vienna, cercheremo di portare la nostra musica, i brani dei più grandi compositori viennesi e i migliori brani natalizi per alietare il pubblico che ci è venuto ad ascoltare” ci racconta l’impresario musicale Adrian Fejzulahi prima del concerto, a cui fanno eco le parole di Cornelia Süss, responsabile delle pubbliche relazioni internazionali: “Il pubblico italiano ci ha accolto col cuore aperto e abbiamo avuto il piacere di suonare per loro. Siamo qui a Macerata, in questa bellissima città, e ci sentiamo gli ambasciatori di Vienna nel Mondo. Speriamo di farvi avere una serata piacevole con la musica di natale e viennese, con balletto e danza”.
“È un piacere poter offrire alla comunità l’opportunità di poter ascoltare un’orchestra importante come la Vienna Royal Orchester, nello splendido Teatro Lauro Rossi, con musicisti di qualità e grande esperienza” Aggiunge l’assessore alla cultura Katiuscia Cassetta del comune di Macerata.
Una serata unica quindi, in compagnia della musica di Wade, Vivaldi, Mozart, Schubert e molti altri grandi autori, eseguite dai nove elementi accompagnati da danzatori e cantanti di primissimo livello.
Un modo diverso per augurare un buon natale alla città di Macerata
Quest'anno la raccolta delle olive ha visto quantitativi record e una produzione di olio con numeri altrettanto importanti. Ce lo conferma anche l'Associazione Coroncina, che da anni si occupa di preservare e tutelare la varietà pregiata di oliva, autoctona delle zone dei cinque comuni di Caldarola, Belforte del Chienti, Serrapetrona, Cessapalombo e Camporotondo di Fiastrone.
"Dopo un 2023 che è stato pari a zero, quest'anno la quantità è stata elevata. Abbiamo raccolto circa settanta quintali di olive e abbiamo prodotto circa 1600 bottiglie di Coroncinus. Altissima anche la qualità, testata attraverso controlli. È davvero un'annata speciale" ha spiegato il presidente dell'associazione Livio Giovenali, proprietario dell'omonimo frantoio di famiglia a Tolentino.
Giovenali, anche campione italiano di potatura degli ulivi, ci spiega l'intento dell'Associazione Coroncina: "Siamo nati per valorizzare l'olio derivato dall'oliva della varietà coroncina, tipica dei cinque comuni citati. La fascia geografica più evidente in cui cresce è quella sopra il lago di Caccamo e sotto Pievefavera".
"L'associazione inizialmente si occupava dell'ambito comunicativo, cercando di divulgare l'importanza di questa varietà ai produttori della zona, insegnando le pratiche corrette di coltivazione delle piante di coroncina. Dal 2017 sono il presidente di questa associazione e negli ultimi anni abbiamo dato una spinta ulteriore. Alla divulgazione abbiamo allegato un'attività simile a quella di un consorzio di tutela - spiega Giovenali - Abbiamo riunito una decina di produttori, che nell'anno sono seguiti da un agronomo, per raccogliere e curare nel modo giusto le piante". Poi tutti insieme si produce l'olio chiamato Coroncinus".
"Da un impegno iniziale di comunicazione e valorizzazione del prodotto si è passati a una tutela vera e propria - prosegue Giovenali -. Siamo riusciti a riunire piccoli produttori, che da soli non sarebbero riusciti a garantire standard elevati come quelli attuali. Solo chi rispetta il disciplinare e aderisce all'associazione può produrre il Coroncinus e utilizzare la nostra etichetta registrata".
L'olio Coroncinus ha caratteristiche particolari, con proprietà organolettiche uniche: "Nella regione Marche ci sono 23 varietà tipiche di oliva e la coroncina è una delle varietà più pregiate. L'olio ha un fruttato e un'intensità medio intensa. Ha sentori di erba tagliata e spicca questo profumo e questo sapore di carciofo e di foglia di carciofo".
"È un processo che ci riporta anche un po' indietro nel tempo alle esperienze collettive contadine come quella della mietitura e appunto della raccolta delle olive, non dimenticando però l'aspetto qualitativo dell'olio che ne deriva. La molitura viene fatta insieme da tutti i produttori al frantoio Giovenali, si crea quindi una comunità e una rete di conoscenze tra produttori", conclude Giovenali.
Ieri pomeriggio, alle ore 17, presso l'outlet Tombolini di Tolentino si è tenuta la mostra Fashion, Fuoco e Forme, che mette in mostra le opere di Nazareno Rocchetti. Un'occasione per unire il mondo della moda con l'arte scultorea e pittorica.
Una selezione delle opere più significative di Rocchetti è stata esposta all'interno dell'outlet, incastonate quindi in mezzo agli abiti di Tombolini. "Nazareno è un grande amico; ci lega un rapporto di lunga data. noi come azienda quest'anno facciamo 60 anni e questo è uno degli eventi che ci porta a festeggiare questo traguardo e questo anniversario. Lo abbiamo fatto a Taormina, lo abbiamo fatto al teatro romano di Urbisaglia con le nostre maestranze, in Qatar- ha spiegato l'imprenditore Silvio Tombolini -. Oggi siamo qui a Tolentino, con Nazzareno per un legame forte per alcune cose che abbiamo in comune: la passione, la resilienza e la creazione. Lavoriamo con le mani entrambi e siamo molto contenti di averlo qui a esporre le sue opere, che si mescolano bene ai nostri prodotti".
Nazareno Rocchetti ha voluto raccontare invece il filo rosso che collega la mostra alla moda di Tombolini: Arte e modo sono un bel connubio, perché entrambe parlano di bellezza. io con le mie opere e Tombolini con i suoi capi, cerchiamo di parlare di bellezza. Abbiamo voluto fare questa mostra dal titolo Fashion, fuoco e forme. Il fashion rappresentato dagli abiti qui presenti; c'è l'arte del fuoco che sono uno dei pochi a praticare al mondo e poi ci sono le forme delle mie sculture che vogliono raccontare il mio percorso e la mia vita. Tutte parlano di abbracci e di amore, perché io sono convinto che mai come in questo momento ci sia bisogno di amore".
Al taglio del nastro hanno partecipato anche l'attrice e conduttrice televisiva Natasha Stefanenko con il marito Luca Sabbioni (entrambi amici di lunga data con Rocchetti) e il vicepresidente della Regione Marche e assessore alla Sanità Filippo Saltamartini
A Loro Piceno è presente un Museo che celebra il collegamento tra questo piccolo borgo e la tradizione del vino cotto. Una preparazione particolare, che si dice sia stata tramandata fin dai tempi della Magna Grecia. Un museo che si trova incorniciato nel chiostro di San Francesco e racconta il procedimento di preparazione di questo prodotto.
"Questo museo racconta una storia millenaria: il processo ci è stato insegnato dai greci. Già gli antichi greci chiamavano infatti la terra, che andava dall'Emilia Romagna alla Puglia, Enotria, la terra del vino. Il primo che ne parla è Ecateo da Mileto nel sesto secolo Avanti Cristo. Noi abbiamo portato avanti questa tradizione, ci sono 5 produttori legalizzati di questo prodotto, che vogliamo promuovere perché è l'ambasciatore di questo territorio" ci spiega il vicesindaco di Loro Piceno Bruno Achilli.
"Questo è l'unico museo al mondo che parla solo del vino cotto, racconta tutto l'iter, dal vitigno fino alla cottura. Tra l'altro il vitigno utilizzato, molto produttivo e resistente, ha 4000 anni di storia, il Galloppa. Era stato scelto vista l'argillosità del terreno del nostro comune - aggiunge Achilli -. Loro Piceno ha la paternità di questo prodotto probabilmente perchè le cantine erano già pronte e strutturate per accogliere la produzione del vino cotto. Inoltre una bolla papale di Paolo III consigliava a tutte le parrocchie di utilizzare il vino cotto per la consacrazione".
"Rappresenta un po' la nostra fatica e la fatica dei contadini che usavano questo prodotto come energetico naturale", conclude il vicesindaco. Entrare nel museo equivale, quindi, a fare un viaggio nella storia della tradizionale preparazione del vino cotto.
Venerdì 29 novembre, alla Bottega del libro in corso della Repubblica a Macerata, è stato presentato il libro “Il giallo dei Sibillini. Il mistero della baronessa Rothschild: una svolta a 44 anni dalla morte?”
Il libro è un’inchiesta che ripercorre gli eventi legati alla morte della baronessa Rothschild, una figura misteriosa la cui tragica fine ha affascinato e coinvolto investigatori nonché appassionati di cronaca nera per decenni.
Hanno moderato la serata, organizzata nell'ambito della rassegna Marche d'Autore – I misteri marchigiani curata da David Miliozzi e Jonathan Arpetti, il giornalista Maurizio Verdenelli e Giorgio Iacobone, già dirigente della Squadra Mobile di Macerata e questore.
Il libro ripercorre le fasi del mistero legato alla morte della baronessa, deceduta nel 1980 in circostanze misteriose sui monti Sibillini, una tragedia che ha sollevato numerosi interrogativi, mai completamente risolti. A distanza di più di quattro decenni, nuove piste e nuovi elementi potrebbero finalmente restituire un volto più chiaro alla vicenda.
Abbiamo ascoltato Maurizio Verdenelli che ci ha spiegato le nuove piste che si sono aperte: “Esiste un manoscritto, del professor Mario Graev. Potremmo chiamarlo il manoscritto dell’altra verità. Graev è il medico legale che ha analizzato le ossa delle donne. Quelle di Jeannette May sono state cremate, quindi non si possono rianalizzare. i resti di Gabriella Guerin, invece, sono state tumulate dalla famiglia. La figlia si è detta disponibile a metterle a disposizione dell’attività giudiziaria. A quei tempi non c’erano novità scientifiche che ora ci sono. Un accertamento che potrebbe o confermare la “morte bianca” oppure riaprire nuove piste e dare nuova luce a vari tasselli. Ci sono continue stranezze negli anni. Una nuova perizia potrebbe dare una svolta inaspettata al caso, visto che in una lettera ritrovata di Graev, egli esponeva i suoi dubbi sulla perizia avvenuta a quel tempo”.
Un caso che dopo 44 anni ha ancora molti punti oscuri e coincidenze che ricollegano il caso a i casi più importanti che hanno scosso l’Italia in quegli anni.
Come da tradizione il 4 dicembre si celebra la ricorrenza di Santa Barbara, patrona del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Questa mattina si è infatti svolta, alle ore 10:00, la celebrazione nella chiesa di Santa Croce, tenuta dal monsignor Nazzareno Marconi: “Vedo una tendenza nell’oggi a non saper compatire e dialogare. Per questo sono importanti le realtà che testimoniano lo spirito di servizio e di corpo come i vigili del fuoco. Con il loro quotidiano testimoniano il loro valore. Un messaggio importante che bisogna trasmettere a tutti i livelli", spiega durante l’omelia.
Presenti alla funzione il questore Giampaolo Patruno,la prefetta Isabella Fusiello, la vicesindaco Francesca D'Alessandro e il vicepresidente della provincia Luca Buldorini e. rappresentanti della Croce verde Macerata, della polizia locale, e della sezione Avis.
"Signore, siamo i portatori della tua croce, e il rischio è il nostro pane quotidiano" , un passaggio della preghiera del vigile del fuoco recitata a fine messa. È seguito poi il saluto del comandante provinciale Leonardo Rampino: "Lunedì 30 settembre ho assunto con orgoglio il comando dei vigili del fuoco della provincia di Macerata. Una provincia che dopo il terremoto ha saputo rialzare la testa. Santa Barbara è un giorno di bilanci. Non elencherò però gli interventi fatti. Un numero che non esprime il vero valore di un lavoro come questo. A casa ci riportiamo emozioni, gioie e dolori”.
“Mi voglio soffermare sulla frase di una lettera ricevuta da un cittadino. “Grazie ai vigili del fuoco sono riuscito a sopravvivere". "Ogni giorno portiamo avanti questa missione e questi valori con spirito di abnegazione, lavoro di squadra e sacrificio. Giorno per giorno e minuto per minuto è importante lavorare insieme per mantenere sempre attiva la macchia dei soccorsi. Ringrazio tutti i dipartimenti del corpo dei vigili del fuoco”, ha concluso poi, prima di leggere un estratto dei saluti del direttore regionale del Corpo: "Il 4 dicembre è il giorno dei festeggiamenti, ma anche il giorno per guardarci indietro vedere cosa abbiamo fatto e capire come fare di più.
Per i vigili del fuoco saper affrontare un pericolo significa conoscerlo, allenandosi, giorno per giorno. Grazie ai tanto che interpretano scrupolosamente questo ruolo, a chi si prepara con competenze specialistiche ad affrontare calamità inaspettate. Grazie al personale di tutti i ruoli e di tutte le qualifiche per l'impegno giornaliero. Grazie infine a tutte le famiglie dietro ad ognuno di noi".
Al termine dei saluti sono Il comandante Rampino e la prefetta Fusiello hanno consegnato encomi ed elogi: encomio al vigile del fuoco esperto Stefano Chiappa; Elogi al caporeparto Giancarlo Antonelli, ai vigili del fuoco esperti Stefano Conforti e Giorgio Micozzi e ai vigili del fuoco Michele Fiorini e Riccardo Petritoli; Diplomi di Lodevole Servizio agli ex capo reparto Laerte Tombesi, Graziano Alzapiedi, Carlo Dibiagi, Marco Giretti e Daniele Borsini; Croce di anzianità al vigile del fuoco coordinatore Andrea Marani e ai vigili volontari Giuliano Acciarresi e Tiziano Gasparrini. Infine, nel piazzale antistante la chiesa è stata dispiegata dall’ autogru dei vigili del fuoco una bandiera italiana durante l’inno nazionale.
Da un'idea di Gianni Morelli, con l'aiuto prezioso di Stefano Vecchioni e Paola Lucarini, ieri sera si è tenuto un aperitivo in forma privata, nel ristorante "Lord Bio" in piazza Della Libertà a Macerata, tema dell'incontro rimembrare i 50 anni dall'apertura della storica discoteca maceratese: "La Tartaruga Club". Dal 29 novembre 1974 al 29 novembre 2024.
Allietati da musica originale registrata in quel tempo, foto, ricordi e tra la commozione dei presenti, sono intervenuti alla serata quasi tutti i principali attori che hanno reso grande il locale ubicato sotto il palazzo Torri in vicolo Santa Fiora n.6.
In un'epoca in continuo fermento per la crisi petrolifera (le domeniche con le targhe alterne) e per una gioventù maceratese e non, priva di qualsiasi sano locale di ritrovo e svago (a Macerata c'era solamente il palazzo del Mutilato, normalmente utilizzato dalle scuole superiori per le loro feste annuali), la signora Maria Cicconi (mamma di Stefano Vecchioil) e il signor Gianni Morelli, con grande sacrificio finanziario, organizzativo e soprattutto burocratico di quel tempo, sono riusciti ad aprire il 29 novembre 1974 il locale da ballo.
I primi ospiti a inaugurare la serata furono gli "Onafifetti" un gruppo cabarettistico famoso all'epoca, originario di Jesi, tutt'oggi ancora in piena attività e la bellissima locandina di apertura, a loro dedicata, venne realizzata da Stefano Lucinato. La prima festa di Capodanno è stata organizzata con un gustoso menù preparato dalla "Taverna degli amici", un locale anch'esso appena aperto gestito da Giuseppe Amoroso con l'ausilio del famoso chef Vittorio Patrassi, il tutto annaffiato con ottimo Verdicchio, spillato da due damigiane poste sopra il bancone del bar, non avendo ancora la licenza dei super alcolici.
Nel 1975 e negli anni successivi fino ad arrivare al 1980, con il subentro della signora Elisa Camilletti moglie dell'avvocato Cesare Lucarini, al posto della famiglia Vecchioni e con l'ampliamento corposo del locale, si sono succeduti decine e decine di eventi canori e cabarettistici che hanno caratterizzato e reso famoso il locale in tutta la provincia e oltre.
Alla console i dj Toni Carrasco e Clayde Davis provenienti dallo Studio 54, famosa discoteca situata sulla 54° strada ovest di New York, per finire negli anni '80 con Enrico Filippini che intrattenevano e proponevano musica per il pubblico. Nel 1975 è stato istituito anche, per la prima volta, il giovedì sera come festa universitaria, che ancora oggi resiste nei vari locali del centro storico di Macerata.
Il venerdì sera era dedicato agli spettacoli canori e di varietà, con nomi famosi in voga in quegli anni, se ne citano alcuni: Renato Zero, Franca Valeri, Gianfranco D'Angelo, Bruno Martino, Luciano Rossi, Enrico Simonetti, Daniela Poggi, Leopoldo Mastelloni, Enrico Beruschi, I Tre Tre, Jimmy Fontana. I maestri del Jazz a livello internazionale come: Chet Baker, Sam Parker, Chuck Mangione, Don Dullen, Romano Mussolini, inoltre Ugo Giannangeli, Giovanni Spalletti, Leo Angeletti e al piano bar Amedeo Gaggiano e Mentoni Sandro DJ.
Serate dedicate a sfilate di moda con gli stilisti Roberta Di Camerino e Sam il Vaccaro e altri, serate stile terrazza Martini di Milano a cura del mitico Benito Striglio. Purtroppo tutto ciò finì dagli inizi degli anni '80, con la vendita del locale a nuovi imprenditori. Con tanta nostalgia e nello stesso tempo gioia, per aver vissuto e contributo a rendere quel periodo unico e indimenticabile per tutti coloro che l'hanno frequentata in quel tempo.
Questa mattina, in via Roma a Macerata, è stata inaugurata la nuova sede della Bcc Recanati e Colmurano. Presenti alla cerimonia, oltre al presidente Sandrino Bertini, al vicepresidente Gerardo Pizzirusso e al direttore Generale Davide Celani, il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli e il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
"È importante aprire una sede qui, perché Macerata è un capoluogo di provincia dove la nostra Bcc intende sempre essere più presente. Abbiamo aperto questa filiale con un concetto nuovo di rapporto tra banca e clienti. Non ci sono più banconi, ma spazi aperti e salette. È un rapporto che diventa sempre più amichevole, contiamo molto su questa nuova sede. - Ha spiegato il presidente Sandrino Bertini - Per una Banca di Credito Cooperativo l'utile non è il fine, ma un mezzo. Un mezzo per sostenere imprese e famiglie. Per accrescere il patrimonio e rendere più sicuri i risparmi di chi ci sceglie".
Poi è arrivato poi il commento del direttore generale Davide Celani: "Abbiamo voluto rafforzare ulteriormente la nostra presenza sul territorio di Macerata, andando a rinnovare i locali e questa struttura, che ci dà la possibilità di essere sempre più radicati e vicini alla comunità maceratese, nei rispetti di quella che è la mission della nostra banca. Presidiare i nostri territori e contribuire alla crescita degli stessi. L'intenzione è quella di migliorare l'efficienza anche di altre filiali, creando sempre spazi più strutturati e versatili. In questo ambiente abbiamo puntato su aree dedicate all'assistenza e all'ascolto. Il nostro principio è quello di essere sempre più vicini ai fabbisogni e alle esigenze delle nostre comunità".
Ha aggiunto una considerazione il vicepresidente Pizzirusso che si è detto contento di "vedere così tante persone presenti, tutti voi condividete quelli che sono i principi della nostra banca di Credito Cooperativo. Questi valori sono fondanti, a cui sono seguite le parole del sindaco Parcaroli e del presidente Acquaroli: "Voglio riconoscere alle Bcc la vicinanza al territorio, il dialogo e la capacità di ascolto che vi contraddistingue, seguendo quelle che sono le esigenze di imprese e famiglie, che sono tante e purtroppo attraversano momenti di difficoltà, ma che non si stancano mai di guardare al futuro. Se questo può avvenire è anche grazie al lavoro fondamentale che svolgete". A cui fanno eco le parole di Parcaroli: "Ringrazio la Bcc Recanati e Colmurano per quello che sta facendo per tutto il territorio. Questa è una filiale innovativa verso il futuro, ma che recupera il colloquio con le persone".
Dopo i saluti è arrivato il consueto momento della benedizione con il monsignor Marconi, e infine il taglio del nastro. Tutti i presenti hanno poi potuto visitare i locali della nuova sede. Una giornata che quindi rimarca la vicinanza di comunità di un'istituzione bancaria come la Bcc Recanati e Colmurano.
Lavori in corso sulla pavimentazione della piazza Umberto I di Colmurano. Abbiamo ascoltato il sindaco Mirko Mari che ci ha spiegato le peculiarità del progetto, il quale non è solo un rifacimento della pavimentazione in pietre, ma si collega alla storia del comune.
"Questo è un progetto che fa parte dei bandi per la riqualificazione dei Borghi. È stato dedicato al rifacimento della pavimentazione della nostra piazza principale - ha affermato il primo cittadino -. Durante la fase di scavo, sono riemerse alcune mura di fondazione del vecchio castello di Colmurano. L'idea è stata quella di riproporre e rimarcare quello che era il vecchio perimetro del castello. Abbiamo due tipologie di marcatura, nel senso che, in alcuni punti è possibile vedere il punto dove abbiamo le mura castellane e dei punti dove invece, attraverso degli studi fatti al catasto gregoriano, è stato ipotizzato il limite del castello. Le linee di marmo bianco presenti in piazza definiscono sia il perimetro reale che ipotetico del castello".
"Siamo in dirittura d'arrivo, mancano gli ultimi ritocchi e gli arredi, speriamo che nel giro di pochi mesi la piazza torni ad essere un punto di incontro e di riferimento per tutta la comunità di Colmurano" ha concluso il sindaco.
Un progetto che va a ricordare quello che prima contraddistingueva il paese di Colmurano, lasciando - attraverso quel marmo bianco - un segno del passato nell'attuale conformazione della piazza.
Prima conferenza sulle sfide dell'Economia, organizzata da Confindustria Macerata, l'Odcec (Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili, ndr), Università di Macerata e Università di Camerino, dal titolo "Sostenibilità e intelligenza artificiale".
La giornata si è svolta nella sede dell'Unimc di piazza Strambi. Due i momenti della conferenza: la mattina si è parlato di sostenibilità, un concetto che è una sfida per il nostro vivere quotidiano e soprattutto per le aziende che devono far convivere, produttività e sostenibilità.
Nel pomeriggio si è invece passati alla discussione riguardante la sfida che ci propone l'intelligenza artificiale, per capire come usarla nel modo corretto e inserirla nel sistema produttivo e sociale.
"Molteplici sono le sfide e le tematiche affrontate. Siamo a lavoro come Odcec per affrontarle - spiega il presidente Odcec di Macerata e Camerino, Luca Mira - la sostenibilità è un tema attuale da applicare. Impone un cambiamento radicale da parte degli imprenditori, coadiuvati dai professionisti. È la sfida del futuro. Per la nostra categoria questa giornata rappresenta un momento di specializzazione".
Graziano Leoni, rettore dell'università di Camerino, ha invece aggiunto: "Si parla di intelligenza artificiale e di sostenibilità che non sono due questioni separate nel mondo dell'economia. L'uso dell'intelligenza artificiale è energivoro ad esempio. Per poter sostenere l'uso c'è da pensare al modo in cui l'energia viene prodotta e distribuita. È importante che le università lavorino su queste tematiche insieme a partner come Odcec e Confindustria Macerata".
"È l'inizio di un piccolo laboratori di partnership con le università del territorio e l'ordine dei commercialisti. In queste conferenze affronteremo vari temi centrali. - spiega la natura dell'incontro il direttore di Confindustria Macerata Gianni Niccolò - L'obiettivo è quello di creare appuntamenti periodici su temi rilevanti, convinti come siamo che cultura d'impresa e consapevolezza degli ordini professionali possono andar d'accordo per affrontare le nuove sfide".
"Sono materie che insegniamo nell'ambito dell'economia. Incontri come questi sono importanti perché, di fatto, laddove dobbiamo intervenire nella sostenibilità del riciclo della trasformazione delle materie prime in materie prime secondarie, abbiamo bisogno di una conoscenza e di uno studio di questi temi. Ci sentiamo in prima linea. È evidente che sono due elementi chiave verso una transizione ecologia. Ma soprattutto per cercare di soddisfare i bisogni delle nuove generazioni, che stiamo formando", conclude la professoressa Unimc Antonella Paolini. Un incontro quindi per lavorare sul futuro e sul progresso attraverso messa in rete di idee e innovazione.
Gran numero di presenze per la 19esima edizione di Saperi e Sapori della Mela Rosa, il festival che il 9 e il 10 novembre ha animato il borgo di Monte San Martino.
La giornata di ieri si è aperta con il convegno sui mutamenti climatici e sull'impatto che hanno sui frutteti del territorio marchigiano. Presenti l'assessore all'agricoltura della Regione Marche Andrea Antonini, il presidente della Camera di commercio delle Marche Gino Sabatini, il presidente Unpli Marche Marco Silla, il dottore agronomo dell'Università Politecnica delle Marche Giorgio Murri e il presidente dell'Unione Montata Monti Azzurri Giampiero Feliciotti.
Nel frattempo in piazza il mercato è stato aperto dalla mattina, con i produttori di mela rosa che hanno esposto tutte le varietà che coltivano, insieme agli altri commercianti. Una festa che prende tutte le vie del centro storico con attività e prodotti del territorio, come le castagne, che si vanno ad accompagnare alla mela rosa, e un menù, offerto dalla Pro Loco, che la valorizza e la mette al centro.
"È uno degli eventi di punta del nostro paese perché valorizza un prodotto come la mela rosa che si era perso e che siamo riusciti a reintrodurlo. Questa è la diciannovesima edizione di questa festa. È quindi un percorso di valorizzazione che abbiamo iniziato da molto tempo e ora, finalmente, siamo arrivati ad avere numeri importanti e un interesse da parte dei consumatori - ci spiega il sindaco di Monte San Martino Matteo Pompei - Questa festa permette ai visitatori di scoprire anche le eccellenze artistiche che abbiamo in paese, come i polittici dei Crivelli. Chi viene a Monte San Martino prova la mela rosa ma fa un'esperienza a 360 gradi".
"L'elemento che ci contraddistingue più di tutti, il frutto dei nostri territori unito alla cultura, in un palcoscenico bellissimo dato dal paesaggio dei Sibillini, circondato e arricchito dai borghi. Abbiamo delle potenzialità enormi che stiamo cercando di riscoprire e valorizzare, perché questo è il futuro del nostro territorio. Un tesoro enorme fatto da tante pepite, che messe in rete e in disponibilità dei mercati turistici, possono diventare un valore aggiunto", ha dichiarato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli.
La giornata è continuata con l'incontro, tenutosi al Teatro comunale, per la presentazione del libro "Paesi Miei: in viaggio con Linea Verde alla scoperta delle tradizioni d'Italia" del presentatore Rai Beppe Convertini: "L'Italia è ricca di tradizione ed eccellenze, e di una cucina tra le più variegate e gustose al mondo. Qui oggi si realizza il sogno di tutti: mangiare le cose più buone. La mela rosa è un'eccellenza incredibile da esportare e far conoscere in tutto il mondo".
Appuntamento al prossimo anno, quindi, per la 20esima edizione. Tra l'altro l'evento, organizzato dalla Pro Loco di Monte San Martino della presidente Fabiola Anselmi, sta svolgendo l'iter per essere riconosciuta sagra di qualità.
Questa notte ci sarà lo spoglio elettorale negli Stati Uniti e si scoprirà chi sarà il prossimo presidente americano tra Donald Trump e Kamala Harris. È una delle tornate elettorali più incerte della storia recente. I sondaggi, infatti, cambiano continuamente, con il risultato di alcuni Stati, come la Pennsylvania, che saranno determinanti.
Abbiamo chiesto ad alcuni studenti del dipartimento di Scienze Politiche, della Comunicazione e delle Relazioni Internazionali il loro pensiero sull'Election day. "Secondo me è favorito Trump, anche se credo che in queste elezioni si parli poco di politica e più delle uscite che fanno i due candidati" ci spiega un ragazzo, mentre per una studentessa "Trump vincerà contro Harris come ha vinto contro la Clinton, ha molti imprenditori dalla sua parte come Elon Musk, sfortunatamente vincerà lui".
"Secondo me vincerà la Harris, perché la scorsa esperienza di Trump da presidente ha portato ad un aumento della disoccupazione e della recessione. Credo però che i due candidati non rispecchiano il volere degli elettori. Sono due candidature che peccano di qualità" dichiara un altro studente. "Ne stavamo parlando con una compagna di corso. È un testa a testa in cui Trump è favorito, perché rispecchia l'ideologia di molti americani, mentre Harris, essendo donna e di colore, purtroppo, sarà penalizzata dal voto" aggiunge un ragazzo.
Gli ultimi due studenti, invece ragionano più sulla dimensione internazionale e sul modo di fare politica dei due candidati: "Trump punta a un ruolo degli Stati Uniti più isolato nel panorama internazionale, ma viste le attuali tensioni non so quanto sia preferibile un ruolo di secondo piano per gli Stati Uniti"."Trump ha una base elettorale solida per il suo modo di fare politica non in maniera tradizionale. Harris dalla sua ha una visione progressista che potrebbe dare una spinta a queste elezioni americane". Pensieri interessanti che vanno a indagare vari aspetti di questo voto fondamentale nell'equilibrio della politica internazionale.
È arrivato il momento di raccolta delle olive. Una tradizione delle nostre zone, ricche di piante d'ulivo, in modo da produrre l'olio per il sostentamento durante l'inverno. Una pratica che ricorre ogni anno, e che spesso vede molte famiglie legate impegnate nella raccolta.
Dopo averci spiegato i metodi di conservazione e di protezione dalla mosca, siamo tornati dall'agronomo, Gino Pasquali, per farci raccontare come approcciarsi alla raccolta, attraverso i metodi e gli accorgimenti giusti.
"Veniamo da un periodo siccitoso molto forte, ce la siamo vista brutta. Però l'ulivo ha resistito, perché è una pianta che si adatta ai climi molto asciutti - Ci ha spiegato Gino Pasquali - Quest'anno è una raccolta estremamente buona, poiché le olive sono intatte e prive di ogni puntura di mosche. L'olio sarà estremamente buono e sano, specialmente se raccolto precocemente verso i primi di ottobre, perchè sarà ricchissimo di polifenoli, antiossidanti e anticancerogeni eccezionali".
Ci sono degli accorgimenti da seguire prima della raccolta: "La prima questione da capire è se le olive sono sufficientemente adatte per essere raccolte. L'oliva è pronta per essere raccolta quando si stacca con facilità. Bisogna poi guardare il colore. In questo periodo siamo nella fase in cui la drupa ha incamerato gran parte dell'olio e quindi si prepara per cadere. Dal punto di vista tecnico esiste uno strumento che misura la forza per creare un intacco sulla drupa. Ma se noi andiamo con un'unghia, ci accorgiamo di quanta pressione serve per intaccare la drupa d'oliva. Un accorgimento banale e semplice, ma idoneo per capire se è arrivato il momento".
Si prosegue poi scegliendo il tipo di raccolta da fare: "Le tecniche di raccolta sono infinite. Chi non ha molte piante si arrangia con sistemi di raccolta che prevedono un abbacchiatore elettrico per far cadere l'oliva sopra i teli. Esistono poi altri metodi a livello di olivicoltura intensiva. Le piante sono anche trattate e potate in maniera diversa, per permettere quel tipo di raccolta, come ad esempio quella a scuotimento basale, o altri sistemi più moderni che prevedono un allevamento "a cipresso", adatto alla raccolta a macchina".
Riguardo il costo, spiega Pasquali: "Si parla di 13 euro a litro e 14 euro al kg, i privati probabilmente arrivano a 15. Qualcosa è aumentato ma siamo in linea con gli scorsi anni. È aumentata però anche la qualità. Questa è un'annata da segnare sul calendario perché è un'annata sana, di grande quantità di raccolto", ha concluso Pasquali, prima di mostrarci all'atto pratico il suo metodo di raccolta e pre-potatura.
Infine gli arnesi del mestiere. "Un paio di forbici da campagna e un segaccio montato su un'asta sono arnesi indispensabili per non dover ricorrere alla scala. Tagliando i rami più altri, si prepara già la pianta alla potatura che poi avverrà verso aprile, e si raccoglie in maniera più facile, senza il rischio di cadere: "Il mio obiettivo è di non usare le scale. Mia figlia fa il medico e mi dice che l'ospedale è pieno di persone che si sono fatte male raccogliendo l'oliva. Elimino la scala e tagliando i rami più alti e sporgenti preparo la pianta all'invernata, prima della potatura di primavera. Questo è il sistema che mi limito a fare io. Spero di essere stato di aiuto a piccoli coltivatori come me".
Questa mattina, presso la biblioteca del Teatro della Filarmonica di Macerata, il comandante provinciale, Colonnello Raffaele Ruocco, ha presentato alla stampa il Calendario Storico 2025 dell’Arma dei Carabinieri. Analoga presentazione è stata svolta a Roma presso l’Auditorium Parco della Musica alla presenza del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri. Il Calendario Storico 2025 è dedicato al tema "I Carabinieri e i giovani" e, in particolare, al rapporto tra i carabinieri e le nuove generazioni.
Il calendario è stato realizzato con il contributo di celebri personaggi dello scenario artistico-letterario, Marco Lodola e Maurizio de Giovanni; il primo che ha curato la veste grafica dell’opera è considerato un artista poliedrico del Nuovo Futurismo e della Pop Art italiana, mentre il secondo, scrittore partenopeo di successo, è noto per le collane de "Il Commissario Ricciardi", "I Bastardi di Pizzofalcone", "Mina Settembre".
I testi che accompagnano le 12 tavole descrivono un dialogo epistolare fra un Maresciallo Comandante di Stazione, vedovo, e suo figlio, studente alle prese con le sfide del quotidiano e con il dolore, condiviso con il padre, per la scomparsa della madre. Il Maresciallo utilizza come chiave di dialogo alcuni racconti del suo lavoro, parlando di alcuni episodi di servizio che toccano temi come il bullismo, le dipendenze, la salvaguardia dell’ambiente e del rispetto per l’altro, l’inclusività e la solitudine sociale.
Riesce così a superare gli ostacoli e le difficoltà ricorrenti nel rapporto comunicativo fra adulti e ragazzi con un metodo tanto astuto quanto discreto: conoscendo l’abitudine del ragazzo di sfogliare album di foto che ritraggono anche la madre scomparsa, decide di inserire dei bigliettini al suo interno, chiedendogli di toglierli se letti e, quindi, graditi.
"È un testamento morale che questo maresciallo vuole lasciare al figlio. Cerca di fornirgli messaggi sulle tematiche più importanti dell'attualità. Il messaggio educativo rappresenta un filo rosso con il percorso di formazione sulla legalità che vogliamo portare avanti", ci spiega il Colonnello Raffaele Ruocco.
Maurizio de Giovanni riesce a romanzare il rapporto fra nuove generazioni e legalità, con un linguaggio diretto ed empatico, riassumendo l’amore paterno, i valori e la fiducia nelle giovani generazioni in una sorta di testamento morale.
Le tavole, invece, raffigurano, nell’inconfondibile stile pop di Marco Lodola, carabinieri delle varie articolazioni dell'Arma e figure giovanili, nella versione cartacea delle “sculture luminose” che lo hanno reso celebre nel mondo.
Il calendario vuole valorizzare i giovani, bene inestimabile per tutti e investimento prezioso per il futuro del Paese, richiamando una delle principali attività preventive svolta dall'Arma a loro favore, gli incontri nelle scuole sulla "Cultura delle legalità", che ambiscono a promuovere conoscenza della legge e cultura civica.
Un’opportunità unica e privilegiata di cui far tesoro per sviluppare nelle giovani generazioni la sensibilità verso le tematiche sociali più avvertite, della legalità e dei temi ambientali, e accrescere la consapevolezza del proprio prezioso ruolo per la crescita sociale, economica e democratica del Paese.
Il notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell’Arma, oggi giunto a una tiratura di 1.200.000 copie e tradotto in otto altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo) nonché in sardo e friulano, è indice sia dell’affetto e della vicinanza di cui gode la Benemerita sia della profondità di significato dei suoi contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto che “accanto ad ogni cittadino c’è un Carabiniere”.
Iniziata nel 1928, la pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 92^ edizione, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell'Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia.
Oltre al Calendario, è stata pubblicata anche l’edizione 2025 dell’Agenda la cui opera rappresenta la continuità editoriale del Calendario, riportando le storie di De Giovanni come apertura di ogni singolo mese.
Altre due opere completano l’offerta editoriale dell’anno 2025. Il Calendario da tavolo, dedicato anche quest’anno al tema “I Carabinieri nei Borghi più Belli d’Italia” e realizzato con gli scatti dei comuni dello stivale più suggestivi e ricchi di tradizioni, da Nord a Sud, fra cui: Sappada (UD), Civitella del Tronto (TE), Suvereto (LI), Posada (NU), Locorotondo (BA) e Gerace (RC).
L’intero ricavato della vendita del calendarietto da tavolo è devoluto, come accaduto negli anni precedenti, all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri.
Il Planning da tavolo è invece incentrato sul tema “L’impegno internazionale dei Carabinieri. L’attività di cooperazione e i teatri operativi”, con la finalità di illustrare la delicata e preziosa attività che l’Arma svolge fuori il territorio nazionale, assolvendo con professionalità e dedizione sia ai compiti di stability policing che di sicurezza e vigilanza alle sedi diplomatiche, un impegno altamente apprezzato dalla comunità internazionale.
Il ricavato di tale prodotto editoriale sarà devoluto nuovamente ad un ospedale pediatrico, individuato quest’anno nel Santobono di Napoli. Oggi, in concomitanza con la presentazione dei prodotti editoriali, la Galleria Deodato Arte apre (fino al 16 novembre, in via Giulia 122 a Roma) la mostra "Marco Lodola. Luci Blu".
La collezione inedita dell'artista espone sculture luminose e bozzetti ispirati all’Arma dei Carabinieri utilizzati per la realizzazione del Calendario Storico edizione 2025. La mostra è nata per rendere omaggio all’Istituzione che con la sua storia di oltre due secoli è ormai diventata un elemento iconografico che appartiene all’immaginario popolare italiano.
"Nel nostro modo di mangiare è racchiusa la nostra identità. Per difendere chi siamo questa identità dobbiamo difenderla. Il cibo è diventato lo show o salute a tutti i costi". Ieri sera, presso la pizzeria Altobordo di Mauro Alberti e Angelo Mondello, si è tenuto l'appuntamento della rassegna Filosofarte, organizzata dall'assessore alla cultura Gianluca Crocetti. Ospite della serata Diego Fusaro, che ha presentato il libro "La dittatura del sapore", edito da Rizzoli.
Un libro sul cambiamento dei nostri regimi alimentari e sulla progressiva omologazione al sistema: "Con questo volume ho provato ad affrontare il tema del piatto unico gastronomicamente corretto, che è la variante a tavola del pensiero unico politicamente corretto. La tesi del libro è che la globalizzazione turbocapitalistica, dopo aver imposto la dittatura del sapere, sta imponendo anche la dittatura del sapore, omologando su scala planetaria i palati, in nome della distruzione delle identità della tavola. Non ci saranno più vini piemontesi, formaggi sardi e carni toscane, ma solo il piatto unico di larve, insetti e grilli che distrugge la nostra identità", ci spiega Fusaro.
Conclude poi: "Il problema che si pone è come sfamare le classi di miserabili che la globalizzazione produce, dato che globalizzazione fa rima con disuguaglianza e con sfruttamento. A mio giudizio la classe dominante capitalistica mira a governare le classi dominate mediante queste nuove pietanze che sono, a mio modesto giudizio, disgustose prima di tutto da pensare e poi anche da mangiare".
Una serata che quindi vede i concetti cardine del pensiero di Fusaro, affrontare i temi del cibo, delle tradizioni culinarie italiane e del cibo utilizzato solo per sopravvivenza, che, come spiega il saggista "è un modo di mangiare che non appartiene all'essere umano, che da sempre ha cercato qualcosa di più del mero cibarsi per vivere".
Questa mattina, nel giardino delle farfalle della frazione Montalto di Cessapalombo, si è tenuto il convegno "Green Communities e servizi ecosistemici". Un incontro tecnico operativo sulle Green Communities e sulla fattibilità di impiantarle nel territorio dell'Unione Montana Monti Azzurri, unico distretto delle Marche in cui la progettazione è stata finanziata con i fondi del Pnrr.
Nelle Green Communities si costruiscono strategie per la gestione integrata e certificata del patrimonio forestale, anche tramite lo scambio dei crediti derivanti dalla cattura dell’anidride carbonica, la gestione della biodiversità e la certificazione della filiera del legno. E tanto altro. Foreste, Acqua, Energie, Agricoltura, Turismo, Start-up, nuove filiere.
A moderare l'evento il presidente dell'Unione Montana, Giampiero Feliciotti "Il 2025 sarà un anno improntato all'organizzazione della comunità e dei servizi ecosistemici; c'è l'idea di unire più servizi e di funzionare insieme, collaborando tra le 15 municipalità". Nel corso della mattinata, è arrivato anche il saluto, in via telematica, del commissario alla Ricostruzione sisma Guido Castelli: "Un progetto importante che aiuta le zone montate nello sviluppo di nuove energie e nel mantenimento delle tradizioni. Credo che l'uomo sia la soluzione ai disastri naturali e non il problema".
"La giornata di oggi consente di riaffermare la centralità dei comuni insieme che generano opportunità di sviluppo, incrociando le crisi ecologiche, energetiche e ambientali, con la crisi demografica. Si chiama strategia della green community, che nel territorio dei Monti Azzurri è stata finanziata, unico territorio marchigiano che giova dei fondi del Pnrr per questo progetto. Il tutto atto ad avere un progetto integrato di sviluppo su diversi ambiti, dal turismo all'agricoltura, dal risparmio energetico alla gestione dei rifiuti e delle acque; questa è l'unica strategia del Pnrr che mette insieme più comuni. Ci sono molte aree finanziate in Italia e questa è l'unica marchigiana. Chiediamo alla Regione di investire su questa e su nuove Green communities" - ha spiegato Marco Bussone, presidente Uncem (unione nazionale comunità enti montani) - .
È intervenuto poi Giovanni Vetritto, della presidenza del Consiglio dei ministri: "Uno degli aspetti fondamentali che verrà affrontato è quello del governo di questi ambiti territoriali. Lo vogliamo far corrispondere al modello di sviluppo sostenibile delle Green Comunities. I sindaci dei territori devono imparare a progettare insieme e governare insieme queste risorse".
"È fondamentale partire dagli usi del suolo dei territori interessati, e in questo territorio più del 70% è bosco, il 25% è agricoltura, solo il 5% è ambiente urbano. Dar vita a una filiera del bosco e del legno è fondamentale. Prima di tutto per la sicurezza del territorio. Queste sono emergenze e priorità che possiamo affrontare nell'ottica delle Green Communities, attraverso una filiera dell'economia circolare", ha aggiunto Fabio Renzi, il segretario generale della fondazione Symbola.
A concludere l'intervento di Giuseppe Amici, presidente Uncem Marche: "La giornata di oggi è importantissima per le aree interne. Una giornata di svolta per il nostro territorio, con l'idea di sviluppare un'economia che punti al futuro. Dobbiamo mantenere le nostre innovazioni in queste aree. Le varie crisi ambientali hanno messo in ginocchio un territorio già di per sé legato al fenomeno dello spopolamento. Con questi progetti si può cercare di combattere questo fenomeno".
Un evento importante per gli studenti dell'Università di Macerata. Ieri pomeriggio, presso il polo Tucci, Edoardo Leo ha presentato il suo nuovo film "Non sono quello che sono", traduzione in dialetto romano e napoletano dell'Otello di Shakespeare.
"Ho tradotto dall'inglese direttamente al romano e al napoletano, riportando Shakespeare a quello che era il suo contesto, quello popolare. Questa versione ha previsto quasi 15 anni di lavoro. Un grande classico può rileggere il presente, non c'è bisogno di adattarlo. Ho lavorato sui silenzi, non sulle parole. Ho avuto la sensazione che questa storia in dialetto potesse leggere la nostra contemporaneità" ha spiegato Edoardo Leo nel suo intervento.
Ha poi continuato spiegando il suo approccio: "Volevo spostare l'accento da vittima a carnefice senza cambiare le parole. Questo è stato il lavoro più grande e difficile. La sensazione però è che sono riuscito a togliere la compassione che in molte trasposizioni si prova per Otello. Otello non è vittima, anzi è vittima di non saper gestire il suo lato emotivo".
Leo ha elogiato la nuova generazione: "Questa generazione, che è dipinta come una generazione che sta solo sui social, in realtà è molto più attenta, informata e curiosa. Sono felice di fare questi incontri all'università. È un posto a cui io sono molto legato. La risposta è incredibile, perche si riescono ad affrontare temi interessanti per gli studenti. Da una parte l'attualità del discorso sulla violenza di genere e sul femminicidio; dall'altra temi più accademici come la traduzione di un grande classico e come i classici rileggono la realtà. quindi è un incontro adatto al contesto universitario".
È intervenuto anche il direttore della Fondazione Marche Cultura Andrea Agostini: "Una grandissima occasione per Macerata e per le Marche. Questo incontro sta a significare sicuramente un momento di promozionale per il film, ma anche una momento di cultura per l'operazione interessante di rilettura di un classico con due nostri dialetti. I temi poi dell'Otello sono molto attuali e spingono a riflettere".
"Il lavoro di traduzione è necessario per capire il testo. Shakespeare si può sentire in dialetto australiano irlandese. E quindi anche romano e napoletano. Certo, ogni traduttore porta la sua vita personale. ma è importante che i testi vengano tradotti e divulgati. Rinnovare il testo di Shakespeare e tradurlo in qualche modo per i tempi nostri è importante, trovando un linguaggio che abbia un impatto sui giovani. Come università siamo contenti di ospitare questo regista che ha osato, riuscendoci, ad adattare un grande classico" ha aggiunto il rettore dell'Università di Macerata John McCourt. Dopo la discussione l'attore ha recitato le battute finali di un monologo di Franca Rame, Lo Stupro.
Questa mattina, nella biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, l'Inps ha presentato il bilancio sociale. Un'occasione per parlare di programmi, azioni, e l'erogazione di prestazioni che hanno impatto sul contesto socio economico.
"Il bilancio è l'occasione per illustrare il contesto sociale di riferimento e quali sono i risultati e le attività in essere dell'ente che riguardano tantissima parte della cittadinanza. Sono importanti i dati da un punto di quantitativo e qualitativo proprio per la platea a cui si riferiscono. Come Istituto teniamo molto a illustrare alla cittadinanza quello che facciamo. Anche e soprattutto in senso critico. Siamo in ascolto per cercare di migliorare i nostri servizi" ci spiega il direttore Marco Mancini.
Alla conferenza ha partecipato anche la vicesindaco Francesca D'Alessandro: "Nell'ottica della sussidiarietà essere vicini gli uni agli altri può fare la differenza. e allora Inps e Comune di Macerata insieme sono vicini ai cittadini".
"A livello regionale stiamo organizzando servizi sempre di maggiore qualità. Una iniziativa interessante è quella relativa al progetto Inps per tutti. Uno slogan che fa capire che vogliamo essere vicini alle persone. - spiega la direttrice regionale Emanuela Zambataro - A questo proposito abbiamo stilato un protocollo con tutte le Caritas della regione il cui obiettivo è quello di avvicinare la previdenza anche alle persone che si trovano in uno stato di povertà. Servirà a far sì che i volontari delle Caritas fungano da interfaccia con le persone che si trovano in difficolta per aiutarli a capire se hanno dei diritti inespressi. Bisogna anche fare cultura della previdenza sociale. Da questo punto di vista stiamo promuovendo una serie di iniziative comunicative per aumentare la consapevolezza".
Prima di iniziare i lavori sul bilancio sociale dell'anno e sui temi su cui l'inps si impegnerà nel prossimo anno a lavorare, è stato dedicato un momento al ricordo di Domenico Ticà, storico sindacalista della Cgil, scomparso ad aprile di quest'anno.